Actual Log / Deep Space 16
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Episodio 14 - File.rtf
14.01 - Lama klingon
14.02 - Scacco ai Clan
14.03 - Vecchi regali
14.04 - Consapevolezze
14.05 - La quarta fazione
14.06 - Di assassini, di
            eroi e di altre
            canzoni

14.07 - Di nuovo sulla
            breccia

14.08 - Doppio nenmico
            stessa guerra

14.09 - ...in stesura...
Deep Space 16 Gamma - Episodio 014

Titolo (da definire)

[14.02 - Shivhek - Scacco ai Clan]

Bar della passeggiata - 08 aprile 2393 - Ore 09:00

Riccardi entrò nel locale e fu raggiunto dal boliano che da poco aveva rilevato la gestione del bar.

“Comandante, una cosa terribile… TERRIBILE. L’ho scoperta solo ora… e stavo per chiamarla…”
“Parli chiaro Signor Bomox, cosa è successo?” nel mentre faceva un cenno convenzionale ai suoi uomini di porsi a controllo delle uscite del bar.
“Il magazzino… il retro… è terribile!” il boliano stava tremando.

Riccardi, senza aggiungere altro, entrò nel magazzino e vide il corpo di un cardassiano accasciato su una pozza di sangue.
Toccò subito il suo comunicatore, chiamò rinforzi e diede ordine ai suoi già sul posto di bloccare le uscite, dopodiché chiamò il Dottor Sonx ed il Capitano.
Poi il dubbio, che come un tarlo si insinuava nella sua mente, iniziò ad occupare tutti i suoi pensieri, chiedendosi insistentemente come facesse il Capitano a sapere che ci fossero problemi al Bar della Passeggiata, riservandosi di parlarne con lei appena possibile ed in privato.

Bar della passeggiata - Ore 09:05

Gli uomini della sicurezza stavano interrogando tutti i presenti, proprio quando il Capitano entrò seguito dal Comandante Khish.

“Signor Riccardi?”
“Sì Capitano, la vittima è Jarad Kalan, assistente del Legato Enid Varen. Ha una ferita sull’addome procurata da una mek’leth klingon, grossolanamente ripulita ed abbandonata sul luogo del delitto. Nessuno ha visto niente, nemmeno il barista…”

Il Capitano lo interruppe e si rivolse al Dottor Sonx.

“Dottore?”
“La vittima riporta una vistosa ferita sull’addome in corrispondenza del fegato, recidendo l’arteria mesenterica. La morte è sopravvenuta per dissanguamento in pochi minuti.”

Il Capitano si rivolse nuovamente verso il Capo della Sicurezza.

“Signor Riccardi, abbiamo le registrazioni di sicurezza? Rilievi sull’arma del delitto?”
“Nessuna registrazione, Capitano. Questo locale non è sottoposto a controllo delle nostre telecamere. Ha solo un elementare sistema di allarme antintrusione, dato che non è un locale strategico per la base.”
“Elementare??? - sbottò il boliano - Certo, per voi che disponete di risorse illimitate. Quando vi ho chiesto di vigilare anche sul mio bar, per i furti che avevo subito in passato, avete sempre minimizzato. Quando ho chiesto un sistema d’allarme…”

Riccardi lo zittì con uno sguardo penetrante.

“Le registrazioni della sala?”
“Confuse, Capitano. Sembra che ci siano due buchi di circa trenta secondi in corrispondenza dell’ipotetica entrata nel magazzino e dell’uscita dell’assassino.”

Nel frattempo si fece strada tra la folla che si era assiepata fuori dal bar il nuovo Legato Cardassiano scortato da tre dei suoi.

“Fate passare Sua Eccellenza Varen.” tuonarono gli uomini della scorta mentre gli uomini della sicurezza cercavano di bloccare gli accessi.

