Actual Log / Deep Space 16
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Episodio 14 - File.rtf
14.01 - Lama klingon
14.02 - Scacco ai Clan
14.03 - Vecchi regali
14.04 - Consapevolezze
14.05 - La quarta fazione
14.06 - Di assassini, di
            eroi e di altre
            canzoni

14.07 - Di nuovo sulla
            breccia

14.08 - Doppio nenmico
            stessa guerra

14.09 - ...in stesura...
Deep Space 16 Gamma - Episodio 014

Titolo (da definire)

[14.01 - Spini - Lama klingon]

Ufficio del Capitano Spini - 08 aprile 2393 - Ore 08:42

=^= Capitano abbiamo un problema. =^=

La voce dell’Ambasciatrice. Era impossibile non riconoscerla, un brivido gelido corse lungo la schiena dell’Ufficiale in Comando.

“La ascolto.”
=^= Pare che la promessa sposa dell’Ambasciatore K’ooD abbia ucciso uno dei membri della Delagazione Cardassiana. Bar della Passeggiata, la ragazza se n’è andata. Non hanno ancora trovato il corpo. Mandi Riccardi. =^=

Sherja scosse il capo.

* Eppure avevamo organizzato tutto… *

“Grazie Ambasciatrice. Buon lavoro.”

 

[Flashback]
Ambasciata Federale - Ufficio Ambasciatrice T’Lani - 04 aprile 2393 - Ore 08:00

“Non apprezzo particolarmente i giochi della politica…”
“…e mi lasci dire che questo è un vero peccato Capitano, perché trovo in lei una certa predisposizione. In ogni caso il suo ruolo su questa stazione spaziale la costringe a prendervi parte.”

L’Ambasciatrice sembrava avere stranamente fretta di chiarire la situazione. Una cosa che non capitava di sicuro tutti i giorni di vedere. Sherja T’Jael Spini si sentì ripresa come una ragazzina alle prime armi e si sentì in dovere di giustificarsi proprio come se tale fosse stata.

“Non era questo che intendevo Ambasciatrice. Tendo a divagare in modo un po’ troppo terrestre.”

T’Lani posò le mani sui braccioli della sua sedia, magre ed estremamente pallide erano la cartina tornasole dell’età dell’Ambasciatrice. Una vulcaniana tutta d’un pezzo con tanti anni sulle spalle, ma soprattutto con tante disavventure, che le avevano segnato il corpo pur non minandola nello spirito. Sherja si domandava spesso se in altre circostanze sarebbe potuta essere ancora più incisiva nella storia della Federazione, di quanto non fosse stata.

“Mi scusi se le sembrerò più brusca di quanto normalmente io possa apparire. Proprio i giochi della politica mi hanno insegnato a rapportarmi con le persone che ho davanti, una flessibilità forse poco vulcaniana, che però in questa circostanza non posso permettermi. I tempi stringono.”
“Suppongo il tutto sia correlato all’arrivo della Delegazione Cardassiana e dei klingon.”

T’Lani ricongiunse le mani nascondendole nuovamente con le lunghe maniche della sua tunica.

“Suppone bene Capitano. Dopo la morte del Legato Dhalek, come lei ben sa, c’è stato un susseguirsi di Gul più o meno capaci nel gestire la loro stessa presenza qui a bordo, figuriamoci i rapporti con la Federazione o con l’Impero Klingon. Ora pare abbiano deciso che sia passato un numero sufficiente di anni dalla fine della Guerra con il Dominio per rifarsi avanti in modo più convincente.”
“Abbiamo ricevuto ulteriori richieste di riconsiderare i termini del Trattato?”
“No. La qual cosa non è una sicurezza considerando con chi abbiamo a che fare. Al momento non sono in grado di fare pressioni per ottenere più di quello che è stato loro concesso. Nonostante siano passati anni la loro situazione politica ed economica non è ancora ad un livello tale da essere considerati pericolosi per la Federazione ed i nostri alleati.”

Il riferimento nella frase agli alleati sottolineava sottilmente che, per quanto la Flotta Stellare fosse di nuovo abbastanza numerosa, erano passati troppo pochi anni per dire di poter aver forgiato una nuova generazione di Ufficiali all’altezza di un eventuale nuovo conflitto.

“In qualità di Ufficiale in Comando di questa stazione, ho ricevuto solo una comunicazione relativa all’ennesimo cambio di personale della Delegazione Cardassiana.”
“Mi rendo conto che il loro forsennato cambiare il personale assegnato a questa stazione forse ha distratto noi tutti da quello che stava avvenendo. Ovviamente la mancata comunicazione ufficiale del nome del nuovo Legato è voluto, le mie fonti sono state in grado di colmare questa lacuna… non è un personaggio qualsiasi. Gul Varen è una persona che definire molto esperta nella sottile arte del confronto politico è dir poco, ma è anche un validissimo militare e… non ultimo… ha un feroce odio per i klingon.”

