Home Home
 
 
 
 
 
 
DS16GAMMA - MISSIONE 23 RSS DS16GAMMA - Missione 23

23.10 "Tre topolini ciechi"

di T'Lani , Pubblicato il 09-06-2020

Deep Space 16 Gamma, ufficio del capitano - 23/11/2399, ore 01:30


"Questa immagino sia quella che i terrestri chiamano una boutade, capitano - disse Ono corrugando la fronte - Ma non è molto divertente. Sono sicuro che anche un allievo al primo anno dell'Accademia le potrebbe dire che non si può lasciare girare impunemente per lo spazio della Federazione l'autore di una tale serie di delitti... Non importa quanto siano giustificate possano sembrare le sue azioni - ai suoi occhi, perlomeno!" - si guardò intorno: "...Anche agli occhi di alcuni di noi, vedo" - concluse secco.
"Non bisogna dimenticare nemmeno l'interesse della Federazione in questa faccenda - intervenne l'ambasciatrice T'Lani - È vero che i Varikis hanno compiuto un crimine terribile ai nostri occhi... E naturalmente, nei miei rapporti alla Presidenza della Federazione Unita dei Pianeti, avrò cura di sconsigliare una attuale alleanza con loro. Ma non possiamo pretendere che una razza che fino a pochi giorni fa ci era completamente sconosciuta possa adeguarsi ai nostri concetti di giusto o di morale... E perfino di crimine."
"Cosa? Vuol dire che non faremo niente?" - domandò Claire inorridita.
"In effetti, non possiamo fare niente - rimarcò Ono - Quello che hanno subito i Dekenekak è terribile, ma è successo lontanissimo dalla nostra giurisdizione. Possiamo occuparci solo di quello che è successo qui"
"Magari, una volta stabilite le normali relazioni diplomatiche - aggiunse T'Lani - Usarle per far capire ai Varikis i nostri punti di vista sull'eugenetica... Una attività che dovranno abbandonare se il loro governo mira realmente ad una alleanza con la Federazione."
"Capisco - disse asciutta Claire Drillrush - E questo è nell'interesse della Federazione, vero?"
Claire colse un movimento con la coda dell'occhio. Steje Aymane si era avvicinato al replicatore: "Posso?"
"Ma certo. Questo sarà il suo studio, dopotutto" - fece Claire.
"Può replicare anche qualcosa che non sia cibo, spero" - fece Steje, premendo il pulsante: "Un mazzo di carte da gioco terrestri. Da quaranta carte" - afferrò il
mazzo appena replicato e iniziò a rigirare le carte tra le dita. Dalle carte ne estrasse tre: un fante di picche, una donna di picche, un fante di cuori, che mostrò ai presenti prima di rimescolare il mazzo.
"Cos'è, si annoia, capitano?" - domandò T'Lani, corrugando la fronte.
"Oh, no - si schiarì la voce il capitano Aymane, continuando a mescolare le carte, Come potrei?"
Andò ad appoggiarle sul bordo della scrivania di Claire: "In effetti, ho trovato la discussione molto interessante. Questioni di giurisdizione, che cos'è giusto, ingiusto, la relatività della morale secondo le diverse culture... Un altro po' e finiremo per tirare fuori la prima direttiva. Con tutto il rispetto, signori: dobbiamo concentrarci sul problema. Nonostante quello che ho detto poco fa, sono d'accordo che il solido mutaforma e i due gassosi debbano essere fermati. Non fosse altro che per impedire a Garda e soci di usare qualche altro poveraccio come hanno fatto con il comandante Roberts."
"E lei si concentra giocando a carte?" - domandò il commodoro.
Steje alzò una mano: "La prego, mi segua... Io ho estratto tre carte, prima. Ve le ricordate? Beh, ve lo dico io: erano un fante di cuori e due carte di picche. Per
trovarle, possiamo scorrere tutto il mazzo..." - riprese il mazzo dalla scrivania e aprì le carte a ventaglio. Riunì di nuovo le carte e iniziò a suddividerle di fronte a loro come per una partita di poker: "...Oppure, possiamo dividere le carte in tanti mucchietti, ed esaminare ogni mucchio separatamente, sapendo che i nostri tre amici, i due fanti e la donna di picche non possono stare a lungo separati, ma devono necessariamente stare insieme" - con un colpo di mano, girò le carte che si trovavano di fronte a Claire.

