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USS HOPE - MISSIONE 08 RSS USS HOPE - Missione 08

08.08 "Padre e figlia"

di Ferris Bueller, Pubblicato il 31-10-2017

Nuwe Berria - Cape Jool - 01/08/2396, Ore 13:00


Il piano era quello di fare solo una veloce perlustrazione: controllare il numero di guardie, i loro turni e il giro di ronda... ma Catalunya Jones aveva fatto tutto di testa sua entrando nel 'passaggio segreto' che la sua amica aveva preparato per lei. Gli altri erano stati costretti a seguirla nonostante Rest avesse immediatamente elencato tutte le possibilità di essere scoperti e catturati, complete di percentuali.

Una volta entrati si erano accorti che qualcosa non andava. Scarsa sorveglianza, pochissima gente in giro, stanze ammobiliate ma piene di polvere come se nessuno ci mettesse piede da settimane. Quando poi avevano raggiunto i piani superiori, la faccenda si era fatta sempre più strana: le porte erano aperte, i corridoi vuoti senza nemmeno un minimo di mobili. Ogni passo che facevano verso la meta dava loro l'impressione di essere in un luogo ai confini della realtà.

Alla fine Xyr, sebbene non sapesse per quale motivo lo avesse fatto, aveva ordinato al vulcaniano di tornare alla 'base' ed avvertire gli altri che avrebbe approfittato della cosa per mettersi in contatto con questa fantomatica Hope. Rest, sebbene controvoglia, aveva fornito a Doohan tutti i codici e le procedure per mettersi in comunciazione con la loro nave, poi era tornato indietro.

"E' sicura che siamo nel posto giusto?" chiese Xyr osservando la sala comunicazioni.

"Hai visto anche tu il cartello fuori dalla porta, c'era scritto Centro di Comunicazioni!" ribattè Luna guardandosi attorno.

"E' vuota..." affermò Tucci mentre la sua voce rimbalzava sulle pareti spoglie e tornava sotto forma di eco.
"Lo so che è vuota genio!" ribattè Luna spazientita. "Non ero mai salita qui, ma l'immaginavo molto più... tecnologica, in effetti."

"E ora che facciamo?" chiese Tucci.

"Se posso permettermi..." balbettò Doohan diventando rosso quando gli occhi delle due donne si puntarono su di lui. "Questo posto sarà anche vuoto, ma quella grossa antenna sul tetto sembra del tutto idonea per fare quello che volete. Se mi trovate del materiale posso improvvisare un sistema di comunicazione."

"Cosa le serve?" chiese Xyr come se non mettesse minimamente in dubbio le capacità del giovane.

"Voi portatemi materiale elettrico e qualcosa da usare per fabbricare un circuito in grado di interpretare il segnale. Cavi, circuiti... ho visto un distributore di bevande all'ingresso, sono sicuro che ci sia tutto quello che mi serve al suo interno. Io vado a vedere le condizioni dell'antenna insieme al professore." disse indicando Tucci che continuava a emettere vocalizzi ed ascoltare l'eco di risposta.



Nuwe Berria - Sacarac Pub - 01/08/2396, Ore 13:20


"Non so chi tu sia ragazzina..." borbottò l'uomo guardandosi intorno. "Bella falli buttare fuori!"

La ragazza in questione non rispose all'ordine, aveva appena visto Ferris e qualcosa nel suo sguardo si era acceso. Con passo sinuoso e sfacciato si era avvicinata a lui senza smettere di guardarlo negli occhi, gli aveva gettato le braccia al collo e fra lo stupore generale l'aveva baciato con totale trasporto. Dopo quella che sembrava un'eternità, si era staccata per poi tirargli un destro micidiale che lo aveva scaraventato fra le braccia di Basta.

"Questo è per essertene andato!" esclamò portando le mani sui fianchi.

"Mi hai detto tu di scappare che era tornato tuo padre! Non è bello per un cadetto appena entrato in accademia essere trovato a letto con la figlia del Rettore."

"Ti ho detto di scappare, non di sparire!" sbraitò lei facendo tintinnare il ciondolo che univa il piercing sul naso con l'orecchino. "Che ci fai tu qui?"

