Home Home
 
 
 
 
 
 
USS HOPE - MISSIONE 09 RSS USS HOPE - Missione 09

09.08 "Numi e traditori"

di Caytlin , Pubblicato il 19-02-2018

U.S.S. Hope, Plancia, 08/11/2396, ore 08:42


"Signor Rest, cosa sta facendo?" domandò perplesso Basta dalla consolle tattica

=^=Riprogrammo i sensori con subroutine alternative, ampliando la spettrometria differenziale di assorbimento atomico, perdendo accuratezza in profondità di circa il 39,23%, ma potenziando il controllo a medio raggio di circa 11,02%=^=

"Non granché signor Rest. È sicuro di poterlo fare?" domandò Bueller riferendosi nemmeno troppo velatamente alle minacce di Melanne sull'effettiva possibilità di tornare operativo del Vulcaniano

=^=Affermativo. Gli effetti del Pon-Farr non stanno più ostacolando le mie capacità mnemoniche ed intellettive e la Dottoressa Graahn ha acconsentito all'utilizzo della consolle di comunicazione, purché non mi muovessi dal bioletto. Bypassare i controlli per farmi accedere ai sensori è stato banale=^=

"Va bene signor Rest, quanto le manca?"

=^=All'incirca 45 secondi, Capitano=^=

"Ottimo... Plancia a Sala Macchine!"

=^=Qui Doohan=^=

"Situazione?"

=^=Toh... dopo dieci minuti? Ha aspettato tanto per chiedermi un aggiornamento questa volta.=^= la voce di James era insolitamente sarcastica e nervosa =^=Ho inviato i miei uomini ad esaminare le varie criticità presentate sui ponti 3, 4 e 7, ma, come le avevo già detto quando mi ha proposto il suo piano, la riuscita dello stesso mi avrebbe dato notevoli grattacapi... specialmente se vuole tornare indietro.=^=

"Faccia del suo meglio Capo... ci aggiorniamo fra..."

=^=Cinque minuti? Come suo solito da quando manca il Comandante Xyr?=^=

Se al primo cenno di nervosismo dell'ingegnere capo, in genere la tranquillità fatta persona grazie ad estenuanti sedute di Yoga, Caytlin non aveva dato segni evidenti, al secondo aveva appoggiato una mano sulla spalla di Bueller, lo aveva fissato per un secondo negli occhi come per dirgli che ci avrebbe pensato lei e poi si era allontanata dirigendosi al primo turboascensore disponibile.
Basta alzò gli occhi al cielo quando percepì la reazione di Ferris: probabilmente, in qualche remoto angolo neurale, aveva compreso il messaggio non verbale della Consigliera, ma s'era perso negli occhi della Risiana, fantasticando chissà cosa, ma di genere facilmente identificabile dall'improvviso picco emozionale erotico che sprigionava l'aura del Capitano.
Dapprima, a riportare Bueller alla ragione facendogli perdere quello sguardo ebete a cuoricini, fu la voce di Rest che annunciava di aver riprogrammato i sensori in un secondo tempo, fu l'allarme rosso.

"Signor Basta?"

"Scudi pronti Capitano, massima potenza... i sensori rilevano due anomale formazioni con massa simile a roccia di forma triangolare rovesciata... uno a est-nordest della nostra posizione, l'altro a nordovest e..."

=^=Attaccano... tipologia d'attacco sconosciuta!=^= annunciò Rest dall'infermeria.

"Manovre evasive!" ordinò Bueller rimpiangendo di non avere Luna al timone.

La prima scarica, proveniente da est e di colore rosso, colpì gli scudi, azzerandoli completamente.

"Siamo alla loro mercé Capitano!" esclamò Basta.

"Timone indietro tutta, pronti a curvatura!"

=^=Non abbiamo curvatura!=^= urlò dall'interfono Doohan spazientito.

La seconda scarica, di colore azzurro e proveniente da nordovest, inibì tre quarti dei sistemi della Hope, mantenendo pienamente attivi solo il sistema vitale, i motori ad impulso e quelli di manovra.

In plancia calò il gelo. Non una scintilla, non una consolle esplosa, tutti trattennero il fiato in attesa di una terza scarica, che non arrivò.

