Home Home
 
 
 
 
 
 
USS HOPE - MISSIONE 19 RSS USS HOPE - Missione 19

19.01 "Giustizia!"

di Ferris Bueller, Pubblicato il 27-04-2023

USS Hope - Ufficio del Capitano
29/03/2403 - Ore 16.32


"Questo è tutto quello che sappiamo al momento. Credo sia necessario l'intervento del corpo diplomatico, non solo per liberare la nostra gente, ma per iniziare a lavorare su un trattato di pace."
=^=Signor Bueller lei mi stupisce. Secondo le leggende lei è il tipo da scendere sul pianeta e liberare l'equipaggio della Meridian mettendo a farro e fuoco tutto.=^= l'Ammiraglio Often sorrise
"Oggi è la giornata pace e amore, di solito mettiamo a ferro e fuoco il giovedì." rispose sfrontato il giovane "In ogni caso al momento non abbiamo ancora studiato la situazione, se riuscissimo ad arrivare a distanza di teletrasporto non sarebbe un problema, almeno per quanto riguarda il salvataggio. Ma la situazione potrebbe peggiorare per quanto riguarda la guerra e..."
=^=Cerchiamo di non farci prendere dal panico. Prima di tutto, cosa può dirmi del sistema?=^=
"Secondo i nostri sensori è un sistema di 6 pianeti, di cui due abitati: Geminos III e IV. La loro particolarità è che condividono la stessa orbita intorno alla loro stella e ad una distanza di circa 390.000 km... sono come due ballerini che si muovo all'unisono attorno al loro sole."
=^=E come hanno fatto ad abbordare la Meridian?=^=
"Qui entriamo nel campo delle supposizioni. Secondo il mio ufficiale tattico hanno preso possesso della nave durante il primo contatto. Probabilmente il Capitano Gakyn non si aspettava un attacco e aveva semplicemente invitato gli astronauti del primo volo a curvatura ad una specie di festeggiamento, infatti nella sua voce non c'era nessuna tensione. Probabilmente i Mopristi hanno intercettato le comunicazioni e si sono precipitati sul posto e hanno trovato i Rasaensi che se ne andavano con il Capitano e parte dell'equipaggio e hanno pensato bene di prendere gli ultimi rimasti sulla Meridian catturando tutte le capsule di salvataggio dato che il Capitano aveva dato il codice per l'autodistruzione."
=^=Mi pare una ricostruzione sensata. In ogni caso una nave diplomatica è già in viaggio, ma arriverà solo fra qualche settimana...=^=
"Troppo tardi per l'equipaggio della Meridian." commento Bueller guardando intensamente l'Ammiraglio Often
=^=Avete già un piano vero?=^=
"Uno piccolino..."
=^=E non mi piacerà vero?=^=
"Beh..."
=^=Ma lo attuerete comunque vero?=^=
"Probabile..."
=^=Seguirò il consiglio dell'Ammiraglio Lennox: dirvi di non fare stupidaggini e poi far finta di non vedere quello che fate.=^=
"Le prometto che non avrà di che pentirsi." lo rassicurò Ferris senza però guardarlo negli occhi.
=^=So che sta mentendo Capitano Bueller... vabbeh vado a preparare le mie scuse all'Ammiraglio Capo, così mi metto avanti. Buona fortuna=^=

"Beh è andata meglio del previsto." commentò Rodriguez seduto dall'altra parte della scrivania
"Mi aspettavo che ci tenesse il guinzaglio corto. Qual è il piano? Hai detto che ne abbiamo uno." chiese Xyr
"Andiamo a dichiarare guerra a tutti e due naturalmente." rispose Bueller sorridendo
"Ah ok, mi pareva che fosse giovedì in effetti..." commentò Paulo senza batter ciglio mentre Xyr si portava le mani al viso desiderando di essere altrove.