"Mi ricordi di non giocare mai a poker con lei, capitano!" - disse, fissando i due fanti e la donna di picche.
"Mi perdoni, capitano - interloquì T'Lani sollevando una mano - Metafore a parte, non credo di capire che cosa stia suggerendo di fare. Dividere? Cercare in gruppi più piccoli? Su questa Base ci sono molte più di quaranta persone, e non credo che si faranno manipolare come le sue carte"
L'ambasciatrice non sembrava particolarmente colpita dalle abilità da prestigiatore di Aymane, pensò Claire.
Steje poggiò di nuovo le carte sulla scrivania: "La registrazione che abbiamo trovato ci fa capire che la missione che avevano qui i Dekenekak può considerarsi esaurita. Un bel successo per loro! Che cos'altro potrebbero avere da fare su Deep Space 16 Gamma? Anzi, più restano a bordo, maggiori sono le probabilità che la Sicurezza della Base si renda conto che qualcosa non quadra con l'apparente ricostruzione degli eventi. Quindi, sanno di dover sloggiare!"
"Questo è evidente - replicò la vulcaniana - Venga al punto, capitano"
Steje sospirò appoggiandosi allo schienale della poltrona con aria sognante, e incrociò le dita dietro la testa: "Poniamo il caso che la Base debba essere evacuata - alzò le spalle - Per un qualunque motivo. Ce ne inventeremo uno. Blocchiamo i teletrasporti: tutti i passeggeri dovranno usare i moli per imbarcarsi. Uno per volta. E ai moli, metteremo una trappola"
"Che tipo di trappola?" - domandò Claire Drillrush.
"Direi sensori per la ionizzazione, ma in realtà non importa molto. La trappola dovrà solo essere ben visibile... La nostra donna di picche si nasconde bene in un mazzo di carte, ma vedrà quel mazzo assottigliarsi a mano a mano e a quel punto cercherà di fuggire, con l'aiuto dei gassosi."
"Continui!" - lo esortò Ono, interessato.
"Con i teletrasporti tutti bloccati e la sicurezza visibilmente impegnata a scansionare tutti coloro che si imbarcano sui moli, ci sarà un solo modo per il solido per salire a bordo di una nave... Attraverso i condotti che collegano i magazzini alle stive di carico delle navi."
"Ci sono molti magazzini, su questa Base" - fece notare Claire.
"Ma non ci sono così tanti condotti di carico!" - ribatté Steje - Ed è proprio lì che dovremo mettere la vera trappola per i nostri tre topolini"
"Tre topolini ciechi..." - commentò tra sé l'ambasciatrice. Si alzò in piedi, imitata dagli altri: "Non credo di potervi essere d'aiuto per la cattura dei Dekenekak. E' molto tardi... Domani mattina cercherò piuttosto di mettermi in contatto con il governo Varikis. Dobbiamo loro delle spiegazioni per la morte del loro ambasciatore, oltre che dei loro scienziati. Con il vostro permesso..."

Chinò graziosamente la testa in segno di commiato, prima di andare via. Il commodoro attese che le porte le si fossero richiuse alle spalle, quindi si rimise a sedere, e si rivolse al capitano Aymane: "Onestamente, non capisco - sbuffò - Passi per il solido, ma che genere di trappola può catturare i due gassosi?"
Steje assentì: "Questa si che è una buona domanda! E credo che dovremmo chiamare qui il comandante Rogers, il dottor Ch'Idrani e il tenente Riccardi per rispondere..."



