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USS HOPE - MISSIONE 08 RSS USS HOPE - Missione 08

08.01 "I giorni passano"

di Ferris Bueller, Pubblicato il 09-08-2017

Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 28/07/2396 - Ore 05:22


I corpi di Rest e Basta giacevano raggomitolati in posizione fetale. La piccola cella, che era ormai da giorni divenuta la loro casa, era illuminata debolmente da una luce di emergenza posta sopra la porta. Sebbene i due sembrassero profondamente addormentati, in realtà erano ben svegli.
"Stanno arrivando..." avvertì Rest con un filo di voce.
"E' sicuro di farcela?" domandò Lon per l'ennesima volta sussurrando senza aprire gli occhi.
"Il precedente tentativo è stato quasi sufficiente. Ma ci sono solo il 58% di possibilità di riuscita." rispose il vulcaniano senza muovere un muscolo.
"Bene... allora mi affido a lei." entrambi aprirono gli occhi e si guardarono. Nei giorni passati in reclusione i due avevano un po' imparato a capirsi.

Rest doveva ammetere di iniziare ad apprezzare il lato silenzioso e riflessivo di Basta. Rifletteva su ogni proposta cercando, per quanto possibile per un non vulcaniano, di elaborare strategie e proporre idee.
Lon, dal canto suo, aveva ammesso con se stesso che le capacità di Rest erano di molto superiori alle sue, eppure, nonostante questo, il vulcaniano era molto più simile a Tucci di quanto pensasse. Come Edison, Rest sembrava inciampare su problemi pratici dimostrando la sua scarsa capacità di adattarsi alla vita normale. Probabilmente su una nave vulcaniana, Rest avrebbe fatto faville, ma come molti della sua razza si trovava spaesato quando si incontrava con la vita di gente comune che mostrava le proprie emozioni. Il betazoide era certo che l'egocentricità dei vulcaniani fosse solo un'armatura per non permettere agli altri di avvicinarsi troppo.

Il gas uscì sibilando. Lon guardò ancora per un attivo il collega e poi fu tutto buio.



Nuwe Berria - Spolecnost Company (6° piano - ufficio 03) - 28/07/2396, Ore 09:22


Ferris stava chattando con tre segretarie di altrettanti piani, districandosi abilmente fra false promesse e buoni propositi. Erano stati giorni duri per lui con quella Xyr che gli stava sempre addosso cercando il più piccolo errore nella sua condotta. Fortunatamente una delle dirigenti, una bionda donna d'affari, dai modi imperiosi ma dall'appetito sessuale insaziabile, era dalla sua parte, vanificando ogni tentativo della sua avversaria di farlo cacciare dall'azienda.

La luce della segreteria lampeggiò in rosso mettendo subito in allarme il giovane che chiuse immediatamente le finestre di chat e posizionò i faldoni dei documenti ben visibili davanti a lui. Un attimo dopo un deciso bussare risuonò nella stanza.
Ferris sospirò. "Avanti!"

Xyr fece il suo ingresso trasportando tra le braccia una voluminosa documentazione.

"Buongiorno!" la salutò con scarso entusiasmo guardando abbattuto il contenuto delle sue braccia.
"Non è un buongiorno signor Bueller, non lo è mai quando vengo a trovarla." sbuffò lei irritata lasciando andare il faldone sulla scrivania.
"Che cosa ho fatto questa volta?" chiese lui sconsolato.
"Si tratta del tessuto che stiamo preparando per le tute degli astronauti. E' un contratto enorme per la nostra azienda e non possiamo permetterci errori!"
"E che centro io? Di questo se ne occupa direttamente l'amministratore delegato."
"Lei però si è occupato dei materiali, guardi qui."

La donna sfogliò qualche pagina e poi voltò la documentazione.

In effetti sul documento c'era la sua firma, però non ricordava quella documentazione. Eppure leggeva sempre attentamente quello che firmava per non rischiare spiacevoli sorprese.

"Non ricordo questo documento..." mormorò meditabondo, lasciando correre sull' "immaginavo" ricevuto in risposta.

