K'Vam
19/12/2399, ore 16:33 - D.S. 76966.27
Bohr aprì gli occhi e si ritrovò in un ambiente decisamente poco familiare. Era sicuramente sdraiato su qualcosa di duro, un tavolo forse almeno, era scomodo come un tavolo. Il soffitto era metallico, simile all'acciaio. Illuminato da fonti di luci non distinguibili. Istintivamente provò a portare una mano agli occhi, ma si rese conto che era legata. Così come l'altra ... e le gambe. La testa era libera invece e iniziò a muoverla.
"Ehi, ben svegliato Cedric." Una voce familiare lo raggiunse.
Dopo qualche attimo realizzò.
"Nathel, cosa diavolo sta succedendo?"
"Bella domanda, siamo stati storditi e portati qui. Leclair si è svegliata prima di me, ma dopo qualche minuto è stata portata via...mi sono guardato intorno, ma queste cinghie mi impediscono di fare molto..." vedendo la reazione dell'amico continuò "e non c'è verso di togliersele di dosso...ci ho provato...ma niente"
Bohr provò ancora un po' inutilmente.
"Ma sai come siamo arrivati qui? Hai visto qualcosa?"
"Il tipo che ha preso Leclair aveva chiaramente tutta l'aria un medico o scienziato, e, per quanto non conosca la tecnologia o altro di questi esseri, mi viene da dire che indossasse una tuta hazmat..."
Attese per qualche momento in silenzio dando tempo al capo OPS di metabolizzare la cosa.
"Quindi o siamo stati contagiati da qualcosa..." reagì Bohr "...o siamo contagiosi per loro...."
Cedric aveva la testa un po' alzata per cercare di vedere il suo collega, e dopo questo scambio la lasciò cadere sul tavolo sospirando "Ma che bello...."
Plancia Vancouver
19/12/2399, ore 17:01 -D.S. 76966.32
L'ultima ora era passata freneticamente. L'equipaggio stava lavorando alacremente nel tentativo di riportare i propri compagni a bordo. Non si lasciava intentata nessuna strada. Dalla sala macchine tentavano di potenziare il raggio teletrasporto per cercare di superare gli scudi della K'Vam. Il reparto tattico era alla ricerca di un modo per abbassare i suddetti scudi e di essere poi pronto alla probabile reazione degli alieni. Il reparto scientifico cercava in tutti i modi di trovare i membri dell'equipaggio coi sensori. Infine, Capitano, Primo Ufficiale e Ufficiale Medico sondavano le possibili vie diplomatiche e mediche.
Kuribayashi era concentrato come un laser, e tutti potevano percepire la sua determinazione ... questo li spronava a dare il massimo.
Nella saletta tattica il capitano si lasciò cadere sulla sua sedia, mentre Majere e Di Maria lo guardavano in silenzio.
"Signori, penso che non ci siano sassi non smossi...ma di certo non demordiamo. Pensiamo fuori dalle righe, qualcosa anche di assolutamente stupido, che proprio per questo non abbiamo pensato..."
Di Maria intervenne, un po' per sfogarsi e un po' per cercare di risollevare il morale.
"Per questo tipo di pensieri dovremmo rivolgerci a Sev..."
Kuribayashi lo guardò, comprendendo il motivo di questa frase, e sorrise amaramente.
"Ha ragione Dottore, ma oltre al suo pensiero - diciamo - stravagante, ci mancano anche le doti di Bohr, che sarebbe molto utile in sala macchina. Senza parlare di Leclair, sicuramente un modo per affinare i sensori l'avrebbe trovato."
Si alzò e si diresse verso la porta continuando.
"Non è il momento di darsi per vinti. Torniamo in plancia, vediamo di trovare altri sassi..."
K'Vam
19/12/2399, ore 17:43 - D.S. 76966.4
"Psss...hei, Leclair....mi senti!?! Svegliati!"
L'ufficiale Scientifico era stata riportata da dieci minuti e, appena gli alieni uscirono, Sev aveva iniziato a chiamarla per svegliarla.
