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USS SEATIGER - MISSIONE 01 RSS USS SEATIGER - Missione 01

01.10 " Codice 47 "

di Tkar , Pubblicato il 30-07-2015

U.S.S. Seatiger, Plancia
24/11/2394 Ore 18:37 - D.S. 71898.01


"Ma ho il fondato sospetto che la Seatiger non sia più nella sua dimensione di appartenenza."

Le parole di Anari fecero correre un rivolo di sudore freddo lungo la schiena del Capitano della Seatiger. La sua non era stata una bella giornata e la commozione cerebrale per la quale era stato trattato in emergenza non era esattamente una passeggiata. Non c'era perciò da stupirsi se la mente del Trill impiegò esattamente undici secondi per metabolizzare le parole dell'Ufficiale Scientifico. Ce ne vollero poi altri nove, prima che Arjian decidesse che era meglio sedersi sulla propria poltrona, prima di ascoltare il resto "E dove saremmo, di grazia?"

"Questo non saprei dirglielo con esattezza..." rispose la Denobulana, mentre gli occhi correvano dal Capitano alla propria consolle, dove scorrevano in rapida successione sequenze di stelle ed altri fenomeni spaziali "ovvero, so dirle dove siamo...nel Settore 507, ai confini tra i Quadranti Gamma e Delta, vicini a dove dovrebbe essere il confine nord dello spazio Romulano."

"Dove dovrebbe essere?" ripeté con tono interrogativo il Capitano Kenar...il fatto di essere stati trasportati a mesi di viaggio dal territorio della Federazione era già abbastanza preoccupante, ma qualcosa gli diceva che - come sostiene il detto - il peggio dovesse ancora arrivare.

"I sistemi stellari dell'Impero Romulano non ci sono...o meglio, ci sono ma non sono come dovrebbero essere." Anari parlava rapidamente, mentre lo schermo principale abbandonava la visuale di poppa - dove capeggiava lontana la nave aliena che li aveva aggrediti precedentemente - per sostituirla ad una mappa galattica, sulla quale venivano riportate in blu le ben note composizioni stellari che tutti loro avevano studiato ai corsi di Astronomia e Navigazione in Accademia "Ecco, vede!? Questa è la configurazione della nostra Galassia...e questa quella di quella dove ci troviamo ora..."

Ad un comando dell'esuberante Denobulana, una serie di nuove stelle rosse andò a sovrapporsi all'immagine precedente. In molti casi le stelle andavano a sovrapporsi a quelle blu ma, in un numero incalcolabile - ad occhio - di casi, non era così. Interi sistemi solari, ammassi stellari, nebulose e anche buchi neri comparvero dal nulla, mentre altri vennero semplicemente soppressi."

"Affascinante...apparentemente si tratta di un'altra dimensione, discordante dalla nostra dalle epoche più remote, per aver ottenuto una così ampia varianza nella distribuzione dei corpi celesti..." Commentò Tkar, che fino a quel momento pareva aver prestato più attenzione all'inseguitore che li tallonava che alla spiegazione di Anari.

"Oh sì..." convenne l'Ufficiale Scientifico, accalorandosi a quelle parole e dimenticando per un momento la situazione generale "C'è un tasso di coincidenza con la nostra dimensione di circa il 37,4%...forse anche meno, se le mie proiezioni sulla distribuzione delle Galassie vicine sono esatte. Purtroppo i Sensori Astrometrici sono saltati e non ho ancora avuto tempo di allinearli, ma già ad occhio nudo direi che il Braccio del Sagittario non è lo stesso e..."

"Come diavolo siamo finiti qui?" Chiese allora Kenar, il cui mal di testa da post-trauma cranico stava peggiorando esponenzialmente all'aumentare della rapidità della parlantina di Anari.

La Denobulana si zittì per diversi secondi, prima di ammettere, con un sorriso molto più mesto di prima "Ecco...su questo ci sto ancora lavorando." Poi, dopo un momento di incertezza, aggiunse "Avrei una teoria, ma ho bisogno di accedere al nucleo di memoria del Computer, che è attualmente in fase di riparazione..."

"Va bene..." disse Kenar, alzandosi in piedi. La Plancia gli stava cominciando a girare attorno e voleva evitare di finire stramazzato al suolo come Finn, quindi aggiunse "continui a lavorarci, ci riuniremo tra due ore per avere il punto della situazione. Io sarò in Sala Tattica se avrete bisogno di me...Tkar, a lei la Plancia, veda di scoprire qualcosa su quella nave che ci sta inseguendo."

Quindi si diresse verso il suo ufficio dove, scostando con malagrazia un frammento di paratia caduto, si buttò sul divanetto e chiuse gli occhi, sperando che gli analgesici che gli erano stati somministrati prima di lasciare l'Infermeria facessero rapidamente effetto.


U.S.S. Seatiger, Sala Riunioni
24/11/2394 Ore 20:45 - D.S. 71898.26


Gli Ufficiali Superiori entrarono rapidamente nella sala riunioni della Seatiger e, con i visi stanchi, presero posto nelle loro posizioni abituali. A parte Kenar e Finn, che avevano riposato un po', solo Tkar non mostrava sul volto segni a testimonianza del lungo turno fino a quel momento trascorso e a tutt'ora ben lontano dal terminare.

"Molto bene, signori, iniziamo con la domanda più facile...stato dei sistemi?" domandò il Capitano, prendendo la parola e rivolgendosi in particolare a Carelli, che si era seduta tra Anari e Tkar, con un gotto di caffè in mano. Già il fatto che si trattasse di caffè vero e non di una razione di emergenza liofilizzata era una buona cosa, perché significava che il sistema dei Replicatori era stato rimesso in funzione.

"Abbiamo ripristinato la maggior parte dei sistemi essenziali..." rispose l'Ingegnere Capo, con un sorriso stanco "Propulsione, comunicazioni e sistemi tattici. Abbiamo ancora qualche difficoltà con i sensori a lungo raggio, ma si tratta più che altro di una perdita di risoluzione, non andremo a sbattere contro un pianeta per sbaglio..." prese una sorsata di caffè, quindi aggiunse "Inutile che aggiunga che, invece, i sistemi secondari sono ancora un disastro."

Kenar fece un cenno d'assenso, quindi aggiunse, volgendosi verso l'Ufficiale Medico Capo ed il Consigliere "Ottimo, direi che per il momento ci possiamo accontentare. Stato dell'equipaggio?"

Gli interpellati si fissarono un secondo, quindi fu il Dottore a rispondere.
"Diversi contusi, un po' di fratture e qualche ustione, ma nulla di veramente grave. L'equipaggio al momento non risente ancora dello shock per il trasferimento in un posto così lontano. Lo stato di Allarme Rosso li sta tenendo in allerta e l'adrenalina - finché dura - gli impedirà di farsi troppe domande. Ma quando avremo un po' di calma sarà necessario che lei faccia un discorso, signore, che spieghi cosa è accaduto e li tranquillizzi."

