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UTS NORN - MISSIONE 01 RSS UTS NORN - Missione 01

01.00 "Prima Missione"

di Shorek Figlio di Skalt e T'Dok, Pubblicato il 27-10-2024

UTS Norn - Sala ologrammi
20/05/2381 - ore 21:30

"Mastro William, quanto manca al mezzodì?" chiese per l'ennesima volta il giovane conte, volgendosi verso l'anziano graduato che gli stava due passi indietro, in rispettosa attesa.
"Poco più di un'ora, Ser Pole." rispose pacato Mastro William, un uomo robusto e molto più alto del giovane.
Il nobile, un ragazzo di poco meno di vent'anni, alla sua prima esperienza di combattimento vero, non riusciva a nascondere il nervosismo, e continuava a volgere lo sguardo dal lontano e confuso luccichio delle schiere nemiche ai boschi che fiancheggiavano la vallata al coloratissimo manipolo di cavalieri che circondava il re.
Il sole del mattino non riusciva a scaldare il terreno fradicio, e l'alito di uomini e cavalli si condensava in bianchi sbuffi. Il gruppo di uomini al comando del giovane Edmund Pole, tutti robusti contadini e boscaioli del Suffolk, ingannava l'attesa acuminando bastoni, tendendo corde già tese, controllando ancora e ancora le frecce alla ricerca di imperfezioni. Ad un tratto, il gruppo di nobili attorno al re si aprì, ed Enrico stesso, solo, spinse il cavallo davanti alla linea.
Ergendosi sulle staffe, il re fece scorrere lo sguardo sul suo piccolo esercito, poi sguainò la spada e, con la sua ben nota voce, urlò: "Per Dio onnipotente e per San Giorgio, avanti le bandiere!"
Dalla schiera inglese risposero i tradizionali urli di battaglia: "Urrà! Urrà! Per San Giorgio e la dolce Inghilterra!"
"Mastro William, fate muovere gli uomini."
"Avanti, uomini del Suffolk! Facciamo vedere ai mangiarane chi siamo!"
La schiera inglese s'incamminò verso le posizioni dove il nemico, assai più numeroso, si stava organizzando.
Passo dopo passo, senza fretta, percorsero la vallata, e quando furono a poche centinaia di iarde dal nemico, ricevettero l'ordine di attestarsi. Subito, ogni uomo piantò davanti a sé i due pali appuntiti che si era portato dietro, conficcandoli in modo che sporgessero inclinati in avanti di 45 gradi, con le punte rivolte verso i francesi. L'operazione non prese più di un paio di minuti, e ben presto l'esile fortificazione prese forma. Dietro di essa, poche migliaia di uomini ristettero per qualche attimo a guardare la massa del nemico, ora chiaramente visibile e paurosamente più numeroso.
Gli uomini del conte Pole non avevano bisogno di ordini per togliere di tracolla i loro archi e incoccare la prima freccia. Abituati da lunghi esercizi a tendere i lunghi archi, addestrati a scaricarne l'enorme potenza in un'unica, micidiale salva d'acciaio, mirarono all'esercito francese, senza nemmeno preoccuparsi di puntare a una figura specifica. Tutti, con la coda dell'occhio, tenevano d'occhio il vecchio sergente, Mastro William Shork quando il suo arco vibrò, scagliando il suo dardo, il gruppo di arcieri del Suffolk ne seguì l'esempio. Un attimo dopo, le altre unità inglesi lanciarono a loro volta.
L'esercito francese proruppe in un urlo terribile, l'urlo di una bestia cento volte trafitta, e partì alla carica ma prima ancora che i primi gruppi di cavalieri avessero dato di sprone, gli inglesi avevano già incoccato di nuovo. Mastro William, freddo e professionale, prese a mirare prima di lanciare sebbene fosse pressochè impossibile seguire la traiettoria di una freccia particolare in mezzo alla grandinata, più di una volta ebbe la convinzione di aver colpito il bersaglio.
