FLASHBACK
Betazed
Giungla Jalariana
14 Aprile 2399 - ore 16:00
Izra si fermò: respirava affannosamente ed era molto stanca, ma non si dava per vinta.
Non l'avrebbe mai fatto, non con lui alle calcagna.
Guardò in alto, verso la luce che filtrava tra i rami. Lassù una miriade di uccelli si muoveva tra le fronde, lanciando richiami d'allarme.
Era vicino, molto vicino, ne sentiva l'odore, meno forte dei suoi simili, ma molto più intrigante.
Era eccitato e aveva una folle voglia di combattere.
Il suo occhio allenato si soffermò su una pianta: era stata calpestata ed il succo dei suoi frutti, simili a mirtilli, macchiava l'erba incolta, indicando la direzione della falcata del malcapitato passante.
Aggirò quelle tracce e si portò sottovento, muovendosi parallela alla direzione della preda.
Ora era lei la cacciatrice.
Dopo una decina di minuti, scorse nuovi segni di passaggio: continuò sempre più decisa, mentre l'eccitazione della caccia la inebriava, invitandola ad assaporare il gusto del sangue.
Una forte luce l'abbagliò temporaneamente.
Strinse gli occhi e nel biancore che le violava l'occhio scorse la sagoma di una radura e, al limitare di essa, un uomo.
Si avvicinò il più possibile, cercando di mettere a fuoco l'essere di fonte a lei e, quando fu abbastanza vicina, scattò.
Durtak rimase sorpreso, non si era aspettato una reazione così repentina, uscì dal nascondiglio in cui si era appostato e si mosse con tutta la prontezza che le gambe allenate gli permettevano.
Sollevò la bat'leth per colpire, ma era troppo lontano.
Izra ebbe tempo di riprendersi e capire l'inganno.
Con un colpo di mek'leth parò, spostandosi di lato, mentre la lama del consorte, deviata dalla sua, andò a tranciare di netto il palo su cui era stata posizionata la maglia di lui.
Ora davanti alla donna si stagliava un bellissimo Klingon dai muscoli tonici, nervosi e dalla grazia statuaria.
Era stata umiliata ed era sempre più eccitata, ma oggi avrebbe assaggiato il suo sangue. Mettendosi in posizione d'attacco, sbraitò:
"Dici di essere un Klingon e agisci come un Romulano... Guardami in faccia mentre mi attacchi, non guardarmi la schiena"
"Ho sempre adorato la tua schiena..." la canzonò Durtak invitandola ad attaccare e la donna non se lo fece ripetere.
Con uno scatto felino si portò di lato all'avversario e, mentre lui sollevava la lama per colpirla, dall'alto verso il basso, fece perno sul piede in avanti e ruotò il bacino verso il suo esterno, cambiando profilo, per farsi passare davanti la lama.
Fu allora che lui deviò la direzione dell'attacco, portandolo immediatamente da verticale a orizzontale, e costringendo la donna a cadere a terra per non farsi squarciare il ventre.
Subito lui le fu addosso, sottraendole la lama, mentre lei gli mordeva a sangue la spalla.
FLASHBACK
Stov'kor
Sparviero di classe K'vort
23 Aprile 2399 - ore 23:50
C'era qualcosa in lei che lo affascinava sempre: era arrogante e tronfia, sempre pronta al confronto per celare grandi insicurezze, ma valeva ogni briciola della sua anima.
Izra dormiva profondamente e Durtak si scoprì a pensare a quanto la Federazione gli fosse costata cara.
La casa di N'ghalas sedeva nell'Alto Consiglio e, se avesse seguito la strada che suo nonno aveva tracciato per lui, ora sarebbe stato un Capitano.
Avrebbe potuto sognare una grande statua, con le sue fattezze, accanto a quelle di Kang e Koloth e un posto da eroe nello Sto-vo-kor: un orizzonte di gloria
Sorrise a quell'idea stupida e si voltò verso la moglie: l'eredità Betazoide gli aveva lasciato quanto bastava per percepire lo stato d'animo di lei ed era felicità quella che sentiva provenire dal suo corpo.
Lui invece era teso. Dopo mesi di inerzia, era stato contattato dal Comando di Flotta ed assegnato alla USS Poseidon, di classe Akira.
Izra si era proposta di accompagnarlo, con la sua nave, alla Base Stellare 103, e Durtak, dopo un'iniziale titubanza, aveva accettato. Almeno avrebbe potuto trascorrere ancora qualche giorno in dolce compagnia.
Sfruttando alcune conoscenze, era riuscito ad avere qualche informazione in più sull'unità cui era stato destinato: una buona nave, con un equipaggio completamente rivoluzionato e con un compito non semplice, ma negli ultimi tempi ben poche cose erano facili e immediate.
Durtak non poteva dire, fra le informazioni date dai notiziari sui recenti attentati e le incontrollate voci di sentina che si propagavano di nave in nave della Flotta Stellare, quante fossero vere e quante ingigantite, ma il riserbo mantenuto dal Comando di Flotta, gli aveva fatto intuire che ci fosse un fondo di verità in mezzo a tante dicerie.
Sembrava che fosse scoppiata una sorta di guerra civile tra coloro che credevano ancora ai valori difesi dalla Federazione e quelli che vedevano negli ibridi come lui e nella sua progenie un nemico mortale.
Non l'avrebbe mai permesso, avrebbe combattuto con ogni mezzo anche se solo nelle retrovie di un'infermeria.
Se non altro, rispetto alle angustie della Defiant, avrebbe potuto lavorare in spazi di gran lunga più grandi e risentire ancora una volta il sapore della battaglia.
E' vero, sarebbe stato lontano dalla sua amata per chissà quanto tempo, ma avrebbe reso onore a lei ed alla sua casata operando di nuovo in prima linea.
Stov'kor
Sparviero di classe K'vort
Sala teletrasporto
14 Maggio 2399 - ore 08:00
Non era la prima volta che saliva su quello sparviero e non sarebbe certamente stata l'ultima.
In quei oltre venti giorni di permanenza a bordo, l'equipaggio Klingon aveva imparato a conoscerlo ed a trattarlo con il rispetto dovuto a un guerriero, nonostante lui avesse deciso di indossare sempre l'uniforme della Flotta Stellare.
Lì tra i propri simili, con la donna della sua vita, si sentiva a casa. Allora, si disse, perché aveva deciso di abbandonare tutto quello?
La risposta gli arrivò poco tempo dopo, quando la nave usci dalla curvatura e si disoccultò prima di giungere nei pressi della base.
La USS Poseidon era lì, con le sue linee sinuose e l'equilibrata proporzione tra le gondole e il disco, e sembrava sussurragli:
"Ti aspetto"
Su quella nave, forse, avrebbe incontrato una gloriosa morte o difficoltà innumerevoli, ma, mai e poi mai, avrebbe conosciuto il disonore perché la causa che seguiva era giusta.
Durtak posò gli occhi sulla moglie, sorridendole mentre aspettava che venisse attivato il teletrasporto, e credette di intuire quello che lei stesse pensando in quell'esatto istante:
"Va mio amato.. è un buon giorno per partire e combattere con onore"