"Direi che prima dovrei saperlo io, cosa è accaduto..." borbottò il Trill, ringraziando comunque il medico per il rapporto e volgendosi quindi verso colei che poteva dare una risposta a quella domanda, oppure procurargli un ennesimo mal di testa. O forse entrambe le cose..."Anari?"

Come se fosse il tappo di una bottiglia di spumante agitata in un agitatore per vernici, la Denobulana iniziò a parlare a raffica, gesticolando per aiutarsi in quella complessa spiegazione - o ipotesi di spiegazione - che la sua mente geniale aveva elaborato nelle ultime due ore."

"Sì, signore...ebbene, ho analizzato la situazione, anche rivedendo le letture dei sensori antecedenti il nostro...trasferimento, e sono giunta alla conclusione che siamo stati attratti nell'area di risucchio di un'Onda di Spostamento Planare."

Anari si fermò un istante per valutare la reazione del suo "pubblico". L'occhiata confusa che ricevette dagli astanti, comunque, non parve deluderla tanto che - dopo appena un istante di impasse - aggiunse "Quella dell'Onda di Spostamento Planare è una teoria che è stata avanzata dal alcuni teorici della transcurvatura, come il Professor Jonkins del Daystrom Institute, o Ru'Af Ma'Kri, delle Global Warp Industries di Alpha Centauri..." spiegò "secondo tale teoria, una esplosione estremamente potente e concentrata nel Subspazio dovrebbe generare uno strappo direzionale nel tessuto dello spazio-tempo. Ciò permetterebbe di creare una sorta di tunnel spaziale artificiale della durata di alcuni minuti...o secondi, a seconda delle teorie. Ad ogni modo, questa esplosione genererebbe una sorta di onda d'urto nello spazio normale, un'onda destinata poi a riassorbirsi nel giro di pochi secondi, trascinando con sé nella propria...risacca... tutto ciò che si trova nelle vicinanze del punto dove si apre il tunnel spaziale..."

Questa volta ci vollero diversi secondi prima che qualcuno - Carelli, nella fattispecie - mostrasse di aver compreso di cosa si stava parlando "In pratica sarebbe come gettare un sasso nell'acqua...per un istante si forma il vuoto ed un'onda attorno, poi il tutto viene riassorbito tornando come prima..."

"Esatto..." confermò Anari "solo che qui l'esplosione si espande in maniera lineare verso due direzioni distinte, quindi in realtà il...sasso...genera un tunnel spaziale in grado di portare ciò che si trova nei suoi pressi da un capo all'altro dello stesso in pochi secondi..."

Prima che qualcun altro potesse parlare, Tholos li fermò sollevando la mano e dicendo "Questo, però, non ha senso."

"Si spieghi, Comandante..." lo invitò Kenar, osservando incuriosito il fremere delle antenne blu del Capo Operazioni.

"Credo siamo tutti d'accordo che siano state le Galeteane a cercare di catturarci con questa...Onda di Spostamento Planare, giusto?" domandò in maniera retorica l'Andoriano. Non che qualcuno pensasse il contrario, data la situazione...in fondo erano stati colpiti insieme all'Arcadia, che - da quanto avevano appreso - era uno dei pochi nemici riconosciuti di quel popolo nel Quadrante Alfa. Dopo un istante, Tholos aggiunse "Il fatto è che l'equipaggio dell'Arcadia ci ha detto che le Galeteane vengono dal futuro..."

"L'Onda di Spostamento Planare genera una frattura nello spazio-tempo, quindi in teoria permette di spostarsi sia nello spazio che nel tempo..." precisò Anari, interrompendo il collega ed aggiungendo subito dopo "Infatti genera un tunnel spaziale, anche se della durata di pochi istanti. E - come sappiamo - i tunnel spaziali possono avere anche una componente temporale anche importante..."

"Ma, se fossero state le Galeteane, ci avrebbero dovuto trasferire nel loro futuro, non in un'altra dimensione..." comprese Kenar, intromettendosi a sua volta per bloccare la Denobulana prima che virasse l'argomento di discussione sulla meccanica dei Tunnel Spaziali, argomento di certo affascinante, ma poco rilevante in quel frangente.

Tholos annuì, soddisfatto che il Capitano avesse colto il suo stesso dubbio ed aggiunse "Quindi le ipotesi sono due...o la teoria di Anari è sbagliata, o le Galeteane avevano un motivo per spedirci qui anziché attirarci nel loro futuro."

"Non avendo conoscenze specifiche di questa teoria non ho modo di valutare la consistenza della teoria del Comandante Anari..." intervenne Tkar, le mani giunte avanti a sé "ma di certo il Signor Tholos ha ragione. Tatticamente parlando, se davvero il popolo Galeteano è responsabile del nostro trasferimento, la linea di azione più logica sarebbe stata quella di trasportare sia noi che l'Arcadia in una zona sotto controllo di loro forze navali in numero ingente, così da distruggerci senza esporsi e senza consentirci una possibilità di fuga, come è effettivamente successo."

Il Vulcaniano tacque un secondo, prima di aggiungere "Tuttavia esiste una terza ipotesi..." si prese appena un momento, il tempo necessario a Kenar per fargli cenno di proseguire, prima di spiegare "durante gli ultimi secondi di funzionamento dei sensori, abbiamo rilevato un importante aumento energetico da parte dell'Arcadia. Può darsi quindi che il Capitano Khayr ed il sue equipaggio si fossero già trovati di fronte a tale insidia ed avessero elaborato delle contromisure. Se così fosse, forse l'attivarsi di queste contromisure ha modificato il nostro punto di uscita, dirottando il tunnel spaziale artificiale."

"Addirittura verso un'altra dimensione?" domandò perplessa Carelli, dubbiosa circa quella possibilità ma al momento incapace di formularne altre più consistenti.

"In effetti è possibile..." convenne Anari, illuminandosi e sorridendo in maniera tipicamente Denobulana all'idea che il collega Vulcaniano le aveva dato "Se l'Arcadia avesse in qualche modo contrastato l'onda, avrebbe potuto sfuggire alla sua presa, prima di essere trasportata fino al punto di destinazione...Per quanto concerne noi, è diverso! Trovandoci sottoposti a due onde distinte di forza differente, siamo stati strappati dal flusso di ritorno principale e diretti verso l'unico vettore disponibile, ossia il flusso d'origine!"

Ci fu un momento di esitazione, poi la scienziata - notando che stavolta nessuno era riuscito a seguirla nel proprio volo pindarico - aggiunse un esempio a mo' di spiegazione "Immaginate la situazione così: Noi e l'Arcadia eravamo sottoposti all'effetto di una sorta di onda, che ci stava trasportando verso un punto preciso dello spazio-tempo. Se è come ipotizzato da Tkar, il solo modo che l'Arcadia avesse per liberarsi era di generare un'onda inversa, attraverso un'emissione di energia controllata dal proprio Disco Deflettore. Facendo così, la nave del Capitano Khayr ha ottenuto due effetti: quello principale - naturalmente - è quello di trovarsi per un momento fuori dall'effetto dell'Onda di Spostamento, rientrando quindi nello spazio normale. Ma ha anche generato una seconda Onda, che ha colpito noi, deviandoci verso l'unica altra possibile fonte di attrazione, ovvero il punto da cui è originato il Tunnel spaziale..."