USS Hope - Plancia
05/04/2403 - Ore 3:18


"Consigliere, come sono andati i suoi studi?" chiese Bueller sedendosi sulla poltrona.
"È stato estremamente interessante... è sempre interessante scoprire nuove razze." Caytlin prese in mano il dpad e iniziò una sorta di report di quanto aveva scoperto. "Secondo i dati ricavati dalle scansioni a lungo raggio, la guerra fra Rasaensi e Mopristi dura ormai da quasi 500 anni. Nei primi cento anni del conflitto, entrambi i popoli fecero ampio uso di armi nucleari, devastando i rispettivi pianeti. Oggi, Rasaensi e Mopristi sembrano avere lo stesso livello tecnologico, essendosi costretti a parità di armamenti per non concedere al nemico vantaggi incolmabili. Nonostante ciò, il rancore reciproco restava profondo, quasi di matrice fanatica dopo secoli di propaganda bellica."
"Non è certo una buona base per iniziare dei trattati di pace." commentò Xyr con una smorfia

Il Consigliere della Hope, dopo un cenno affermativo riprese la lettura dei dati: "I Rasaensi sono una razza umanoide alta e snella, con la pelle bluastra e gli occhi gialli. La loro cultura è improntata ad una profonda libertà individuale ed egalitarismo, quale reazione al militarismo dei Mopristi.
Sono un popolo molto creativo, amante dell'arte, della musica e della poesia. La guerra li ha costretti a rinunciare alla maggior parte delle espressioni culturali, sostituite dall'addestramento militare. Nondimeno, il ricordo di un tempo migliore resta, come fosforo nelle tenebre, a sostenere lo spirito.
Vivono su Rasaen Prime, un pianeta un tempo coperto da immense foreste equatoriali e temperate. Oggi i crateri delle bombe solcano una superficie spoglia, mentre la natura si riappropria a fatica dei luoghi. Alcune specie uniche sono andate perse per sempre.
Rasaen Prime è il simbolo stesso di ciò che avrebbe potuto essere e non fu, per colpa della guerra eterna. Incarna il rimorso dei Rasaensi, costretti a difendere fanciullezza e ideali in un conflitto senza fine."
Dopo un attimo Caytlin passò alla descrizione dell'altra razza: "I Mopristi sono una razza umanoide alta e robusta, con la pelle rossastra e due corna sulla fronte. La loro cultura è estremamente gerarchica e militarizzata, con un rigido codice d'onore che giustifica l'eterno sterminio dei Rasaensi.

Sono un popolo privo di espressioni artistiche o liriche, dedito esclusivamente all'addestramento marziale e alla propaganda bellica... Ogni aspetto della loro vita è finalizzato alla guerra, divenuta ragione e religione dell'esistenza.

Vivono su Mopri, pianeta interamente immerso nel deserto e segnato dai lager di prigionia e dalle fabbriche di armamenti.
Non resta traccia di vita selvaggia, essendo stata modellata a immagine dell'apparato militare fino all'ultima particella.

Mopri è il simbolo vivente dell'ideologia moprista, ultimo orizzonte di una civiltà scomparsa nelle fiamme della guerra santa. Incarna fanatismo e sacrificio di ogni aspetto umano sull'altare del conflitto eterno."

Gli uomini e le donne in plancia sentirono l'agghiacciante peso della situazione gravare sulle loro spalle.

"Entrambe le razze si sono modellate l'un l'altra come eterne giustificazioni al conflitto, al punto da non sapere più riconoscere altro senso alla propria esistenza." commentò Xyr
"L'odio è divenuto religione, il nemico eterno il perno di ogni credo. Il tempo stesso ha finito per cristallizzare situazioni e ruoli, incapaci ormai di evolversi verso la pace." assentì Caytlin

"La descrizione disegna due razze e mondi i cui destini sembrano indissolubilmente legati da una guerra senza fine, descritta quasi come religione e senso stesso dell'esistenza." intervenne Rest "Nonostante pari tecnologia, ciascun popolo ha modellato la propria cultura in funzione dell'eterno conflitto contro l'altro, perdendo capacità di riconoscere altre ragioni o modalità di vita."
"Il tempo ha cristallizzato situazioni e ruoli, senza possibilità (o volontà) di evoluzione. La guerra è divenuta condizione permanente, senza altra prospettiva all'orizzonte." le parole del capo della sicurezza parevano porre la parola fine ad un eventuale sogno di pace.

