Nuwe Berria - Spolecnost Company (6° piano - ufficio 03) - 28/07/2396, Ore 16:34
Ferris leggeva in modo compulsivo l'ennesima documentazione tecnica. Per sua comodità si stava dondolando sulla sedia con i piedi appoggiati sulla scrivania.
Aveva chiesto ai suoi assistenti di far portare nella sala riunioni i faldoni delle ultime tre settimane.
Xyr, seduta dall'altra parte del tavolo, stava aprendo l'ultimo file scaricato dal server principale della Spolecnost Company.
Stavano confrontando le pratiche che erano state firmate da Bueller per l'approvazione del progetto spaziale.
Ferris non ricordava di averle mai approvate.
Xyr all'inizio non aveva minimamente considerato le rimostranze del giovane, catalogando il tutto come l'ennesima prova della sua incapacità.
Poi aveva notato la propria firma in calce alla pratica 497/23.
Poi alla pratica 832/29, alla 120/17 e persino nel sottoparagrafo 34 della 567/38. Nessuno di quei documenti era mai passato sulla sua scrivania.
"Non è possibile!"
L'improvviso pugno sulla scrivania della donna aveva fatto perdere l'equilibrio a Bueller. Ora era coricato a terra coperto da fogli di syntelcarta.
"Cosa non dovrebbe essere possibile?"
Xyr cercò affannosamente delle pratiche tra il disordine di Bueller.
"Questa, questa, questa e anche questa! Qui c'è la mia firma! Come diavolo fa ad esserci la mia firma su questi documenti?"
Bueller si alzò faticosamente da terra e prese dal tavolo i fogli gettati alla rinfusa da Xyr.
"Come ha scoperto che non sono passati dalla sua scrivania?"
La giovane lo guardò perplessa.
Bueller sospirò.
"Non mi risponda... Lei conosce a memoria tutte le sue pratiche, vero?"
Xyr continuò a mantenere il suo sguardo dubbioso nei confronti del collega.
Bueller scosse leggermente la testa.
"Ovvio che le conosce, magari conosce tutte le pratiche dell'azienda!"
Lo sguardo della ragazza si spostò leggermente verso una sfumatura di pena nei confronti del giovane dirigente d'azienda.
"Lei no?"
Bueller si massaggiò lentamente una tempia.
Era certo di aver già vissuto una situazione simile.
"Ha fatto caso che qui manca il progetto di un invertitore indispensabile per la connessione di flusso? Mentre qui il materiale di contenimento non viene nemmeno considerato? In questo documento invece il progetto di riorganizzazione del personale non cita mai nemmeno una volta una cosa fondamentale..."
Xyr lesse curiosa il documento poi terminò la frase di Bueller.
"Il personale..."
I ragazzi si guardarono perplessi.
"Lei ha maturato studi classici, mentre io finanziari. Come facciamo a sapere queste cose?"
"Non ne ho idea, Xyr. Non ne ho idea."
La ragazza guardò per un attimo fuori dalla parete a vetri che divideva la sala riunioni dal corridoio principale.
Decine di impiegati erano chini alle proprie postazioni, ma per un attimo le era sembrato la stessero osservando.
"Inquietante, vero?"
Xyr si voltò verso Bueller.
"É da quando ci siamo seduti in questa sala che mi sento osservato. Ogni volta che alzo lo sguardo però sono tutti chini sulle loro scrivanie. Guardi però fuori dalla finestra. O meglio, guardi i nostri riflessi sulla finestra."
Xyr si alzò e si mise a pochi passi dalla parete trasparente. La sua figura snella veniva riflessa dal vetro insieme a quella di Bueller. Non le sembrava ci fosse nulla di strano.
Osservò meglio.
Il tavolo di legno massiccio riempiva parte del riflesso, la porta della sala riunioni irrompeva con il suo blu nel resto dell'immagine. Niente di strano.
Poi lo vide. O meglio, li vide.
Decine di sguardi la stavano osservando. Ogni impiegato stava guardando nella loro direzione. Erano riflessi sulla finestra.
Si voltò di colpo. Tutti erano tornati a lavorare.
Guardò Bueller e le venne in mente una cosa.
"Oltre alle donne che sembrano cadere ai suoi piedi ogni volta che lo desidera, ha mai parlato con qualcuno qui dentro?"
Ferris si fece pensieroso massaggiandosi il mento.
In effetti stava cercando di ricordare l'ultima pausa passata a sorseggiare una bevanda fresca alla sala break. O una qualsiasi pausa. Si ricordava sempre da solo.
Di ogni incontro amoroso ricordava tutto, il suo ufficio ne avrebbe avute di cose da raccontare. Al di fuori di quello però... il nulla.