"Sì, ora capisco..." annuì Tholos, facendosi pensieroso "il punto di origine del Tunnel spaziale, ovvero il luogo dove avviene l'esplosione subspaziale, è collegato - oltre che ai due punti di uscita del tunnel stesso - anche ad un altro punto...quello da dove è stata innescata e direzionata l'esplosione...e questo terzo punto può tranquillamente essere diverso dagli altri due..."

"E...hem...certo..." si sentì in dovere di dire il Comandante Finn, che in realtà in quella riunione aveva fino a quel momento presenziato senza dare nessun genere di contributo. In realtà non aveva capito praticamente nulla di quanto detto ed avrebbe pagato tonnellate di Lathinum per qualcuno che glielo spiegasse in un linguaggio comprensibile "e questo, naturalmente, significa che..."

"Che l'azione di disimpegno dell'Arcadia ci ha fortunatamente permesso di trovare chi c'è dietro questa storia...ovvero chi sta realmente orchestrando la guerra che le Galeteane vogliono scatenare contro la Federazione!" esclamò Anari, ancora su di giri per la scoperta.

Finn tirò mentalmente un sospiro di sollievo per essersi salvato dal dover chiedere una umiliante spiegazione, ma Kenar lanciò invece un'occhiata perplessa alla Denobulana, chiedendo "E mi dica, Comandante...come è giunta alla conclusione che ci deve essere una terza...fazione a tirare le fila di questa faccenda?"

"Per via dell'Arcadia, ovviamente!" rispose convinta Anari, prima di aggiungere "Sappiamo che l'hanno costruita da zero partendo dagli schemi tecnici della Hood...e sappiamo che - per i loro standard - è una nave abbastanza potente, diciamo non inferiore alla media delle loro. Ora, cosa ne consegue? Ovviamente che il loro livello tecnologico non può essere troppo diverso dal nosro, giusto?"

Si trattava di una deduzione logica, quindi nessuno la interruppe mentre continuava "Ebbene...per la nostra tecnologia - e per traslazione anche per la loro, a questo punto - un'Onda di Spostamento Planare è pura fantascienza. I nostri migliori teorici della Curvatura l'hanno ipotizzata come possibilità, ma non è mai stato avviato neppure uno studio di fattibilità...e sappiamo quanti anni sono che è attivo il Progeto Transcurvatura..."

"Di conseguenza lei ritiene che una terza fazione, dotata di mezzi tecnologici superiori, stia sfruttando Galatea ed i suoi folli piani di conquista al fine di indebolire o distruggere la Federazione..." comprese Tkar, e nel suo tono si poteva riscontrare approvazione per il processo logico che aveva condotto a quella deduzione "ma chi, e a che scopo?"

"Due domande interessanti..." convenne Kenar, il cui sguardo era ora ancora più cupo dell'inizio della riunione, e non per una questione di mal di testa "e credo sia ora di trovare ad esse risposte. Comandante Finn, lei sa cos'è un Codice 47?"


Nave Stellare Arcadia, Plancia
24/11/2394 Ore 18:37 - D.S. 71898.01


"E i Federali?"
Tochiro e Meeme si scambiarono un occhiata, insicuri su come continuare. Impossibilitati a dare una risposta.

Khayr conosceva bene il suo migliore amico...quando faceva quella faccia significava brutte notizie...e brutte, quando già ti trovavi disperso su una nave fantasma in avaria, con per sola compagnia un'aliena senza bocca ed un ologramma bidimensionale schiacciato, non era una bella cosa...

"Quando l'onda Galeteana ci ha raggiunto, ho fato appena in tempo ad attivare la contro-onda..." spiegò nel frattempo l'ologramma, incrociando le corte braccia al petto sproporzionatamente largo ed annuendo tra sé, in un movimento che avrebbe anche rischiato di fargli cadere gli occhiali "ovviamente non avevo il tempo di inviare le specifiche alla Seatiger, ma speravo che l'effetto del nostro impulso fosse sufficiente a liberare entrambe le navi, visto che eravamo così vicini..."

"E invece?" domandò semplicemente il pirata di nero vestito, mentre con un'occhiata al visore cercava di capire dalle stelle visibili dove si trovassero.

"Noi siamo sfuggiti all'Onda..." confermò Tochiro, mentre Meeme si rialzava, iniziando a trafficare col computer principale dell'Arcadia "siamo usciti nello spazio normale a circa 15 anni-luce dal punto in cui ci trovavamo, con uno sfasamento temporale di tre giorni nel futuro...della nave federale, però, nessuna traccia..."

"Se sono finiti in quell'Inferno, mi auguro riescano a cavarsela meglio di noi..." borbottò il pirata spaziale, mentre un velo di tristezza gli adombrava il volto guercio, al ricordo dei tristi eventi del passato, eventi che lo avevano segnato nel profondo come mai era successo prima.


Nave Stellare Arcadia - Sala Mensa - Flashback

C'era festa quella sera sull'Arcadia. La nave pirata aveva appena distrutto un convoglio di rifornimenti militari per una base segreta Galeteana e - al contempo - si era impadronita di parecchie utili merci e diversi tipi di cibi freschi, una rarità molto apprezzata dall'eterogeneo equipaggio.

Khayr aveva ordinato che - con quel ben di Dio - si facesse una grande festa e nessuno si era tirato indietro. Ora la festa era al suo culmine e sembrava che nulla potesse andar male, fin quando l'intero mondo parve capovolgersi, mentre la nave veniva prima colpita e poi intrappolata da una violenta emissione energetica che fece saltare l'energia principale e la maggior parte dei sistemi.

"Rapporto!" Gridò Khayr, colpendo il primo comunicatore che gli capitò a tiro e cercando al contempo di rialzarsi in piedi per raggiungere la Plancia.

"Prima che qualcuno potesse rispondere, però, la nave venne scossa da una esplosione molto più facilmente identificabile, quella di un colpo di arma a particelle che raggiunge uno scafo indifeso.

Il Capitano dell'Arcadia impiegò pochissimo a raggiungere la Plancia, ma quel tempo fu sufficiente a percepire almeno altri quindici scossoni, segno evidente che qualcuno stava giocando al tiro al bersaglio con loro.

"Capitano, meno male che è qui!" gridò Akari, uno dei dell'equipaggio, al quale era stato in quel momento affidato il comando "non so cosa sia successo, ma siamo circondati da navi Galeteane. Abbiamo la propulsione ad impulso e stiamo cercando di evitare di essere bloccati, ma abbiamo perso scudi ed armi.

