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USS SEATIGER - MISSIONE 08 RSS USS SEATIGER - Missione 08

08.13 "Titani"

di Droxine Carelli, Pubblicato il 29-03-2022


Crovis. Sobborghi di Crakvir
14/03/2398, ore 19:45 - D.S. 75199.5


Angor stava vagabondando nella periferia di Crakvir. Trascinava i piedi, come un morto vivente. Ed era così che si sentiva.

Il paesaggio era spiacevolmente pacifico. Spirava una leggera brezza che sarebbe stata piacevole se non fosse per il suo stato d'animo.

I suoi occhi vagarono per l'accampamento distrutto. Quell'essere aveva lasciato intatto ben poco. Aveva sbaragliato un intero contingente come se nulla fosse per poi dileguarsi nel nulla.

Avrebbero ricostruito, certo. Ma per lui era tardi.
Quel disastro aveva messo fine alla sua carriera. E forse alla sua vita.

***DISPERAZIONE***

Data la disfatta subita Huwer lo aveva destituito. Doveva rendere conto al capitano e lui ovviamente era il capro espiatorio perfetto. Avrebbe dovuto presentarsi a rapporto sulla Guellars. Non lo aveva fatto. I suoi uomini non avevano nemmeno tentato di arrestarlo. Ormai puzzava di disgrazia. Tutti i rettili si tenevano lontani. Quasi fosse stato contagioso.

Attorno aveva casse sventrate e bidoni distrutti.

Ai suoi piedi adocchiò una pozzanghera di acqua sporca. In essa il suo volto distorto gli restituì lo sguardo. Calò un piede su quegli occhi vacui.

***RABBIA***

Quanto odiava quel volto da mammifero! Quanto avrebbe voluto appartenere alla razza padrona!.

***INVIDIA***

Angor era un individuo eccezionale. La sua scalata ai gradi da ufficiale nella flotta rettile ne era testimonianza. Nonostante la sua specie. Se la sua pelle fosse stata coperta di scaglie sarebbe balzato in cima alle gerarchie. Altro che quel mangiamosche di Huwer.

***SUPERBIA***

In passato i suoi successi lo avevano confortato. Valevano dieci volte quelli degli altri. Ma era una consolazione vuota.

Si sedette su una pietra ed affondò il viso nelle mani. Sentì l'umidità passargli tra le dita. Come era caduto in basso. I rettili non piangevano.


Era finita.
Non c'era posto in cui andare. Azione da intraprendere. Era in fondo ad un pozzo. Non poteva risalire.

***MORTE***

Lentamente ma la sua mano si mosse verso il suo fianco e slacciò la fondina. Estrasse il disgregatore e con studiata indifferenza se la puntò al volto.

Mai avrebbe pensato che sarebbe finito così. Su un sasso di un pianeta arretrato. Spezzato e sconfitto. Tutti i suoi sogni annientati in un plasma di fuoco nucleare.

***POTERE***

Fissava e rifissava l'ugello. Sarebbe stato rapido. Indolore.

Eppure non premeva il grilletto.

Sentiva qualcosa nel profondo che stava sgorgando. Come un vulcano poco prima di un'eruzione.

***POTERE***

Abbassò l'arma e si alzò. Perché?

***POTERE***

"Oh..."

Crovis. Tempio
15/03/2398, ore 9:00 - D.S. 75201.0


Arjan entrò nel tempio. Dentro trovò Anna seduta in posizione del loto.

T'Kar stava consultando il suo tricorder ed Anena fissava assorta la sua nuova super eroina preferita.

"Signori, come vanno la cose?"

Anna si alzò con una piroetta, pimpante come non mai.

"Bene, capitano. Divento sempre più abile nella proiezione mentale."

T'kar si fece avanti.

"Capitano, ho eseguito alcune simulazioni tattiche. Non possiamo permetterci di indugiare ulteriormente. Il momento di mettere in atto il nostro piano è adesso. Qualunque livello di abilità il Tenente Calvi abbia raggiunto dovremo farcelo bastare. Direi che dobbiamo muoverci in un paio di giorni al massimo."

