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DS16GAMMA - MISSIONE 23 RSS DS16GAMMA - Missione 23

23.11 "Partenze e arrivi"

di Tara Keane, Pubblicato il 11-06-2020

Deep Space 16 Gamma, Plancia - 23/11/2399, ore 13:00


Era passata circa un'ora da quando l'ordine di evacuazione del Comandante Drillrush era risuonato in ogni angolo della stazione e, da quel momento, dopo qualche attimo di turbamento da parte dei civili, i quali temevano che il pericolo per un'eventuale distruzione della Base a causa di una non meglio imprecisata disfunzione fosse imminente, file ordinate di esseri di razze diverse si dirigevano ai moli d'imbarco assegnati loro. Gli uomini della Sicurezza, guidati da Riccardi, controllavano il regolare deflusso della gente e diversi erano piazzati ai lati di quelli che a tutti gli effetti erano dei rivelatori di ionizzazione.

Gli ufficiali in plancia quasi tenevano il fiato, perché finora non era scattato nessun allarme dai condotti dove Roberts e Keane avevano sistemato le trappole, e nell'aria cominciava a serpeggiare il timore che in un qualche modo gli assassini gli fossero passati tra le mani, senza lasciare tracce.

Dopo altri lunghissimi cinque minuti uno dei sensori d'allarme installato in uno dei condotti di carico, cominciò a lampeggiare.

"Ci siamo!" disse Roberts dalla sua postazione.

"I Gassosi sono stati catturati dalle nano spugne?" chiese Drillrush dalla sua poltrona, sentendo strana accanto a lei la presenza di Aymane, perché Th'Tharek stava coadiuvando Riccardi nell'evacuazione della Base.

"Si Signora, la trappola ha funzionato alla perfezione." Confermò Durani al Tattico.

"Molto bene: i suoi campi di forza sono a prova di Gassoso ?" chiese a Keane ottenendo uno sguardo che voleva dire *scherzi, vero Claire?*, anche se la risposta fu:

"Certo Capitano!"

"Allora trasferiamoli nella cella che abbiamo preparato per loro: adesso Durani."

La klingon attivò i comandi e qualche secondo dopo diede conferma che i prigionieri erano nella cella loro assegnata.

"Signori, ottimo lavoro. Commodoro Ono, Capitano Aymane andiamo a sentire cosa hanno da dire!"

=^=Th'Tharek il piano ha funzionato, sospenda l'evacuazione. Riccardi, mi raggiunga alla prigione.=^=

Quindi si alzò e si diresse al turbo ascensore seguita dai due uomini.



Deep Space 16 Gamma, Sezione detenzione - 23/11/2399, ore 13:15


Nella cella il muta forma aveva ripreso le sembianze femminili di Anna Todd, la forma con cui si era presentata alla base, e guardava sprezzante gli Ufficiali della Federazione dall'altra parte del campo di forza. I due gassosi, appena visibili come un lieve disturbo del campo visivo, fluttuavano ai lati della muta forma.

"Sono il Capitano di DS16 Gamma, Comandante Drillrush e, in nome della Federazione Unita dei Pianeti, vi dichiaro in arresto per l'omicidio della delegazione scientifica dei Varikis. Sarete trasferiti a bordo della nave del Commodoro Ono e poi portati sulla Terra dove subirete un processo per le terribili azioni di cui vi siete macchiati: avete qualcosa da dichiarare?"

La donna non abbassò lo sguardo e con un ghigno che sembrava un sorriso inquietante, rispose:

"Noi combattiamo per la libertà del nostro popolo e quello che abbiamo fatto non è niente, in confronto a quello che la nostra razza ha subito per mano di quegli esseri abominevoli che sono i Varikis! Se la vostra Federazione è così equa come sostiene, il processo renderà giustizia alla nostra causa." Detto questo, si mise a sedere sulla branda presente nella cella, con i due gassosi che la circondavano come a farle da schermo.

I quattro ufficiali, si guardarono, consci che la cosa si sarebbe trascinata a lungo e che adesso era pane per i denti della diplomazia della Federazione.

Riccardi rimase per controllare che i campi di forza funzionassero alla perfezione, gli altri 3 uscirono dalla zona detentiva e Drillrush si rivolse a Ono " Commodoro non appena la sua nave avrà attivato i protocolli per contenere i gassosi, ve li trasferiremo a bordo."

"Molto bene Comandante e , anche se siamo partiti col piede sbagliato, devo ammettere che ha risolto la questione in maniera esemplare. Arrivederci." Disse con un sorriso e porgendole la mano per salutarla.

