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BRAIN STORM di Paolo Maroncelli
28 luglio 2003

    U.S.S. UNICORN
    Alloggio della dottoressa Turrell

    Le due si fissarono per qualche breve attimo, come assolute estranee. Nello sguardo della donna si coglievano lampi di stupore e di puro terrore; il volto della gatta invece non era dotato di simili capacita' espressive, ma un esperto conoscitore del comportamento felino avrebbe colto in esso analoghe emotivita'. Zeela Turrell e Rima. L'affettuosa padrona e la dolce ma irrequieta micetta, l'una di fronte all'altra nel vano tentativo di cogliere qualche indizio su cosa realmente stesse accadendo; oppure in semplice attesa che questo curioso frutto di una cena particolarmente pesante facesse ritorno nel tortuoso reame di Morfeo.
    E mentre la gatta reprimeva il pressante desiderio di grattarsi, cosa che davanti ad una signora un gentleman inglese non avrebbe mai voluto fare, la gentile dottoressa Turrell abbandono' completamente le buone maniere e rivolse uno sguardo atterrito al proprio busto, valutando con una poderosa palpata la soda consistenza del suo giovane seno; Edward Knight non tardo' a capire che qualcosa in effetti sembrava non andare per il verso giusto, e mentre questo illuminato pensiero balenava nel suo piccolo cervello, cedette all'impulso e si gratto' l'orecchio destro con la zampetta posteriore.
    Nello stesso istante John Newport ebbe molte risposte alle sue innumerevoli domande sull'universo femminile.

    U.S.S. UNICORN
    Plancia di comando

    Una nave stellare di classe Galaxy e' un vascello incredibilmente complesso e fortemente automatizzato. Una volta impostata una rotta, il computer e' in grado di mantenerla fino a destinazione, e nel caso in cui capiti qualche inconveniente al personale di bordo e' programmato per inserirsi in orbita standard e adottare tutte le necessarie misure per la sicurezza dell'equipaggio e l'integrita' della nave.
    Cio' implica che mentre il personale di plancia fissava incuriosito il Tenente Comandante Razi scattare in piedi e fissare ogni singola console come non l'avesse mai vista in vita sua, la nave proseguiva placida il suo viaggio verso Veda III, dove l'Ambasciatore Toxar avrebbe tentato di portare a compimento il proprio delicato incarico diplomatico.

    - Comandante, qualcosa non va? - chiese O'Broinn con voce interrogativa.
    - C...come dice? - rispose Razi con lo sguardo perso tra le pareti della plancia.
    - Si sente bene signore? La vedo ... ehm .... pallido, - disse O'Broinn con un certo imbarazzo, rendendosi conto di non avere un'idea molto precisa del colore che avrebbe assunto la strana pelle di Razi quando egli fosse stato "pallido".

    Il capo operazioni non rispose ma si limito' a osservare le proprie mani e a toccare il proprio corpo. Prima che O'Broinn prendesse l'iniziativa di convocare una squadra medica in plancia, Razi mosse qualche passo incerto nella sua direzione.
    - Tenente O'Broinn ..... cosa sta succedendo? -
    - Uh ... penso che abbia avuto un mancamento signore. Voglio dire, l'abbiamo vista afflosciarsi sulla poltrona di comando e poi .... beh, ora non mi sembra che lei stia molto bene. -
    O'Broinn inizio' a sudare freddo e si rese conto che non era certo compito suo dare consigli al facente funzioni di capitano; quelle che per lui erano premure avrebbero potuto essere interpretate come mancanza di rispetto o sfiducia nei confronti di un superiore, cosi' decise di tagliare la frase e di non continuare il discorso.

    - Un malessere dice? ...... no, non un malessere ..... -

    Pronuncio' le ultime parole a bassa voce, quasi fossero rivolte a se' stesso; una scintilla di luce brillo' nei suoi occhi alieni e scatto' verso la postazione scientifica con ritrovata determinazione.
    Gli ufficiali presenti in plancia continuarono a fissarlo mentre faceva volare velocemente le proprie dita robuste sui comandi della console alla quale normalmente operava il comandante Quill; l'ufficiale che attualmente la occupava si scanso' immediatamente e lo lascio' effettuare le sue misteriose indagini.
    Qualcuno lo vide passarsi la mano destra sulla testa nel vano tentativo di lisciarsi un'antenna.

