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DS16GAMMA - MISSIONE 23 RSS DS16GAMMA - Missione 23

23.04 "Dubbi"

di Durani della Casata di Kanjis, Pubblicato il 17-02-2020

Deep Space 16 Gamma, Alloggio Tenente Durani - 20/11/2399, ore 18.09


Durani non aveva molta voglia di lavarsi, sebbene il suo corpo lo necessitasse per ristorarsi dopo più di un'ora infilata nello spazio angusto di quel condotto di ventilazione, al termine del suo già prolungato turno di servizio.

Ci era entrata, pressoché controvoglia, quando aveva capito che era l'unica del terzetto di ufficiali a poterlo fare.

Aveva, in pratica, obbedito ad ordini celati, in quanto nemmeno esplicitati, e, soprattutto, al suo buon senso.

Si era perciò rimangiata ogni tipo di brontolio od osservazione sul fatto di come avevano anche solo potuto pensare Riccardi e Th'Tharek che non fosse del tutto disdicevole per una Klingon ficcarsi in quel pertugio ristretto a fungere da cavia esploratrice?

In tutte le culture, persino quella Terrestre, quelle funzioni da segugio erano lasciate ad animali o a personale considerato inferiore alla casata dei guerrieri.

Il fatto di aver vissuto tanti anni in cattività lontana dal suo pianeta natale ed a contatto con la molteplicità culturale permeante l'Accademia della Flotta Stellare, aveva permesso a Durani di sorvolare sulla indecorosità della situazione per molti esponenti della sua specie.

Inoltre, ci teneva lei, per prima, a trovare qualche traccia utile: c'era qualcosa che le lambiccava il cervello... qualcosa che non riusciva a mettere a fuoco... e che, come un tarlo, la tormentava...

Sperava di rintracciare qualche elemento utile nel condotto di ventilazione, ma, a occhio e croce, era stato un buco nell'acqua: Riccardi aveva deciso di proseguire le indagini coi suoi, ma la griglia di uscita, da lei stessa scovata, sbucava in un ambiente troppo ampio per essere in qualche modo d'aiuto.

E probabilmente era proprio quella frustrazione che più le dava fastidio... non il fatto di esser strisciata in quello spazio angusto e polveroso, per quanto ripulito dal personale apposito secondo schemi di diagnostica e controllo periodico.

Anche perché... e Durani lasciò per un momento le sue preoccupazioni... a dirla tutta, anche quando si era incontrata l'ultima volta, al di fuori della stazione, col suo giovane compagno Koroth, avevano consumato un violento atto di passione in uno spazio non molto superiore a quello del condotto di ventilazione.

La base si era appena salvata da una possibile pandemia, la quarantena era stata un male necessario, ma sofferto... ed occorreva ad entrambi una valvola di sfogo: a lei per scaricare la tensione, a lui per sbarazzarsi della preoccupazione per la di lei incolumità.

Il bisnonno Kheldas avrebbe disapprovato. Lasciarsi prendere dagli impulsi emozionali in pubblico non era tipico dei Kanjis. La loro Casata era nota per il grande autocontrollo, magari scarso per altri popoli, ma ben superiore alla media Klingon. Era quello che li aveva da sempre resi una delle famiglie guerriere più temute e rispettate.

Lo sapeva benissimo... e probabilmente anche suo fratello Tanas ed i loro genitori l'avrebbero rimproverata.

Ma l'istinto e la passione, per una volta, avevano preso il sopravvento e Durani ripensò a quegli attimi con nostalgia e piacere.

D'altronde, lei non poteva contare sulle comodità e agiatezze dell'ambasciata Klingon su DS16 per godersi attimi di intimità col proprio compagno, in assoluta riservatezza.

Come faceva Tara...

La mente di Durani si soffermò, come se volesse distrarsi dalla preoccupazioni contingenti, sulla parola compagno.

Era la prima volta che pensava a Koroth in quel modo: la differenza di età fra loro non era tanta, ma nemmeno poca, e, cosa non meno importante, fra i due era lei la più vecchia... presto o tardi il suo amante si sarebbe stancato... e la cosa, probabilmente, l'aveva convinta, sin dall'inizio, di provare solamente una cotta passeggera.

Così l'aveva venduta a se stessa ed al patriarca della sua Casata, ma il vecchio Kheldas aveva sorriso, uno dei rari sorrisi che sfoderava in famiglia... forse aveva intuito prima di lei che la cosa non era così superficiale come Durani pensava che fosse?

