***FLASHBACK***
Monteriggioni (SOL III)
16/12/2399 ore 10:00 - D.S. 76957.30
\"...ma a te tutti quei suoni cibernetici non ti fanno andare il sangue al cervello? Io penso che potrei impazzire rinchiusa per giorni in una lattina interstellare...tu ci sei stata per anni!\"
Una risata estremamente divertita fu la risposta a questa esclamazione.
Flora osservava, trattenendosi a fatica dal ridere, una sua vecchia amica, titolare di un piccolo albergo della sua città natale, Monteriggioni. Un paesino troppo piccolo per le ambizioni spaziali del nuovo Ufficiale Scientifico Capo della Vancouver, nave che di lì a poco sarebbe stata la sua nuova casa. La giornata dentro il murato borgo toscano era soleggiata e tranquilla, con vari turisti ben coperti per il leggero freschino del periodo, che osservavano quasi straniti una divisa della Flotta Stellare vagare così agilmente fra i vicoli, quasi come stesse esplorando uno strano nuovo mondo per via del suo passo svelto e anche fin troppo cadenzato. Pochi, se non addirittura nessuno, cittadini a parte, potevano sapere che quella donna era nata proprio qui, e da qui aveva portato molto più in là le proprie ambizioni. Un discorso che se tirato fuori Flora troncava in men che non si dica, i ricordi delle discussioni coi genitori in un posto quasi sperduto come questo, facevano in fretta a girare, con tante casupole vicine fra loro, e con le mura non sempre troppo spesse.
Non ci fu nemmeno quindi bisogno di avvicinarsi idealmente ad un muro per comprendere quanto fallimentare fu il tentativo di non ridere, le mura antiche garantivano anche un interessante eco.
\"Beh, quella \'lattina\' tiene più di duecento persone al suo interno! Dai, la han pure classificata come classe Reinassance, un palese rimando a un importante periodo storico italiano, quindi mi sembra ovvio che non sia per nulla....una scatoletta di tonno. Anna, lo sai che i tempi dove vedevano l\'esplorazione spaziale come una perdita tempo sono finiti da qualche secolo, deh?\"
Lo sguardo che si beccò Flora di rimando era fintamente seccato, difatti entrambe si misero di nuovo a ridere nel giro di pochi istanti. Il Comandante aveva passato qualche tempo in licenza dopo gli eventi di Bajor, ma encomi, traguardi e la sua soddisfacente vita da Ufficiale non le avevano comunque fatto passare sonni tranquilli, per via dei fatti circa la sua famiglia, dettagli cui aveva preciso ordine di non parlarne con nessuno, membro della Flotta o civile che fosse, il che causava la sua inquietudine.
Nascondeva la preoccupazione dietro i suoi soliti sorrisi, e ci riusciva molto bene. Le vecchie amicizie ritrovate al termine di un lungo periodo in assegnazione nello spazio profondo l\'avevano vista molto diversa da quello che era, ma nulla avrebbe mai potuto sostituire la pace e il relax che la sua città natale le dava, motivo per il quale aveva deciso di impegnarsi per tornarci non appena ne avesse avuto l\'occasione.
Passò tutta la giornata assieme ad Anna e ad altri conoscenti festeggiando la sua promozione e le onorificenze ricevute con cibo locale, fino a quando decise di anticipare di qualche ora la sua partenza per Utopia Planitia, dove avrebbe iniziato un nuovo capitolo della sua carriera a bordo della Vancouver.
Cantieri di Utopia Planitia
17/12/2399, ore 18:00 - D.S. 76960.32
Arrivò ai cantieri pertanto prima del suo imbarco previsto, rendendo quasi spiazzata la persona addetta agli imbarchi, posta in fianco ad una postazione di teletrasporto.
\"Sono arrivata troppo presto?\" chiese Flora, curiosa.
\"Circa con un giorno d\'anticipo, Comandante.\"
\"Ah.\"
Era decisa ad anticipare un attimo i tempi, ma visto che la nave era in riparazione poteva essere un azzardo arrivare troppo presto, c\'era il rischio di non trovare nessuno.
\"Ad ogni modo, il Capitano è arrivato prima di lei, quindi può presentarsi a rapporto. Ha lasciato indicato che non appena fosse arrivata, le avremmo dovuto dire di presentarsi da lui quanto prima.\"
La donna di colpo abbozzò quindi un sorrisino, annuendo, non nascondendo una certa soddisfazione.
