Home Home
 
 
 
 
 
 
USS HOPE - MISSIONE 15 RSS USS HOPE - Missione 15

15.04 "Legami"

di Caytlin , Pubblicato il 04-11-2020

USS Hope - Ufficio del Capitano
08/09/2400 - Ore 16:59


Strauss era letteralmente furibondo.
Nelle sue infinite paranoie da complottismo, aveva messo perfettamente in conto che potesse accadere qualcosa del genere.
Aveva immaginato che Retok potesse essere rapito o che la sua vita potesse subire un attentato di avvertimento come quello capitato alla moglie.
Era, infatti, evidente, dal suo punto di vista, che l'uccisione della madre di Rest non fosse nei piani degli attentatori.
L'obiettivo era metterla in pericolo in maniera tale che perfino un Vulcaniano tutto d'un pezzo, seguace fanatico del Kolinahr, fosse costretto a muoversi ed a prendere l'iniziativa.
Non certo per l'affetto nella compagna, termine troppo emozionale, ma per la reputazione che Retok doveva difendere.
Essere un ambasciatore della Federazione Stellare dei Pianeti Uniti ed infischiarsene della sorte della compagna, non era un biglietto da visita ottimale.
Strauss lo sapeva ed era consapevole lo sapesse anche Retok.
In più, c'era dell'altro... qualcosa che risaliva a tanti anni prima... qualcosa di cui Bueller ed i suoi stavano soltanto ora scalfendo la superficie.
Qualcosa che perfino Rest ignorava.
Qualcosa di cui il padre o non andava fiero o non riteneva logico rendere pubblico pienamente.
La furia di Strauss non era indirizzata nell'assoluto immobilismo emozionale e mutismo adottato da Retok di fronte al rapimento del figlio.
Come se per un padre vedere il figlio essere aggredito e venir ferito con uno sparo in pieno viso a distanza ravvicinata, fosse del tutto normale ed accettabile.
Nicholaus si era già lasciato prendere dalle emozioni una volta di recente e non voleva che accadesse di nuovo... senza contare che tentare di picchiare Retok non era certo cosa facile né materialmente né utile per conservare un minimo di uniforme nella Flotta Stellare.
La sua furia, pertanto, si era rivolta agli uomini dell'ispettore Uzaki.
Era evidente che il loro perimetro di difesa era stato fallace.
Ancora non sapevano come, ma gli aggressori erano entrati all'interno dell'area sicura ed avevano attaccato pressoché indisturbati i loro obiettivi.
In assenza di Rest, la sezione tattica era passata sotto il coordinamento di Basta e Bueller aveva preteso risposte da parte del Betazoide.
In uno dei recenti colloqui che Strauss aveva avuto con la Consigliera, inizialmente forzato dalla Lennox e poi proseguiti di sua spontanea volontà, aveva intuito come i pettegolezzi da bar che si erano moltiplicati sull'eventuale intesa amorosa fra la Graahn e Basta non erano altro che cortina fumogena per ingannare le scommesse in corso.
Dopo aver rischiato la vita, per una colpa che Strauss riteneva esclusivamente propria, Basta era cambiato ed anche la dottoressa.
Cambiamenti difficili da spiegare o da assemblare, ma la conflittualità fra i due si era ridotta ad un gioco continuo di battibecchi e ripicche di ambito personale.
Un po' come il vecchio detto terrestre in cui uno recitava la parte del gatto e l'altra della volpe: entrambi a contendersi tutto, ma guai a chi avesse osato toccare l'altro compare.
Era sicuramente un bene per la loro produttività e per evitare altri potenzialmente spiacevoli episodi come quello sulla colonia Bajoriana.
Che avessero scelto di mantenere un basso profilo, era ugualmente utile alla causa... il chiacchiericcio avrebbe tenuto l'atmosfera sulla Hope sul positivo, evitando il formarsi di fazioni contrapposte.
Alcuni collaboratori di Basta, così come alcune infermiere della Graahn si erano dimostrati decisamente protettivi nei confronti del proprio superiore gerarchico e solo l'intervento deciso di qualche ufficiale superiore aveva evitato in passato polemiche inutili.
In realtà, quasi sempre, si era trattato della Risiana.
Ed era una cosa che stupiva Strauss: d'accordo, la rossa Consigliera di bordo aveva un buon team di supporto, fra Betazoidi e telepati altre razze, ma era come una sorta di prezzemolina.
Era sempre ovunque... o fisicamente, o in discorsi altrui... ed alcuni di quei discorsi, specie fatti al suo bar, non erano propriamente casti e puri.
Come facesse un unico Consigliere a riuscire a gestire l'intero equipaggio dal punto di vista psicologico era una cosa che spesso affascinava e, al contempo, preoccupava Strauss.
Gli equilibri a bordo di una nave spesso dipendevano da inezie che, se lasciate sviluppare, potevano esplodere. I