Si era spesso vantato con sé stesso di quanto fosse bravo con l'altro sesso. Ogni volta che puntava una ragazza non passava più di un giorno che la povera preda finisse tra le sue grinfie.
Tutte eccetto Xyr. Eppure su di lei aveva fatto più di un pensiero.
A pensarci bene era tutto davvero troppo facile.
Questa mattina si era svegliato con una gran voglia di una bistecca di Brug. La carne morbida cotta con spezie vindoricane aveva stuzzicato il suo inconscio per ore, finché non aveva scoperto che a pranzo in mensa oggi c'era proprio Brug alla vindoricana.
Durante la prima ora chiuso qui dentro aveva cominciato ad avere sete. Aveva pensato che un cocktail a base di frutta sarebbe stato perfetto.
Senza neanche rendersene conto si era ritrovato a versarsi un bicchiere di una bevanda a base di frutta che aveva trovato in una caraffa sul tavolo.
Xyr prese lentamente un piccolo coltello da dolce dal tavolino dei dessert che aveva trovato a fondo sala.
La torta di bacche di kijut era la sua preferita ed era una specialità quasi introvabile... Tranne in quella sala riunioni.
Un forte mal di testa l'assalì e con esso una serie di immagini che aveva scordato.
Si scosse dal leggero torpore e si osservò la mano.
"Questa mattina mi é successa un'altra cosa strana. L'avevo totalmente rimosso. Solo ora riesco a ricordarmelo. Mi era caduta una bottiglia in cucina. Ricordo di essermi chinata a raccogliere i pezzi di vetro e di essermi fatta un profondo taglio alla mano."
Bueller si avvicinò alla collega prendendole gentilmente la mano. Non notò nulla di strano.
Xyr lo osservò e con un colpo veloce si pianto il coltello fino all'elsa in una spalla.
Bueller sbiancò, ma Xyr lo fermò.
La ferita cominciò a sanguinare e a sporcare il vestito proprio dove il coltello aveva strappato la stoffa.
Xyr continuò a tenere Bueller lontano.
Qualche secondo di immobilità che al ragazzo parvero secoli, poi piano piano il coltello si mosse da solo e cadde fuori dalla spalla.
Dalla ferita si cominciarono a vedere fuoriuscire piccole forme argentate.
Un minuscolo sciame ricoprì il taglio e buona parte del vestito sporco e strappato.
In qualche secondo Bueller vide la ferita rimarginarsi, il sangue sparire come se fosse stato pulito via e persino la stoffa del vestito ricucirsi.
Xyr barcollò leggermente e Bueller l'afferrò prima che lei cadesse.
"Cos'erano quelle cose?"
La ragazza sorrise.
"Non ho idea, ma mi viene in mente un nome..."
Bueller sostenne il suo sguardo.
"...naniti."
Xyr accennò ad un sì con la testa. Nessuno dei due aveva la più pallida idea di cosa volesse dire quel nome, ma poter condividere quella scoperta li stava tranquillizzando.
Nuwe Berria - Sterrevag Observatory (4° piano - ala est) - 28/07/2396, Ore: 17:56
Nel suo ufficio Tucci cercava ormai da ore di ridefinire la massa del sole di Nuwe Berria.
Era uno studio semplice, ma dai suoi diari risultava lui avesse condotto quello studio ormai dodici volte e con dodici risultati diversi.
Era sicuro il calcolo numero tredici fosse quello buono.
L'immagine di una busta con un messaggio comparve sul suo display.
Tucci la ignorò.
"Se la deflessione della luce emessa dalla galassia sorgente per effetto della massa del Sole posta tra la sorgente stessa e Nuwe Berria..."
Un'altra piccola busta apparve sul display.
Tucci la ignorò nuovamente.
"Un'alternativa potrebbe essere quella di misurare il moto di Nuwe Berria e di un altro pianeta attorno al Sole sfruttando l'equilibrio tra la forza di gravitazione e la forza centrifuga. Uguagliando le due forze la massa verrebbe calcolata di conseguenza..."
Tre colpi alla porta dell'ufficio.
Tucci li ignorò.
"Nell'equazione la forza è direttamente proporzionale alla massa..."
Doohan aprì titubante la porta, si avvicinò a Tucci e gli mise una mano sulla spalla.
Edison si destò dal suo torpore e guardò curioso la presenza umana nel suo ufficio.
"Ho ricevuto un messaggio. Diceva solo di venire a dirti di persona che hai diverse comunicazioni."
"Comunicazioni? Io? Ah è vero..."
Tucci aprì uno dei messaggi. Erano copie di relazioni tecniche. Il mittente era Xyr, la donna che era passata a parlare con lui oggi. Il secondo messaggio era invece di Ferris Bueller che gli chiedeva di incontrarli stasera al Dunnerfort, un locale vicino al centro città.