In effetti, quello fra lei e Koroth era un rapporto strano, nato in un momento particolare: quell'alleanza improvvisa dei Muzak durante i Giochi della Gioventù, dovuta, in tutto e per tutto, ad un banale scambio di battute fra loro due, aveva permesso ai Kanjis di provare di non aver mai perso l'onore.

Finalmente era noto a tutti che loro avevano combattuto contro un'ingiustizia perpetrata per sete di potere dai K'Ploct e dai solo accoliti... una guerra senza battaglie offensive, in quanto Kheldas non aveva mai consentito ad attaccare flottiglie Klingon, ma si era sempre difeso dagli attacchi altrui.

Con l'azione dei Muzak, i K'Ploct erano stati messi in scacco ed le loro macchinazioni rivelate.

Col passare del tempo, quindi, Durani aveva iniziato a giustificare la sua passione come dipendente non solo dalla giovane età di Koroth, e nemmeno dalla sua peculiare conformazione fisica, più slanciata e meno tozza rispetto agli standard della sua razza, ma intensamente corroborata da un profondo sentimento di riconoscenza.

Era indubbio che i Kanjis avessero un debito d'onore da estinguere e questo sicuramente era un legame profondo fra i due giovani.

Un vincolo che mai si sarebbe estinto, se non fosse prima stato saldato.

Un legame, tipico della razza Klingon, che, tuttavia, non avrebbe dovuto mantenere quell'aspetto sentimentale e passionale fra i due che, invece, lo permeava vivamente.

I deboli tentativi di Durani di far desistere Koroth erano naufragati di fronte alla testardaggine di quest'ultimo che era stata assolutamente encomiabile.

Durani si era detta che il tempo avrebbe affievolito il tutto... eppure era passato già un anno ed il loro legame restava solido.

Lui era giovane... enormi possibilità di svagarsi con altri elementi di sesso femminile le aveva avute, ma non sfruttate.

Allo stesso modo, anche Durani aveva ricevuto avances e proposte da elementi del clan di protettori guidati da Stilgar che, al loro arrivo su DS16, ci avrebbero messo zero secondi ad eliminarla per il bene dell'Impero.

Ora invece la rispettavano, la temevano ed erano più propensi a voler cercare da lei altro che combattimenti con la Bat'leth.

Ciò nonostante, né lei aveva acconsentito, né lui aveva ceduto e la loro unione, al posto di disgregarsi per la lontananza, si era cementificata.

Si erano visti pochissimo, e per tempi molto ristretti, eccezion fatta in occasione del processo contro i K'Ploct... processo mai realmente avvenuto vista la strage che aveva colpito l'intera Casata di traditori... gli unici a subire l'onta della condanna erano state alcune famiglie minori, semplici burattini e seguaci senza onore come i M'untokh.

In quel mese scarso, avevano trascorso numerosi momenti assieme, complice il fatto che i Muzak si erano offerti di ospitare i Kanjis fino al completo ripristino del loro buon nome ed onore.

Cosa che era avvenuta, in una seduta ristretta dell'Alto Consiglio, a cui Durani non aveva potuto partecipare. Si trattava pressoché di un unicum della storia Klingon ed i cosiddetti "cerimonieri" si erano dovuti addentrare molto indietro nel tempo per trovare qualcosa di idoneo che si confacesse alla situazione.

Si era stabilito che solo i Patriarchi potessero partecipare, nessun delegato, nessun rappresentante, nessun Consigliere che non fosse capo supremo della propria Casata.

Cosa fosse veramente accaduto, Kheldas non gliel'aveva mai rivelato... quello che era noto a tutti, invece, fu che, dopo un vibrante discorso da parte del Patriarca dei Klaa, l'Imperatore stesso aveva annullato la precedente errata decisione del Consiglio, ordinando una serie di azioni compensatorie a favore dei Khanjis.

Un onore enorme l'esposizione in prima persona dell'Imperatore, una sorte di restauratio imperii a favore della sua Casata.

Eppure, anche nella magnificenza dell'occasione, qualcosa non le quadrava... perché c'erano sempre aspetti che Durani non riusciva a cogliere? Nello sguardo di Kheldas oltre all'orgoglio, alla fierezza, alla dignità nel vedere ristabilito ciò che ingiustamente era stato tolto, c'era un velo di tristezza ed amarezza... per chi era caduto nella lotta?

Sicuramente, ma c'era altro... e non sarebbe mai riuscita a scoprirlo da sola.

Prima della partenza verso DS16, però, il bisnonno l'aveva presa da parte rivelandole quella cosa per lei sconvolgente: i K'Ploct, con tutta la loro boria, prepotenza, arroganza... non erano i veri artefici di quanto avevano patito... il piano del loro Patriarca era astuto e diabolico, ma qualcun altro, nell'ombra, aveva consentito che ciò accadesse.