Con una rapida occhiata ai sensori, Khayr comprese che la situazione era effettivamente tragica: l'Arcadia aveva subito gravi danni ed era circondata da almeno trenta navi nemiche, che a turno le sparavano addosso come Cacciatori Matsumoto raccolti attorno ad un grosso buco nel terreno, all'interno del quale era intrappolata una pericolosa - ma ormai indifesa - Bestia Tamari.

Un nuovo scossone li interruppe, mentre un colpo diretto li fece cadere a terra tutti.

"Propulsione ad Impulso fuori uso!" gridò il timoniere, comicamente aggrappato alla propria consolle "Una nave nemica ci è quasi addosso!"

Khayr chiuse l'occhio sano, in attesa del colpo di grazia, ma invece percepì un tonfo sordo, come quello di metallo che grattava sul metallo. Stupito, si guardò intorno per avere una spiegazione e fu Daiba a dargliela "Si sono poggiati sulla Sezione a Disco! Stanno cercando di forzare i boccaporti di accesso!"

"A tutto l'equipaggio, armatevi e state pronti a respingere un abbordaggio!" gridò allora il Capitano, aprendo la comunicazione con tutti i ponti. Quindi, voltandosi verso la consolle di ingegneria, chiese "Tochiro...i motori?"

"Ho riallineato il propulsore ad impulso di dritta..." rispose il tarchiato ingegnere, la lingua stretta tra i denti e copiose gocce di sudore ad imperlargli il faccione "riavrai la Curvatura tra qualche minuto..."

"Potremmo non avere qualche minuto!" gli rispose in tono serio Khayr, mettendosi in prima persona al timone e programmando una rotta che lo avrebbe portato a passare a poche decine di metri da quella che pareva l'ammiraglia Galeteana "Tutta la potenza ai campi di integrità strutturale...ora!"

Mentre alle sue spalle qualcuno gridava che il nemico aveva fatto breccia in diversi punti della Sezione a Disco e che si stava già combattendo su almeno tre Ponti, il Capitano dell'Arcadia accelerò a pieno Impulso, cogliendo di sorpresa le navi nemiche e lanciandosi in quello che sembrava un attacco suicida contro la loro Ammiraglia.

Quando ormai mancavano poche decine di secondi all'impatto i vascelli Galeteani cominciarono a sparare, ma ormai era tardi. Nonostante fosse stata colpita in più punti, l'Arcadia passò sotto l'Ammiraglia nemica ad un quarto della velocità della luce. L'astronave che era ancorata alla Sezione a Disco, invece, si schiantò sulla propria Ammiraglia alla medesima velocità, venendo praticamente fatta a pezzi e causando ingenti danni anche al vascello più grande.

Nella Plancia dell'Arcadia - come in ogni suo ponte, del resto - tutti vennero sballottati dalla forza dell'impatto che strappò dallo scafo esterno lunghe fasce di rivestimento. Appena prima di svenire a causa del violento urto con una consolle, comunque, Tochiro riuscì a borbottare "Pazzo!", prima di attivare la Curvatura, facendo sfrecciare vi a Curvatura 8 la nera nave stellare.

U.S.S. Seatiger, Plancia
25/11/2394 Ore 02:00 - D.S. 71898.86


La Seatiger uscì dalla Curvatura in un lampo di luce bianca e, prima ancora che lo scafo candido del piccolo vascello di Classe Nova entrasse in contatto con la materia della Nebulosa che occupava quella regione di spazio, la Gondola di sinistra cominciò a bruciare.

Mentre il rovente Plasma avvolgeva il metallo affusolato della Gondola, la nave parve perdere l'asseto e cominciò a ruotare su sé stessa ed attorno ad un punto del proprio asse principale posto circa a metà della Sezione a Disco, così che un osservatore esterno avrebbe potuto quasi scambiarla per una di quelle vecchie stazioni spaziali che sfruttavano il movimento centrifugo per generare una sorta di gravità artificiale sulla superficie esterna.

Quando la violacea nave aliena emerse dalla Curvatura, ormai, l'intera gondola di Dritta era in fiamme e la maggior parte delle luci di bordo erano spente, segno che non c'era più energia in quasi tutta la nave.

Il vascello nemico, un disco grande poco più di un terzo della già non imponente Sezione a Disco della Seatiger, girò un paio di volte attorno al vascello federale, prima di decidersi ad avvicinarsi a quella che pareva - a tutti gli effetti - una nave morente.

Quando il Comandante Finn sentì il rumore di un teletrasporto trovò la forza di sollevare lo sguardo dal pavimento dove era disteso ma, attraverso la spessa coltre di fumo che riempiva la stanza, non riuscì a distinguere che ombre, oltre ad una serie di luci violacee che - rapide come erano apparse - scomparvero, lasciando il compito di illuminare quanto restava della Plancia all'intermittente luce dell'Allarme Rosso ed ai crepitanti fuochi che si alzavano da varie consolle.

L'Umano fece per alzarsi in piedi ma, non appena ebbe trovato con la mano destra un appoggio a cui ancorarsi per fare leva, dovette fermarsi, mentre i suoi occhi facevano uno sforzo per puntarsi entrambi contro la canna del fucile che veniva ora puntato a meno di dieci centimetri dal suo naso.

"Non muoverti, cane Federale!" gli intimò una voce, in una lingua che il Tradutore Universale non ebbe difficoltà a comprendere e riportare in Standard.

Finn fece come gli veniva detto e - lentamente - ripoggiò entrambe le mani a terra. Al contempo, però, sollevò lo sguardo lungo il fucile a particelle che lo teneva sotto tiro e riuscì a vedere chi c'era dietro. L'essere si sarebbe anche potuto scambiare per un Umano, se non fosse stato per gli occhi rossi come le braci e per una piccola cresta ossea, che partiva dalla base delle orecchie salendo fin sopra l'arcata sopraccigliare, donandogli una fronte alta e spessa ed un aspetto leggermente demoniaco.

"Rapporto!" ordinò calmo il proprietario della voce, guardandosi attorno ma senza mai distogliere completamente l'attenzione dal Primo Ufficiale della Seatiger.

"La Plancia è sotto controllo..." rispose una seconda voce, altrettanto tranquilla, proveniente da un qualche punto vicino alla consolle Operazioni "l'equipaggio sembra essere ancora vivo, ma tramortito..."

"Abbiamo l'accesso ai controlli?" chiese l'alieno che teneva sotto tiro Finn, che a quanto pare era al comando delle operazioni.

Una terza voce, dalle parti della consolle di Ingegneria, rispose "I comandi non sono bloccati, ma non riesco ad accedere a nulla..."

"Forse il Computer principale ha subito danni..." Avanzò una quarta voce, dai pressi della consolle tattica.

L'alieno al comando sfiorò un bracciale che aveva al polso sinistro e disse "Ruk a squadra due...rapporto dalla Sala Macchine."