Arjan si aspettava che Anna si schermisse. Non lo fece.

"Non c'è problema! Mi sento in formissima!"

Disse saltellando.

Arjan guardò l'ufficiale. Troppa sicurezza? Il potere può dare alla testa. Fece mentalmente spallucce. Non poteva fare altro che fidarsi della donna.

"Aspettare troppo permetterebbe agli imperiali di organizzarsi. Le operazioni di guerriglia del Tenente li hanno rallentati, ma solo questo. Metteranno in atto contromisure. Non credo sia il caso di provare la cosiddetta invulnerabilità della tigre rossa contro un cannone disgregatore pesante."

Anna perse un po' della sua frizzantezza.

"Bene, Signor T'Kar. Ha steso i dettagli dell'operazione?"
"Naturalmente, capitano. Anzitutto devo sottolineare che questa si pone sotto alcuni punti cardine..."

Arjan si mise seduto su di uno stretto sedile di pietra. Quando T'Kar saliva in cattedra era inarrestabile. Non sarebbe stato né semplice né breve.

"Anzitutto la plausibilità. Se dobbiamo simulare una catastrofe naturale deve esserlo. L'impero è altamente avanzato scientificamente. Quando sono entrati nel sistema avranno fatto le loro scansioni. Sanno che il pianeta è geologicamente stabile, mediamente. Con il signor Queen siamo giunti alla conclusione che la migliore soluzione sia simulare l'esplosione di un vulcano con produzione di lapilli ad alto contenuto di minerale aramorfico. A lungo termine si avrebbe un'era glaciale a causa della copertura delle ceneri, mentre a breve termine le piogge caustiche sterminerebbero buona parte della flora e fauna del pianeta. Soprattutto renderebbero la manutenzione di eventuali impianti minerari alquanto costosa."

Arjan si trovò a lottare per tenere focalizzata l'attenzione. La dissertazione del vulcaniano era vitale, ma il suo tono monocorde e freddo lo assopiva. Avrebbe ucciso per un caffè.

"Successivamente la tecnologia. Il Tenente Calvi può influenzare le menti degli imperiali. Ma non la loro strumentazione. I sensori individuali e quelli delle loro navi registrerebbero tutto. Anche se onubliasse le loro menti al punto di vedere valori falsi, la verità rimarrebbe nel sistema informatico. Posto che non le ricontrollino da soli, prima o poi dovranno fare rapporto ai loro superiori. Scoperta l'anomalia tornerebbero. Sarebbe necessario indurre gli imperiali a falsificare loro stessi i dati dei loro strumenti, ma questo richiede un livello di finezza e dettaglio che va ben oltre le capacità del Tenente."

Arjan si sporse in avanti. Lieto di poter interloquire.

"Credo di sapere dove vuole andare a parare. Lo stratagemma di Finn..."
"O meglio del Tenente Tholos. Ha inviato falsi segnali alla nave imperiale mediante una sonda occultata. Questo però sarà vari ordini di grandezza più complesso. "

Anena si scosse dal torpore in cui si era lasciato scivolare.

"Droxine lo aiuterà. Quando ci si mette può fare miracoli."

T'kar lanciò uno sguardo neutro al consigliere.

"Preferisco affidarmi ai fatti piuttosto che ai miracoli. Non prevedo una possibilità di successo maggiore del 41%."

Arjan aveva imparato a prendere con le molle le previsioni pessimistiche dei vulcaniani. Comunque non è che avesse molta scelta. Produsse un sorriso di incoraggiamento.

"Abbiamo lavorato con prospettive peggiori. Signori, potete procedere."

Crovis. Spiaggia dell'isola
15/03/2398, ore 17:00 - D.S. 75201.9


Anna era seduta in spiaggia a pochi metri dal bagnasciuga. Non ricordava da quanto tempo fosse lì a farsi cullare dal rumore della risacca.

Sentì dei passi dietro di lei. Non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che si trattava di Anena.

"Ciao, Anna."
"Ciao Anena."

Il consigliere si sedette accanto a lei.

"Come ti senti?"
"Lo domanda il consigliere o l'amico?"
"C'è differenza?"

