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USS HOPE - MISSIONE 05 RSS USS HOPE - Missione 05

05.06 "Donne e affari non vanno d'accordo."

di Ferris Bueller, Pubblicato il 21-12-2016

USS Hope - Sala tattica - 8 Aprile 2395 - Ore 22:40


Nella sala riunioni c'erano tutti, compreso il Capitano Strauss che, con la sua casacca irridescente da barista, se ne stava seduto in disparte dopo aver rifiutato l'onore della sedia riservata di solito al Capitano della nave.
Bueller, l'unico in piedi, camminava avanti e indietro riflettendo. La poltrona a capo tavola era rimasta per tutta la riunione incustodita.

"Quindi, ricapitolando: dobbiamo intervenire per evitare che dei pirati spaziali attacchino un pianeta, pur non facente parte della federazione, ma non possiamo intervenire a causa della Prima Direttiva. Senza contare che quel continente, a causa del misterioso scudo che lo avvolge, non ha mai sviluppato tecnologie volte all'esplorazione spaziale dato che, in effetti, non possono attraversarlo e quindi non potranno mai scoprire la curvatura." Commentò Rodriguez elencando i fatti toccandosi le punta della dita. "Mi domando come mai nessuno abbia previsto questa eventualità per capire come agire." Terminò laconico.

"La possibilità che questi eventi si presentino simultaneamente sono dello 0,02%. Il che lo rende un evento quasi impossibile. Senza contare che nessuna razza si è mai chiusa dentro uno scudo di energia senza aver la possibilità di superarlo." Commentò Rest freddo.

"Siamo proprio fortunati allora..." rispose di rimando Paulo girando disgustato il suo dpad su cui scorrevano i dati della riunione.

"Non vorrei sembrarvi insensibile - prese parola Luna - ma che differenza fa se anche rubano tutto il latinum di quel continente?"

"Perchè la pirateria è un atto disdicevole e soprattutto va contro la legge federale! Signor Jones, non pensa alle vittime di quei pirati?" commentò Xyr con gli occhi fiammeggianti e il tono che assumeva ogni volta che qualcuno toccava i suoi prezioni regolamenti.

"Sta scherzando? Le vittime di quei pirati non avranno nemmeno il tempo di lamentarsi per il furto... tempo un mese e saranno tutti morti! Ci preoccupiamo del loro latinum e non della loro vita?" rispose irata Luna facendo notare a tutti l'assurdita della cosa. Xyr se ne rese conto e abbassò lo sguardo sconsolata.

Bueller sospirò e tutti si voltarono nella sua direzione.

"Ragazzi... Signori." si corresse prima di riprendere "La situazione, per quanto dolorosa è ben delineata. Non possiamo salvare il pianeta, non c'è niente che ci possa permettere di intervenire aggirando la Prima Direttiva. Sono certo che se l'ammiragliato fosse stato a conoscenza della piega che avrebbero preso gli eventi, non ci avrebbe mai inviato qui ad affrontare una situazione del genere. Ma purtroppo ci siamo noi qui e ora." Ferris guardò i colleghi. Era stato schietto ma tutti avevano pensato la stessa cosa, ed erano giorni che ognuno di loro pensava ad un modo per risolvere la cosa. Strauss stesso fece un gesto affermativo con la testa come se apprezzasse la sua franchezza.

Il tempo si bloccò ed un intenso flash pervase l'ambiente.
"Ho vinto!" commentò il Q maschio soddisfatto.
"Si lo so..." rispose il Q femmina guardando con sospetto il giovane Capitano della Hope.
"Non barare, abbiamo concordato di non osservare il futuro, altrimenti sarebbe inutile stare qui a guardare gli eventi."
"Non stavo guardando il futuro... ma mi ha deluso profondamente. Pensavo che si sarebbe inventato qualcosa pur di salvare il pianeta e invece..." terminò la Q con un evidente broncio sul volto.
"Bene, possiamo anche andarcene adesso. E poi non capisco perchè scegliere di osservare proprio questi disgraziati. C'è tanta gente più interessante in giro... oltretutto lo sai che gli ufficiali della Flotta Stellare sono tipi suscettibili. Picard era tremendo, ma il Capitano Janeway era terribile."
"Tecnicamente loro non sono ufficili e comunque la loro situazione è così particolare da renderli interessanti... credo che rimarrò ancora un po' per vedere cosa succede. Tu vai se hai altro di meglio da fare." terminò sarcarstica la Q.
Il Q sbuffò irritato e i due sparirono in un nuovo lampo di luce.