=*=Quaggiù è un macello, signore...deve esserci stata una perdita dal reattore.=*= riferì una voce, che attraverso il bracciale comunicatore pareva avere un timbro metallico =*=L'intera Sala Macchine è isolata e piena di fumi...comunque abbiamo il controllo della sala controllo.=*=

"Umph...avete riscontrato resistenza?" domandò l'alieno, riportando per un attimo lo sguardo sull'Ufficiale dal colletto rosso ai suoi piedi.

=*=No, signore...ci sono tre o quattro ufficiali feriti e piuttosto storditi che stiamo tenendo sotto tiro, ma la maggior parte dell'equipaggio di Sala Macchine doveva trovarsi nella stessa, quando c'è stata la perdita di gas e si sono chiuse le paratie di emergenza.=*= riferì tranquilla la voce dal timbro metallico, che evidentemente riteneva di non avere problemi.

"Mi raccomando, barricatevi bene all'interno e tenete gli occhi aperti per eventuali azioni da parte del resto dell'equipaggio..." ordinò l'alieno, prima di chiudere la comunicazione e concentrarsi finalmente sul suo prigioniero dicendo "molto bene, Federale...sei il Capitano di questa nave?"

"Sono il Comandante Finn, Primo Ufficial della U.S.S. Seatiger, della Federazione Unita dei Pianeti!" rispose l'interpellato, con tutto l'orgoglio che la sua posizione prona ed il fucile che gli teneva di mira la testa gli permetteva di mettere in quelle parole "ed al momento sono l'Ufficiale più alto in grado a bordo."

"Ottimo, Comandante Finn..." annuì, apparentemente soddisfatto l'alieno, facendo un passo indietro senza togliere l'arma dalla traiettoria che incrociava la sua fronte "io sono Ruk, dell'Egemonia Midiana, e prendo il comando della tua nave. Ora tu ordinerai al tuo equipaggio di arrendersi senza opporre resistenza."

"Il vostro è un attacco ingiustificato contro un vascello scientifico della Federazione!" protestò Finn, recuperando la posizione eretta con movimenti lenti e misurati, per non istigare l'alieno a sparargli contro "voi..."

"Noi abbiamo i nostri buoni motivi." Ribatté con un sorriso alquanto cupo l'alieno "motivi che non le interessano. Ordini subito al suo equipaggio la resa incondizionata."

Finn si guardò intorno, cercando con lo sguardo i propri ufficiali ed accertandosi che stessero bene. Anari era riversa a terra poco nello spazio tra la sua consolle e lo schermo visore e pareva svenuta, anche se il fumo e la consolle scientifica stessa rendevano difficile capirne le reali condizioni. Anche Tkar era a terra, e pareva quasi non respirare. Tholos e gli altri membri dell'equipaggio di Plancia, invece, si stavano riprendendo e venivano tenuti sotto tiro dagli Alieni.

"Almeno mi garantisce che - se ci arrendiamo - non farete del male ai miei uomini?" chiese il Primo Ufficiale, mentre le spalle si piegavano leggermente verso il basso come per il peso delle conseguenze della decisione che si trovava costretto a prendere.

"Le garantisco che - se non vi arrenderete - la mia nave vi farà saltare in mille pezzi seduta stante." Rispose freddamente Ruk, che ormai aveva capito di avere vinto.

"Signore! Non può consegnare la Seatiger!" provò a protestare Tholos, facendo per alzarsi in piedi. Il calcio del fucile di uno degli alieni si mosse però rapido e l'Andoriano, ancora intontito, non riuscì in alcun modo ad evitarlo, cadendo a terra come un sacco di patate, pur senza smettere di protestare "Il regolamento parla..."

"Il regolamento afferma che non si deve cedere tecnologia federale segretata ad altre razze!" sbottò stizzito Finn, inalberandosi e facendo appena un paio di passi verso Tholos, quasi volesse tirargli anche lui un calcio "la Seatiger è una nave scientifica, non ha armi o tecnologie rilevanti. Nulla che questi signori non potrebbero procurarsi in un qualsiasi mercato nero del Quadrante Alfa con un po' di Lathinum, comunque!"

L'alieno a capo della squadra d'abbordaggio ridacchiò a quella scena, quindi disse "Comandante, la prego...deve parlare al suo equipaggio..." attirando l'attenzione dell'Umano sulla canna del fucile che ancora gli veniva puntata alle costole.

"Oh...giusto..." disse Finn, come se per un istante fosse stato troppo preso dal suo sfogo per ricordarsi cosa stava facendo. Quindi si sfiorò il comunicatore e disse "A tutto l'equipaggio della Seatiger, qui è il Comandante Finn che vi parla. Siamo stati abbordati da forze aliene che hanno preso il controllo delle aree chiave della nave e la minacciano con le armi. Ci troviamo in una situazione da Codice 47, quindi vi ordino di comportarvi di conseguenza e non intraprendere azioni personali che possano mettere a rischio tutti. Finn chiudo!"

"Molto bravo, Comandante..." annuì Ruk "adesso..."

L'alieno venne interrotto da un cicalino proveniente dalla consolle operazioni, dove sulla schermata quasi nera si accese una lucetta intermittente. Incuriosito, si voltò verso questa, come fece anche l'alieno che vi si trovava accanto "Di che si tratta?" domandò il comandante della squadra d'assalto.

"Oh, quello?" chiese Finn con noncuranza, spostandosi vicino all'alieno e guardando da sopra la sua spalla "Nulla di che...è solo la spia che segnala una comunicazione in arrivo..."

"Ah, va bene..." assentì Ruk, prima di ricordarsi di un dettaglio "ma, un momento! Se i sistemi non funzionano, come..."

"Pesce d'aprile!" disse allora Finn, approfittando della posizione di vantaggio sull'alieno per dargli una spinta e cercare di buttarlo a terra, mentre diverse cose avvenivano in contemporanea: Tutte le luci della Plancia si accesero e, mentre gli alieni si guardavano attorno stupiti, vennero rapidamente messi al tappeto dai vari membri dell'equipaggio.

Tholos, agendo con una rapidità insospettabile visto il movimento precedente e la posizione parzialmente supina, colpì con un pugno l'addome dell'avversario più vicino e - mentre questi si abbassava per il contraccolpo - lo afferrò con forza per il collo tirandogli ancora più in basso la testa fino a fargliela cozzare contro la consolle Operazioni con un tonfo secco.

L'alieno nei pressi della consolle Tattica sollevò il fucile per sparare all'Andoriano ma, prima che potesse anche solo pensare di prendere la mira, Tkar aprì gli occhi e si sollevò in piedi con uno scatto di reni, effettuando la presa al collo Vulcaniana e strappandogli al contempo l'arma di mano. Con la stessa, quindi, prese la mira verso il quarto alieno - che si era voltato per fronteggiare un Guardiamarina della Sezione Tattica che fino a quel momento si era finto un ingegnere tramortito accanto alla consolle Ingegneria - e lo colpì alle spalle, mandandolo a schiantarsi contro la paratia.

