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USS SEATIGER - MISSIONE 05 RSS USS SEATIGER - Missione 05

05.03 "Aurore boreali bicolori e diamantini verdi"

di Anena Lawtoein, Pubblicato il 04-03-2018


Luogo imprecisato
Data e ora imprecisate


L'orizzonte aveva un colore che non gli piaceva più. Quella era la sua casa da sempre quindi la conosceva molto bene. Il problema era che nessuno si era mai spinto oltre quell'orizzonte.
Se avesse detto a qualcuno quali erano i suoi sentimenti al riguardo ci sarebbero stati provvedimenti che lui non era certo gli sarebbero piaciuti.
Non si poteva desiderare di andare oltre l'orizzonte.
Non si poteva provare quel sentimento di ansia profonda che lo pervadeva sempre.
Non si poteva... non si poteva... quante erano le cose che non si potevano fare. In una società come la loro, dove le eccezioni erano più delle regole non era certo avesse un senso vivere.

Quell'orizzonte, che i Poeti Deputati declamavano da millenni e che da millenni i Pittori Deputati congelavano su tela, non cambiava mai. Nulla cambiava nel loro mondo. Solo le facce delle persone si alternavano, ma l'esistenza era così codificata e regolata, che persino quei volti alla fine tendevano nella sua mente a somigliarsi tutti.
Non notava alcuna differenza.
La cosa che più detestava era osservarsi in qualunque superficie riflettente fino a rendersi conto che persino il suo stesso volto oramai gli sembrava omologato. Non era più certo di avere un'identità.
Forse quello era lo scopo ultimo del loro mondo. Diventare un unico conglomerato di esseri senza identità né pensiero unitari, in grado di interagire come un'unica enorme gigantesca massa...
Non gli piaceva. Lui voleva essere unico.

Rientrando al suo luogo del riposo, dopo il suo periodo della veglia, osservava stancamente gli automi attorno a lui domandandosi quanti altri, nel loro intimo pensassero le stesse cose, immaginassero altre realtà e altri modi di esistere. Quanti volessero qualcosa di più. Nessuno se doveva valutare dagli sguardi vacui di chi camminava solitario o le poche parole che i gruppetti o le coppie si scambiavano, frasi che avrebbe potuto citare a memoria dato che gli argomenti erano pochi e la reale sorpresa non sapeva più cosa fosse.
Forse fu davvero l'unico a notare uno strappo nell'orizzonte. Pochi secondi. Un attimo.
Forse stava impazzendo. Forse il suo desiderio di squarciare quell'orizzonte opprimente lo stava davvero portando alla pazzia. Forse sarebbe dovuto salire la Guglia e presentarsi al Sommo perché lo riconducesse alla via. Impercettibilmente volse lo sguardo verso la Guglia che si ergeva maestosa sospesa contro la trama rossastra che richiudeva le vite. Forse... o forse no...

USS Seatiger, Alloggio Guardiamarina Lawtoein
15/01/2395, Ore 07:00 - D.S. 72039.16


Adorava i turni domenicali.
Anche in quella situazione di allarme costante si percepiva sempre una minima differenza nell'equipaggio. La Federazione aveva sempre cercato di mantenere, sulle navi, un ritmo di vita terra centrico. Anni basati sul moto di rivoluzione di SOL, giorni basati sul moto di rotazione di SOL III, turni di lavoro di conseguenza...
Certo esisteva una data stellare, ma alla fine le navi Federali erano figlie dei terrestri.
Anena si rivolse un'occhiata critica allo specchio.

"Perché cavolo le uniformi sono sempre così formali. Mai un minimo di fantasia di allegria di colore vero."

Quanto meno quella nave, in qualche modo, sembrava ritagliata per lui. Alla fine la sua scelta istintiva ed illogica lo aveva portato a trovare una collocazione in cui stava assestandosi molto ben.
Si era fatto l'opinione che il Capitano, nell'eccezionalità delle circostanze si fosse ben adattato ad interagire con ufficiali che, probabilmente, dai quadripalluti in su avrebbero provocato crisi di orticaria tellarita.
Molto più probabilmente il suo Primo Ufficiale, che tutto era tranne che uniformato, l'aveva costretto ad adattarsi. Il che tutto sommato era buon per lui.