"Plancia a Doohan, aggiornamento?"

=^=Ma vaf...=^= la voce di James si interruppe, si udì un brusio ed alcune scariche prima che la comunicazione si riaprisse =^=Qui Caytlin, il nostro responsabile ingegneria è al momento molto indaffarato Capitano. Comunicherò io eventuali novità. Leggo dal suo pad che la situazione è quella che appare, nessun danno strutturale dovuto agli attacchi, non vi sono sovraccarichi di nessun genere, semplicemente pare che qualcuno abbia deciso di premere il pulsante off su buona parte dei nostri sistemi... si dovrà procedere a diagnostiche manuali di livello 1 per riavere piena operatività=^=

"Ma ci vorranno ore!" esclamò sconsolato Bueller

"Se posso permettermi, Capitano dubito che chiunque ci abbia attaccato voglia nuocerci. Ci hanno volontariamente messi nella condizione di non poter intervenire. Non vogliono interferenze, ma non hanno intenti a noi ostili"

=^=Concordo al 97,09% con l'analisi fatta dal Signor Basta=^=

Il fatto che Rest si trovasse d'accordo con il Betazoide fu un duro colpo da digerire per Ferris. Voleva dire che non aveva speranze di estrarre il classico coniglio dal cilindro e riuscire a salvare Xyr, Luna e Tucci prima che si scatenasse l'inferno.
Le due masse attaccanti, infatti, subito aver messo fuori gioco la Hope, si erano dirette verso il pianeta con quelli che, dalla vetrata della plancia, sembravano retrorazzi di colore azzurrognolo.
Passati pochi istanti, da entrambe partirono in contemporanea le scariche, sempre una azzurra e l'altra rossa, che colpirono il pianeta senza interruzione, generando ampi cerchi concentrici una volta che colpivano la superficie.



Pianeta Demone - Paelyrion, 08/11/2396, ore 09:13


L'attacco sferrato in punti geograficamente lontani dalla struttura sembrava assurdo a Lin e Jie che si osservavano perplesse e preoccupate.
L'espressione di Ar Akul, invece, era una maschera di puro terrore.
Dopo svariati minuti di assoluta inattività, si fece portare una delle sue armature, si fece aiutare ad indossarla e poi si diresse verso uno dei padiglioni a loro proibiti.
Le due ancelle credevano che il loro padrone e Maestro andasse a combattere una guerra fratricida, in realtà Ar Akul stava meditando una fuga: la più silenziosa ed onorevole possibile.
Se la nave di Xyr e quelle attaccanti avevano aperto una breccia nella nebulosa, lui sarebbe potuto fuggire con la K'val-phavath.



Pianeta Demone - Paelyrion, 08/11/2396, ore 09:42


I colpi sferrati al pianeta, sebbene all'apparenza innocui e di solo grande effetto scenografico, stavano dando i loro frutti. La struttura delle segrete si stava sfaldando, qua e là comparivano preoccupanti crepe e sinistri scricchiolii.

Xyr non era tranquilla, Tucci era perso nel suo mondo fissando qualcosa che solo lui sapeva e Luna era sparita.
Prima che l'Andoriana riuscisse a capire cosa fare per allontanarsi da quella trappola infernale, la porta della loro cella letteralmente andò in frantumi.
Non una scheggia, non un pezzo di trave, non una giuntura metallica sopravvisse. Tutto si ridusse in cenere e pulviscolo.
Aguzzando la vista ed assumendo una posizione da difesa a protezione di Tucci, Xyr si accinse a vendere cara la pelle.

Davanti a lei si materializzò una ragazza, o una donna giovane di età indescrivibile, dagli occhi sprizzava una folgorante luce celeste, aveva una serie di protezioni di armatura finemente decorata con motivi dorati sul seno, sulle spalle, sugli avambracci, a protezione dei fianchi e sulla parte anteriore delle gambe.
Erano protezioni minimali, leggere e che nulla toglievano alla leggiadria della donna bionda con ali bianche dai riflessi ambrati. A vita portava una fascia di quella che appariva essere purissima seta rossa.
Qualsiasi istinto di autoconservazione che Xyr avesse avuto in corpo svanì all'istante.
Qualsiasi pensiero che manteneva Tucci nella sua bolla di riflessioni svanì all'istante.
Qualsiasi cosa avesse avuto in mente di fare Luna svanì all'istante.