"Li avete rintracciati tutti?" intervenne Ferris cercando di spezzare quell'atmosfera cupa che aveva avviluppato tutti

"Sì Capitano. Tutto l'equipaggio della Meridian è stato individuato. Servirà circa un minuto per portare tutti a bordo, tutte le sale teletrasporto sono pronte, anche quelle delle navette." rispose Paulo
"Contiamo qualche minuto in più considerando che appena arrivano dovranno scendere dalla pedana e saranno confusi."
"Per chi mi hai preso?" esclamò fintamente offeso il Capo Operazioni "Li materializzeremo in parti diverse della nave per dare la possibilità alle squadre mediche e quelle della sicurezza di operare in tranquillità. Si fidi Capitano, ci vorrà più tempo a spostarsi da un pianeta all'altro che a trasferire tutti."
"Ottimo lavoro Signor Rodriguez, le farò aumentare lo stipendio!"
"Perché abbiamo uno stipendio?" ribattè lui basito
"Bene iniziamo!" ordinò Xyr prima che la discussione degenerasse.



Rasaen Prime - Celle detentive
05/04/2403 - Ore 3:25


La cella era tetra e umida, col pavimento ricoperto da pozzanghere stagnanti. Le pareti scolpite nella roccia scura mostravano le cicatrici di antiche torture, mentre nella mente del Capitano Gakyn le fresche ferite di sette giorni di torture si univano all'angoscia senza fine per le sorti del suo equipaggio.

Il Capitano aveva subito interrogatori sadici dai Rasaensi, ansiosi di strappargli urla di dolore più che informazioni. I suoi tormentatori erano umanoidi dalla pelle bluastra e gli occhi gialli, posseduti da una follia lucida che vedeva in lui il trofeo perfetto per sfogare crudeltà secolari. La sua psiche, già segnata da anni di avventure e traumi, era stata spinta al punto di rottura dallo stress post traumatico. Davanti agli occhi, le visioni di un'infanzia felice si mescolavano ai ricordi di torture senza fine, mentre il suo IO si divideva.

La liberazione fu improvvisa, talmente istantanea da lasciare di stucco sia lui che i suoi aguzzini. Un lampo di luce che ferì gli occhi del trill per poi ritrovarsi circondato da uomini che non conosceva... cercò di combattere sebbene ormai le sue forze fossero allo stremo, ci mise un po' per realizzare che gli sconosciuti portavano la sua stessa divisa.

"Capitano mi sente? Sono il Capitano Bueller della USS Hope, adesso è al sicuro."

Gakyn boccheggiò guardandosi attorno con sguardo terrorizzato. La dottoressa Melanne fece una smorfia guardando le condizioni del suo volto e del corpo, le torture erano state continue e crudeli. Senza dire una parola la giovane appoggiò un hypospray alla giugulare del trill e finalmente gli portò la pace.

"Com'è la situazione?" chiese Xyr mentre Ferris si allontanava per aiutare a calmare un giovane tenente in preda ad una crisi isterica.

"Hanno segni evidenti di torture fisiche ma anche mentali. Per essere tutti così traumatizzati devono aver subito qualcosa che va al di là della semplice tortura... mi aspetterei queste condizioni dopo un anno in un lagher cardassiano durante la guerra."

"Hanno lasciato le bombe nucleari per qualcosa di più sottile." commentò Paulo guardandosi attorno "Non ce n'è uno la cui psiche sia ancora integra."

=^=Plancia a Capitano. Signore siamo in arrivo sul secondo obbiettivo. Iniziamo il trasferimento!=^= avvertì Basta

"Ottimo lavoro, appena terminato il teletrasporto saltiamo in curvatura e nascondiamoci da qualche parte nella nebulosa. Voglio rimanere comunque in zona... non la prenderanno bene e voglio evitare che tornino a bombardarsi a vicenda."

=^=Sissignore. Plancia chiudo.=^=



USS Hope - Hangar 1
08/04/2403 - Ore 12:27


"Come state?" la voce del Capitano era piena di sofferenza. L'equipaggio della Hope aveva fatto il possibile per quello della Meridian sfruttando ogni spazio a disposizione e attrezzandolo per essere il più confortevole possibile.
Lui, nonostante il parere negativo del medico di bordo, aveva fatto richiesta al giovanissimo capitano di quella nave per andare a trovare i suoi uomini. Erano tutti giovanissimi... il Capitano, gli ufficiali superiori, l'intero equipaggio. Non aveva mai sentito parlare del Progetto Hope, nonostante avesse visto passare rapporti al riguardo. Di solito di queste cose più 'periferiche' se ne occupava il suo Primo Ufficiale ma ora lei non c'era più... una delle vittime delle torture o forse dell'arrembaggio iniziale.