"Scusate..." balbettò Rodriguez completamente frastornato dagli eventi "Non avete un posto un po' più... privato?"

Tutti si guardarono intorno. Decine di facce erano rivolte dalla loro parte e stavano seguendo con interesse gli eventi. Isabella DeVitth lanciò un'occhiataccia a tutti gli astanti che tornarono immediatamente alle loro faccende.

"Venite con me." Il gruppo si accodò immeditamente entrando nel retro per poi salire delle scale verso il piano superiore.

Il luogo era una sorta di appartamento/ufficio pieno di bottiglie di birra vuote e vestiti accatastati. L'uomo fece entrare tutti e poi chiuse la porta mettendosi fra loro e l'uscita.

"Tranquillo papà, conosco questo ragazzino, è dei nostri." lo tranquillizzò Isabella facendo cenno agli altri di sedersi.

"Ragazzino? Hai solo due anni più di me! E comunque questo non è tuo padre! Che sta succedendo?"

"E' una lunga storia... tutto è iniziato quando fui assegnata alla USS Sabina classe Norway, agli ordini del Comandante Marquez qui presente." iniziò lei indicando l'uomo che grugnì in segno di saluto "Non certo un granchè come nave, ma era il mio primo incarico, e tutto mi sembrava fantastico."

"Ehi ragazzina, parla bene della mia nave!" ribattè l'uomo offeso.

"Eravamo diretti verso il sistema H7.25, verso un pianeta di poco più grande della terra chiamato Nuwe Berria. I coloni del pianeta non davano più segni di vita da un po' e la flotta ci voleva vedere chiaro. Quando arrivammo sul posto sembrava che non ci fossero problemi di nessun tipo. La Governatrice della colonia, una certa Sakuko, ci invitò a scendere sul pianeta per sicerarci delle loro condizioni. Visto che sembrava tutto a posto, il Comandante decise di portare con se due uomini della sicurezza e la nuova guardiamarina della sezione scientifica. Me appunto."

Isabella aprì la porta del frigo e stappò una bottiglia di birra direttamente sul mobile della cucina guadagnandosi uno sguardo di disapprovazione del suo comandante/padre.

"Non ricordo cosa accadde dopo... un giorno ero la figlia arrabbiata e delinquente del titolare di un pub di Nuwe Berria, il giorno dopo ero di nuovo me stessa ed imprigionata in una realtà che faticavo a capire."

"Come ha riacquisito i suoi ricordi?" chiese Rest interessato.

"Non lo so con certezza, ma credo che abbia a che fare con la mia esposizione ad un Cristallo dei Profeti. Mia nonna era una Vedek e da bambina partecipai ad un rituale bajoriano. Qualcosa non andò come doveva e il cristallo si attivò per alcuni secondi inondandomi con la sua luce. Da quel giorno alcune cose in me sono cambiate... ma questa è un'altra storia."

"E lei Comandante come ha riacquisito i suoi ricordi?" chiese Caytlin osservando l'uomo che non dava l'impressione di avere il comando in quel frangente.

"Non l'ha mai fatto..." rispose per lui la ragazza "Ho dovuto faticare per due anni prima che mi credesse. Certo i miei trascorsi non aiutavano mio 'padre' a fidarsi di me, ma alla fine ci sono riuscita." lanciò un sorriso all'indirizzo dell'uomo che sorrise a sua volta.

"I due della sicurezza che erano con voi che fine hanno fatto?" Chiese Basta.

"Non li abbiamo più trovati. Potrebbero essere ovunque. Borok era un vulcaniano e Xhagader un benzita. per quanto ne so in questo momento potrebbero essere a casa con i loro figli."

"Molto probabilmente sono entrambi morti." ipotizzò Rest con non curanza "La fisiologia benzita rende difficile la sopravvivenza con questo tipo di atmosfera se non adeguatamente monitorato. Il vulcaniano non sarà sopravvissuto al tentativo di innestare i finti ricordi... io sono dovuto fuggire per evitare il trattamento."

