USS HOPE
presenta
Il verde pianeta degli inganni
Missione 08
Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS HOPE,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM
Starfleet Italy
Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS HOPE, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.
Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.
Anno pubblicazione 2018
www.starfleetitaly.it | USS HOPE
Equipaggio
|
|
|
|
|
Tenente Ferris Bueller Capitano
| Tenente JG Lon Basta Capo Sicurezza
| Tenente JG Caytlin Consigliere
| Tenente Xyr del Clan Clos Primo Ufficiale
| Tenente JG Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa Timoniere
|
|
|
Tenente JG Melanne Graahn Ufficiale Medico Capo
| Tenente JG Rest figlio di Retok Ufficiale Tattico Capo
|
|
|
Autori
Capitano Ferris Bueller Franco Carretti
| Capo Sicurezza Lon Basta Silvia Brunati
| Consigliere Caytlin Vanessa nd
| Primo Ufficiale Xyr del Clan Clos Massimo Gallo
| Timoniere Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa Silvia nd
|
|
Ufficiale Medico Capo Melanne Graahn Maddalena Duci
| Ufficiale Tattico Capo Rest figlio di Retok Ilenia De Battisti
|
|
|
|
Sommario
Sinossi
08.00 - Primi passi nella Zona dell'Oblio
08.01 - I giorni passano
08.02 - Primi dubbi
08.03 - Stati alterati della mente
08.04 - Caccia al topo
08.05 - Il gruppo si ricompatta
08.06 - La fuga
08.07 - Non siamo soli
08.08 - Padre e figlia
08.09 - Agli ordini del Capitano
08.10 - Frammenti di missione
Sinossi
Il salvataggio di una nave mercantile si dimostra essere solo una trappola per catturare ufficiali della Flotta Stellare.
Gli uomini della Hope si trovano a vivere vite che non sono le loro, ma i ricordi si fanno inesorabilmente strada nel loro subconscio
08.00 - Primi passi nella Zona dell'Oblio
Autore: Tenente JG Rest figlio di Retok
Flashback USS Hope - Plancia - 24/07/2396, Ore 08:45
Bueller sbadigliò sulla postazione di comando, la nottata passata con il guardiamarina Rice era stata talmente intensa che alla fine aveva dormito ben poco. Avrebbe preferito saltare quel turno in plancia, ma evitò di chiedere a Xyr di sostituirlo: la giovane andoriana era già sufficientemente brava, non solo a trovare ogni sua singola svista del regolamento, ma ad annotarle con cura certosina e ad inviarle ai superiori, perchè dargli una mano?
Spostò lo sguardo sugli altri presenti in plancia, non c'erano di certo tutti gli ufficiali superiori a quell'ora. Si trattava di un turno abbastanza leggero: dopo essere accorsi alla richiesta di aiuto del piccolo cargo Muizeval, rimasto bloccato svariate ore a causa di un malfunzionamento del sistema di propulsione, la USS Hope si era sobbarcata il compito di trainare i malcapitati mercanti sino al sistema planetario H7.25. Unici ufficiali superiori presenti, all'infuori di Bueller, erano il tenente Rest alla consolle tattica, Tucci alla consolle scientifica e Luna accomodata a timone.
Bueller guardò per svariati minuti le spalle di Luna per poi portare lo sguardo verso Rest, notando solo allora di essere osservato con una strana espressione, come se avesse in mente una domanda da porre a Bueller ma non fosse ancora certo di farlo. Ferris si voltò un po' di più verso il tattico che, dal canto suo, abbassò rapidamente il capo ad osservare la consolle, lasciando Bueller un po' curioso: era davvero riuscito a intravedere un'emozione sotto la corazza quasi invulnerabile di Rest?
Tornò a guardare di fronte a sè piuttosto annoiato, voltandosi appena all'arrivo di Xyr "Dovremmo essere quasi giunti al pianeta"
Bueller si limitò ad annuire "Si, dovrebbe essere questione di minuti"
Xyr si voltò in direzione della consolle tattica "Tenente Rest, abbiamo informazioni più dettagliate su questo sistema H7.25?"
Rest sollevò lo sguardo dalla consolle "Si signore.. Il sistema H7.25 è già stato mappato: si tratta di un sistema planetario composto da sei pianeti che ruotano attorno ad una stella nana bianca. Dei sette pianeti solo uno, Nuwe Berria, si trova nella zona abitabile. Il pianeta è stato rinominato Nuwe Berria, in onore dei due primi esploratori che, nel 2346, decisero di impiantarvi una piccola colonia, del tutto ininfluente sino a circa una decina di anni fa. Successivamente, l'intensificarsi dei commerci in questa area ha portato ad un netto accrescimento della popolazione sul pianeta"
Luna si voltò dalla consolle "Ci siamo, stiamo per entrare nel sistema planetario"
Il tenente Ferris si alzò in piedi osservando sullo schermo il pianeta nel suo splendore "Sembra abbastanza simile al mio pianeta natale"
Tucci alzò il capo dalla propria consolle ed annuì "Confermo.. in effetti si tratta di un pianeta di classe M, con un diametro pari a 12.918 chilometri, e quindi di poco maggiore a Sol III. Si trova nell'ecosfera del sistema, il che unito all'atmosfera ricca di azoto ed una buona percentuale di ossigeno, lo rende un pianeta abitabile. Ha una superficie rocciosa, seppure per i due terzi sia ricoperto dalle acque. Dai dati in nostro possesso il pianeta era già stato colonizzato da variegate forme di vita vegetali ed animali, ma non da forme di vita superiori, e questo ha permesso la creazione della colonia" alzò il capo ad osservare Bueller "Direi che è quasi identica a Sol III, escluso il fatto che qui non vi è mai stata alcuna forma di evoluzione umanoide"
"Signore, ci chiamano dal pianeta, si tratta della governatrice della colonia" la voce dell'addetto alle comunicazioni risuonò nella plancia
"Sullo schermo.." rispose Bueller tornando ad osservare di fronte a sè
Un volto femminile con due grandi occhi azzurri apparve pochi minuti dopo, dall'espressione appariva serena e sorridente =^=USS Hope, vi diamo il benvenuto in questa piccola colonia. Sono la governatrice della colonia, Sakuko. Non so come ringraziarvi per aver accolto la richiesta d'aiuto di mio fratello e di averlo riportato sano e salvo, vi prego di accettare il mio invito di scendere sul pianeta.. farò personalmente in modo che la vostra visita sia per voi una festa.=^=
Ferris osservò per qualche attimo i colleghi "La ringraziamo per l'invito ma purtroppo siamo attesi altrove e non possiamo fermarci. Siamo stati lieti di avervi potuto aiutare ma..."
=^=Insisto, per me sarebbe un'offesa personale se non accettasse il nostro invito. Sono sicura che un piccolo ritardo non creerà tutti questi problemi!=^= la voce della donna sembrò per qualche attimo alzarsi, come se il rifiuto di Ferris l'avesse punta sul vivo.
Ferris fece nuovamente segno all'addetto alle comunicazioni di togliere l'audio, per poi osservare i propri colleghi. La prima a prendere la parola fu Xyr "Si tratta di una colonia in ampliamento, probabilmente con mire di divenire un nuovo polo commerciale o vacanziero.. un po' di pubblicità fra le navi federali non è mai male.. credo sia per quello che spingono così tanto per farci scendere sul pianeta"
Ferris sospirò per poi osservare nuovamente l'addetto alle comunicazioni, ristabilendo il collegamento con la colonia "Molto bene, se è una cosa a cui tenete così tanto saremo felici di scendere sul vostro pianeta. A presto." la comunicazione venne chiusa "Informate la base del nostro cambio di piani e del nostro ritardo, io andrò ad avvertire il Capitano Strauss".
Flashback
Shuttle tipo 10 - Plancia - 24/07/2396, Ore 09:58
Bueller si guardò attorno un po' nervoso, tirando leggermente il colletto dell'uniforme da gala che era stato costretto ad indossare: già detestava essere stato incastrato a dover partecipare ad un probabile e decisamente noioso meeting diplomatico con i leader di una colonia decisamente poco interessante, ma oltretutto non aveva neppure potuto teletrasportarvisi direttamente. Le interferenze geo-magnetiche rendevano pericoloso il teletrasporto, e questo lo aveva costretto ad optare per l'utilizzo di una navetta. Quanto alla tipologia, avrebbe preferito la navetta di Luna ma Xyr si era opposta, ritenendo una scelta poco oculata presentarsi con una navetta così corazzata, avrebbe potuto dare un'idea fin troppo bellicosa dei membri dell'equipaggio.
"Siamo quasi arrivati alla zona di atterraggio" la voce svogliata di Luna fece desumere a Ferris che neppure lei avesse desiderio di trovarsi lì
"Bene, qualche stretta di mani e poi ripartiamo.." Ferris si avvicinò alla postazione del timone
"Sperando che siano realmente solo poche strette di mano.." Luna non si girò a guardare il proprio ufficiale superiore, concentrata com'era nell'esecuzione dell'atterraggio, ma non sembrava neppure così intenzionata a nascondere lo scarso interesse che aveva a quell'incontro
"Siamo arrivati al rendez-vous in perfetto orario, come da accordi con i leader del pianeta Nuwe Berria" Xyr accedette nella piccola plancia osservando i presenti "Tutti gli ufficiali sono pronti a scendere, ho ricordato loro il regolamento da applicarsi in queste occasioni e ritengo siano sufficientemente preparati"
Ferris sorrise tra sè e sè, lui si era annoiato nella piccola plancia ma pure i suoi colleghi non aveva di certo fatto un viaggio rilassante in compagnia del suo primo ufficiale "Ah, immagino.. sono certo che sia riuscita ad istruirli a dovere"
"Atterraggio riuscito" la voce di Luna fece voltare i due ufficiali superiori "Provvedo all'apertura del portello laterale"
Flashback
Nuwe Berria - Zona di attracco Alfa 03 - 24/07/2396, Ore 10:15
La zona di attracco appariva ben illuminata, ed in ordine, addobbata con una serie di decorazioni floreali che spandevano nell'aria un intenso e penetrante profumo floreale, eppure apparve immediatamente a tutti piuttosto inquietante. I vari ufficiali, a parte il tenente Rest, avanzarono per il corridoio con un'espressione perplessa dipinta sul volto, solo Rodriguez ruppe il silenzio formulando la domanda che tutti si erano già posti nella propria mente.
"Ma dove diavolo sono tutti?" Paulo si guardò attorno "Qui non c'è neppure un cane!"
"Insolito" la voce di Rest fece voltare i presenti "In effetti il cerimoniale, in queste occasioni, prevederebbe che qualcuno sia presente nel luogo dello sbarco, quantomeno per guidare gli ospiti alla destinazione prestabilita..."
"Non mi piace affatto questa situazione" Lon si osservò attorno
"Neppure a me.." come tutti gli altri ufficiali, anche Bueller si guardò attorno con circospezione "Ho quasi la tentazione di risalire sulla navetta e tornare sulla nave"
=^=Benvenuti, nostri graditi ospiti, su Nuwe Berria. Sono un'unità informatica incaricata a svolgere le funzioni di accompagnatore virtuale nella Zona di attracco=^= la voce bassa e profonda che tuonò dagli altoparlanti fece voltare tutti di scatto =^=Vi pregherei di proseguire per questo corridoio, in meno di una cinquantina di metri raggiungerete la hall.. grazie=^=
Ferris fece una smorfia per poi fare un cenno a tutti gli altri ufficiali superiori di seguirlo, il passo lento e misurato mentre si osservava attorno con attenzione. Benché il corridoio fosse riccamente decorato ed abbellito, il non sentire altro suono al di fuori dell'eco sordo dei passi dei suoi colleghi lo rendeva un po' nervoso. Possibile che non si sentisse qualcun altro parlare? Nessun rumore?
Accedette per primo nella hall e vide tutti i suoi dubbi divenire certezza, dato che anche lì non vi era nessuno ad attenderli. Si voltò a guardare i colleghi e pure loro apparvero perplessi e disorientati: qualcosa non andava, lo avevano capito tutti ma non erano ancora certi sul da farsi.
"Tutto questo non ha senso, io direi di tornare sulla navett..." appena Luna fece un passo per riprendere il corridoio e tornare verso la navetta, una paratia di spesso metallo scese come una ghigliottina, sigillando il passaggio "Capitano, hanno chiuso il passaggio!"
=^=Benvenuti nella Zona dell'Oblio=^= la voce della donna si fece decisamente inquietante
"Sono il Capitano Ferris Bueller, pretendo una spiegazione su quanto sta accadendo!" Ferris tuonò osservando l'altoparlante da cui aveva udito la voce della donna "Quello che state ponendo in essere è un sequestro di persona, pretendo di conoscere le vostre intenzioni!"
=^=Benvenuti nella Zona dell'Oblio=^= la voce si ripeté, mentre nell'aria si iniziò a spandere un odore piuttosto dolce ed acidulo al tempo stesso.
"Capitano, è un gas anestetico!" la voce della dottoressa Graahn mise tutti gli ufficiali in allerta.
Tutti i presenti tentarono di trovare un modo di levarsi dai guai: chi tentando di individuare un passaggio, chi cercando di analizzare rapidamente la paratia metallica che bloccava il corridoio per tentare di ritornare sui propri passi ma, alla fine, caddero tutti a terra addormentati, uno dopo l'altro.
Flashback
USS Hope - Plancia - 24/07/2396, Ore 13:52
Strauss occupava la postazione di comando, era stato il primo a spronare tutti i giovani ufficiali superiori a scendere sul pianeta per imparare anche la parte decisamente più noiosa, ma oltremodo necessaria, della vita da ufficiale di un vascello federale: sapeva che in molti, fra cui lo stesso Ferris, si sarebbero annoiati a morte, ma del resto non sempre è possibile avere incarichi piacevoli.
"Capitano la navetta è in rientro.." la voce dell'ufficiale alle comunicazioni fece voltare Strauss "E ci stanno chiamando"
"Molto bene, sullo schermo" Strauss portò la propria attenzione sullo schermo principale, sorridendo divertito alla vista del volto di Ferris "Allora, com'è andata?"
Ferris sorrise appena =^= Beh, come ci saremmo aspettati.. svariate strette di mani e lunghi discorsi sulle potenzialità della loro colonia.. oltre che a svariate frecciatine su come la Flotta Stellare potrebbe dar loro una mano nel loro sviluppo =^=
Strauss annuì soddisfatto "Avete notato nulla di particolare o da segnalare?"
=^=Nulla, le cose sono andate tutte come ci saremmo aspettati=^=
Strauss annuì nuovamente "In questo caso vi aspetto sulla nave. Strauss, chiudo" quindi fece cenno alla giovane seduta alle comunicazioni di chiudere il canale "Timoniere, non appena saranno a bordo, riprendere la rotta stabilita. Curvatura quattro"
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 26/07/2396 - Ore 03:34
Il rumore assordante del metallo sbattuto sulle grate della cella fecero svegliare di botto Rest dal suo torpore. Erano passate svariate ore da quando si era risvegliato in quella cella, quasi certamente più di una giornata, magari anche due, ma la privazione del sonno e del cibo gli iniziava a rendere difficile mantenere sotto controllo lo scorrere del tempo. Cosa fosse successo era riuscito in un certo qual modo a ricostruirlo, erano stati sedati e lui era stato portato lì, ma il motivo lo lasciava ancora interdetto. Era passato troppo tempo da quando erano sbarcati perchè nessuno sulla Hope iniziasse a fare domande, cosa stavano facendo per trovarli?
Nella luce fin troppo fastidiosa della sua piccola prigione, abbassò per qualche istante lo sguardo, osservando in silenzio il pavimento, solo dopo un po' si voltò ad osservare il proprio collega di disavventure: Lon Basta si era svegliato a sua volta, dallo sguardo era abbastanza evidente che si sentisse come un animale in gabbia, e del resto non poteva dargli torto. Rest si soffermò ad osservare il collega riflettendo in silenzio: fra tutti i membri dell'equipaggio, la scelta di accoppiarlo proprio con Lon suonava stranamente come uno sgradevole scherzo del destino. Anche Lon non sembrava affatto felice di dover cooperare con Rest, preferendo cercare qualche modo per fuggire per i fatti suoi.
Rest continuò ad osservarlo per un po', poi tornò alle proprie meditazioni: a parte Lon, non aveva udito la voce di nessuno degli altri, eppure erano stati tutti sedati al loro arrivo. C'era la possibilità che anche gli altri fossero bloccati in un'altra delle celle accanto alla sua, ma le possibilità che ciò fosse reale non superavano il 12%: se fossero stati lì persone come Ferris o Paulo lo avrebbero saputo tutti all'interno della costruzione.
"Ti sei fatto qualche idea sulla situazione?" la voce di Lon fece voltare Rest
"Difficile a dirsi" Rest si interruppe per qualche attimo "La situazione richiede la ricerca di più informazioni per poter capire come agire" la sua attenzione si portò verso nord-ovest, direzione dalla quale udiva delle voci, seppure piuttosto lontane
Lon, notando il leggero cambio di espressione gli si portò accanto "Informazioni?" si limitò a chiedere per poi restare in silenzio
"Gia.. qualcuno sta parlando di noi, a quanto pare non siamo candidati idonei alla riprogrammazione"
"La riprogrammazione?" Lon portò il suo sguardo nella stessa direzione di Rest, ma non avendo lo stesso udito non riusciva a cogliere le parole di quella conversazione, udendo solo una sorta di chiacchiericcio indistinto in sottofondo
"Esatto, il controllo mentale che le nostre specie hanno sviluppato per sostenere il peso dei poteri telepatici impedisce al loro macchinario di riuscire a riprogrammare la nostra personalità, cosa che con i nostri colleghi non deve essere accaduto"
Lon abbassò il capo furente, il pensiero non potè che correre a tutti i suoi amici, finiti chissà dove su quel pianeta, ma soprattutto alla giovane dottoressa: chissà dov'era e come stava in quel momento Melanne. Rest, dal canto suo, era sempre silenzioso ed in ascolto.
"Si sono allontanati ulteriormente, non riesco più a sentirli"
Rest si voltò ad osservare Basta: per quanto la cosa lo mettesse in difficoltà, in quel frangente Lon era la sola persona che potesse aiutarlo, e la logica lo portava a credere che da solo le possibilità di poter uscire da quella situazione passassero ad un misero 2,5%.
Lon tornò a guardare con espressione seria e decisamente determinata il vulcaniano: neppure a lui piaceva dover cooperare proprio con quella spina nel fianco di Rest, ma la necessità di uscire di lì e ritrovare gli altri era troppo forte.
"Quindi? Che cosa hai sentito di importante?"
"Vi sono una serie di informazioni che ritengo decisamente a nostro sfavore al momento. Da quello che ho compreso la nostra nave è ripartita all'incirca due giorni fa"
"Come sarebbe a dire che sono ripartiti? Il Capitano Strauss non ci avrebbe mai abbandonato qui!"
"Siamo stati sostituiti a bordo da delle copie che per il momento non dato hanno alcun segnale, quindi ritengono che il loro piano stia procedendo"
"Che tipo di piano?"
Rest scosse il capo "Non sono entrati nel dettaglio"
Lon sembrò fermarsi a riflettere "Siamo noi il primo equipaggio che è finito per essere catturato o.."
"..o vi sono altre navi che viaggiano con una serie di ufficiali sostituiti da delle copie? Non l'hanno detto, ma non credo si possa escludere a priori" Rest si osservò attorno "Logica vuole che vi sia una possibilità del 78,3% che la nostra non sia la prima nave a lasciare contro la propria volontà alcuni ufficiali sul pianeta. Il controllo mentale attraverso la manipolazione artificiale non è un processo sicuro, richiede un lungo studio per trovare la giusta calibrazione dell'energia"
"Troppa poca e non riuscirai ad eliminare i ricordi profondi.. troppa e comprometterai le funzioni neurali del soggetto portandolo anche alla morte" Lon completò la frase di Rest annuendo "Di questo sarebbero certamente più competenti Tucci e Graahn"
Rest annuì "Il fatto che la Hope se ne sia andata implica che al momento non vi sia nessuno in orbita a cercarci.. del resto sarebbe illogico, dato che per loro tutti noi siamo rientrati a bordo"
Lon sferrò un pugno alla paratia "Maledizione, in che diavolo di situazione ci siamo andati a cacciare? Dobbiamo andarcene di qui!"
Rest annuì "Esatto, ed il prima possibile.. stanno procedendo ad un potenziamento del procedimento per tentare una riprogrammazione anche su noi due. Sanno che ciò potrebbe ucciderci ma.."
"Al momento noi gli siamo più un problema che un'utilità?" concluse Lon, già conoscendo la risposta "E degli altri? Si sa nulla degli altri?"
"La riprogrammazione sembrerebbe essere andata a buon fine" rispose laconico Rest
"Ma che dannazione significa che la riprogrammazione è andata bene?" rispose piuttosto nervoso Lon
Rest lo osservò e si limitò a scuotere il capo "Onestamente, non lo so, non possiedo sufficienti informazioni per poterlo ipotizzare"
Nuwe Berria - Spolecnost Company (6° piano - ufficio 03) - 26/07/2396, Ore 08:34
Bueller era seduto comodamente nel proprio ufficio, giochicchiando con alcuni rapporti lasciati sulla propria scrivania. La vita da dirigente della piccola azienda manifatturiera del luogo non lo faceva di certo impazzire: certo, era pur vero che gli dava tutta la libertà di fare la corte a tutte le segretarie del piano, ma il tram tram quotidiano lo annoiava molto. Gettò un occhio sui documenti sulla cima della pila e ne prese uno, sbuffando sonoramente.
"Qualcosa non va?" la voce di Nancy, la giovane segretaria di Ferris fece alzare lo sguardo al giovane "Inizi a sbuffare già di prima mattina.. possibile che non sei mai contento?"
"Tesoro, la tua sola assenza finisce per incupire le mie giornate.. è ovvio che poi mi trovi a sbuffare!" Ferris ammiccò divertito osservando la procace segretaria "Sai, non ho ancora testato la comodità della scrivania di questo ufficio, ti va di fare un piccolo test o restiamo sul più classico divano?"
Nancy sollevò lo sguardo al cielo "Certo che sei sempre pronto a provarci tu, eh?"
"Mm.. non mi piace semplicemente provarci, mi piace riuscirci.." Bueller si avvicinò alla giovane tirandola all'interno dell'ufficio "Eddai Nancy, non farti pregare.."
"Sei qui da soli due giorni e già ti conosce tutto il piano" lo sguardo malizioso di Nancy fece capire al giovane umano di aver fatto centro "E va bene, ma tu prima rispondimi? Perchè sbuffavi?"
"A quanto pare sta subentrando una nuova dirigente.. lo sai come sono fatti quelli, non hanno ancora messo il piede in azienda e già partono con noiosi rapporti per ricordare a tutti qual'è il comportamento da tenersi sul luogo di lavoro per massimizzare i profitti.. questa poi, deve essere una sorta di paranoica.. è arrivata da un paio d'ore e ho già una fila di ammonimenti che potrebbe sfiorare il soffitto" Bueller iniziò ad accarezzare le spalle della giovane spingendola delicatamente verso il divano, mentre le apriva la camicetta "Ad ogni modo non intendo darle soddisfazione, non intendo modificare il mio modo di fare per farla contenta! Dovrà accettarmi per quello che sono, punto!"
Nancy ridacchiò divertita "Ed esattamente come saresti tu?"
Ferris stava per rispondere quando udì il sensore della porta ed una voce femminile impostata e sicura che si stagliava nel silenzio che era sceso all'interno dell'ufficio "Signor Bueller, avrei necessità di parlare con lei. E' presentabile al momento?"
"Dannata Xyr, sempre nel momento sbagliato deve presentarsi" la frase uscì di getto dalle labbra di Bueller, tanto che Nancy lo osservò sorpresa
"Ma allora la conosci già?"
La domanda lasciò per un attimo Bueller interdetto, mentre una strana sensazione di deja-vu lo fece divenire pensieroso "No.." rispose senza grandissima convinzione "Non mi sembra... no, ma conosco il tipo.. classica donna in carriera con la mania del controllo" sorrise alla ragazza "Vai nel bagno, la mando via il prima possibile"
Nancy osservò con espressione incuriosita Bueller prima di andarsi a nascondere per potersi ricomporre un po' nel bagnetto dell'ufficio "Sarà ma per me non me la stai raccontando tutta.."
Ferris si voltò per rispondere alla giovane e procace segretaria ma l'ennesimo bussare di Xyr lo fece desistere. Prese un profondo respiro e poi attese qualche istante, più per far esasperare quella dirigente fastidiosa, piuttosto che per una reale necessità "Avanti"
Xyr fece un paio di passi dentro l'ufficio osservandosi per qualche attimo intorno con sguardo indagatore, prima di soffermarsi sul volto di Bueller. Rimase per un attimo interdetta, con la sgradevole sensazione di conoscere già quel volto: tentò di ripescare nella propria memoria il momento in cui l'aveva visto per la prima volta ma non vi fu nulla da fare, sentiva di averlo già visto ma in quel momento gli sfuggiva il dove ed il quando.
"Buongiorno, spero di non aver scelto il momento sbagliato"
Il tono in parte accusatorio di Xyr fece tossicchiare Bueller "No, assolutamente. Sono io che le chiedo scusa se l'ho fatta attendere sin troppo ma sa.. ero alle prese con la conclusione di un'importantissima pratica e.."
"Se avessi avuto voglia di sentirmi raccontare qualche storiella sarei andata all'asilo, non sarei venuta nel suo ufficio. Ad ogni modo sono qui solo a ricordarle la riunione delle 13.30, dato che si parlerà delle linee di condotta da tenersi in ufficio." Xyr si voltò per dirigersi verso l'uscita "E faccia uscire la sua importantissima pratica dal bagno, non sarebbe male se pure lei tornasse ad occuparsi del suo lavoro"
Ferris spalancò gli occhi osservando Xyr lasciare l'ufficio e poi sbuffò sonoramente "Dannatissima Xyr!"
Nuwe Berria - Sterrevag Observatory (4° piano - ala est) - 26/07/2396, Ore: 12:56
Edison era ancora intento allo studio di una serie di dati raccolti nell'ultima serata attraverso le apparecchiature implementate di recente nel nuovo osservatorio dell'università di Nuwe Berria: sospirò pesantemente con una certa tensione addosso. Aveva iniziato quel lavoro da pochi giorni ma proprio non sembrava trovarsi a suo agio lì. In mezzo a quel manipolo di esaltati tendeva a sentirsi fuori posto, come se qualcosa dentro di sé gli urlasse a pieni polmoni che non dovrebbe trovarsi lì ma da tutt'altra parte. I suoi colleghi avevano iniziato ad ostracizzarlo, quasi ritenendolo troppo strano per far parte del gruppo, ed in fondo ad Edison probabilmente non dispiaceva eccessivamente: nessuno di quei fantomatici "esperti" aveva abbastanza materia grigia per capire la complessità delle sue spiegazioni e lui era fin troppo stanco di dover costantemente tentare di trovare termini più semplici per farsi comprendere.
Edison era perso nei suoi pensieri quando qualcuno lo toccò sulla spalla, facendogli fare un saltino all'indietro per la sorpresa "Ma... cosa?"