Sherja annotò tutto in silenzio, inizialmente il nome le aveva detto poco. L’ultimo commento sui klingon l’aveva fatta sobbalzare.

“Quindi è quel Gul Enid Varen il cui figlio è stato ucciso durante la Guerra…”
“…dai klingon per l’appunto.”

Davanti agli occhi di Sherja si aprì improvvisamente uno scenario che la preoccupò molto.

“Aspetti un attimo… con l’attuale situazione di K’ooD…”
“Esattamente Capitano. Abbiamo un Ambasciatore Klingon con dei problemi personali che, se al momento non hanno avuto riflessi sulla sua posizione, non è detto non lo facciano nell’immediato futuro, e contemporaneamente un nuovo Legato Cardassiano che farà di tutto per approfittare di ogni possibile momento di debolezza del suddetto Ambasciatore.”
“Lei stessa però mi dice che Varen è molto esperto…”
“…Capitano, esperto non vuol dire che non provi odio. Vuol solo dire che, se avrà la più infima possibilità di usarlo, lo farà a favore del suo Impero.”

Flashback]
Ambasciata Klingon - Alloggio dell’Ambasciatore K’ooD - 04 aprile 2393 - Ore 08:00

“Non sono per niente sicura che sia una buona idea P’Sat.”

Elisabeth stava rattoppando alcuni graffi sulle mani e sulle braccia del klingon utilizzando alcuni strumenti portati via dall’infermeria, se così si poteva chiamare, dell’Ambasciata.

“Ho detto che non voglio dermorigenerazione, voglio i segni sul mio corpo.”
“Non era a quello che mi stavo riferendo… - la donna aveva pochi istanti prima curato una frattura alla sua stessa mano - …semmai a quello che tutto questo potrebbe comportare se continuiamo così.”

P’Sat scostò con violenza lo strumento ed attirò Elisabeth verso di sé.

“Non pensarci nemmeno. Sei degna di essere la madre del futuro capo del Casato K’ooD, un Casato molto importante nell’Impero. L’unione dei nostri…”
“Non è l’ottica giusta P’Sat. Se la smettessi di parlare di matrimonio allora sarebbe una cosa diversa. Sei il figlio primogenito, è ovvio che si aspettino un erede…”

Il klingon sottrasse la mano alle cure della minuscola terrestre.

“Quello che proponi non sarebbe onorevole. Inoltre alla veneranda età di 58 anni penso di avere tanto il dovere di dare un erede al mio Casato, quanto il diritto di decidere con chi farlo questo erede.”
“Dovresti scendere a patti con l’idea che ho compiuto 52 anni. Per una terrestre non sono pochi. Non è certo che io possa darti un figlio. Sai bene che Goroth è l’erede del Casato di Gav’iaak…”

Elisabeth gli volse le spalle, passando a fianco al letto raccolse con noncuranza la sua veste da camera. La indossò senza fretta per poi sedersi sul letto e senza distogliere gli occhi dal corpo prestante del suo amante riprese il discorso.

“…un bambino che onorevolmente hai accolto e che stai crescendo nel nome di un’amicizia tra Casati e non solo. Però resta il figlio di un altro uomo. Kosara ti sta solo ricordando i tuoi doveri…”
“BASTA! Non fare la klingon con me! So perfettamente tutto dei doveri e dell’onore, dei rapporti di amicizia e dei rapporti tra i Casati. Lo so molto meglio di te dato che ci sono nato klingon. Però ho deciso Elisabeth, ho deciso nel momento in cui sei entrata nel mio letto la prima volta… dove sarebbe il mio onore se dimenticassi quella mia scelta?”
“Per la verità più che un letto era il tuo programma di callistenia… ma non è questo il punto P’Sat.”

Il klingon si avvicinò alla donna che aveva scelto probabilmente molti anni prima di quel momento, ma che, proprio per quel senso dell’onore che gli scorreva nelle vene assieme al sangue, aveva fatto finta di non vedere.
Sollevandola quasi di peso dal letto per stringerla in un abbraccio che ad occhi esterni sarebbe parso un tentativo di stritolamento, la fissò negli occhi.

“Il punto è esattamente questo Elisabeth. Tu sarai mia moglie. Il mio Casato, e mia madre, dovranno farsene una ragione.”

[Flashback]
Ambasciata Federale - Ufficio Ambasciatrice T’Lani - 04 aprile 2393 - Ore 08:20

Sherja si massaggiò brevemente le tempie con le dita. Non appena sembrava che le cose prendessero una piega tranquilla improvvisamente tutto si ribaltava di nuovo.

