USS Tokugawa, Plancia - 10 Agosto 2393, ore 14:15
“Un varco dimensionale? Ne è sicuro?” domandò Maximilién avvicinandosi a grandi falcate verso l'Ufficiale di origini indiane, mentre il suo cervello era già al lavoro per elaborare una soluzione.
“Non al cento per cento, come ho già detto si tratta di una supposizione ... – replicò invece Vikram, mostrando al Capitano, che ora si trovava al suo fianco, alcuni dati sul monitor - … ma come può vedere dai dati in nostro possesso le alternative logiche sono ...”
“Ho avuto modo già modo di constatare come la logica spesso sia costretta a piegarsi al volere della realtà ... - affermò secco Maximilién, interrompendo l'Ufficiale Operazioni e inarcando un sopracciglio mentre continuava ad osservare i dati della consolle - … per ora ipotizziamo di aver effettivamente attraversato un varco dimensionale, ma non scartate nessuna ipotesi senza prove certe. Faccia gli accertamenti del caso ...”
“Signore ...” la flebile voce dell'addetto alle comunicazioni interruppe il fiume di parole che fuoriuscivano dalla bocca del mezzosangue betazoide, il quale però non sembrò farci particolarmente caso, continuando a dare ordini e alzando il tono della sua voce.
“ … e cercate, se possibile, di capire in quale dannata dimensione ci troviamo ...” concluse Maximilién volgendosi verso Carpenter. Non aveva dato voce ai suoi timori, era chiaro a tutta la plancia quale essi fossero, dato che la maggior parte di loro li condividevano in toto.
“ … signore!” afferò nuovamente l'addetto alle comunicazioni, stavolta con più decisione. Decisione che svanì quasi immediatamente al voltarsi del Capitano, il cui cipiglio appariva a dir poco minaccioso.
“... i-il mercante di prima … ci sta chiamando, vuole parlare con chi è al comando della nave ...”
Tracey espirò sonoramente dal naso, quasi fosse una sorta di toro pronto alla carica. Ciò mostrava in maniera decisamente evidente quanto fosse ansioso di accettare quella chiamata “… sullo schermo ...” affermò con stizza, mentre si dirigeva nuovamente verso la sua poltrona del comando.
Sullo schermo apparve il volto di un alieno, che il Capitano identificò immediatamente come un Boslic, il quale vestiva un polveroso completo che probabilmente aveva visto giorni migliori, così come il resto di quella piccola plancia dall'aspetto vetusto, piena fino all'inverosimile di cianfrusaglie e carabattole sistemate in malo modo e probabilmente totalmente inservibili.
=^= Per la miseria! - esclamò il Boslic, intimorito e sorpreso dal cipiglio minaccioso con cui Maximilién fissava immobile il grande schermo, oppure semplicemente sbalordito dalla diversità fra la sua plancia e quella che aveva davanti. Continuò quasi con un flebile bisbiglio. – Siete umani =^=
=^= Non esattamente … - replicò Maximilién che, incuriosito dall'affermazione del Boslic con cui inizialmente non voleva aver niente a che fare, iniziò invece ad incalzarlo - … si aspettava qualcosa di diverso, signor ...=^=
=^= Di certo non degli umani … - replicò il Boslic improvvisamente agitato, armeggiando sulla consolle che aveva davanti a se - ... soprattutto, non qui! =^=
Lo schermo si oscurò improvvisamente.
“Ma che diavolo...” affermò Maximilién rimettendosi in piedi.
“Ha chiuso la comunicazione e si sta allontanando a curvatura quattro ...” rispose Vikran di rimando, digitando qualcosa sulla propria consolle. Il Capitano sembrò riflettere per una frazione di secondo sul da farsi, poi ordinò.
“Lasciatelo andare… - quello strano mercante e la sua ancor più strana reazione avevano suscitato la sua curiosità, ma il suo istinto gli diceva che era inutile inseguirlo - … Shnar, ci porti fuori dallo spazio Breen il più velocemente possibile. Io sarò in infermeria a parlare con la nostra ospite ...”
Contemporaneamente – Uss Tokugawa, Infermeria
“Come le ho già detto, lei se ne starà qui in infermeria … - De Chirico bloccò il braccio della donna che aveva appena cercato di alzarsi dal lettino dell'infermeria con una leggera stretta. Il suo tono non ammetteva repliche - … è ancora debole ...”
Gli occhi color ambra della donna si contrassero a mo' di fessura, mentre le innumerevoli appendici chitinose decorate da altrettanti ninnoli rovinarono sulle sue spalle, rimbalzando sulle placche ossee con un suono inquietante. Giovanni si rese effettivamente conto di quanto poco rassicurante fosse l'aspetto fisico dell'Helaar solo ora, che la vedeva muoversi. Non potè quindi fare a meno di sobbalzare involontariamente quando la mano artigliata della donna si poggiò sulla sua.
“Ha comunicato quello che doveva al suo Capitano ... – sibilò, avendo cura di mettere in mostra i denti affilati come rasoi - … ora però devo vederlo ...”
Ayra tentò goffamente di scendere la lettino, perdendo immediatamente l'equilibrio e rovinando sul medico che riuscì a stento a non rovinare con lei. Quella donna era di una spanna buona più bassa di lui e il suo corpo non presentasse nemmeno un filo di grasso, ma forse a causa del rivestimento chitinoso che copriva buona parte del suo corpo o forse a causa della massiccia coda uncinata, doveva pesare almeno venti chili in più.
“Come le ho già detto … - ripetè ancora una volta De Chirico in tono quasi paterno, aiutandola a sedersi nuovamente, mentre la Wood faceva altrettanto dal lato opposto - … lei rimarrà qui. Il Capitano ha detto che ci raggiungerà appena può ...”