"Dottor Tucci, buongiorno.. avremmo dovuto vederci all'incirca due ore fa. Ricorda?" la voce di Doohan risuonò nella stanza
Tucci si soffermò per un attimo su quel volto, forse non gli era del tutto nuovo "Chi l'ha mandata da me? Per caso ci conosciamo?"
Doohan si fermò ad osservarlo, in effetti non ricordava di aver mai visto quel volto, eppure era andato con una certa sicurezza verso quel giovane, quasi con la convinzione che fosse lui la persona che stava cercando "No... beh, non esattamente. Credo di essere andato per esclusione.." fece un colpetto di tosse "Ad ogni modo mi hanno detto che ha richiesto un ampliamento del proprio padiglione... giusto?"
Tucci era ancora interdetto ad osservare il volto di quell'uomo, aveva sempre avuto una memoria di ferro, eppure non riusciva a ricordare quando avesse già incontrato quel tizio "Interessante, ha fatto svariati lavori in questo osservatorio?"
Doohan si fermò per un attimo, ebbe la strana sensazione che tutto questo fosse normale, come se avesse già avuto a che fare con lui ma non ebbe il tempo di rispondergli che un giovane scienziato si intromise bruscamente
"Buongiorno"
Doohan si voltò ad osservare il giovane "Buongiorno"
"Lei è l'ingegnere civile, il signor Doohan.."
"E' esatto" Doohan fece un rapido cenno del capo "Sono qui per il progetto di ampliamento della sezione di astrofisica teorica"
"Molto bene, venga con me. Mi occuperò io di mostrarle esattamente quali ampliamenti vorremmo poter apportare" il giovane si spostò attendendo che Doohan lo seguisse. L'ingegnere rimase per qualche altro attimo ad osservare Tucci, quel volto gli diceva qualcosa ma non sapeva cosa: restò lì per qualche altro istante ma, notando l'impazienza del giovane scienziato, annuì alla sua volta allontanandosi rapidamente da Edison.
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 2° piano (ufficio 03) - 26/07/2396, Ore: 18:26
Melanne aveva da poco finito il proprio turno in reparto e si sentiva piuttosto felice di aver tolto il camice e aver finalmente potuto indossare degli abiti civili: fece una piccola smorfia osservando l'ora, si era fatta convincere da alcune colleghe ad uscire per bere qualcosa ma in effetti non ne aveva molta voglia. Il lavoro da infermiera iniziava a starle stretto, in particolar modo lo sguardo che alcuni medici le lanciavano quando gli faceva notare che vi sono metodi migliori per curare i pazienti.
"Dottoressa, dottoressa..." Rodriguez avanzava con passo sicuro in direzione di Melanne "Dottoressa, giusto lei cercavo!"
Melanne si voltò con la strana impressione di aver già sentito quella voce, ed il volto non gli era del tutto sconosciuto, ma non ricordava dove avesse potuto già vederlo "Sono un'infermiera, e per giunta fuori turno. Mi spiace ma non posso aiutarla"
"Ah.. avrei giurato fosse un medico!" Rodriguez osservò Melanne per svariati attimi prima di sospirare "Potrebbe indicarmi qualcuno con cui potrei parlare? Il mal di schiena oggi mi sta uccidendo!"
Graahn sorrise divertita "Nel reparto di pediatria? Direi nessuno. Sarà ancora giovane, ma dubito fortemente che possa definirsi in età pediatrica" fece una leggera pausa osservando ancora il giovane "Esca da qui e vada al reparto di destra, quello è il pronto soccorso.. sono certa che lì troverà qualcuno che potrà visitarla"
"Molto bene, la ringrazio allora" Paulo osservò ancora per qualche attimo la giovane, poi salutò e se ne andò, lasciando Melanne a riflettere su dove potesse aver già visto quello strano ragazzo.
Nuwe Berria - Jildena Kafejo Pub - 26/07/2396, Ore 23:34
Il Jildena Kafejo Pub si stava a poco a poco riempiendo di vita. Non era mai stato un luogo molto sicuro ma, da quando era stata installata una caserma per aspiranti top gun, le risse erano divenute una sorta di routine. Luna era entrata da poco in quel locale e già aveva una gran voglia di iniziare una rissa: era stata accettata al corso senza nessuna difficoltà, ma per il momento non le avevano ancora dato modo di poter dimostrare le proprie capacità e la cosa stava diventando decisamente frustrante. Le lezioni teoriche la annoiavano a morte, come se in fondo sapesse già tutto ciò di cui aveva bisogno, eppure non le volevano dare l'autorizzazione al volo.
Luna si sedette al bancone ordinando il solito ractajino, poi si voltò ad osservare i vari avventori, dando le spalle all'entrata "Raul, fai partire quel ferro vecchio e metti su qualche musica decente!"
"Posso?"
La voce calda e suadente di Caitlyn fece bloccare per un attimo Luna: pensieri e sensazioni forti si risvegliarono in lei, ma quando si voltò a guardare la giovane non riuscì a ricordare dove l'avesse già incontrata "Ma certo bellezza, come potrei non voler la compagnia di una ragazza così bella"
Caitlyn sorrise osservando Luna "Ti sembrerà strano ma per un momento ho avuto come l'impressione di averti già vista"
Luna annuì "No, non lo trovo affatto strano, anzi.. è stata la stessa impressione che ho avuto anche io. Forse sei stata nella nuova caserma?"
Caitlyn sorrise apertamente "Sei un pilota, chissà perchè ma lo avevo pensato.." quindi scosse il capo "No, non sono mai stata lì"
Luna bevve in poche sorsate il proprio drink "Per il momento sono solo un aspirante top gun, e tu?" sorrise apertamente "Qual'è la tua professione? Magari capirò dove ti ho visto"
Caitlyn scosse il capo "Non credo.. sono un'insegnante in una piccola scuola elementare, non credo che tu possa essere venuta lì" quindi fece una piccola scrollatina di spalle "Ad ogni modo non importa, non credo sia così importante.. ci verrà in mente prima o poi quando ci siamo già incontrati.."
Luna annuì "Bevi con me?"
"Perchè no..." Caitlyn si sedette accanto a Luna sorridendo "In fondo la notte è ancora giovane..."
Torna all'indice
08.01 - I giorni passano
Autore: Tenente Ferris Bueller
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 28/07/2396 - Ore 05:22
I corpi di Rest e Basta giacevano raggomitolati in posizione fetale. La piccola cella, che era ormai da giorni divenuta la loro casa, era illuminata debolmente da una luce di emergenza posta sopra la porta. Sebbene i due sembrassero profondamente addormentati, in realtà erano ben svegli.
"Stanno arrivando..." avvertì Rest con un filo di voce.
"E' sicuro di farcela?" domandò Lon per l'ennesima volta sussurrando senza aprire gli occhi.
"Il precedente tentativo è stato quasi sufficiente. Ma ci sono solo il 58% di possibilità di riuscita." rispose il vulcaniano senza muovere un muscolo.
"Bene... allora mi affido a lei." entrambi aprirono gli occhi e si guardarono. Nei giorni passati in reclusione i due avevano un po' imparato a capirsi.
Rest doveva ammetere di iniziare ad apprezzare il lato silenzioso e riflessivo di Basta. Rifletteva su ogni proposta cercando, per quanto possibile per un non vulcaniano, di elaborare strategie e proporre idee.
Lon, dal canto suo, aveva ammesso con se stesso che le capacità di Rest erano di molto superiori alle sue, eppure, nonostante questo, il vulcaniano era molto più simile a Tucci di quanto pensasse. Come Edison, Rest sembrava inciampare su problemi pratici dimostrando la sua scarsa capacità di adattarsi alla vita normale. Probabilmente su una nave vulcaniana, Rest avrebbe fatto faville, ma come molti della sua razza si trovava spaesato quando si incontrava con la vita di gente comune che mostrava le proprie emozioni. Il betazoide era certo che l'egocentricità dei vulcaniani fosse solo un'armatura per non permettere agli altri di avvicinarsi troppo.
Il gas uscì sibilando. Lon guardò ancora per un attivo il collega e poi fu tutto buio.
Nuwe Berria - Spolecnost Company (6° piano - ufficio 03) - 28/07/2396, Ore 09:22
Ferris stava chattando con tre segretarie di altrettanti piani, districandosi abilmente fra false promesse e buoni propositi. Erano stati giorni duri per lui con quella Xyr che gli stava sempre addosso cercando il più piccolo errore nella sua condotta. Fortunatamente una delle dirigenti, una bionda donna d'affari, dai modi imperiosi ma dall'appetito sessuale insaziabile, era dalla sua parte, vanificando ogni tentativo della sua avversaria di farlo cacciare dall'azienda.
La luce della segreteria lampeggiò in rosso mettendo subito in allarme il giovane che chiuse immediatamente le finestre di chat e posizionò i faldoni dei documenti ben visibili davanti a lui. Un attimo dopo un deciso bussare risuonò nella stanza.
Ferris sospirò. "Avanti!"
Xyr fece il suo ingresso trasportando tra le braccia una voluminosa documentazione.
"Buongiorno!" la salutò con scarso entusiasmo guardando abbattuto il contenuto delle sue braccia.
"Non è un buongiorno signor Bueller, non lo è mai quando vengo a trovarla." sbuffò lei irritata lasciando andare il faldone sulla scrivania.
"Che cosa ho fatto questa volta?" chiese lui sconsolato.
"Si tratta del tessuto che stiamo preparando per le tute degli astronauti. E' un contratto enorme per la nostra azienda e non possiamo permetterci errori!"
"E che centro io? Di questo se ne occupa direttamente l'amministratore delegato."
"Lei però si è occupato dei materiali, guardi qui."
La donna sfogliò qualche pagina e poi voltò la documentazione.
In effetti sul documento c'era la sua firma, però non ricordava quella documentazione. Eppure leggeva sempre attentamente quello che firmava per non rischiare spiacevoli sorprese.
"Non ricordo questo documento..." mormorò meditabondo, lasciando correre sull' "immaginavo" ricevuto in risposta.
"C'è qualcosa che non va però..." continuò "Guardi qui." Ferris voltò di nuovo il documento e mostrò i dati del tessuto.
"Non va bene... le tute di questo tipo dovrebbero avere fibre di alluminio nella loro struttura." I due si guardarono frastornati.
"Come ha fatto a capirlo?" chiese lui guardandola intensamente.
"Non lo so... mi pareva palese." Rispose lei incupendosi "Forse è qualcosa che ho letto..."
"Beh io sono quasi certo di non aver mai letto niente di così noioso, eppure ero sicuro che queste fibre non andassero bene."
"Ci vorrebbe qualcuno che ne sa più di noi..." propose Xyr riflessiva.
"Chiamiamo il Signor Tucci." propose Ferris, aprì la bocca come per dire qualcosa ma poi scosse la testa confuso. "Ecco qua guardi, sulla documentazione c'è il nome di uno scienziato che ci ha fatto da consulente. Un astrofisico teorico."
"Come sapeva il nome del consulente?" chiese Xyr mentre il nome dello scienziato le rimbalzava nella testa.
"Devo averlo letto prima..." dedusse lui poco convinto.
"Meglio non chiamarlo... andiamo direttamente da lui."
Nuwe Berria - Sterrevag Observatory (4° piano - ala est) - 28/07/2396, Ore: 09:56
Il viaggio sulla spider di Ferris era stato molto silenzioso. Entrambi i giovani erano immersi nei loro pensieri. Il giovane si sorprendeva ogni tanto a guardare la collega. Un po' perchè si rendeva conto solo ora di quanto fosse attraente, un po' perchè gli sembrava che le mancasse qualcosa sulla testa. Un cappello forse?
Giunti all'osservatorio i due attraversarono la grande hall schivando studenti e professori che si muovevano indaffarati lungo i corridoi dell'università. Chiesero informazioni ad una boriosa segretaria e presero l'ascensore che li avrebbe portati all'osservatorio.
La sala principale era gremita di studentesse nonostante non ci fosse nessuna esposizione e nessuna lezione. Il posto sembrava anzi in fase di ristrutturazione. Al centro dell'attenzione delle ragazze era un giovane dall'aspetto terrorizzato e rosso come un peperone. Ferris sorrise divertito per poi chiedersi perchè lo stesse facendo.
"Ve lo ripeto, non sono un professore e l'osservatorio è chiuso per ristrutturazione." Balbettò il giovane ingegnere cercando di spalmarsi sulla parete per schivare le avances delle sue spasimanti.
"Sempre la solita storia..." borbottò Xyr avanzando con passo marziale. "Voi! Non avete lezione?" sbraitò la ragazza come un sergente istruttore a soldati indisciplinati. La filippica che ne seguì fece scappare le ragazze dissolvendo la folla come neve al sole.
"Grazie mille signore." sospirò Doohan quando anche Ferris li raggiunse. I tre si guardarono per alcuni istanti come se si riconoscessero, ma poi scossero il capo come a voler scacciare una nebbia che gli offuscava i ricordi.
"Stiamo cercando il Signor Tucci." disse Ferris per superare quel momento di imbarazzato silenzio.
"Certo... vi accompagno." rispose il giovane facendo strada.
Edison Ray Tucci, era immerso nei calcoli da ore. La lavagna davanti a lui era piena di formule matematiche. Si stupiva di come gli fosse facile comprenderne il significato, sebbene molte di esse non rientrassero nella sua sfera di competenza. Non si accorse minimamente dell'ingresso delle persone nel suo studio e neppure delle prime due volte che lo chiamarono.
"Signor Tucci!" ripetà per la terza volta Xyr portando esasperata le mani ai fianchi.
"Lasci fare a me..." propose Ferris prendendo il documento e mettendolo davanti agli occhi del giovane interrompendo così la sua visuale sulla lavagna.
"Cosa..." domandò lo scienziato prendendo il foglio "No qui è tutto sbagliato. Manca la fibra di alluminio!" disse iniziando a stendere dei calcoli matematici nell'unico angolo disponibile della già piena superficie nera.
"Signor Tucci!" sibilò ancora Xyr e Edison fece un salto girandosi.
"Comandan..." si fermò inciampando su quel titolo altisonante che stava per sfuggirgli dalle labbra. "Scusatemi... ci conosciamo?"
I quattro si fissarono intensamente. Era palese per tutti che ci fosse una sorta di riconoscimento fra loro. Niente di effettivo, ma come una specie di deja-vu o un ricordo lontano sbiadito dal tempo.
"Non credo..." rispose Ferris in modo poco convinto. "Comunque siamo venuti qui per chiederle spiegazioni. Secondo la documentazione della nostra azienda, questi sono i progetti per la costruzione delle tute spaziali per il prossimo programma spaziale di Nuwe Berria. Dati che lei ci ha fornito."
"Impossibile, io sono un astrofisico, studio la meteria celeste, non me ne intendo di questa roba."
"Allora come ha fatto a capire che manca la fibra di alluminio?" chiese Xyr incrociando le braccia al petto. All'inizio Xyr aveva pensato ad un errore del progettista che poteva portare un danno economico enorme all'azienda, ma quando lo aveva visto aveva subito capito che di quel giovane si poteva fidare. Non capiva perchè ma se lo sentiva.
"Non lo so..." rispose Tucci confuso.
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - Bar dell'ospedale - 28/07/2396, Ore: 10:00
"Buongiorno, è ancora qui?" chiese Melanne guardando il giovane che pochi giorni prima l'aveva interpellata lungo i corridoi di pediatria.
"Oh! E' lei dottoressa!" rispose il ragazzo sorridendo.
"Sebbene sia onorata nel sentirmi chiamare in quel modo, è meglio se la smette se non vuole farmi finire nei guai. Sono infermiera." rispose lei divertita. "Ancora mal di schiena?"
"Si signora, i medici dicono che non ho niente eppure continua a farmi male. E' sicura di non potermi dare un'occhiata? So che lei non è una dottoressa, ma non so perchè sono certo che lei possa fare qualcosa."
"Signor... Rodriguez..." disse dopo che il giovane si presentò. "Sono un infermiera e di un genere totalmente differente da quello che le serve."
"La prego..." gli occhi del giovane si trasformarono in due pozze languide simili a quelle di un cucciolo in cerca di attenzione. Nonostante le intenzioni di Melanne di sfruttare la propria pausa pranzo per leggere un trattato di medicina vascolare che si era curiosamente trovata a comprare in libreria senza sapere il perchè, la giovane si decise a fare un tentativo.
"E va bene, ma solo perchè mi è simpatico." Venga con me.
I due raggiunsero un laboratorio libero e Paulo si tolse la camicia sedendosi sul lettino diagnostico. Melanne controllò l'area della schiena dove il giovae sentiva dolore senza però riscontrare nessuna anomalia o gonfiore.
"Non è che mi sta prendendo per i fondelli vero?" chiese lei guardandolo con sguardo critico.
"Le giuro che non è come pensa, non sto cercando di appropiarmi di medicine da rivendere!" esclamò subito lui mettendo le mani avanti.
"Non pensavo quello..." rispose l'infermiera, anche se quel sospetto aveva fatto capolino non appena l'aveva incontrato. "Pensavo più ad un tentativo di attaccare bottone..."
"Ma lei non è fidanzata?" chiese Paulo titubante. "Non so perchè ma ho come la sensazione che fare la corte a lei sia deleterio per la salute." Disse scherzosamente notando però lo sguardo della ragazza che si incupiva. "Ho detto qualcosa di sbagliato?"
"No... certo che no." Eppure anche lei aveva l'impressione che qualcosa o qualcuno mancasse nella sua vita. Come se l'ombra che sempre la seguiva e vegliava su di lei, di colpo se ne fosse andata.
"Si tolga le scarpe..." ordinò quasi senza pensarci per poi controllare la pianta dei piedi "Ecco qua, c'è un infiammazione alla pianta del piede, di certo deve avere infiammato il nervo sciatico e lei ha cambiato inconsciamente la sua postura provocandosi il mal di schiena. Prenda questi antibiotici." Disse prendendo delle pastiglie da un armadietto.
"E' sicura di non essere una dottoressa?" chiese Paulo ingoiandone una e infilando le altre in tasca.
"Certo, sono solo un'infermiera, perchè?"
"Beh... sono stato da cinque medici e nessuno a minimamente pensato a guardare le piante dei piedi."
"Strano..." pensò lei, eppure l'aveva capito subito che poteva essere quella la causa solo vedendolo camminare. Come se conoscesse da sempre l'andatura di quel giovane. Forse era più brava di quanto pensasse... forse poteva davvero studiare medicina.
"Senta, io mi occupo di logistica, ho una piccola compagnia di... trasporti e quindi non so quanto le possa essere utile, ma se ha bisogno di... qualcosa, non esiti a chiedere, farò qualsiasi cosa per ricambiare il favore."
"Non credo, ma non si preoccupi, è il mio lavoro. Torni comunque fra una settimana e le darò un'occhiata." Il giovane era sincero, ma le giuste pause nella frase avevano fatto capire a Melanne che quei trasporti, alle volte, non erano molto legali. Chissà perchè Melanne se l'aspettava.
Nuwe Berria - Fightertown Base, pista 15 - 28/07/2396, Ore 12:34
Luna scese dalla carlinga del jet supersonico slacciandosi il casco. Certo era solo il jet adibito alle simulazioni, ma dopo pochi secondi dall'inizio del test era facile abbandonarsi alla simulazione e considerarla reale. L'adrenalina scorreva ancora nel suo corpo, aveva usato alcune manovre che aveva inventato durante le ore di solitudine in caserma. Ore che adesso però passava in compagnia di una insegnante di scuola elementare dai capelli rossi.
"Eih Jones che ne dici di farci compagnia a pranzo?" domandarono alcuni piloti tentando l'ennesimo abbordaggio.
"Mi dispiace ragazzi, ma ho un appuntamento!" esclamò lei divertita.
"Chi è il fortunato?" La giovane indicò verso la recinzione che divideva la base militare dal suolo civile dove una bellissima giovane dai capelli rossi la salutò con una mano.
"Ecco adesso siamo veramente invidiosi, possiamo partecipare?" chiese uno dei piloti, un giovane dall'aspetto sbarazzino molto famoso fra le soldatesse.
"Mi dispiace Fer..." si fermò un attimo e si voltò guardando il giovane. Per un attimo l'aveva scambiato per un altro, qualcuno che avrebbe certamente fatto una battuta simile in una situazione analoga, ma chi?
Ci rimuginò per qualche attimo, ma era come se tutti i suoni e gli odori della zona facessero di tutto per distrarla e alla fine, quando raggiunse la bella insegnante, si era dimenticata tutto.
"Ciao rossa!" le due si scambiarono un leggero bacio per poi dirigersi verso una colorata coperta su cui era posato un tavolo da pic nic.
"Tutto bene oggi?" chiese Caytlin
"Non quanto volare davvero, ma mi sono divertita."
"Hai chiesto il permesso per farmi visitare la base?" chiese la rossa sorridendo.
"Ancora no, devo beccare l'ufficiale giusto e di buon umore. E' un periodo difficile, alla base c'è il prototipo di una nuova navetta e quindi i lasciapassa vengono rilasciati col contagocce. Come mai così tanto interesse?"
"Mi piace vedere dove lavora la mia ragazza!" esclamò lei evasiva.
Luna avrebbe voluto approfondire l'interesse della rossa, dato che la stava assillando da giorni per visitare la base, ma i baci della ragazza erano talmente fantastici che ben presto dimenticò cosa voleva chiederle.
USS Hope - Ufficio del Capitano - 28/07/2396, Ore 14:54
Ferris chiuse la comunicazione con l'Ammiragliato e sospirò. Xyr e Strauss, seduti sulle poltroncine davanti alla scrivania fecero un cenno di assenso.
"Non è andata male no?" chiese cercando conferma.
"Meglio del previsto - rispose Xyr - ha fatto un ottimo lavoro Capitano. Come sempre del resto."
I due si sorrisero e si alzarono per tornare in plancia.
"Viene Signor Strauss?" chiese Bueller guardando l'uomo ancora seduto al suo posto.
"Vengo ragazzi, stavo solo pensando ad altro. Andate pure!" rispose allegro.
I due giovani uscirono dalla stanza e lo sguardo sospettoso del Capitano Strauss li seguì.
Torna all'indice
08.02 - Primi dubbi
Autore: Tenente Xyr del Clan Clos
Nuwe Berria - Spolecnost Company (6° piano - ufficio 03) - 28/07/2396, Ore 16:34
Ferris leggeva in modo compulsivo l'ennesima documentazione tecnica. Per sua comodità si stava dondolando sulla sedia con i piedi appoggiati sulla scrivania.
Aveva chiesto ai suoi assistenti di far portare nella sala riunioni i faldoni delle ultime tre settimane.
Xyr, seduta dall'altra parte del tavolo, stava aprendo l'ultimo file scaricato dal server principale della Spolecnost Company.
Stavano confrontando le pratiche che erano state firmate da Bueller per l'approvazione del progetto spaziale.
Ferris non ricordava di averle mai approvate.
Xyr all'inizio non aveva minimamente considerato le rimostranze del giovane, catalogando il tutto come l'ennesima prova della sua incapacità.
Poi aveva notato la propria firma in calce alla pratica 497/23.
Poi alla pratica 832/29, alla 120/17 e persino nel sottoparagrafo 34 della 567/38. Nessuno di quei documenti era mai passato sulla sua scrivania.
"Non è possibile!"
L'improvviso pugno sulla scrivania della donna aveva fatto perdere l'equilibrio a Bueller. Ora era coricato a terra coperto da fogli di syntelcarta.
"Cosa non dovrebbe essere possibile?"
Xyr cercò affannosamente delle pratiche tra il disordine di Bueller.
"Questa, questa, questa e anche questa! Qui c'è la mia firma! Come diavolo fa ad esserci la mia firma su questi documenti?"
Bueller si alzò faticosamente da terra e prese dal tavolo i fogli gettati alla rinfusa da Xyr.
"Come ha scoperto che non sono passati dalla sua scrivania?"
La giovane lo guardò perplessa.
Bueller sospirò.
"Non mi risponda... Lei conosce a memoria tutte le sue pratiche, vero?"
Xyr continuò a mantenere il suo sguardo dubbioso nei confronti del collega.
Bueller scosse leggermente la testa.
"Ovvio che le conosce, magari conosce tutte le pratiche dell'azienda!"
Lo sguardo della ragazza si spostò leggermente verso una sfumatura di pena nei confronti del giovane dirigente d'azienda.
"Lei no?"
Bueller si massaggiò lentamente una tempia.
Era certo di aver già vissuto una situazione simile.
"Ha fatto caso che qui manca il progetto di un invertitore indispensabile per la connessione di flusso? Mentre qui il materiale di contenimento non viene nemmeno considerato? In questo documento invece il progetto di riorganizzazione del personale non cita mai nemmeno una volta una cosa fondamentale..."
Xyr lesse curiosa il documento poi terminò la frase di Bueller.
"Il personale..."
I ragazzi si guardarono perplessi.
"Lei ha maturato studi classici, mentre io finanziari. Come facciamo a sapere queste cose?"
"Non ne ho idea, Xyr. Non ne ho idea."
La ragazza guardò per un attimo fuori dalla parete a vetri che divideva la sala riunioni dal corridoio principale.
Decine di impiegati erano chini alle proprie postazioni, ma per un attimo le era sembrato la stessero osservando.
"Inquietante, vero?"
Xyr si voltò verso Bueller.
"É da quando ci siamo seduti in questa sala che mi sento osservato. Ogni volta che alzo lo sguardo però sono tutti chini sulle loro scrivanie. Guardi però fuori dalla finestra. O meglio, guardi i nostri riflessi sulla finestra."
Xyr si alzò e si mise a pochi passi dalla parete trasparente. La sua figura snella veniva riflessa dal vetro insieme a quella di Bueller. Non le sembrava ci fosse nulla di strano.
Osservò meglio.
Il tavolo di legno massiccio riempiva parte del riflesso, la porta della sala riunioni irrompeva con il suo blu nel resto dell'immagine. Niente di strano.
Poi lo vide. O meglio, li vide.
Decine di sguardi la stavano osservando. Ogni impiegato stava guardando nella loro direzione. Erano riflessi sulla finestra.
Si voltò di colpo. Tutti erano tornati a lavorare.
Guardò Bueller e le venne in mente una cosa.
"Oltre alle donne che sembrano cadere ai suoi piedi ogni volta che lo desidera, ha mai parlato con qualcuno qui dentro?"
Ferris si fece pensieroso massaggiandosi il mento.
In effetti stava cercando di ricordare l'ultima pausa passata a sorseggiare una bevanda fresca alla sala break. O una qualsiasi pausa. Si ricordava sempre da solo.
Di ogni incontro amoroso ricordava tutto, il suo ufficio ne avrebbe avute di cose da raccontare. Al di fuori di quello però... il nulla.
Si era spesso vantato con sé stesso di quanto fosse bravo con l'altro sesso. Ogni volta che puntava una ragazza non passava più di un giorno che la povera preda finisse tra le sue grinfie.
Tutte eccetto Xyr. Eppure su di lei aveva fatto più di un pensiero.
A pensarci bene era tutto davvero troppo facile.
Questa mattina si era svegliato con una gran voglia di una bistecca di Brug. La carne morbida cotta con spezie vindoricane aveva stuzzicato il suo inconscio per ore, finché non aveva scoperto che a pranzo in mensa oggi c'era proprio Brug alla vindoricana.