I nemici dei Kanjis avevano perso un nome, un volto, uno stemma, ma continuavano ad essere presenti: lei e Tanas, come tutti i supersiti della Casata, ne dovevano essere consapevoli.

La cosa l'aveva turbata particolarmente e solo tre ore di passione con Koroth erano riuscite a calmare, almeno in parte, la sensazione di disgusto ed insofferenza che l'avevano attanagliata.

Quella sensazione di dover combattere contro nemici invisibili era la stessa che l'aveva fatta scattare rivedendo le immagini della strage compiuta utilizzando il corpo del povero Ramar Roberts a sua completa insaputa contro i Vakiris?

O c'era dell'altro?



Deep Space 16 Gamma, Ambasciata Vulcaniana - 20/11/2399, ore 19.39


=^=Comunicazione in entrata dalla USS Wayfarer=^= annunciò il computer di bordo.

T'Lani non si scompose minimamente... finì di sorseggiare la sua bevanda e si accomodò in un ampio divano a due posti con fare solenne, quasi marziale... se non fosse stata lei, si poteva presumere ad un atteggiamento altezzoso, ma chi la conosceva bene, sapeva che non v'era malizia in quello: desiderava solo approcciarsi al meglio alla conversazione con la sua interlocutrice.

Dopo qualche interminabile momento, diede il suo assenso ad uno dei suoi assistenti che digitò sulla consolle: un grazioso schermo con finiture richiamanti simboli storici Vulcaniani scese dal soffitto della camera che si mise in penombra, con una soffusa luce rosata.

Non era un'amante del genere, ma quell'approccio luminoso le indicava che la trasmissione era stata messa sotto protezione anti intercettazioni.

C'era qualcosa che non le tornava pienamente, ma non sapeva identificare la fonte del problema, o... per meglio dire, la problematica essenziale era l'enorme carenza di informazioni sui Vakiris e, a maggior ragione, sui Dekenekak.

Come facevano i secondi a sapere, con anticipo, del Primo Contatto fra i Vakiris ed i Klingon?

Come potevano immaginare che il primo approccio multi specie si sarebbe tenuto proprio su DS16 Gamma?

Per quale ragione voler compiere una strage di tal genere proprio su una base stellare della Flotta Stellare, adoperando come un burattino proprio un ufficiale federale, e non limitarsi ad eliminare i Vakiris, infiltrandosi fra loro, nel loro territorio, sulle loro navi?

E quanti Dekenekak potevano esservi a bordo?

Uno solo?

Più di uno?

Uno a bordo della nave Klingon ed uno arrivato in anticipo sulla DS16 Gamma?

D'altro canto, per essere una persona poco informata sui Dekenekak, l'Ambasciatore O'Hucler le era parso sin troppo smanioso di raccontare a tutti la loro storia ed il tentativo dell'Unione dei Pianeti Vakiris di aiutarli... ma che confine poteva mai esservi fra aiuto ed intromissione?

Inoltre, possibile che, intesi come corrispondenti della Federazione, il loro territorio non fosse mai stato adocchiato dagli esponenti del Dominio?

I Vakiris visivamente non sembravano in grado di poter reggere ad un'invasione... qualcosa non le tornava.

Aveva fatto svolgere attente indagini, ma poco si era scoperto sui Vakiris se non che fossero ottimi medici e scienziati ricercatori. Probabilmente anche buoni ingegneri, ma poco altro... nessun aspetto degno di approfondimento, se non pennellate qua e là di informazioni superficiali.

Si era fatta dare dai suoi assistenti i resoconti... o, forse meglio, chiamarli rapporti delle loro indagini... al termine, il suo umore si poteva osar dire essere quanto meno seccato dalla scarsità di informazioni.

Non le aveva lette prima della riunione d'emergenza con l'Ambasciatore Vakiris e le altre delegazioni, si era basata esclusivamente sul rapporto accurato che le era stato sottoposto. Peccato che la ricostruzione, per quanto meticolosa e ben fatta, avesse delle fondamenta troppo fragili.

Erano stati contattati degli esuli Rakharan, appartenenti a famiglie dissidenti rispetto al Governo in auge... molti di loro erano già nati in territorio federale per poter essere di aiuto: avevano, pertanto, solo dato qualche informazione generica.