In quel momento, Strauss poteva fidarsi dei suoi ragazzi?
Con cui, lui stesso, condivideva l'ansia per il collega rapito?
In più Strauss aveva inconsciamente esteso la preoccupazione che stava provando nei confronti di Rest, di cui non si avevano ancora notizie, anche a Basta che, pur non lasciando trasparire quasi nulla, appariva turbato, ed alla stessa Caitlyn che sembrava una polveriera pronta ad esplodere.
Pur essendo una cosa pressoché impossibile a dirsi, il Vulcaniano aveva legato molto con la Risiana.
E viceversa.
Erano due mondi opposti ed inconciliabili... come due navi formidabili pronte a scontrarsi e che, invece, per qualche inspiegabile motivo, stavano viaggiando appaiate a vele spiegate, con una sola stretta passerella a collegarle fra loro.
Su quella tavola di collegamento, Rest sembrava aver imparato a cercare aiuto nella Risiana.
Strauss non sapeva su che basi ed in che modo, ma dai tempi del pon farr, qualcosa era successo.
Una sorta di rispetto era nato ben al di sotto di tutte le divergenze caratteriali che dividevano i due opposti.
Un rispetto simile, eppur diverso, da quello che legava Basta a Rest.
Il Betazoide ed il Vulcaniano non si erano mai potuti sopportare all'inizio, ognuno considerava l'altro una sorta di antagonista usurpatore al comando dell'intera sezione della Tattica e Sicurezza.
Con il passare del tempo e degli ostacoli affrontati e superati, avevano imparato a collaborare e rispettarsi.
Anche se non l'avrebbero mai ammesso, erano diventati amici.
E quell'amicizia ora pesava come un macigno nell'animo di Basta che si sentiva in qualche modo colpevole nei confronti di Rest.
Preso dal vivere appieno la propria gioia con Melanne, si struggeva nel dubbio se avesse potuto fare qualcosa di più per evitare il rapimento di Rest.
A parti invertite, gli era stato detto che il Vulcaniano era diventato più glaciale e determinato di quanto non lo fosse sempre stato.
Segno, tangibile sebbene non così evidente, che, per Rest, Basta era diventato un legame importante, sul piano lavorativo e personale.
Oltre ad uno smacco logico sul proprio curriculum.
Il Betazoide era stato bloccato nella sua intenzione di interrogare personalmente Retok.
Troppo coinvolto.
Troppo stupefatto dall'assoluta mancanza di preoccupazione da parte dell'Ambasciatore Vulcaniano per la sorte del figlio.
Caitlyn, supportata da Xyr e Bueller, era stata categorica: ad interfacciarsi con i due Vulcaniani ci avrebbe pensato lei.
Strauss si era preoccupato, ma lo sguardo determinato della Risiana gli aveva fatto cambiare idea: le avrebbe lasciato carta bianca, ma si sarebbe palesato lui stesso, ove necessario, per placare o per supportare la giovane.
D'altronde, anche Strauss era concorde che era meglio che Basta si concentrasse sulle operazioni in campo: doveva assolutamente ingegnarsi a trovare una soluzione al brutto pasticcio che era stato fatto dalla polizia Denobulana.
Quando l'aveva Interrogata a riguardo, Caitlyn gli aveva risposto che avrebbe parlato con T'Pral e con Retok... in quell'esatto ordine di importanza.
Testualmente perché Retok era universalmente considerato uno stronzo.
Un Ambasciatore integralista ed estremamente efficace nell'affrontare situazioni delicate e spinose, sfruttando ogni possibile direttiva o regolamento Federali, ma generalmente detestato sia da coloro con cui entrava a contatto, sia dallo stesso corpo diplomatico, e, non da ultimo, dalla sua stessa famiglia.
Caitlyn per quella chiacchierata avrebbe avuto bisogno di Xyr al suo fianco: l'unica in grado di ribattere punto su punto a qualsivoglia norma o cavillo Retok decidesse di tirare fuori dal cilindro.
E Xyr, in quel momento, aveva altre priorità che perdere tempo inutilmente con l'Ambasciatore.
Con T'Pral, invece, Caitlyn sarebbe stata da sola... la madre di Rest, da anni, aveva scelto la musica.
Una scelta logica visto il suo straordinario potenziale artistico.
Una scelta logica, avendo ormai espletato la missione di continuare la propria stirpe.
Una scelta logica per non passare la sua lunghissima vita solo e soltanto come la moglie, nonché dama di compagnia, del grande ed inarrivabile diplomatico Retok.
Una scelta che, sotto quella coltre spessissima di logica, aveva una fondamenta vagamente emozionale: stare lontana il più possibile dal marito.
Guardandola in un altro aspetto, anche quella era una scelta logica: non condividevano quasi nulla se non il rispetto dei dettami del Kolinahr e la genitorialità di Rest.