Durante la prima ora chiuso qui dentro aveva cominciato ad avere sete. Aveva pensato che un cocktail a base di frutta sarebbe stato perfetto.
Senza neanche rendersene conto si era ritrovato a versarsi un bicchiere di una bevanda a base di frutta che aveva trovato in una caraffa sul tavolo.
Xyr prese lentamente un piccolo coltello da dolce dal tavolino dei dessert che aveva trovato a fondo sala.
La torta di bacche di kijut era la sua preferita ed era una specialità quasi introvabile... Tranne in quella sala riunioni.
Un forte mal di testa l'assalì e con esso una serie di immagini che aveva scordato.
Si scosse dal leggero torpore e si osservò la mano.
"Questa mattina mi é successa un'altra cosa strana. L'avevo totalmente rimosso. Solo ora riesco a ricordarmelo. Mi era caduta una bottiglia in cucina. Ricordo di essermi chinata a raccogliere i pezzi di vetro e di essermi fatta un profondo taglio alla mano."
Bueller si avvicinò alla collega prendendole gentilmente la mano. Non notò nulla di strano.
Xyr lo osservò e con un colpo veloce si pianto il coltello fino all'elsa in una spalla.
Bueller sbiancò, ma Xyr lo fermò.
La ferita cominciò a sanguinare e a sporcare il vestito proprio dove il coltello aveva strappato la stoffa.
Xyr continuò a tenere Bueller lontano.
Qualche secondo di immobilità che al ragazzo parvero secoli, poi piano piano il coltello si mosse da solo e cadde fuori dalla spalla.
Dalla ferita si cominciarono a vedere fuoriuscire piccole forme argentate.
Un minuscolo sciame ricoprì il taglio e buona parte del vestito sporco e strappato.
In qualche secondo Bueller vide la ferita rimarginarsi, il sangue sparire come se fosse stato pulito via e persino la stoffa del vestito ricucirsi.
Xyr barcollò leggermente e Bueller l'afferrò prima che lei cadesse.
"Cos'erano quelle cose?"
La ragazza sorrise.
"Non ho idea, ma mi viene in mente un nome..."
Bueller sostenne il suo sguardo.
"...naniti."
Xyr accennò ad un sì con la testa. Nessuno dei due aveva la più pallida idea di cosa volesse dire quel nome, ma poter condividere quella scoperta li stava tranquillizzando.
Nuwe Berria - Sterrevag Observatory (4° piano - ala est) - 28/07/2396, Ore: 17:56
Nel suo ufficio Tucci cercava ormai da ore di ridefinire la massa del sole di Nuwe Berria.
Era uno studio semplice, ma dai suoi diari risultava lui avesse condotto quello studio ormai dodici volte e con dodici risultati diversi.
Era sicuro il calcolo numero tredici fosse quello buono.
L'immagine di una busta con un messaggio comparve sul suo display.
Tucci la ignorò.
"Se la deflessione della luce emessa dalla galassia sorgente per effetto della massa del Sole posta tra la sorgente stessa e Nuwe Berria..."
Un'altra piccola busta apparve sul display.
Tucci la ignorò nuovamente.
"Un'alternativa potrebbe essere quella di misurare il moto di Nuwe Berria e di un altro pianeta attorno al Sole sfruttando l'equilibrio tra la forza di gravitazione e la forza centrifuga. Uguagliando le due forze la massa verrebbe calcolata di conseguenza..."
Tre colpi alla porta dell'ufficio.
Tucci li ignorò.
"Nell'equazione la forza è direttamente proporzionale alla massa..."
Doohan aprì titubante la porta, si avvicinò a Tucci e gli mise una mano sulla spalla.
Edison si destò dal suo torpore e guardò curioso la presenza umana nel suo ufficio.
"Ho ricevuto un messaggio. Diceva solo di venire a dirti di persona che hai diverse comunicazioni."
"Comunicazioni? Io? Ah è vero..."
Tucci aprì uno dei messaggi. Erano copie di relazioni tecniche. Il mittente era Xyr, la donna che era passata a parlare con lui oggi. Il secondo messaggio era invece di Ferris Bueller che gli chiedeva di incontrarli stasera al Dunnerfort, un locale vicino al centro città.
Doohan domandò curioso circa il contenuto dei messaggi ma Tucci era già perso nello studio delle relazioni appena inviategli.
"Signor Tucci? Mi sente?"
Edison si alzò distratto dalla sua sedia avviandosi verso l'uscita.
"Il Capitano e il Comandante ci aspettano fra un paio d'ore. Questi dati non hanno senso..."
Doohan lo guardò perplesso allontanarsi.
"Chi?"
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 28/07/2396, Ore: 18:32
Chiuso l'armadietto dei medicinali e verificato che le cartelle dei pazienti fossero in ordine per domani, Melanne sorridente appese il suo camice, si mise la giacca e si incamminò verso l'uscita dell'ospedale.
Un paio di saluti l'accompagnarono nel percorso.
L'aria fresca della città la colse piacevolmente di sorpresa. Si strinse meglio il colletto e inspirò a pieni polmoni.
Solo facendo un passo in strada si rese conto del viavai di quella città.
Melanne si voltò verso la sua meta e fu quasi investita da un ragazzo in hoverboard. Il giovane dai capelli neri e dallo sguardo profondo, le fece un elegante cenno di scusa e ripartì.
Era tutto il pomeriggio che vedeva giovani di quell'aspetto e non se ne capacitava. Aveva un volto in mente e sembrava lo rivedesse in ogni luogo.
Pensierosa riprese la sua passeggiata.
"Infermiera..."
A Melanne sembrò di sentire una voce ma sicuramente si era sbagliata. Aveva bisogno di un po' di riposo.
"Infermiera sono qui."
La giovane si voltò di colpo.
La voce proveniva dal vicolo che costeggiava l'ospedale.
Rodriguez stava facendo dei gesti per richiamare la sua attenzione.
Melanne, seppur titubante, si inoltrò nel vicolo.
Il viso di Rodriguez sembrò quasi malato.
"Paulo, che ci fai qui? Hai la faccia strana."
"Dottoressa... Avrei bisogno di una piccola mano. Le mie sono occupate al momento... a tenere tutto dentro la mia pancia... e questo inestetico taglio da lama non aiuta..."
Paulo crollò in terra esausto.
Melanne si rese immediatamente conto della gravità della ferita. Un taglio a prima vista molto profondo incideva la parete addominale di Rodriguez. L'eccesso di sangue che fuoriusciva non permetteva a Melanne di valutare la reale gravità.
"Paulo, resta con me, forza resta con me. Hai fatto un ottimo lavoro. Continua a comprimere con le mani come hai fatto finora. Parlami! Parlami! Cosa è successo?"
Nel frattempo china a terra cominciò a contattare l'Emergency team come era stata addestrata a fare.
"Dottoressa.... Posso solo dirle che certi miei amici non erano contenti come lei del mio lavoro. Non c'è più... coff coff rispetto."
Sotto le mani di Rodriguez cominciarono a fuoriuscire piccole macchie argentate.
Nuwe Berria - Alloggio Pilota Collaudatore Catalunya Jones - 28/07/2396, Ore 23:34
Luna russava sonoramente coricata a pancia in giù sul suo letto.
Per terra erano accartocciate lattine di qualche bevanda alcolica mentre sullo schermo al plasma le corse degli eliveicoli stavano per finire.
Aveva l'abitudine di scommettere su queste corse, ma il risultato era stato sempre lo stesso, quello di diminuire il suo conto in banca.
Una figura snella stava raccogliendo silenziosa parti di abito dal pavimento.
La zip si chiuse sul fianco dei pantaloni di pelle e la maglietta scese dal collo a coprire il corpo affusolato fino sui fianchi. Le mani salirono a sistemarsi i lunghi capelli rossi. Ne uscì una veloce treccia avvolta poi in uno chignon fermato da un pettine.
Caytlin prese i suoi stivali in mano e con tranquillità staccò dall'interno della tasca della giacca di Luna il suo badge personale.
La giovane poggiò il badge su un dispositivo portatile che aveva preso dalla propria borsa. Una luce fioca le illuminò il viso scansionandoglielo. Contemporaneamente lo strumento illuminò il badge e l'immagine olografica di Catalunya Jones venne sostituita da quella sorridente di una ragazza dai capelli rossi e dai lineamenti belli e delicati.
Caytlin mise via lo strumento, si mise il badge al collo nascondendolo sotto la maglietta e si avvicinò alla donna addormentata sul letto.
La guardò per qualche istante poi prese dalla borsa un ipospray. Si inginocchiò vicino al letto stando molto attenta a non svegliarla. Sospirò una sola volta poi poggiò lo spray sulla spalla di Luna e premette il pulsante di rilascio.
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 29/07/2396 - Ore 02:45
Il dolore risvegliò Rest dal suo torpore. Una forte luce diretta sul suo viso gli impediva di vedere cosa stesse succedendo attorno a lui.
Strette cinghie gli serravano i polsi mentre intorno al suo capo era fissato qualcosa di acuminato che gli stava trasmettendo forti scosse lungo tutta la colonna vertebrale.
Aveva fatto ricorso a diverse tecniche di meditazione per rafforzare la sua resistenza.
Doveva essere pronto per qualsiasi trattamento avesse subito. Non poteva cedere e non lo avrebbe mai fatto.
Un'ultima scossa, più forte delle precedenti, lo costrinse a inarcare la schiena fino quasi sentire le ossa scricchiolare. Per un attimo perse quasi i sensi.
Fu in quell'istante che un ronzio e una luce intermittente cominciarono a martellargli i sensi.
La sua vita su Nuwe Berria gli scorse metaforicamente avanti agli occhi.
Sua moglie, i suoi amici, la sua carriera all'Università. Non voleva perderli, non li avrebbe mai persi.... non avrebbe mai ceduto alla riprogrammazione.... non avrebbe mai....
*No! No! Questa non é la mia vita! Questo non sono io! Non esiste nessuna moglie, nessuna Università. Io sono Rest, figlio di Retok, la mia vita é sulla USS Hope! Io sono Rest! Io sono Rest! Io sono R..."
USS Hope - Plancia - 29/07/2396 - Ore 09:54
Strauss entrò sornione in plancia.
Bueller era seduto composto alla sua postazione.
Nicholaus lo guardò intensamente.
Xyr era in piedi vicino a Rodriguez e insieme stavano amabilmente chiacchierando consultando delle carte stellari.
Guardò intensamente anche loro.
Basta dal canto suo osservò il gestore del bar come in attesa di qualche domanda.
Domanda che non arrivò. Strauss si voltò e rientrò nel turbolift.
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 29/07/2396 - Ore 11:03
Rest sentì pian piano il fastidioso strisciare dei suoi stivali sul pavimento.
Il fastidio man mano si trasferì ai suoi piedi, alle caviglie e un po' alle ginocchia che sbattevano saltuariamente sulla dura superficie.
Le spalle gli dolevano nella zona dove due forti prese stavano stringendo per tenerlo sollevato.
Senza aprire gli occhi espanse i suoi sensi. L'ambiente cominciò a materializzarsi intorno.
Odore pungente come di disinfettante... lo stesso della zona intorno la sua cella.
Mormorio lontano... era solo.
Forzò il ginocchio in terra dove la superficie era liscia e leggermente scivolosa... vantaggio tattico.
Presa spalla destra. Fredda, rigida e metallica... arto robotico, difficile ceda.
Presa spalla sinistra. Calda, non stabile... arto organico, facile sopraffazione.
Calcolò velocemente alcune percentuali.
*Soluzione 1: 34,7% di riuscita. Troppo rischioso e potenzialmente doloroso.*
*Soluzione 2: 67,9% di successo e due variabili sconosciute. Poco controllo.*
La mente del vulcaniano accelleró i conti e le ipotesi.
*Soluzione 34: 98% di successo. Danni fisici accettabili.*
Rest piegò le ginocchia al petto in modo improvviso poi piantò rapidamente i piedi in terra per darsi lo slancio per una capriola.
L'inerzia dello slancio e la torsione lo liberarono dalla presa che lo teneva sul lato di sinistra. Il destro come previsto resistette e la spalla si lussò come calcolato. Rest cadde comunque in piedi.
Il danno collaterale non gli impedì di pensare lucidamente e con un ulteriore sforzo si liberò anche dell'altra presa.
Rest osservò finalmente i suoi avversari.
Di fronte aveva due versioni della stessa persona, una completamente umana ma dall'aspetto malato e una le cui braccia erano ricoperte di uno strato metallico.
Rest afferrò tra il collo e la spalla l'umano che crollò a terra sotto la stretta vulcaniana.
Con la gamba destra colpi violentemente l'altra figura al viso.
Il secondo corpo cadde esanime.
Rest si guardò velocemente intorno e corse nel corridoio.
Non poté chiamare il suo compagno per paura di far scattare un allarme.
Guardò in diverse celle, alcune vuote altre con corpi raggomitolati in terra.
Finalmente trovò quello che cercava.
Il badge rubato di corsa aprì senza sforzo la porta della cella.
"Basta! Ci sono riuscito. Dobbiamo andarcene di qui. Si appoggi a me."
Lon Basta si divincolo dalla presa.
Il suo sguardo era vigile.
Fissò Rest per un attimo.
"Chi sei?"
Torna all'indice
08.03 - Stati alterati della mente
Autore: Tenente JG Lon Basta
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 29/07/2396 - Ore 11:03
Quello che non vedi non esiste, quello che non senti non ti può far male. Tutto è vuoto, non c'è nulla dentro e fuori di te.
Era solo, lo sapeva, solo, in quel buio profondo che era il mobile in cui si nascondeva quando lo zio voleva punirlo. Non doveva fare rumore, né fisico né mentale, altrimenti l'avrebbe trovato. Nessuno poteva aiutarlo, nessuno sarebbe venuto a salvarlo, persino suo fratello l'aveva abbandonato. No! Sarebbe tornato per lui, l'aveva promesso. Tutto quello che doveva fare era aspettare nascosto e lo zio, con le cose cattive che lo accompagnavano, non l'avrebbe mai trovato. Li sarebbe stato al sicuro, per sempre.
"Tenente?"
Il betazoide arretrò di qualche passo, come un animale pronto a lottare per sopravvivere. I suoi occhi non diedero segno di riconoscere Rest. "Stia lontano da me." Lo avvertì in tono minaccioso, "o se ne pentirà."
Nonostante Basta l'avesse avvertito di come sarebbero andate le cose, Rest ebbe un attimo di esitazione di fronte al suo sguardo. Mi dovrà cercare Rest, gli aveva detto, non sarà facile perché sono molto bravo a nascondermi e non avrà molto tempo a disposizione, è fondamentale che lei mi trovi. Mi fido di lei.
"Le sembra questo il modo di salutare un superiore?" Lo apostrofò perciò freddamente.
Per un istante lo smarrimento comparve negli occhi di Basta, ma fu subito sostituito da un sorriso cattivo.
"Non so chi lei sia, ne cosa voglia da me. Ho già avuto abbastanza guai, non ne voglio altri, per cui, per il suo bene, mi lasci in pace e se ne vada." Lo minaccio.
La mente tattica di Rest non si lasciò impressionare da quelle parole. Quanto in profondità erano andati con il betazoide? Quanto avrebbe dovuto faticare per rintracciarlo?
Non l'ho mai raccontato a nessuno, aveva sussurrato Basta, è una cosa che ho imparato a fare quando i miei genitori furono uccisi, durante la guerra con il Dominio, e io e mio fratello ci trovammo a vivere con mio zio che era, come posso spiegarglielo? Segnato dalle brutture della guerra al punto da vedere nemici ovunque. Voleva insegnarci a sopravvivere, lo fece nell'unico modo che conosceva: brutalmente. C'erano giornate buone e giornate cattive, quelle cattive imparai a farmele scorrere addosso rifugiandomi dove lui non poteva raggiungermi. Basta si era toccato la testa. Questo è quello che cercherò di fare quando mi prenderanno, ma dovrò andare parecchio a fondo per evitare che mi trovino. Lei Rest dovrà aiutarmi a tornare a galla.
Rest conosceva molte tecniche che avrebbero potuto funzionare, tutte però richiedevano tempo, cosa che loro non avevano. Le probabilità di riuscire con così poco margine a disposizione erano del 3,5%, quelle di scappare da solo e avvertire la Hope, 5%, se fossero stati in due si passava ad un 8%. Una differenza che Rest aveva ritenuto fondamentale considerata la situazione.
"Tenente, non sono affatto sorpreso dalla facilità con cui l'hanno manipolata," apostrofò freddamente Basta, "era logico che non sarebbe stato in grado di resistere e vuole sapere perché?"
"La smetta di chiamarmi così! Io non sono un militare!" Esplose l'altro avanzando di un passo verso di lui, le mani strette a pugno.
"Perché lei è un debole," proseguì inesorabile Rest, "basta vedere la facilità con cui io l'ho manipolata. Mi è bastato dirle due parole e c'è caduto con tutte le scarpe. Perché crede che il comandante Xyr e il capitano Bueller facciano più affidamento su di me che su di lei? Ho fatto notare le sue mancanze, più di una volta, e la sua stupidità ha fatto il resto. Come quando ha dato il pugno al capitano in accademia."
"La smetta!" Basta si portò le mani alla testa arretrando verso il fondo della cella.
Se si accorge che il tempo non è sufficiente, mi lasci qui. Io non scomparirò.
Aveva ancora un tentativo da fare.
"Lei non è in grado di ricoprire un ruolo di responsabilità, tenente, lo ammetta. E' un fallito, lo sanno tutti persino la dottoressa Graahn."
Basta sollevò di scatto la testa fissandolo con rabbia.
"Le è amica solo perché lei gli fa pietà", Rest affondò l'ultimo colpo.
Con un grido di rabbia Basta gli si lanciò contro.
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 - Ore 09:00
"Non mi sembra poi una così grande idea", commentò incerta Xyr sistemandosi il cappellino sui lunghi cappelli.
"Ha paura di qualche analisi?" Seduto accanto a lei Bueller fischiava un motivetto guardandosi attorno. Xyr resistette alla tentazione di tirargli uno scappellotto.
"Non sono quelle a spaventarmi, ma chi le farà".
"Dubita forse delle capacità del signor Doohan?"
"Non è certo un medico," sibilò Xyr,
"Non mi riferivo a quelle capacità." Ribatté Bueller fissando l'ingegnere civile che stava parlando con l'infermiera dietro il bancone dell'accoglienza. Lo sguardo della donna era adorante.
"Oh," commentò Xyr.
"Non so come fa," il tono di Bueller era ammirato, "non che io non abbia le mie soddisfazioni, ma lui... Certe volte mi capita di passare in sala macchine e..." Si interruppe. "Cos'ho detto?"
"Cosa?" risposte distratta Xyr guardando verso l'ascensore.
"Io, ho detto qualcosa di strano."
"Uhm?"
"Che succede?"
"A chi?"
"A lei, chi è quella donna?"
Entrambi fissarono l'infermiera che era appena uscita dall'ascensore, aveva l'aria preoccupata e tesa, come se avesse condensato un turno da otto ore in tre. Bueller ebbe la netta sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato nell'uniforme che indossava. Non che le stesse male, anzi, solo che non gli sembrava fosse quella giusta.
"Non ne ho idea, ma mi sembra famigliare" rispose Xyr. "Non ci pensi nemmeno!" Ammonì Bueller che già si era alzato per andare verso di lei.
"Perché? Vado solo a parlarle." Ribatté lui con aria innocente.
"Dov'è finito il proposito di introdursi nell'ospedale con discrezione e uscire con altrettanta discrezione?" Gemette Xyr mentre Doohan tornava verso di lei rosso come un peperone.
Era adorabile quando faceva così, le sfuggì un sospiro.
"Dove sta andando il capitano?"
"A mettersi nei guai," mugugnò Xyr senza preoccuparsi di correggere l'ingegnere.
Quando si erano incontrati nel locale, a parte l'iniziale imbarazzo in cui nessuno sapeva come affrontare l'argomento, avevano tutti concordato che c'era qualcosa di strano in quella famigliarità che li accumunava. Era come se si fossero conosciuti in un'altra vita, molto distante da quella che conducevano ora.
"Potrebbe essere qualcosa nell'aria," aveva commentato Tucci osservando affascinato il vorticare della cannuccia nel bicchiere, "o nel cibo, in quello che abbiamo mangiato."
"Che ha colpito solo noi?" Aveva obiettato scettica Xyr.
"E se non fosse una malattia?" Bueller era tornato a guardarli dopo aver seguito con lo sguardo la cameriera che li aveva serviti, "se veramente ci conoscessimo?"
"Un lavaggio del cervello?" Lo scetticismo del tono di Xyr era però sfumato al ricordo di quello che era successo in ufficio. Aveva abbassato il tono della voce. "Come facciamo a capire di cosa si tratta?" Aveva chiesto, "idee?"
"Posso aiutarla?"
"Sarei io a doverle fare questa domanda e..." la donna si interruppe girandosi verso di lui. Normalmente Bueller non ci avrebbe pensato due volte a sfoderare il suo fascino con lei, ma quando i loro sguardi si incontrarono qualcosa glielo impedì. "Ci conosciamo?" Chiese lei incerta.
"Me ne ricorderei se fosse così," rispose con il tono molto più perplesso di quello che avrebbe voluto. Lo schiarirsi di una gola alle sue spalle segnò l'arrivo di Xyr e Doohan. "Posso presentarle la mia collega Xyr? Xyr, le presento la dottoressa..."
"Infermiera." Lo corresse automaticamente lei con un accenno di sorriso.
"Infermiera, Melanne..."
"Come fa a sapere che mi chiamo così?" Bueller la guardò sorpreso poi si grattò la testa incerto, "non so, fortuna?"
"La smetta Bueller!" Sbuffando Xyr si fece avanti per stringere le mani all'infermiera, "piacere di conoscerla signorina..."
"Grahan," rispose lei.
"Grahan, c'è un posto dove possiamo parlare?"
Nuwe Berria - Sa No Y Park - 31 Agosto 2397 - Ore 15:00
Rodriguez fingeva di dar da mangiare agli uccelli mentre cercava di non pensare a macchie argentate, Melanne e pugnalate. La giornata era splendida e il cielo sopra di lui così terso da sembrare finto, per un istante si chiese come mai continuasse a sovrapporci delle stelle. Forse era perché aveva sempre preferito la notte, si sentiva e si muoveva meglio al buio. A parte quando qualcuno lo accoltellava.
A disagio si massaggiò lo stomaco domandandosi come fosse possibile che non ci fossero traccia di alcuna ferita. Melanne aveva insistito perché lui restasse in ospedale a farsi visitare, ma Paulo non era mai stato tipo da pronto soccorso, anche se come infermiera la signorina Grahan era di gran lunga molto più carina di qualsiasi altra avesse mai incontrato. Purtroppo aveva un appuntamento cui non poteva mancare, le aveva promesso di tornare, l'avrebbe fatto non appena avesse finito.
Una donna si sedette vicino a lui sulla panchina, profumava di buono, sapeva di sesso. Rodriguez non la guardò continuando a gettare briciole di pane a terra.
"Sei in ritardo," le disse dopo qualche istante mentre lei prendeva un libro ed iniziava a leggerlo.
"Non era propriamente facile fare quello che mi hai chiesto", rispose Caytlin piccata sfogliando lentamente le pagine. "Non è da tutti i giorni introdursi negli uffici di una base e rubare dei piani tecnici super segreti".
"E io che credevo che con un paio di sorrisi te la saresti cavata egregiamente", Rodriguez si piegò in avanti osservando gli uccelli litigarsi le briciole.
"Certe volte sei proprio un bastardo Paulo."
"Sanguinerei per le tue parole, se non l'avessi già fatto fisicamente."
Lei gli lanciò un'occhiata sorpresa poi tornò rapidamente al suo libro. "Cos'è successo?"
"I nostri clienti non hanno gradito il ritardo," rispose lui allontanando il ricordo con una scrollata di spalle, "niente di cui preoccuparsi. Li hai?"
"Te l'avevo detto che non dovevamo accettare."
Paulo si concesse un rapido sguardo al volto pallido di lei, poi sospirò.
"Non è che avessimo molta altra scelta."
"Almeno dimmi perché." Caytlin serrò le labbra in segno di disapprovazione mentre girava un'altra pagina del libro.
"Lo capirai al momento giusto," tagliò corto Rodriguez, "la cosa importante al momento è accontentare i nostri clienti, così noi in cambio otterremo quello che ci serve."
"Non ho ancora capito perché vuoi accedere a quel reparto dell'Esi Bhe Della Hospital, cosa c'è li di così importante da rischiare la vita stringendo accordi con persone così pericolose?"
Rodriguez non rispose perché non lo sapeva. Aveva scoperto per puro caso l'esistenza del sotterraneo misterioso dell'ospedale. Sulle mappe era indicato come zona magazzini, ma la porta, l'aveva appurato quando aveva fatto il primo giro esplorativo e conosciuto la bella infermiera Grahan, aveva un tastierino per accedervi e richiedeva un badge. Le porte chiuse e misteriose non gli erano mai piaciute, soprattutto quelle che non dovrebbero esserci, così aveva deciso di indagare e aveva coinvolto la sua socia, Caytlin, nell'impresa. Non che tutti i giorni sentisse il bisogno di aprire porte chiuse, ma quella non sapeva perché era convinto che contenesse qualcosa di importante. Non aveva calcolato la pericolosità delle persone con le quali aveva dovuto stringere accordi però, né, tanto meno, la loro impazienza.
"Vedrai che andrà tutto bene," si pulì le mani dai residui di pane sforzandosi di essere rassicurante, "fra pochi minuti consegniamo quello che dobbiamo e otteniamo quello che ci serve, poi andiamo a scoprire qualche altro segreto."
"E' che non mi piace prendere in giro le persone..."
"Intendi quella pilota? Catalunya Jones? Non l'hai presa in giro, non saprà mai cos'è successo."
"Di questo dubiterei fortemente."
Entrambi sussultarono colti di sorpresa e si girarono verso la figura che torreggiava alle loro spalle. Catalunya Jones aveva le mani sui fianchi e non sembrava affatto contenta.
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 31/07/2396 - Ore15:30
"Dove siamo?" Basta si massaggiò la mascella dolorante e si guardò attorno. A pochi passi da lui, con la schiena contro il muro e braccia conserte, il vulcaniano si limitò a fissarlo.
"Sono in me, signor Rest, glielo posso assicurare." Disse sospirando.
Quando il vulcaniano non rispose, Lon aggiunse seccato: "tenente Lon Basta, ufficiale della Flotta Stellare, assegnato alla U.S.S. Hope NCC-25122-A. Le è sufficiente?"
"Come sta?" Si decise a quel punto a parlare Rest.
"Sarei stato meglio senza il suo pugno, lei?"
"La mia situazione fisica è adeguata alla situazione".
Il betazoide considerò i capelli spettinati, i segni di lotta sull'uniforme e la posizione della spalla del vulcaniano che non sembrava propriamente al suo posto, poi si guardò attorno. "Dove siamo?"
"In un specie di magazzino secondario, finora sono riuscito a far perdere le nostre tracce, ma non durerà ancora a lungo."