“La delegazione del Casato K’ooD arriverà tra tre giorni. Da quello che sappiamo Kosara, la madre dell’Ambasciatore, è pronta alla battaglia con suo figlio. Questo implicitamente non significa che non sia più adatto a rivestire il ruolo di Diplomatico, però sappiamo quanto le tradizioni e l’onore contino per i klingon.”
“Di più Capitano. Sappiamo quanto contino per K’ooD e sua madre. Il padre dell’Ambasciatore, lui stesso Diplomatico, era considerato tradizionalista dal suo popolo.”

Un gemito di sofferenza sfuggì alla più giovane delle due vulcaniane.

“Gul Varen?”
“Arriverà tra tre giorni con la CUS Tarkus, classe Hideki a lui assegnata. Dieci persone nel suo seguito. Direi il minimo indispensabile, o se preferisce il massimo concedibile.”

Sherja sospirò, nemmeno a farlo apposta tutto stava aggrovigliandosi in modo che pur non potendo essere definito pericoloso, sicuramente era preoccupante.

“Anche se li facciamo scendere ai due opposti della stazione… alla fine sempre qui nella zona delle Ambasciate devono arrivare. Dovremo tenerli distanti.”
“Accetti un consiglio Capitano. Presti molta attenzione, Kosara K’ooD ha imparato molto di più di quello che da a vedere dal marito K’ell.”

[Flashback]
IKS Loghnek - Alloggio Kosara K’ooD - 04 aprile 2393 - Ore 08:20

“Non voglio che il mio Casato sia disonorato da tuo figlio Kosara.”
“Così non sarà…”

Il tono di voce era quieto, ma come il cielo prima di una tempesta, egualmente pericoloso. Il volto di Kosara, duro e scolpito nella roccia degli anni, non lasciava tradire alcuna emozione, al contrario di quello giovane ed avvenente klingon che le stava davanti.
Gli occhi lampeggiavano di un’ira profonda che non cercava minimamente di nascondere.
“Non è quello che ho saputo Kosara! Tuo figlio ha un’amante… una femmina terrestre… petaQ!!!”

L’anziana klingon scattò in piedi con un’agilità e forza insospettabili si parò davanti a Ba’Kadh quasi ringhiandole in faccia. Il tono basso e quasi inudibile caricato di tutta la rabbia che un klingon poteva provare, tenuta sotto controllo fino a quel momento e lasciata libera essere sibilata sul volto della giovane.

“Non osare mai più. Elisabeth appartiene onorevolmente al Casato Gav’iaak. Suo figlio Goroth è l’erede del Casato. Il figlio primogenito del figlio primogenito. Quella che tu chiami petaQ merita il nostro ripetto! Il suo Casato ed il mio Casato sono amici da prima ancora che il nonno di mio marito nascesse, da prima ancora che lo nascesse l’amicizia con il tuo Casato! Fino a che le cose non saranno diverse da ora, fino a che non saprò qualcosa di diverso da ora, TU tratterai Elisabeth Gav’iaak con tutto il rispetto e l’onore che merita. Sono stata chiara? E’ CHIARO? ”

Casato ed Onore e Rispetto.
Una continua ripetizione delle tre parole più importanti per ogni klingon.
Lo scontro delle due volontà durò lunghi minuti. Gli occhi sembravano lame di Bat’leth che nello scontrarsi creassero scintille. Un silenzio irreale era sceso nella stanza, dove nessuno era presente per volontà della stessa Kosara.

“Così faremo…”

Ba’Kadh attese che l’anziana si fosse seduta prima di sottolineare un’ultima volta il suo punto di vista, uscendo dalla stanza.

“…fino a quando non sapremo.”

[Flashback]
Ambasciata Federale - Ufficio Ambasciatrice T’Lani - 04 aprile 2393 - Ore 08:20

“Ba’Kadh del Casato G’edak. Ho cercato informazioni sulla giovane che Kosara sta accompagnando qui. Le famiglie sono amiche da molti anni, è stata per la madre di K’ooD una scelta logica questa giovane per portare un erede al proprio Casato…”

Sherja si fermò. Osservava le sue mani con estrema attenzione ripensando a quelle dell’Ambasciatrice chiedendosi se anche le sue stavano iniziando a mostrare il segno del tempo.

“Cosa vuole dirmi Capitano?”
“Non c’è molto da dire. Fondamentalmente non credo l’Ambasciatore K’ooD sia il tipo di uomo che si fa assegnare una moglie in questo modo. La giovane Ba’Kadh inoltre è una persona particolarmente difficile a quanto so. Ha provocato parecchi guai ai suoi famigliari... si mormora che questo matrimonio sia un buon modo per liberarsene. - sollevò lo sguardo verso T’Lani - Tutte cose che lei sicuramente già sa.”
“Forse. Suggerisce di prendere provvedimenti.”