Claire fu sorpresa dal cambio di atteggiamento del Commodoro, ma al contempo ne fu compiaciuta: aveva rischiato, minimo una nota di demerito e adesso invece .....

"E adesso Capitano Aymane le posso affidare la mia Base tranquillamente, senza carichi pendenti. Mi raccomando, la tratti bene e si fidi dei suoi uomini: sono tutti in gamba e ottimi professionisti. Io," disse portando le mani al ventre con un gesto protettivo "per un po' avrò altro cui badare!" e un sorriso le illuminò il viso.

Steje la guardò ammirando la luce che sembrava illuminarle il volto, probabilmente a causa della gravidanza e la rassicurò dicendole che la lasciava in buone mani.



Deep Space 16 Gamma - 24/11/2399, ore 17.30


Il giorno seguente, sulla stazione, tutto era tornato alla normalità, quasi come se nulla fosse accaduto nelle giornate appena passate.

T'Lani aveva parlato a lungo con il Segretario personale del defunto Ambasciatore o'Hucler ed era riuscita ad ottenere che una delegazione Varikis, andasse sulla Terra, sia per seguire il processo come parte lesa, sia per approfondire la conoscenza delle usanze dei vari mondi che componevano la Federazione.

Rogal, in nome dell'Impero Klingon, aveva quasi tagliato i ponti con quella cultura dopo che era stato stabilito che usavano vigliaccamente l'eugenetica, pratica aborrita dall'Impero dai tempi del tentativo di creare klingon potenziati con quella tecnologia, e che aveva causato però, danni superiori ai benefici.

I romulani al contrario, sembravano molto interessati alle loro conoscenze in quel campo, e secondo T'Lani stavano organizzando forme d'interscambio "culturale" che secondo lei era meglio monitorare. Il Commodoro Ono era ripartito con il suo carico di prigionieri, ben sorvegliati, vista le loro notevoli capacità. La Stazione spaziale aveva ripreso la sua routine, tranne che per il Comandante Claire Drillrush, che rientrata nei suoi alloggi, si concesse un lungo sono ristoratore, prima di prepararsi a lasciare la Base per tornare sulla Terra, dove ricongiungersi col suo compagno e far nascere il suo bambino, con la giusta tranquillità.



Deep Space 16 Gamma, Zona Klingon - 28/11/2399, ore 23.15


L'anziano consigliere camminava con aria soddisfatta lungo il corridoio che dal ponte d'attracco principale portava all'ambasciata Klingon. Nessuno sapeva della sua presenza sulla base spaziale: aveva deciso di fare una sorpresa alla figlia e per questo non aveva detto niente a nessuno, nemmeno al comandante della stazione. Aveva deciso tutto all'ultimo e, in poco tempo, aveva organizzato il trasporto per passare inosservato. Arrivato su DS9 con la nave ammiraglia del casato VodleH, si era poi imbarcato su una nave passeggeri diretta a DS16 con l'identità che usava quando voleva viaggiare in incognito, ordinando al Capitano della sua nave di raggiungere DS16 quarantotto ore dopo. Ora, però, per portare a compimento la sua sorpresa gli serviva l'aiuto dell'ambasciatore Dothrak e adesso, anche se l'ora era tarda, stava camminando a passo veloce verso l'ambasciata Klingon per concordare con lui gli ultimi dettagli per la sorpresa da fare a Tara. Sapeva che l'ambasciatore faceva uso di una guardia personale, ma i Suvwl'lw schierati davanti alla porta del suo appartamento privato, erano veramente impressionanti. Niente però poteva fermare un consigliere dell'impero Klingon in missione speciale!

"Sono il Consigliere Gh'art devo parlare con l'Ambasciatore immediatamente!"

"Mi dispiace Consigliere ma l'Ambasciatore ha dato ordine di non essere disturbato per nessun motivo" rispose la guardia di destra senza nemmeno muovere un muscolo.

L'anziano Klingon, non essendo abituato a essere messo in attesa, rimase un attimo costernato dalla risposta della guardia, ma in breve si riprese e cominciò a inveire contro il guerriero vestito di rosso con una serie d'improperi così violenti e rumorosi, da far uscire Rogal per controllare chi si permetteva di fare tanto fracasso davanti alla sua porta a quell'ora. Non che stesse dormendo, anzi da quando Tara aveva preso l'abitudine di passare la notte nel suo alloggio, le ore dedicate al riposo vero e proprio erano diminuite drasticamente, ma la soddisfazione che traeva dalla sua compagnia era impagabile.