"Quanto tempo sono stato incosciente?"
"Due giorni, 4 ore e 27 minuti."
"Intendevo dire, quanto non sono stato in me?"
"Stessa risposta, signor Basta, non le ho dato la possibilità di riprendere coscienza fino a quando non fossi stato sufficientemente certo che fossimo stati al sicuro almeno per un po'".
Lon si alzò lentamente scuotendo la testa, "una parte di me è ancora convinta di essere un agente operativo al servizio del governo di New Beria e vede lei come la persona che dovevo catturare." Un accenno di sorriso gli comparve sul viso, "ironico no?"
Il vulcaniano non sembrò altrettanto divertito dalla cosa. "Quel modo in cui si è isolato, preservando la sua coscienza, dove l'ha imparato?" Gli chiese invece.
"Quando sei un bambino terrorizzato dalla realtà, è fondamentale avere un posto in cui nascondersi per non impazzire. Non ero mai andato così in profondità però." Rispose distratto Basta avvicinandosi alla porta, "dove siamo?"
"In un sotterrano come le ho già detto. Quando torneremo a bordo," proseguì il vulcaniano senza cambiare tono, "mi piacerebbe parlare con lei di questa tecnica. Ho studiato diversi metodi di resistenza al lavaggio del cervello, uno di questi l'ho applicato io stesso due giorni fa. Nessuno però prevede la soluzione da lei adottata."
Lon annuì rimanendo in ascolto del vulcaniano come faceva con Tucci, anche il vuoto aveva un colore e quello di Rest era un terreno cui addentrarsi con cautela . Fissò il tattico riflettendo mentre relegava frammenti di una vita che non aveva mai vissuto in un angolo della mente per un futuro discorso con il consigliere o, perché no, con Rest.
"Ho visto un ascensore ma richiedeva un codice, non ho trovato scale." Disse ancora il vulcaniano.
"Probabilmente vogliono assicurarsi che nessuno scappi." Commentò Basta chiudendo gli occhi e mettendosi in ascolto.
"La probabilità che ci trovino entro la prossima mezz'ora è del 75%, sono riuscito ad evitare i nostri inseguitori aprendo stanze altrimenti sigillate con i badge rubati ai tecnici che hanno provato a trattarmi."
"Per depistarli."
"Oltre che per trovare temporaneo rifugio. Ci sono dei bagni dove ho preso quel che serviva a bere, ho delle barrette nutrienti prelevate in uno degli uffici se ha fame."
"I badge non aprono le porte dell'ascensore." Commentò per tutta risposta Lon selezionando e scartando colori fino a quando non trovò quello che cercava. Come con Tucci non gli dava fastidio che Rest parlasse, anzi, lo aiutava a concentrarsi.
"Come le ho detto serve un codice. Sulla base dei miei calcoli la struttura è molto grande e le squadre di ricerca devono coprire parecchio terreno. Ho disattivato tutti i sistemi di sorveglianza che ho trovato anche in zone dove non siamo andati."
Lon aprì gli occhi per guardarlo. "Tutto questo portando me per due giorni."
"Non era un'opzione accettabile lasciarla dov'era."
Il betazoide lo fissò senza dire nulla, poi annuì lentamente e quel gesto segnò il crollo definitivo del muro che li aveva separati per tutto quel tempo.
"Dovremmo cercare una mappa." Suggerì.
"L'ascensore sarà sorvegliato."
"Ci sarà un'uscita di sicurezza, dubito che non l'abbiamo prevista."
"Più di una, data l'ampiezza del complesso."
"Una volta fuori dovremmo avvertire la Hope e trovare gli altri."
"Priorità la Hope, la flotta deve sapere."
"Concordo signor Rest. In fondo al corridoio è in arrivo una squadra di tre uomini, non sembrano averci individuato ancora. Direi sia il caso di muoversi."
Torna all'indice
08.04 - Caccia al topo
Autore: Tenente JG Melanne Graahn
Nuwe Berria - Sa No Y Park - 31 Agosto 2397 - Ore 15:12
"Questa volta le coltellate toccano a lei," commentò debolmente Rodriguez, indicando la rossa al suo fianco. "Per questa settimana, io ho già dato."
Caytlin gli rifilò un'occhiata metà offesa, metà perplessa, poi si voltò verso Luna, in piedi alle sue spalle. "Non è come credi..."
"Non è come credo? Vuoi dire che non sei venuta a letto con me per fregarmi?" chiese l'altra in un tono che assomigliava pericolosamente ad un ringhio.
"Beh, forse c'è stata una componente anche di quello... all'inizio... ma..."
"Ma poi hai scoperto il grande trasporto che provi per me?"
"Non avrei mai voluto ferirti."
"Nemmeno io, per cui tranquilla, non ho nessuna intenzione di accoltellare te o il tuo socio," aggiunse con un'occhiata a Rodriguez, il quale tirò un leggero sospiro di sollievo. "Uso direttamente i denti."
Il sospiro di Paulo gli si incastrò in gola. "Ok, non è il caso di essere precipitosi..."
"Esigo precipitosamente una spiegazione!"
"E l'avrai," assicurò Caytlin.
Rodriguez annuì stancamente. "Forse è il caso, prima che ci faccia a pezzi e ci divori il fegato."
USS Hope - Bar principale - 31 Agosto 2397 - Ore 16.32
Strauss digitò rapidamente il proprio codice di sicurezza al terminale, accedendo al computer principale, e richiamò le registrazioni del teletrasporto della squadra di sbarco che era risalita dal pianeta due giorni prima. Scorse i dati, le sopracciglia aggrottate, finchè non trovò quel che stava cercando. Fischiò sommessamente, quindi inserì un secondo codice di comando per cancellare la registrazione del suo accesso a quei dati. Spende il terminale e per qualche istante rimase immobile, riflettendo su quel che aveva appena letto, su ciò che comportava e su quello che avrebbe dovuto fare in seguito.
Si chiarì la voce e premette il comunicatore.
"Strauss a dottor Eriksen."
Il secondo della Graahn rispose quasi immediatamente. =^=Qui Eriksen, Signore.=^=
"Dottore, se non è in servizio, può raggiungermi al bar? La signorina di cui mi parlava si è rifatta viva."
La voce di Eriksen gli sembrò compiaciuta. =^=Arrivo.=^=
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 - Ore 17:09
Il corridoio in cui Melanne li condusse era ben illuminato, ciò nonostante aveva l'aspetto tetro e l'atmosfera pesante di un rifugio sotterraneo antibellico. O di una galleria da olofilm dell'orrore, di quelle dalle pareti macchiate di sangue e dalle stanze laterali piene di pazzi armati d'ascia. Tuttavia, le lunghe pareti di cemento grigio verdastre erano spoglie e investite dalla luce fredda proveniente dall'altro in modo tale che nessuna ombra pareva potersi formare e nessun maniaco omicida poteva quindi celarvisi.
Inoltre, Melanne li precedeva rapida, osservando dritto davanti a sé. L'espressione tesa sul suo viso aveva tutt'altra origine.
A metà circa del corridoio, prese una svolta a destra, entrando in un passaggio laterale che terminava con una porta di metallo al lato della quale era visibile un piccolo pannello di controllo. Melanne si infilò la mano nella tasca dei pantaloni e ne estrasse un badge laminato, lo passò sul lettore e spinse la porta con la spalla, tenendola aperta mentre Xyr e Bueller entravano.
Le luci si accesero automaticamente, illuminando quella che sembrava un incrocio tra una sala caldaie e un'ingombra lavanderia.
Ferris si osservò intorno per quale istante, insieme perplesso e compiaciuto per un motivo non ben chiaro nemmeno a lui.
"Quando le ho chiesto se c'era un posto per parlare immaginavo più un ufficio. O una di quelle salette dove si spogliano le infermiere..."
Xyr roteò gli occhi, Melanne strinse leggermente i suoi.
"Credo... che ci ascoltino," disse, l'infermiera.
"Chi?"
"Non ne ho idea."
"Allora come fa a dire che ci stanno ascoltando?"
Melanne scosse la testa. "Non so nemmeno perché l'ho detto... non so nemmeno perché lo sto dicendo a voi. Ma c'è qualcosa di... non so come definirlo..."
"Sbagliato?" le venne in aiuto Bueller, sembrando stupito lui stesso di quel che aveva appena detto.
Melanne annuì lentamente. "Sì, sbagliato. Stanno accadendo delle cose che non riesco a spiegarmi e ho come l'impressione di non potermi fidare di chi ho intorno, per questo vi ho portato qui, invece che in un ambulatorio."
"E non crede che si insospettiranno a vederci scendere quaggiù?" domandò Xyr.
"Perché crede che vi abbia fatto venire qui adesso, con la confusione del cambio turno, invece che stamattina? Facendovi passare dal parcheggio invece che dall'atrio principale?"
"In una lavanderia?"
Melanne si guardò intorno. "In teoria è uno dei locali che ospitano le attrezzature tecniche, ma il personale ci tiene la biancheria di riserva. E' più vicino del magazzino."
Xyr parve sul punto di dire qualcosa riguardo alle violazioni di regolamento perpetrate dal personale che usava come deposito una zona riservata solo per risparmiare tempo ma Bueller la interruppe.
"Allora, di cosa ci voleva parlare?"
"Mi avete chiesto voi di scendere quaggiù," fece notare Melanne.
"Non esattamente. E, comunque, lei porta qui tutti gli sconosciuti che le chiedono un colloquio?"
"Non so per quale motivo, voi non mi sembrate degli sconosciuti."
"Esattamente," si inserì Xyr. "Ha parlato di fatti accaduti che non sa spiegarsi, Di cosa si tratta?"
Melanne parve indecisa per un momento, come se fosse in corso una sorta di dibattito interno tra la parte di lei che la spingeva a fidarsi istintivamente di quei due e la parte razionale che si chiedeva che diavolo ci faceva laggiù con loro. Poi iniziò a raccontare ciò che era accaduto a Rodriguez.
Nuwe Berria - Zona detentiva (ubicazione ignota) - 31 Agosto 2397 - Ore17:32
Rimanere sempre avanti ai loro inseguitori era sembrato facile all'inizio, specialmente a causa dell'apparente vastità della costruzione in cui si trovavano. Tuttavia, dopo i primi momenti di calma, trovarsi in fuga come topi in un labirinto da laboratorio, liberi di muoversi ma in trappola, almeno per il momento, iniziava ad essere frustrante. Frustrante e fisicamente impegnativo.
Le condizioni di Basta erano piuttosto buone, non di meno il processo cui era stato sottoposto e il relativo riemergere dalle profondità della sua psiche - per non parlare del cazzotto di Rest in piena faccia - cominciavano a farsi sentire.
Il vulcaniano, da parte sua, nonostante la propria superiore prestanza fisica, cominciava a risentire del prolungato sforzo e delle ferite che aveva riportato durante la sua prima fuga. Lon gli aveva sistemato la spalla, riportando l'articolazione in sede, tuttavia non c'era molto altro che potesse fare.
Il corridoio che stavano percorrendo era vuoto, in tutti i sensi. Le pareti di cemento grezzo illuminate dall'alto erano intervallate da porte di metallo ad apertura elettronica, provviste di pannello su cui strisciare il badge. Non avevano provato ad aprirne alcuna nel timore che il sistema centrale rilevasse un tentativo di accesso e smascherasse la loro presenza.
A parte le porte, il corridoio era deserto. Nessuna colonna, nessun anfratto, niente che potesse fungere da riparo nel caso li avessero trovati e avessero aperto il fuoco su di loro. Non era un'eventualità imminente, entrambi lo sapevano grazie all'udito ipersviluppato del vulcaniano e alle percezioni telepatiche di Basta, ma ciò non significava che la loro posizione fosse tatticamente vantaggiosa.
Il corridoio svoltò improvvisamente a destra e terminò bruscamente in un'ennesima porta metallica contrassegnata, rispetto alle altre, da un simbolo quadrato blu e nero che né Basta né Rest seppero riconoscere.
"Credi sia questa?" domandò Basta in tono basso e secco.
"Secondo i miei calcoli, le probabilità sono del 72,4%."
"Non così buone."
"Sufficientemente a nostro favore," commentò atono Rest, estraendo il badge dalla tasca dell'uniforme. "Dovremo essere rapidi. E' del tutto probabile che non appena apriremo questa porta rileveranno la nostra posizione."
"E abbiamo quasi il 30% di probabilità che non sia davvero un'uscita di sicurezza."
"Infatti."
Senza ulteriore indugio, Rest strisciò il badge. L'effetto fu immediato. Una luce rossa prese a lampeggiare rapidamente sul pannello accanto alla porta. Basta si era aspettato un allarme ma in qualche modo quella piccola spia scarlatta fu persino peggiore. La porta si aprì immediatamente dando su un pianerottolo, anch'esso di cemento, da cui partivano due rampe di scale, una verso l'altro e una verso il basso.
Rest scattò verso l'alto.
"Abbiamo un vantaggio di circa 4 minuti," disse correndo su per i gradini.
Se la situazione fosse stata meno drammatica, forse Basta gli avrebbe fatto notare quel 'circa'. In quel momento impiegò invece tutte le sue energie per correre dietro al collega.
Una rampa, due rampe, tre rampe. Quattro. Sei. Otto.
Quando arrivarono in cima persino Rest cominciava a sembrare leggermente provato. Si trovarono davanti un'altra porta. Nessun pannello, una semplice maniglia a barra. Basta provò a spingerla, ma sembrava bloccata.
"Stanno arrivando," disse Rest.
Basta annuì. Li avvertiva. Ma avvertiva anche qualcos'altro, al di là, oltre la porta. Avrebbe riconosciuto ovunque quei colori.
"C'è qualcuno dall'altra parte," comunicò all'altro, mentre entrambi spingevano per sbloccare la porta. Il battente infine cedette, aprendosi di schianto.
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 - Ore 17:37
Bueller stava spiegando a Melanne degli esami a cui avevano pensato Doohan e Tucci, quando lo schianto li fece voltare tutti e tre.
Melanne si precipitò alla porta, tallonata da Ferris e Xyr.
"Che diavolo era?" chiese lui, guardandosi rapidamente intorno come in cerca di un cartello indicatore. Qualunque cosa fosse, il suo istinto gli diceva che non sarebbe stato nulla di buono.
"Non viene mai nessuno qui sotto," rispose Melanne, facendo qualche passo lungo il corridoio.
"Evidentemente qualcuno ci viene," Xyr era stata l'ultima ad uscire dal piccolo locale, e a ragion veduta. "E credo sia meglio che non ci trovino qui."
"Veniva da là." Melanne indicò di fronte a sé. "possiamo tornare indietro o..."
Qualunque cosa stesse per dire venne interrotta da un rumore di passi di corsa sul cemento, poi Rest e Basta apparvero d'improvviso dietro l'angolo.
Nessuno avrebbe potuto dire quale dei due gruppi fosse più sorpreso di vedere l'altro con l'unica differenza che Bueller, Xyr e la Graahn sembravano non avere la minima idea di chi fossero i colleghi. Lo stupore generale aumentò quando due uomini armati apparvero a breve distanza dietro Basta e Rest.
Nella confusione generale di grida e civili che tentavano di appiattirsi contro le pareti, prima che Rest o Basta potessero reagire in alcun modo, una delle guardie fece fuoco. Un lampo di energia proruppe dalla sua arma, attraversò il corridoio diretto probabilmente al vulcaniano e, nel parapiglia generale, centrò la Graahn in pieno petto.
Torna all'indice
08.05 - Il gruppo si ricompatta
Autore: Tenente JG Caytlin
USS Hope - Bar principale - 31 Agosto 2397 - Ore 17.32
Non era una prassi insolita per gli ufficiali superiori della Hope trovarsi assieme per bere qualcosa e cementare il gruppo: era una tradizione più abituale per alcuni, come Rodriguez, Bueller, la Jones, meno per altri come Xyr, Basta, Tucci.
Gli anni passati assieme a partire dall'Accademia, rispettandosi o detestandosi, tuttavia, avevano fatto sì che quell'usanza di trovarsi periodicamente, quasi per caso, a bere una cosa assieme diventasse un qualcosa di non evitabile.
Persino il pressoché asociale Rest aveva trovato logico quell'appuntamento.
L'invito di Strauss per un brindisi di fine turno con tutti gli ufficiali superiori per festeggiare il compleanno del Dottor Eriksen, secondo in comando dell'infermeria, organizzata dalla sua squadra medica, fu pertanto sì inaspettato, ma non sospetto.
D'altro canto, nessuno dei cloni, nemmeno i due più incerti di Rest e Basta, gli unici senza adeguato backup completo sugli omologhi da interpretare, poteva dire di non aver svolto al meglio la propria funzione.
In base alla programmazione ricevuta, la priorità andava alla parte neurale contenente obblighi, doveri e responsabilità di un buon ufficiale della Flotta Stellare, su cui andavano tarate le variabili interpretative date da ciascuna peculiarità caratteriale della persona rappresentata.
Quello che i cloni non potevano immaginare è che, nell'equipaggio della USS Hope, nessuno, o quasi nessuno, era un così buon ufficiale. Ognuno aveva un modo tutto suo di applicare regolamenti, direttive di servizio e via dicendo.
E se anche fossero riusciti ad applicare al loro meglio ogni possibile interpretazione soggettiva dei loro corrispettivi clonati, nessuno di loro poteva immaginare che quell'apparente innocuo barista fosse il più paranoico ossessionato esperto di complotti in servizio attivo nella Flotta Stellare.
L'idea di quel barman dallo sguardo strambo e dal gilet bizzarro di cocktail colorati differenziati a seconda della figura professionale fu presa per quello che era all'apparenza: una stravaganza di un uomo eccentrico.
Ciò che non potevano immaginare è che quella colorazione era necessaria per garantire il pieno successo del piano ordito da Strauss.
Nel giro di dieci minuti dall'assunzione delle bevande alcoliche contenute nei bicchieri, l'intero apparato degli ufficiali superiori della Hope era riverso a terra con un rivolo di bava bianca che fuoriusciva dalle labbra contratte in sgualciti sorrisi.
L'intera squadra medica di Eriksen rimase sbigottita per qualche secondo prima di lanciarsi quasi d'istinto a soccorrere i commilitoni. Fu il doppio ordine a fermarli. Quello meno convinto di Eriksen e quello perentorio del Capitano Strauss.
Entrambi si avvicinarono a Bueller con un tricorder e si misero ad analizzarlo.
Valori nella norma, tutto nella norma, eccezion fatta per qualche livello fuori scala per un umano e soprattutto di quella che appariva essere una sorta di una piccola croce alla base del cranio coperta dai capelli.
L'operazione fu ripetuta per tutti gli ufficiali superiori: al 99% sembravano identici agli originali, eccezion fatta per Basta e Rest che avevano una corrispondenza di analisi pari circa al 74,99%. Tutti portavano quel simbolo anomalo alla base del cranio, invisibile ad occhio nudo se non tramite accurata analisi.
L'ordine di Strauss fu inevitabile: messa agli arresti, confino in isolamento, inversione di rotta della USS Hope e comunicazione criptata al più alto livello seclar a lui disponibile rivolta al Comando di Flotta.
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 - Ore 17:38
La reazione di Basta al ferimento della Graahn fu immediato e fulmineo, ma anche inaspettato considerate le condizioni fisiche in cui versava l'ansante betazoide.
Balzò in avanti verso la guardia che aveva sparato, mantenendo una curvatura del corpo ed un baricentro molto bassi, riuscendo ad afferrare l'avversario a vita prima di sollevarlo in aria quel tanto che bastava per fargli perdere l'equilibrio e scaraventarlo schiena a terra.
La guardia tentò un paio di colpi difensivi dall'alto verso il basso coi gomiti, che il betazoide non sembrò nemmeno sentire, prima di dover mollare l'arma ed approcciare un movimento con le braccia per attutire il colpo sul pavimento.
Ci riuscì in parte, ma la botta fu ugualmente rilevante e sentì mancagli il fiato dal petto, prima di vedersi arrivare addosso i pugni furiosi di Basta, accompagnati da urla, che iniziarono a tumefargli il viso.
Solo quando ebbe finito, Lon si ricordò della seconda guardia.
Si voltò e la vide riversa a terra, al suo fianco Rest con un sopracciglio sollevato che lo fissava disgustato. Aveva steso il suo avversario con una presa vulcaniana approfittando del tentativo della guardia di andare in soccorso al collega.
Qualche secondo e zero pericoli, al confronto di quanto aveva rischiato Basta.
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31 Agosto 2397 - Contemporaneamente
Rodriguez e Caytlin erano tallonati da Luna ancora enormemente incavolata per essere stata raggirata.
Una klingon furiosa sarebbe stata letale, la sua metà umana le permetteva di mantenere una certa lucidità di giudizio.
Sempre la sua metà umana le aveva inculcato una curiosità innata e pertanto i farraginosi tentativi di quella strana coppia di truffatori, che però sentiva di conoscere e di potersi fidare, almeno fino ad un certo punto, avevano stuzzicato il suo interesse.
La sua metà cubana.. beh la sua metà cubana stava lottando con la parte razionale del suo cervello: aveva davanti a sé due gambe sinuose, un culetto da sballo, braccia vellutate come seta, una chioma rossa fluente per non parlare di quegli occhi e quelle labbra che ora non vedeva, ma che tanto piacere le avevano donato.
Luna faticava non poco a tenere a bada la sua libido. Avrebbe volentieri preso per i capelli quella traditrice, che però sentiva di adorare, e le avrebbe fatto pagare, a modo suo, il raggiro.
Ciò avrebbe, tuttavia, permesso a Rodriguez di farla franca e la cosa non le andava a genio: doveva prima verificare che quanto da loro detto rispondesse a verità.
Era circa un'ora che erano entrati da un accesso secondario nell'imponente apparato di sicurezza di New Berria dove lei stessa andava ad apprendere rudimenti del volo e nozioni marziali. L'imponenza non era data dall'altezza dell'edificio principale che, anzi, era relativamente piccolo e dimesso, quanto dall'enorme reticolo di costruzioni secondarie e sezioni di collegamento che collegavano il tutto.
Secondo i suoi calcoli, ormai erano arrivati all'estrema sezione ovest della struttura, quella che confluiva con l'ospedale. C'erano delle strutture mediche di pronto intervento all'interno della base, ma per i casi più gravi c'era un accesso preferenziale alle sale operatorie ospedaliere.
Luna lo sapeva, perché gliene avevano parlato, ma non aveva idea un'idea precisa di dove fossero in quel dedalo labirintico di corridoi.
Rodriguez, invece, sembrava conoscere a menadito il percorso da compiere, sfruttando anche quella sorta di residuato bellico simile ad un tricorder che aveva magicamente estratto dallo zaino una volta entrati nella struttura.
L'apparecchio emetteva una serie di bip ritmati che acquisivano potenza quando si percorreva il corridoio esatto, mentre rallentavano la regolarità delle loro emissioni sonore quando il tragitto non era corretto.
Il modo in cui fosse stato programmato e come fosse arrivato in possesso a Rodriguez non era dato saperlo.
Luna probabilmente si sarebbe posta una serie innumerevole di domande se non fosse distratta dalla sua componente cubana sulle forme della rossa che stava correndo davanti a lei.
All'improvviso, erano giunti ad un portello con un piccolo oblò: dall'altra parte si poteva vedere chiaramente un corridoio ospedaliero con le sue porte bianche tutte uguali, le luci soffuse ed apparecchiature mediche pronte all'uso.
L'emettitore però indicava che quella non era la direzione giusta, quindi il trio, rallentata la corsa, si guardò in giro e fu allora che si udirono rumori di spari, urla spaventate e di rabbia.
Paulo e Caytlin, evidentemente propensi ad evitare guai, si allontanarono immediatamente dal portello al di là del quale sembrava provenire il putiferio.
Luna, invece, ne fu immediatamente attratta.
Quello che vide era un gruppo spaventato di civili, dalle facce che però le sembrava di riconoscere, che circondava un corpo apparentemente senza vita steso sul pavimento di un ennesimo corridoio sempre uguale.
All'altra estremità del varco, poco dopo un angolo, giacevano a terra altri due corpi, con addosso una divisa della sicurezza.
Inconsciamente, Luna toccò la maniglia che si aprì, aggiungendo meraviglia e stupore al gruppo già spaurito di Bueller.
Poco prima che Basta, preso dalla disperazione, partisse alla carica contro Luna, Xyr si fece largo sbilanciando quanto bastava il Betazoide, permettendo un pronto intervento di Rest, scansò Luna e si diresse verso Caytlin:
"Riconosco il tuo viso!"
Senza dir altro, spinta da non si sa quale forza magnetica, l'Andoriana baciò sensualmente la rossa Risiana.
Fu questione di un paio di secondi, abbastanza per mandare in estasi gli occhi di Bueller che sembrarono andare in jack pot.
Abbastanza per far fumare di rabbia Luna.
Abbastanza per permettere a Caytlin di riprendersi dallo shock ed iniziare a fare quello che mentalmente aveva già elaborato alla vista del corpo della giovane infermiera, ma che aveva terrore di mettere in atto.
I naniti, che già avevano salvato la pellaccia a Paulo, sembravano si fossero messi all'opera fermando l'emorragia più grave, ma poi si erano bloccati, lasciando la ferita aperta ed ancora grave.
A Caytlin tremavano le mani, ma, afferrato un kit di pronto soccorso dall'armadietto posto nel muro più vicino, iniziò a svolgere una serie di operazioni di cui non aveva conoscenza, ma di cui inspiegabilmente aveva dimestichezza.
Dopo qualche istante, un altro paio di mani, decisamente più salde delle sue, le furono offerte in aiuto.
"Tu dimmi cosa debbo fare ed io lo faccio.. ma che non diventi un abitudine"
Una frase apparentemente banale, ma era stata pronunciata da Rest, e ciò, per motivi a loro inspiegabili, fece rimanere tutti a bocca aperta.
Le mosse congiunte dei due durarono una decina di minuti, poi i naniti ripresero a lavorare a pieno regime e la ferita tornò ad una condizione accettabile di salute.
Melanne, tuttavia, non dava segno di riprendere conoscenza, quindi le fu applicato un massaggio cardiaco da Rest, mentre Caytlin, dopo una rapida sbirciata inconsapevole nella direzione di Basta che era accasciato su se stesso distrutto dalla fatica, si dedicò alla respirazione bocca a bocca, rimandando Bueller in visibilio.
Quando la Risiana sentì la lingua di Melanne ricambiare il bacio, capì che la giovane infermiera si era ripresa e poté finalmente mettersi a sedere per terra ed esplodere in un pianto liberatorio, osservata in malo modo da Rest che era rimasto impassibile, pur nella fierezza dell'operazione svolta.
Toccò a Rodriguez riportare il gruppo coi piedi per terra: il suo congegno aveva fatto aprire la procedura di sblocco di quella che pareva essere una sala operativa.
Vi erano computer, terminali, consolle.. ovunque campeggiavano loro come assoluti protagonisti.
Erano registrati i loro valori vitali, le loro peculiarità fisiche e caratteriali, praticamente tutto.
All'improvviso da uno dei monitor comparve un messaggio.. in un altro una squadra di assaltatori stava per entrare in azione.. cosa fare? Fermarsi a leggere o scappare?