"Ma! - riprese subito Ferris sollevando il dito indice - non ho nessuna intenzione di permettere a quegli sciacalli di rubare i beni di un mondo condannato! Signor Rest, voglio un piano d'attacco per mettere fuori uso il falco da guerra, si faccia aiutare da Doohan e da Jones per le specifiche della nave avversaria." I tre interpellati fecero un breve cenno con la testa e Luna si strofinò le mani con un sorriso. "Signor Basta, prepari i suoi uomini. Dovrà abbordare quella nave e metterla in sicurezza nel minor tempo possibile. Se gli uomini della sicurezza non le bastano, si porti anche gente dalle altre sezioni."

"Signor si..." borbottò Lon guardandolo con uno sguardo sospettoso. Evidentemente lui vedeva qualcosa che gli altri non potevano vedere.

"Dottoressa Graahn naturalmente lei si preparerà a ricevere eventuali feriti." E anche la dottoressa fece un cenno affermativo con la testa. "Bene, sapete cosa fare, potete andare. Caytlin, lei e Rodriguez aspettate, ho qualcosa anche per voi." I due si guardarono e rimasero seduti.

"E io Capitano?" chiese Xyr in piedi, portando le mani dietro la schiena.
"Lei dovrà sovrintendere la battaglia. Noi tre abbiamo altro da fare!" rispose Bueller con un sorriso.
"Mi scusi Capitano, può essere più preciso?" chiese l'andoriana di colpo sospettosa.
"Consigliere, cerchi di capire come interagire con i... Crelliani? Senza farci scoprire da loro. Usi, costumi, aspetto... qualsiasi cosa che ci permetta di aggirarci nella capitale senza essere scoperti. Signor Rodriguez, si occupi dell'abbigliamento. Voglio degli abiti pronti prima dell'alba per noi tre e per due uomini della sicurezza. Noi arresteremo il 'divino' Worrk e lo faremo sparire dalla circolazione."
"E' assurdo! Prima di tutto non sappiamo come teletrasportarci all'interno del campo di forza, secondo possiamo catturarli tutti insieme quando torneranno sulla loro nave." Ma già Ferris stava scuotendo la testa.

"Non saremo pronti ad assaltare la nave pirata prima dell'alba e se aspettiamo il loro ritorno corriamo il rischio di essere individuati. Un conto è colpire di sorpresa, un altro è un combattimento in piena regola con una classe D'deridex... stavolta non abbiamo una nebulosa esplosiva che faccia il lavoro al posto nostro." commentò Bueller per poi continuare "Per quanto riguarda il teletrasportarsi all'interno dello scudo... si ricorda quella mia tesi sperimentale sul teletrasporto di emergenza?"

"L'uso delle comunicazioni per veicolare la trasmissione dell'energia del tele..." Xyr si bloccò sorpresa.

"Esatto, quella lì!" sorrise lui soddisfatto "Via adesso da brava, dia qualche frustata ai ragazzi per farli muovere, mentre io prendo Tucci e mi faccio aiutare per i calcoli necessari... a proposito, dov'è Tucci?" la stanza era ormai vuota, lo scienziato, vedendo gli altri uscire dalla sala tattica, li aveva semplicemente seguiti dimentico di quello che stava facendo. Bueller sospirò. "Signor Strauss - riprese dopo un attimo calcando sul fatto che non l'aveva chiamato Capitano - lei ha una certa esperienza in combattimento, esperienza che ci sarà necessaria in questo frangente. Lei fungerà da Primo Ufficiale del... facente funzioni del facente funzioni. Questa cosa diventa più strana ogni giorno che passa." Strauss sorrise e fece un cenno affermativo con la testa.
"Beh? Siete ancora qui? Muoversi, il tempo è tiranno!" ordinò il Capitano della Hope battendo le mani come se spaventasse un branco di oche. "E ora... dove sarà finito quell'altro?"



