DS16 Gamma
Alloggio Guardiamarina Sati e Guardiamarina Lorelax
25/08/2401 - ore 13:50
I polsi le facevano un male da impazzire. Forse era stato questo a risvegliarla dal torpore. Anche la testa le faceva male, come se qualcuno le stesse inserendo dei chiodi nelle tempie. I polsi erano legati. C'erano voci nella stanza.
Si costrinse a tacere, a tenere gli occhi chiusi. Non riusciva a distinguere bene le voci, o a capire che cosa stesse accadendo. Anche lo sforzo di ricordare era doloroso, ma doveva farlo. Prima... Prima era stata in camera da letto, a guardare un messaggio di sua madre. Aveva sentito la porta dell'alloggio che si apriva, ma Lorelax era in bagno...
Non aveva fatto in tempo a dire neanche una parola, a dare un avvertimento. E poi... E poi era per terra. Lorelax si era sporto dal bagno, ma una forma umanoide si era frapposta tra lui e lei, e quindi...
Ricordava gli occhi di Lorelax vicino ai suoi, prima che l'universo tornasse inghiottito dal buio.
Aveva le mani legate. Strette. Troppo strette, dietro la schiena.
Avvertiva accanto a sé, sul letto, la massa del corpo di Lorelax, il suo respiro contro la sua nuca. Tutto questo è reale, pensò. Lorelax disteso accanto a lei sul loro letto, i legacci dietro la schiena che le facevano pulsare le mani intorpidite. Anche le voci erano reali.
Addestramento, pensò, con sarcasmo. Aveva passato anni all'Accademia della Flotta Stellare, ma nessuno dei suoi insegnanti l'aveva preparata a questo. Solo l'istinto di autoconservazione le aveva impedito di aprire gli occhi, di guardare quelli che l'avevano legata, che avevano aggredito lei e Lorelax. Si concentrò sulle voci. Non riusciva a distinguere le parole, ma le voci erano almeno in due... No, tre. C'era anche una donna. Avvertì anche un'altra voce, più leggera e acuta. Una bambina.
Ci fu il suono di una risata, quindi dei passi e il rumore familiare della porta che si apriva.
Sati si arrischiò a socchiudere gli occhi, in tempo per vedere sulla parete il riverbero della luce del corridoio alloggi, prima che la porta si richiudesse. Non c'erano più voci nella stanza accanto, né rumore di passi.
Con uno sforzo, si tirò su a sedere. Nessuno venne a darle un'altra dose di narcotico, o di qualunque cosa fosse. Il suo compagno era disteso accanto a lei, con il naso schiacciato sul cuscino e la bocca aperta. Rotolò sul letto, cercando di dargli uno scossone: "Lorelax... Svegliati! SVEGLIATI!" -
Il suo compagno non si mosse. Se non avesse sentito il suo respiro pesante, Sati avrebbe potuto pensare che fosse morto. Non era morto, non sarebbe morto... Sempre che non gli avessero dato una dose eccessiva di narcotico.
Respinse il pensiero. Doveva chiedere aiuto.
Gli uomini e la donna che li avevano aggrediti sarebbero potuti tornare da un momento all'altro e narcotizzarla di nuovo, o anche ucciderla. E se invece non fossero tornati? Non li avrebbero cercati prima di un giorno e mezzo, quando lei avrebbe dovuto presentarsi al turno. Il che significava niente cibo e niente acqua per un giorno e mezzo, forse anche due. Doveva agire subito, dolore o non dolore.
Il comunicatore era sulla divisa, che aveva sbattuto sulla poltrona accanto al letto subito dopo essere rientrata dal turno. A pochi passi da lei, ma tanto fuori portata dalle sue mani legate che avrebbe potuto trovarsi su un altro pianeta.
DS16 Gamma
Infermeria
25/08/2401 - ore 13:50
C'era qualcosa di strano nella dottoressa Bly Dorien. Il capitano Aymane la osservò per un istante, prima di rendersi conto di che cosa lo avesse colpito.
La dottoressa sprizzava furia da tutti i pori. Non che facesse niente di strano. Qualcuno che non l'avesse guardata in viso, o che non avesse imparato a conoscerla bene, probabilmente non avrebbe notato nulla. Era in piedi, accanto al lettino su cui era stata distesa la piccola Gracy, intenta ad osservare i dati che scorrevano sul monitor, ma aveva in volto una espressione cupa che non le aveva mai visto, e della quale non l'avrebbe ritenuta capace fino a quel momento. Non lontano dal lettino di Gracy, giaceva la maestra, apparentemente priva di conoscenza. Dei rigeneratori cellulari pulsavano sulla larga ferita
della donna. Rerin si avvicinò al letto della maestra, rivolgendo a bassa voce delle domande all'infermiere che la teneva sotto controllo.
