U.S.S. UNICORN
Alloggio della dottoressa Turrell
Le due si fissarono per qualche breve attimo, come assolute estranee. Nello
sguardo della donna si coglievano lampi di stupore e di puro terrore; il volto
della gatta invece non era dotato di simili capacita' espressive, ma un esperto
conoscitore del comportamento felino avrebbe colto in esso analoghe emotivita'.
Zeela Turrell e Rima. L'affettuosa padrona e la dolce ma irrequieta micetta,
l'una di fronte all'altra nel vano tentativo di cogliere qualche indizio su cosa
realmente stesse accadendo; oppure in semplice attesa che questo curioso frutto
di una cena particolarmente pesante facesse ritorno nel tortuoso reame di
Morfeo.
E mentre la gatta reprimeva il pressante desiderio di grattarsi, cosa che
davanti ad una signora un gentleman inglese non avrebbe mai voluto fare, la
gentile dottoressa Turrell abbandono' completamente le buone maniere e rivolse
uno sguardo atterrito al proprio busto, valutando con una poderosa palpata la
soda consistenza del suo giovane seno; Edward Knight non tardo' a capire che
qualcosa in effetti sembrava non andare per il verso giusto, e mentre questo
illuminato pensiero balenava nel suo piccolo cervello, cedette all'impulso e si
gratto' l'orecchio destro con la zampetta posteriore.
Nello stesso istante John Newport ebbe molte risposte alle sue innumerevoli
domande sull'universo femminile.
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Plancia di comando
Una nave stellare di classe Galaxy e' un vascello incredibilmente complesso e
fortemente automatizzato. Una volta impostata una rotta, il computer e' in grado
di mantenerla fino a destinazione, e nel caso in cui capiti qualche
inconveniente al personale di bordo e' programmato per inserirsi in orbita
standard e adottare tutte le necessarie misure per la sicurezza dell'equipaggio
e l'integrita' della nave.
Cio' implica che mentre il personale di plancia fissava incuriosito il Tenente
Comandante Razi scattare in piedi e fissare ogni singola console come non
l'avesse mai vista in vita sua, la nave proseguiva placida il suo viaggio verso
Veda III, dove l'Ambasciatore Toxar avrebbe tentato di portare a compimento il
proprio delicato incarico diplomatico.
- Comandante, qualcosa non va? - chiese O'Broinn con voce interrogativa.
- C...come dice? - rispose Razi con lo sguardo perso tra le pareti della
plancia.
- Si sente bene signore? La vedo ... ehm .... pallido, - disse O'Broinn con un
certo imbarazzo, rendendosi conto di non avere un'idea molto precisa del colore
che avrebbe assunto la strana pelle di Razi quando egli fosse stato "pallido".
Il capo operazioni non rispose ma si limito' a osservare le proprie mani e a
toccare il proprio corpo. Prima che O'Broinn prendesse l'iniziativa di convocare
una squadra medica in plancia, Razi mosse qualche passo incerto nella sua
direzione.
- Tenente O'Broinn ..... cosa sta succedendo? -
- Uh ... penso che abbia avuto un mancamento signore. Voglio dire, l'abbiamo
vista afflosciarsi sulla poltrona di comando e poi .... beh, ora non mi sembra
che lei stia molto bene. -
O'Broinn inizio' a sudare freddo e si rese conto che non era certo compito suo
dare consigli al facente funzioni di capitano; quelle che per lui erano premure
avrebbero potuto essere interpretate come mancanza di rispetto o sfiducia nei
confronti di un superiore, cosi' decise di tagliare la frase e di non continuare
il discorso.
- Un malessere dice? ...... no, non un malessere ..... -
Pronuncio' le ultime parole a bassa voce, quasi fossero rivolte a se' stesso;
una scintilla di luce brillo' nei suoi occhi alieni e scatto' verso la
postazione scientifica con ritrovata determinazione.
Gli ufficiali presenti in plancia continuarono a fissarlo mentre faceva volare
velocemente le proprie dita robuste sui comandi della console alla quale
normalmente operava il comandante Quill; l'ufficiale che attualmente la occupava
si scanso' immediatamente e lo lascio' effettuare le sue misteriose indagini.
Qualcuno lo vide passarsi la mano destra sulla testa nel vano tentativo di
lisciarsi un'antenna.