Il Comandante Marquez parve incurvare le spalle come se una fitta di dolore l'avesse attraversato. Come i membri della Hope avevano scoperto a loro spese, alcuni eventi particolarmente forti potevano far riaffiorare sprazzi di ricordi e niente come la morte dei propri uomini poteva essere più forte per un ufficiale in comando. Isabella e Marquez si guardarono in silenzio per qualche attimo poi la giovane tornò con i piedi per terra.

"E tu cosa ci fai qui?" esclamò come se all'improvviso si fosse ricordata di fare la domanda più logica da porre in quel frangente.

"Stessa cosa che è successa a voi: abbiamo salvato una nave mercantile e riportata a casa siamo stati intrappolati. Ma per noi è stato diverso... ognuno di noi era certo di aver già visto gli altri. C'era una sorta di legame che ci ha spinto a riunirci. Poi abbiamo incontrato il Signor Rest e il Signor Basta che ci hanno raccontato la verità. Ma solo io ho riacquisito i miei ricordi e lo devo alla fusione mentale con il Signor Rest."

"Pensa di poterlo fare anche con il Comandante Marquez?" chiese Isabella all'indirizzo del giovae vulcaniano.

"Non lo so... con il Capitano è stato facile perchè abbiamo un legame..." iniziò Rest per essere fermato subito dalla giovane.

"Capitano???" esclamò sgranando gli occhi.

"Si beh... è una lunga storia. Tenente Ferris Bueller, facente funzioni di Capitano della USS Hope. Questo è Rest, il mio ufficiale tattico capo. Il Signor Basta il capo della sicurezza, Rodriguez il capo operazioni, Caytlin il consigliere ed infine Melanne Graahn il medico capo."

"Non ci credo... per fortuna non hai portato con te anche il primo ufficiale, l'ingegnere e l'ufficiale scientifico altrimenti avresti spazzato via in un solo colpo tutto lo staff di comando della tua nave!"

"Ehm... loro tre e il timoniere sono al centro di comunicazione di Cape Jool." borbottò a mezzavoce Ferris.

"Ma tu i regolamenti non li hai mai letti?" chiese la giovane divertita.

"Per caso conosci una certa Xyr?" ribattè lui sulla difensiva "Comunque doveva essere una serata di gala, roba di qualche ora. E' stato il Capitano Strauss a suggeririci di scendere tutti per prendere parte all'evento." fece un gesto con la mano prima che l'amica gli chiedesse chi diavolo fosse il Capitano in questione. "Signor Rest, se la sente di fare un tentativo?"

Il giovane vulcaniano parve titubante ma poi fece un cenno affermativo e si avvicinò al Capitano Marquez appartandosi con lui.

"Cosa avete scoperto fino ad ora?" domandò Rodriguez

"La tecnologia sul pianeta è molto indietro rispetto a quella federale... sono riuscita a costruirmi qualcosa, ma non posso fare molto. Per il momento sappiamo che siamo stati infettati da naniti borg modificati. Modificati da chi o come non siamo riusciti a scoprirlo. Abbiamo iniziato a seguire alcuni carichi sospetti: tecnologie fuori dal comune, materiali tecnologicamente più avanzati di quanto fosse possibile per Newe Berria. Tutto finiva all'Esi Bhe Della Hospital. E niente di quello che arrivava sembrava avere a che fare con la medicina."

"Avete tentato di entrare?" chiese Basta

"Ci abbiamo provato una volta, ma io sono una semplice guardiamarina della sezione scientifica e lui è un barrista... almeno al momento. Quindi abbiamo deciso di affidarci a dei professionisti... o almeno è quello che dicevano di essere."

"Ehi!" esclamò Paulo offeso.

"Ti posso assicurare che il Signor Rodriguez era più che adeguato per il lavoro." la tranquillizzò Ferris sorridendo al suo collega "Noi siamo riusciti ad entrare, abbiamo visto vari macchinari, ma è stato solo uno sguardo veloce, la sicurezza stava arrivando. Dovremmo ritentare."

"Signor DeVitt!" la voce dell'uomo era completamente cambiata. In essa adesso c'era la ferrea determinazione di un Ufficiale della Flotta Stellare.