USS Hope - Sala teletrasporo 3 - 9 Aprile 2395 - Ore 00:13 (un'ora all'alba)


"Ottimo Signor Tucci, la sua idea ha migliorato di molto la mia." commentò Ferris all'indirizzo del giovane scienziato.
"Il suo lavoro era ottimo Capitano, ma era necessario attendere una comunicazione proveniente dal continente per attuarlo. Però sfruttando il suo progetto ed utilizzando un laser come veicolo del segnale, possiamo teletrasportarvi in un punto a vostra scelta della capitale. Il problema però..." iniziò Tucci dopo un attimo di confusione.
"E' sicuro delle coordinate di quel vicolo?" si affrettò ad interromperlo Bueller e dallo sguardo confuso dello scienziato capiì che aveva perso il filo.
"Si Capitano, avevamo scansionato la capitale quando era apparsa la prima volta. Posso teletrasportarla nel vicolo vicino alla piazza. Non sembra che sia una zona trafficata."
"Ottimo! Voi siete pronti?" chiese Bueller calcandosi in testa il berrettino con visiera e aggiustandosi la maglietta a maniche corte con una strana scritta a caratteri incomprensibili.

Tutti quelli dell'away team avevano ora la pelle di un bel tono azzurro del tutto simile a quello di Xyr. Gli abitanti del pianeta, a parte le antenne, potevano essere scambiati facilmente per degli andoriani. Non era stato necessario nessun trattamento particolare da parte della dottoressa Graahn, le era bastato consegnare a tutti una pillola che interagiva con la pigmentazione della pelle.
Rodriguez era abbastanza ridicolo e continuava a guardarsi riflesso sugli schermi della sala facendo smorfie. Bueller aveva preferito non guardare il risultato del suo cambiamento e l'uomo della sicurezza, un cadetto di nome Quoo, che a dire la verità non si ricordava di aver mai visto a bordo, aveva l'aria disgustata e annoiata.
Le due donne invece erano spettacolari. Caytlin, in minigonna e top bianco era abbagliante. La cascata di capelli rossi spiccava come un faro nella nebbia. L'altra, il secondo 'uomo' della sicurezza, un cadetto di nome Qin, anche lei per chissà quale motivo sconosciuta a Ferris, portava un paio di pantaloni aderenti e una svolazzante maglietta bianca con uno scollo largo attraverso il quale aveva fatto passare il braccio sinistro.

"Complimenti signore - commentò il Capitano trovando difficile deglutire - direi che non ci noteranno affatto!" ma sorrise quando Qin gli fece un occhiolino di complicità.
"Stia tranquillo Capitano, sul pianeta vestono tutti in modo molto appariscente." lo tranquillizzò Rodriguez.

"Bene tutti sulla pedana e pronti al teletrasporto! Signor Gorshkova ci affidiamo a lei!" continuò Ferris lanciando uno dei suoi sorrisi disarmanti all'indirizzo della giovane addetta al teletrasporto che arrossì.

"Ma Capitano come..." iniziò Tucci
"Energia!" gridò allegramente il Capitano della Hope e lo scintillio del teletrasporto fece sparire i cinque in una cascata di lucciole.
"...farà a tornare?" chiese l'ufficiale scientifico alla pedana vuota.



Crellia - Capitale - 9 Aprile 2395 - Ore 00:14 (un'ora all'alba)


La prima alba, quella provocata dalla stella ormai quasi del tutto spenta, creava sul pianeta una luce spettrale. Dovevano essere quasi le sei, ora locale, ancora un'ora e il secondo sole, quello più luminoso e ben più letale per la popolazione, sarebbe sorto. L'aria, era calda già a quell'ora. Evidentemente lo scudo tratteneva il calore facendo vivere ai crelliani una perpetua estate.
La città aveva un aspetto non molto dissimile a quelle di altri mondi, ma le facciate delle case erano affrescate con colori sgargianti.

"Credo che siano vernici fosforescenti - suppose Rodriguez osservando una facciata dipinta di giallo canarino - probabilmente di notte la strada è illuminata come un albero di natale."
"Deve essere molto romantico..." commentò Caytlin.
"Si, se non ti viene un attacco epilettico." borbottò divertito Paulo "Da che parte?"
"Di la! - suggerì Bueller dopo aver dato una veloce occhiata al tricorder - Manteniamo un basso profilo. Non sappiamo quanta gente ci sarà ad accogliere la 'divinità'."