Nel frattempo Finn era a terra, con Ruk chino sopra di lui e le mani disperatamente impegnate a tenere la canna del fucile lontana dalla propria faccia. L'Umano stava per gridare aiuto senza più ritegno, quando due fucili a particelle si posarono sulle tempie dell'alieno.

Tholos, che reggeva una delle due armi, chiese "Serve aiuto, Comandante?" mentre Tkar, che teneva saldamente l'altra con una sola mano, strappò senza sforzo il fucile dalla presa dei due contendenti.

"Pazzi, avete siglato la vostra condanna a morte!" ringhiò l'alieno, allontanandosi di colpo da Finn e cercando di correre verso la Sala Tattica, solo per trovarsi imprigionato in uno scintillante campo di forze eretto da Anari, che si alzò in piedi mostrando di tenere in mano un Tricoder.

"Lei ed i suoi uomini siete in arresto..." gli rispose di rimando Finn, rialzandosi in piedi con un sorriso eccitato in volto, come un bambino che ha appena fatto un giro su di una giostra particolarmente spaventosa al luna park.

"Lo vedremo..." ringhiò l'alieno, toccando il pulsante di richiamo, che avrebbe dovuto ritrasferirlo sulla sua nave. Avrebbe dovuto, perché invece non accadde nulla. "Ma cosa?"

"Ah...ha presente quella chiamata? Quella che non avremmo dovuto ricevere?" domandò candida Anari, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi da Denobulana. Quindi, mentre la voce di Carelli comunicava che avevano finito di espellere il gas dalla Sala Macchine e che gli alieni ostili erano confinati in una stanza adiacente, aggiunse "Era il Capitano Kenar, che ci informava che la nostra squadra d'assalto aveva terminato di prendere il controllo della vostra nave..."

*** Flashback (cinque giorni prima) ***
Nave Stellare Arcadia, Gondola di Dritta


Khayr, Tochiro, Meeme il Dottore e altri sette membri dell'equipaggio si fissarono in silenzio per un lungo momento, cercando di evitare di guardare negli altri le stesse ferite e la stessa stanchezza che sapevano di avere addosso.

Erano sfuggiti all'accerchiamento delle navi Galeteane e - grazie alla maggiore velocità dell'Arcadia - erano riusciti a seminarle, ma a caro prezzo. Durante i momenti antecedenti l'impatto con l'Ammiraglia di Galatea, infatti, circa ottocento aliene erano riuscite a penetrare a bordo della loro nave, cominciando una terribile battaglia che si era combattuta ponte dopo ponte, intersezione per intersezione.

Quasi tutti i membri dell'equipaggio dell'Arcadia erano morti sotto il fuoco delle terribile armi a raggi Galeteane e, anche se avevano portato con sé quasi il doppio di nemici, la situazione era rapidamente diventata insostenibile.

Khayr aveva guidato la nave in una nebulosa di Classe Mutara e, dopo aver bloccato gli accessi al computer principale, aveva predisposto una trappola esplosiva in Plancia, dalla quale lui ed i pochi superstiti dell'equipaggio si erano salvati all'ultimo secondo, grazie ad un teletrasporto di emergenza che li aveva condotti in quella zona schermata della Gondola di Dritta, un luogo praticamente inaccessibile dove difficilmente le Galeteane li avrebbero cercati.

"Ci sono ancora una sessantina di quelle maledette a bordo..." commentò cupo il dottore, stanco di vedere amici e compagni morire "come faremo ad affrontarli in undici?"

"Sappiamo che si sono asserragliate in Sala Motori..." commentò uno dei membri dell'equipaggio "perché non sfruttiamo i Tubi di Jeffries per raggiungerle da vari punti e farle a pezzi con un fuoco incrociato?"

"Perché se colpiamo il Nucleo di Curvatura siamo tutti morti, idiota!" lo rimproverò Tochiro "e poi, credi che non terranno sotto controllo tutti gli accessi?"

"Forse con un diversivo..." propose Meeme, parlando come sempre senza neppure far vibrare la membrana permeabile che aveva nel punto in cui Leijani e Matsumoto avevano la bocca.

Khayr, a quelle parole, si fece pensieroso e disse "Sì...faremo così..."

U.S.S. Seatiger, Sala Riunioni
25/11/2394 Ore 08:00 - D.S. 71899.54


Dopo un breve aggiornamento sullo stato delle riparazioni, il Capitano Kenar lanciò un'occhiata alla nave dell'Egemonia Midiana, che galleggiava placida accanto alla Seatiger e disse "Ebbene, signori...cosa abbiamo scoperto sui nostri ospiti?"

Fu Tkar, che aveva assunto il comando delle operazioni mentre i colleghi si erano concessi alcune ore di necessario sonno ristoratore, a riferire quanto erano riusciti a scoprire i suoi uomini "I nostri ospiti non si sono dimostrati particolarmente collaborativi, Capitano..." esordì "ma le loro banche dati ed una rapida analisi genetica hanno comunque contribuito a dipanare parte del mistero che avvolge la situazione attuale."

Kenar gli fece cenno di continuare ed il Vulcaniano disse "L'Egemonia Midiana non è completamente nuova alla Federazione. Otto punto tre anni fa un gruppo di circa 5.000 persone, che si identificavano come i sopravvissuti del pianeta Midia, si presentò ai confini della Federazione chiedendo asilo. I sopravvissuti affermarono di essere i soli superstiti del loro pianeta, distrutto da una incursione Borg, ed il Comitato Federale assegnò loro un piccolo mondo agricolo a circa 9.42 Anni Luce da Tellar, una colonia che ribattezzarono come Nuova Midia."

"Un inganno?" domandò perplesso il Capitano della Seatiger, che a quel punto non sapeva proprio cosa aspettarsi da questa razza che - se le loro ipotesi erano corrette - era stata in grado di manipolare un grande Impero del futuro di un'altra dimensione per aizzarlo contro la Federazione.

"Temo di non avere dati sufficienti per confermare o smentire questa supposizione, Capitano..." affermò Tkar, mentre richiamava a video la posizione del mondo coloniale assegnato ai presunti profughi "all'epoca, stanti le nostre conoscenze del modus operandi Borg, non abbiamo avuto motivo di dubitare della veridicità delle loro affermazioni e - anche alla luce di quanto appreso ora - non è possibile escludere l'ipotesi che si tratti di una casualità e che ci troviamo di fronte a due percorsi evolutivi diversi per la medesima specie."

"Ma, di fatto, questi Midiani ora occupano un mondo situato nel cuore della Federazione..." fece notare Tholos "un mondo che sarebbe una incredibile testa di ponte per attacchi verso i nostri mondi principali...Tellar, Andoria, Vulcano..."

"Per la precisione, i sopravvissuti Midiani scelsero questo mondo desertico e scarsamente ospitale in luogo di molte altre opzioni più facilmente sviluppabili. La giustificazione all'epoca adottata - ovvero che cercavano un mondo più sicuro anche a costo di sceglierne uno di più difficile colonizzazione - era perfettamente in linea con la loro condizione e non dettò sospetti." Chiarì il Tattico "ad oggi, però, si tratta di una informazione che non può essere ignorata..."