"Comandante!" esclamò Isabella scattando sugli attenti d'istinto. Poi sorrise e si gettò fra le braccia dell'uomo "E' tornato! Finalmente è tornato!" la giovane iniziò a piangere in maniera incontrollata e lui la strinse a se con fare protettivo. Dopo alcuni attimi Caytlin si avvicinò e la condusse via con se.

"Signore è tornato?" chiese Bueller

"Non del tutto, ma molto meglio di prima. La fusione mentale con il Signor Rest ha solo fatto riaffiorare i ricordi della vita precedente, ma sono confusi con quella attuale. Ci vorrà del tempo."

"E' già qualcosa." sospirò Rodriguez "Magari ci può aiutare ad organizzare un piano sensato!" esclamò Paulo per poi guardare gli altri che lo fissavano confusi "Non so perchè ma non mi sembriamo tipi da piani sensati..."

Beller parve pensarci un attimo e poi fece spallucce.

"Isabella negli ultimi tempi ha collezionato ogni genere d'informazione sull'ospedale. Piante, turni di guardia... ora che la mia mente si è un po' schiarita so quello che possiamo fare." Guardò la risiana che tornava verso di loro dopo aver fatto sdraiare isabella "Come sta?"

"Nonostante Ferris dica che sono la psicologa di bordo, io non ne ho nessun ricordo, però so riconoscere una crisi di panico. La ragazza ha retto tutto sulle sue spalle per anni e quando lei si è ripreso si è finalmente lasciata andare. Starà bene, ha solo bisogno di dormire."

Marqez lanciò un'occhiata alla ragazza "E' stata una figlia difficile, ma ne sono sempre stato fiero. Adesso come suo Capitano ne sono ancora più fiero... farà tanta strada." disse sorridendo "E anche tu ne hai fatta Melanne!"

"Si ricorda di me?" chiese la dottoressa diventando d'inprovviso porpora.

"Difficilmente potrei dimenticarti." commentò il Comandante con un sorriso.

Tutti i membri della Hope incrociarono le braccia al petto e la guardarono con il sopracciglio sollevato.



Nuwe Berria - Cape Jool - 01/08/2396, Ore 13:40


"Di qua!" esclamò Xyr aprendo la porta con una spallata. Tucci, Doohan e Luna la seguirono di corsa per poi aiutarla a bloccare le porte.

"Come diavolo hai fatto a far esplodere quell'antenna?!" esclamò la mezza klingon piazzando uno schedario di traverso sulla porta.

"Non ne sono del tutto sicuro, ma credo che quella non fosse un'antenna... nonostante ne avesse l'aspetto. Quando ho fatto saltare il portello del comandi sono sicuro di averla vista sussultare!" rispose Doohan.

"Come fa a sussultare un'antenna?" domandò Xyr spingendo Tucci lungo il corridoio.

"Appunto! Dato che non può, quella non era un'antenna!" sentenziò James correndo mentre i primi rumori degli inseguitori lasciavano intendere che la porta dietro di loro non avrebbe retto per molto.

"E cosa dovrebbe essere allora?" chiese ancora Jones.

"E' una pianta..." borbottò Tucci che sembrava sul punto di collassare. Lui e le attività sportive non erano andati mai molto d'accordo.

"Una pianta? Ma ho visto i tralicci metallici, i cavi, le lastre della parabola. Come fa ad essere una pianta?"

Tucci sollevò una mano sul quale teneva un rettangolo dal colore marrone simile a ruggine. "Questo è lo sportello che James ha fatto saltare. L'ho raccolto prima che arrivasse la sicurezza... come potete vedere è organico. Guardate i bordi dove c'erano le giunzioni del pannello... vi ricorda niente?"

Xyr fece fermare il gruppo e prese l'oggetto in questione. Sui suoi bordi c'erano tracce di liquido argentato uguale a quello presente nei loro corpi. "Cosa può essere?"

"Non lo so con certezza... da quello che il suo amico ha detto, si tratta di naniti e se quella era un pianta deve esserne piena. Come abbia fatto a trasformarsi per sembrare una parabola satellitare di quaranta metri di diametro, questo non lo so."
"Bueller non è mio amico..." ribattè Xyr sovrapensiero concentrata sul frammento che aveva in mano.