Ed in effetti ad accogliere il 'divino' Worrk non c'era assolutamente nessuno. L'unica presenza era quella di una donna, che al solo guardarla si capiva quanto fosse spaventata, e centinaia di casse impilate al centro della piazza.

"Grandi festeggiamenti eh! Dev'essere dura essere un dio su questo pianeta." commentò sarcastico il Capo Operazioni facendo capolino dal vicolo.
"Ha senso invece - mormorò il Consigliere della Hope picchiettandosi le labbra con la punta dell'indice - è un pianeta che per secoli, se non millenni, è stato protetto da uno scudo impenetrabile e ora, tutto ad un tratto, scoprono di non essere più soli e la loro stella sta per provocare una devastazione che potrebbe annientare la loro civiltà... credo che rimarrei anch'io chiusa in casa."
"Ma almeno una coraggiosa c'è!" disse Bueller indicando la donna nella piazza.
"Scommeto che si tratta di quella Dasha Ran Teris... credo che abbia pescato la pagliuzza corta." borbottò Paulo.
"Bene andiamo, approfittiamo della mancanza di spettatori."

I cinque si avviarono verso la donna guidati da Ferris. Si guardavano attorno come se aspettassero di vedere arrivare all'improvviso una folla festante, oppure una armata di torce e forconi.
Via via che la situazione rimaneva immutata, l'away team si avvicinò con sempre maggior sicurezza, fino a giungere dalla donna.
Indubbiamente era spaventata a morte. Se ne stava in piedi ad osservare il cielo e tremava come una foglia. Sembrava non essersi accorta dell'arrivo del gruppo e sussultò quando Caytlin le poggiò una mano sul braccio mormorando il suo nome: "Dasha?"

La donna, poco più che ventenne, si ritrasse spaventata vedendo cinque sconosciuti, ma parve calmarsi notando che non si trattava di dei o altre strane creature.

"Cosa ci fate voi qui?" chiese tornando a guardare il cielo.
"Siamo venuti per aiutarti. Pensiamo che il divino Worrk non si quello che dice di essere..." mormorò Caytlin contemplando il cielo di fianco alla donna.
"Tutto questo è successo perchè abbiamo abbandonato i nostri antichi dei e altri adesso rivendicano i loro possedimenti." rispose fatalista Dasha.
"Gli dei non vengono di persona, soprattutto a chiedere tesori..." commentò Ferris sbirciando le enormi casse accatastate. Per un attimo si chiese quale genere di articoli fossero da considerarsi un tesoro per i Crelliani.
"Cosa dite? Lo sanno tutti che gli dei sono già scesi su Crellia duemila anni fa. Grazie a loro il nostro continente è salvo e lo scudo che lo protegge rimane saldo."

Caytlin, Rodriguez e Bueller si lanciarono un'occhiata sorpresa.

"Vuoi dire che furono gli dei a creare lo scudo?" chiese Paulo.
"Ma certo! Che strane domande fate?" chiese lei troppo spaventata per essere sospettosa.

Il Capitano della Hope fece segno ai due colleghi di seguirlo e si avvicinarono alle casse dove i due uomini della sicurezza si erano seduti in modo molto svagato.

"Duemila anni fa è arrivato qualcuno e ha creato lo scudo?" chiese Bueller come se gli altri sapessero più cose di lui.
"Non ne ho idea, non ero qui." commentò infatti Rodriguez guadagnandosi un'occhiataccia dal Capitano.
"Ci possono essere tanti motivi per i quali i Crelliani abbiano una tale credenza - intervenne Caytlin - ma dato che il Signor Tucci non ha trovato una spiegazione per l'esistenza dello scudo, direi che la favoletta degli dei potrebbe non essere tale."
"Quindi hanno avuto già dei contatti con esseri tecnologicamente più avanzati..." sospirò Ferris.
"Magari anche più intelligenti di voi... di noi!" commentò il cadetto Quoo.
"Forse è il caso di chiederle chi erano questi dei, forse se riuscissimo a contattarli potremmo salvare questo mondo senza intervenire direttamente" propose Qin.
"Potremmo destare troppi sospetti... prima vediamo come si evolve la situazione. Voi rimanete qui e... continuate a fare quello che stavate facendo!" ordinò sarcastico Bueller guardando infastidito Quoo che si stravaccava sulle casse e poi si allontanò per tornare verso la donna.