Non appena apri la porta, riconobbe subito chi si trovava davanti, avendolo visto nei ritratti di famiglia che ricoprivano un'intera parete dell'alloggio della sua compagna. Ripromettendosi di fare un discorso alle sue guardie in seguito, fece entrare Gh'art nell'appartamento, scusandosi per il comportamento dei suoi uomini.

"Mi spiace, ma se avessimo saputo del suo arrivo, l'avremmo accolta come merita. Tara sarà felicissima di vederla." Disse Rogal facendolo accomodare.

"In realtà la mia presenza qui riguarda proprio mia figlia. Ma vedo che ha compagnia " disse Gh'art guardando la tavola apparecchiata per due " non voglio disturbarla, la mia sorpresa può aspettare domani. Se ha un alloggio in Ambasciata da assegnarmi, mi ritirerò a riposare e potremo parlare domattina. La lascio alla sua serata!"

Nel frattempo fece più attenzione al suono di un violino che proveniva dalla stanza accanto, un'antica melodia terrestre che aveva già sentito altre volte, suonata dalle agili mani di...

"TARA!" Esclamò sorpreso e girandosi a guardare meglio il possente Klingon che lo fissava con aria perplessa, chiese: "È mia figlia che sta suonando nella stanza accanto?"

"Ovviamente! Per quale motivo dovrei ospitare un'altra donna nella mia camera? Per chi mi ha preso?" Rispose Rogal, offeso che il padre di Tara potesse pensare che frequentasse anche altre donne oltre a lei.

Poi notando l'espressione incredula del Consigliere, gli domandò: "Mi scusi Gh'art, ma lei è a conoscenza che io e sua figlia ci frequentiamo?"

"No! E da quanto tempo intrattenete questa relazione?" esclamò con la rabbia che gli montava nella voce.

"Ufficialmente da un anno circa!" rispose Rogal.

"Un anno? E cosa intende per ufficialmente?" Ripeté Gh'art alzando il tono della voce.

"Beh sa, all'inizio della relazione, visti anche i nostri rispettivi ruoli, abbiamo preferito tenere tutto segreto... ma credo che Tara le potrà spiegare meglio."

"A quanto pare stare troppo tempo a contatto con i terrestri, le ha fatto scordare come una figlia debba portare rispetto al padre!" rispose Gh'art amareggiato, lasciandosi andare sulla poltrona che aveva di fianco. Rogal guardava l'anziano klingon, entrato solo cinque minuti prima con tutta la spavalderia tipica della sua razza e del suo rango, e che adesso, così abbattuto com'era, sembrava portare sulle spalle tutto il peso dell'età, e provò per lui una sincera compassione e allo stesso modo sentiva nascere dentro un sentimento strano per lui, che aveva provato solo poche altre volte: una certa delusione nei confronti di Tara per come si era comportata col padre.

Quindi si sedette sul divano posto di fianco alla poltrona e, con estrema delicatezza, cominciò a parlare a Gh'art di lui, della sua famiglia e di come aveva conosciuto Tara e del forte sentimento, che da subito, aveva provato per lei.

Nella camera da letto nel frattempo, Tara ignara di quanto stesse accadendo nella stanza accanto, terminò i suoi studi col violino, e, mentre riponeva il prezioso strumento nella sua custodia, sentì delle voci provenire dal salotto: Rogal stava parlando con qualcuno, ma era quasi certa che lui non avesse appuntamenti di lavoro per quella sera. Uscì, quindi, a veder chi era venuto a fare visita ma, varcata la soglia, si fermò, perchè anche da dietro poteva riconoscere la cara figura del padre, intento a conversare tranquillamente con Rogal.

"Padre?!" chiese con l'espressione di un bambino sorpreso ad aver compiuto una marachella.

"Oh Tara, figliola, hai visto che bella sorpresa ti ha fatto il tuo vecchio?" disse Gh'art girandosi verso la figlia e alzandosi per ricevere l'abbraccio della figlia, che, riavutasi dalla sorpresa, si lanciò tra le sue braccia: era davvero troppo tempo che non assaporava il calore di quelle forti braccia e che non ne sentiva il profumo. Fu Gh'art il primo a staccarsi dall'abbraccio e prendendo la figlia per le spalle e guardandola serio, dritto negli occhi, le chiese:

"E adesso vuoi dirmi, di grazia, qual è il motivo che ti ha spinto a tenermi segreto il fatto che frequenti questo Klingon, il cui onore e valore mi sembrano più che evidente?"