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Alloggio della dottoressa Turrell
- Anche io ne sono convinto, capitano: le coincidenze sono troppe e la sonda che
abbiamo imbarcato deve essere la spiegazione a tutto questo. Purtroppo il
trambusto generato dall'arrivo dell'ambasciatore ci ha fatto trascurare le
analisi all'oggetto; ora mi pento proprio di non essere stato zelante come al
solito. -
Knight assenti' mentalmente; dalla sua maestosa posizione in cima al davanzale
accanto al terminale, tese la sua zampina sul pannello trasparente e sfioro' le
lettere che avrebbero composto la risposta:
- i.n.u.t.i.l.e r.e.c.r.i.m.i.n.a.r.e t.e.n.e.n.t.e o.r.a c.e.r.c.h.i.a.m.o d.i
c.a.p.i.r.e i.l m.o.d.o m.i.g.l.i.o.r.e p.e.r a.f.f.r.o.n.t.a.r.e e
r.i.s.o.l.v.e.r.e q.u.e.s.t.a b.i.z.z.a.r.r.a s.i.t.u.a.z.i.o.n.e -
Newport era palesemente a disagio; iniziava solo ora a razionalizzare cosa fosse
realmente accaduto e gli sforzi per non lasciarsi scivolare nel terrore e nello
sconforto erano immani. In secondo luogo, beh, trovarsi a dover gestire un corpo
femminile era qualcosa che lo lasciava completamente spaesato e inerme. Non
osava immaginare cosa sarebbe successo qualora avesso dovuto compiere gesti o
azioni particolari. Si', insomma, che diamine, uomini e donne sono differenti!
Scaccio' i pensieri e cerco' di focalizzare il capitano Knight, pensando che
neanche per lui la situazione doveva essere facile. Per prima cosa era
necessario capire quanti altri membri dell'equipaggio erano stati ...
influenzati come loro; cercare di riportare la calma a bordo della nave e
stabilire una linea di azione comune sarebbe stato il passo successivo. Senza
considerare che, come la cara legge di Murhpy insegna, i guai arrivano sempre
nel momento meno opportuno; nella fattispecie, quando si prospetta una missione
delicata dal cui esito puo' dipendere l'equilbrio politico e sociale di un mondo
intero.
Lo scozzese ignoro' la necessita' di usare il bagno (e tutte le imbarazzanti
implicazioni che ne sarebbero derivate) e si avvicino' al capitano Knight, ma la
frase che gli si stava formando in bocca fu interrotta dal trillo del
campanello. I due occupanti della stanza gelarono per qualche attimo fissandosi
negli occhi, poi il capitano spicco' un balzo e atterro' agilmente a terra
dirigendosi verso la porta. L'ingegnere capo della Unicorn lo intese come un
invito ad aprirla, che accetto' di buon grado attivando il meccanismo di
sbloccaggio e pensando mentalmente a quale sarebbe stato il modo migliore per
spiegare la situazione.
Le parole gli si strozzarono nuovamente in gola quando la porta si apri' e John
B. Newport lo fisso' sulla soglia. Era come un vecchio episodio di "Ai Confini
della Realta'", qualcosa di incredibile e shockante che la mente si rifiuta di
accettare.
Il corpo di Newport parlo' con voce ferma e misurata, in un modo che suono'
completamente alieno nonostante il timbro fosse quello dello scozzese:
- Dottoressa Turrell, avvisi immediatamente il capitano che si prospetta
un'emergenza di origine sconosciuta. Quello che le dico potra' sembrarle
assurdo, ma io non sono il tenente Newport. Un agente a me ignoto pare avere
trasferito la mia coscienza in questo corpo ed e' di vitale importanza cercare
di affrontare la situazione prima che la nave giunga a Veda III. Le mie parole
potrebbero non essere credute, quindi a mio avviso e' opportuno che sia lei a
referenziarsi con il capitano per dare inizio ad una serie di indagini che
portino ad una rapida soluzione della questione. -
Queste parole uscivano dalla bocca del tenente Newport, nudo come un verme ad
eccezione di un paio di mutande di cotone.
Il Newport che dimorava nel corpo di Zeela Turrell sgrano' gli occhi.
- Selenjak?? -
Il volto del corpo di Newport inarco' un sopracciglio:
- Si', molto perspicace dottoressa. Posso suggerirle di iniziare una scansione
della corteccia a livello dei condotti di Jasnel? Li' si dovrebbe rilevare uno
schema cerebrale utile ad identificare univocamente un individuo senza
possibilita' di errore. Come sapra', e' un'indagine che non posso eseguire su me
stessa. Successivamente dovremmo.... -
- La prego, Selenjak, basta cosi'! Non ho bisogno di rilevare nessuno schema
cerebrale per crederle! IO sono Newport! -
Selenjak inarco' nuovamente il sopracciglio e finalmente entro' nell'alloggio.
- Allora ho un messaggio per lei. La donna accanto alla quale mi sono svegliata
questa mattina riferisce testualmente: "e la prossima volta che mi vuoi
scaricare, cercati un'altra scusa, idiota". -
Newport fisso' sconsolato il pavimento e l'unica cosa che spero' in quel momento
fu che il capitano si trattenesse dallo strusciarsi sulla gamba del suo corpo.
Quattro ponti piu' in basso due uomini della sicurezza scortavano l'ambasciatore
Toxar in infermeria, sperando che il graffio di un vulcaniano non fosse
portatore di strani agenti patogeni alieni.
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