Diario personale del capitano
Ci sono sempre momenti in cui ho l'impressione di
sprecare il tempo e risorse della nave.
Tre settimane passate a catalogare anomalie
spaziali in una zona remota del quadrante,
possono essere piuttosto stressanti anche a bordo
di un vascello come la Unicorn.
Non credo di aver passato tanto tempo nei ponti
ologrammi come in quest'ultimo mese. Ed ho
imparato una cosa che non mi aspettavo: Anche i
programmi virtuali hanno un limite. Tanto che
ieri ho autorizzato una festa non programmata per
il congedo limitato del guardiamarina Quo'lok.
Non che accada spesso, ma ho avuto l'impressione
che l'equipaggio avesse bisogno di distrarsi. Da
qualche giorno, il nervosismo impera sui ponti ed
il consigliere Lamarc mi ha consigliato di
autorizzare la festa e cosa più importante...di
non parteciparvi...
Mi chiedo se non ho fatto un errore a scapito della disciplina...
Fine registrazione
I turni mattutini, se non in caso di allarme,
sono sempre i più animati della giornata ma
all'arrivo del capitano Knight, in plancia si
trovavano solo sei persone.
Knight ebbe l'impressione che la sua
preoccupazione sull'indebolimento della
disciplina, avesse delle fondate ragioni.
"Siamo un po' carenti di organico, vero?" Chiese
al suo primo ufficiale dando un occhiata
sconsolata alla plancia.
"Visto com'è finita ieri la festa al COMET, mi
sono tenuto un pò elastico stamattina sull'inizio
del turno. Signore."
Rispose il comandante Quill Voorr.
"Ma ovviamente non potevo tenere il
turno di notte più del necessario." Voorr prese
il datapad e vi richiamò l'elenco del personale
di turno "tutte le zone chiavi della nave sono
coperte, signore. Al minimo ma coperte. Ho
lasciato andare solo il personale di plancia
perchè..." "Perchè ovviamente, la plancia è
sempre l'ultima in ordine di importanza."
Voorr alzò le spalle. In effetti fin quanto c'era
lui, un timoniere ed un navigatore, la nave era
in grado di badare a se stessa. Knight si chiese
per quale motivo era salito in plancia. Ah, già;
la Poltrona. Quella con la "P" maiuscola.
Da sola dava senso a tutta la sua giornata e non poteva ignorarla.
Comunque..."Diamo al resto dell'equipaggio un ora
prima di richiamarlo al dovere." Disse Knight
sistemandosi irritato sulla poltrona centrale.
"poi cominciano a fioccare le note di demerito."
Voorr fece un sorriso cattivo. "Pensavo di
cominciare a richiamare il personale tra
venticinque minuti al massimo. Signore."
Knight gli lanciò uno sguardo stupito.
"Specie quelli che erano tra i più...attivi ieri alla festa."
"Lei è piuttosto maligno, lo sa vero?" "Signore,
la disciplina a bordo è..." "So come deve essere
la disciplina a bordo di una nave. Grazie. In
fondo la colpa è mia visto che ho dato
l'autorizzazione per la festa di ieri sera, non
posso comportarmi ipocritamente e non pensare che
qualcuno possa ancora risentirne gli effetti
stamattina. Anche se dietro suggerimento del
consigliere Lamarc, sono io che ho firmato
l'autorizzazione. Anche se non mi aspettavo tutto
l'agitazione che poi ne è scaturita."
"Lei ha..."
"piuttosto difficile da ignorare, visto che i
miei alloggi stanno proprio sopra al CometBar. Mi
è stato praticamente impossibile ignorare il
fracasso. Sono dovuto ricorre ai rimedi estremi."
Voorr inarcò un sopraciglio come solo i primi ufficiali parevano saper fare.
"Tappi Quill, semplici, classici ed antichissimi
tappi per le orecchie. Poi ho dormito come un
bambino."
Vorr si permise un altro sorriso e tornò al suo lavoro.
"Comunque..." continuò il capitano più a se
stesso che al suo primo ufficiale Non mi posso
permettere il ponte così sguarnito."
"Comincio a richiamare i capi settori, signore."
"No. Lo faccio io. Così almeno do un senso alla
mia giornata. Lei continui col suo lavoro."
Knight richiamò l'elenco del personale di turno
sul monitor sul bracciolo della poltrona e fece
la prima chiamata.
"Knight a Newport: A rapporto in plancia prego."