Riccardi fece un cenno ai suoi

“Capitano Spini… - disse Varen - …se dall’escalation degli eventi negli ultimi due giorni si dovesse trarre un giudizio sull’efficienza e l’abilità della Federazione, ne uscireste decisamente con una pessima valutazione. Una delegazione diplomatica che deve attendere un convoglio di donnicciole klingon, alloggi con temperatura ed illuminazione poco gradevoli, passi pure… ma l’omicidio del mio Attendente… questo non lo posso tollerare! Cardassia avrà anche dei difetti, ma almeno protegge i suoi ospiti.”

Sherja ebbe un moto di stizza. Come aveva detto a T’Lani odiava le beghe politiche, ma quella non era evitabile. Cercò di fare appello alla sua calma.

“Eccellenza, se lei fosse stato accolto su un qualunque pianeta o base della Federazione, tutti questi contrattempi non si sarebbero verificati; in una base del Quadrante Gamma, lontano dalla Federazione e dalle sue risorse dobbiamo far fronte alle necessità, utilizzando quelle a nostra disposizione. Comprendo il suo dispiacere e le garantisco che troveremo il colpevole. Il mio Capo della Sicurezza seguirà personalmente le indagini e il mio Capo Ingegnere verrà questa mattina a verificare il funzionamento degli impianti della legazione.”

Enid fece un cenno ad uno dei tre uomini che lo accompagnavano.

“Questi è Feyd Rautha, il mio Capo della Sicurezza… - il volto di Enid fu attraversato da un ghigno di soddisfazione mentre pronunciava il nome del suo sottoposto - …mi auguro che non ci sia nulla in contrario che affianchi il suo Riccardi nelle indagini.”

Sherja fu per un attimo spiazzata dalla celerità con la quale Varen avesse proposto uno dei suoi, un ufficiale peraltro molto noto e temuto per la sua crudeltà durante la Guerra del Dominio.

“La collaborazione con gli alleati e con i nuovi accolti è uno dei vanti della Federazione , Eccellenza; il Signor Rautha è senz’altro della nostra squadra.”
“Molto bene, Capitano; immagino che a questo punto il mio Capo della Sicurezza non abbia le restrizioni di accesso a tutti i locali della base ed alle informazioni sull’indagine.”

* Scacco, capitano Spini. * pensò il cardassiano.
* Ecco dove volevi arrivare, cardassiano. * pensò Sherja prima di rispondere.

“Certamente Eccellenza, il Signor Rautha potrà accedere ai locali ed alle informazioni con la supervisione e la presenza del Signor Riccardi.”

* Un bell’arrocco vulcaniana. Vediamo cosa sai fare. *

“Molto bene Capitano. Vedo che iniziamo ad intenderci. In passato la situazione sarebbe stata risolta secondo gli usi ed i modi cardassiani, ma i tempi evidentemente cambiano. - Enid misurò il tono ed i tempi della frase - Ovviamente non vale per le regole della diplomazia e del rispetto delle usanze dei popoli.”

Sherja sollevò un sopracciglio ed il Legato si forzò in un mezzo sorriso, consapevole di sferrare un altro affondo.

“Ovviamente il cadavere è nostro e torna nei locali dell’Ambasciata.”
“Lo autorizzerei senza meno, Eccellenza, ma l’Ambasciata non è attrezzata con una morgue. Per la sicurezza e la profilassi della base devo trattenere il cadavere nella nostra infermeria.”
“Allora nulla in contrario a che un mio uomo piantoni la morgue e che soprattutto l’autopsia sia condotta dal mio medico personale.”
“Ovviamente Eccellenza.”
“Bene capitano Spini. Per ora è tutto. Ci vediamo alle 17:00 come da programma per l’incontro con le altre delegazioni. Come saprà, adoro il the di jumja e so che Sua Eccellenza T’Lani, come lei del resto, è una grande cultrice di the. Mentre sorseggeremo il the potrò illustrarle l’infallibilità del sistema giudiziario cardassiano; magari potrà trarne ispirazione e spunti ai quali sicuramente non ha mai pensato. Arrivederci.”

E senza attendere la risposta del Capitano si girò e se ne andò.