"Precisamente... buon per me." Lo disse mentre ritoccava leggermente il trucco allungando la linea degli occhi con una piccola fila di diamantini che richiamavano l'azzurro/verde dell'uniforme. Così andava meglio. In fondo era un giorno festivo!

Comunque non era male la nave e nemmeno l'equipaggio. Stranamente non provava un senso di disagio atroce nel dover conoscere persone nuove. Forse gli anni come barista lo avevano davvero aiutato ad aprirsi agli altri più che semplicemente subire il flusso delle emozioni altrui. Anche se era decisamente più alta la probabilità che a farlo sentire relativamente a suo agio fosse la totale e strana eterogeneità del personale lo facesse sentire meno fuori luogo di quanto normalmente accadesse. Tornò con la mente a qualche tempo prima, al suo colloquio con il capitano Kenar. Non aveva problemi ad ammettere che i trill avevano un forte ascendente su di lui. Ci si ritrovava in loro. Lui stesso si sentiva ospite di mille altre entità, memorie, personalità. Lo affascinava notare come, anche una razza dalla vita così breve rispetto alla sua, potesse rapidamente scendere a patti con la presenza di una tale mole di ricordi e un tale carico di emozioni.

*** Flashback ***
13/01/2395, Ore 09:00 - D.S. 72033.91


"Signor Lawtoein, come sa siamo molto lieti di averla a bordo..."

Quella mattina Arjian, dopo il riassegnamento delle mansioni tra i suoi ufficiali il giorno precedente, si era ritagliato il tempo per incontrare i nuovi membri dell'equipaggio, lasciando Anena Lawtoein per ultimo.
L'uomo... la persona... si era dimostrato in gamba. Non sapeva cosa si sarebbe potuto aspettare a lungo termine. Si sarebbe inserito, sarebbe risultato davvero utile o si sarebbe solo divertito come in Accademia? Non c'erano vie di fuga qui, ovunque fosse il qui... quanto meno non le avevano ancora trovate.
Quando l'el-auriano era entrato nel suo ufficio quella mattina era stato spiazzato. Fino a quel momento lo avevano sempre visto decisamente pieno di piume, come gli aveva fatto notare il Doc. Quella mattina invece ad entrare nel suo ufficio fu decisamente un uomo. In abiti quasi sobri, i capelli che non erano un groviglio di spine irte e non era truccato Anena Lawtoein poteva senz'altro essere definito un bel ragazzo.
Un persona così esplosiva davvero non sapeva bene come trattarla.

Da parte sua Anena sapeva fin troppo bene come gli altri vivevano la sua presenza. Anni in Accademia e non solo gli avevano spiegato chiaramente cosa l'universo, o quanto meno la parte di esso dove gli era capitato di vivere, si aspettasse da lui. Non che gli pesasse vestirsi secondo i canoni più tradizionalmente associati alla sua appartenenza, biologicamente parlando, al sesso maschile.
La sua elevata empatia lo metteva spesso nella dicotomica situazione di voler facilitare gli altri anche a costo di violentare sé stesso. Fortunatamente quel giorno non era stato così indispensabile. Non aveva voglia di essere particolarmente visibile.
I posti nuovi lo mettevano sempre in uno stato di agitazione e disagio insieme. La necessità di passare inosservato diventava prevalente.

"Nonostante le modalità del nostro incontro, non certamente ideali, il piacere è tutto mio Capitano Kenar."
"Non la stupirà sapere che ho cercato informazioni sul suo conto nel nostro database. Devo ammettere che ha avuto una vita alquanto... movimentata."
"Capitano... - riprese Anena sorridendo - ...movimentata è un po' scarna come definizione. Mi permetto però di dire che, vista la vostra situazione attuale, non mi sembra che voi conosciate la noia."
"A tal proposito..."

Il Capitano lasciò andare il D-padd poggiandosi all'indietro, cercando il migliore approccio alla situazione.