Dopo cinque secondi di mancata risposta, i due
ufficiali di plancia, si scambiarono uno sguardo
d'intesa. Certe chiacchiere su tenente Newport a
volte si rivelavano fondate.
Knight digitò nuovamente il comunicatore.
"Capitano Knight a tenente Newport. Prego risponda" Disse paziente Knight.
Il capitano attese altri pochi secondi prima di passare ad altri sistemi.
"Computer, localizzare il tenen..."
Fu interrotto dalla voce rauca capo ingegnere.
"Qui Newport, signore. mi scusi per il ritardo."
"Dormiva signor Newport?" Chiese divertito i capitano.
"Non proprio signore. Ho avuto delle...difficoltà a trovare il comunicatore."
Knight fece finta di crederci. Dalla voce che
passava attraverso l'altoparlante, le condizioni
del tenente Newport non parevano essere delle
migliori e da alcuni rumori di fondo, intuì che
non era solo. Più che altro gli parve di captare
delle imprecazioni in un dialetto remoto dello
standard federale.
Knight decise di essere indulgente.
"Capisco signor Newport. Le do dieci minuti per
presentarsi in plancia. Dopo che..."
Newport non lo lasciò finire.
"Arrivo subito Capitano!" e detto questo chiuse la comunicazione.
Bene, si disse Knight. Questa è fatta. Ora passiamo a....
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Dopo venti minuti, la plancia riguadagnò
l'aspetto che si meritava. Knight sentì che anche
il resto della nave era tornato all'efficienza di
sempre.
Tutto questo, nonostante alcuni membri
dell'equipaggio risentissero ancora dei
festeggiamenti della sera precedente.
Perfino alcuni extraumani, che generalmente non
risentivano degli effetti nefasti delle bevande
come gli umani, mostravano un colorito che era
insolito per la loro specie.
Per un attimo Knight sospettò che qualcuno avesse
trafficato con i replicatori del CometBar ma
scartò subito il pensiero. Era invece più che
logico invece, che le razioni di bordo
extra-replicatore fossero più fornite di quanto
ci si aspetti o di quanto prevedesse il
regolamento della flotta.
Da sempre, qualunque marinaio, astronauta o
viaggiatore di professione che si rispettasse,
portava con se almeno un ricordo alimentare della
propria patria. In genere una bevanda. una
bottiglia o almeno una fiaschetta del proprio
veleno preferito.
Alcune razze erano addirittura allergiche alle
razioni del replicatore e richiedevano speciali
addizioni alla propria dieta che certamente non
potevano essere fornite sempre dal replicatore.
Nonostante tutti i miracoli che quell'apparecchio
era in grado di fare.
Senza contare poi che specie tra gli umani, un
brindisi in occasioni speciali, fatto con un
prodotto della propria terra e non con uno
sterile facsimile, aiutava a mantenere alto il
morale nelle missioni più lunghe. Non potendo
quasi mai riuscire a tornare a casa per le
ricorrenze più importanti.
Era una regola non scritta che chiunque con
almeno sei mesi di carriera nella flotta
imparava. E rispettava. Anche se ci si
professava astemi.
Cavolo, perfino lui teneva in cabina tre
bottiglie di vino ed una di Brandy. Solo per uso
rappresentativo, ovviamente.
Il resto della mattina andò come previsto o nel
caso di Knight, come temuto: noiosa routine.
Non ebbe neanche il sollievo di conoscere gli
ultimi pettegolezzi sulla serata precedente. Per
tradizione, sotto il suo comando, e per quanto ne
sapeva, su tutte le navi della flotta, i
pettegolezzi si fermavano sulle porte dei
turboscensori. E visto che per abitudine, usava
sbrigare il lavoro d'ufficio nel pomeriggio, non
gli restava che emettere qualche sbuffo di
insofferenza di tanto in tanto.
Avrebbe potuto fare un giro per la nave, ma non
gli piaceva lasciare la plancia quanto non fosse
necessario. Non si sapeva mai quando qualcosa
poteva succedere o quanto fosse indispensabile
per lui essere in plancia.
E poi non era bene che l'equipaggio vedesse un
capitano che non sapeva che fare di se stesso.
Avrebbe dovuto attendere l'ora di pranzo per
rompere la routine e sapere quello che era
avvenuto alla festa, visto che aveva un
appuntamento col consigliere Lamarc, dove oltre a
fargli un resoconto sul morale della "truppa"
certamente lo avrebbe messo a conoscenza degli
ultimi avvenimenti più o meno piccanti della
nave. Conservando ovviamente il segreto
professionale. Ovviamente.