Aymane invece si avvicinò a Gracy. La bambina giaceva sul lettino, con le treccine bionde un po' scomposte sul cuscino, ancora semi addormentata. Si agitava mormorando parole smozzicate che il traduttore universale non riusciva a interpretare. Aymane non aveva una grande esperienza di bambini, e si chiese se quella reazione fosse tipica per una bimba sottoposta a una esperienza stressante.
"No, non lo è" - rispose la dottoressa Bly, a bassa voce, allontanandosi bruscamente dal lettino per venire loro incontro - Alzò una mano: "Giuro, non la stavo ascoltando, ma i suoi pensieri erano talmente evidenti che nessun betazoide sarebbe riuscito a ignorarli. No, questa non è una reazione tipica. E' invece assolutamente indotta"
"Indotta? - chiese Rerin, avvicinandosi - Indotta da cosa?"
La dottoressa puntò il dito su un numero sul monitor accanto al biolettino: "Il bioscanner ha trovato tracce evidenti di anestetico e di una droga della quale vi risparmierò il nome scientifico. Vi basti sapere che è nota nei peggiori bar della Federazione come 'oubliette'. Significa piu' o meno 'dimenticatoio', in una lingua di Sol III. Il francese, credo."
"Dimenticatoio?" - fece Aymane. I suoi occhi scattarono verso il lettino su cui era distesa la bambina. La piccola si lamentava debolmente.
Bly accennò di sì: "Si. Perché ha l'effetto di provocare una amnesia parziale. Per inciso, ne è vietato l'uso su tutti i pianeti della Federazione. Anche una minima quantità di oubliette può costare al possessore un lungo periodo in una colonia di riabilitazione"
"Ma... La bambina sta bene?"
"Per il resto, si - sbirciò il primo ufficiale - Non ci sono tracce di aggressione di alcun tipo, se è questo che le ha fatto rizzare le antenne sulla testa, comandante Rerin. Ma quelle droghe non sono certo entrate nel suo sangue per caso!"
"Se non altro, possiamo escludere una volta per tutte che Gracy si sia chiusa nell'armadio del ristorante da sola" - commentò Rerin - "Non che ci abbia mai creduto nessuno..." - aggiunse Aymane - Comunque, immagino che quella droga voglia dire che Gracy non è in grado di dirci niente sui suoi rapitori, vero?"
Bly Dorien scrollò le spalle: "Ne dubito molto. Per quanto la droga non possa aver circolato a lungo nel suo sistema nervoso..." - non terminò la frase.
Aymane rimuginò tra sé. Non c'erano state navi in partenza dalla Base, dal rapimento della bambina in qua. Chiunque avesse ferito la maestra e preso la bambina era sicuramente ancora a bordo della Base. Questo significava un nuovo blocco delle partenze da DS 16 Gamma, con tutto quello che comportava per le proteste che gli sarebbero arrivate dai comandanti dalle navi mercantili di passaggio. Dovevano prenderli, pensò Aymane, ed anche in fretta, prima che le pressioni per far riaprire gli approdi diventassero insostenibili.
"Voglio la mamma!" - piagnucolò la bambina. Bly Dorien accorse al lettino: "Stai tranquilla, Gracy. La mamma sta arrivando. Il capitano, qui... - accennò verso di lui - Si sta occupando di farla arrivare il più presto possibile. Appena starai bene, il capitano ti porterà dalla tua mamma. Vero, capitano?"
"Certo!" - disse Aymane.
Gracy lo guardò diffidente, quindi scoppiò a piangere e si rizzò a sedere sul lettino, cercando rifugio tra le braccia della dottoressa: "Non voglio! Non voglio andare con lui!"
Aymane la fissò un po' imbarazzato, quindi si trasse indietro, mentre la dottoressa cercava di tranquillizzare la piccola. La betazoide oltre la spalla della bambina articolò le parole "andate fuori di qui" senza pronunciarle.
