Pianeta Demone - Paelyrion (area della "stanza proibita") - 08/11/2396, Ore 10:03
Xyr, Tucci e Luna apparivano un po' confusi, ma mai quanto le tre ancelle: le bianchissime ragazze avevano uno sguardo a dir poco terrorizzato e si guardavano l'un l'altra senza riuscire ad esplicitare quel mare di emozioni che attanagliava loro.
Ar Akul uscì dalla buia cella nella quale era stato rinchiuso senza prestare molta attenzione a nessun'altro se la madre "Mi fidavo di lui!" si ripulì rapidamente la tonaca "Ma come ha potuto comportarsi così?"
Gli ufficiali della Hope si guardarono ma solo Luna sbottò incredula "Ma il Maestro Ar Akul non era il pazzo che passa per le pareti?"
Il giovane da poco liberato focalizzò la propria attenzione sul gruppo di federali "Io sono Ar Akul, terzo ed ultimo figlio di Ar Pita... e quello che avete conosciuto voi non è maestro in nulla, ma solo un ignobile ladro ed impostore! Sono passati così tanti secoli da quando mi ha chiuso lì dentro che oramai non saprei neppure come contarli!"
La madre, alle parole del figlio, si limitò ad un lieve sospiro mentre osservava con espressione quasi compassionevole le tre ancelle tremanti per la paura "Voi avete conosciuto V'Lic, ciò che un tempo era divenuto un servitore alla nostra Corte. Non ricordo quanto tempo fa successe, disse di essere fra i primi della sua razza ad aver lasciato suo il pianeta d'origine, vulcano"
Ar Akul annuì alle parole materne per poi sbottare "Era su una nave quasi completamente distrutta, ultimo sopravvissuto di tutto l'equipaggio, e qualcosa decisamente non andava in lui"
"Un vulcaniano?" Luna sgranò gli occhi pensando per un attimo a Rest "I vulcaniani hanno un pieno controllo sulle proprie emozioni e il maestro era tutto tranne che controllato!"
"Un tempo i vulcaniani non avevano tutto quel controllo sulle emozioni" la voce di Xyr sembrò molto calma e riflessiva "C'è stato un tempo in cui i vulcaniani erano una razza estremamente violenta, adoratrice di una religione politeista che li spingeva a pregare divinità come la Guerra, la Pace... la Morte. Fu solo dopo esser quasi giunti sull'orlo dell'estinzione che parte di loro iniziò a praticare una disciplina mentale che li spinse a sopprimere tutte le loro emozioni, dando vita al popolo dei Vulcaniani così come lo conosciamo oggi" fece una pausa "Tuttavia molti dissidenti partirono per creare nuove colonie, alcuni di essi giunsero su Romulus e..."
"Qualcuno si è perso per strada?" chiese Luna con una piccola smorfia "Beh questo vuol dire che il nonnino lì fuori dovrebbe essere in cenere da tempo"
"Il tempo è relativo... Non scorre sempre nel medesimo modo" rispose la madre prima di tornare ad osservare le ancelle, poi le rimise a terra lasciandole andare "E tutto questo solo per... per questo"
Ar Akul si osservò attorno "Per alcuni il tempo non scorre mai, sembra di essere tornati nel passato qui... Non capirò mai cosa ci trovasse in tutto questo"
"Onnipotenza, rispetto e potere..." rispose la madre "In maniera malata e probabilmente patologica ma pur sempre potere"
Le ancelle continuavano a tremare terrorizzate, ma lo sguardo della donna in bianco a poco a poco sembrò avere lo stesso effetto tranquillizzante che aveva avuto sui membri della nave "Noi... siamo le serve concubine del maestro Ar Akul... obbediamo a lui" disse una delle tre per poi guardare confusa il giovane "Ma... lui non è il maestro e... non abbiamo idea di chi sia."
Xyr fece una smorfia "Questo sembra medioevo... le serve concubine esistevano nel passato di vari popoli, ma poi le cose sono cambiate!"