Lo stesso potevasi dire di quanto ottenuto coi Wadi... il loro approccio a trabocchetti ludici si era scontrato sin da subito con la richiesta di informazioni logiche ed obiettive dei vulcaniani che li avevano etichettati come poco utili e le loro informazioni rasentare una perdita di tempo.

Identico deludente risultato era stato ottenuto con gli Skreean ed i Paradani.

A completare il quadro erano stati contattati sia i Karemmani, con le debite attenzioni vista la loro vicinanza anche politica alle Forze del Dominio, sia i Vidiani.

A rileggere i rapporti, T'Lani aveva compreso che qualcosa non le tornava: tra le righe aveva intuito che i primi sembravano conoscere i Vakiris, ma starne alla larga... i secondi sembravano stimare molto le loro conoscenze mediche di ricerca xeno genetica.

Aveva sul proprio pad un numero consistente di contatti di medici, Vulcaniani e non, cui porre alcune domande... ma c'erano cose che solo i vecchi sanno o ricordano... aspetti e sfumature che si colgono soltanto col passare degli anni, dei decenni...

Aveva due luminari, quasi coetanei, su Vulcano, entrambi insegnanti all'Accademia delle Scienze, che si sarebbero fatti in quattro per aiutarla, ma T'Lani aveva bisogno di altro.

Qualcosa che solo una mente esperta, ma geniale ed abituata a pensare in maniera alternativa in ambito medico poteva darle.

Sullo schermo apparve il volto di una donna, molto avanti negli anni, ma con un viso liscio, quasi levigato, se non per qualche ruga decisamente pronunciata sotto al naso, attorno alla bocca e sul collo. Un ovale impreziosito da due occhi azzurrissimi incorniciati da capelli color cenere con spruzzate di bianco vivo.

=^=Ambasciatrice T'Lani, quale onore=^= esordì la donna mentre accarezzava la testa di un cane.

"Debbo dire che riesce sempre a stupirmi Ammiraglio."

=^=Stupire una Vulcaniana è già difficile, una del suo rango ed esperienza, praticamente impossibile... quale necessità angustia il vostro cervello da riesumare una vecchissima amicizia come la mia?=^=

"Affermare la nostra anzianità non aiuta. Sebbene possa dire che invecchiate bene quanto noi Vulcaniani... siamo quasi coetanee e mi sembrate in ottima forma"

=^=Se la mia mente non gioca brutti scherzi, sono più giovane io di cinque o sei anni... e per quanto riguarda le mie giunture, cigolano che è un piacere... quindi non direi che possiamo paragonare le nostre due anzianità... io me la cavo con i miei intrugli medici... nulla in confronto alla pura e semplice genetica Vulcaniana... ma dubito che tu mi abbia chiamato per questo motivo... risentire un'amica dei tempi che furono che non senti da tempo immemore.=^=

"Touchè... come direste voi umani, e specialmente quel vecchio volpone di Picard..."

=^=O suvvia... T'Lani... è in pensione pure lui da almeno quindici anni... ci manca poco che apriamo il reparto geriatrico... le mie primavere stanno diventando troppe... sto inseguendo la vecchia canaglia di McCoy... cosa hai da chiedermi?=^=

"Mi domandavo se nella tua carriera o nelle tue ricerche da pensionata, prima di imbarcarti sulla USS Wayfarer, tu abbia avuto modo di conoscere o di avere informazioni su due specie del Quadrante Gamma: i Vakiris ed i Dekenekak"

L'umana, il Vice Ammiraglio in pensione, Vanessa Reis Squiretaker, prima spalancò gli occhi, poi li socchiuse e parve riflettere a lungo... così a lungo che T'Lani si trovò involontariamente a sollevare un sopracciglio pensierosa e perplessa.

Era una cosa che, solitamente, in pubblico, si sforzava di non fare per mantenere assoluto aplomb e non dar modo all'interlocutore di turno di percepire in lei alcunché... ma in quell'occasione non era sicura che la donna stesse ancora sentendola o si fosse assopita...

All'improvviso la vide saltare su in piedi con il cane tutto scodinzolante intorno...