"Sì Tara, sarei proprio curioso anch'io di conoscerne il motivo!" rilanciò Rogal che, alzatosi dal divano, si era messo dietro al di lei padre, con le braccia incrociate e con uno sguardo tra l'offeso e il divertito: era proprio curioso di vedere come se la cavava adesso Tara. Si ricordava perfettamente, di come un anno prima era stata lei a spingere per rendere palese la loro storia, per poi scoprire che lei non aveva detto niente a nessuno, nemmeno alla sua famiglia!

Tara si sentiva in colpa come quella volta di tanti anni prima, quando ancora bambina appena giunta su Qo'nos si era intrufolata sul caccia da combattimento del suo defunto fratello, disobbedendo al padre che le aveva negato categoricamente il permesso, perché all'epoca Gh'art sperava ancora di farne una perfetta femmina klingon, ubbidiente ai doveri verso il Casato. Lei si era divertita un mondo, apprendendo i primi rudimenti di volo dal suo adorato fratellone, ma, al rientro, il volto deluso del padre che la aspettava alla banchina d'attracco, era un'immagine che ancora le faceva dolere il cuore, più che la solenne ramanzina che fece a entrambi.

"Mi dispiace, so di avervi deluso e non credo che me la caverò dicendo che volevo tutelarvi in qualche modo!"

"Tutelarci da cosa, bambina cara?" disse Gh'art, il cui amore sconfinato per quell'unica figlia femmina l'aveva portato a sfidare anche il Consiglio, obbligandolo ad accettarla come erede del Casato, nonostante fosse femmina!

"Beh... proverò a spiegarvi. Papà il nostro amore è forte e sincero, ma ci sono motivi che non posso spiegare, legati anche ai nostri rispettivi ruoli, che potrebbero ostacolare il nostro futuro insieme e, poiché ormai ti eri quasi rassegnato al fatto che non trovassi un compagno, ho pensato che tenerti all'oscuro, ti avrebbe protetto nel caso noi ci dovessimo separare in un futuro. E Rogal, tu non sai da quanto tempo in famiglia aspettano che io decida di sposarmi e se avessi detto di noi, sua moglie, che adoro, ma che a volte è davvero asfissiante, avrebbe cominciato a organizzare le nozze senza nemmeno lasciarmi finire di dire che stavo con te!"

Sentendo quelle parole Rogal, che ben conosceva le difficoltà che affrontava ogni giorno nel far accettare ai suoi uomini la relazione con lei e che, al momento, era tollerata, solo perché lui aveva detto che lei era solo divertimento, niente di serio, cosa che se fosse giunta alle orecchie di Tara, non se la sarebbe cavata tanto facilmente. Quindi abbassò le braccia e, da offeso, si sentì in colpa per il suo comportamento vigliacco.

"Tara, tu sai che il mio vecchio cuore ha sopportato ben di peggio!" disse Gh'art riferendosi alla morte improvvisa del suo primogenito, nel vile attentato che aveva ucciso anche la madre di Tara, suo passato grande amore, divenuta poi la più cara delle amiche!

"Lo so, ma temevo che un'altra delusione te lo potesse spezzare definitivamente, e questo non lo potrei sopportare. Se la storia tra noi fosse proceduta come spero faccia, tu saresti stato il primo a saperlo, te lo giuro!"

Il vecchio avvicinò la figlia e le diede un lieve bacio sulla fronte, poi le disse dolcemente:

"Sai che non riesco a portarti rancore. A quanto pare chi venne per sorprendere, fu sorpreso! Vieni, sediamoci qui e parliamo, ci sono molte cose che vorrei sapere!"

Rogal rimase in piedi e disse "Vi lascio un po' d'intimità, credo che adesso dobbiate parlarvi a quattr'occhi. Consigliere, noi riprenderemo il discorso domattina." e si accomiatò da padre e figlia, rientrando nella sua stanza da letto con un pensiero che gli frullava in mente da qualche minuto.

*E adesso come faccio a cavarmi fuori da questo inghippo senza causare una guerra tra Casati?* In effetti non si era ancora posto il problema di come continuare la relazione con Tara, senza sposarsi, per evitare che i suoi uomini la uccidessero solo perché mezzosangue, e, allo stesso tempo, non offendere un casato importante come quello dei Vodeh.