\"Oh, beh. Direi che andrò subito a rapporto, molte grazie..!\"
Salutò con la mano l\'addetto al teletrasporto poco prima di essere smaterializzata, con lui che sbuffò non appena Flora sparì dalla piattaforma, scuotendo il capo.
\"Ma che era tutta quella allegria? ...si è presa un encomio l\'altro ieri?\"
FLASHBACK*
USS Vancouver, Sala Teletrasporto 1
16/12/2399 ore 13:00 - D.S. 76957.64
La donna si materializzò in sala teletrasporto a bordo della sua nuova nave, notando già un addetto alla sicurezza osservarla qualche metro lontano da lei.
\"Sono il Tenente Comandante Flora Ediselie Leclair, Ufficiale Scientifico Capo. Ho disposizioni di presentarmi dal Capitano Kuribayashi non appena a bordo. Permesso di salire a bordo.\"
Come suo solito, il suo senso di dovere da Ufficiale aveva palesemente preso il sopravvento dal suo \"io in licenza\", un dettaglio intrinseco che aveva sempre apprezzato.
\"Sono il Tenente Comandante Nathel Sev, Capo della Sicurezza della USS Vancouver. Ho già dato un occhio al suo ordine di servizio, Comandante. Permesso accordato, il Capitano la sta già aspettando. Mi segua pure, le faccio strada\".
Il viaggio verso l\'Ufficio del Capitano non fu molto lungo, e dopo aver raggiunto la Plancia, che Flora osservò rapidamente con un mezzo sorriso, arrivarono davanti alla porta dell\'Ufficio del Capitano, senza che Sev però suonasse il campanello.
La donna osservò il Capo della Sicurezza voltarsi verso di lei, per un momento.
\"Non ho potuto non notare nel suo ruolino il suo lavoro su Bajor nel suo ultimo assegnamento. Volevo ringraziarla per quello che ha fatto.\"
Solo ora lei notò il tipico orecchino, cui non aveva ancora notato, sebbene i Bajorani fossero riconoscibili anche per tratti somatici abbastanza evidenti.
\"Oh, beh...\" iniziò a dire, presa alla sprovvista un minimo \"... dovere, ma soprattutto necessità. La ringrazio per le sue parole, Comandante\"
Sev annuì un\'ultima volta, per poi suonare il campanello della porta.
Flora entrò sola nell\'Ufficio del Capitano, che squadrò rapidamente con lo sguardo, apprezzandone lo stile, rimanendo in silenzio per qualche secondo, fino a quando il suo superiore si voltò verso di lei.
\"Tenente Comandante Flora Ediselie Leclair, signore. Ufficiale...\"
\"Ufficiale Scientifico Capo, sì. Riposo, riposo, comandante...\"
La donna ascoltò gli ordini, rimanendo successivamente silente, in attesa di eventuali ordini, o semplice parole.
\"La sua scheda l\'ho consultata, Comandante, e spero che l\'encomio sia stato sufficientemente gratificante per quello che ha fatto su Bajor. Notevole. Davvero notevole.\"
Flora annuì, ringraziando il proprio capitano.
\"Ad ogni modo ora, per quanto sia stato importante il suo lavoro, ho bisogno di essere rassicurato sulla sua totale dedizione alla nuova missione e per le future, da un Ufficiale come lei non dovrei aspettarmi nulla di meno, è corretto?\"
La risposta fu un formale assenso, che Kuribayashi accettò di buon grado.
\"La nostra nuova assegnazione arriva nell\'immediata ripresa in servizio della nave, pertanto è qualcosa di ignoto e perciò di grande importanza. Tutto questo per dire che non ho fatto questo discorso da terzo grado al fine di essere sicuro della sua dedizione alla causa, la scheda parla per lei. Ma anche per quella questione.\"
Flora scosse lievemente la testa, non capendo. \"Signore..?\"
Kuribayashi la incalzò.
\"Il Comando di Flotta, visto la situazione ignota in cui probabilmente ci andremo a trovare, ha richiesto cautela e ha deciso di condividere tutte le eventuali informazioni possibili per il pieno successo. Pertanto, hanno ritenuto opportuno inviarmi dettagli secretati. Dettagli cui sa bene lei non può parlarne liberamente. Saprà sicuramente di che parlo.\"
La donna capì e reclinò per un momento il capo.
\"Sì, signore, le disposizioni sono più che chiare\"
\"Molto bene, dunque\" riprese il Capitano, \"i lavori alla nave sono quasi terminati, massimo un paio di giorni partiremo, manca ormai solo la definizione dei dettagli esteriori. Vada pure nel suo alloggio....è letteralmente arrivata un giorno prima. Domani alle 18:00, quando saremo tutti presenti, definiremo i dettagli della nostra missione.
