14.03 "Semi"
di Nathel Sev, Pubblicato il 21-11-2015
USS Novalis, Plancia
22/06/2395 - Ore 5.45 - D.S. 72471.89
Nimosit era seduto sulla poltrona del Capitano mentre supervisionava il turno gamma.
Come al solito le attività di plancia erano routine, e questo aumentava la noia.
"La prossima volta che voglio scommettere sarà il caso che mi ricordi di questi simpatici momenti..."
Il tempo passava lentamente, molto lentamente, troppo lentamente.
Controllò qualche rapporto rimasto indietro, ma anche questo compito fu terminato molto prima della fine del turno e nuovamente gli tornò in mente la richiesta d'aiuto. E le parole di Dwalla. Difficile ignorarle. Ma gli ordini sono ordini. E il Capitano era stato decisamente chiaro. Il Comando di Flotta lo era stato addirittura di più.
"Inutile pensarci ancora..."
Ma il discorso era stato chiuso troppo precipitosamente. Per fortuna a breve avrebbe finito il turno e sarebbe potuto andare a letto e, forse, avrebbe smesso di pensarci.
In quel momento entrò Sev.
"Comandante, cosa fa sveglio?" Chiese Nimosit.
"Buongiorno Signore. Ispezione a sorpresa. Non vogliamo mica che qualcuno si addormenti durante il turno no?" Rispose gioviale come spesso il Capo Sicurezza faceva.
"Assolutamente no...." Si fermò e capì le parole di Sev e si rizzò nella poltrona. In effetti il pensare in quel silenzio con le luci abbassate l'aveva fatto sprofondare nella poltrona.
"Ti vedo pensieroso..."
Nimosit conosceva Sev da tempo e il suo essere schietto e diretto, anche a dispetto delle regole, erano spesso d'aiuto.
Fece cenno al bajoriano di seguirlo in sala tattica e lì, In breve,
mise al corrente il collega della situazione. Man mano che il racconto proseguiva l'aria serena di Sev svaniva per lasciare posto a preoccupazione e disappunto.
"L'autenticità del messaggio è stata confermato?"
"Si, ma il codice era vecchio."
"Posso parlare liberamente?" Chiese Sev
Nimosit fu colto alla sprovvista, di solito Sev parlava sempre liberamente.
"Si certo...Nat...quando mai non l'hai fatto?"
"Non mi piace per niente, Coral. Lo sai come sono cresciuto e come la penso. Non si lascia..."
"...indietro nessuno, lo so." Completò il Primo Ufficiale. "Ma non sempre si può salvare tutti."
"Sono consapevole di questo, ma ciò non toglie che salterei sulla navetta con Dwalla per andare a vedere."
"Infrangendo gli ordini di Kuribayashi e del Comando?"
"Per salvare qualcuno e potenzialmente acquisendo informazioni per salvare la Federazione? E me lo domandi?"
La discussione si stava animando, Nimosit era in sintonia con Sev, e la pensava esattamente come lui, ma...
"Nat, gli ordini sono troppo chiari, non puoi interpretarli in modo...artistico, come spesso fai..."
Nimosit si rese conto che invece di aiutarlo Sev lo stava mettendo a disagio e soprattutto stava complicando le cose, e stava per perdere la pazienza.
Apparentemente anche Sev se ne rese conto.
"Si...hai ragione...ma..." Sev appariva sconfitto, e deluso.
"Amico mio, temo che questa volta non ci sia spazio per i ma..." disse Nimosit mentre appoggiava una mano sulla spalla dell'amico, in fondo anche lui odiava non soccorrere qualcuno, ma erano ufficiali, e gli ufficiali devono obbedire.
Sev portò la mano destra sull'orecchino e giocò un po' con il ciondolo. Poi iniziò a lisciarsi la barba. Era chiaramente alla ricerca di una via d'uscita.
Nimosit attese un minuto, poi vedendo che il bajoriano non diceva più niente fece per uscire. Proprio in quel momento Sev lo bloccò per un braccio.
"Gli ordini sono che non possiamo andare là, ma qualcuno ci impedisce di guardare là?"