"C'è qualcosa che non va però..." continuò "Guardi qui." Ferris voltò di nuovo il documento e mostrò i dati del tessuto.
"Non va bene... le tute di questo tipo dovrebbero avere fibre di alluminio nella loro struttura." I due si guardarono frastornati.
"Come ha fatto a capirlo?" chiese lui guardandola intensamente.
"Non lo so... mi pareva palese." Rispose lei incupendosi "Forse è qualcosa che ho letto..."
"Beh io sono quasi certo di non aver mai letto niente di così noioso, eppure ero sicuro che queste fibre non andassero bene."
"Ci vorrebbe qualcuno che ne sa più di noi..." propose Xyr riflessiva.
"Chiamiamo il Signor Tucci." propose Ferris, aprì la bocca come per dire qualcosa ma poi scosse la testa confuso. "Ecco qua guardi, sulla documentazione c'è il nome di uno scienziato che ci ha fatto da consulente. Un astrofisico teorico."
"Come sapeva il nome del consulente?" chiese Xyr mentre il nome dello scienziato le rimbalzava nella testa.
"Devo averlo letto prima..." dedusse lui poco convinto.
"Meglio non chiamarlo... andiamo direttamente da lui."




Nuwe Berria - Sterrevag Observatory (4° piano - ala est) - 28/07/2396, Ore: 09:56


Il viaggio sulla spider di Ferris era stato molto silenzioso. Entrambi i giovani erano immersi nei loro pensieri. Il giovane si sorprendeva ogni tanto a guardare la collega. Un po' perchè si rendeva conto solo ora di quanto fosse attraente, un po' perchè gli sembrava che le mancasse qualcosa sulla testa. Un cappello forse?

Giunti all'osservatorio i due attraversarono la grande hall schivando studenti e professori che si muovevano indaffarati lungo i corridoi dell'università. Chiesero informazioni ad una boriosa segretaria e presero l'ascensore che li avrebbe portati all'osservatorio.

La sala principale era gremita di studentesse nonostante non ci fosse nessuna esposizione e nessuna lezione. Il posto sembrava anzi in fase di ristrutturazione. Al centro dell'attenzione delle ragazze era un giovane dall'aspetto terrorizzato e rosso come un peperone. Ferris sorrise divertito per poi chiedersi perchè lo stesse facendo.

"Ve lo ripeto, non sono un professore e l'osservatorio è chiuso per ristrutturazione." Balbettò il giovane ingegnere cercando di spalmarsi sulla parete per schivare le avances delle sue spasimanti.
"Sempre la solita storia..." borbottò Xyr avanzando con passo marziale. "Voi! Non avete lezione?" sbraitò la ragazza come un sergente istruttore a soldati indisciplinati. La filippica che ne seguì fece scappare le ragazze dissolvendo la folla come neve al sole.
"Grazie mille signore." sospirò Doohan quando anche Ferris li raggiunse. I tre si guardarono per alcuni istanti come se si riconoscessero, ma poi scossero il capo come a voler scacciare una nebbia che gli offuscava i ricordi.
"Stiamo cercando il Signor Tucci." disse Ferris per superare quel momento di imbarazzato silenzio.
"Certo... vi accompagno." rispose il giovane facendo strada.

Edison Ray Tucci, era immerso nei calcoli da ore. La lavagna davanti a lui era piena di formule matematiche. Si stupiva di come gli fosse facile comprenderne il significato, sebbene molte di esse non rientrassero nella sua sfera di competenza. Non si accorse minimamente dell'ingresso delle persone nel suo studio e neppure delle prime due volte che lo chiamarono.
"Signor Tucci!" ripetà per la terza volta Xyr portando esasperata le mani ai fianchi.
"Lasci fare a me..." propose Ferris prendendo il documento e mettendolo davanti agli occhi del giovane interrompendo così la sua visuale sulla lavagna.
"Cosa..." domandò lo scienziato prendendo il foglio "No qui è tutto sbagliato. Manca la fibra di alluminio!" disse iniziando a stendere dei calcoli matematici nell'unico angolo disponibile della già piena superficie nera.
"Signor Tucci!" sibilò ancora Xyr e Edison fece un salto girandosi.
"Comandan..." si fermò inciampando su quel titolo altisonante che stava per sfuggirgli dalle labbra. "Scusatemi... ci conosciamo?"