Anna sorrise a mezza bocca.

"No, suppongo di no."
"Sei preoccupata?"
"No. O meglio, sì. Sono preoccupata di non essere preoccupata."

Anena rimase in silenzio, incoraggiante.

"Tu non sai come è essere... così."

Disse Anna allargando le braccia a comprendere sé stessa.

"La verità è che mi sento fantastica. Sempre. Ogni secondo. Sprizzo energia da ogni poro. Non sono mai stanca. Non ho fame. Non ho bisogno di dormire. Penso più chiaramente di quanto abbia mai fatto. Tutto è illuminato da una luce troppo forte. Le ombre scompaiono o si fanno più nette. Le sfumature recedono e rimane solo il bianco ed il nero. È così manicheo..."

"Già. Lo è."

"Sai? Diventare più che umani rende anche meno che umani. Credo che l'anima sia come una coperta. Se la tiri da un lato del letto scopri l'altro. A lungo andare sento che potrei perdermi, Anena."

Anena lasciò scorrere lo sguardo sul mare. Lo sguardo di qualcuno che aveva visto molte cose.

"Oh, non credere... tutti quei superpoteri non sono poi granché. Anche noi normali mortali ne abbiamo qualcuno."
"Ah sì? E quali?"
"Bé, ad esempio questo."

E la abbracciò.

Anna sorrise e piegò la testa di lato appoggiandola sulla sua spalla. Rimasero così, in silenzio, a guardare le onde ancora un po' di tempo.

USS Seatiger. Ingegneria.
16/03/2398, ore 16.40 - D.S. 75204.6


Finn guardava nervosamente Tholos e Droxine che confabulavano fittamente nel loro gergo tecnico. Avevano fatto capannello con metà dei tecnici della sezione di ingegneria. In un certo qual modo era come assistere ad una congrega di stregoni.

In effetti quello che si apprestavano a fare era un gigantesco gioco di luci ed ombre.

Si avvicinò con una certa cautela, cercando di attirare l'attenzione del capo ingegnere.

"Ehm... Tenente Carelli..."
"...il blocco 275 è criptato frattalmente non sarà facile aggirarlo."
"...Tenente..."
"... se lo aggiriamo passando per il 346 possiamo arrivare ai sistemi periferici..."

Finn squadrò le spalle e decise di imporsi. Il capitano voleva notizie e le avrebbe avute. Era pur sempre il primo ufficiale! Facente funzioni di capitano!

"Tenente Carelli!"

"Ricalibriamo l'algoritmo la fase e vediamo... sì, Comandante?"

Si girarono tutti a guardarlo. Fu come alzare una pietra e trovarci sotto un nido di crotali.

"Ehm... posso portarvi qualcosa?"
"Sicuro. Un tè verde, grazie."
"Un caffè nero."
"Due."
"Un raktajino."
"Caffè con latte. "
"Té al cinnamomo."
"Arrivano subito."

Finn si diresse spedito verso il replicatore.
Era sempre bello rendersi utile.

Crovis. Nei pressi di Crakvir
16/03/2398, ore 20.30 - D.S. 75205.1


Arjan guardò speculativamente Anna. La donna sembrava tranquilla e ben focalizzata sul suo compito. Anena le era accanto, a sostenerla con la sua presenza.

Il momento era giunto. Avevano scelto il crepuscolo. Le condizioni di luce avrebbero giocato a loro favore. Anche con la stampella della scienza.

Fertus aveva accondisceso a permettere loro di utilizzare la loro tecnologia per tenersi in contatto con la Seatiger.

Arjan sperava che quel canale sarebbe stato irrintracciabile.

Gli ingegneri avevano fatto miracoli ed erano riusciti a penetrare i sistemi informatici periferici della nave imperiale. Quanto bastava per integrare i falsi dati inviati da cinque sonde occultate.

Gli si fece incontro Jason.

"Capitano, sono in contatto con il signor Finn."

Gli porse un sottile rettangolo di cristallo verde acqua.

Si trattava di un interessante esempio della tecnologia del popolo di Fertus. Funzionava come i loro comunicatori ma non usava il suono. Trasmettevano direttamente alla mente.