    U.S.S. UNICORN
    Alloggio della dottoressa Turrell

    - Anche io ne sono convinto, capitano: le coincidenze sono troppe e la sonda che abbiamo imbarcato deve essere la spiegazione a tutto questo. Purtroppo il trambusto generato dall'arrivo dell'ambasciatore ci ha fatto trascurare le analisi all'oggetto; ora mi pento proprio di non essere stato zelante come al solito. -
    Knight assenti' mentalmente; dalla sua maestosa posizione in cima al davanzale accanto al terminale, tese la sua zampina sul pannello trasparente e sfioro' le lettere che avrebbero composto la risposta:
    - i.n.u.t.i.l.e r.e.c.r.i.m.i.n.a.r.e t.e.n.e.n.t.e o.r.a c.e.r.c.h.i.a.m.o d.i
    c.a.p.i.r.e i.l m.o.d.o m.i.g.l.i.o.r.e p.e.r a.f.f.r.o.n.t.a.r.e e
    r.i.s.o.l.v.e.r.e q.u.e.s.t.a b.i.z.z.a.r.r.a s.i.t.u.a.z.i.o.n.e -

    Newport era palesemente a disagio; iniziava solo ora a razionalizzare cosa fosse realmente accaduto e gli sforzi per non lasciarsi scivolare nel terrore e nello sconforto erano immani. In secondo luogo, beh, trovarsi a dover gestire un corpo femminile era qualcosa che lo lasciava completamente spaesato e inerme. Non osava immaginare cosa sarebbe successo qualora avesso dovuto compiere gesti o azioni particolari. Si', insomma, che diamine, uomini e donne sono differenti!
    Scaccio' i pensieri e cerco' di focalizzare il capitano Knight, pensando che neanche per lui la situazione doveva essere facile. Per prima cosa era necessario capire quanti altri membri dell'equipaggio erano stati ... influenzati come loro; cercare di riportare la calma a bordo della nave e stabilire una linea di azione comune sarebbe stato il passo successivo. Senza considerare che, come la cara legge di Murhpy insegna, i guai arrivano sempre nel momento meno opportuno; nella fattispecie, quando si prospetta una missione delicata dal cui esito puo' dipendere l'equilbrio politico e sociale di un mondo intero.

    Lo scozzese ignoro' la necessita' di usare il bagno (e tutte le imbarazzanti implicazioni che ne sarebbero derivate) e si avvicino' al capitano Knight, ma la frase che gli si stava formando in bocca fu interrotta dal trillo del campanello. I due occupanti della stanza gelarono per qualche attimo fissandosi negli occhi, poi il capitano spicco' un balzo e atterro' agilmente a terra dirigendosi verso la porta. L'ingegnere capo della Unicorn lo intese come un invito ad aprirla, che accetto' di buon grado attivando il meccanismo di sbloccaggio e pensando mentalmente a quale sarebbe stato il modo migliore per spiegare la situazione.

    Le parole gli si strozzarono nuovamente in gola quando la porta si apri' e John B. Newport lo fisso' sulla soglia. Era come un vecchio episodio di "Ai Confini della Realta'", qualcosa di incredibile e shockante che la mente si rifiuta di accettare.

    Il corpo di Newport parlo' con voce ferma e misurata, in un modo che suono' completamente alieno nonostante il timbro fosse quello dello scozzese:

    - Dottoressa Turrell, avvisi immediatamente il capitano che si prospetta un'emergenza di origine sconosciuta. Quello che le dico potra' sembrarle assurdo, ma io non sono il tenente Newport. Un agente a me ignoto pare avere trasferito la mia coscienza in questo corpo ed e' di vitale importanza cercare di affrontare la situazione prima che la nave giunga a Veda III. Le mie parole potrebbero non essere credute, quindi a mio avviso e' opportuno che sia lei a referenziarsi con il capitano per dare inizio ad una serie di indagini che portino ad una rapida soluzione della questione. -

    Queste parole uscivano dalla bocca del tenente Newport, nudo come un verme ad eccezione di un paio di mutande di cotone.

    Il Newport che dimorava nel corpo di Zeela Turrell sgrano' gli occhi.
    - Selenjak?? -
    Il volto del corpo di Newport inarco' un sopracciglio:
    - Si', molto perspicace dottoressa. Posso suggerirle di iniziare una scansione della corteccia a livello dei condotti di Jasnel? Li' si dovrebbe rilevare uno schema cerebrale utile ad identificare univocamente un individuo senza possibilita' di errore. Come sapra', e' un'indagine che non posso eseguire su me stessa. Successivamente dovremmo.... -
    - La prego, Selenjak, basta cosi'! Non ho bisogno di rilevare nessuno schema cerebrale per crederle! IO sono Newport! -
    Selenjak inarco' nuovamente il sopracciglio e finalmente entro' nell'alloggio.
    - Allora ho un messaggio per lei. La donna accanto alla quale mi sono svegliata questa mattina riferisce testualmente: "e la prossima volta che mi vuoi scaricare, cercati un'altra scusa, idiota". -

    Newport fisso' sconsolato il pavimento e l'unica cosa che spero' in quel momento fu che il capitano si trattenesse dallo strusciarsi sulla gamba del suo corpo.

    Quattro ponti piu' in basso due uomini della sicurezza scortavano l'ambasciatore Toxar in infermeria, sperando che il graffio di un vulcaniano non fosse portatore di strani agenti patogeni alieni.



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