Torna all'indice
08.06 - La fuga
Autore: Tenente JG Rest figlio di Retok
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 31/08/2396, Ore 17:45
Il desiderio di fermarsi e leggere quei dati sarebbe stato molto forte per Bueller, c'era una voce dentro di lui che lo spingeva a cercare una spiegazione a tutte le stranezze che stavano capitando, ma dall'altro lato non voleva rischiare un altro scontro armato. Basta dal canto suo non aveva assolutamente alcun dubbio su ciò che era necessario fare, doveva portare Melanne al sicuro, era troppo debole per poter camminare ed un ulteriore scontro a fuoco l'avrebbe vista sicuramente in pericolo: si mosse con sicurezza verso la dottoressa sollevandola di peso.
"Dobbiamo assolutamente andarcene... ed in fretta, non possiamo rischiare di farci trovare qui"
Di fronte alla possibilità di scappare Rodriguez e Caytlin si mostrarono fin da subito d'accordo, portandosi verso la porta che dava nel corridoio e, sporgendo di poco la testa, osservarono con circospezione l'area "Via libera... possiamo andare!"
Di diverso avviso era Luna, che imbracciate le armi di una delle due guardie ringhiò in direzione di Basta "Io non intendo scappare di fronte ad una battaglia!"
"Non essere sciocca" la voce di Caytlin era piuttosto indispettita "Qui se rimani non avrai alcuna possibilità per sopravvivere!"
"Oggi è un buon giorno per morire" la frase uscì spontaneamente dalle labbra di Luna, e benché nessuno di essi avesse memoria di conoscersi da lungo tempo, tutti sentirono che quella risposta era assolutamente normale, non si sarebbero potuti aspettare nulla di diverso.
Rest, senza scomporsi, prese le armi della seconda guardia, ascoltando i vari discorsi per poi alzare lo sguardo su Xyr e Bueller "Il tenente Basta ha ragione, non solo è un'ottima scelta per preservare il nostro già esiguo gruppo, ma la scelta tattica migliore è proprio quella di riorganizzarci in un posto più sicuro di questo, siamo troppo vicini al complesso armato"
Tutti i presenti si voltarono verso Rest stupiti, non capivano il perchè ma sentivano che vedere quel giovane dalle orecchie a punta dar ragione al giovane tenebroso Basta fosse uno spettacolo più unico che raro.
Luna osservò Rest digrignando i denti "È tu credi davvero che le tue parole mi faranno scappare di fronte al nemico? Io voglio combattere!"
Rest si voltò con espressione neutra verso Luna "Noi combatteremo, ma il terreno di scontro lo sceglieremo noi... non loro"
Bueller annuì rapidamente "Sono tutte bellissime parole, ma esattamente come ce ne dovremmo andare?" indicò con rapidità il corridoio "Pensate di attraversare l'ospedale senza che nessuno ci ponga delle domande?"
Rodriguez si avvicinò ai vari scatoloni sollevando dei camici da medico e sorridendo apertamente "Magari un medico che gira per l'ospedale attirerà meno l'attenzione"
Xyr sbuffò osservando i camici "Si tratta di un piano estemporaneo che non offre alcuna certezza"
Paulo si voltò verso la giovane andoriana "La certezza è data dal fatto che se restiamo qui o finiamo in cella o crivellati di colpi, ed io... francamente... fra una possibile fuga ed una certa cattura, preferisco rischiare e sperare in bene"
Rest si avvicinò ad uno dei camici indossandolo "Ritengo che la soluzione prospettata sia idonea ad essere tentata"
Bueller osservò Rest per un attimo "È la percentuale di successo? ...ho la strana sensazione che manchi il calcolo di quante possibilità di riuscita vi siano..."
"No signore, ma ho potuto appurare che gli umanoidi tendono a sentirsi sollevati solo qualora la percentuale superi almeno l'80%, ma di fronte ad una percentuale estremamente bassa tendete a soffrire di una sorta di sindrome depressiva che rallenta i vostri riflessi di circa il 27%, sarebbe quindi preferibile che in questo caso non vi siano dati tutti i dati richiesti"
Bueller rimase per quasi tutto il discorso di Rest ad osservarlo con le labbra leggermente aperte ed un'espressione perplessa in volto "Se lo lasci dire... come solleva lei l'animo del prossimo non lo fa nessuno" fece una pausa indossando a sua volta il camice "Direi che è ora di andare..."
Il gruppo approfittò del corridoio libero da impedimenti fino a tornare nel grande androne che portava sino all'entrata del pronto soccorso per poi imboccare l'uscita dell'ospedale. Ogni membro della squadra sentiva l'adrenalina aumentargli il battito cardiaco, acutizzando ogni loro singolo senso: sapevano che la loro fuga era in pericolo, bastava che qualcuno li fermasse e per loro sarebbe potuta essere la fine. Basta stringeva a sé il corpo di Melanne che, nel mentre, sembrava riprendere a poco a poco i sensi, segno che le cure di Caytlin e Rest stavano funzionando.
"Dottore! Dottore aspetti!" quella voce femminile e quella mano che andava a toccare la spalla di Basta fece paralizzare tutto il gruppo "Le faccio portare una sedia a rotelle, sarà più semplice portare la nostra collega in pronto soccorso" l'infermiera si allungò verso la Graahn volendone controllare i riflessi pupillari ma non fece in tempo che Paulo l'afferrò per il braccio con espressione da cospiratore
"Shhh... Non urli, non dobbiamo assolutamente attirare l'attenzione" Paulo si osservò per un attimo attorno "Dobbiamo portare via questa inetta di infermiera prima che venga vista dalla capo reparto... per fortuna non ha nulla, una bella dormita e domani starà benissimo" osservò con sguardo fintamente schifato Melanne per poi sospirare "Ma dimmi te se una deve avere la brillante idea di prendersi un tranquillante durante il lavoro per rilassarsi e finire semi addormentata in tale maniera, meglio che la portiamo a casa"
"Ma assolutamente no, è giusto che si sappia quello che ha fatto, una simile infermiera non deve lavorare qui"
Paulo osservò per un attimo l'infermiera "Sa che le dico? Io la stimo... la capo reparto ha già deciso che se troverà un'altra infermiera a far uso dei farmaci dell'ospedale cancellerà tutte le libere uscite del personale sino a fine anno ma lei, giustamente, preferisce rinunciare alle ferie pur che sia fatto ciò che è giusto" mosse le mani verso Basta "Forza... portiamola al pronto soccorso"
Il gruppo parve sorpreso, ma fino un certo punto, dalle ottime capacità recitative di Rodriguez, tanto che Basta si voltò fingendo di fare un passo verso le porte del reparto di pronto soccorso nel mentre la giovane infermiera iniziò a sudare freddo.
"Mi assicurate che con una dormita tornerà a stare bene?"
"Perfettamente... le basterebbe solo una dormitina, ed onestamente non vorrei perdere le vacanze" la voce di Caytlin, unita a quel suo sguardo così seducente fece arrossire l'infermiera "Prometto che la richiamerò io appena si sveglierà, sono certa che non lo farà mai più..."
L'infermiera si ritrovò a fissare le labbra della risiana con il forte desiderio di baciarle, poi scosse un attimo il capo "Andate allora... sbrigatevi..."
Paulo osservò l'infermiera con sguardo comprensivo "Sicura? Non vorremmo mai turbare la sua coscienza costringendola a fare qualcosa che la possa turbare..."
L'infermiera annuì "Si si... sicurissima" quindi rientrò al pronto soccorso mentre Rodriguez tirò un sospiro di sollievo "Andata"
Xyr osservò per un attimo il giovane con espressione severa "Sembra davvero esperto nel mentire..."
"Chi? Io?" Rodriguez si indicò il volto con l'indice per poi scuotere il capo "Ma va... sono un agnellino, candido come la neve! Praticamente un angioletto... ma adesso è meglio andare!"
Il gruppo seguì Bueller fino al parcheggio dell'ospedale per poi fermarsi per qualche istante, si trovavano in una città e non avevano la più pallida idea di come andarsene da lì. Usare le auto di Bueller o Xyr sarebbe stata una strada facile ma troppo rischiosa, del resto quelle auto erano a loro nome e se qualcuno li avesse cercati sicuramente sarebbe partito proprio dalla ricerca delle loro autovetture, ma d'altra parte l'idea di allontanarsi a piedi era da escludere: erano ricercati, con degli uomini alle calcagna, dovevano allontanarsi in fretta.
"È adesso che si fa?" la domanda di Basta era ciò che ciascuno di loro stava pensando ma non voleva esprimere a parole
"Necessitiamo di un veicolo" Rest si osservò attorno "Un veicolo che non sia riconducibile a voi e..." non fece neppure in tempo a finire la frase che Paulo era riuscito a forzare un veicolo, disattivare l'antifurto e metterlo in moto "...si, quel veicolo può fare al nostro caso"
Bueller osservò l'operato di Rodriguez ridacchiando "Alla faccia dell'angioletto..."
USS Hope - Infermeria - 31/08/2396, contemporaneamente
Strauss era inquieto, nella sua vita aveva fiutato decine e decine di cospirazioni che in cuor suo continua a ritenere reali ma di cui non aveva mai trovato uno straccio di prova. Era la prima volta che una propria sensazione gli faceva sbattere il muso contro una realtà piuttosto inquietante: quelli non sono i giovani ufficiali che gli erano stati assegnati per portare avanti il progetto Hope. Credeva nelle capacità dei propri uomini, ma il fatto che fossero così giovani ed ancora inesperti, nelle mani di qualcuno che evidentemente era riuscito a mettere in moto un sistema criminoso abbastanza buono da giungere a creare delle copie quasi perfette di quei giovani, lo turbava molto. A ciò si aggiungeva il fatto che si era iniziato ad affezionare ad ognuno di loro e l'idea che forse avrebbero potuto già essere passati a miglior vita lo faceva infuriare: avrebbe potuto fare qualcosa di diverso? Avrebbe potuto accorgersene prima?
Il flusso dei suoi pensieri lo portò ad entrare in infermeria, ad osservare le copie dei suoi ragazzi che dormivano ancora con una leggera bavetta biancastra ai lati delle labbra. Il dottor Eriksen era impegnato nello svolgere alcune analisi ma scattò sull'attenti all'arrivo del Capitano.
"Comodo, ha scoperto qualcosa di importante?"
"Signore, non so se quanto scoperto possa essere importante ma... ritengo che questa serie di copie siano state create in tempi relativamente recenti ma prima dello sbarco dei nostri uomini su quel pianeta"
"Cosa intende dire?"
"La creazione di questi cloni è avvenuta all'incirca fra i cinque ed i sei mesi fa..."
Strauss strinse la mascella "Avevano già scelto il loro obiettivo è noi ci siamo finiti in trappola come mosche sul miele, maledizione!" lo sguardo sorridente dell'uomo aveva lasciato spazio ad un'espressione seria e determinata che mise sul chi vive Eriksen
"No signore, è strano ma ritengo che non sia così..." Eriksen fece un colpetto di tosse "Credo che siano riusciti a ricreare delle sorta di gusci vuoti... in cui il dna viene inserito solo in seguito, realizzando una copia non del tutto perfetta, ma abbastanza buona per poterli rendere credibili"
"Ma come diavolo sarebbe possibile?" la voce di Strauss era sorpresa
Eriksen scosse il capo "Non glielo so dire con precisione ma ritengo che abbiano sviluppato un sistema di creazione di esseri biologici attraverso un'evoluzione dei naniti borg... mi rendo conto che la mia spiegazione non è abbastanza accurata, ma le analisi sono ancora in corso... le posso dire che ho rilevato tracce di naniti all'interno delle ossa lunghe del corpo di tutti i... finti ufficiali"
"Voglio interrogarli il prima possibile" la voce di Strauss era forte ed autoritaria "Si dovrebbero risvegliare fra tre ore, giusto?"
"Si signore, ma..." Eriksen appariva dubbioso sulla possibilità di continuare o meno ad esprimere il proprio pensiero "C'è la possibilità che tali copie siano state impostate per credere realmente di essere le persone che hanno sostituito... potrebbero non sapere assolutamente nulla della reale situazione in cui ci troviamo"
Strauss annuì "Lo so, ma vale la pena tentare..."
=^=Plancia a Capitano Strauss: Signore, una chiamata dal Comando di Flotta, massimo seclar=^=
Strauss sospirò sfiorando il comunicatore "Me lo aspettavo, la inoltri nell'ufficio del Capitano" quindi si voltò verso Eriksen "Prosegua i suoi studi e mi chiami appena saranno svegli" detto questo uscì a passo rapido.
USS Hope - Ufficio del Capitano - 31/08/2396, Ore 17:59
Strauss si accomodò con espressione tesa alla scrivania per poi attivare il terminale con una certa fretta, osservando lo sguardo teso e preoccupato dell'Ammiraglio Lennox.
"Ammiraglio, la situazione è seria... stiamo viaggiando al massimo della velocità ma nonostante tutto raggiungeremo il pianeta fra sei ore, temo che i nostri ufficiali possano essere in pericolo"
Lennox annuì brevemente dallo schermo=^=Lo temo anche io... ma la situazione è nettamente peggiore di quanto lei possa immaginare=^=
Strauss sospirò per poi digrignare quasi i denti "Non me lo dire, non siamo la prima nave?" scosse il capo "È da quando abbiamo appurato che i nostri uomini sono stati sostituiti da dei sosia che continuo a ritenere che tutto ciò possa far parte di un complotto di più alta scala..."
L'ammiraglio Lennox manteneva sempre lo stesso sguardo teso=^=Solitamente ti direi di smettere di vedere complotti ovunque ma... sarò onesta, al momento abbiamo scoperto dei sosia su altre due navi federali, la USS Sabina e la USS Etnea. Entrambe le navi si erano fermate su quel pianeta, alcuni membri dell'equipaggio erano scesi e risaliti... nessuno si era accorto dello scambio. Solo tu sei riuscito a capirlo=^=
Strauss scosse il capo furioso "Avrei dovuto capirlo prima, vedere Xyr fare i complimenti per l'ottimo lavoro a Ferris doveva per forza farmi scattare prima, è solo che..."
=^=Volevi essere certo di quanto avevi percepito, hai fatto ciò che era più corretto fare, non fartene una colpa=^=
"Avrei dovuto fare di più" Strauss corrugò la fronte per poi tornare a fissare lo schermo "Avete interrogato i sosia?"
L'ammiraglio Lennox annuì=^=Ovviamente, ma è stato del tutto inutile, loro sono assolutamente certi di essere gli originali, sono sinceri quando affermano la loro identità e non hanno nessuna idea di scambi di persona=^=
Strauss sferrò un pugno al bracciolo della poltrona "Quindi interrogare i belli addormentati in infermeria sarà del tutto inutile"
=^=Vale la pena provare, ma se fossi in te non mi aspetterei grandi risultati. La USS Sabina e la USS Etnea stanno tornando a loro volta verso il sistema stellare ma sono decisamente più distanti rispetto a voi, vi raggiungeranno con qualche ora di ritardo. Ti aggiornerò il prima possibile=^=l'ammiraglio fece una pausa osservando avanti a sé=^=Li ritroveremo, abbi fede=^=quindi chiuse la comunicazione.
Strauss rimase qualche istante ad osservare il terminale per poi alzarsi andando al finestrone "Stiamo arrivando ragazzi, tenete duro... Credo in voi..." mormorò fra sè e sè fissando le stelle.
Nuwe Berria - Abitacolo dell'auto rubata - 31/08/2396, Ore 18:38
Paulo stava pilotando quel povero veicolo su stradicciole di periferia, strette e piuttosto malmesse, ma nessuno si stava lamentando del viaggio poco confortevole. Nel mentre le condizioni di Melanne miglioravano con una tale rapidità da poter sembrare quasi una sorta di miracolo. Tutti erano in silenzio, non sapevano esattamente dove andare ma tutti loro erano giunti alla medesima conclusione: la città era troppo pericolosa, la soluzione era senz'altro uscire dal centro e dirigersi verso un'area scarsamente popolata o, ancor meglio, sulle montagne a nord ovest. Bueller sembrava curioso, i nuovi giunti sentiva di conoscerli, sentiva che non erano perfetti estranei, eppure non aveva in mente il momento in cui li avesse conosciuti.
Basta, ora che Melanne si era ripresa, era decisamente più rilassato, tanto da dedicare qualche minuto a studiare Tucci: erano diventati grandi amici sulla nave, abbastanza perchè Lon ne comprendesse piuttosto bene sia i suoi problemi di socializzazione sia quella piccola vena di pazzia che lo portavano ad estraniarsi dal resto del mondo quando iniziava a cercare di risolvere qualche problema. In quel momento, tanto per cambiare, lo scienziato era completamente silenzioso, concentrato in qualche meditazione che evidentemente lo stava impegnando più del solito.
"Ehi, sei ancora fra noi?" Lon cercò di riportare l'amico alla realtà ma il semplice parlare non servì a nulla
Doohan scrollò leggermente le spalle "Non so dirle perchè ma è come se sapessi che tutto questo è assolutamente normale" cennò con il capo verso Tucci e sorrise "Lui è fatto semplicemente così, gli piace ragionare standosene nel suo mondo"
Lon annui a Doohan "Si, lo so" quindi allungò una mano a toccargli la spalla lo scienziato quasi sussultò "Va tutto bene?"
"Cosa? ...ah, si si. Stavo solo riflettendo su quell'insieme di coincidenze che ci hanno portato ad essere qui, su questo veicolo... sento che il mio essere in questo gruppo è normale, anzi... mi sento quasi a casa, ma in verità non ho pienamente idea di chi voi siate... conosco alcuni di voi da ben poco tempo ed altri li ho visti solo poche ore fa... eppure la mia mente continua a dirmi che voi siete qualcosa di più che semplici estranei..."
"In effetti delle presentazioni sarebbero d'obbligo" la voce di Paulo era concentrata, mentre controllava la strada e nel frattempo era alle prese con il sistema di telecomunicazione installato nel veicolo "Ammetto che non mi dispiacerebbe sapere chi ho il piacere di scarrozzare fuori città"
Lon e Rest si guardarono per un attimo negli occhi, entrambi avevano avuto il dubbio che la riprogrammazione avesse attecchito sui propri compagni, ma ora dovevano accettare il fatto che i loro dubbi fossero divenuti realtà.
Bueller osservò Xyr "Ferris Bueller... io e la mia collega, Xyr, siamo dirigenti della Spolecnost Company, non credo che vi sia molto da dire sul nostro lavoro" quindi cennò con il capo verso Doohan "Lui è James Doohan, un ingegnere civile..." quindi fece un sorriso osservando Tucci "Mentre lui è Edison Tucci, un astronomo... ed infine..." indicò la Graahn "La signorina Melanne Graahn e la dot.... ehm, un'infermiera che abbiamo incontrato all'ospedale"
Caytlin osservò il gruppo "Oh, io sono Caytlin e sono una semplice insegnante d'asilo..."
Rodriguez era ancora intento ad armeggiare con le manopole "Paulo Rodriguez un onesto mercante"
"Se voi siete un insegnante d'asilo ed un onesto mercante io sono l'imperatrice del pianeta" Luna osservò i due con un ghigno sul volto di collera, segno che l'essere stata imbrogliata dai due ancora le desse parecchio fastidio "Siete due truffatori, avete fatto di tutto per raggiungere i corridoi sotterranei di quell'ospedale, e cosa avete ottenuto?" scosse il capo per poi presentarsi a sua volta "Catalunya Jones, futura top gun... o meglio, sarei stata una futura top gun se non mi fosse stato rubato il badge e non fossi fuggita con una manica di ricercati"
"A questo punto credo che ognuno di noi si possa anche scordare le vite che hanno avuto sino ad ora" concluse Xyr tornando a guardare fuori dal finestrino
Lon e Rest tornarono a guardarsi prima che quest'ultimo prendesse la parola "Interessante..."
"Che cosa di tutto questo dovrebbe essere interessante?" chiese Caytlin
"La riprogrammazione..." intervenne Basta "Vi hanno dato una nuova identità ma sulla base delle conoscenze che avete appreso nella vostra vita reale"
"Non credo di seguirti..." intervenne Bueller voltandosi verso Basta "La riprogrammazione?"
"È una lunga... lunghissima storia" rispose pacato Lon osservando ognuno dei presenti
"Ah, se è per questo non si preoccupi, abbiamo tutto il tempo che vuole... se non ci catturano prima" rispose Bueller mettendosi comodo ed attendendo che il suo ufficiale alla sicurezza iniziasse a parlare.
Nuwe Berria - Sala controllo b12 - 31/08/2396, contemporaneamente
Un addetto dal camice bianco teneva gli occhi incollati al monitor che inquadrava le registrazioni delle telecamere di sicurezza poste all'ingresso principale dell'ospedale "Sono usciti in questo momento." il giovane si voltò ad osservare il responsabile del progetto "Indossavano dei camici, per questo non hanno dato troppo nell'occhio"
Il responsabile si alzò dalla poltrona arrivando dietro le spalle dell'addetto "E poi che fine hanno fatto?"
L'addetto scosse la testa "Hanno rubato un'auto nel parcheggio e se ne sono andati, tuttavia all'esterno del perimetro dell'ospedale non abbiamo telecamere, ed inoltre sono stati così dannatamente furbi da non usare le auto che noi gli avevamo dato... avremmo potuto sfruttare i localizzatori che avevamo messo sui veicoli di Bueller e Xyr ed invece..." lasciò cadere il discorso e poi osservò il superiore "Dobbiamo ipotizzare che non siano più sotto il nostro controllo"
Il responsabile scosse la testa osservando le schede della squadra dell'equipaggio della USS Hope "L'esperimento 03 è fallito. Attivate la procedura di eliminazione..." andando poi a sedersi sulla poltroncina "Dovremo ricominciare da capo! Informate del problema la squadra di localizzazione dei bersagli, ditegli che ci occorre altro materiale per i nostri esperimenti..."
Nuwe Berria - abitacolo dell'auto rubata - 31/08/2396, Ore 21:38
Il fruscio del sistema di telecomunicazione presente nel veicolo venne presto sostituito dalla voce forse un po' gracidante di una donna intenta a condurre un piccolo notiziario locale.
=^=Ancora alta l'allerta per i pericolosi criminali evasi oggi pomeriggio da un'area di massima sicurezza dell'ospedale Esi Bhe Della Hospital. Alcune informazioni farebbero credere che una serie di detenuti, fingendo un malore, abbiano approfittato del ricovero in ospedale per darsi alla fuga su di un'auto rubata. La polizia invita tutta la popolazione che dovesse vedere un veicolo della Maarleen Company con codice identificativo WM5R66 di informare immediatamente il più vicino distretto di polizia della zona... ed ora, le notizie sportive...=^=la voce proseguì a parlare ma nell'abitacolo nessuno le prestava più alcuna attenzione
"Non abbiamo altra scelta, dobbiamo assolutamente sbarazzarci di questo veicolo" Paulo fu il primo a parlare, gli altri si limitarono semplicemente ad annuire "Appena sarete scesi nasconderò al meglio delle mie possibilità il veicolo in mezzo a quel boschetto, ma prima o poi lo localizzeranno"
"Per allora spero che saremo già lontani" proruppe Bueller scendendo insieme agli altri prima di osservarsi attorno "Siamo in un'area poco abitata, a ridosso delle montagne, probabilmente queste strade non sono molto battute"
"Si tratta probabilmente della via di fuga più ovvia" intervenne Xyr "Quasi certamente ci cercheranno anche qui, anzi... probabilmente inizieranno proprio dalle stradicciole che portano all'esterno del centro città"
Bueller sospirò annuendo a Xyr, del resto sapeva che quell'andoriana aveva perfettamente ragione, ma nonostante tutto la sua mente cercava di trovare una soluzione "Sono solo un dirigente di azienda... non ho mai studiato una fuga rocambolesca dalla polizia! Infondo io faccio solo un lavoro di ufficio!"
La squadra si ritrovò improvvisamente allo sbando, dentro di loro sentivano l'impulso che dovevano fare qualcosa, qualcosa che un tempo avrebbero saputo fare ma che ora, quasi inspiegabilmente, non riuscivano a ricordare.
"Magari nell'auto c'è qualcosa che potrebbe esserci utile?" propose senza grande convinzione Doohan osservando il gruppo
"Buona idea..." rispose immediatamente Caytlin "Direi che dovremmo temporaneamente dividerci, io ed il signor Doohan potremmo raggiungere Paulo e recuperare quanto ci potrebbe essere utile per questa fuga"
"Si, sono d'accordo... ma dovremmo anche cercare di capire in che direzione ci conviene muoverci, si sta facendo buio in fretta, presto non saremo più in grado di spostarci e avremo bisogno di un riparo" la voce di Xyr era un po' tesa
"All'incirca un chilometro fa, guardando fuori dal finestrino ho visto una cascina semidiroccata, potrebbe fare al caso nostro" Graahn intervenne osservando il gruppo "Almeno per la notte, e poi alle prime luci dell'alba potremmo riprendere a muoverci"
Basta annuì alle parole di Melanne "Si, è una buona soluzione, ma credo sia il caso che qualcuno vada in avanscoperta per non rischiare sorprese. Vado io." Lon portò lo sguardo su Rest che si limitò ad annuire, quindi si mise in viaggio seguito ad una certa distanza da Xyr, la dottoressa Graahn, il signor Tucci e Luna. Viceversa Caytlin e Doohan si diressero nella direzione opposta per raggiungere il luogo in cui Rodriguez era intento a nascondere, per quello che poteva, la vettura utilizzata per la fuga.
Bueller non si era mosso, aveva incrociato le braccia al petto e stava studiando Rest, non sapeva bene neppure lui da dove gli venisse tanta sicurezza, ma sapeva che quel vulcaniano voleva parlare con lui "Avanti, sputa il rospo"
Rest arcuò il sopracciglio alle parole del Capitano per poi rispondere con il suo tono calmo del tutto distaccato "Le garantisco di non ospitare alcun anfibio nella mia bocca, mi è del tutto impossibile adempiere ad un simile ordine"
Bueller sospirò "Ovviamente..." fece una pausa "Voleva parlarmi, l'ho percepito, che cosa vuole da me?"
"Necessitiamo del nostro Capitano, abbiamo bisogno di una guida che sappia unire il gruppo e dettare le direttive. Il Comando di Flotta ha ritenuto lei la persona in grado di adempiere a tale compito, quindi abbiamo bisogno che lei torni in sé" Rest aveva sempre il suo tono del tutto impersonale "La percentuale di probabilità di riuscire a fuggire da questa situazione si ferma intorno al 6,34%, mentre le possibilità di riuscire a celare la nostra presenza quel tanto che basta per essere salvati... sempre che qualcuno ci stia effettivamente cercando... salgono ad un 21,45%... almeno, queste sono le probabilità senza di lei. In questi anni ho capito che lei non segue le vie convenzionali e questo potrebbe portare ad un aumento medio delle nostre probabilità del 14,23%"
"Mm... ma di solito a me piace veramente sentirmi dire tutte queste percentuali?" Bueller lo osservò perplesso
"No, nell'89,96% dei casi lei tenta di chiudere il discorso prima che io abbia finito di elencare tutti i miei calcoli statistici"
"Mm... lo presupponevo, e lei che cosa fa?" Bueller continua a guardare il vulcaniano con le braccia incrociate al petto
"Esplico il mio lavoro esponendo fino infondo i calcoli statistici effettuati in modo da metterla a conoscenza di quanto da me statisticamente appurato"
"Capisco, un modo come un'altro per dire che io la strozzerei un giorno si e un giorno no... capisco" Bueller scosse il capo "Anche facendo finta di volerle dare ragione, io non ho idea di dove sia il Capitano di cui mi avete raccontato tu ed il tuo amico! Io sono un dirigente, è vero che effettivamente di tanto in tanto ho delle sensazioni strane... ricordo di volti che non dovrei conoscere... la storia che mi avete raccontato non mi è sembrata del tutto estranea, ma tutto qui. Io non posso aiutarvi."