"Lasci che le faciliti la scelta delle parole, vuole Capitano Kenar? Lei è sotto organico, io sono pur sempre un ufficiale della Flotta Stellare... seppur un po' arrugginito e sicuramente diplomato in un'altra epoca. Le manca un consigliere. Mi hanno rivoltato come un guanto e le hanno detto che, apparenze a parte, sono pienamente in me. Sa che non può di fatto obbligarmi a farlo dato che la Flotta mi ha concesso di non rientrare in servizio. Ciò nonostante pensa sia suo dovere chiedermi di accettare quel ruolo e nel caso dicessi di no, pensa sia suo dovere provare a convincermi con tutte le sue forze. Ho ragione?"
Nel parlare Anena si era sporto in avanti, appoggiando i gomiti alle ginocchia e il mento sulle mani raccolte.
Accorciare le distanze non sempre era un buon metodo, ma aveva la sensazione istintiva che il Capitano non si sarebbe sentito intimidito da questo gesto quanto lo era stato, magari solo per un momento, dal suo body di seta e pizzo.
"Abbastanza."

Anena si lasciò andare ad una sincera risata.

"Abbastanza? Davvero la mette in questo modo? Ma lei non molla mai di un centimetro? Lo sappiamo entrambi che ho parecchia ragione. - si interruppe brevemente prima di riprendere sotto lo sguardo perplesso di Kenar - Vede Capitano, nel 2372... 23 anni fa per lei uno solamente per me, ho chiesto di non essere ripreso in servizio perché non trovavo un giusto modo di collocarmi all'interno della struttura della Flotta Stellare. Non mi fraintenda. Come molti giovani ho compiuto delle scelte per i motivi sbagliati, questo non implica che le scelte fossero sbagliate. Semmai che lo erano in un certo momento. In realtà io mi sento ufficiale della Flotta Stellare più di quanto i rapporti che ha letto su quel D-padd possano farle credere. Io sono una persona complicata Capitano Kenar. Sarà per il mio essere el-auriano, sarà per la mia educazione, sarà semplicemente per il mio carattere, ma questo è stato il miscuglio alla base dei miei problemi di integrazione."

Anena si riappoggiò allo schienale della poltroncina con un breve sospiro prima di riprendere.

"Non le sto spiegando questo perché io e lei si debba per forza diventare amici e questo sia il modo per accorciare i tempi di acclimatazione reciproca Capitano. Le sto dicendo questo perché nel poco tempo trascorso qui a bordo mi sono reso conto che lei è stato in grado di vedere oltre le mie maschere e se ho ragione, non si sente a suo agio con l'idea di forzarmi a fare alcunché. Quindi, ringraziandola, accetto."

Oramai su quella nave, in quella situazione, gli capitava spesso di essere stupito. Cosa che stava cominciando quasi pure a piacergli davvero.

"Benvenuto nel mio equipaggio, Guardiamarina Lawtoein."

USS Seatiger, Bar di prora
15/01/2395, Ore 08:25 - D.S. 72039.32


Anena stava conversando tranquillamente quando quella strana sensazione lo colpì allo stomaco. Fece un cenno alla giovane Guardiamarina con cui stava dissertando di flussi tachionici.

"Scusa, ma c'è qualcosa di strano..."

Esattamente in quel momento il notturno di stelle che accompagnava qualsiasi viaggio nello spazio, e che faceva sempre sognare Anena, esplose in un lampeggiare di strali di colore giallo/arancione su un fondale violaceo. Anena lo percepì e basta... non aveva bisogno che qualcuno glielo spiegasse.
Scusandosi in silenzio si allontanò dal tavolino e appartandosi in un angolo del bar, con lo sguardo fisso come tutti gli altri presenti su quella specie di aurora boreale bicolore sfiorò il proprio comunicatore riflettendo che i suoi diamantini non si intonavano per nulla con quel fenomeno...

"Capitano Kenar, qui Guardiamarina Anena... scusi se la disturbo ma... le era mai capitato di vedere una piega del sub spazio prima di ora?"