I quattro si fissarono intensamente. Era palese per tutti che ci fosse una sorta di riconoscimento fra loro. Niente di effettivo, ma come una specie di deja-vu o un ricordo lontano sbiadito dal tempo.
"Non credo..." rispose Ferris in modo poco convinto. "Comunque siamo venuti qui per chiederle spiegazioni. Secondo la documentazione della nostra azienda, questi sono i progetti per la costruzione delle tute spaziali per il prossimo programma spaziale di Nuwe Berria. Dati che lei ci ha fornito."
"Impossibile, io sono un astrofisico, studio la meteria celeste, non me ne intendo di questa roba."
"Allora come ha fatto a capire che manca la fibra di alluminio?" chiese Xyr incrociando le braccia al petto. All'inizio Xyr aveva pensato ad un errore del progettista che poteva portare un danno economico enorme all'azienda, ma quando lo aveva visto aveva subito capito che di quel giovane si poteva fidare. Non capiva perchè ma se lo sentiva.
"Non lo so..." rispose Tucci confuso.



Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - Bar dell'ospedale - 28/07/2396, Ore: 10:00


"Buongiorno, è ancora qui?" chiese Melanne guardando il giovane che pochi giorni prima l'aveva interpellata lungo i corridoi di pediatria.
"Oh! E' lei dottoressa!" rispose il ragazzo sorridendo.
"Sebbene sia onorata nel sentirmi chiamare in quel modo, è meglio se la smette se non vuole farmi finire nei guai. Sono infermiera." rispose lei divertita. "Ancora mal di schiena?"
"Si signora, i medici dicono che non ho niente eppure continua a farmi male. E' sicura di non potermi dare un'occhiata? So che lei non è una dottoressa, ma non so perchè sono certo che lei possa fare qualcosa."
"Signor... Rodriguez..." disse dopo che il giovane si presentò. "Sono un infermiera e di un genere totalmente differente da quello che le serve."
"La prego..." gli occhi del giovane si trasformarono in due pozze languide simili a quelle di un cucciolo in cerca di attenzione. Nonostante le intenzioni di Melanne di sfruttare la propria pausa pranzo per leggere un trattato di medicina vascolare che si era curiosamente trovata a comprare in libreria senza sapere il perchè, la giovane si decise a fare un tentativo.
"E va bene, ma solo perchè mi è simpatico." Venga con me.

I due raggiunsero un laboratorio libero e Paulo si tolse la camicia sedendosi sul lettino diagnostico. Melanne controllò l'area della schiena dove il giovae sentiva dolore senza però riscontrare nessuna anomalia o gonfiore.
"Non è che mi sta prendendo per i fondelli vero?" chiese lei guardandolo con sguardo critico.
"Le giuro che non è come pensa, non sto cercando di appropiarmi di medicine da rivendere!" esclamò subito lui mettendo le mani avanti.
"Non pensavo quello..." rispose l'infermiera, anche se quel sospetto aveva fatto capolino non appena l'aveva incontrato. "Pensavo più ad un tentativo di attaccare bottone..."
"Ma lei non è fidanzata?" chiese Paulo titubante. "Non so perchè ma ho come la sensazione che fare la corte a lei sia deleterio per la salute." Disse scherzosamente notando però lo sguardo della ragazza che si incupiva. "Ho detto qualcosa di sbagliato?"
"No... certo che no." Eppure anche lei aveva l'impressione che qualcosa o qualcuno mancasse nella sua vita. Come se l'ombra che sempre la seguiva e vegliava su di lei, di colpo se ne fosse andata.

"Si tolga le scarpe..." ordinò quasi senza pensarci per poi controllare la pianta dei piedi "Ecco qua, c'è un infiammazione alla pianta del piede, di certo deve avere infiammato il nervo sciatico e lei ha cambiato inconsciamente la sua postura provocandosi il mal di schiena. Prenda questi antibiotici." Disse prendendo delle pastiglie da un armadietto.
"E' sicura di non essere una dottoressa?" chiese Paulo ingoiandone una e infilando le altre in tasca.
"Certo, sono solo un'infermiera, perchè?"
"Beh... sono stato da cinque medici e nessuno a minimamente pensato a guardare le piante dei piedi."
"Strano..." pensò lei, eppure l'aveva capito subito che poteva essere quella la causa solo vedendolo camminare. Come se conoscesse da sempre l'andatura di quel giovane. Forse era più brava di quanto pensasse... forse poteva davvero studiare medicina.