"Si tratta degli ultimi spasmi di un mondo che non esiste più..." la madre alzò gli occhi al cielo "C'è stato un tempo in cui eravamo ad uno stadio evolutivo più primitivo... eoni fa, la vita dei nostri avi non durava che un soffio di vento... cento, centoventi anni al massimo. Con la morte sempre dietro all'angolo, essi iniziarono a credere nell'esistenza di un ordine divino, alla possibilità di reincarnazione seguendo la giusta via: tra i dettami insulsi che i nostri antenati seguivano vi era la credenza che vi fosse un motivo profondo nella distinzione fra uomini e donne, un motivo che andava ricercato nel diritto e dovere degli uomini di controllare le donne"
"E' passato così tanto tempo da allora che oramai non crede più nessuno a quelle idiozie"
"Era ciò che credevo sino a che non ho visto questo" la madre continuò ad osservare le ancelle "Abbiamo voluto tramandare il racconto di quanto i nostri avi fecero come monito, a che gli errori non venissero ricompiuti... ma evidentemente nella mente deviata di V'Lic tutto questo era preferibile alla pace e all'armonia raggiunta in secoli di progresso ed evoluzione"
"Quindi avrebbe creato tutto questo per vivere come facevano i vostri avi?" chiese Xyr osservandosi l'abito "Una sorta di nostalgia del tempo in cui l'uomo era il padrone incontrastato della casa?"
"Possibile... evidentemente il suo desiderio di controllo e potere era più grande di quanto avessimo immaginato, ma non avrebbe mai potuto fare tutto questo senza la nostra tecnologia" lo sguardo della madre si spostò sul figlio "Sei stato un imprudente! Ti era stato spiegato di non condividere i nostri poteri e le nostre tecnologie con altri popoli!"
"Ma... veramente..." Ar Akul arrossì di fronte alla madre "Aveva detto che i miei fratelli tramavano alle mie spalle per uccidermi e..."
"E tu ci hai creduto?" la madre scosse il capo "Hai lasciato la nostra nebulosa per trasferirti qui con un pazzo che alla prima occasione si è appropriato di tutto ciò che avevi per rinchiuderti in una cella e nascondere la vostra presenza con il nostro emettitore! Se non fosse che quell'emettitore è nettamente più complesso da qualsivoglia macchinario su cui V'Lic fosse mai riuscito a metter mano, non saremmo mai riusciti a trovarvi... ne hai ancora di strada da fare Ar Akul!"
Ar Akul abbassò per un attimo il capo, poi lo rialzò furioso "E adesso dov'è? Dov'è V'Lic?"
"Ha tentato la fuga con un vascello primitivo ma è stato fermato... ci penseranno i tuoi fratelli"
Xyr ascoltò con Luna in silenzio ma fu allora che si accorse di essersi persa qualcuno: iniziò ad osservarsi attorno sino a che vide Tucci pochi metri più avanti che incideva a terra altre equazioni "Signor Tucci cosa fa?"
Edison si alzò raggiante "Comandante, ho finito di fare i miei calcoli. Ritengo che se non lasceremo il luogo entro le prossime 48 ore resteremo qui all'incirca per i prossimi due secoli!"
Xyr sgranò gli occhi osservando Tucci "E come possiamo andarcene da qui?"
"Non ne ho la minima idea, Comandante!" rispose Edison prima di tornare ad osservare i propri calcoli
Xyr aprì la bocca come per rispondere ma la madre di Ar Akul fu più rapida "Non temete, tornerete a casa... torneremo tutti a casa"
Pianeta Demone - Paelyrion (area dello schianto della K'val-phavath) - 08/11/2396, contemporaneamente
La K'val-phavath, nave scientifica vulcaniana, fiore all'occhiello della ricerca astrofisica del Gran Consiglio delle Scienze alla metà del ventituesimo secolo, ora giaceva inerme sul fianco, come un relitto abbandonato. Erano passati alcuni istanti, eppure le tre figure erano ancora lì a fissarsi l'un l'altro, con la stessa espressione di un cacciatore che studia la propria preda.