"Grazie, Tenente Queen."

Prese il cristallo. la voce di Finn gli risuonò in testa.

=^= Capitano, mi sente? =^=

"Forte e chiaro, Numero Uno."

=^= Noi siamo pronti. Quanto vuole può dare il via. =^=

Arjan diede un'occhiata interrogativa ad Anna, che gli restituì un cenno di assenso.

"Proceda pure. Il signor Queen coordinerà l'operazione."

Riconsegnò il dispositivo all'ufficiale scientifico capo.

"Bene. Si va in scena. Abbiamo trovato un vulcano abbastanza plausibile a circa 400 chilometri da Crakvir, che è la base principale degli imperiali, in modo tale da farli sentire direttamente minacciati. Il vulcano esplode adesso. La nave imperiale inizia a rilevare le immagini dell'esplosione. La nube piroclastica viene proiettata fino alla stratosfera. La scossa sismica si farà sentire a Crakvir tra 66 secondi. Stia pronta, Tenente."

Anna annuì e chiuse gli occhi.

"Faccia loro provare scosse violente. Che abbattano qualche muro ma nessun danno ad apparecchiature o soldati. 3, 2, 1 adesso!"

T'kar usò il quo tricorder come binocolo per studiare dal vivo le reazioni dei rettili.

Gli imperiali barcollavano e scappavano presi dal panico in un ambiente perfettamente tranquillo con un effetto comico assolutamente sprecato sul vulcaniano.

Jason riprese.

"Molto bene. Ci saranno altre scosse secondarie, Tenente. Le dirò quando produrle. Adesso attendiamo la ricaduta delle ceneri. La nave dovrebbe analizzare la nube ed il suo contenuto corrosivo. L'ideale sarebbe che evacuassero la guarnigione, ma temo che non saremo così fortunati."

Attesero. Ogni tanto Jason dava istruzioni ad Anna. T'kar teneva sotto controllo l'avamposto imperiale. Bruce monitorava la salute di Anna sotto lo sforzo prolungato a cui era sottoposta. Anena si limitava a sostenerla con lo sguardo.

Erano un meccanismo ben oliato. Il capitano della Seatiger li lascio lavorare senza intromettersi. Talvolta l'essenza del comando era tenersi fuori dai piedi.

"...mi dicono che i falsi dati sulla composizione della nube di cenere sono stati assorbiti senza problemi. Dovrà iniziare a far piovere cenere tra circa un'ora, Tenente. Il vero problema sarà se decideranno di prendere campioni..."

T'kar lo interruppe.

"Stanno iniziando l'evacuazione."

"Bene! Ci stanno cascando. Tenente, inizi pure a far cadere la cenere. Qualche crovisiano che inizia a tossire sarebbe un bel tocco. "

Arjan si alzò in piedi.

"Signori, rimanete concentrati. Non roviniamo tutto con un errore dell'ultimo momento."
"Stanno teletrasportando i materiali. I soldati stanno salendo a bordo delle navette. Sono veramente molto efficienti."
"Sono felice che incontrino la sua approvazione, signor T'kar." Disse Arjan.

"Lo stanno incontrando, Capitano."

Come sempre T'kar era impervio al sarcasmo.

Subentrò Jason.

"Avrei preferito che teletrasportassero l'equipaggio. Ora il Tenente dovrà mantenere l'illusione su tutti i soldati in viaggio fin dentro la nave. Pensa di farcela?"

Anna teneva gli occhi chiusi, concentrata.

"Tranquilli. Potrei farlo tutto il giorno."

* Probabilmente non si sta vantando. * Pensò Arjan.

"Stanno decollando." Avvertì T'kar.

Anche loro poterono vedere le pesanti navette corazzate da trasporto truppe alzarsi in volo.

In pochi secondi scomparvero alla vista. Almeno ai loro occhi mondani. Anna rimase con loro. In spirito.

Dopo pochi minuti Anna aprì gli occhi e guardò Arjan.

"Io... credo sia fatta, capitano."

L'interpellato si fece restituire il rettangolo di cristallo da Jason.

"Signor Finn. Rapporto."