Non ricordava più di aver attivato l'autodistruzione della nave e non ricordava nemmeno cosa fosse successo durante quei momenti iniziali. Ancora adesso aveva difficoltà a prendere decisioni e riusciva a dormire solo con l'aiuto di farmaci.

"Ci riportano a casa signore?" chiese una guardiamarina boliana con gli occhi spiritati e voce fioca. Se la ricordava... più di una volta le aveva fatto notare che parlava troppo, adesso sembrava difficile farle spiccicare parola.
"Sì, ci riporteranno a casa presto, state tranquilli." rispose lui, anche se non aveva certezze su nulla.

"Ce ne andiamo e basta?" la voce arrivava da un gruppo di ufficiali immersi nella parte più in ombra dell'hangar.
"Cosa vuoi dire Mayers?" chiese il trill alzandosi stancamente in piedi
"Ce ne andiamo senza nemmeno far valere i nostri morti? Senza che nessuno paghi per le nostre sofferenze? Quella gente sono dei mostri, adesso che hanno scoperto la curvatura saranno un pericolo costante!"

Una donna vicina al tenente si fece avanti "Lo so, dovremmo andarcene. La prigionia è finita. Ma come possiamo... dopo tutto quello che abbiamo passato. Le loro morti contavano per qualcosa, non è vero? Non possiamo lasciarle alle spalle così facilmente." la sua voce era risoluta nonostante sembrasse senza più forze
"Quella gente ci ha torturati senza pietà. Sono mostri. E se li lasciassimo andare, se ne andrebbero a prepararsi per colpirci di nuovo, ne sono certo. Ogni tregua sarebbe solo temporanea." ringhò un altro

Alcuni membri della Meridian li guardarono allarmati, per lo più i vulcaniani, ma nessuno si azzardò a dire qualcosa mentre tutti quelli dell'hangar si raggruppavano attorno al loro capitano.
"Io... io vorrei punirli." rispose lui mentre la sua voce era rotta dall'affanno, come se fosse preda di un attacco di panico "Vorrei fare in modo che paghino per le loro colpe, come abbiamo pagato noi. So che non sarebbe giusto. So che dovremmo essere lieti di essere liberi. Ma come posso, quando il loro ricordo mi tormenta ancora?"

I suoi occhi si fecero vitrei mentre Gakyn sembrava parlare più con sé stesso che con gli uomini attorno a lui "Siamo vivi, ma c'è qualcosa in me che è morto. E non tornerà in vita fino a che non li avrò visti soffrire, così come ho sofferto io.
È folle, lo so. Succube di fantasmi. Ma sono prigioniero di me stesso, e non riesco a liberarmene."

"Facciamogliela pagare Capitano! Vogliono la guerra, accontentiamoli!" ringhiò di nuovo Mayers.

"In che modo? Non abbiamo più una nave e siamo tutti a pezzi." si intromise un tenente della sezione scientifica guadagnandosi occhiate rancorose da altri.

"Prendiamoci la Hope, questi qui sono tutti ragazzini, che ne sanno loro di quello che abbiamo passato! Prendiamoci la nave e facciamo capire a quei due popoli che con la Federazione non si scherza!"

Gli occhi del Capitano Gakyn si accesero di follia. Una nuova nave e finalmente la vendetta.

"Andate nei diversi punti di raccolta, voglio qui tutti gli ufficiali superiori... dobbiamo organizzare un piano." poi la sua voce si abbassò mentre si avvicinava a Mayers "Tieni d'occhio i vulcaniani, non voglio che diano l'allarme."

Il trill si allontanò dal resto del gruppo per sedersi sulla sua branda. Il Capitano Bueller gli aveva offerto una cabina ma lui aveva risposto di no... voleva rimanere con i suoi uomini. Oppure aveva solo paura di restare solo?

"Vendetta? No. Giustizia... capiranno cosa vuol dire essere in balia di qualcuno molto più potente e non essere in grado di difendersi."

I suoi occhi si chiusero mentre iniziava ad escogitare il piano per prendere possesso della Hope.