"Lei è il nostro Capitano, quelle strane sensazioni di cui parla mi portano a credere con una approssimazione del 97,89% di probabilità che i suoi vecchi ricordi non siano stati cancellati, ma semplicemente repressi, in modo da lasciare lo spazio ai finti ricordi" Rest osservava con espressione neutra Bueller eppure, seppur per un centesimo di secondo, Ferris ebbe la strana sensazione di veder apparire un'emozione sul viso di quel vulcaniano, il dubbio.
"E questo dovrebbe aiutarci?" lo incalzò Bueller
"Signore, appena terminerà questa missione rassegnerò le mie dimissioni dalla Flotta per quanto le sto per fare ma, arrivati a questo punto credo che l'unica soluzione praticabile sia che io violi la sua intimità" Rest fece alcuni passi verso Bueller "Mi rendo conto che per lei è un'esperienza del tutto nuova, le garantisco che potrebbe percepire un po' di dolore solo all'inizio ma il tutto non durerà che qualche minuto"
Bueller osservò il vulcaniano per qualche secondo inarcando il sopracciglio facendo qualche passo indietro per mantenere la medesima distanza "Ehm... signor Rest io non so come sia il Bueller che lei ha conosciuto, ma le assicuro che non permetterò a nessun uomo di violare la mia.... intimità" mettendosi sulla difensiva
Rest si fermò per un attimo, in realtà anche lui non era così convinto di voler fare ciò che aveva in mente ma nonostante tutto fece uno scatto avanti portando le mani sul volto di Ferris che, improvvisamente, si sentì quasi pietrificato. Rest iniziò a concentrarsi, sapeva che se avesse voluto raggiungere il capitano si sarebbe dovuto spingere molto all'interno della sua psiche, in una connessione tanto profonda che sarebbe riuscito a raggiungere solo con il contatto fisico, d'altro canto sapeva anche che una simile connessione avrebbe non solo permesso a lui di entrare nell'intimo dei pensieri del Capitano ma anche viceversa: quella fusione avrebbe permesso ad entrambi di avere accesso alla coscienza dell'altro, non lo avrebbe potuto evitare, ma era convinto che quella fosse la sua unica strada.
"La sua mente è la mia mente... i suoi pensieri sono i miei pensieri..." Rest dovette faticare un po' per riuscire ad entrare nella mente del Capitano, ma una volta fuso con lui iniziò a sentirne la presenta "Ora, io e lei torneremo indietro... da quando l'ho conosciuta"
Ferris rimase bloccato per tutto il tempo, nella sua mente immagini di una vita che sentiva solo in parte sua gli scorsero davanti come una sorta di film: si rivide da cadetto, mentre seguiva le lezioni e correva dietro alle giovani studentesse, poi venne la Hope, le responsabilità, i difficili rapporti con alcuni membri dell'equipaggio e poi... d'un tratto sentì riaffiorare qualcosa dentro la propria mente, i ricordi di un'intera vita si rifecero nitidi e reali. Era il tenente Ferris Bueller, facente funzione di Capitano della USS Hope e doveva salvare i suoi uomini, costi quel che costi. Riaprì gli occhi, Rest si era staccato da lui ed ora si teneva le tempie fortemente affaticato dall'esperienza lui stesso si sentiva esausto, le gambe gli tremarono ed ebbe la sgradevole sensazione di essere sul punto di cadere a terra.
"Capitano?" chiese con un filo di voce Rest
"Si, sono io..." rispose con tono affaticato Bueller "Ma in futuro evitiamo tanta intimità... mi scoppia la testa"
I due si sedettero per qualche istante a terra per riprendere le forze, attendendo il ritorno del gruppetto formato da Paulo, Caytlin e James, poi si fecero forza e li seguirono verso il cascinale.
Torna all'indice
08.07 - Non siamo soli
Autore: Tenente JG Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa
USS Hope - Prigione di Bordo - D.T. 31/07/2396 - Ore 23:59
Strauss entrò con passo di carica seguito dal Tenente JG Almond della sicurezza. La stanza era al buio. Per convenzione nelle celle detentive i cicli di luce/buio erano diversi rispetto ai turni sul resto della nave, in cui l'unico turno che prevedeva una diffusione luminosa ridotta era il gamma che andava dalla mezzanotte ora terrestre standard alle ore 6. Nelle celle detentive la luce veniva spenta alle ore 21 e riaccesa alle 6, seguendo una antica consuetudine terrestre risalente a oltre 400 anni prima.
"Computer, luci. Sveglia Sveglia!" tuonò Strauss.
"Signor Strauss" disse il Bueller-clone alzandosi dalla branda leggermente "Cosa ci facciamo in cella?"
"Le domande le faccio io... Chi siete?"
I cloni si guardarono tra loro increduli della domanda
"Come chi siamo, sono il Tenente Ferris Bueller, Flotta Stellare, matricola..."
"No, lei non è il Tenente Bueller, come lei non è il Tenente Xyr" disse puntando il dito verso il clone andoriano e in rapida successione verso gli altri "...e loro non sono chi dicono. Il vostro DNA è diverso, di poco ma diverso e sono diversi soprattutto i vostri schemi mentali. Quindi ve lo ripeto. Chi siete?"
"Non ho la minima idea di cosa stia parlando..."
"Non volete quindi collaborare?" la domanda di Strauss rimase senza risposta "Benissimo... Tenente Almond, proceda agli interrogatori individuali. Voglio andare a fondo di questa storia. Qualsiasi informazione riesce a ottenere me la comunichi subito."
Un leggero scossone fece subito capire che la nave era passata a impulso e quasi contemporaneamente il commbadge del Capitano trillò.
=^=Plancia a Capitano Strauss, siamo entrati nel sistema H7.25. Tra mezz'ora entreremo nell'Orbita di Nuwe Berria=^=
=^=Arrivo subito=^=
Nuwe Berria - Cascina Abbandonata - D.T. 01/08/2396 - Ore 00:29
Dalle finestre distrutte entrava una leggera brezza che leniva solo in parte il caldo che saliva dal terreno. La tensione per gli eventi della giornata e la fuga precipitosa stavano facendo pagare il loro prezzo al gruppo tanto che quasi tutti si erano in breve addormentati. Basta, Bueller e Luna erano gli unici che non riuscivano a dormire. Lon, perfettamente immobile e seduto, sorvegliava discretamente con gli occhi semichiusi il sonno di Melanne, la cui testa era appoggiata sulla sua gamba. Bueller e Luna invece erano appoggiati su alcuni vecchi mobili e conversavano sottovoce mantenendo una perfetta visuale della strada pur usufruendo della copertura del bosco. Per Luna parlare con quel giovane era sembrata la cosa più naturale del mondo, non sapeva bene perché ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Le poche luci delle autovetture li rendevano abbastanza tranquilli che per il momento la loro fuga aveva successo.
"Così ci conosciamo tutti?" sussurrò Luna allegramente "E io sono il pilota di una nave stellare? Che va nello spazio per davvero?! E va veloce? Che domande ovvio che vada veloce altrimenti verrebbe risucchiata dalla gravità... ma quanto veloce?"
"È incredibile che di tutta questa situazione queste siano le tue sole preoccupazioni..." rispose Bueller
"Perché di cosa dovrei preoccuparmi? Di questo?" Catalunya appoggiò il dito su un pezzo di vetro della finestra tagliandosi leggermente e quasi istantaneamente un rivolo argenteo le riparò la ferita "o di essere inseguita da tutta Nuwe Berria? Era da un sacco che non mi divertivo così tanto. E ora che si fa?"
"Non possiamo stare qui per sempre... e vorrei anche sapere che fine ha fatto la Hope. Se noi siamo qui e non ci hanno cercati allora potrebbe essere stata anche distrutta ed è la volta che l'Ammiraglio Lennox mi ammazza. Altrimenti potrebbero essere anche loro bloccati con le idee confuse su questo pianeta... oppure potrebbero aver fatto delle nostre copie o ... un'altra mezza dozzina di alternative"
"Beh quei due" disse Luna indicando Caytlin e Rodriguez "mi hanno fregata per conto di qualcuno che voleva entrare nel cuore della struttura da cui siamo scappati"
"L'ospedale?"
"È evidentemente molto più di quello, non credi? Comunque credo che dovremmo incontrare questa gente... se c'è una via di uscita da tutta questa storia quasi sicuramente passa dai sotterranei del Esi Bhe Della Hospital..."
"Dai dormiamoci su, domattina faremo il punto della situazione. Trovati un angolo per dormire"
"Trovalo tu... io non riesco a dormire..." disse Luna con gli occhi brillanti prima di sedersi su un mobile che le concedeva una piena visuale del bosco e della strada "...a che velocità hai detto che va la Hope?"
USS Hope - Plancia - D.T. 01/08/2396 - Ore 00:31
La Hope era entrata in orbita da pochi minuti. Il pianeta sotto di loro sembrava bello e placidamente costellato di blu.
"Analisi del pianeta, trovate il nostro away team"
"È impossibile Capitano, le interferenze della nana bianca che impedivano il teletrasporto confondono i sensori"
"Vorrà dire che scenderemo al di sotto della ionosfera per sondare il pianeta. Anche palmo a palmo se necessario. Aprite un canale con la colonia" disse Strauss alzandosi in piedi
"Canale aperto"
"Sono il Capitano Nicholas Strauss della USS Hope. Pretendo l'immediata restituzione del mio equipaggio"
Il volto sorridente del Governatore della colonia, Sakuko, apparve sullo schermo
"Buongiorno, Capitano. Non capiamo la vostra richiesta. Il suo equipaggio è risalito a bordo della USS Hope poco più di sei giorni fa"
"Quelli che sono saliti a bordo erano cloni o qualche altra strana copia"
"Cloni? Questa è una colonia di villeggiatura, non un centro ricerche. Vi state sicuramente sbagliando"
"Non ci stiamo sbagliando e le assicuro che non ce ne andremo di qui finché non li avremo trovati" poi Strauss fece un segno all'addetto alle comunicazioni e interruppe bruscamente la comunicazione.
"Abbassiamoci di quota. Scansioni ad ampio spettro. Trovate i nostri ragazzi"
Nuwe Berria - Cascina Abbandonata - D.T. 01/08/2396 - Ore 06:11
Il primo sole del giorno cominciava a fare capolino e la luce del giorno svegliò tutti.
"Buongiorno dormiglioni!" squillo Luna offrendo delle tazze di caffè e dolcetti xantariani ai suoi nuovi e allo stesso tempo vecchi amici
"E questi da dove vengono?" disse Ferris
"Dal paesino a un chilometro da qui oltre il ponte" rispose Luna tranquillamente
"E sei andata fin la!? È pericoloso!"
"Naaa"
"Non sottovaluterei la questione, ha preso un grosso rischio e ha minacciato la sopravvivenza di tutti noi" aggiunse Xyr "non avrà mica pagato con le carte crediti?"
"Mi ha preso per scema... certo che no... diciamo che li ho presi a credito" rispose luna pucciando il dolcetto nel caffè
"Intende dire che li ha rubati'?" rispose Xyr stringendo gli occhi in riprovazione
"Rubati, presi... non è questo il problema direi" si intromise Rodriguez "Il problema è che abbiamo la polizia alle calcagna e non possiamo permetterci passi falsi. Come vogliamo procedere?"
"Ho saputo che lei e Caytlin avete un giro pericoloso che voleva entrare nei sotterranei dell'ospedale, giusto?" disse Ferris
Rodriguez occhieggiò Luna che di rimando gli mostrò i denti facendolo sobbalzare leggermente "Ehm.. sì.. ma è gente veramente pericolosa"
"Come entrate in contatto?"
"Lascio una banconota da 10 segnata a pagamento di un bicchiere di scotch '472 nel pub "Sacarac". Il giorno dopo ricevo un messaggio con l'indicazione di un luogo e una data. All'appuntamento mi vedo con un tipo alto e robusto che non si fa tanti problemi a eliminare chi vuole e una ragazza bionda molto carina con due piercing, uno all'orecchio e uno al naso collegati con una sottile catenella... di solito è lei che parla."
Nella mente di Ferris si era acceso qualcosa che non riusciva però a capire, quel genere di prurito che doveva per forza grattare.
"Sai i loro nomi?"
"Michael e qualcosa tipo Belle, o Bella, mi sembra... non è un nome comune da queste parti"
"Isabella?"
"Ecco sì! La conosce?"
"Credo proprio di sì..." rispose Bueller ignorando gli sguardi interrogativi dei presenti "Comunque non abbiamo tempo per questi giochi... pensa di riuscire a mettersi in contatto più velocemente?"
"Beh dovremmo andare al Sacarac, ma il nostro gruppetto attira troppo l'attenzione"
"Ha ragione... dovremo dividerci ci servirà una navetta per scappare"
"Navetta? Intende un autobus?" disse Xyr perplessa
"No, intendo uno piccolo veicolo spaziale per lasciare la superficie"
"Non abbiamo oggetti del genere su Nuwe Berria, lo sa benissimo. La nostra società ha l'appalto per tutti i progetti spaziali, stiamo però costruendo un vero space shuttle... dovrebbe saperlo visto che ha firmato metà degli ordini" la voce di Xyr era piccata per la scarsa, come al solito, professionalità del suo superiore
"Sì e se ben ricordo non sappiamo neanche se funzioni, però... al centro di Cape Jool c'è un'enorme antenna... potremmo provare a comunicare con la Hope... Allora... io andrò con Rodriguez e Caytlin a vedere di incontrare queste persone. Sig. Basta se la sente di venire con noi?"
Il braccio di Basta sulle spalle di Melanne era un chiaro segno che dove fosse andato uno sarebbe andata anche l'altra. Melanne annuì impercettibilmente
"Anche lei ovviamente dottoressa, le assicuro che non avremo problemi... Rest, lei invece porterà Doohan e Tucci, insieme a Xyr e Luna..."
"Luna? Mi piace!" disse la giovane pilota sorpresa di sentirsi chiamare con un diminutivo del proprio nome interrompendo Ferris "Oh! Scusa..."
"Dicevo, voi andate al Centro Comunicazioni di Cape Jool e provate a entrare"
"Potrei provare a chiedere un favore ad un'amica che lavora li per farci entrare" disse Luna
"Evitiamo contatti con le persone il più possibile non sappiamo di chi possiamo fidarci" si intromise Rodriguez
"Sono d'accordo" disse Xyr sentendosi subito stranita "Non sembra strano anche a voi quello che ho appena detto?"
"Molto strano in effetti... comunque il vostro scopo è ottenere una linea di comunicazione e lanciare un SOS"
"Sarà fatto, Capitano" disse Rest
"Allora muoviamoci... Rodriguez... ci serviranno due mezzi. Vada con Luna, noi vi aspetteremo sul ciglio della strada nascosti dagli alberi"
USS Hope - Plancia - D.T. 01/08/2396 - Ore 7:15
"Novità?"
"Nessuna, Capitano. Abbiamo scansionato la superficie senza successo, spiagge, centri divertimenti e niente altro... solo che..."
"Cosa?"
"Niente è che registriamo dei rallentamenti nel segnale di ritorno"
"Rallentamenti?"
"Probabilmente dipende dall'interferenza della nana bianca, ma ad ogni scansione il tempo di risposta si allunga di un microsecondo e dobbiamo continuamente compensare"
"Cosa altro potrebbe causare una condizione del genere?" disse Strauss con la mente pronta a rilevare ogni minima irregolarità
"Un campo di smorzamento ad esempio, qualcosa di occultato o uno sfasamento spaziotemporale"
"Investigate sulla questione e risolvete"
Nuwe Berria - Cape Jool - D.T. 01/08/2396 - Ore 11:07
Un vecchio furgoncino a sette posti ammaccato si fermò poco distante dall'accesso principale del centro di lancio spaziale. Nonostante fosse a tutti gli effetti un'area militare si potevano veder non più di una mezza dozzina di soldati a presidiare il cancello e la torretta di controllo.
"Ve l'avevo detto che saremmo arrivati in meno di due ore" disse Luna spegnendo il motore
"E io le avevo detto che non era necessario... guida sempre così?" rispose Xyr aggrappata alla maniglia del passeggero. Nei sedili dietro i volti di Doohan e Tucci sfioravano i toni del verde. Solo Rest manteneva un solido controllo facciale.
"Quante storie... bisogna sempre provare testare i limiti del mezzo che si guida" rispose Luna scendendo allegramente di macchina e andando verso un boschetto incolto mentre il gruppetto si riprendeva con una boccata d'aria.
"Se non ricordo male ci deve essere un accesso segreto dietro quel campo... è da li che Sonja mi faceva passare quando voleva divertirsi un po'...Il belloccio qui sa di quello che parlo, vero?" Commentò Luna dando una pacca col dorso della mano sugli addominali di Doohan.
"Sì... ehm, ecco..." le orecchie di James dopo aver superato i toni del vermiglio puntavano dritte dritte verso il porpora.
"Esattamente! Lo sapevo che lui è uno che ci sa fare e che ha la giusta parlantina" ironizzò Luna.
"Mi sembra che lei ne abbia anche per lui" disse Xyr serrando le labbra
"Eh già... sono fatta così... ah! Eccolo qui" Luna si diresse verso un albero e ne stacco un pezzo di corteccia rivelando un pannello di accesso. Digitò una sequenza di numeri e una botola fino a quel momento invisibile si aprì li vicino.
"Vogliamo entrare?"
Nuwe Berria - Sacarac Pub - D.T. 01/08/2396 - Ore 12:24
"Bel locale..." disse Ferris entrando in quella che poteva essere definita nel modo più gentile possibile una bettola. Sedie di legno la cui laccatura si era persa da tempo immemore oltre ad aver subito numerose riparazioni a seguito di altrettanto numerose scazzottate, pavimento talmente sporco e appiccicoso che non era possibile poggiare il piede direttamente sul tek originale, bicchieri sbeccati e sporchi, ambiente fumoso e polveroso, tutto dava l'aspetto di un posto lasciato cadere in rovina, ma nonostante questo cerano già diversi avventori seduti sugli sgabelli al bancone o che stavano giocando a biliardo bevendo birra.
"Ehi... dolcezze... era da tanto che due pasticcini come voi non entravano in questo locale... lasciate questi pivelli e venite a giocare con noi" disse un omaccione poggiando la stecca sulla spalla e avvicinandosi verso Caytlin e Melanne.
Il pugno di Basta allo stomaco e la manata di taglio sulla nuca di Ferris lo mandarono in 3 secondi per terra.
"Bel modo per attirare l'attenzione" commentò Rodriguez alzando le mani verso gli altri avventori che si erano subito alzati minacciosamente dopo aver visto cosa era successo al loro amico "Calma ragazzi... piano, non siamo qui per creare problemi... vogliamo solo parlare... ho qui una banconota da 10 e voglio uno scotch 472... c'è qualcuno che ci può aiutare?"
Il gruppo di avventori si avvicinò sempre più minacciosamente, ma prima che si scatenasse la rissa una voce profonda fermò tutti
"Cosa volete ragazzini? Non dovete fare casino nel mio pub"
Il gruppo si allargò per far passare un bell'uomo di origini sudamericane
"Allora?" li incitò
"Siamo qui perché so che qualcuno voleva trovare le chiavi di accesso dei sotterranei del Esi Bhe Della Hospital" riprese Rodriguez
Melanne, che fino a quel momento era stata zitta, si trovò un immagine in testa qualcosa che non sapeva di sapere e che eppure era li e si trovò a spostare Basta e Rodriguez per mettersi davanti al nuovo arrivato
"Io... io la conosco.... Lei è..." si portò la mano alla fronte per sopprimere una fitta di dolore "Comandante Marquez della USS Sabina..." Melanne si girò verso i suoi giovani compagni che la osservavano stupiti e aggiunse in imbarazzo e arrossendo "sono stata ad una sua conferenza..."
Torna all'indice
08.08 - Padre e figlia
Autore: Tenente Ferris Bueller
Nuwe Berria - Cape Jool - 01/08/2396, Ore 13:00
Il piano era quello di fare solo una veloce perlustrazione: controllare il numero di guardie, i loro turni e il giro di ronda... ma Catalunya Jones aveva fatto tutto di testa sua entrando nel 'passaggio segreto' che la sua amica aveva preparato per lei. Gli altri erano stati costretti a seguirla nonostante Rest avesse immediatamente elencato tutte le possibilità di essere scoperti e catturati, complete di percentuali.
Una volta entrati si erano accorti che qualcosa non andava. Scarsa sorveglianza, pochissima gente in giro, stanze ammobiliate ma piene di polvere come se nessuno ci mettesse piede da settimane. Quando poi avevano raggiunto i piani superiori, la faccenda si era fatta sempre più strana: le porte erano aperte, i corridoi vuoti senza nemmeno un minimo di mobili. Ogni passo che facevano verso la meta dava loro l'impressione di essere in un luogo ai confini della realtà.
Alla fine Xyr, sebbene non sapesse per quale motivo lo avesse fatto, aveva ordinato al vulcaniano di tornare alla 'base' ed avvertire gli altri che avrebbe approfittato della cosa per mettersi in contatto con questa fantomatica Hope. Rest, sebbene controvoglia, aveva fornito a Doohan tutti i codici e le procedure per mettersi in comunciazione con la loro nave, poi era tornato indietro.
"E' sicura che siamo nel posto giusto?" chiese Xyr osservando la sala comunicazioni.
"Hai visto anche tu il cartello fuori dalla porta, c'era scritto Centro di Comunicazioni!" ribattè Luna guardandosi attorno.
"E' vuota..." affermò Tucci mentre la sua voce rimbalzava sulle pareti spoglie e tornava sotto forma di eco.
"Lo so che è vuota genio!" ribattè Luna spazientita. "Non ero mai salita qui, ma l'immaginavo molto più... tecnologica, in effetti."
"E ora che facciamo?" chiese Tucci.
"Se posso permettermi..." balbettò Doohan diventando rosso quando gli occhi delle due donne si puntarono su di lui. "Questo posto sarà anche vuoto, ma quella grossa antenna sul tetto sembra del tutto idonea per fare quello che volete. Se mi trovate del materiale posso improvvisare un sistema di comunicazione."
"Cosa le serve?" chiese Xyr come se non mettesse minimamente in dubbio le capacità del giovane.
"Voi portatemi materiale elettrico e qualcosa da usare per fabbricare un circuito in grado di interpretare il segnale. Cavi, circuiti... ho visto un distributore di bevande all'ingresso, sono sicuro che ci sia tutto quello che mi serve al suo interno. Io vado a vedere le condizioni dell'antenna insieme al professore." disse indicando Tucci che continuava a emettere vocalizzi ed ascoltare l'eco di risposta.
Nuwe Berria - Sacarac Pub - 01/08/2396, Ore 13:20
"Non so chi tu sia ragazzina..." borbottò l'uomo guardandosi intorno. "Bella falli buttare fuori!"
La ragazza in questione non rispose all'ordine, aveva appena visto Ferris e qualcosa nel suo sguardo si era acceso. Con passo sinuoso e sfacciato si era avvicinata a lui senza smettere di guardarlo negli occhi, gli aveva gettato le braccia al collo e fra lo stupore generale l'aveva baciato con totale trasporto. Dopo quella che sembrava un'eternità, si era staccata per poi tirargli un destro micidiale che lo aveva scaraventato fra le braccia di Basta.
"Questo è per essertene andato!" esclamò portando le mani sui fianchi.
"Mi hai detto tu di scappare che era tornato tuo padre! Non è bello per un cadetto appena entrato in accademia essere trovato a letto con la figlia del Rettore."
"Ti ho detto di scappare, non di sparire!" sbraitò lei facendo tintinnare il ciondolo che univa il piercing sul naso con l'orecchino. "Che ci fai tu qui?"
"Scusate..." balbettò Rodriguez completamente frastornato dagli eventi "Non avete un posto un po' più... privato?"
Tutti si guardarono intorno. Decine di facce erano rivolte dalla loro parte e stavano seguendo con interesse gli eventi. Isabella DeVitth lanciò un'occhiataccia a tutti gli astanti che tornarono immediatamente alle loro faccende.
"Venite con me." Il gruppo si accodò immeditamente entrando nel retro per poi salire delle scale verso il piano superiore.
Il luogo era una sorta di appartamento/ufficio pieno di bottiglie di birra vuote e vestiti accatastati. L'uomo fece entrare tutti e poi chiuse la porta mettendosi fra loro e l'uscita.
"Tranquillo papà, conosco questo ragazzino, è dei nostri." lo tranquillizzò Isabella facendo cenno agli altri di sedersi.
"Ragazzino? Hai solo due anni più di me! E comunque questo non è tuo padre! Che sta succedendo?"
"E' una lunga storia... tutto è iniziato quando fui assegnata alla USS Sabina classe Norway, agli ordini del Comandante Marquez qui presente." iniziò lei indicando l'uomo che grugnì in segno di saluto "Non certo un granchè come nave, ma era il mio primo incarico, e tutto mi sembrava fantastico."
"Ehi ragazzina, parla bene della mia nave!" ribattè l'uomo offeso.
"Eravamo diretti verso il sistema H7.25, verso un pianeta di poco più grande della terra chiamato Nuwe Berria. I coloni del pianeta non davano più segni di vita da un po' e la flotta ci voleva vedere chiaro. Quando arrivammo sul posto sembrava che non ci fossero problemi di nessun tipo. La Governatrice della colonia, una certa Sakuko, ci invitò a scendere sul pianeta per sicerarci delle loro condizioni. Visto che sembrava tutto a posto, il Comandante decise di portare con se due uomini della sicurezza e la nuova guardiamarina della sezione scientifica. Me appunto."
Isabella aprì la porta del frigo e stappò una bottiglia di birra direttamente sul mobile della cucina guadagnandosi uno sguardo di disapprovazione del suo comandante/padre.
"Non ricordo cosa accadde dopo... un giorno ero la figlia arrabbiata e delinquente del titolare di un pub di Nuwe Berria, il giorno dopo ero di nuovo me stessa ed imprigionata in una realtà che faticavo a capire."
"Come ha riacquisito i suoi ricordi?" chiese Rest interessato.
"Non lo so con certezza, ma credo che abbia a che fare con la mia esposizione ad un Cristallo dei Profeti. Mia nonna era una Vedek e da bambina partecipai ad un rituale bajoriano. Qualcosa non andò come doveva e il cristallo si attivò per alcuni secondi inondandomi con la sua luce. Da quel giorno alcune cose in me sono cambiate... ma questa è un'altra storia."
"E lei Comandante come ha riacquisito i suoi ricordi?" chiese Caytlin osservando l'uomo che non dava l'impressione di avere il comando in quel frangente.