=^=Tenente Warren a capitano Aymane=^= La chiamata improvvisa trasse il capitano dall'imbarazzo. Premette il comunicatore: "Qui Aymane. Dica, tenente"
=^=Sto controllando le holocamere della Passeggiata. Credo di aver trovato qualcosa di interessante. Può venire?=^=
Senza nascondere il suo sollievo, Aymane rispose: "Ma certo. Arrivo subito!"
Rerin e il capitano Aymane infilarono la passeggiata. Gli uomini della sicurezza avevano transennato la zona dove era stata rapita la bambina, ed un paio di loro facevano scorrere il traffico dei curiosi che cercavano di allungare lo sguardo verso il luogo del delitto.
Dentro il recinto transennato, Rerin scorse Riccardi intento a prendere olografie della zona. Altri uomini della sicurezza, completamente rivestiti in tute bianche, facevano delle rilevazioni con dei tricorder ad alta sensibilità.
Dopo pochi minuti, Steje e Rerin approdarono nella sezione scientifica. Il tenente Warren era seduto alla sua postazione. Warren si rizzò sulla schiena vedendo entrare i due ufficiali e accennò ad un saluto.
"Lasciamo perdere i convenevoli, tenente... dica subito che cosa sta facendo e che cosa ha trovato di tanto interessante!" - esclamò Aymane, avvicinandosi alla scrivania.
"La risposta alla prima domanda è semplice - disse Warren - Sto esaminando le registrazioni delle holocamere durante l'interruzione di corrente sulla Passeggiata."
"Credevo che non avessero registrato nulla di utile... O sbaglio?" - domandò Rerin, allungando il collo per guardare sullo schermo che attirava tanto l'attenzione dei due ufficiali.
"A prima vista, è così - disse l'uomo. Premette dei tasti sulla sua consolle - E in effetti, le prime analisi che ho fatto, non davano nessun risultato. Ma adesso, guardate!" - disse, allontanandosi per permettere loro di vedere lo schermo.
Dapprima lo schermo apparve completamente nero. Rerin fissò interrogativamente Warren, che gradatamente modificò l'immagine: "Non molti sanno che per rendere una immagine olografica, le moderne holocamere devono registrare non solo l'aspetto, ma anche la massa degli oggetti che entrano nel loro campo d'azione. Allora, ho provato a isolare il segmento del file che registra la massa... e guardate qua!"
Rerin sussultò. Quello che prima era uno schermo completamente nero, adesso riportava delle sagome dai colori indefinibili. Con un po' di sforzo, identificò nelle righe in fondo l'ingresso del ristorante della passeggiata. Le righe venivano interrotte da figure in movimento, alcune più piccole, altre più grandi.
"Sono i bambini! - disse Aymane, fissando le figure più piccole - Non si possono distinguere meglio?"
"Temo di no... Ma guardate, adesso!"
Sullo schermo, era apparsa una figura umanoide alta e segaligna, legata ad un'altra figura molto piccola.
"E' la maestra umana... probabilmente stava portando alla toilette la piccola Gracy"
La figura si bloccò un istante, come colta di sorpresa proprio di fronte all'ingresso del ristorante. , ma subito si voltò di nuovo verso l'ingresso. La piccola che era Gracy improvvisamente ebbe uno strattone, come sollevata da qualcosa che pure non si vedeva. La figura segaligna si gettò in avanti, cercando di riprendere Gracy, ma subito ricadde all'indietro, colpita da qualcosa che l'immagine non era in grado di riprodurre. Warren bloccò la riproduzione.
"Non è esattamente il filmato rivelatore!" - commentò Rerin - Non ci dice nulla di più di quello che sapevamo già... o che avevamo già capito da soli, sulla dinamica dell'evento"
"Io credo che ci dica qualcosa di più, numero uno..." - disse Aymane.
Si girò verso Warren: "E' così, vero, tenente?"
Warren assentì: "Si capitano... C'è un solo possibile motivo per cui le holocamere non sono state in grado di riprendere nemmeno le masse dei rapitori, ed è
lo stesso per cui nessuno è stato in grado di vederli avvicinare alla piccola per fare il colpo"
"Ossia, quegli uomini dovevano indossare delle tute stealth" - completò Aymane.
"Tute stealth... Ma chi può averle? Romulani? Quel genere di tecnologia è vietata nel territorio della Federazione!" - disse Rerin.
"Non vuol dire che non sia stata sviluppata, da qualche parte... In qualche gruppo" - disse il capitano - ...Qualche gruppo di mercenari!"