Il primo a prender parola fu l'essere più grande e muscoloso, che mosse la saetta in direzione della nave vulcaniana oramai inutilizzabile "Che ne hai fatto degli uomini a cui hai preso quella nave?" la voce sembrò quasi un ringhio per la rabbia "Cosa hai fatto con la nostra tecnologia?"
"Non erano utili ai miei scopi" la creatura raccapricciante rispose con voce glaciale "Nessuno di loro era utile ai miei scopi, gli uomini avrebbero potuto mettere in rischio il mio predominio e le donne... non erano in grado di seguire la giusta via"
"La giusta via?" la seconda figura, dall'aspetto decisamente più angelico, grazie alle due ali di piume ed i lunghi boccoli biondi, sembrava decisamente più calmo e misurato del fratello "Non esiste la via giusta, V'Lic... quel mondo, quella mentalità è morta. Così come l'armatura che indossi, l'aspetto demoniaco con cui i nostri avi usavano bardarsi per apparire più minacciosi ed incutere paura è solo un ricordo di ciò che un tempo eravamo, ma non ha nulla a che fare con ciò che siamo e ciò che saremo... è il passato. Va ricordato, ma solo come monito, affinchè certe cose non possano mai più accadere."
"Taci!" V'Lic, all'interno di quella agghiacciante armatura urlò di rabbia "La vecchia via è il giusto modo di vivere! La vecchia via è il modo in cui io voglio vivere e non intendo rinunciarvi!"
"Vivi come ti pare ma non con la nostra tecnologia!" ringhio il fratello più grande, pronto ad ingaggiare lo scontro, stringendo la saetta "Sono Ar Teer, secondogenito di Ar Pita, ti ordino di riconsegnare tutto ciò che hai rubato a nostro fratello Ar Akul e di tornare al luogo di origine per rispondere dei reati che hai commesso utilizzando tale tecnologia!"
"Mai! Voi non mi avrete mai! Ho ancora l'armatura, posso ancora difendermi! Venderò cara la pelle!" la voce gelida e tagliente di V'Lic non sembrò avere alcun effetto sui suoi due avversari
"Sono Ar Pankh, primo figlio di Ar Pita, ho intenzione di procedere con il sequestro di quanto da te indebitamente sottratto a mio fratello" la voce del più grande dei due fratelli era sempre molto posata, calma, e le due ali che si muovevano appena dietro alle sue spalle lo facevano spiccare sui tre "Ti consiglio di riconsegnare spontaneamente il mal tolto o provvederò a riprendermelo"
"E come pensi di poterla prendere? Vorrei proprio vederlo!" la risata di V'Lic non fece arretrare i due fratelli ma suonò loro molto fastidiosa "Tuo fratello Ar Teer è forte, tu molto meno! Non mi fai nessuna paura, sei solo un ingegnere e non un soldato!"
"Vero, ma forse non consideri un dettaglio..." rispose divertito Ar Teer osservando il fratello
"Un dettaglio?" V'Lic si fermò di scatto "Quale dettaglio?"
"L'armatura che indossi, per quanto esteticamente tu ti sia così tanto prodigato a modificarla e a renderla simile a quella dei nostri avi..." il giovane alato mosse un paio di volte le ali per poi sorridere "L'ho creata io..."
V'Lic non fece in tempo a dir nulla che l'armatura, si disattivò cadendo a terra e lasciandolo lì, inerme alla balia dei due fratelli che lo fissavano immobili "Ma... come..." la rabbia del vulcaniano esplose e quest'ultimo, oramai completamente accecato dall'odio, si lanciò di corsa contro i due armato di una semplicissima pietra "Maledetti bastardi! Rovinerete tutto!"
I due fratelli si limitarono ad osservarlo e V'Lic si ritrovò ad essere bloccato dalla stessa forza invisibile che la madre aveva usato per bloccare le ancelle.
"Rassegnati... il mondo che ti ostinavi a voler ricreare è morto" Ar Teer ripose la saetta ed ambo i fratelli, assieme a V'Lic furono avvolti dalla medesima luce calda che aveva permesso loro di sbarcare sul pianeta, sparendo dalla superficie del planetoide.