"Senta, io mi occupo di logistica, ho una piccola compagnia di... trasporti e quindi non so quanto le possa essere utile, ma se ha bisogno di... qualcosa, non esiti a chiedere, farò qualsiasi cosa per ricambiare il favore."
"Non credo, ma non si preoccupi, è il mio lavoro. Torni comunque fra una settimana e le darò un'occhiata." Il giovane era sincero, ma le giuste pause nella frase avevano fatto capire a Melanne che quei trasporti, alle volte, non erano molto legali. Chissà perchè Melanne se l'aspettava.



Nuwe Berria - Fightertown Base, pista 15 - 28/07/2396, Ore 12:34


Luna scese dalla carlinga del jet supersonico slacciandosi il casco. Certo era solo il jet adibito alle simulazioni, ma dopo pochi secondi dall'inizio del test era facile abbandonarsi alla simulazione e considerarla reale. L'adrenalina scorreva ancora nel suo corpo, aveva usato alcune manovre che aveva inventato durante le ore di solitudine in caserma. Ore che adesso però passava in compagnia di una insegnante di scuola elementare dai capelli rossi.
"Eih Jones che ne dici di farci compagnia a pranzo?" domandarono alcuni piloti tentando l'ennesimo abbordaggio.
"Mi dispiace ragazzi, ma ho un appuntamento!" esclamò lei divertita.
"Chi è il fortunato?" La giovane indicò verso la recinzione che divideva la base militare dal suolo civile dove una bellissima giovane dai capelli rossi la salutò con una mano.
"Ecco adesso siamo veramente invidiosi, possiamo partecipare?" chiese uno dei piloti, un giovane dall'aspetto sbarazzino molto famoso fra le soldatesse.
"Mi dispiace Fer..." si fermò un attimo e si voltò guardando il giovane. Per un attimo l'aveva scambiato per un altro, qualcuno che avrebbe certamente fatto una battuta simile in una situazione analoga, ma chi?

Ci rimuginò per qualche attimo, ma era come se tutti i suoni e gli odori della zona facessero di tutto per distrarla e alla fine, quando raggiunse la bella insegnante, si era dimenticata tutto.

"Ciao rossa!" le due si scambiarono un leggero bacio per poi dirigersi verso una colorata coperta su cui era posato un tavolo da pic nic.
"Tutto bene oggi?" chiese Caytlin
"Non quanto volare davvero, ma mi sono divertita."
"Hai chiesto il permesso per farmi visitare la base?" chiese la rossa sorridendo.
"Ancora no, devo beccare l'ufficiale giusto e di buon umore. E' un periodo difficile, alla base c'è il prototipo di una nuova navetta e quindi i lasciapassa vengono rilasciati col contagocce. Come mai così tanto interesse?"
"Mi piace vedere dove lavora la mia ragazza!" esclamò lei evasiva.

Luna avrebbe voluto approfondire l'interesse della rossa, dato che la stava assillando da giorni per visitare la base, ma i baci della ragazza erano talmente fantastici che ben presto dimenticò cosa voleva chiederle.



USS Hope - Ufficio del Capitano - 28/07/2396, Ore 14:54


Ferris chiuse la comunicazione con l'Ammiragliato e sospirò. Xyr e Strauss, seduti sulle poltroncine davanti alla scrivania fecero un cenno di assenso.
"Non è andata male no?" chiese cercando conferma.
"Meglio del previsto - rispose Xyr - ha fatto un ottimo lavoro Capitano. Come sempre del resto."

I due si sorrisero e si alzarono per tornare in plancia.

"Viene Signor Strauss?" chiese Bueller guardando l'uomo ancora seduto al suo posto.
"Vengo ragazzi, stavo solo pensando ad altro. Andate pure!" rispose allegro.

I due giovani uscirono dalla stanza e lo sguardo sospettoso del Capitano Strauss li seguì.