Doohan domandò curioso circa il contenuto dei messaggi ma Tucci era già perso nello studio delle relazioni appena inviategli.
"Signor Tucci? Mi sente?"
Edison si alzò distratto dalla sua sedia avviandosi verso l'uscita.
"Il Capitano e il Comandante ci aspettano fra un paio d'ore. Questi dati non hanno senso..."
Doohan lo guardò perplesso allontanarsi.
"Chi?"
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 28/07/2396, Ore: 18:32
Chiuso l'armadietto dei medicinali e verificato che le cartelle dei pazienti fossero in ordine per domani, Melanne sorridente appese il suo camice, si mise la giacca e si incamminò verso l'uscita dell'ospedale.
Un paio di saluti l'accompagnarono nel percorso.
L'aria fresca della città la colse piacevolmente di sorpresa. Si strinse meglio il colletto e inspirò a pieni polmoni.
Solo facendo un passo in strada si rese conto del viavai di quella città.
Melanne si voltò verso la sua meta e fu quasi investita da un ragazzo in hoverboard. Il giovane dai capelli neri e dallo sguardo profondo, le fece un elegante cenno di scusa e ripartì.
Era tutto il pomeriggio che vedeva giovani di quell'aspetto e non se ne capacitava. Aveva un volto in mente e sembrava lo rivedesse in ogni luogo.
Pensierosa riprese la sua passeggiata.
"Infermiera..."
A Melanne sembrò di sentire una voce ma sicuramente si era sbagliata. Aveva bisogno di un po' di riposo.
"Infermiera sono qui."
La giovane si voltò di colpo.
La voce proveniva dal vicolo che costeggiava l'ospedale.
Rodriguez stava facendo dei gesti per richiamare la sua attenzione.
Melanne, seppur titubante, si inoltrò nel vicolo.
Il viso di Rodriguez sembrò quasi malato.
"Paulo, che ci fai qui? Hai la faccia strana."
"Dottoressa... Avrei bisogno di una piccola mano. Le mie sono occupate al momento... a tenere tutto dentro la mia pancia... e questo inestetico taglio da lama non aiuta..."
Paulo crollò in terra esausto.
Melanne si rese immediatamente conto della gravità della ferita. Un taglio a prima vista molto profondo incideva la parete addominale di Rodriguez. L'eccesso di sangue che fuoriusciva non permetteva a Melanne di valutare la reale gravità.
"Paulo, resta con me, forza resta con me. Hai fatto un ottimo lavoro. Continua a comprimere con le mani come hai fatto finora. Parlami! Parlami! Cosa è successo?"
Nel frattempo china a terra cominciò a contattare l'Emergency team come era stata addestrata a fare.
"Dottoressa.... Posso solo dirle che certi miei amici non erano contenti come lei del mio lavoro. Non c'è più... coff coff rispetto."
Sotto le mani di Rodriguez cominciarono a fuoriuscire piccole macchie argentate.
Nuwe Berria - Alloggio Pilota Collaudatore Catalunya Jones - 28/07/2396, Ore 23:34
Luna russava sonoramente coricata a pancia in giù sul suo letto.
Per terra erano accartocciate lattine di qualche bevanda alcolica mentre sullo schermo al plasma le corse degli eliveicoli stavano per finire.
Aveva l'abitudine di scommettere su queste corse, ma il risultato era stato sempre lo stesso, quello di diminuire il suo conto in banca.
Una figura snella stava raccogliendo silenziosa parti di abito dal pavimento.
La zip si chiuse sul fianco dei pantaloni di pelle e la maglietta scese dal collo a coprire il corpo affusolato fino sui fianchi. Le mani salirono a sistemarsi i lunghi capelli rossi. Ne uscì una veloce treccia avvolta poi in uno chignon fermato da un pettine.
Caytlin prese i suoi stivali in mano e con tranquillità staccò dall'interno della tasca della giacca di Luna il suo badge personale.
La giovane poggiò il badge su un dispositivo portatile che aveva preso dalla propria borsa. Una luce fioca le illuminò il viso scansionandoglielo. Contemporaneamente lo strumento illuminò il badge e l'immagine olografica di Catalunya Jones venne sostituita da quella sorridente di una ragazza dai capelli rossi e dai lineamenti belli e delicati.
Caytlin mise via lo strumento, si mise il badge al collo nascondendolo sotto la maglietta e si avvicinò alla donna addormentata sul letto.
La guardò per qualche istante poi prese dalla borsa un ipospray. Si inginocchiò vicino al letto stando molto attenta a non svegliarla. Sospirò una sola volta poi poggiò lo spray sulla spalla di Luna e premette il pulsante di rilascio.