=^= Tutto a posto capitano! Parola mia, al prossimo concerto che faccio ingaggio il duo Tholos-Carelli. Successo assicurato. =^=

"Ha fin da ora il mio beneplacito, Numero Uno. Cosa stanno facendo i nostri spettatori?"

=^= Stanno analizzando ancora la situazione, e noi li stiamo imbeccando... Oh hanno acceso i motori. Stanno uscendo dall'orbita. =^=

Arjan fece un respiro profondo. Era andato veramente tutto bene? Nessun errore? Nessun contrattempo?

Sembrava proprio di sì.

"Signori, complimenti a tutti. Siete stati grandi."

Anna emise un sospiro, sciolse la posizione del loto e si alzò in piedi.

"Non credevo che sarebbe andata così bene. E... ma quel cristallo deve illuminarsi così?"

Si girarono tutti verso il cristallo comunicatore che Arjan aveva appoggiato distrattamente.

Si affrettò a raccoglierlo. Subito la voce concitata di Fertus gli inondò il cervello.

=^= Capitano, c'è qualcosa che non va! Sta arrivando qualcosa. Fuggite! =^=

"Fertus? Cosa sta arrivando?"

"Oh credo di essere io..."

Gli occhi di tutti si fissarono sul nuovo arrivato.

Anna riconobbe il comandante dei rettili. Quello che le aveva sparato. Il mammifero.

Non era armato, ma si mise comunque tra lui ed i suoi compagni. Sentiva un inspiegabile senso di irrequietezza.

"Cosa ci fa qui? Perché non è con i suoi compagni?"

"Oh quegli idioti, e spero che il traduttore stia facendo un buon lavoro, non sono miei compagni. Non più. Mai stati, probabilmente."

Anna avrebbe potuto continuare la conversazione, ma non la trovava gradevole ed inoltre non aveva dimenticato che quel tipo l'aveva quasi uccisa.

Quindi si fece sotto e mollò un pugno allo stomaco al nuovo arrivato. Senza esagerare. Non voleva ucciderlo.

L'imperiale incassò senza fare una piega.

"Questa però è vera maleducazione. Non ci siamo mai presentati, mi pare. Piacere, Angor."

Ricambiò il pugno allo stomaco subito.

Anna volò all'indietro fino a schiantarsi contro un'albero. Il silenzio che seguì fu riempito solo dal gemito vegetale del tronco che si abbatteva lentamente a terra. E dai colpi di tosse di Anna, che si rimise in piedi barcollando. Lo aveva sentito. Forte.

Non si fece domande. In qualche modo sentiva che questa era la sua battaglia. E che era LA battaglia. Non c'erano dubbi. Era giusto ed ineluttabile.

Si sentì pervadere dal potere come mai prima.

Si mise in piedi ed allungò la mano. La maschera della Tigre Rossa le volò tra le dita. Con un gesto fluido la indossò. Non sapeva neanche perché l'aveva portata.

Fu avvolta da un'aura rossastra. Le fessure degli occhi della maschera emettevano luce vermiglia.

I suoi piedi si staccarono da terra.

In un batter di ciglia fu su Angor. Questa volta fu lui a devastare la flora circostante.

Ed anche lui si rialzò.

"Bel trucco, complimenti. Ma è un trucco che si può fare in due."

Angor fu avvolto da un'aura oscura. Come fuliggine viva, che si intrecciava e scorreva avvolgendo il suo corpo. Si librò in aria.

"Questione di gusti, chiaramente. Ma secondo me è più bella la mia."

Poi si catapultò verso Anna. Che però stavolta era pronta. Lo intercettò con un uppercut alla mascella e lo spedì in cielo. Poi spiccò il volo. La battaglia si trasferì nei cieli sopra Crakvir.

Arjan strinse il rettangolo di cristallo. Anche Anena si affrettò a toccarlo.

"Festus! Qua c'è un imperiale ed ha gli stessi poteri del Tenente Calvi. Perché il pianeta glieli sta fornendo?"

=^= Aimé, capitano. Speravo che non succedesse... =^=

"Lei lo sapeva??"