"Questi Midiani sono più infidi dei Romulani!" Esclamò sdegnato il Comandante Finn, essendo evidentemente giunto alle proprie conclusioni sulla faccenda. Dopo le due esperienze in Plancia, il Primo Ufficiale aveva acquistato un po' di sicurezza, che però avvizzì immediatamente all'occhiata di Kenar, che lo spinse a rettificare rapidamente "Cioè...se davvero hanno messo in piedi una cosa del genere, con tanti anni di preparazione, devono odiarci molto...ma noi nemmeno li conosciamo. Che possiamo mai avergli fatto di male?"

"Questa è una domanda interessante...Tkar?" chiese Arjian, evidentemente girandola all'Ufficiale che aveva analizzato le banche dati recuperate.

"Questa informazione non è tra quelle che siamo riusciti - fino a questo momento - a recuperare..." rispose il Vulcaniano senza scomporsi "su mia iniziativa ho preferito concentrare le analisi dei dati recuperati sull'aspetto tattico della vicenda, al fine di individuare i rischi per la nave e nella speranza di trovare conferme alle nostre teorie."

"E le ha trovate?" domandò di botto Anari che - per i suoi standard - era rimasta in silenzio sin troppo a lungo "Ci troviamo di fronte davvero ad un'Onda di Spostamento Planare?"

Tkar fissò la Denobulana per un paio di secondi, quasi si aspettasse di vederla balzare in piedi per continuare a parlare, quindi disse "Ho trovato conferma del fatto che ci siamo trovati sbalzati nelle immediate vicinanze di un sistema solare estremamente difeso...come potete vedere," e modificò le immagini dello schermo visore, riportando quello che pareva essere un sistema solare composto da una stella supergigante e da una dozzina di pianeti gassosi che avrebbero fatto passare Giove per un asteroide o poco più.

Prima che qualcuno potesse chiedere, il Vulcaniano avviò un programma e all'immagine del sistema si sovrapposero gli schemi delle rotte di pattuglia di numerosi vascelli, le orbite di un certo numero di satelliti di osservazione e la posizione di quelle che parevano essere stazioni spaziali di intercettazione.

"Non scherzava, Comandante..." commentò Carelli, con un fischio sommesso. Avvicinarsi a quel sistema sarebbe stato facile quanto lo era stato prendere Chin'toka, durante la Guerra del Dominio "quel posto è una dannata fortezza..."

Per un momento il Vulcaniano parve combattuto se specificare o meno che lui non scherzava mai, ma alla fine decise di soprassedere, rispondendo invece "Il sistema è effettivamente molto ben difeso, per quanto le singole unità navali impegnate abbiano una potenza di fuoco non molto diversa dalla nostra. Ciononostante ritengo che le risposte alle nostre domande siano lì, quindi mi sono preso la liberà di far approntare una sonda di Classe IX, impostando nei suoi sistemi questa rotta..." e mostrò una nuova traiettoria, questa volta evidenziata in blu, che passava parabolicamente al di sopra del sistema evitando le stazioni di rilevamento fisse e intersecando le traiettorie delle navi di pattuglia ben lontane dalla loro posizione "che dovrebbe permetterle di trasmetterci una telemetria accurata dello stesso, con rischi relativamente ridotti per la sonda stessa e sostanzialmente nulli per noi."

"Molto bene, Comandante, proceda..." disse kenar, alzandosi per dirigersi in Plancia "e vediamo di capirci qualcosa in questa situazione..."

*** Flashback (sette giorni prima) ***
Nave Stellare Arcadia, Infermeria


Khayr osservava le salme dei suoi uomini, composte sui letti dell'Infermeria dove il Medico Olografico di Emergenza le aveva deposte dopo averne accertato la morte. I pochi superstiti dell'Arcadia avevano infatti dato coraggiosamente la vita in un assalto frontale al Ponte di Battaglia, per permettere a lui, Tochiro e alla misteriosa Meeme di accedere ad una delle navette dell'hangar, dalla quale avevano usato il teletrasporto per in sala macchine e colpire con un'arma a particelle un contenitore di gas tossico che - spandendosi rapidamente - aveva ucciso quasi tutte le Galateane a bordo.

Era stato Khayr stesso a sparare il colpo letale e - se fosse dipeso da lui - sarebbe rimasto lì ad osservare la nube gialla consumare quelle dannate piante infestatrici, ma i suoi compagni lo avevano tratto in salvo all'ultimo secondo.

Giusto in tempo per sapere che i suoi uomini erano morti tutti... portando con loro un impressionante numero di nemici, certo, ma tutti morti.

Anche Tochiro era stato ferito, ma aveva affermato di stare bene e di non preoccuparsi, perché aveva un piano geniale in mente.

*Ed ora eccoti qui, amico mio...* si disse il pirata spaziale, fissando il corpo basso e tozzo disteso sul lettino davanti a lui. La ferita di Tochiro non era una ferita da nulla, ma un dolorosissimo colpo di un qualche tipo di arma disgregante ad effetto lento, un'arma che non lasciava scampo e concedeva alla vittima molto tempo per gustare l'agonia causata dal lento disgregarsi dei propri organi interni.

Ma Tochiro era un duro e - nonostante tutto - era rimasto in piedi a lavorare. Insieme avevano portato la malconcia Arcadia in una vecchia base segreta del popolo di Meeme, una razza di geniali scienziati portati all'estinzione dalla sete di espansionismo Galateana. Qui il suo amico aveva compiuto un qualche strano lavoro, integrando il computer della base con quello malconcio dell'astronave.

*Ma a cosa ti è servito, Tochiro?* si disse Khayr *Sarebbe stato meglio se ti fossi fatto curare...*

Il MOE aveva affermato che - per quel tipo di ferita - non vi era rimedio, ma il pirata non gli aveva creduto: per lui Tochiro aveva scelto di lavorare fino all'ultimo per quella nave che era diventata per tutti loro il simbolo della libertà.

Per un altro lungo momento Khayr si concesse di crogiolarsi in quel dolore lacerante che provava per la morte del suo amico e del suo intero equipaggio, poi si decise ad alzare lo sguardo verso Meeme, che già da alcuni minuti era entrata nella stanza e lo fissava in silenzio, rispettosa.

"Volevi dirmi qualcosa?" chiese, cercando di non far assumere alla voce un tono troppo duro.

"Non io..." rispose l'aliena, lasciandolo perplesso. Ormai erano i due soli superstiti su quella nave fantasma. E allora, chi? "Lui..."

Il pirata seguì con lo sguardo del suo occhio sano la mano dell'aliena senza bocca, voltando la testa verso la porta dell'infermeria. Un istante dopo, non poté impedirsi di spalancare la bocca stupito, vedendo il suo migliore amico che - con una bottiglia in mano - lo fissava dal basso in alto con sguardo divertito.