"Calati un po' di più nella parte!" borbottò la donna della sicurezza guardando il compagno.
"Mi sto annoiando..." rispose l'altro.
"Hai sentito? Ci veneravano come dei!" sul viso della Qin comparve un sorriso soddisfatto.
"Non sono i primi e non saranno gli ultimi. Sai che novità!" sospirò Quoo facendo dondolare la gamba.
"E' per colpa di quelli come te se il Continuum è stato in guerra: troppo snob, poco curiosi e totalmente noiosi!" decretò la Q indignata.

Proprio nel momento in cui gli ufficiali della Hope tornavano accanto a Dasha, il cielo stellato fu di colpo oscurato. Misteriose ed inquietanti luci illuminarono di luce malsana la capitale riflesse e amplificate dallo scudo. La nave romulana era arrivata ed era maestosa quanto terribile a vedersi.

"Come faranno a teletrasportarsi attraverso lo scudo?" chiese Paulo bisbigliando
"Non ne ho idea. Dovranno inventarsi qualcosa se non vogliono rimanerci secchi." rispose Ferris con una scrollata di spalle.

=^=Dasha sei pronta ad incontrare il tuo Dio?=^= la voce del ferengi arrivò stentorea da una piccola trasmittende che la donna aveva fra le mani.
"Si siamo pronti..." balbettò la donna terrorizzata.
=^=Tieni aperto il canale così che possiamo portare la luce su di te!=^=

"Evidentemente hanno avuto la tua stessa idea..." commentò Caytlin.
"Tesi sperimentale innovativa?" chiese Rodriguez con tono divertito.
"Mmmpf!" sbottò Ferris di rimando.

Cinque tremolanti luci vermiglie crearono dei cerchi perfetti sul pavimento della piazza. Non sembravano stabili, ogni tanto uno sfarfallio minacciava di creare problemi ai malcapitati che si stavano teletrasportando.
Alla fine, dopo quelli che dovevano essere stati dei secondi d'inferno per il malcapitato addetto al teletrasporto, quattro sinistre figure apparvero con uno scintillio. Ne mancava una...
Incuriositi, tutti i presenti, portarono lo sguardo al cielo. In lontananza, a circa un chilometro d'altezza, una figura solitaria illuminata dalle luci della nave stellare, cercava di rimanere in equilibrio sullo scudo che circondava la città.
Per un attimo sembrò riuscire nel suo intento, sollevando scintille di energia nei punti dove il corpo toccava lo schermo di energia, ma poi iniziò a scivolare disegnando nell'aria una riga azzurrognola che acquistava via via sempre più velocità.
Bueller, sebbene non potesse sentire le grida del malcapitato, aveva una fervida fantasia e poteva immaginarsi perfettamente cosa quell'essere stesse provando in quel momento e dovette deglutire un paio di volte prima di riprendere il controllo.

"Divino Worrk, il benvenuto di tutta Crellia ti accolga!" mormorò Dasha impacciata. Sembrava non sapere se inchinarsi, genuflettersi o altro.
"Tutta Crellia? Siamo quattro gatti!" bisbigliò Rodriguez.

Il ferengi sembrò più interessato alle casse e fece segno ai suoi uomini, due nausicaani e un dosi, di andare a controllare. Infine rivolse la sua attenzione al comitato di benvenuto.
"Giovane Dasha, il Divino Worrk è arrivato. I doni del tuo popolo sembrano consistenti... vedremo se la quantità coinciderà con la qualità. Se saremo soddisfatti metteremo fine alla minaccia del vostro sole." commentò il ferengi sorridendo orribilmente con quei suoi denti radi e appuntiti.

"Cerchiamo un modo per portarlo in un luogo appartato lontano dalle sue guardie." Sussurrò Bueller ai compagni adocchiando quello che sembrava essere un bar o un locale del genere.
"Ci penso io - sussurrò il consigliere con uno scintillio nello sguardo - Signor Rodriguez vada intanto a preparare l'ambiente."