USS Hope - Plancia - 08/11/2396, Ore 10:27
Se fino ad ora la decisione di Melanne era stata inamovibile nell'impedire a Rest di uscire dalla plancia, il fatto che la nave fosse in avaria e la situazione fosse tale da presupporre che la nave fosse stata attaccata da forze nettamente superiori, avrebbe mai potuto portare l'ufficiale medico capo a rivedere la propria posizione? Ovviamente no... Bueller aveva tentato di riottenere il proprio ufficiale tattico ma nulla aveva funzionato ed alla fine si era dovuto accontentare del misero collegamento via interfono, sperando che non gli togliesse anche quello.
"Signori, possibile che non possiamo far altro che stare qui a fluttuare in questa dannata nebulosa?"
"Beh, il rapporto del Consigliere è corretto... la nave non ha subito nessun danno strutturale dovuto agli attacchi, non vi sono stati sovraccarichi di nessun genere, tuttavia una buona parte dei nostri sistemi si è disattivata ed ora è necessario procedere a diagnostiche manuali di livello 1 per averne piena operatività" rispose Basta guardando la consolle
=^=Ad ogni modo è stato un attacco mirato unicamente per tenerci lontani dal pianeta Demone, e vi è una probabilità del 98% che sia stato eseguito per impedirci di intervenire a quanto sta accadendo sulla superficie=^= rispose Rest
"Come mai tanta sicurezza?"
"Perchè altrimenti avrebbero colpito il sistema di supporto vitale" rispose Basta osservando Bueller
=^=Precisamente=^= intervenne Rest
Bueller lanciò un'occhiata a Basta, sentire quei due andare d'accordo era ancora difficile da assimilare, ma poi tornò ad osservare di fronte a se "Abbiamo le comunicazioni?"
"No Capitano... e ad ogni modo sarebbero inutili date le interferenze della nebulosa" rispose l'addetto alle comunicazioni
"Perfetto" rispose sarcastico Bueller "Ed i sensori? I sensori funzionano almeno?"
"A corto raggio funzionano abbastanza bene... anche se non al massimo della loro efficienza"
Ferris portò la mano quasi a sfiorare il comunicatore per richiedere alla sezione ingegneria di occuparsi di migliorare la ricezione della griglia dei sensori ma all'ultima si bloccò ripensando al bell'umore dell'ingegnere capo e di tutta quella mole di lavoro che aveva sulle spalle "Ce lo dovremo far bastare per ora... rileva qualcosa sul pianeta?"
Basta rimase per un attimo perplesso ad osservare le rilevazioni "Ci sono delle forme di vita su quel pianeta... e..." alzò la voce per la sorpresa "Un picco di energia!"
Bueller si girò di scatto ma prima che potesse parlare Xyr, Tucci e Luna erano di nuovo in plancia, ad osservarsi attorno sorpresi e attoniti. Xyr fece alcuni passi in avanti per poi esclamare "Ma... ma... la Hope è ancora tutta integra?"
"Contrariamente a ciò che può pensare la Hope non è destinata ad andare in pezzi in sua assenza" rispose Bueller osservando soddisfatto Xyr
=^=Anche se in effetti l'operatività della nave è scesa drasticamente ad un 21% a causa dello spegnimento improvviso di svariati sistemi=^=
Bueller alzò gli occhi al cielo "La ringrazio della puntualizzazione Rest"
Xyr fissò per un attimo Bueller "Ma che ha fatto a questa povera nave?" scosse il capo "Ad ogni modo dobbiamo muoverci, se non ce ne andremo da qui non saremo più in grado di farlo per...."
Le comunicazioni si aprirono da sole e dagli interfoni la voce di Ar Teer fu udita in tutta la nave =^=Siamo spiacenti di aver dovuto disabilitare la vostra nave, provvederemo a traghettarvi sino allo spazio aperto=^=
La nave ebbe un sussulto, iniziando a muoversi da sola tutti i membri della plancia si dovettero tenere alla consolle per non rischiare di cadere.