"Nessun cenno?"
"No, Ced, nessuno...vorrei tanto sapere cosa diavolaccio le hanno fatto la den..." Sev fu bruscamente interrotto dall'apertura della porta.
Entrarono sei individui e portarono fuori i due bajoriani, ignorando le loro richieste di spiegazioni.
Plancia Vancouver
19/12/2399, ore 18:16 - D.S. 76966.46
"Comandante, capisco i vostri timori, ma la mia pazienza ha un limite, che questa situazione ha superato già abbondantemente. Sto facendo di tutto per evitare che il nostro primo contatto sfoci in una battaglia." Kuribayashi si alzò dalla poltrona di comando per dare ulteriore enfasi a ciò che stava per dire.
"Ma se lei insiste nel trattenere i nostri ufficiali - per motivi medici lei dice - sarò costretto a ricorrere anche a ciò che la Flotta, e io stesso, riteniamo essere la nostra ultima, ma non trascurabile, risorsa."
Lo sguardo e l'atteggiamento del Capitano non lasciavano dubbi, a breve avrebbe aperto il fuoco e fatto tutto il necessario per salvare il suo equipaggio.
Romanov alle sue spalle stava affinando i programmi di phaser e siluri. Aveva avuto quasi due ore per studiare la nave e credeva di aver trovato una buona strategia.
Nel frattempo aveva coordinato una squadra di sicurezza in assetto d'assalto per abbordare il vascello nemico, qualora fosse stato necessario.
La situazione di tensione fu bruscamente interrotta da una comunicazione dalla sala teletrasporto.
=^= Sala trasporto 3 a plancia. Signore, teletrasporto in ingresso dalla K'Vam =^=
Il comandante della K'Vam in quel momento rispose a Kuribayashi.
"Capitano, rieccovi i vostri uomini."
Senza distogliere lo sguardo dallo schermo rispose.
"Sala teletrasporto, erigere un campo di sicurezza e trasportare d'urgenza in infermeria"
"Kuribayashi a Di Maria. Dottore, stanno per teletrasportare i membri della squadra direttamente in infermeria. Alzi un campo di contenimento, e inizi le procedure standard."
=^= Ricevuto! =^= rispose il dottore
Kuribayashi poi si rivolse nuovamente alla K'Vam.
"Grazie per aver riportato i nostri a bordo. Ma ho da questionare i vostri metodi...e le assicuro che non è finita qui."
Poi si girò e fece cenno a Romanov di chiudere il collegamento senza attendere la risposta.
"Vado in infermeria, a lei il comando Numero Uno, per sicurezza mantenga l'allarme giallo." Disse mentre attendeva l'arrivo del turbo ascensore.
A quelle parole Majere si alzò dalla sua poltrona e si sedette a quella del comando.
Infermeria Vancouver
19/12/2399, ore 19:43 - D.S. 76966.63
Kuribayashi osservava in disparte, ma attentamente, i movimenti e le operazioni del personale medico coordinato da Di Maria. Era ansioso di sapere i risultati degli esami sui suoi ufficiali, che ora erano stesi sui lettini mentre venivano svolti tutti i test standard.
A prima vista stavano bene, e mostravano i classici comportamenti. Almeno Bohr e Sev. Leclair non la conosceva ancora bene. In quel momento sentì più che mai la mancanza di un consigliere. Il ruolo era vacante, ma la missione era urgente e il Comando di Flotta li aveva mandati subito in missione. A Kuribayashi piaceva avere tutti gli ufficiali superiori al completo, ma di necessità aveva sempre fatto virtù, in qualche modo avrebbero superato anche questo.
Era assorto nei suoi pensieri, nello specifico rifletteva sulla condotta degli alieni, quando Di Maria si avvicinò a lui.
"Signore, abbiamo fatto tutti gli esami che in un lasso di tempo così breve aveva senso fare. E al momento le letture indicano tutti e tre in ottima forma. Qualche valore sballato, ma assolutamente in linea con un'esperienza traumatica, come il cortisolo e ACTH ovviamente, ma niente che un giorno di riposo non possa riparare."