Chiunque abbia detto che il lavoro di capitano
era tutta azione ed avventura, non aveva mai
passato settimane a catalogare anomali spaziali o
avuto un equipaggio tanto efficiente quanto il
suo. Certo, ne era orgoglioso e soddisfatto ma a
volte...a volte desiderava aver qualcosa da fare
in più che dare solo ordini e indicare direttive.
Knight si chiese se anche gli altri capitano
passavano lo stesso sconforto quando non
affrontavano situazioni di vita o di morte.
Un improvviso quanto mai caratteristico "Ping" lo
riportò a terra dai suoi pensieri funesti.
"Un altro?" chiese al suo primo ufficiale.
"Si" annuì Voorr.
Knight si alzò dalla poltrona ringraziando gli
dei per quest'apprezzata distrazione.
I sensori a lungo raggio avevano rilevato un
altra anomali spaziale. Non era molto, ma visto
che anche dal comando di flotta non arrivava
nulla, tutto era ben accetto.
"A quanto siamo fin ora?" chiese al suo ufficiale.
"Quarantasette, solo in questa settimana."Rispose
concentrato sugli strumenti l'ufficiale
scientifico.
"ancora tre e potremo ufficialmente dichiarare
che l'unica anomalia spaziale di questo settore,
sarebbe un parsec privo ci anomalie spaziali"
Knight sorrise alla battuta del tenente Newport.
Battute che ovviamente non fu capita
dall'ufficiale scentifico.
Voorr scrollò le spalle. "Non è una cosa tanto
strana. All'interno dell'ammasso di Corsair ci
sono tali e tante punti di trazione
gravitazionali da rendere questo record piuttosto
risibile."
Knight intervenne più che altro per fare conversazione.
"Lo ricordo. Quando ero tenente dovemmo passarci
per non ricordo quale missione e fu una fortuna
uscirne con la nave ancora intatta."
Poi si interesso' all'ultima scoperta.
"Comunque, a che distanza si trova?"
"Tre parsec verso il centro del sistema
stellare." Rispose Voorr. "Ho già stabilito le
coordinate stellari e...a quanto pare nel suo
insieme, ha una sua caratterisitca peculiare."
"Ovvero?"
"Non è una anomalia di tipo gravitazionale, capitano. Ma di tipo Magnetico."
Newport intervenne consultando il proprio monitor.
"È all'estremità di un campo asteroidale.
Potrebbe essere la massa compatta e ferrosa del
nucleo di un pianeta disintegrato."
"Ne dubito" dissentì Voorr. "Il gradiente
magnetico è troppo elevato per essere il nucleo
di un pianeta."
"Ovvero?" chiese incuriosito il capitano
"Bhè capitano, visto che siamo riusciti a
individuarlo a questa distanza, direi che
l'intensità è troppo alta per essere normale."
"Il nucleo di una stella morta, forse" chiese Newport.
Voorr scrollò ancora le spalle. "Troppo vicina
alla stella del sistema. Anche per essere un
sistema binario."
Knight cominciò ad intravedere un barlume di speranza.
"Bene, signori. Suppongo che si impone un sopraluogo, no?"
"Potremo essere sul posto in tre ore, signore."
Knight controllò l'ora e poi diede il suo assenso
cercando di non apparire troppo compiaciuto.
"Bene, l'ordine è dato e visto che è quasi ora di
pranzo, ora vado a mangiare e vi lascio la
responsabilità (Knight sperò solo nominale) di
portare la Unicorn a destinazione.
Ci vediamo alle ore quindici."
Newport emise un silenzioso lamento per la
prospettiva di mancare anche il pranzo oltre che
la colazione mentre Quill Voorr si avvicinava
alla postazione di navigazione per dare le
direttive necessarie.
Knight invece entrò nel turboascensore, diretto
al CometBar, sorridendo al pensiero di una
probabile nuova distrazione che lo allontanasse
dai, a volte tediosi, doveri di capitano.
Si prefisse di avvertire il consigliere Lamarc
che il loro appuntamento per pranzo era spostato
al CometBar dove nell'attesa avrebbe potuto
carpire qualche indiscrezione sulla festa della
sera precedente dal gestore della sala, con la
scusa di volersi sincerare delle condizioni della
sala stessa.
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