Luogo non precisato - 10 Agosto 2393, ore 14:23
=^= Gli Umani dell'altro Universo hanno oltrepassato la soglia … - una voce femminile eruppe nel buio silenzio che permeava la stanza illuminata solamente dal piccolo monitor. - … a quanto sembra si sono liberati dei Ferenghi e dei parassiti, ma hanno ancora a bordo la donna ...=^=
“Ottimo. Due piccioni con una fava. - Fu una voce maschile a rispondere con evidente giubilio, mentre una figura iniziò ad avvicinarsi al terminale a grandi falcate – Dove si trovano?”
=^= Non dove avevamo calcolato. Attualmente si trovano a circa un anno luce dalla nostra posizione ... anche a curvatura massima impiegheremo poco meno di sei ore per raggiungerli … =^=
Una risata isterica interruppe le sue parole, distruggendo definitivamente il silenzio.
“Sei ore? Sono perfette!”
Uss Tokugawa – Plancia – 10 Agosto 2393, ore 14,30
Carpenter sospirò mestamente, massaggiandosi le tempie mentre analizzava i dati che scorrevano sulla sua consolle.
Come il Capitano aveva richiesto, aveva iniziato ad analizzare i dati in loro possesso, in tandem con il Capo Operazioni Vikram cercando di capire in quale dimensione si trovavano e come potevano tornare a casa.
“Trovato nulla?” la voce di Vikram proveniente dalla sua postazione interruppe il suo lavoro certosino.
“Non ancora. Lei?”
Vikram non rispose immediatamente, scuotendo la testa in segno di diniego prima di parlare.
“Nessuna anomalia, nessuna discrepanza … niente che ci possa permettere un identificazione certa … ” il Capo Operazioni sospirò sconsolato.
“Allora spero che il Capitano avrà più fortuna di noi con la nostra ospite ...”
Uss Tokugawa – Infermeria – 10 Agosto 2393, ore 14:35
Le porte dell'Infermeria si aprirono con un sibilo, lasciando entrare il Capitano Tracey che con passo deciso si diresse verso la donna stesa sul lettino.
“Capitano, la paziente è ancora molto debole … la pregherei di non affaticarla troppo ...” lo intercettò De Chirico a metà strada.
“Non si preoccupi, non voglio affaticarla ... – replicò il mezzosangue dribblando abilmente il medico continuando verso la sua meta - … voglio solo che risponda alle mie domande.”
“Hamedì … - sibilò l'Helaar vedendolo, puntando i suoi occhi in quelli di lui con fierezza, ma al contempo producendosi in un gesto di rispetto col capo. - … è arrivato …”
“Hamedì?” si domandò la Wood, più a se stessa che altro, interrompendola. Tracey la ignorò bellamente. La donna fulminò la ragazza con i suoi feroci occhi color ambra e producendosi in un lieve ringhio sommesso, costringendo la giovane a deglutire con molta fatica.
“Significa colui che combatte con le parole … - affermò mentre la Wood riacquistava compstezza - … noi Helaar siamo una razza di fieri e orgogliosi guerrieri … eppure … dieci anni fa, quando la Bahtranh incrociò il cammino della vostra nave … furono le parole a sconfiggerci, non la forza bruta …”
“Si,si … non è il momento di una lezione di storia e cultura Helaar … - tagliò corto Maximilién. De Chirico faticò a comprendere come un uomo del genere fosse riuscito a risolvere una situazione di stallo utilizzando solamente la diplomazia. - ... lei sembra sapere molto più di noi su ciò che sta accadendo…”
“E’ così … - replicò la donna senza esitazione, balzando nuovamente giù dal lettino e compiendo qualche passo verso il Capitano, ma questa volta il suo passo era decisamente più sicuro - … lei è al corrente dell'esistenza delle dimensioni parallele, vero Capitano? - Ayra compì qualche passo verso un carrello degli strumenti, analizzando distrattamente ciò che trasportava – bene, come ho già detto al suo sottoposto, coloro che hanno inviato il messaggio di soccorso sono umani, come voi, ma appartenti ad una dimensione più oscura e malvagia ...”
“Questo lo ha già detto, venga al punto ...” la interruppe Maximilién spazientito. La donna gli riservò un occhiata glaciale, ma continuò come se nulla fosse.
“ … nei dieci anni intercorsi tra il primo incotro fra il mio popolo e la Federazione non siamo rimasti con le mani in mano. Abbiamo tentato di imitarvi, di eguagliare la vostra tecnologia con i nostri mezzi … ma ...”
“Ma?” domandò Maximilién, incalzandola.
“... ma ovviamente era un obbiettivo irragiungibile fin dall'inizio … - la donna fece una piccola pausa - … fu allora, quando ci rendemmo conto della dura realtà, che durante la terraformazione di un pianeta che avrebbe dovuto ospitare una colonia, che rinvenimmo un relitto di una nave dalla tecnologia avanzata...”
“Mi lasci indovinare, lo avete studiato e cannibalizzato ...” intervenne nuovamente Maximilién.
La donna rimase in silenzio per qualche secondo. Un silenzio decisamente esplicito. Poi riprese a parlare.
“Ci fu un incidente. E loro arrivarono... umani strani, diversi da quelli che avevamo incontrato in precedenza … diversi da voi … ma non ce ne accorgemmo immediatamente... - strinse i pugni, voltandosi di scatto - … voi non avete idea di quello che possono fare... dobbiamo muoverci ad approntare delle contromisure ...”
“Non credo serviranno ora … - affermò con asciutta franchezza il Capitano - … poco più di una ventina di minuti fa abbiamo attraversato un varco dimensionale ...”
Il volto della donna non mutò, ma De Chirico ebbe la certezza di intravedere negli occhi giallastri della Helaar qualosa di molto simile al terrore puro.