=^= Lo temevo. Capitano, come giustamente verificato, il pianeta è senziente. Ma sbagliate se pensate che la sua mente risieda nei cristalli. No, questa alberga nelle menti e nelle anime del suo popolo. E nelle profondità di esse, oltre le luci, ci sono anche le ombre. I mostri del subconscio. Il bene ed il male, se preferisce un'interpretazione semplicistica. =^=

Anena alzò gli occhi al cielo. Due strisce di luce si affastellavano e si intrecciavano. Ogni volta che si incontravano risuonava un tuono.

"Vuole dire che quella che vediamo è solo la manifestazione fisica di un conflitto interiore?"

=^= Corretto. L'eterno tumulto che alberga in ogni essere consapevole. =^=

Anena lanciò un altro sguardo angosciato al cielo.

Una cometa cremisi cadde dal cielo decapitando di netto una delle torri di guardia sulle mura di Crakvir.

I federali si affrettarono verso la città.

Nello spiazzo antistante la porta principale si era formato un piccolo cratere scavato dal corpo di Anna. Giaceva come un giocattolo rotto. La maschera della Tigre Rossa era frantumata in corrispondenza dell'occhio destro. Nessuna aura proteggeva la più.

I crovisiani erano usciti quasi tutti in strada. Assediati ed assedianti. Avrebbero dovuto fuggire, me non ci riuscivano. Per il terrore e perché sentivano nel profondo che dovevano assistere. Erano giorni di meraviglie. E di terrore. I soldati-mostro erano fuggiti. Draghi avevano ruggito nel cielo. Tutti sentivano che qualcosa stava finendo. E cominciando. Qualcosa di non bello.

Angor atterrò accanto a lei, con un sorriso beffardo.

"Bene, è stato divertente, direi."

Arjan raddrizzò le spalle e sostenne lo sguardo dell'altro.

"La prego di lasciare il mio ufficiale medico di controllare il Tenente Calvi."

"Ah si chiama così? Temo però che serva a poco, sa? Credo proprio che vi ucciderò tutti..."

Arjan dissimulò un brivido. Non poteva mostrare debolezze, se aveva ben inquadrato l'altro.

"Immagino, ma quale vantaggio ne avrebbe? Il Tenente non è più una minaccia per lei."

"Perché? Vede, capitano, sia io che il suo Tenente abbiamo avvertito la sua conversazione, poco fa. Durante il combattimento."

Inclinò la testa con fare interrogativo.

"Quindi io rappresenterei il male? Può essere. Vuole sapere come mi fa sentire questo?"

Si chinò e raccolse Anna da terra per il collo, con una mano sola. Il Tenente rimaneva molle.

Arjan cercò di capire se respirasse.

"Mi fa sentire libero. Tutti questi anni a farmi mettere i piedi in testa da individui inferiori. Ad ingoiare bocconi amari. Ora capisco come dovrei aver agito. Tutto tempo sprecato. Ma non accadrà più."

Angor lanciò uno sguardo all'infinito, verso il cielo ormai stellato.

"Potrei strappare dall'orbita la sua miserabile nave e prendermela per raggiungere i miei ex compagni. E fargli pagare tutto. Sarebbe allettante. Ma in fondo perché tornare in un universo che mi disprezza quando posso rimanere qui come un dio? E se questo significa affogare nel terrore ogni singolo giorno ogni singolo individuo di questa miserabile palla di fango, bè... sia fatta la mia volontà."

Angor sollevò Anna ancora più in alto.

"Quindi, per tornare alla sua domanda, non lo farò perché devo. Lo farò perché posso. Perché mi piace farlo..."

Posò le dita dell'altra mano sulla maschera di Anna e con delicatezza la sfilò per poi lasciarla cadere a terra. Di nuovo posò le dita sul volto di lei e, molto lentamente, iniziò a stringere.


...


Anna fluttuava in un mare di ambra. Aprì gli occhi, ma non c'era nulla da vedere. Era così pacifico.

* Chi sono io? *

Non riusciva proprio a ricordarlo. Ma non aveva importanza. Qui poteva semplicemente riposarsi e dormire per sempre cullata in un mare caldo.