Per ora, in libertà...e benvenuta a bordo della Vancouver.\"
USS Vancouver, Alloggi di Flora
17/12/2399, ore 23.00 - D.S. 76960.89
Dopo essersi rilassata con una sostanziosa cena ed aver usufruito della doccia sonica, si diresse verso il letto chiedendo al computer di riprodurre dei rumori naturali per aiutarla a prendere sonno, emulando così l\'ambiente circostante la sua città natale.
Ripensava continuamente alla scelta della Flotta di condividere col Capitano i dettagli posti teoricamente sotto un alto livello Seclar circa la sorella e le sue potenziali implicazioni.
Sperare di ritrovarla così presto era una cosa chiaramente impossibile anche per lei, ma se un agente dell\'intelligence federale è in pericolo e rischia letteralmente di sparire per qualche sgarbo o torto, chi altri poteva proteggere quelle persone che lavorano nell\'ombra e che fanno del segreto il loro mestiere?
Ci pensò su fino a che non prese finalmente sonno, cercando di non darci troppo peso fuori dalle mura del suo alloggio, d\'altronde c\'era una missione che l\'attendeva poche ore più in là.
USS Vancouver, Sala Tattica
18/12/2399, ore 15.00 - D.S. 76963.35
La Sala Tattica era già piena di tutti gli Ufficiali superiore quando Flora arrivò, il Capitano la guardò per un istante, salutandola con un cenno mentre lei si avvicinava al tavolo per prendere posto, che trovò di fianco a Otello, il Medico Capo che aveva conosciuto durante uno scambio di battute durante il pranzo, quando si era presentata agli Ufficiali per la prima volta, prima di questa riunione.
Kuribayashi iniziò quindi a parlare non appena tutti presero posto.
\"Signori, la nostra nave ha avuto bisogno di essere riparata a causa degli ingenti danni subiti nell\' ultima missione. Le parti danneggiate e i circuiti ormai logori sono stati completamente sostituiti dai tecnici dei cantieri spaziali.
Ce l\'hanno restituita come nuova ... manca poco che aggiungano la lettera B al numero di registro\" fu il commento umoristico del Capitano. scatenando la risata di qualcuno dei presenti.
\"Ora, per farci scrollare la ruggine di dosso, il Comando di Flotta ci ha assegnato una missione non semplice\".
Flora bisbigliò verso Otello.
\"In pratica, un bel lavoro per chi cataloga, e per chi rimette a posto chi prende campioni in punti impervi per poter permettere a me di svelare arcani.\"
Il medico rispose con un sarcastico: \"Oh, beh....\"
\"Signori, fatemi finire\" ammonì il Capitano, sentendo il brusio e cercando di riguadagnare l\'attenzione di tutti.
Il caso proposto alla Vancouver parlava di un possibile cubo Borg, trovato da alcuni mercanti Altoriani nel loro sistema planetario, in una zona molto pericolosa a causa delle influenze quasi estreme causate dalle tempesti solari della loro stella.
\"Domani lasceremo il bacino spaziale alle ore 12:00, direzione sistema di Altoran.
Mcleods, faccia predisporre gli scudi con sistemi randomici di variazione di frequenza.
Sev, faccia predisporre le armi individuali per emettere colpi phaser con variazione di fase. Abbiamo il nostro orario, eseguite i dovuti preparativi.\"
Flora quindi si alzò, con l\'intenzione di andare al laboratorio a preparare il suo equipaggiamento se mai dovesse essercene bisogno, quando sentì la voce di Kuribayashi, rivolta verso il nuovo Primo Ufficiale.
\"Signor Majere, lei mi segua in plancia.\"
USS Vancouver
19/12/2399 ore 14:00 - D.S. 76965.98
Flora aveva eseguito ogni preparativo necessario ad ogni evenienza, ripassando in testa ogni nozione che le passava per la mente in quel momento, quasi ripetendo a macchinetta tenendo la voce bassa, i dettagli di rischio NBCR cui potevano far fronte con una spedizione ignota verso un potenziale cubo borg.
La sua attenzione verso la realtà venne richiamata dall\'allarme giallo invocato dal Capitano non appena si uscì dalla curvatura e venne richiamata in Plancia, prendendo posto alla postazione scientifica assieme a un Sottufficiale.