Mentre il Capo Operazioni si dirigeva verso il locale, Caytlin si fece avanti con fare ossequioso.
"Divino Worrk, è certo di non volersi rilassare prima di ripartire? Per quanto lei sia potente, anche il più grande guerriero necessita di riposo... sarò felice di soddisfare ogni suo desiderio." l'ultima frase fu quasi un sospiro che fece fremere i lobi del ferengi facendolo capitolare all'istante.
"Beh si... è stato un lungo viaggio e non mi dispiacerebbe bere qualcosa." La promessa di essere massaggiato sui grandi lobi aveva annebbiato le sue capacità di giudizio.

Il gruppetto si avviò verso il locale. I due delle squadra di sicurezza li seguirono allontanandosi dagli uomini di Worrk. Dasha rimase incerta su dove andare finchè Bueller non la prese per mano e, con un sorriso rassicurante, la portò con se.

Il locale era simile ad una taverna terrestre. Una sorta di pub con tanto di bancone e una vetrina piena di alcolici.
Rodriguez stava appunto annusando alcune bottiglie e preparava uno strano cocktail coloratissimo.

"Ecco divino, questo la aiuterà a rilassarsi." E mise il cocktail davanti al ferengi. Nel frattempo Caytlin gli sfiorò le orecchie da dietro con la scusa di voler toccare un essere superiore.
Worrk, stimolato dal massaggio Oo mox perse completamente interesse per tutto quello che gli succedeva intorno.

"Paulo porta qualcosa da bere ai servi del divino..." disse a voce alta per poi bisbigliare: "E digli che il divino ha deciso di lasciare ancora qui le casse e che devono tornare a bordo per il momento."
Rodriguez fece un sorriso furbo e uscì dal locale.

Dopo che i flash dei teletrasporti indicarono che i guerrieri avevano preso il largo, Rodriguez tornò soddisfatto all'interno.
"Come li hai convinti?" chiese Bueller incuriosito.
"Padroni... - iniziò con voce ossequiosa e nasale - il divino Worrk mi ha detto di dirvi che per il momento dovete tornare sul vascello stellare e che come recita la sua regola numero 22: 'Un uomo accorto è in grado di sentire quando il profitto è nell'aria!'"
"E hanno fatto quello che gli hai detto senza protestare?"
"Nonostante la mia recitazione credo che i collari esplosivi di cui sono dotati, abbiano aiutato a far rispettare un ordine così strano."
"Bene, allora appena hai l'occasione fagli sparire il comunicatore..." Rodriguez prese da una tasca un congegno ferengi e lo depose nella mano aperta di Bueller "Ed eventuali armi" da dietro la schiena prelevò un disgregatore klingon e lo mise insieme al comunicatore. "Prendi anche il comunicatore della ragazza per evitare che chiamino lei..." e Paulo depose anche questo insieme al resto.
Ferris lo guardò sorpreso e poi sollevò un sopracciglio "Anche il borsello..." Paulo sbuffò e mise anche una piccola sacca semi vuota sul mucchio di oggetti. Il Capitano la fece sobbalzare un po' sulla mano senza smettere di guardare il Capo Operazioni che sospirò tirando fuori delle barre di latinum.
"Tanto a lui non serviranno più..." commentò.
"Lascia perdere." commentò Bueller "Bene andiamo ad arrestare il divino Worrk."

I due si avviarono verso il ferengi che faceva sfacciati commenti sulla bravura della rossa indigena e Bueller gli si parò davanti puntando il disgregatore. "Regola dell'acquisizione 94: 'Donne e affari non vanno d'accordo' caro il mio divino."
Sentendo nominare una delle regole ferengi, Worrk aprì gli occhi spalancando la bocca sorpreso.

Ferris ne approfittò per infilargli il disgregatore in bocca "Divino Worrk, lei è in arresto..." sul viso del giovane si allargò un sorriso di vittoria.

"Siete impazziti? Chi siete voi? Non siete di Crellia! Cosa volete fare al divino?" balbettò terririzzata Dasha facendo un passo indietro.

"E addio Prima Direttiva..." commentò Rodriguez sospirando.