Non era una domanda.

“Non ho bisogno di suggerirlo credo. Penso che qualcuno del suo staff sia più adatto… meno visibile dei miei uomini se non altro.”
“Penso di avere la persona giusta.”

[Flashback]
Ambasciata Klingon - Alloggio 07 aprile 2393 - Ore 09:42

P’Sat stava giocando duro.
Non era andato ad accogliere la madre. Pesante presa di posizione. Le aveva viste arrivare, scortate dal Capitano Spini… quella giovane femmina che procedeva forse mezzo passo dietro Kosara era chiaramente quella scelta per lui.
Non era in una posizione consona, stava esagerando. Non stava rispettando le tradizioni e le regole.
Sentì forte, fisicamente, la presenza di Elisabeth alle sue spalle.
Lei sì che stava tenendo una posizione adeguata al suo status.
Tre passi dietro di lui, vestita da klingon e con la Bat’Leth di famiglia stretta nel pugno, con il giovane Goroth al fianco. Lo rendeva orgoglioso.

“Madre.”
“Figlio.”

P’Sat si avvicinò per stringere la madre nella versione klingon di un abbraccio.

“Venite, entrate. Abbiamo preparato i vostri alloggi.”

Elisabeth si fece da parte, per fare ala al passaggio di quella che era il membro più anziano del Casato K’ooD. Goroth perfettamente in linea con il comportamento della madre si posizionò esattamente al suo fianco. Kosara li osservò in silenzio senza che quasi nessuno se ne accorgesse.
Quel bambino stava crescendo bene.
Un buon erede per i Gav’iaak.

[Flashback]
Attracco A - 07 aprile 2393 - Ore 11:00

“Benvenuto su Deep Space 16 Legato Varen.”
“Capitano Spini. - un cenno del capo - Complimenti per l’abilità. Suppongo debba a lei il piccolo ritardo nell’attracco.”

Sherja non fece trasparire la sorpresa.
Perché quel cardassiano le stava facendo così chiaramente sapere che era a conoscenza di quanto stava succedendo all’interno dell’Ambasciata Klingon?
Come mai tanta spudorata chiarezza da parte di un diplomatico di tale esperienza?

[Flashback]
Ambasciata Klingon - Alloggio 07 aprile 2393 - Ore 20:00

“Ottima accoglienza P’Sat.”
“Il merito è di Bettah. - P’Sat usò volontariamente il nome ‘klingon’ di quella che a tutti gli effetti considerava la sua compagna - Non sono io ad avere in mano l’organizzazione di questa parte della vita dell’Ambasciata.”

Un basso ringhio provenne da Ba’Kadh, subito zittita da un’occhiata bruciante di Kosara.
Elisabeth si sentiva fuori posto, se restava seduta impassibile era solo per l’onore dell’uomo che aveva imparato ad amare.

“Credo sia ora che tu ti ritiri nel tuo alloggio. Io devo parlare di molte cose con mio figlio.”
“Ancora non ti è chiaro Kosara?”
“Non permetterti di continuare Ba’Kadh… sono responsabile io della tua presenza qui e mi devi rispetto. Vai!”

Elisabeth attese abbastanza a lungo in silenzio.
Abbastanza a lungo da essere certa di non incontrare la giovane nei corridoi interni dell’Ambasciata. Solo dopo prese la parola.

“Mi scuserete se vado da mio figlio.”

Non ebbe risposta, e non se l’aspettava. La tensione era palpabile.

[Flashback]
Bar della Passeggiata - Magazzino - 08 aprile 2393 - Ore 08:35

Ba’Kadh estrasse il pugnale klingon dall’addome del cardassiano. Osservò il sangue rosso cupo colare lungo la lama e gocciolare a terra.
Contò le gocce.
Una.
Due.
Tre.
Basta, non c’era abbastanza sangue per una quarta goccia.
Si guardò in giro nella stanza che serviva da magazzino per il Bar, raccattò uno straccio per pulire la lama, e poi lasciò cadere entrambi accanto al corpo.

* Ecco fatto. Ora vedremo come sistemerete questo… *

Ufficio del Capitano Spini - 08 aprile 2393 - Ore 08:45

“Comandante Riccardi, prenda un paio di uomini e vada immediatamente al Bar della Passeggiata.”
=^= Qualche emergenza Capitano? Non ho sentito nulla… =^=
“Vada. E stia pronto ad ogni evenienza... Spini chiudo.”

Sherja tamburellò a lungo con le dita sul ripiano del suo tavolo prima di essere richiamata.
Prima che tutto si mettesse in movimento.


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