=^=Eureka... ci sono... non mi dicevano niente questi nomi Dekenekak e Vakiris... ma poi mi sono ricordata... i Vakiris dovrebbero essere una specie di enormi scarafaggi ciechi che gesticolano... il problema è che, da quanto ricordo, in realtà vedono benissimo, hanno una visione proveniente da non mi chiedere che punto del loro corpo... non sono occhi veri e propri, ma un sistema visivo lo hanno... a cui aggiungono il movimento degli arti superiori per focalizzare distanze e conformazioni degli spazi in cui si trovano... hanno colonizzato, se così si può dire, un piccolo sistema solare... indicativamente più piccolo di quello che ruota al Sole Terrestre...=^=

"A parte la vista, questo concorda con le informazioni in mio possesso"

=^=Aspetta che non ho finito... a dispetto delle loro apparenti deficienze visive ed abilità tattili, sono invece ottimi analizzatori, studiosi, ricercatori, e scienziati dediti alle sperimentazioni più disparate... per loro gli esperimenti su creature viventi sono assolutamente la norma... prendono cavie e svolgono i loro test di potenziamento fisico e mentale... o qualunque cosa che li passi in mente...=^=

"Questo come lo sai? Noi abbiamo appena avuto un Primo Contatto con loro..."

=^=Noi sì, ma alcune specie del Gamma direi di no... =^=

"Che intendi dire? Tutti quelli da noi contattati hanno dato risposte evasive..."

=^=E per forza... non posso metterci la mano sul fuoco, anche perché, spero e ci conto che mi possano servire ancora per molti anni, ma pare che dietro alla loro apparente pacifica cultura similare a quella della Federazione, si celano esperti xeno biologi pronti ad utilizzare le proprie conoscenze con sperimentazioni eugenetiche prelevando, con la forza se serve, filamenti di DNA da testare sui propri simili... con conseguenze più o meno disastrose=^=

"Hai prove di ciò?"

=^=No, ma ho conosciuto uno di quelli che loro chiamano Dekenekak... o quella roba là... il nome per me risulta impronunciabile... si tratta di un bellissimo ragazzo, anche perché la loro piena maturità non supera i vent'anni umani dal punto di vista fisico e non invecchiano stile i Ba'Ku... se sai cosa intendo... questo è dovuto ad una sorta di nebbiolina argentea rossastra che pervade i loro corpi separandosene periodicamente per motivazioni genetiche che non conosco. Sulla Terra ci fu un periodo storico in cui alcuni individui sembravano possedere qualcosa di simile, dal nome tipo Patronus, ossia una creatura difensiva posta a tutela dell'incolumità fisica del possessore... ma la cosa non fu mai provata... quindi etichettata come magia prima, invenzione assurda per bambini poi... Quello che ti posso dire è che pochi della sua specie sono sopravvissuti e sono tutti in cattività. La maggior parte sono stati catturati e sottoposti ad esperimenti...=^=

"Da parte dei Vakiris?"

=^=No... credo che loro siano solo alcuni dei tanti che hanno tentato di sottomettere questo popolo del tutto pacifico... da quanto posso ricordare, il risultato ha portato a due risultati differenti: coloro i quali hanno mantenuto inalterate le loro qualità sono fuggiti... coloro i quali, invece, sono stati terribilmente torturati o hanno perso del tutto la ragione, o sono diventati pupazzi alla mercé di sicari ed assassini che li utilizzano per le loro nefandezze, ma il grosso credo sia rimasto sul loro piccolo pianeta natale... che dovrebbe essere giusto alle porte del sistema degli scarafaggi... si insomma dei Vakiris...=^=

"Questi ultimi dicono che i Dekenekak sono molto aggressivi e farebbero di tutto per ucciderli"

=^=Non saprei, ma, anche se fosse, come dar loro torto? Esseri modificati geneticamente col terrore di essere nuovamente vivisezionati, o peggio, anche dai propri vicini di casa? lo farei anche io... userei ogni mezzo a mia disposizione per difendermi...=^=

"Anche infiltrarsi su una base della Federazione per uccidere un'intera delegazione scientifica Vakiris?"

=^=Ne dubito fortemente, ma non lo escluderei se fossero proprio loro gli artefici di esperimenti potenzialmente letali.=^=

"Spiegati meglio"

=^=Ti ripeto... gli esuli sono pacifici e riservati... ne conoscevo solo uno, ma da quanto ricordo non vogliono essere trovati e sicuramente non agirebbero in tal modo... quelli fuori di senno, che io sappia, durano pochi mesi dalla loro pazzia... la ionizzazione corporale se non controllata è degenerativa... il grosso di quel popolo, che già ha subito menomazioni eugenetiche, si dovrebbe essere rinchiuso nel pianeta d'origine uccidendo tutti coloro che si addentrano su di esso... restano coloro che sono al soldo di assassini e fuorilegge... solitamente fantocci che, per volontà o perché costretti, obbediscono al loro solido, chiunque esso sia... anche se non escludo che ci sia qualche gassoso che si sia messo in proprio per vendicarsi, utilizzando esattamente quelle qualità che altri volevano barbaramente sfruttare per i loro fini...=^=