"Figlia mia, mi spiace che sia andata così... non ti ho dato abbastanza forza. La mia oscurità ha abbeverato l'altro ed avvelenato te. Siete entrambi miei figli. Ho mancato nei confronti di entrambi. Ho rovesciato la mia battaglia su di voi."

* Chi sei? *

"Sai chi sono."

* ...sì... *

"Ho mancato con tuo fratello ancor più che con te. Ed adesso lui rovinerà gli altri miei figli. Mi porterà all'orrore."

Anna in qualche modo capiva tutto. Anche se non sapeva di cosa la voce parlasse.

* Vorrei poterti dare ancora il mio dono. Ma non ho più la forza. Ti posso dare solo l'ultima scintilla. Una piccola brace. *


...


Arjan individuò un pezzo di muro in rovina e ci si arrampicò. Attivò al massimo il volume del traduttore universale e si rivolse alla folla di crovisiani.

"Figli di Crovis, Ascoltatemi! Siete testimoni della nascita del terrore. Quello in cui vivrete da ora in poi. Volete che questa sia la vostra vita? E quella dei vostri figli? Sì o No? Ditelo! "

Solo pochi risposero debolmente con un "no".

"Ditelo ancora. Gridatelo!"

Stavolta i "No" furono più decisi.

"Ancora!"

Ora la folla era un unico ruggito.

"NO! NO! NO!"

"ORA GUARDATE! LA TIGRE ROSSA GIACE SCONFITTA! MA LO E' DAVVERO? IO DICO: UNA PREGHIERA PER LAO-MA."

La folla intrecciò le mani formando una catena ed iniziò ad inneggiare.

"LAO-MA! LAO-MA! LAO-MA!"

Angor aveva osservato tutta la scena con una sorrisetto. Scoppiò a ridere.

"Parola mia, questa è la scena più patetica che io abbia mai visto... Sarebbe anche divertente ma io mi annoio facilmente. Quindi caliamo il sipario su questa inutile commediola. E per farlo mi basta stringere un po' le dita..."

Tornò a guardare verso la donna che teneva sollevata. Un occhio brillava di un fuoco furioso. Il fuoco di una brace al vento.

"LAO-MA! LAO-MA! LAO-MA!"

Due mani gli afferrarono i polsi e, lentamente, lo costrinsero a lasciare la presa.

La maschera rotta si alzò da terra e volò a coprire il viso di Anna.

Dalla faccia di Angor era scomparsa ogni traccia di divertimento.

... nei deserti di Crovis clan nemici da generazioni congiunsero le mani ed intonarono la lode a LAO-MA. Non sapevano cosa significasse o perché lo facessero. Ma sapevano che era giusto...

Nuove lingue di fuliggine avvolsero l'imperiale. Il suo viso era immerso nella concentrazione. Ma per quanto facesse si trovò in ginocchio. Le mani che lo trattenevano erano delle morse. Ma la cosa peggiore era il silenzio che la donna gli stava rovesciando addosso. Per la prima volta da quando aveva ricevuto il potere provò paura.

... nelle giungle di Crovis cacciatori si fermarono lasciano scappare le loro prede per unire le mani ed intonare la lode a LAO-MA ...

Finalmente le morse lo lasciarono andare. Ma solo per colpirlo con un diretto che lo rovesciò a terra. Cercò di difendersi ma la sua guardia fu stracciata come cartaccia.

Un secondo colpo lo raggiunse in faccia. Ed un'altro. Ed un'altro. Ed un'altro.

L'aura oscura scomparve.

Anena si avvicinò.

"Anna?"

La pioggia di colpi continuò sul corpo ormai inerte dell'imperiale.

"Anna, ti prego..."

Quella che si girò verso di lei però non era la donna che conosceva. Era una dea avvolta nel furore. Sentì soppesato e valutato la sua degnevolezza di continuare ad esistere. Mai Anena si era sentito così piccolo.

"Anna... Io ci sono. Noi tutti ci siamo per te..."

La dea si alzò in piedi e si osservò le mani. Erano coperte di sangue. Quello del suo avversario. Una di quelle mani si portò al viso. Prese la maschera e la sfilò, delicatamente.