"Non l'ha mai fatto..." rispose per lui la ragazza "Ho dovuto faticare per due anni prima che mi credesse. Certo i miei trascorsi non aiutavano mio 'padre' a fidarsi di me, ma alla fine ci sono riuscita." lanciò un sorriso all'indirizzo dell'uomo che sorrise a sua volta.
"I due della sicurezza che erano con voi che fine hanno fatto?" Chiese Basta.
"Non li abbiamo più trovati. Potrebbero essere ovunque. Borok era un vulcaniano e Xhagader un benzita. per quanto ne so in questo momento potrebbero essere a casa con i loro figli."
"Molto probabilmente sono entrambi morti." ipotizzò Rest con non curanza "La fisiologia benzita rende difficile la sopravvivenza con questo tipo di atmosfera se non adeguatamente monitorato. Il vulcaniano non sarà sopravvissuto al tentativo di innestare i finti ricordi... io sono dovuto fuggire per evitare il trattamento."
Il Comandante Marquez parve incurvare le spalle come se una fitta di dolore l'avesse attraversato. Come i membri della Hope avevano scoperto a loro spese, alcuni eventi particolarmente forti potevano far riaffiorare sprazzi di ricordi e niente come la morte dei propri uomini poteva essere più forte per un ufficiale in comando. Isabella e Marquez si guardarono in silenzio per qualche attimo poi la giovane tornò con i piedi per terra.
"E tu cosa ci fai qui?" esclamò come se all'improvviso si fosse ricordata di fare la domanda più logica da porre in quel frangente.
"Stessa cosa che è successa a voi: abbiamo salvato una nave mercantile e riportata a casa siamo stati intrappolati. Ma per noi è stato diverso... ognuno di noi era certo di aver già visto gli altri. C'era una sorta di legame che ci ha spinto a riunirci. Poi abbiamo incontrato il Signor Rest e il Signor Basta che ci hanno raccontato la verità. Ma solo io ho riacquisito i miei ricordi e lo devo alla fusione mentale con il Signor Rest."
"Pensa di poterlo fare anche con il Comandante Marquez?" chiese Isabella all'indirizzo del giovae vulcaniano.
"Non lo so... con il Capitano è stato facile perchè abbiamo un legame..." iniziò Rest per essere fermato subito dalla giovane.
"Capitano???" esclamò sgranando gli occhi.
"Si beh... è una lunga storia. Tenente Ferris Bueller, facente funzioni di Capitano della USS Hope. Questo è Rest, il mio ufficiale tattico capo. Il Signor Basta il capo della sicurezza, Rodriguez il capo operazioni, Caytlin il consigliere ed infine Melanne Graahn il medico capo."
"Non ci credo... per fortuna non hai portato con te anche il primo ufficiale, l'ingegnere e l'ufficiale scientifico altrimenti avresti spazzato via in un solo colpo tutto lo staff di comando della tua nave!"
"Ehm... loro tre e il timoniere sono al centro di comunicazione di Cape Jool." borbottò a mezzavoce Ferris.
"Ma tu i regolamenti non li hai mai letti?" chiese la giovane divertita.
"Per caso conosci una certa Xyr?" ribattè lui sulla difensiva "Comunque doveva essere una serata di gala, roba di qualche ora. E' stato il Capitano Strauss a suggeririci di scendere tutti per prendere parte all'evento." fece un gesto con la mano prima che l'amica gli chiedesse chi diavolo fosse il Capitano in questione. "Signor Rest, se la sente di fare un tentativo?"
Il giovane vulcaniano parve titubante ma poi fece un cenno affermativo e si avvicinò al Capitano Marquez appartandosi con lui.
"Cosa avete scoperto fino ad ora?" domandò Rodriguez
"La tecnologia sul pianeta è molto indietro rispetto a quella federale... sono riuscita a costruirmi qualcosa, ma non posso fare molto. Per il momento sappiamo che siamo stati infettati da naniti borg modificati. Modificati da chi o come non siamo riusciti a scoprirlo. Abbiamo iniziato a seguire alcuni carichi sospetti: tecnologie fuori dal comune, materiali tecnologicamente più avanzati di quanto fosse possibile per Newe Berria. Tutto finiva all'Esi Bhe Della Hospital. E niente di quello che arrivava sembrava avere a che fare con la medicina."
"Avete tentato di entrare?" chiese Basta
"Ci abbiamo provato una volta, ma io sono una semplice guardiamarina della sezione scientifica e lui è un barrista... almeno al momento. Quindi abbiamo deciso di affidarci a dei professionisti... o almeno è quello che dicevano di essere."
"Ehi!" esclamò Paulo offeso.
"Ti posso assicurare che il Signor Rodriguez era più che adeguato per il lavoro." la tranquillizzò Ferris sorridendo al suo collega "Noi siamo riusciti ad entrare, abbiamo visto vari macchinari, ma è stato solo uno sguardo veloce, la sicurezza stava arrivando. Dovremmo ritentare."
"Signor DeVitt!" la voce dell'uomo era completamente cambiata. In essa adesso c'era la ferrea determinazione di un Ufficiale della Flotta Stellare.
"Comandante!" esclamò Isabella scattando sugli attenti d'istinto. Poi sorrise e si gettò fra le braccia dell'uomo "E' tornato! Finalmente è tornato!" la giovane iniziò a piangere in maniera incontrollata e lui la strinse a se con fare protettivo. Dopo alcuni attimi Caytlin si avvicinò e la condusse via con se.
"Signore è tornato?" chiese Bueller
"Non del tutto, ma molto meglio di prima. La fusione mentale con il Signor Rest ha solo fatto riaffiorare i ricordi della vita precedente, ma sono confusi con quella attuale. Ci vorrà del tempo."
"E' già qualcosa." sospirò Rodriguez "Magari ci può aiutare ad organizzare un piano sensato!" esclamò Paulo per poi guardare gli altri che lo fissavano confusi "Non so perchè ma non mi sembriamo tipi da piani sensati..."
Beller parve pensarci un attimo e poi fece spallucce.
"Isabella negli ultimi tempi ha collezionato ogni genere d'informazione sull'ospedale. Piante, turni di guardia... ora che la mia mente si è un po' schiarita so quello che possiamo fare." Guardò la risiana che tornava verso di loro dopo aver fatto sdraiare isabella "Come sta?"
"Nonostante Ferris dica che sono la psicologa di bordo, io non ne ho nessun ricordo, però so riconoscere una crisi di panico. La ragazza ha retto tutto sulle sue spalle per anni e quando lei si è ripreso si è finalmente lasciata andare. Starà bene, ha solo bisogno di dormire."
Marqez lanciò un'occhiata alla ragazza "E' stata una figlia difficile, ma ne sono sempre stato fiero. Adesso come suo Capitano ne sono ancora più fiero... farà tanta strada." disse sorridendo "E anche tu ne hai fatta Melanne!"
"Si ricorda di me?" chiese la dottoressa diventando d'inprovviso porpora.
"Difficilmente potrei dimenticarti." commentò il Comandante con un sorriso.
Tutti i membri della Hope incrociarono le braccia al petto e la guardarono con il sopracciglio sollevato.
Nuwe Berria - Cape Jool - 01/08/2396, Ore 13:40
"Di qua!" esclamò Xyr aprendo la porta con una spallata. Tucci, Doohan e Luna la seguirono di corsa per poi aiutarla a bloccare le porte.
"Come diavolo hai fatto a far esplodere quell'antenna?!" esclamò la mezza klingon piazzando uno schedario di traverso sulla porta.
"Non ne sono del tutto sicuro, ma credo che quella non fosse un'antenna... nonostante ne avesse l'aspetto. Quando ho fatto saltare il portello del comandi sono sicuro di averla vista sussultare!" rispose Doohan.
"Come fa a sussultare un'antenna?" domandò Xyr spingendo Tucci lungo il corridoio.
"Appunto! Dato che non può, quella non era un'antenna!" sentenziò James correndo mentre i primi rumori degli inseguitori lasciavano intendere che la porta dietro di loro non avrebbe retto per molto.
"E cosa dovrebbe essere allora?" chiese ancora Jones.
"E' una pianta..." borbottò Tucci che sembrava sul punto di collassare. Lui e le attività sportive non erano andati mai molto d'accordo.
"Una pianta? Ma ho visto i tralicci metallici, i cavi, le lastre della parabola. Come fa ad essere una pianta?"
Tucci sollevò una mano sul quale teneva un rettangolo dal colore marrone simile a ruggine. "Questo è lo sportello che James ha fatto saltare. L'ho raccolto prima che arrivasse la sicurezza... come potete vedere è organico. Guardate i bordi dove c'erano le giunzioni del pannello... vi ricorda niente?"
Xyr fece fermare il gruppo e prese l'oggetto in questione. Sui suoi bordi c'erano tracce di liquido argentato uguale a quello presente nei loro corpi. "Cosa può essere?"
"Non lo so con certezza... da quello che il suo amico ha detto, si tratta di naniti e se quella era un pianta deve esserne piena. Come abbia fatto a trasformarsi per sembrare una parabola satellitare di quaranta metri di diametro, questo non lo so."
"Bueller non è mio amico..." ribattè Xyr sovrapensiero concentrata sul frammento che aveva in mano.
Torna all'indice
08.09 - Agli ordini del Capitano
Autore: Tenente Xyr del Clan Clos
Nuwe Berria - Cape Jool - 01/08/2396, Ore 13:40
"Corri, corri, corri. Di qua, forza, forza, forza. Muovetevi. Quella sedia non reggerà per molto. Non serve il nostro amico dalle orecchie a punta per confermarvelo in percentuale."
Luna stava guidando il gruppo per dei corridoi desolati e polverosi alla ricerca di una via di fuga. Xyr chiudeva la fila cercando di punzecchiare Tucci in modo da mantenerlo concentrato e attivo.
La porta alle loro spalle si aprì con un forte colpo.
Chi li stava inseguendo era riuscito a sfondarla.
Luna correndo gettò uno sguardo fuori dalla finestra del corridoio. Erano al secondo piano. Circa dieci metri da terra.
Davanti a loro l'unica via di uscita era una rampa di scale. Dal pianerottolo sentirono delle voci provenire dal piano di sotto.
"Saliamo!"
Luna saltò due scalini alla volta seguita da Doohan la cui forma fisica sembrava sempre al top.
Tucci si bloccò di colpo alla vista delle scale.
"Non ce la posso proprio fare. Sono uno scienziato, io non corro."
Xyr lo guardò infuriata.
Gli occhi di Tucci si spalancarono sempre di più.
Xyr accennò un sorriso maligno.
Il rossore di Tucci aumentò e per un istante sembrò smettere di respirare.
Si voltò verso le scale che cominciò a fare di corsa superando Doohan e Luna. Xyr lo seguì soddisfatta.
Il terzo piano era esattamente come il secondo. Spazi vuoti, polvere, scrivanie sottosopra.
Xyr si rese immediatamente conto che il gruppo era finito in un vicolo cieco. La parte di muro a 15 metri di fronte a loro era parzialmente crollata impedendo l'accesso alle stanze successive. L'unica via di fuga sembravano le scale da dove erano appena arrivati.
Passi pesanti e veloci dagli scalini sottostanti chiarivano che da lì non si poteva uscire.
Luna si avvicinò di nuovo alle finestre esterne.
Tentò senza fortuna di aprirne una e poi cominciò a picchiare col pugno sul vetro.
"Dannazione!"
Tucci si sporse per vedere fuori. Una quindicina di metri li separavano dal terreno sottostante.
Un rumore di vetri infranti lo destò attirando la sua attenzione.
Xyr aveva appena sfondato una finestra utilizzando una sedia come ariete e ora stava ripulendo veloce i vetri rimanenti attorno al supporto.
Luna la guardò e un ampio sorriso le illuminò il viso.
"Preoccupati... tu cominci a piacermi."
Tucci e Doohan le guardarono stupite.
"Ragazzi, non è il momento di fare i gentiluomini e darci la precedenza. Saltate, io e Jones vi seguiremo. Se ci perdiamo di vista il rendez-vous è al Sacarac Pub. Dobbiamo avvertire Bueller."
Doohan e Tucci guardarono atterriti fuori dalla finestra.
Il timido ingegnere deglutì e si voltò verso Luna.
"Ecco, non è un discorso di precedenza... è un discorso di pazzia. Siamo al terzo piano. Ci ammazziamo di certo a saltare."
"Aaaahhhh..."
La voce terrorizzata di Tucci richiamò l'attenzione di Luna e di James.
Xyr aveva sollevato l'umano di peso e l'aveva appena gettato fuori dalla finestra.
Doohan si avvicinò veloce per vedere che fine avesse fatto il suo compagno.
Circa sei metri sotto di loro, la folta chioma di un albero aveva attutito la caduta di Tucci.
Xyr l'aveva gettato esattamente dove rami e foglie avrebbero impedito all'umano di sfracellarsi a terra.
L'andoriana osservò per un istante Doohan. Il suo viso era tranquillo e lo sguardo deciso. Xyr fece un passo verso il giovane ingegnere.
James non ci pensò un attimo e si gettò fuori dalla finestra.
Luna sorrise.
"Oh sì, potresti essere esattamente il mio tipo."
Le voci dalle scale erano molto forti.
Xyr indicò una scrivania.
Luna colse al volo l'idea e in due afferrarono il tavolo e corsero verso le scale.
Tre umanoidi armati comparvero sulla soglia della porta e subito vennero investiti dalla scrivania che le due donne stavano usando come scudo.
Lo scontro fu parecchio violento e i tre finirono per cadere dalla rampa delle scale con la scrivania a seguirli.
Luna e Xyr corsero indietro verso la finestra rotta e senza pensarci saltarono fuori.
Nuwe Berria - Sacarac Pub - 01/08/2396, Ore 15:50
Bueller, Rodriguez e Marquez erano concentrati nello studiare alcune mappe di interni e appunti sparsi che Isabella aveva raccolto nell'ultimo periodo.
La ragazza era stata molto scrupolosa nei dettagli.
Tempi delle consegne, quantitativi, descrizioni accurate di diversi imballi su cui era riuscita a mettere le mani. C'era materiale a sufficienza per farsi un'idea di massima, ma serviva un esperto per poter mettere insieme tutti i pezzi.
Doveva presentare Isabella a Tucci e vedere se due menti scientifiche potevano arrivare a qualche conclusione.
Nel frattempo Rodriguez lo stava sbalordendo con geniali trovate su come entrare e su come ottenere informazioni o agganci.
Era incredibile.
Non erano su Nuwe Berria da molto tempo, eppure Paulo era già riuscito a crearsi una rete di informatori da fare impressione.
Bueller si prese una nota mentale di fare qualche verifica appena tornati a bordo.
Voleva almeno essere sicuro Rodriguez non si fosse già venduto la Hope in qualche mercato nero... e non era una battuta.
Rest era seduto in terra e sembrava intento a meditare.
Era uscito provato dalla fusione mentale e stava in qualche modo cercando di recuperare.
Caytlin stava prendendo in giro Melanne sulla sua ipotetica "conoscenza" del Comandante Marquez.
La Dottoressa Graahn era passata da un colorito porpora ad uno cremisi, poi ad uno vermiglio, per poi stabilizzarsi su un vivo rosso fuoco.
Persino Basta aveva cominciato a punzecchiarla.
Nonostante non si ricordassero gli uni degli altri sembravano un gruppo estremamente affiatato.
Bueller guardò l'ora.
Xyr non aveva ancora fatto sapere nulla. Era passato tempo a sufficienza per mandare il segnale alla Hope.
"Marquez!"
D'improvviso la porta dell'appartamento/ufficio si aprì e uno degli uomini di Marquez entrò di corsa.
"Vieni sotto. Ci sono dei tizi che chiedono di te, ma sanno anche chi è il tizio cui Isabella ha rifatto i connotati."
Bueller sollevò un sopracciglio.
"Ehi. Nessuno ha fatto caso al fatto che prima mi ha baciato?"
Marquez scattò fuori dalla stanza e Bueller a malincuore lo seguì. Basta andò con loro.
Scesero di corsa le scale ed entrarono nel locale.
Ad attenderli c'erano i suoi ufficiali.
Luna e Doohan erano sporchi di fango, foglie e presentavano diverse abrasioni superficiali sul viso e sulle mani, ma stavano già guarendo.
Erano piegati con le braccia appoggiate alle ginocchia nell'atto di riprendere fiato.
Xyr era in piedi e teneva un corpo inerme a spalle.
Bueller e Basta le si fecero incontro, ma Marquez fece segno a tutti di seguirlo.
"Non qui."
Xyr fece cenno a Bueller che tutto andava bene e li seguì su per le scale.
Appena entrati nella stanza al piano di sopra Bueller aiutò Xyr a togliersi di spalle il corpo.
Era Tucci, respirava, ma sembrava svenuto.
"Cosa è successo?"
"Il Centro Comunicazioni è vuoto. Qualcosa non quadra. Abbiamo provato ad utilizzare l'antenna, ma quella non è un'antenna. Questo pezzo l'abbiamo preso da lì."
Bueller guardò lo sportello che Xyr teneva in mano. Gli sembrava un grosso pezzo di legno ricoperto di resina grigia. Una resina che sembrava particolarmente simile ai naniti che scorrevano dentro di loro.
Bueller prese il pezzo dalla mano di Xyr e solo allora si accorse che all'andoriana tremava il braccio.
Dalla sua spalla usciva qualcosa. Sembrava un pezzo di legno conficcato.
"Perchè non l'ha tolto? Sta sanguinando? Cosa è successo ai suoi naniti?"
Xyr lo guardò e si massaggiò la spalla sanguinante.
"Dopo che mi hanno sparato ho cominciato a sentirmi strana."
"Sparato? Ok, ne parliamo dopo. Dottoressa, si prenda cura di lei."
Una perplessa Graahn lasciò Tucci e aiutò Xyr a distendersi sul divano.
Bueller si avvicinò a Luna che stava bevendo una birra fresca appena presa dal frigo.
"Che diavolo è successo?" Chi vi ha sparato?"
Luna prese un'altra birra dal frigo e la porse a Ferris.
"Incredibile! Davvero incredibile! Uno spasso!!! Ma ci succedono sempre cose come questa? Sulla Hope voglio dire?"
Bueller aprì la birra e sospirò.
"Ok, ok. Allora, siamo entrati nel centro comunicazioni. Vuoto, nulla, niente, zero. Praticamente deserto. Lo sciupafemmine là dietro ha cercato di mandare il segnale unendo pezzi presi un po' qui e un po' lì, ma booooommmmm, l'antenna è saltata in aria! Uno spettacolo!!! Poi siamo scappati e c'erano questi tizi che ci inseguivano. La tua amica dai capelli bianchi è tosta. Ha sfondato una finestra con una sedia, ha gettato Tucci fuori dal terzo piano perchè non si decideva a gettarsi da solo e poi abbiamo usato una scrivania come ariete per gettare giù dalle scale quelli che ci seguivano."
"Ha gettato Tucci dal terzo piano?" Bueller sembrava shockato.
"Tranquillo, aveva visto che sotto c'erano delle piante che avrebbero bloccato la caduta. Poi ci siamo gettate anche noi e siamo atterrate davvero male perchè le chiome erano già state distrutte da Tucci e dal bellimbusto, ma che volo!!!! Grandioso!"
"È lì che si è ferita e che Tucci si è fatto male?"
"Ferita? Ci siamo massacrati tutti, ma tanto c'erano i naniti a curarci. Poi siamo scappati e abbiamo cercato di venire qui. Ho provato ad avvicinarmi al furgone, ma qualcosa l'ha colpito e boooooommmmmm è saltato tutto in aria. La bellona coi capelli bianchi si è messa davanti a Tucci come per proteggerlo e si è presa lo scoppio in pieno. Abbiamo fatto tutti un volo di almeno dieci metri. Sembrava avessimo le ali. Yeaaahh!!!"
Bueller stava ascoltando Luna che raccontava tutto carica a mille.
"Poi siamo saltati in piedi e abbiamo cominciato a scappare di corsa. Lo sai che questa zona è piena di alberi e di strapiombi nascosti? Un paio li abbiamo visti, ma i nostri inseguitori no, uno invece l'abbiamo preso in pieno e siamo rotolati per una scarpata. Sembrava non finisse mai la caduta. M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O!!!!!"
"Ah, è così che si sono feriti."
"No, no. Due tizi ci aspettavano al fondo della scarpata. Non chiedermi come fossero lì ma secondo me sono spuntati dagli alberi perchè mi sembrava prima fossero dietro. Vabbè. Hanno cominciato a sparare dei raggi verdi da quelle strane pistolone. Tucci si è messo a gridare come un matto. Non voglio morire! Io sono uno scienziato! Ho i capelli pieni di foglie e fango! Io resto qui! Insomma sembrava una vecchia zitella e non si muoveva. Xyr gli è saltata addosso proprio quando stavano per colpirlo e si è presa il raggio in pieno. Dovevi vedere che salto. Sembrava un felino. Poi il silenzioso figone che dice di essere un ingegnere ha colpito con un ramo uno dei due e io ho atterrato l'altro. Una scossa di adrenalina che nemmeno quando ero legata a letto con Caytlin."
"Ok, ora capisco perchè Tucci è svenuto. La botta deve essere stata molto forte."
"Macchè. Quello ha mille vite. È saltato in piedi urlando che lui è un Ufficiale decorato della Flotta Stellare, che la Convenzione di qualcuno o qualcosa impedisce di trattare i prigionieri in quel modo, che la Terra è rotonda e altre cose simili. Urlava come una sirena. Lo si sentiva a km di distanza. Chiaro che ci avrebbero individuato subito. Lo sai cosa ha fatto la tizia? Si è alzata, si è sistemata il vestito, si è tolta dei rami che le erano finiti tra i capelli, si è avvicinata a Tucci e gli ha sferrato un destro da staccargli la testa!!!!! Secco, svenuto, KO. L'ha preso a spalle e ci ha fatto segno di seguirla. Abbiamo corso per un'oretta. Il resto è storia."
Luna guardò Ferris e la sua bottiglia di birra.
"Non la bevi quella? Ok, la finisco io."
Bueller porse la bottiglia a Luna e si voltò verso Xyr.
USS Hope - Plancia - 01/08/2396, Ore 16:20
Strauss stava aspettando impaziente il resoconto.
Avevano escluso diverse possibilità ormai e si erano concentrati su un ipotetico campo di smorzamento.
Qualcosa stava interferendo coi sensori, ma dalla sezione scientifica non ne venivano a capo.
Sembrava chiaramente che le informazioni che i sensori ricevevano fossero create ad hoc.
"Capitano. Ho trovato qualcosa."
Strauss si alzò e si avvicinò alla postazione scientifica.
"Qualche ora fa abbiamo captato un picco di energia a queste specifiche coordinate. Per un paio di minuti c'è stato come una mancanza di risposta alla scansione che stiamo facendo. Era come se i sensori non captassero più nulla in un'area specifica. Poi di colpo il picco di energia come a compensare una perdita."
Strauss sembrava curioso. "Cosa può significare?"
"Stiamo ipotizzando che sul pianeta esista una griglia di trasmettitori che ci invia un segnale falsato. Di solito i sensori ci rimandano delle immagini in tempo reale, ma quel ritardo sulla risposta ci ha incuriosito. Il nostro sensore rileva una trasmissione di energia tra due punti. Se questa trasmissione viene, diciamo, indotta, noi riceviamo un segnale diverso dalla realtà."
Strauss si massaggiò il mento.
"Mi sta dicendo che stiamo vedendo un'immagine molto elaborata del pianeta creata per noi?"
"Esatto signore. Partendo dal picco di energia abbiamo allineato l'onda di emissione dei sensori con il campo elettromagnetico del pianeta e questa griglia di trasmettitori è apparsa. Sono loro a mandare l'immagine che dal pianeta vogliono farci vedere. Come dicevo qualche ora fa uno di questi trasmettitori si è spento e dal pianeta hanno dovuto ricalibrare la griglia."
Strauss incrociò le mani dietro la schiena.
"Qualcuno dal pianeta potrebbe aver sabotato un trasmettitore?"
Il guardiamarina apparve dubbioso.
"Beh Capitano, è una possibilità."
Strauss confidava fosse stato il gruppo di Bueller a creare il disguido. Era un buon punto di partenza per riuscire a trovarli.
"Possiamo vedere la reale situazione sul pianeta?"
"Certamente Capitano. Non siamo ancora riusciti a filtrare del tutto il segnale, ma questa che le sto mostrando è un'immagine per il 78% accurata."
L'immagine era quella di un pianeta spoglio e arido.
Non vi era traccia dei due terzi di acqua risultati dalla prima scansione fatta al loro arrivo.
Solo diverse piccole aree di poche migliaia di km2 completamente ricoperte di alberi.
Li c'era acqua a sufficienza e delle strutture che potevano essere centri abitati.
"Guardiamarina, riesce a darmi informazioni su qualche essere vivente?"
"Mi spiace signore. I sensori non riescono ad essere così precisi. Ci stiamo lavorando."
Strauss tornò alla postazione del Capitano.
Ragazzi, dove siete finiti?
Nuwe Berria - Sacarac Pub - 01/08/2396, Ore 18:00
Bueller aveva riunito il suo equipaggio e stava tirando le conclusioni di tutti i dati che avevano raccolto.
"Bene, ricapitoliamo un po'. Allora, abbiamo un gruppo di Ufficiali della Flotta qui presenti e probabilmente anche non Federali, intrappolati in versioni diverse della loro vita precedente che girano per la città. Poi?"
Basta stava osservando una delle mappe sul tavolo.
"Abbiamo un centro di controllo sicuramente posizionato nei sotterranei dell'Ospedale. Non vedo edifici nelle vicinanze che potrebbero supportare tutti i corridoi che abbiamo percorso durante la fuga mia e del Signor Rest."
Bueller annuì.
"Aggiungiamoci anche che la maggior parte degli edifici che credevamo nevralgici si sono rivelati specchietti per le allodole. Come il Centro Comunicazioni."
Bueller cercò di assumere, senza riuscirci, un'aria seria e professionale.
"Dal punto di vista umano, cosa sappiamo? Caytlin, immagino che non sia semplicissimo per te visto che non ricordi chi sei, ma sono sicuro che il tuo sesto senso possa aiutarci lo stesso. Hai notato qualcosa di particolare nelle persone che hai incontrato in quest'ultimo periodo?"
La risiana fece una smorfia e aggrottò maliziosamente le labbra. Gesto che fece saltare un paio di battiti al cuore di Bueller.
"Beh, devo dire che nell'ultimo periodo ho notato diverse persone che non mi sono sembrate mentalmente presenti. Ora se ci ripenso posso vedere notevoli differenze tra noi e le persone che prendevano i mezzi di trasporto la mattina con me. Sempre le stesse persone ci sta, ma sempre gli stessi movimenti meno. Oppure una buona parte degli insegnanti della scuola dove ho insegnato."
Caytlin si mise una mano sulla tempia come per attenuare un dolore.
"A pensarci bene non ricordo di aver mai insegnato realmente a degli allievi. Mi sembravano tutte delle comparse in una storia in cui ero protagonista."
Isabella prese dal tavolo il pannello vegetale che avevano tolto dall'antenna.