"Bè, il Comando ci ha ordinato di ignorare il messaggio..."
"E se noi ignoriamo il messaggio ma indaghiamo su cosa può esserci di interessante in quel settore?"
"Non regge..." rispose con rammarico Nimosit e fece per uscire, ma Sev strinse più forte la mano costringendo il Primo Ufficiale a girarsi e a guardarlo direttamente negli occhi. Sev era famoso per il suo approccio poco canonico, ma questa volta rischiava di esagerare.
"Non possiamo ignorarlo. Tutti noi, gli agenti sotto copertura, il personale dislocato nelle basi di spazio profondo, chi presta servizio a bordo di vascelli ai confini con zone di guerra...tutti noi ci siamo arruolati per esplorare e portare pace, tutti noi siamo pronti a dare la vita per questo, tutti noi sappiamo che potremmo dover essere abbandonati per tutta una serie di cause, tutti noi desideriamo che ciò non accada...ma tutti noi facciamo quello che facciamo perché sappiamo, inconsciamente, che nessuno verrà abbandonato. Questa è la molla. Se viene ignorata una richiesta di soccorso cade questa fiducia." Lasciò il braccio di Nimosit e con sguardo serio e sconsolato riprese. "Non farlo accadere."
Nimosit non rispose, si girò ed uscì per terminare il peggior turno gamma della sua vita.
USS Novalis, Alloggio Kuribayashi
D.T. 22/06/2395, Ore 6.15- D.S. 72471.94
Il Capitano era rientrato nel suo alloggio molto pensieroso. La situazione lo infastidiva. Non era tipo da ignorare una richiesta di soccorso, tanto più se proveniva da un agente della Flotta. Ma gli interrogativi erano molteplici, troppi. Credeva veramente a ciò che aveva detto a Nimosit.
Spesso la Flotta aveva una visione d'insieme che ai Capitani mancava, per questo l'assegnazione delle missioni arrivava direttamente dal Comando.
Ma d'altro canto nello spazio aperto i Capitani avevano un ampio margine decisionale. Questa autonomia era stata pensata perché, nonostante il Comando fosse estremamente informato, poteva capitare che solo il Capitano avesse tutti i dati per poter decidere.
Ma era inutile dilungarsi con questo pensiero, non era questa la situazione.
Si sedette su una poltrona sorseggiando un tè nella speranza di rilassarsi.
Un flusso incontrollato di pensieri lo portò ad analizzare il comportamento dei suoi ufficiali. Se per identificarsi in loro o prevedere eventuali iniziative non lo sapeva. Ovviamente conosceva a memoria i vari curriculum, ma doveva applicare le sue conoscenze e le sue impressioni.
Nimosit aveva espresso le sue impressioni chiaramente, ma era un ottimo ufficiale, avrebbe seguito gli ordini. Nonostante questo, era sicuro che ci avrebbe ragionato su, in fin dei conti, questo era uno dei motivi che lo rendevano un ottimo Primo Ufficiale.
Dwalla. Su di lei non c'erano dubbi. La conosceva poco, ma sicuro che era intenta a meditare nel tentativo di trovare una scusa per andare a salvare il suo amico. La capiva benissimo.
Moore. Lo conosceva poco, meno di Dwalla, ma era un ufficiale Tattico come pochi. Calcolava attentamente le mosse e cercava di avere sempre il vantaggio. Sicuramente le informazioni potenziali lo potevano ingolosire.
Kuz. La Trill aveva seguito gli ordini senza problemi e confidava nella naturale saggezza del simbionte.
Oxila era a bordo da poco, ottimo timoniere. Di più era difficile dire.
Sev. Ecco, lui era un problema. Ci poteva scommettere la nave che
sarebbe partito al salvataggio. Quel testardo bajoriano poteva creare problemi.
Lo conosceva da anni e aveva imparato ad apprezzare, a volte odiare, quel suo spirito ribelle.
Di Maria. È un medico, se qualcuno è pericolo e necessita di curemediche non ci pensa due volte. Ma è comunque un ufficiale, sa qual è il suo dovere.