U.S.S. Seatiger, Plancia
25/11/2394 Ore 13:52 - D.S. 71900.21


"Stiamo ricevendo le prime telemetrie della sonda, Capitano..." annunciò Anari mentre, al suo solito, canticchiava un qualche motivetto mentre le mani danzavano sulla consolle scientifica in maniera quasi indipendente.

"Sullo schermo..." ordinò Kenar, irrigidendo in maniera impercettibile la schiena ed il collo, in attesa di vedere quel sistema solare dove - sospettavano - il nemico aveva dislocato il proprio apparato per la generazione di Onde di Spostamento Planare.

Dapprima le immagini furono un po' disturbate, come se il segnale fosse debole poi, dopo un rapido intervento di Tholos, divennero più nitide. Una grande stella, parecchi pianeti gassosi ed alcune strutture, impercepibili ad occhio nudo ma rese evidenti dai sistemi di correzione dell'immagine.

"Curioso..." commentò la scienziata, giocando ancora per qualche secondo con la propria strumentazione e continuando a canticchiare un motivetto che - Finn sperava - nessuno in Plancia avesse riconosciuto come una strofa particolarmente audace di "My Andorian Baby". Prima che al Capitano saltassero i nervi, comunque, la Denobulana aggiunse "Non so spiegare il perché, ma le reazioni nucleari di quella stella sono anomale...è come se venissero in qualche modo accentuate..."

"Accentuate?" domandò il Primo Ufficiale, smettendo immediatamente di tamburellare con le dita sul bracciolo della propria poltrona "In che senso?"

"Come dicevo, non so spiegarlo, ma quella stella ha una produzione energetica interna molto superiore alla norma per la sua classe stellare. Inoltre il consumo di materiale reattivo è molto più rapido del normale...il suo ciclo di vita è in qualche modo stato ridotto circa del 15%..." era evidente che anche la scienziata stava ancora cercando di raccapezzarsi in quella situazione.

"Possiamo avere una visuale ravvicinata sul sole?" domandò Arjian, che era stato colto da una intuizione non esattamente felice e sperava ardentemente di sbagliarsi.

"Possiamo tentare, ma ciò comporterà un rischio di individuazione della somma dell'ordine del 37.4%" rispose Tkar, impostando comunque i comandi da remoto per modificare la rotta del piccolo apparato d rilevazione spaziale.

L'immagine zoomò sul sole e, rapidamente, i suoi contorni si fecero più definiti sullo sfondo nero dello spazio. I filtri applicati automaticamente dal computer definivano sempre di più l'immagine dell'immenso astro ribollente di energia nucleare, finché - quando ormai erano piuttosto vicini - non fu possibile osservare qualcosa che riuscì a chiudere per qualche secondo la bocca di tutti, compresa quella di Anari.

Costruiti attorno al sole, infatti, numerosi anelli metallici formavano una fitta intelaiatura di contenimento e - in molti punti - quelli che sembravano sottili fili neri (probabilmente strutture cilindriche di decine di chilometri di raggio) affondavano letteralmente nella superficie ribollente dell'astro.

Dopo qualche minuto, Anari si riprese dallo stupore e - leggendo i risultati della propria consolle, sulla quale aveva continuato a lavorare quasi in modalità automatica - disse "Capitano, credo di aver appena individuato l'apparecchiatura grazie alla quale i Midiani generano l'Onda di Spostamento Planare."

"Mi faccia indovinare..." commentò Kenar "si trova su quell'assurda struttura attorno al sole..."

"No, signore..." rispose però la Denobulana, affermando ciò che nessuno di loro voleva davvero sentirsi dire "non si trova su quell'assurda struttura attorno al sole...è quell'assurda struttura attorno al sole, ed il sole parrebbe essere la sua fonte di energia..."

Da qualche parte nello spazio Galateano, Sala del trono
Nel futuro


La Regina Daphne fissò quella figura che fluttuava avanti a lei come un ologramma poco definito con una ira tale che - se i suoi occhi fossero stati armi - l'avrebbe trafitta a morte.

La Regina Galateana non era abituata a ricevere un no come risposta, ma quell'essere insulso aveva osato rifiutare la sua giusta richiesta. Fu pertanto con furia appena controllata, che affermò "Abbiamo già ottemperato alla nostra parte dell'accordo, fornendovi ciò che ci avevate richiesto. Ora pretendo che facciate come vi ho ordinato, trasferendo tutta la mia Flotta nel passato!"

=*=Regina Daphne...=*= disse infastidita la figura poi, dopo un momento in cui parve mordersi la lingua per non dire ciò che gli era passato per la testa, aggiunse =*=Regina...noi stiamo onorando la nostra parte dell'accordo così come voi state onorando la vostra. L'Egemonia Midiana trasferirà le vostre forze, ma non è possibile trasferire la totalità delle vostre truppe in una sola volta. Il dispendio di energia...=*=

"Non è affar mio!" ribatté piccata la Regina, mentre il verde della clorofilla le colorava le gote per la furia appena repressa "Abbiamo seguito i vostri suggerimenti e provato a racimolare con l'inganno una posizione di vantaggio sulla Federazione, ma non ha funzionato. Abbiamo perso anni e risorse inutilmente. Ora si farà come dico io...trasferirete in massa le nostre forze nel cuore della Federazione e noi li distruggeremo con la potenza delle nostre armi!"

=*=Quel che chiedete potrebbe distruggere l'apparato di trasferimento...=*= affermò frustrato il negoziatore, desiderando ardentemente di essere dove si trovava la Regina per il gusto di strangolarla a mani nude e vedere quanto fosse incendiabile quel suo corpo di pianta antropomorfa =*inoltre l'onda d'urto dello spostamento distruggerebbe quasi certamente sia il punto di entrata che il punto di uscita...=*=

Ma, se quella era l'idea del Midiano per far ragionare Daphne, aveva sbagliato i conti, perché la Regina rispose seccamente "Non me ne importa nulla. Se il tuo signore vuole i codici di attivazione di quanto gli abbiamo fornito, farà ciò che ho ordinato."

E chiuse la conversazione.

Il comandante Heliamphora, che fino a quel momento era rimasta in silenzio in un angolo della Sala del Trono, si inchinò ancor di più, quando gli occhi furiosi della Regina si puntarono su di lei. Il fallimento nell'infiltrazione e quello ancor più recente nel catturare Khayr e la nave Federal, infatti, facevano di lei un eccellente bersaglio della furia della sua sovrana.

"Sei ancora qui?" domandò infatti stizzita la sovrana, poggiando la mano sul proprio scettro. Ma quello non era il momento di punire il suo generale. Fu per questo che - prima di perdere il controllo - la Regina ordinò "Vai a dare gli ordini alla flotta. Che le nostre forze si raggruppino tutte nel settore Lambda 1. Presto ci prenderemo i mondi assolati della Federazione!"