Deep Space 16 Gamma, ufficio del capitano - 23/11/2399, ore 03:00


"Escluso! - sbottò deciso il dottor Ch'Idrani - Non metterò un essere senziente in un tubo di stasi se non per ragioni mediche! Sono un dottore, non un secondino!" - si girò verso Riccardi e aggiunse, borbottando: "Senza offesa per la Sicurezza, intendo!" - Tornò a guardare verso il capitano Aymane: "E poi, chi ci dice che il teletrasporto d'urgenza della sezione medica sia in grado di catturare tutte le molecole di un essere senziente gassoso? Potrebbe esserne smembrato... E' orribile!"
"Stiamo solo facendo delle ipotesi, dottore..." - lo rabbonì Claire Drillrush - Il teletrasporto d'urgenza diretto in una cella di stasi è solo una di queste."
"Tenga conto che si tratta di criminali! - aggiunse il commodoro Ono - Ha visto anche lei che cosa un solo gassoso sia stato in grado di fare... E siamo sicuri che ce ne siano due, in giro per la Base, adesso!"

Nammo non aveva bisogno di ricordarlo. Le immagini le aveva viste e le aveva ben presenti, per sua sfortuna!
Lanciò un'occhiata alla sua destra, dove sedeva il comandante Rogers.
L'ufficiale scientifico fissava uno stilo per dipad che teneva tra le mani, con uno sguardo assorto che al dottore non diceva niente di buono. Gli ultimi giorni dovevano essere stati un terribile stress per quell'uomo, pensò il dottore. Peccato che sulla Base non ci fosse più un consigliere...

Si riscosse. Stava parlando Alessandro Riccardi: "...No, non prevedo problemi per l'evacuazione della Base. Sono state fatte prove di evacuazione in precedenza, i protocolli sono stabiliti e sono ben chiari a tutto il personale. Basta solo stabilire che tipo di giustificazione dare ai civili"
"Quindi il problema principale che rimane è quello di come catturare i Dekenekak" - disse Steje- "Credo di avere io una idea" - disse Ramar Roberts.
Nammo sussultò, girandosi verso il bajoriano. L'uomo posò lo stilo sulla scrivania, con un gesto calcolato: "Il problema principale è: come prenderli. Se riusciamo a spingere il solido mutaforma e i due gassosi all'interno di uno spazio da noi controllato, come i condotti di carico di cui parlava il capitano, per esempio, possiamo chiudere lo spazio tra due campi di forza..."
"Ne abbiamo già parlato - sbuffò il commodoro Ono - Non possiamo lasciarli in un condotto di carico in eterno. Ma non possiamo teletrasportarli, perché non potremmo essere sicuri di prendere tutte le molecole dei gassosi"
"Si, invece... Se avremo messo all'interno dei condotti di carico un tappeto di nanospugne. Le molecole entreranno in queste nanostrutture reticolare, venendo catturate dalle forze di Van Der Vaals, e si collegheranno alle superfici formando uno strato liquido, piuttosto stabile. Ci sarà un leggero calore, ma non sufficiente ad uccidere i gassosi."
"Come possiamo saperlo con certezza? - domandò Nammo - Non sappiamo nulla della loro fisiologia. Quello che per noi è solo un leggero calore, potrebbe uccidere un'altra specie senziente!"
L'ufficiale scientifico scrollò le spalle: "Quando il vayumaya mi ha invaso, non è stato minimamente danneggiato dall'esposizione alla mia temperatura corporea. La temperatura sviluppata all'interno del condotto non sarà superiore alla mia."
"E poi?"- domandò Riccardi.
"Poi, potremo teletrasportarli senza rischio né per loro né per noi in una gabbia a tenuta stagna. Una nuova immissione di calore riporterà i gassosi alla loro forma originaria... Sempre che la si possa definire una forma."