\"Leclair, mia dia delle letture\".
Facendo scorrere rapidamente le mani sul pannello, colse le prime informazioni dai sensori della nave.
\"La compatibilità verso la delineazione di un cubo borg è molto vicino a una considerazione in quanto tale, signore\"
Kuribayashi si voltò a guardarla.
\"Cosa le fa dubitare di ciò, Comandante?\"
\"Noi sappiamo che i Borg vivevano come un\'unica entità, un collettivo, con una mente centrale a leadership. Distruggendo quella mente, o recidendo i fili le cose potevano cambiare drasticamente, con tutte le implicazioni e complicazioni derivanti. Quello che leggo qui è un cubo borg, lo sembra almeno...la stranezza della lettura è che il danneggiamento subito da questo oggetto non è \"un danno\" vero e proprio, ma è come se il cubo fosse un agglomerato, non completamente solido. Purtroppo le interferenze stellari non aiutano molto con le mie analisi.\"
Il Capitano si accomodò di nuovo sulla propria poltrona, silenziandosi per decidere il da farsi.
Le tempeste solari erano sì fastidiose e l\'invio di una navetta, se ce ne fosse stato il bisogno, non avrebbe avuto particolari problemi con la corretta regolazione degli scudi già messa in conto prima della partenza.
La Flotta aveva richiesto un\'indagine approfondita per poter dare agli altorani il supporto e la rassicurazione necessaria e tipica della Federazione, ma ad ogni modo l\'approccio doveva essere il più possibile sicuro per garantire anche la salvaguardia degli Ufficiali e dell\'equipaggio tutto.
La zona dove si trovava l\'oggetto delle loro attenzioni mise la Vancouver in una posizione piuttosto scomoda nel ricevere le forti tempeste solari del corpo celeste, ma gli scudi al momento reggevano senza grossi problemi.
Una navetta venne appositamente calibrata per sopportare il più possibile e garantire il massimo dell\'integrità strutturale.
Al timoniere sulla Vancouver venne chiesto di porre la nave con la parte superiore dello scafo rivolta verso la stella utilizzando parte dell\'energia ausiliaria per potenziare lievemente gli scudi, così da garantire maggiore copertura in questa maniera almeno la prima parte del viaggio della navetta poteva essere svolto in totale assenza di disturbo, usando la navetta stessa come ponte di dati per la consolle scientifica in plancia, di gran lunga più potente come capacità di calcolo.
Le letture più pulite che lesse Flora, la inquietarono parecchio, mentre la voce del Capitano lievemente gracchiante per via delle interferenze stellari, iniziava a farsi sentire sulla navetta.
=^= Comandante Leclair, sta avendo i dati ricalcolati dalla plancia? Riesce a definire quello che stiamo osservando? =^=
La donna rimase silente per un momento, rileggendo più e più volte i dati, mentre il timoniere della navetta e il sottufficiale tattico che la accompagnavano, la guardarono come per incalzare a dare una risposta.
\"Ehm... sì Capitano...quello che ho definito come \"non completamente solido\", posso confermarle che solido non lo è, per niente. O almeno, non sempre.\"
=^= Che intende dire? =^=
\"Storicamente due civiltà diedero del filo da torcere alla Federazione, nemmeno troppo tempo fa... temporaneamente ebbero un nemico comune cui far fronte, e per perseguire il loro obiettivo, nonostante le palesi differenze che c\'erano fra loro, decisero di allearsi. Quello che sto vedendo qui, Capitano... è qualcosa che appunto per quelle divergenze noi crederemmo come imposs -\"
\"Capitano, mi permette?\" chiese d\'un tratto Romanov, mentre lavorava con veloce precisione alla sua console.
Kuribayashi si voltò verso il suo Ufficiale Tattico.
\"Signore...\" proseguì lui \"i sensori tachionici segnalano alte emissioni di particelle... pare si stia aprendo un condotto di transcurvatura nelle vicinanze.\"
\"Com\'è possibile che non ce ne siamo accorti prima coi sensori della sua presenza?\"
Flora, dalla navetta, che stava già facendo marcia indietro verso la Vancouver, fu più che chiara.
=^= E\' un condotto artificiale, Capitano.... che si sta aprendo per la prima volta, e probabilmente porterà qualcosa, o qualcuno, da noi... =^=
I suoni dei sensori, si fecero sentire quindi poi ben chiari, e sullo schermo, in lontananza, un condotto di transcurvatura sì aprì, pronto a farne fuoriuscire il suo utilizzatore.