USS Hope - Ponte 6 - Sala Ologrammi
08/09/2400 - Ore 18:22


Il colloquio, se così si poteva definire, era stato tutto sommato proficuo.
T'Pral non si era mai veramente lasciata andare, nonostante i vari tentativi ed espedienti messi in atto da Caitlyn.
La madre d Rest si era trincerata, con stile ed eleganza, dietro la sua trincea di logica, forgiata in tanti anni di meditazione.
Qualcosa, però, era cambiato.
Per quanto fosse perfettamente in grado di dissimulare la preoccupazione, per quanto avesse assoluta fiducia nelle capacità del figlio di uscirne indenne e vincitore, per quanto fosse straordinaria nel enunciare concetti logici volti alla normalizzazione della situazione in essere, niente avrebbe potuto cancellare l'istinto materno.
Non avrebbe fatto nulla per il figlio, ma avrebbe trovato il modo di incanalare la sua preoccupazione in qualcosa che le riusciva straordinariamente bene: la musica.
Più erano aumentati i tentativi della Consigliera della Hope, più le prove musicali si erano volte su melodie meno angeliche, con musica più lenta, ritmata e dai toni cupi.
Per Caitlyn quello era stato sufficiente: sebbene tutta la loro conversazione non si fosse mai allontanata dalla pura logica e che la Vulcaniana non amasse molto parlare, la Consigliera si era persuasa che T'Pral a livello subconscio avesse ancora delle emozioni che riversava nella musica senza nemmeno rendersene conto.
Uscita dal ponte ologrammi, Tucci, presente assieme a Strauss, le aveva confermato come quelle tonalità armoniche fossero del tutto differenti rispetto a quelle da lui sentite, prima del rapimento di Rest.
In un modo tutto suo, T'Pral amava il figlio.
L'aveva cresciuto come un automa forse per proteggerlo dalle disavventure della vita, forse per proteggere sé stessa dal doversi preoccupare per lui, forse semplicemente perché era la mossa più logica o l'unico modo di allevare un figlio che le era stato tramandato.
Ma sotto tutta quella logica impersonale e purissima, c'era l'ansia di un cuore materno che pulsava sangue verdastro per la sopravvivenza del suo unico figlio.