Ambasciata Klingon - Alloggio Ba’Kadh - Contemporaneamente

Ba’Kadh si cambiò il vestito e cercò di pulire le macchie di sangue rimaste sulla mano.
La porta si aprì ed entrò Kosara.

“Dove sei stata?”
“Non si bussa? E poi non deve interessarti.”

Kosara le mollò un sonoro ceffone.

“Qui sei sotto la mia tutela. Il tuo comportamento irresponsabile può essere causa di problemi a mio figlio, al mio casato ed anche al tuo. - la mano della vecchia klingon afferrò il polso della giovane - E questo sangue?”

Ba’Kadh non rispose.

“Ti ho fatto una domanda.” sibilò Kosara stringendo il polso della giovane e mostrando di avere ancora forza anche se non abbastanza da permettere a Ba’Kadh di divincolarsi.

“BA’KADH!” tuonò l’anziana klingon.
“Stammi a sentire, vecchia! - rispose la giovane donna - È già disonorevole per me essere trattata come una serva, vedendo che tuo figlio ha già scelto una parmakai che non sono io. Quando ho avuto la certezza, confermatami sia i nostri amici che dai nemici, che tuo figlio mi rifiuterà per una sgualdrina umana, ho compreso quanto il mio onore e quello del mio casato fossero compromessi. Ho pensato perfino di sfidarla e sicuramente l’avrei uccisa, ma tuo figlio mi avrebbe rifiutata comunque. Mille pensieri si sono insinuati nella mia mente e poi… Khaless ha esaudito le mie preghiere. Un uomo mi ha contattata promettendomi delle informazioni compromettenti sulla donna umana.”
“Continua…” disse Kosara.
“Sono andata all’appuntamento e mi sono trovata di fronte ad un cardassiano. Costui invece di parlarmi della femmina umana e di come avrei potuto dimostrare che non fosse degna di onore, ha iniziato a dirmi di avere prove sulle azioni di mio fratello maggiore Toreq, quale causa della strage della colonia klingon di Maq’la.”
“Tuo fratello all’epoca era nella Flotta di Invasione Klingon contro Cardassia e non su Maq’la!” la interruppe Kosara.
“Lo so, od almeno lo credevo anche io, ma guarda questo…”

Ba’Kadh passò a Kosara un D-Pad cardassiano.

“È la copia di un filmato… qui ci sono Toreq… e dei romulani…”
È UN FALSO! - tuonò la giovane klingon - FALSO! Mio fratello non potrebbe mai tradire il nostro impero ed il nostro casato!”
“Questo lo sappiamo tutti, Ba’Kadh.”
NO! Solo noi lo sappiamo. Non devo ricordarti tutto quello che siamo noi klingon…”

Kosara sorvolò sul non velato riferimento all’onore.

“E tu, che cosa hai fatto?”
“Accecata dalla rabbia, ho ucciso quel ptaq.”
“Sei una stupida! Hai zittito lui e non i suoi mandanti! Con questo omicidio ci stai esponendo a più di un pericolo, non te ne rendi conto?”

Ba’Kadh ammutolì.

“Pulisciti e non muoverti. Distruggi i vestiti. Io vado a parlare con mio figlio.”

Ufficio del Capitano Spini

Sherja stava analizzando i primi rapporti quando il campanello della sua porta suonò.

“Avanti.”

Alessandro Riccardi avanzò rapidamente.

“Capitano, posso parlarle?”
“Certamente, dov’è il cardassiano?”
“È fuori. Sta parlando con la sua Ambasciata.”
“Bene Comandante, di cosa voleva parlarmi?”
“Posso parlare liberamente?”
“Prego.”
“Posso anche accettare di lavorare con Rautha il Torturatore, ma mi sento preso in giro.”
“Ho dovuto accettare di farla affiancare da un loro uomo, Comandante, questo perché…”
“NO, Capitano. - interruppe Riccardi un po’ sfacciatamente - Vorrei che mi spiegasse come faceva a sapere che c’erano problemi al Bar della Passeggiata.”


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