"Le hanno riferito qualcosa?" Chiese il Capitano serio. Si fidava ciecamente del dottore, ma la situazione era estremamente anomala e tutti i campanelli d'allarme stavano suonando all'impazzata nella sua testa.
"Niente di utile. Apparentemente sono stati sedati mentre erano sul cubo Borg e si sono risvegliati qui in infermeria quando abbiamo somministrato uno stimolante, quindi abbiamo iniziato i primi test. Il campo di contenimento è stato abbassato solo dopo la conferma dell'assenza di patogeni o agenti infettivi."
Kuribayashi annuì serio mentre si avvicinava ai tre.
"Allora signori, come vi sentite?"
"Tutto in regola signore, come se avessi dormito qualche ora." Leclair fu la prima a rispondere, seguita da Bohr.
"Esatto, signore"
"Ci voleva proprio un pisolino, ma a me piace decidere quando farlo..." fu la risposta ironica di Sev "Pronti a riprendere servizio!"
"Calma calma Nath, vorrei farvi altri esami e vorrei che passaste la notte qui in infermeria."
Vedendo la faccia contrariata del Capo Sicurezza, il Capitano alzò una mano per interromperlo "Sembra che siate in ottimo stato, ma non sapendo cosa vi è successo sul cubo e durante il tempo che avete passato sulla K'Vam, concordo col dottore. Non vi farà certo male."
"Se vuoi te lo ordino...." Incalzò Di Maria con un sorrisetto.
"Ok ok, mi arrendo." replicò Sev sdraiandosi nuovamente con la parte inferiore delle gambe incrociate e le braccia dietro la testa "Vorrà dire che mi porterai la colazione a letto domattina, doc!"
"Non contarci..."
Tutti fecero una piccola risata distensiva, tranne Leclair. Kuribayashi lo notò, ma d'altronde lei aveva appena conosciuto queste persone, che invece lui conosceva da anni e sapeva interpretare ogni singola frase o sguardo. Infatti sapeva benissimo che dietro l'ironia di Sev ora si celava l'inquietudine per non sapere cosa fosse successo.
"Bene signori, allora vi lasciamo riposare. Ma qualora doveste ricordarvi qualcosa fatecelo sapere immediatamente."
Tutti annuirono, e Leclair prese parola.
"Grazie signore, ma qualora vi servisse il nostro aiuto siamo a disposizione."
"Lo so." Rispose il Capitano.
Si girò e con Di Maria uscì dal reparto dell'infermeria in cui si trovavano. Poco dopo, le luci calarono di intensità per facilitare il riposo dei tre.
Infermeria Vancouver
19/12/2399, ore 22:33 - D.S. 76966.95
Erano passate circa tre ore da quando il Capitano aveva lasciato Bohr, Sev e Leclair riposare. Ma loro non avevano chiuso occhio. Anzi, attendevano. Improvvisamente si misero seduti quasi contemporaneamente e si guardarono intorno furtivamente.
Sev e Bohr si scambiarono un cenno di intesa con la testa e scesero dal letto.
Sev si diresse quindi verso la porta e, agendo sui comandi manuali, rese impossibile l'apertura della stanza dall'esterno. Bohr invece aprì un pannello e modificò alcuni dei collegamenti presenti.
Leclair si alzò poco dopo e si diresse verso un tavolo su cui erano stati lasciati alcuni tricorder. Ne prese uno, lo aprì e iniziò a modificare alcune impostazioni.
Dopo circa cinque minuti i tre si ritrovarono dai letti e Leclair li scansionò con il tricorder. Terminata la procedura guardò Bohr in attesa.
"Tutto a posto, non ci possono vedere o sentire." Disse il Capo OPS.
"Anche la porta è a posto." Seguì Sev "Lato tuo invece?"
"Tutto ok, non hanno scoperto o modificato niente, l'impianto funziona regolarmente." Rispose Leclair.
"Ok, dobbiamo essere prudenti o la missione fallirà. Possiamo iniziare." Disse Sev