La ragazza non emise parola, aveva un'aurea di assoluta potenza e magnificenza, eppure non agì nei loro confronti.
Li guardò semplicemente tutti e tre ed ognuno percepì sensazioni intense e emozionanti, tutte diverse da loro.
L'unica cosa che accomunò quell'esperienza paranormale fu l'assoluta certezza che sarebbero tornati sani ed incolumi sulla Hope.
Xyr non si domandò come fosse possibile, considerato che l'aveva vista esplodere: le era stata fornita l'assoluta sicurezza che sarebbe tornata dai suoi compagni di avventura.
Luna si trovò a consegnare alla neo arrivata la cosa che più gelosamente aveva nascosto ai suoi carcerieri ed aguzzini. Il diario che aveva trovato. Scritto in vulcaniano antico era di difficilissima decrittazione, ma alla donna alata bastarono pochi secondi per sfogliarlo e capire.

Chiuse gli occhi e comunicò.



Pianeta Demone - Paelyrion, 08/11/2396, ore 10:02


La nave vulcaniana fu bloccata pochi attimi dopo il suo decollo.
Si innalzò innaturalmente verso l'alto prima di venire scaraventata a terra con una forza brutale. Atterrò con un tonfo assordante, sufficiente per metterla fuori uso, ma non per uccidere chi era al suo interno.
Dopo qualche istante, da essa fuoriuscì una figura raccapricciante. Aveva una maschera con zanne, corna e raffigurato sulla fronte un piccolo mostro a tre teste. Due lunghe corna partivano come copricapo al di sopra di un mantello porpora con fermagli color bronzo. Indossava un armatura con possenti para braccia culminanti in mani artigliate.
La strana creatura si mise a correre spiccando grandi balzi in direzione di uno dei due fasci attaccanti.
Uno strano tremito nell'aria e davanti a lui comparvero due figure, totalmente contrapposte.
La prima era enorme, dal fisico muscoloso, col torace a forma di V, dai lunghi capelli neri ed una saetta che brillava fra le mani aperte. Dagli occhi sprigionava una luce abbagliante color platino.
La seconda era altrettanto alta, ma il fisico era asciutto, atletico e magro, con due ali di piume che contornavano un viso dagli alti zigomi e dai lunghi boccoli biondi. Non sembrava armato, ed il suo sguardo pareva fissare il vuoto. La luce sprigionata dagli occhi era tenue di una tonalità color conchiglia.
Entrambi non portavano alcuna armatura, erano praticamente nudi, tranne per una sorta di fascia di lino bianchissimo attorno alla vita.
Un'improvvisa quiete calò fra i tre contendenti, fatta di frasi non dette e silenzi inquietanti.

Fu allora che arrivò i messaggio telepatico ai due giovani.



Pianeta Demone - Paelyrion, pochi istanti dopo


Una serie di pareti fu abbattuta col semplice battito d'ali della donna.
Xyr, Tucci e Luna la seguivano passo per passo come automi, in assoluta quiete e serenità, come se fossero a passeggio con una vecchissima amica di cui fidarsi ciecamente.
La bionda oltrepassò come burro porte che apparivano invalicabili come duracciaio, annichilì gruppetti di nerboruti guardiani, fino ad ammutolire le Tre Ancelle che si erano precipitate a proteggere la Porta Proibita.
Non diede loro scelta, se non quella di sopravvivere: le alzò dal suolo trattenendole con una forza invisibile e distrusse l'uscio che stavano difendendo.
Al di là di questa, vegetava quello che sembrava essere un giovanissimo ragazzo dallo sguardo disincantato e stravolto. La luce dei suoi occhi era di una tonalità pallidissima di rosa pastello.

"Mater" esclamò con un filo di voce.

"Ar Akul... figlio mio" rispose la donna.

"V'Lic mi ha tradito... conosce i miei segreti, ha le mie armi, la mia conoscenza, i miei poteri" strepitò disperato il giovane.

"Il suo tempo è finito figlio. I tuoi fratelli sono informati, la pagherà!"