Anna rivolse ai compagni un sorrisetto senza allegria. Con occhi mortali.

Diario personale del capitano data stellare 75286.6.


Dopo quasi un mese dalle vicende su Crovis riesco a guardare l'accaduto con sufficiente prospettiva.

Come riferito nei precedenti diari ufficiali abbiamo lasciato il pianeta due giorni dopo la battaglia del Tenente Calvi. Ho cominciato a riferirmi ad essa in questi termini. E non mi riferisco a quella fisica. Il Tenente sembra essere tornata quella di sempre. Almeno dal punto di vista mondano. Ma non credo che si possa vivere un'esperienza come quella senza esserne toccati. Il guardiamarina Lawtoein la sta tenendo sott'occhio. Come consigliere e come amico.

Fertus ed i suoi rimarranno nell'ombra a vigilare sui crovisiani, in attesa che siano pronti.

Mi spiace di aver interferito così tanto nella loro cultura. Ma per parafrasare le parole del consigliere quando glielo ho detto:"Anna era in pericolo. Che si fotta la Prima Direttiva."
Al solito il guardiamarina è sopra le righe. Ma mi trova d'accordo. Se questo mi rende un Capitano o un ufficiale peggiore... bé, così sia.

Del resto immagino che quel giorno abbiamo messo le basi di un solido corpo di miti. Sarebbe bello ripassare di là tra un migliaio di anni.

Per quanto riguarda Angor, si è ripreso bene dalle percosse del Tenente. Almeno fisicamente. Per il resto rimane apatico. Fissa le pareti della cella senza vederle. Il suo spirito pare spezzato. Non nego che la sua presenza mi renda nervoso. Ma ho dovuto dare ragione a Fertus. Lasciarlo su Crovis sarebbe stato da irresponsabili. L'unica alternativa sarebbe stata giustiziarlo. E non potevamo farlo. Non solo perché non ne avevamo il diritto,ma anche perché la sua vita è stata risparmiata dal Tenente. E questo ha un valore simbolico. Se c'è una cosa che questa avventura mi ha insegnato è che i simboli hanno un immenso potere. =^=

USS Seatiger
15/04/2398, ore 14.30 - D.S. 75286.6


Finn rincorse Anna mentre usciva di palestra.

"Tenente... Tenente!"

Anna roteò gli occhi non vista dal primo ufficiale.

"Sì, Comandante?"
"Ma davvero non ha conservato nessun potere?"

Anna represse un sospiro di esasperazione.

"Come le ho già detto le precedenti 74 volte, no, nada, niet, completamente a secco. Stia tranquillo, non la porterò in giro svolazzando."
"Ma a me piacerebbe essere portato in giro svolazzando!"

Anna si smarcò il più educatamente possibile dal primo ufficiale.

Era terribilmente invadente. In realtà lo apprezzava. I primi tempi sembravano camminare tutti sulle uova in sua presenza. L'irruenza di Finn era rinfrescante. Fastidiosa. Ma rinfrescante.

Nel suo alloggio fece una veloce doccia sonica e si preparò per il sonno.

Indugiò di fronte ad un cassetto. Poi lo aprì. Dentro c'era la maschera della Tigre Rossa. Passò un dito sulle venature di legno. Aveva preso in considerazione l'idea di buttarla. O distruggerla. Ma non lo aveva fatto. Era stata una parte importante di un sia pur breve episodio della sua vita.

Ricordava tutto. Prima dopo e durante. Ricordava come si era sentita ogni secondo. Dell'impatto dei pugni sulla faccia di Angor. Di quanto era arrivata vicina a perdersi.

Sì, la maschera doveva rimanere.

Chiuse il cassetto.

Prese una mela che si era portata in camera per mangiarla prima di dormire. Stava per addentarla quando si fermò. Guardò il frutto soppesandolo.

Poi lo lanciò con tutta la forza dall'altro lato della stanza.

... e la riprese al volo un attimo prima che si sfracellasse contro la parete.

Fece un sorriso sornione, le diede un morso di gusto ed andò a letto.