di Albert K. Hair, Pubblicato il 17-07-2017
USS Tokugawa, Sala Tattica - 28 maggio 2396, 08:10
"C'è un'altra questione che vorrei affrontare..." disse Carpenter. "Di qualunque natura siano queste creature presenti nella dimensione alternativa, stiamo parlando di creature viventi e, mi è parso di capire da quel poco che ho avuto a che fare, intelligenti. Ci vorrebbe un'analisi approfondita dell'anomalia che genera il raggio e capire che eventuali contromisure dovremmo prendere per evitare che nuoccia ancora agli abitanti di Abraxas senza far del male a chi è nella dimensione alternativa."
"Sì, capisco..." annuì il Capitano. "Ci penserò su."
USS Tokugawa, Laboratorio scientifico 1 - 28 maggio 2396, 10:35
Carpenter e Hair erano intenti a studiare i manuali dei sensori principali. Non che non conoscessero a memoria tutte le componenti ma stavano cercando di capire se era possibile configurarli nella maniera più adatta al loro scopo. Dovevano fare in modo di scovare sul pianeta eventuali zone che presentassero la caratteristica del dilitio eccitato dalle radiazioni del motore a curvatura senza portare un motore a curvatura sul pianeta. Inoltre, dato che il fenomeno si era manifestato proprio nelle immediate vicinanze del motore della Tokugava, non si poteva utilizzare una navetta per la potenza che sarebbe stata necessaria.
Erano al lavoro da un paio d'ore quando John ruppe gli indugi: "Credo di aver trovato il modo di configurare gli strumenti. C'è una componente adatta all'analisi degli stati eccitati del dilitio. È una componente nata per analizzare stati di ionizzazione molto particolari. La componente si chiama... Hyper Excited Nanometric Analysis, HYENA-923."
"Chi l'ha progettata aveva un debole per la fauna selvatica..." commentò quasi sovrappensiero Albert.
John rispose con una risata a denti stretti: "Già... Comunque la componente è indicata per l'osservazione e l'analisi di stati molto eccitati a livello atomico."
"Sì, sto leggendo le specifiche e mi sembra un buon punto di partenza. Dovremmo fargli analizzare i cristalli di dilitio presenti nelle vicinanze del nostro motore di curvatura, capire se c'è uno schema da poter utilizzare per le ricerche e trovare se sul pianeta ci sono dei luoghi che ripropongono lo stesso schema."
"Mi piace quando la fai facile!" scherzò l'Ufficiale Scientifico.
Albert proruppe in una sonora risata.
Abraxas - Contemporaneamente
Francesca e il resto della squadra stavano tornando verso la tenuta di Keheller con l'animo un po' sollevato dalle rassicurazioni di Hair sulla sicurezza del loro percorso.
Stava ripensando a ciò che si era scoperto dei fenomeni che stavano martoriando il pianeta. Non gli tornava tutto ma almeno non c'era più la confusione di prima. C'era il fenomeno delle scomparse (o, meglio, delle traslazioni una una diversa dimensione), sembrava certo che il fenomeno fosse provocato dalle emissioni di quell'anomalia in orbita larga nel sistema. E poi c'era sicuramente una presenza in quella dimensione. Qui iniziavano le ipotesi.
Quella presenza era una delle due entità mitiche degli abraxiani? Si sarebbero palesati entrambi, prima o poi?
Erano solo due? Come comunicare con loro? O erano semplicemente dei predatori?
USS Tokugawa, Hangar navette 1 - 28 maggio 2396, 12:53
Hair e Carpenter erano come due scolaretti ad una gita scolastica. Erano eccitatissimi per poter andare ad invetigare molto da vicino l'anomalia.
Stavano verificando tutti gli strumenti scientifici che avevano installato e configurato sulla navetta e con loro c'era il Guardiamarina David Journey in qualità di pilota della missione, e Juliette che li stava aiutando con gli ultimi preparativi.
Una volta completato il tutto, Solo Journey rimase a bordo mentre gli altri tre scesero nell'Hangar.
"Allora, Capitano, che gliene pare della nostra idea?" proruppe Carpenter.
"Mi sembra buona ma mi raccomando, niente azzardi." raffreddò gli animi Hesse.
"Sì, ci teniamo a riportarle indietro la navetta e anche noi tre in buone condizioni." chiosò Albert.
"Bene, buon viaggio." concluse il Capitano.
"Fai il bravo!" scherzò Juliette abbracciava e dava un bacio, ricambiato, ad Albert.
I due poi salirono sulla navetta.
USS Ieyasu - 28 maggio 2396, 13:21
Alzando al massimo gli scudi la navetta stava seguendo una traiettoria che doveva essere, secondo le rilevazioni dalla Tokugawa e i successivi calcoli, parallela all'anomalia che ora era poco oltre il proprio perielio. In effetti i dati che ricevevano ora i sensori della navetta stavano confermando le previsioni.
"Guardiamarina, rimaniamo a 1000 chilometri dall'anomalia. Leggo delle interferenze particolari sugli scudi e non vorrei avere problemi." ordinò Hair.
"Sì, signore." rispose Journey.
"In effetti abbiamo già parecchie difficoltà a contrastare le emissioni solari, a questa distanza senza scudi friggeremmo abbastanza alla svelta." confermò Carpenter.
L'anomalia, in questo momento, era a 15 milioni di chilometri circa dalla superficie solare e l'intenso campo di radiazioni fluiva nello spazio circostante.
"Da ciò che leggo," continuò John, "l'anomalia è grande circa 150 chilometri. A questa distanza dal sole reagisce all'intenso campo di radiazioni. La composizione interna è particolare. Siamo fuori dal visibile e rilevo la composizione solo in una particolare banda molto ristretta dello spettro."
Carpenter condivise le sue schermate sul visore principale. La ricostruzione mostrava due entità sferoidali che orbitavano attorno ad un centro comune. Le diverse colorazioni impostate dal computer per definire in maniera differente le diverse variazioni nello spettro delle emanazioni elettromagnetiche mostravano una sfera dorata al cui interno orbitavano due sferoidi, uno blu e uno rosso. Dalla sfera originava quello che era il raggio traslante e si vedeva che la sua posizione variava in accordo con il movimento dei due sferoidi.
"Ora possiamo essere molto più vicini a definire con precisione tutti i vari parametri." affermò Hair e poi, rivolto a timoniere: "Mi raccomando, tienici sempre fuori dalla traiettoria del raggio traslante."
"Sì, signore." confermò. "Pensate che quegli due sferoidi siano l'Alleatore e il Dormiente?" chiese poi.
Albert e Caprenter si scambiarono uno sguardo e quasi contemporaneamente risposero: "Sì."
"Che facciamo?" chiese quasi innocentemente il Guardiamarina.
Albert stavolta non rispose e rimase a fissare lo schema ricostruito sul visore principale per qualche secondo.
John lo osservò, poi si girò verso David con un sorriso sornione: "Non lo so ancora ma non credo che ti piacerà.
Quando il nostro Ingegnere Capo ha quell'espressione arrivano guai, di solito."
"Entriamo!" Esclamò Albert.