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 29/07/2396 - Ore 02:45
Il dolore risvegliò Rest dal suo torpore. Una forte luce diretta sul suo viso gli impediva di vedere cosa stesse succedendo attorno a lui.
Strette cinghie gli serravano i polsi mentre intorno al suo capo era fissato qualcosa di acuminato che gli stava trasmettendo forti scosse lungo tutta la colonna vertebrale.
Aveva fatto ricorso a diverse tecniche di meditazione per rafforzare la sua resistenza.
Doveva essere pronto per qualsiasi trattamento avesse subito. Non poteva cedere e non lo avrebbe mai fatto.
Un'ultima scossa, più forte delle precedenti, lo costrinse a inarcare la schiena fino quasi sentire le ossa scricchiolare. Per un attimo perse quasi i sensi.
Fu in quell'istante che un ronzio e una luce intermittente cominciarono a martellargli i sensi.
La sua vita su Nuwe Berria gli scorse metaforicamente avanti agli occhi.
Sua moglie, i suoi amici, la sua carriera all'Università. Non voleva perderli, non li avrebbe mai persi.... non avrebbe mai ceduto alla riprogrammazione.... non avrebbe mai....
*No! No! Questa non é la mia vita! Questo non sono io! Non esiste nessuna moglie, nessuna Università. Io sono Rest, figlio di Retok, la mia vita é sulla USS Hope! Io sono Rest! Io sono Rest! Io sono R..."
USS Hope - Plancia - 29/07/2396 - Ore 09:54
Strauss entrò sornione in plancia.
Bueller era seduto composto alla sua postazione.
Nicholaus lo guardò intensamente.
Xyr era in piedi vicino a Rodriguez e insieme stavano amabilmente chiacchierando consultando delle carte stellari.
Guardò intensamente anche loro.
Basta dal canto suo osservò il gestore del bar come in attesa di qualche domanda.
Domanda che non arrivò. Strauss si voltò e rientrò nel turbolift.
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 29/07/2396 - Ore 11:03
Rest sentì pian piano il fastidioso strisciare dei suoi stivali sul pavimento.
Il fastidio man mano si trasferì ai suoi piedi, alle caviglie e un po' alle ginocchia che sbattevano saltuariamente sulla dura superficie.
Le spalle gli dolevano nella zona dove due forti prese stavano stringendo per tenerlo sollevato.
Senza aprire gli occhi espanse i suoi sensi. L'ambiente cominciò a materializzarsi intorno.
Odore pungente come di disinfettante... lo stesso della zona intorno la sua cella.
Mormorio lontano... era solo.
Forzò il ginocchio in terra dove la superficie era liscia e leggermente scivolosa... vantaggio tattico.
Presa spalla destra. Fredda, rigida e metallica... arto robotico, difficile ceda.
Presa spalla sinistra. Calda, non stabile... arto organico, facile sopraffazione.
Calcolò velocemente alcune percentuali.
*Soluzione 1: 34,7% di riuscita. Troppo rischioso e potenzialmente doloroso.*
*Soluzione 2: 67,9% di successo e due variabili sconosciute. Poco controllo.*
La mente del vulcaniano accelleró i conti e le ipotesi.
*Soluzione 34: 98% di successo. Danni fisici accettabili.*
Rest piegò le ginocchia al petto in modo improvviso poi piantò rapidamente i piedi in terra per darsi lo slancio per una capriola.
L'inerzia dello slancio e la torsione lo liberarono dalla presa che lo teneva sul lato di sinistra. Il destro come previsto resistette e la spalla si lussò come calcolato. Rest cadde comunque in piedi.
Il danno collaterale non gli impedì di pensare lucidamente e con un ulteriore sforzo si liberò anche dell'altra presa.
Rest osservò finalmente i suoi avversari.
Di fronte aveva due versioni della stessa persona, una completamente umana ma dall'aspetto malato e una le cui braccia erano ricoperte di uno strato metallico.
Rest afferrò tra il collo e la spalla l'umano che crollò a terra sotto la stretta vulcaniana.
Con la gamba destra colpi violentemente l'altra figura al viso.
Il secondo corpo cadde esanime.
Rest si guardò velocemente intorno e corse nel corridoio.
Non poté chiamare il suo compagno per paura di far scattare un allarme.
Guardò in diverse celle, alcune vuote altre con corpi raggomitolati in terra.
Finalmente trovò quello che cercava.
Il badge rubato di corsa aprì senza sforzo la porta della cella.
"Basta! Ci sono riuscito. Dobbiamo andarcene di qui. Si appoggi a me."
Lon Basta si divincolo dalla presa.
Il suo sguardo era vigile.
Fissò Rest per un attimo.
"Chi sei?"