USS Erinle - Sala Macchine - 10 agosto 2396 - ore 14.44
Daeria fissò lo schermo del terminale di fronte a lei per un minuto buono, le bocca semiaperta e lo sguardo leggermente vitreo, prima di riscuotersi. Poco più avanti, il Guardiamarina Stevens diede di gomito al suo collega e si chiese sottovoce se al capo non fosse presa una paralisi facciale.
A Daeria non era presa una paralisi facciale, tuttavia quello che era accaduto era talmente sorprendente che se il loro primo ufficiale fosse entrato improvvisamente in sala macchine a cavallo di un unicorno e facendo nello stesso tempo giochi di abilità con delle torte al cioccolato lei non ne sarebbe rimasta più stupita.
Era appena riuscita a entrare nel computer della stazione. Solo che non aveva la più remota idea di come avesse fatto.
USS Erinle - Esterno Sala Conferenze - Contemporaneamente
Shinead si fece leggermente da parte mentre Toran le passava di fronte, accompagnato dal terzo micosiano. Nessuno di loro aprì bocca. I suoi uomini proseguirono nell'opera di installazione dell'apparato sensore che aveva fatto montare e i due passarono oltre senza rivolgere loro più che un'occhiata.
Mentre l'imponente alieno le passava davanti, l'ufficiale scientifico ne approfittò per osservarlo bene. Se si trattava di un ologramma era straordinariamente ben fatto, soprattutto considerando la distanza notevole a cui veniva proiettato. Non le sarebbe dispiaciuto dargli un'occhiata più da vicino, ma per ora si sarebbe accontentata di dare un'occhiata a qualsiasi lettura fosse riuscita ad ottenere, a prescindere da quanto straordinaria potesse essere.
Toran e l'ospite svoltarono l'angolo e lei tornò a rivolgersi al corridoio e alla sua squadra. Diede un'occhiata critica al padd che teneva tra le mani e fece tre passi avanti.
"I sensori vanno installati lungo tutto l'arco. Preferirei che non si accorgessero di essere analizzati. Non sappiamo come potrebbero prenderla," commentò indicando il soffitto del corridoio.
"Dovranno passarci sotto per rientrare in sala," annuì il tecnico più vicino.
"Esattamente."
"Tenente, solo una cosa..."
"Sì?"
"Perchè proprio dei sensori minerari?"
Shinead lo osservò per un momento con espressione pensierosa. "Ho avuto un'idea," disse solo, tornando ad abbassare lo sguardo sul proprio padd.
USS Erinle - Sala Macchine - 10 agosto 2396 - ore 15.12
Il database della stazione aliena era un incrocio tra un labirinto burocratico e la stratificazione di qualche decennio di informazioni accumulate secondo un ordine apparentemente casuale. Daeria intuiva vagamente che ci dovesse essere un ordine di fondo in quello che stava guardando ma la verità era che, se anche quell'ordine era presente, lei non riusciva proprio a vederlo.
Anche guardando la cosa dal punto di vista meno anticonvenzionale possibile, non riusciva a spiegarsi come fosse possibile che i rapporti sugli approvvigionamenti di vent'anni prima si trovassero mescolati alle letture dei sensori scientifici del mese precedente.
Onestamente era rimasta alquanto sorpresa e un po' delusa nel trovarsi davanti quel nodo gordiano di informazioni assolutamente inutili, soprattutto dopo la fatica che aveva fatto per entrare in quel database.
Si era aspettata della resistenza, naturalmente, ma lì si sfiorava il ridicolo. Aveva tentato ogni genere di algoritmo per hackerare il sistema, da quelli più comunemente insegnati in Accademia, ad alcuni di sua creazione, fino ad altri di ultimissima concezione che aveva ottenuto attraverso canali che sarebbe stato meglio evitare di sbandierare troppo in giro.
Niente aveva funzionato. Non solo, Daeria aveva chiaramente avvertito la sensazione di essere sbeffeggiata dal sistema che stava tentando di violare.
Poi, improvvisamente, aveva ottenuto l'accesso. Non era sicura del motivo, dato che niente di quello che aveva fatto sembrava aver avuto troppo successo, ma la sua perplessità era stata spazzata via dal semplice desiderio di vedere cosa fosse così ben nascosto là dentro.
La risposta era un bel niente. Almeno in apparenza.
Eppure... eppure, percepiva ancora quella sensazione di beffa, come se quel dannato sistema si stesse prendendo gioco di lei.
USS Erinle - Esterno Sala Conferenze - Contemporaneamente
Shinead ebbe appena il tempo di voltarsi prima che Daeria le piombasse addosso dall'altra parte del corridoio. Fece istintivamente un passo indietro e per poco non inciampò in una cassetta degli attrezzi lasciata a terra da uno dei tecnici.
La boliana, senza fiato nemmeno si fosse fatta di corsa tutta la strada dalla Sala Macchine a lì passando per i condotti di servizio, si chinò sulle ginocchia, apparentemente in cerca d'aria.
"Sono... sono qui?" boccheggiò.
Shinead la guardò per un momento, vagamente allarmata. "Chi?"
"I... i..." l'altra indicò con cenni enfatici la porta della sala conferenza, come se questo spiegasse tutto.
"I micosiani?" suggerì Shinead.
Daeria annuì.
"No, sono andati a fare un giro. Ti senti bene?"
"Li hai... già analizzati?" la boliana parve riuscire a prendere abbastanza fiato da riguadagnare la posizione eretta.
"No, sto finendo di montare gli apparati." La donna gettò uno sguardo al fondo del corridoio nel caso i suddetti micosiani fossero improvvisamente ricomparsi. "Ma si può sapere che succede?"
"Sono riuscita ad entrare... nel computer della stazione."
Shinead annuì, attenta ma apparentemente perplessa.
"E' stato difficile," aggiunse l'altra.
"Immagino sia normale..."
"Molto difficile."
"Ah."
"Ma ce l'ho fatta."
"Ne ero certa." Shinead gettò un'occhiata dietro di sè, ai tecnici ancora intenti a montare i sensori secondo le sue istruzioni.
"Ma non so come ho fatto."
La coda dell'occhio dell'ufficiale scientifico colse un movimento e lei si voltò a redarguire un tecnico. A metà della frase però parve realizzare cosa aveva detto l'altra.
"In che senso, non sai come hai fatto?"
"Ho provato di tutto," spiegò Daeria gesticolando. "E quando dico di tutto, intendo tutto. Poi, puff, all'improvviso ero dentro."
"Puff?"
"Puff. Credevo fosse stato uno dei miei algoritmi, ma ora penso ci sia dell'altro. Il database dentro era un casino, un misto di rapporti vecchi e informazioni inutili, mal scritte e mal conservate. Ma sotto il ciarpame c'era dell'altro e credo che qualcuno volesse che io ci arrivassi."
L'altra donna la guardò per un momento, in apparente riflessione. "Ti hanno dato accesso dall'esterno?"
Daeria annuì. "Credo di sì."
"Chi?"
"Non lo so. Ma il punto non è questo. Ho scoperto perchè questa stazione è così importante," aggiunse in fretta la boliana. "Non è solo una stazione. E' un'arma. E ha uno scopo preciso."