Borodin. L'ingegnere Capo era l'ultimo arrivato, doveva affidarsi al suo curriculum. Era pericolosamente simile a Sev. E il suo passato tra le fila della milizia bajoriana lo avvicinava al capo della sicurezza.
Finito il tè si rese conto che questi pensieri avevano un unico scopo: proteggersi da un ammutinamento.
Rabbrividì al pensiero, e ricacciò subito i vari dubbi. La Novalis aveva un equipaggio di cui andare fiero, non era una nave di pirati.
Ogni ufficiale aveva la sua morale, le sue idee.
Forse potevano disubbidire agli ordini, era vero, ma, e ora ne era sicuro più che mai, lo avrebbero fatto solo se spinti al limite. E se questo succedeva non doveva trattarli come insubordinati, ma doveva ascoltarli e prendere in considerazione seriamente le loro obiezioni.
No, non sarebbe stata una giornata facile.
USS Novalis, Alloggio Kuz
D.T. 22/06/2395, Ore 6.15 - D.S. 72471.94
Kuz era tornata nel suo alloggio intenzionata a riprendere a dormire, ma oramai era troppo tardi e lei era troppo sveglia. Ne approfittò per fare una colazione lenta, cosa che non le capitava mai, e ripensò al sistema Entrax e alle sue analisi. Qualcosa non tornava...o meglio, le sembrava che la situazione non fosse...chiusa.
Con questi pensieri terminò la colazione e si diresse verso il laboratorio scientifico 1 e prese servizio con un ora di anticipo. Si chiuse nel suo ufficio e iniziò a guardare la consueta pila di rapporti che rimaneva indietro.
Per quanto si sforzasse non riusciva a concentrarsi del tutto sui rapporti, qualcosa le richiamava alla mente il sistema Entrax.
USS Novalis - NCC 1772 - Alloggio Thevek
22/06/2395, Ore 7.45 - D.S. 72472.11
Dwalla si trovava da tempo nel suo alloggio intenta in una profonda meditazione. Per rilassarsi e cercare una soluzione. La situazione era surreale. L'unica cosa che voleva...no, doveva fare, non poteva farla.
Gli ordini erano troppo chiari e precisi. Ma doveva trovare una soluzione, doveva forzare la mano al Capitano e alla Flotta e andare a salvare Selk. Non c'erano alternative, glielo doveva. E più ci girava intorno più chiaro diventava. Non c'erano alternative.
Il codice di sicurezza era vecchio, ma forse era l'ultimo di cui era riuscito ad entrare in ossesso...probabilmente era sotto copertura...magari la copertura era saltata ed era stato catturato e tenuto prigioniero per quattro anni.
Interruppe la meditazione e gli venne in mente un antico filosofo terrestre, Occam, e il suo principio. "A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire".
Era troppo complicato pensare ad una trappola ordita con codici antiquati. L'unica spiegazione che aveva davvero senso era una: la richiesta era vera.
Forse si poteva comunicare con Selk.
Si alzò, si sistemò l'uniforme e uscì dall'alloggio con passo deciso.
Aveva bisogno di Kuz e Moore. Per primo doveva trovare il Nathan, che,se non ricordava male era di turno in plancia.
USS Novalis, Plancia
D.T. 22/06/2395, Ore 8.00 - D.S. 72472.14
Moore entrò in plancia per prendere il posto di Nimosit. Il Primo Ufficiale aveva passato le ultime due ore a fare tutto quello che gli capitava, anche semplici compiti da Guardiamarina, tutto pur di non pensare alle parole di Sev.
Salutò Moore e gli fece il consueto rapporto pre passaggio comando ed entrò nel turboascensore.
Lentamente si avviò al suo alloggio salutando con un cenno il personale che incrociava e passò davanti all'alloggio di Sev e ripensò allo scambio intercorso poche ore prima mentre continuava il suo tragitto.
Quando finalmente poté sdraiarsi sul letto ebbe la consapevolezza che il suo riposo sarebbe stato disturbato dal fantasma di quell'ultima frase.
"Non farlo accadere."
"La fa facile lui...come diavolo crede che io possa farlo?!?!"
Mentre malediceva Sev per avergli turbato il futuro riposo, scivolò in un tormentato sonno.