Al cadere della prima fila, i cavalli successivi si trovavano davanti a ostacoli improvvisi, ed erano costretti a scartare o saltare ma il terreno, fradicio delle piogge d'ottobre, spesso tradiva l'appoggio. Ben presto, la carica francese perse ogni residuo aspetto di compattezza, con cavalli e cavalieri che rovinavano al suolo, affondavano nel fango incapaci di rialzarsi, e finivano per morire di freccia o perfino annegati nel fango sotto il peso di corazze e corpi morti. Dopo alcuni lunghi minuti di carneficina, quel che restava della prima fila francese smise di avanzare verso il massacro gli arcieri inglesi rimisero gli archi in spalla e si lanciarono verso i feriti a spade sguainate.
"Mastro William, voi non andate?" chiese il contino, pallido in volto.
"No, Ser Pole. Sono troppo vecchio per queste cose... e poi i francesi torneranno all'assalto, e qualcuno deve pure tenerli d'occhio."
=^=Capitano Shorek... messaggio da Andoria=^=
Mastro William alzò la testa verso il cielo plumbeo. Lentamente si sfilò l'elmetto, scoprendo le orecchie a punta che nessun inglese si era mai sognato di avere.
"Computer, bloccare simulazione Agincourt Alpha"
=^=Simulazione Agincourt Alpha bloccata. Registro la situazione?=^=
"No, non importa. Cancella pure"
Il pantano sanguinoso in cui le truppe inglesi stavano macellando il fiore della nobiltà di Francia scomparve, lasciando al suo posto il solo capitano Shorek, con addosso una lurida tunica che un tempo era stata bianca, e in pugno un arco lungo quasi due metri. Con un sospiro, il vulcaniano si avvicinò alla parete del ponte ologrammi e attivò il terminale.
Dopo il consueto stemma della Federazione, comparve la scritta "CANALE CRIPTATO", poi il volto dell'Ammiraglio Aubrey.
"Allora, Shorek, come andiamo? Ormai avete avuto qualche settimana per scoprire come funziona la Norn. Che mi dice?"
"Ammiraglio, con tutto il rispetto, dubito che mi abbia chiamato su un canale sicuro per fare conversazione. Comunque, ovviamente abbiamo concluso i test sulla propulsione e sull'armamento. Come da ordini, non abbiamo attivato né la propulsione temporale né il congegno di occultamento. La mia nave è una bella nave, ma siamo tutti curiosi di vederla fare ciò per cui è stata costruita"
Aubrey abbassò gli occhi, come per consultare un d-padd, poi tornò a guardare direttamente nel terminale "Questa curiosità ve la toglierete presto. Abbiamo una piccola crisi, a quanto pare."
Il Capitano Shorek inarcò un sopracciglio "Cosa intende per piccola, Ammiraglio?"
"Intendo veramente piccola, Shorek. Siamo in presenza di un anacronismo... ma si è verificato su Alfa Centauri IV, e tutto quello che riguarda i mondi fondatori della UFP merita senz'altro un'indagine del FOTI."
"Di che si tratta?"
"Una squadra di archeologi è penetrata in una necropoli nel deserto del Gonowi, e ha fatto una bellissima scoperta. Una tomba affrescata risalente al Periodo Paleocromatico, che in termini terrestri corrisponde al II secolo a.C., e su Vulcano alla Seconda Rivoluzione Industriale."
"Dove sarebbe l'anacronismo?"
"In uno degli affreschi. Allegata al rapporto c'era la foto che le mando ora, Shorek. Dia un'occhiata, e si metta in marcia. Aubrey, chiudo."
Sullo schermo, la scena della sepoltura pareva ancora piena di freschezza come se fosse stata appena dipinta. Ma due elementi stonavano completamente: uno dei gruppi di dolenti conteneva un andoriano, seppure privo di antenne e il morto, anziché essere avvolto nei paludamenti colorati tradizionali, indossava un'austera, modernissima uniforme della Flotta Stellare.
Il Capitano Shorek diede ancora una occhiata a quella incredibile foto poi attivò il suo comunicatore "Shorek a tutti gli ufficiali superiori,presentatevi in sala tattica tra dieci minuti.Shorek chiudo!"