Luogo sconosciuto
08/09/2400 - Ore 18:52


L'avevano colpito con un'arma settata su stordimento.
Inconfutabile o non sarebbe mai sopravvissuto.
Era in un posto buio, leggermente maleodorante, sicuramente umido.
Un altro fatto da tenere a mente e da sviluppare.
Non avevano intenzione di rapire il padre o di uccidere il padre.
Elemento su cui riflettere.
Non avevano mai avuto intenzione di uccidere la madre.
Un sospiro di sollievo interiore.
Tutto era stato studiato nei minimi dettagli.
Avevano probabilmente corrotto... o meglio stordito qualche agente della Polizia Denobulana a cui si erano sostituiti.
In tal modo, a prima vista, il cordone di sicurezza attorno a loro era intatto.
Ma l'infiltrato aveva svolto perfettamente la funzione di trojan.
Aveva permesso ad elementi esterni di inserirsi nel perimetro difensivo e di svolgere l'attacco.
L'aggressione era stata ben organizzata.
Chiunque l'avesse preparata doveva conoscere pienamente non solo i protocolli della polizia Denobulana, ma anche quelli della Flotta Stellare.
L'ultima affermazione si poteva dire che fosse dettata dalla logica fino ad un certo punto.
Era più un'idea che attingeva da elementi logici e portava ad una soluzione che, per quanto apparisse improbabile, stava portando Rest a credere che fosse non solo possibile, ma anche l'unica veritiera.
Era una deviazione importante delle sue sinapsi mentali rispetto a quanto a lui inculcato dal padre fin dalla più tenera età, ma gli anni sulla Hope gli avevano insegnato che ogni punto di vista poteva avere una sua logicità: perfino quelli più assurdi.
Luna, Bueller, Basta... ognuno di loro aveva modi di affrontare le situazioni che cozzavano con la logica Vulcaniana, eppure... beh secondo Caitlyn anche quelle avevano una loro logica. Non assoluta e priva di rischi, ma che portava ciascuno di loro a prendere decisioni, emozionali o meno.
La logica emozionale era qualcosa di assurdo per il Kolinahr.
La logica non avrebbe mai potuto essere altro che logica sommata ad altra logica.
Eppure anche lui in passato aveva agito non semplicemente per pura logica.
Come quando aveva rifiutato di lasciare la nave imbarcandosi sulla USS Hope di classe Intrepid.
Era stata una logica emozionale a muoverlo.
Non certo la logica tanto esaltata con cui era cresciuto.
In fin dei conti era stato ingannato.
A rigor di logica, non avrebbe dovuto accettare... ed invece si era imbarcato di nuovo coi suoi colleghi.
Caitlyn avrebbe detto amici.
L'amicizia, però, sarebbe stato un rapporto emozionale, non logico.
E Rest non era ancora abituato a ragionare in quel modo.
Anche se, doveva ammetterlo, aveva già agito in tal modo.
All'inizio quando era profondamente in sintonia con Xyr.
Poi quando aveva tutelato Basta.
Infine quando aveva accettato l'impensabile: ballare con Caitlyn e cercare di comprendere cose per lui impossibili da accettare.
Erano suoi amici?
L'Ambasciatore Spock non aveva mai nascosto di provare amicizia con l'Ammiraglio Kirk.
Ma Spock non era mai stato completamente Vulcaniano.
Lui sì.
Forse non voleva passare per un bastardo approfittatore insensibile come il padre?
Avrebbe avuto un senso logico.
Ma, allo stesso tempo, sarebbe stato un sentimento emozionale.
Rest era un'anima turbata, se ne rendeva conto.
La presenza del padre era da sempre fonte di disturbo.
Da quando si erano riuniti, Rest aveva dedicato pochissimo tempo ad altri se non ai propri genitori.
Che gli fossero mancati?
Assurdo ed illogico.
Ciò nonostante, aveva messo in atto comportamenti oppositivi nei confronti dei suoi colleghi.
Basta viaggiava metaforicamente a tre metri dal pavimento, così come la dottoressa.
Anche se celavano benissimo, Rest sapeva che fra i due vi erano incessanti e continui rapporti intimi.
La cosa gli dava fastidio? Probabilmente sì.
Sarebbe stato illogico, eppure forse veritiero.
Lui era logicamente in una situazione non facile, mentre l'amico...
Basta era un amico, Caitlyn?
Beh... folleggiava in preda all'amore... un sentimento del tutto privo di logica.
Probabilmente il termine amico era eccessivo, ma Basta era la persona con cui Rest probabilmente poteva asserire di aver legato di più.
Il carattere schivo di Basta ed i suoi silenzi erano perfettamente compatibili con quello di Rest, sebbene entrambi mossi su altri principi cardine.
Con Xyr aveva interrotto, o quasi, i rapporti dopo il famoso finto matrimonio.
Con lei aveva deciso di tornare sulla piena ed assoluta formalità.
D'altro canto, ogni goccia che non fosse logica gli stava venendo spremuta da Caitlyn in assillanti conversazioni.
Assillanti, ma benefiche... lo doveva ammettere.
Tutto ciò che stava lentamente comprendendo su culture diverse da quella Vulcaniana, lo stava elaborando con la Risiana.
Certo la lasciava parlare anche da sola per ore, ma, pur non sopportandone quasi il 75,57% dei comportamenti, era la persona dopo Basta che più avrebbe mai potuto chiamare amica.
Un rumore riscosse i suoi pensieri... era un rumore ritmato e cupo.
Da buon Vulcaniano aveva già memorizzato una serie impressionante di informazioni sul suo luogo di prigionia: umido, vicino ad una fonte maleodorante come un sistema di gestione rifiuti, sotto al livello del suolo, con un apparato di ricircolo aria vetusto e non manutenuto di recente, con una rampa di scale non lontana dalla pesante porta che chiudeva la sua cella.
Poteva enunciare almeno due dozzine di odori ed aveva sentito voci ed accenti di almeno una decina differente di persone, di età più o meno tutta omogenea.
Nelle loro voci non aveva percepito rabbia o preoccupazione, solo una cupa determinazione.
Non era un buon segno.
Sapeva che, per punire il padre, avrebbero usato lui come cavia.
Quello che loro non potevano sapere, è che Retok avrebbe sacrificato il figlio senza remore, solo se fosse stata una decisione logica per risolvere il problema nato anni prima su Mayus IV.