"Situazione?" chiese Bueller raggiungendo con una certa difficoltà Basta alla consolle per verificare come stesse andando il suo lavoro
"Sembra che abbiano esteso i loro scudi attorno al nostro vascello... forse con il ritorno non subiremo tutti i danni a cui siamo incorsi con l'entrata!" sorride Basta osservando Bueller
"E' fatta!" rispose con grande soddisfazione Luna "Siamo fuori!"
In tutta la plancia si sentì un sospiro di sollievo mentre tutti iniziavano a rallegrarsi per la fine positiva che aveva preso la faccenda, un solo ufficiale sembrava essere via via sempre più sbigottito e contrariato.
"No, no... ma cosa fanno?" la voce di Tucci, che era riuscito a tornare alla consolle scientifica "Non lo possono fare! Distruggeranno tutto!"
"Di cosa parla, Signor Tucci?" chiese Xyr avvicinandosi all'ufficiale scientifico
"Stanno attaccando la nebulosa con un'arma ad energia polarizzata! In questo modo la nebulosa non si aprirà mai più! Il pianeta Demone sarà perduto per sempre!"
=^=Abbiamo provveduto a disabilitare la via di accesso al pianeta Demone, riteniamo che possano esservi altre nostre tecnologie nascoste su di esso e preferiamo non lasciarle in mano a razze tecnologicamente troppo inferiori per comprenderne la pericolosità... forse un giorno sarete in grado di averle anche voi, ma dovrete arrivarci con i vostri tempi e con le vostre forze. Addio=^=
"Se ne sono andati..." Basta alzò il capo dalla consolle "Le due navi che ci hanno trainati fuori dalla nebulosa se ne sono andate"
Bueller si grattò per un attimo il collo "Ottimo, ora basterà solo chiamare l'ammiraglio Bates, informarla che ci siamo persi una navetta su di un pianeta demone irraggiungibile e che abbiamo avuto un incontro scontro con una razza tecnologicamente superiore alla nostra che ha disabilitato quasi tutti i sistemi della Hope..." fa una pausa "...e che ci occorrerà un passaggio perchè siamo in panne" sbuffò per un attimo "Questa volta sento che mi pelerà e mi metterà sotto sale"
USS Hope - Ufficio del Capitano - 09/11/2396, Ore 20:16
Xyr entrò nell'ufficio di Ferris con indosso la propria uniforme, ben contenta di aver fatto sparire quell'elegante abito barocco "Il Signor Doohan terminerà la riattivazione di tutti i sistemi entro il pomeriggio di domani, ad ogni modo avremo la curvatura già da domattina..."
"Bene..." la voce di Bueller era rilassata
Xyr lo osservò per qualche attimo prima di proseguire "Il tenente Rest sarà dimesso domani, anche se non ho ancora compreso come abbia fatto a rimanere ferito... e solo lui per giunta"
Bueller ignorò la velata domanda di Xyr per poi annuire "Molto bene, sono certo che sarà felice di poter riprendere servizio"
"Già..." Xyr rimase ad osservare ancora per un po' Bueller poi salutò rigidamente il collega per dirigersi verso l'uscita
"Non le ho ancora chiesto come sia stato restare sul pianeta Demone" Bueller incrociò le braccia al petto osservando il proprio primo ufficiale "Non credo sia stato facile per lei"
"Quando ci si imbatte con certe persone non è mai facile" Xyr scosse il capo "Faccio fatica a credere che un vulcaniano possa essere rimasto così legato al passato di un popolo diverso dal suo dal volerlo ricreare"
Bueller si alzò annuendo "Già..." poi sorride alla giovane andoriana "Allora, pronta per stasera?"
"Per stasera? Cosa dovrebbe esserci stasera?"
"La festa di Halloween!" rispose con sicurezza Bueller
Xyr fece una smorfia perplessa "Halloween è passato da più di una settimana!"
"Eh... ma come ci hanno insegnato..." Bueller sorrise aprendo la porta dell'ufficio "Il tempo è relativo... non scorre sempre allo stesso modo" ammiccò divertito per poi uscire con Xyr dallo studio.