"Abbiamo anche dentro di noi degli strani naniti curatori che a prima vista mi sembravano naniti borg, poi ora li troviamo in versione vegetale anche su dei pannelli."
Bueller annuì di nuovo.
"Naniti disattivati in Xyr."
Tutti si voltarono verso Melanne, ma fu Rodriguez a parlare per primo.
"In che senso?"
"Nel senso che mi sono stupita del fatto che le sue ferite non guarivano. Ho preso un piccolo campione del mio sangue e confrontato con quello di Xyr. I miei naniti sono vivi, i suoi decisamente morti. Si vede a occhio nudo senza la necessità di usare strumenti. Quello che mi preoccupa è che il suo fisico non sta reagendo bene a questa cosa. Sembra stia avendo sintomi di avvelenamento."
"Buone notizie mai, vero? Qualche idea del motivo?"
"Il raggio che mi ha colpita."
L'andoriana era appoggiata ad una parete. Non sembrava del tutto in forma, ma non voleva mollare.
"Da quel momento ho cominciato a sentirmi infastidita. Come se il mio sangue fosse pesante. È una sensazione molto strana e fastidiosa."
Bueller alzò gli occhi al cielo.
"Senza sembrare insensibile. Qualche idea sul perchè non l'abbiano uccisa, ma abbiano solo disattivato i naniti?"
Il silenzio scese nella stanza.
"92,12% perchè vogliono renderla inoffensiva, ma non rovinare l'involucro. Mi stupisce anche non abbiamo ancora utilizzato i naniti per identificare dove siamo."
Rest guardò Bueller come ad aspettarsi una successiva domanda da parte del Capitano. Bueller stranamente non la fece.
Poggiò le mani sul tavolo e chiuse un istante gli occhi.
"Non credo sia facile trovare cavie come noi. Siamo materiale genetico di grande valore. Ucciderci vorrebbe dire dover aspettare altri carichi dallo spazio per colmare le perdite e in questo settore non sono tante le navi che transitano e che possono cascare nella loro rete. Ho sempre immaginato potessero sapere dove siamo. Curioso non ci abbiano già fatto visita. Rest, potrebbero non avere le risorse per farlo?"
Il vulcaniano annuì leggermente.
Isabella osservò incuriosita il giovane Capitano della Hope che proseguì nel suo intervento.
"Sfruttiamo questa cosa. Rodriguez, si coordini con Rest e Basta. Con le informazioni in vostro possesso trovi un piano di accesso all'Ospedale. Qualcosa che ci permetta di entrare vivi e di uscirne altrettanto vivi. Su quest'ultima parte gradirei parecchia attenzione."
Paulo fece un gesto come di offesa, ma poi si mise in un angolo a parlottare con Rest e Basta.
Bueller proseguì.
"Dottoressa, Comandante Marquez sarebbe possibile trovare un modo per inibire volontariamente i naniti su qualcuno di noi? Vorrei poter sfruttare un po' di privacy quando entreremo in quell'Ospedale, ma ovviamente evitando di suicidarci."
Marquez sorrise a Graahn e la invitò a uscire con lui dalla stanza.
Bueller si avvicinò a Tucci e Doohan. Gli posò le mani sulle spalle.
"Ho un compito importantissimo per voi. Dobbiamo trovare i mezzi con cui siamo scesi su questo pianeta e renderli pronti per ripartire. Capisco che non vi ricordiate cosa possa essere una navetta spaziale, ma confido nel fatto che appena la vedrete sarete in grado di sapere cosa fare. Luna e Caytlin verranno con voi e vi aiuteranno."
Luna stava sorseggiando l'ennesima birra ascoltando la discussione da distante.
"Hai anche idea di dove possiamo cominciare a cercare una serie di mezzi volanti? Non ho visto cartelli che indicassero qui c'è una nave spaziale, prego accorrete numerosi!"
Bueller sorrise alla sua amica.
"Luna, sicura tu non abbia mai pilotato un razzo spaziale? Nemmeno in una simulazione?"
"Diavolo! Alla Fightertown Base! Mi sono sempre chiesta perchè i comandi su cui mi esercitavo mi fossero così familiari. Sembravo l'unica a capire come usarli. Vuoi dire che ho fatto test su vere navette?"
Bueller prese una piantina dal tavolo.
"Beh, considerando che la Base è l'unico edificio con un hangar qui attorno, che ti sei fatta le ossa pilotando mezzi strani, che per entrare là dentro serve un'autorizzazione di altissimo livello, direi di farci una visita con un occhio diverso da quello che abbiamo utilizzato fino ad ora."
Luna saltò in piedi.
"Figo. Forza team, troviamo un mezzo per tornare a casa!"
Caytlin si avvicinò per sussurrare qualche parola nell'orecchio a Ferris.
"Perchè mi hai mandato con quei tre?"
Bueller avvicinò le labbra all'orecchio della ragazza.
"Ti mando con loro perchè tu impedisca a Luna di uccidere Tucci e forzi Doohan a concentrarsi sul lavoro. In più sarai utilissima per aiutarli ad entrare nella Base."
Xyr si era nel frattempo avvicinata al duo.
Caytlin le sorrise poggiando dolcemente una mano sul suo braccio.
"Vi lascio soli a complottare contro il sistema."
Allontanandosi, la risiana fece scorrere la sua mano lungo l'avambraccio di Xyr fino alla mano dell'andoriana. Le dita si sfiorarono e Xyr sentì un brivido, ma si ricompose immediatamente.
Bueller guardò la scena.
"Questa è nuova... Comunque, Xyr come si sente? Ce la fa a darmi una mano ad uscire da questo casino? Non vorrei essermi perso qualcosa."
"Mi sembra lei abbia tutto sotto controllo... e sinceramente sono un po' stupita dalla cosa. È una situazione normale tra noi?"
Bueller sembrò colpito dalla frase.
"Assolutamente, siamo sempre d'accordo su tutto noi due e mi ha spesso elogiato pubblicamente per le mie capacità. Ovviamente preferisco mantenere un basso profilo, capisce, un po' per un discorso di modestia, un po' per il ruolo."
L'andoriana sollevò un sopracciglio titubante.
"Controllerò al nostro ritorno sulla Hope."
USS Hope - Plancia - 01/08/2396, Ore 21:20
Strauss stava aspettando pensieroso nella sala tattica.
Ormai la sezione scientifica gli aveva dato tutte le informazioni che gli servivano tranne una. L'esatta posizione dei ragazzi.
L'interferenza geomagnetica che impediva il teletrasporto creava interferenze anche sulla reale posizione delle persone.
I sensori non riuscivano a distinguere dove fosse l'equipaggio della Hope, tuttavia erano stati in grado di escludere gran parte del pianeta. Alcune zone erano addirittura sovrappopolate.
Una tempesta elettromagnetica stava affliggendo la zona compresa tra la termosfera e l'exosfera del pianeta impedendo a qualsiasi navetta di potersi avvicinare.
Doveva aspettare che la tempesta finisse e poi far scendere un paio di navette a cercare Bueller e gli altri.
Odiava questa situazione.
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 02/08/2396, Ore 07:58
Bueller e Xyr erano seduti scomodamente dentro un carrello dei vestiti che Basta stava spingendo dentro la lavanderia dell'ospedale.
Ferris si era sottoposto al trattamento per disattivare i naniti sintetizzato dalla Dottoressa Graahn e dal Comandante Marquez.
Nel piano escogitato da Rodriguez per permettere di entrare nei sotterranei, c'erano delle parti lasciate all'improvvisazione. Questo non aveva comunque fermato il team.
C'era stato decisamente poco tempo per imbastire un piano a prova di errore e i dati che avevano erano davvero pochi.
La base del piano comunque era semplice.
Attirare l'attenzione sfruttando l'ovvia possibilità che i naniti funzionassero da tracciatore per i loro carcerieri.
Nel frattempo Xyr, Bueller e Basta si sarebbero introdotti "occultati" all'interno dei sotterranei per carpire tutte le informazioni del caso.
Si erano quindi divisi in 4 gruppi.
Uno composto da Rodriguez, Graahn e Rest che doveva aggirarsi per la città attirando il più possibile l'attenzione.
Un altro con Isabella e Marquez che doveva far saltare un po' di scrivanie negli uffici della Spolecnost Company.
Tucci con Doohan, Luna e Caytlin avrebbero cercato un mezzo per lasciare il pianeta nella Fightertown base.
Poi c'erano appunto Bueller, Xyr e Basta.
Ad ogni saltello sul pavimento i due occupanti il carrello si ritrovavano sempre più scomodi.
"Scusi Xyr. Se sposta un po' la gamba riesco a far riprendere la circolazione al braccio. Così grazie... Idea proprio geniale questa di Rodriguez. Poi perchè quest'odore terribile? Proprio sporchi dovevano essere gli abiti?"
"Ssssttt. Fate silenzio lì dentro. Stiamo per entrare. Quando ve lo dico saltate fuori da sotto e nascondetevi. Tre metri alla vostra destra troverete una delle porte individuate da Rodriguez per entrare."
Basta spinse il carrello dentro una stanza dove altri due inservienti stavano trasferendo gli indumenti sporchi prelevati dall'ospedale.
"Buongiorno. Questi dove li metto?"
Il betazoide nel rivolgersi agli inservienti estrasse dal carrello due camici verdi palesemente macchiati e dall'odore disgustoso.
Gli inservienti indicarono schifati una zona al fondo della stanza.
Basta spinse lì il carrello.
"Ora..."
Bueller e Xyr uscirono goffamente e si nascosero dietro un armadio.
Lentamente Xyr forzò la porta che li avrebbe condotti ai sotterranei. La aprirono ed entrarono.
Nuwe Berria - Fightertown Base - 02/08/2396, Ore 08:08
Luna passò il suo badge sul display della porta di servizio all'ingresso est.
Come previsto non funzionò.
Dovevano passare la recinzione per poter accedere all'hangar e scavalcare non era un'opzione praticabile specie con Tucci.
Si voltò per cercare il gruppo, ma non li vide.
"Che fai, aspetti fuori?"
La voce di Caytlin arrivò dall'interno della recinzione.
"Come..."
Il sorriso disarmante della risiana si accompagnò allo sventolio di un badge.
"Un gentilissimo guardiano mi ha fatto entrare dall'ingresso principale e voleva anche accompagnarmi per un breve tour della base. Ho declinato il tour e Doohan mi ha aiutata a metterlo a nanna. Però il badge me lo sono tenuto."
Luna scosse la testa contrariata e camminò fino all'ingresso principale tenuto aperto da Tucci.
Nuwe Berria - Esi Bhe Della Hospital - 02/08/2396, Ore 08:20
Bueller e Xyr stavano girando da diversi minuti nei corridoi sotterranei. Avevano incontrato numerose pattuglie. Come aveva fatto notare Bueller, la maggior parte delle guardie armate avevano tutte una stranissima somiglianza tra di loro. Come se fossero stati fatti con lo stesso stampo genetico.
Le mappe create con l'aiuto di Rest erano pressochè perfette. Il vulcaniano aveva memorizzato ogni corridoio durante la loro fuga e aveva aiutato Rodriguez a riprodurre su carta il tutto.
Senza grossi problemi avevano escluso zone non interessanti ed evitato diverse ronde.
Si erano concentrati su un paio di aree a sentire Rest di particolare interesse. Il vulcaniano aveva seguito diversi condotti di energia e valutato dove la richiesta poteva essere maggiore.
Bueller si fermò a guardare da dietro un angolo del muro.
"Secondo Rest ci sono il 65% di possibilità che questo corridoio porti ad una sala molto interessante."
"64,36%"
Il Capitano alzò gli occhi al cielo.
"Ora mi comincia anche a correggere su queste cose? Lasciamo perdere. Piuttosto, ci sono due di guardia all'ingresso. Idee su come passare senza farci troppo notare?"
Xyr si guardò intorno.
"Forse ho un'idea. Sopra i condotti di energia c'è dello spazio. Potremmo cercare di arrampicarci e seguendoli piomberemmo quasi sulla testa dei due. Dovremmo essere silenziosi e non lamentarci ad ogni metro."
Ferris guardò verso l'alto. A tre metri da terra dei tubi rossastri seguivano il muro fino a dentro la stanza in fondo al corridoio. Effettivamente sopra i tubi c'era dello spazio per poterci strisciare sopra.
"Lei non se ne ricorda, ma sulla Hope sono famoso per la mia agilità, oltre che per la mia gestione delle situazioni difficili. L'ammiraglio Lennox mi ha scelto a guidare la Hope proprio per la mia integrità e per la mia capacità nel gestire simili azioni."
Xyr lo guardò con aria quasi compassionevole.
"Allora dovrò aggiungere queste sue doti nei file che mando giornalmente all'Ammiraglio."
"Beh quei files sono in effetti da riveder... si ricorda dei files?"
Xyr stava già cercando un appiglio per raggiungere i condotti sul soffitto e rispose a Bueller senza guardarlo direttamente.
"Ho riacquistato la memoria stanotte. Penso che la disattivazione dei naniti, la febbre che mi ha colpito in seguito alla ferita e la coscienza di non essere chi credevo di essere, abbiano sbloccato la situazione. Non ho ancora il 100% dei ricordi, ma ci sto lavorando."
Bueller la rimproverò.
"Quando aveva intenzione di dirmelo?"
"Volevo scoprire fino a che punto potesse rendersi ridicolo... Capitano."
Xyr poggiò un piede su una sporgenza e con uno slancio riuscì ad appendersi ad uno dei condotti e ad issarcisi sopra.
Bueller la seguì.
Silenziosamente riuscirono a portarsi quasi sopra i due guardiani.
I due ufficiali si fissarono per un istante e in contemporanea piombarono in terra.
La sorpresa giocò a loro favore ed ebbero immediatamente la meglio sulle guardie.
Il badge di uno dei due malcapitati li fece entrare.
Lo spettacolo che li accolse li lasciò senza fiato.
La stanza dava l'impressione di una grande serra, molto più grande di quello che si erano immaginati.
Dal soffitto scendevano centinaia di cavi. Ad uno sguardo più attento capirono che quei cavi erano radici.
Si nascosero dietro una paratia per osservare meglio.
Ad una ventina di metri dall'ingresso la maggior parte dei cavi confluiva verso una strana struttura metallica.
Bueller fece cenno a Xyr di seguirlo.
Si avvicinarono, sempre di nascosto, alla struttura.
"Cosa le ricorda?"
Xyr lo osservò attentamente.
"Una navetta borg..."
"Infatti. E quelle radici entrano direttamente nella navetta. Guardi quei contenitori. A me sembra sia lo stesso liquido grigiastro che ci scorre nelle vene."
L'andoriana seguì lo sguardo di Bueller.
"Cosa ci sarà al di là di quei due portoni?"
"Saliamo là sopra. Avremo una visione migliore."
I due si mossero silenziosi.
Attorno alla navetta Xyr notò muoversi due figure. Sembravano analizzare qualcosa. Rallentò per un istante.
I corpi erano ricoperti da qualcosa di rigido.
"Capitano. Laggiù."
Bueller si voltò lentamente ad osservare.
"Sembrano ricoperti di corteccia. Un incrocio tra una pianta ed un essere umano. Mai visto nulla di simile. Proseguiamo. Di qua."
I due ragazzi si trovarono presto sopra una passerella da cui osservare l'impianto per intero.
"Fiuuuu."
Xyr guardò sorpresa Bueller.
"È la sua dettagliata valutazione tecnica?"
Il grosso complesso si estendeva in profondità per diversi piani.
La struttura principale era collegata alla navetta borg. Dal soffitto scendevano migliaia di radici, molte più di quelle che erano riusciti a vedere dall'ingresso.
Container di naniti modificati occupavano un'intera parete a est della struttura.
La parete a nord sembrava invece dedicata allo stoccaggio di qualcosa di strano. Sembravano celle di contenimento con dei corpi inermi all'interno.
A ovest invece c'erano dei laboratori e delle sale operatorie. Da lassù era difficilissimo capire bene di cosa si trattasse.
A presidiare l'area c'erano una trentina di quegli strani esseri.
Xyr fece cenno a Bueller di seguirlo.
Aveva notato una consolle e voleva cercare di capire se era possibile accedere a qualche dato.
"La tecnologia non mi sembra troppo avanzata. È più un qualcosa di vegetale che di artificiale, ma i dati sembrano accessibili."
Bueller le proteggeva le spalle.
"Riesce a copiare qualcosa?"
"Penso di sì. Devo solo trovare qualche supporto su cui trasferire il tutto. Speriamo che quello che è riuscita a recuperare Isabella da uno dei camion sia utile."
L'andoriana estrasse dal suo zaino un contenitore metallico che collegò alla consolle.
"Ci sono diversi schemi interessanti, ma non riconosco completamente la scrittura. Speriamo Tucci sia in grado di codificare il tutto. Mi posso basare su quello che avevo imparato a leggere quando credevamo di essere dirigenti d'azienda."
"Perché lei si ricorda e io no?"
Xyr proseguì senza badare a Bueller.
"A prima vista sembra esistere una sorta di simbiosi tra delle piante e degli esseri di carne. Il tutto facilitato da questi strani naniti. Credo che quella navetta borg abbia invaso il pianeta cercando di assimilarne gli abitanti. Qualcosa però deve essere andato storto. É come se il tipico procedimento borg non abbia funzionato perchè il DNA era già ibrido. Gli abitanti avranno comunque subito enormi perdite. Le piante da sole non potevano sopravvivere e i pochi superstiti hanno escogitato un modo per ottenere carne fresca attirando alieni sul loro pianeta. Vede questo? Sembra un tracciato sinaptico. Forse è il modo con cui ci inoculano le nuove informazioni."
Bueller la guardò stupito.
"Tutto davvero moooolto interessante. Che ne dice di uscire da qui prima che ci piantino in qualche vaso?"
Xyr annuì e staccò il dispositivo.
Scesero dalla passerella e raggiunsero l'uscita. In pochi minuti furono in grado di trovare un accesso sicuro al piano pubblico dell'Ospedale.
Avevano trovato quello per cui erano qui, ma molte domande restavano ancora senza risposta.
All'uscita incontrarono Basta come da accordi e si allontanarono dalla zona.
"Ora non resta che sperare in Luna."
Torna all'indice
08.10 - Frammenti di missione
Autore: Tenente JG Lon Basta
Data Stellare 73585.61, Rapporto del Tenente Rest, ufficiale tattico della U.S.S. Hope in merito alla Fuga da Nuwe Beria - Estratto
I fatti si sono svolti in data stellare 73585.61, presso la capitale del pianeta New Beria.
Partecipanti: Tenente Paul Rodriguez, Tenente Melanne Grahan, Tenente Rest.
Scopo della missione: Inganno e Distrazione
Piano della missione: creazione di azioni di disturbo nel centro di New Beria. Fase 1: attivare azioni della durata di 5 minuti ciascuna intervallate da 10 minuti per raggiungere il nuovo punto d'azione. Fase 2: arrivo delle forze dell'ordine. Alla comparsa delle forze dell'ordine, abbandonare l'azione approfittando della confusione creata nella Fase 1. Lo scopo di tale piano era quello di attirare sufficiente attenzione da parte dei nostri catturatori dal distrarli dalla ricerca degli altri due gruppi.
Tecniche Impiegate:
Messinscena dell'Ostaggio
Attori: Tenente Grahan, tenente Rodriguez,.
Descrizione: Uno dei due attori impersona una persona in fuga, l'altro il suo inseguitore. Lo scopo è quello di testare l'attenzione dei passanti e verificare la velocità di intervento e reazione delle forze dell'ordine.
Tecnica del Cospiratore
Attori: Tenente Rodriguez
Descrizione: Consiste nell'attirare l'attenzione dei passanti mescolando teorie cospirative totalmente inventate alla verità, allo scopo di insinuare il dubbio e attirare l'attenzione di chi non vuole che tale verità sia detta.
Tecnica del Disturbato
Attori: Tenente Rest e tenente Grahan
Descrizione: In questa messinscena uno dei due soggetti si comporta come se le sue facoltà mentali non funzionassero come dovrebbero e l'altro da suo custode. Nella versione impiegata su Nuwe Beria, il tenente Grahan si comportava in base alla falsa personalità che le era stata impiantata attirando l'attenzione dei passanti, lo scrivente fingeva di cercare di calmarla al fine di non attirare l'attenzione.
Impersonificazione del Finto Innocente
Attori: Tenente Rodriguerz
Descrizione: Il soggetto si muove in modo circospetto lungo la strada come qualcuno che cerca di non attirare l'attenzione o è molto spaventato. Se ha a disposizione un apparato di comunicazione, può usarlo per fingere di parlare con qualcuno e farsi sentire mentre afferma di essere nei guai, o di essere in fuga, e di non volersi rivolgere alle forze dell'ordine.
Data Stellare 73597.13, Colloquio Psicologico Tenente Caytlin - Registrazione audio del Consigliere Vensil
"Cosa intende con strana familiarità?"
"Non saprei descriverlo meglio. Eravamo all'interno della navetta nell'hangar della base segreta, ed il tenente Doohan stava discutendo con Luna, mentre Tucci faceva calcoli per aggirare la tempesta elettromagnetica, completamente astratto da loro, quando all'improvviso mi sono resa conto che quanto accadeva aveva un che di famigliare, come se avessi già assistito a scene simili. Eppure, i miei ricordi erano tutt'altro. Da qui, la strana familiarità."
"Perché credi che quel momento sia stato così significativo?"
"Per il fatto che è stato allora che ho accettato finalmente la verità. Fino a quel momento avevo agito d'istinto, ma una parte dentro di me continuava a dirmi che io non ero chi mi dicevano di essere, che la mia vita era su Nuwe Beria, che avrei dovuto fare qualcosa per fermarli."
"Fermarli?"
"Beh, erano chiaramente pazzi. Dentro di me ero probabilmente convinta di non essere di Nuwe Beria, la vita che mi avevano dato era così piatta che in me c'era il forte desiderio di qualcosa di diverso, eppure, nello stesso tempo, mi piaceva insegnare. Non so se sono riuscita a spiegarmi."
"Le analisi hanno confermato che i naniti, oltre a curare, agivano anche sulle emozioni. E' normale che lei abbia provato queste sensazioni, consigliere, la sua forte personalità e i suoi ricordi originari combattevano una battaglia contro qualcosa di artificiale che cercava di convincerla che il suo posto fosse su Nuwe Beria. Pensi a quello che è accaduto agli altri..."
"Intende al tenente Rodriguez?"
"Veramente mi riferivo al signor Doohan, ma continui."
"Oh, quello."
"Ne parleremo dopo, mi dica ora di Rodriguez."
"Beh, il signor Rodriguez è stato quello che ha avuto meno difficoltà di tutti a credere alla verità, probabilmente grazie alla sua capacità di adattarsi alle situazioni e a trarne il meglio possibile. Non so. Fin dall'inizio si è dato da fare per aiutare il gruppo e trovare soluzioni, sembrava che i nostri catturatori..."
"Le piante?"
"La smetta! Le ho chiamate così solo perché ero arrabbiata per quello che sera successo al tenente Doohan, non perché fossero veramente tali!"
"Se non altro ora sorride."
"Prima ero arrabbiata perché lei continuava a punzecchiarmi su questa storia. Comunque, si tratta di un popolo senziente che ha saputo superare un momento difficile come l'assalto di un cubo Borg con grande coraggio. E' stato sbagliato da parte mia chiamarli in quel modo, davvero."
"Stava dicendo di Doohan..."
"Veramente parlavamo di Rodriguez..."
Diario Personale di Lon Basta - 06, Agosto 2396, ore 06:00
Il consigliere Caytlin ritiene che sia terapeutico tenere un diario, questa è la mia prima registrazione. Non lo faccio per lei, è solo che mi è stato ordinato di riposare e non posso continuare a presentarmi in infermeria a chiedere come sta Doohan, per cui ho deciso di aprire finalmente il mio diario personale.
Fine registrazione.
Comunicazione subspaziale criptata - Capitano Strauss - Ammiraglio Lennox. 06 Agosto 2396, ore 17:25
=^=Ho letto il tuo rapporto, come sta il tenente?=^=
"Se la caverà, ha ricevuto un brutto colpo alla testa quando il tenente Jones ha fatto decollare la navetta direttamente dentro l'hangar"
=^=Dentro l'hangar?!=^=
"Ah, quello non c'era nel mio rapporto? Fai finta che non l'abbia detto."
=^=Nicholas...=^=
"La situazione richiedeva un'azione immediata Eveline! Se non fossero decollati immediatamente, tutto il piano sarebbe saltato! Il tenente Jones ha fatto l'unica cosa possibile per salvare tutti. Doohan non ha fatto in tempo a reggersi, succede."
=^=Ha rischiato di morire Nicholas.=^=
"Ma non è successo e si sono salvati proprio grazie ai calcoli che il tenente aveva appena finito di fare con il signor Tucci. E' stato grazie al loro lavoro che sono riusciti ad aggirare la tempesta elettromagnetica e comunicare con noi. Capisco che tu sia contrariata, ma bisogna riconoscere che il tenente Jones è una pilota straordinaria, nessun altro è in grado di cavalcare una tempesta come ha fatto lei. "
Diario Personale di Lon Basta - 06, Agosto 2396, ore 10:00
I naniti non sono più nei nostri organismi. Secondo Melanne non è colpa mia, non posso proteggere tutti e non avrei potuto farlo nemmeno se fossi stato sulla navetta. Melanne ha rischiato di morire sotto i miei occhi. Melanne.
Fine registrazione.
Data stellare 73605.90 - conversazione registrata Infermesia U.S.S. Hope - Tenenti Doohan e Jones
"Ehi, bello, che mi dici?"
"Ho un bernoccolo enorme grazie a te."
"Potevi reggerti."
"Potevi avvertirmi."
"E perdermi il divertimento? Quando mi ricapita di decollare dentro un'hangar?"
"Molto spesso?"
"Si beh, ma quelle sono solo simulazioni."
"Vuoi dire che non l'avevi mai fatto prima?!"
"Nooo, è stato fantastico vero?"
"Non credo di essere stato sufficientemente cosciente da apprezzarlo."
"Non sai divertiti principino."
"Difficile quando sei in coma."
"Beh, avresti potuto evitare di andare a sbattere contro l'unico spigolo presente."
"La prossima volta che cado cercherò di ricordarmelo."
"Vedila in questo modo, la navetta è praticamente integra."
"Hai sovraccaricato il motore."
"Al massimo l'ho eccitato, non sovraccarico nessuno io".
"L'integrità strutturale era gravemente compromessa."
"Rodriguez, Rest e Melanne sarebbero gusci vuoti se non fosse stato per il nostro intervento! Li avevano già catturati! Hai visto che atterraggio ho fatto per prenderli?"
"No. Non c'è una sola linea di quello scafo che è come prima, dovrò lavorarci per ore..."
"Bueller e Xyr e Basta sono stati recuperati quando Tucci ha passato alla Hope i calcoli per aggirare la tempesta!"
"Ti ho parlato dello schermo? Quello che separa la plancia dall'esterno? Era incrinato. In-cri-na-to."
"Le crepe fanno vissuto. Tre giorni da finta fidanzata per permetterti di tenere lontane le arpie?"
"Un mese."
"Una settimana."
"Tre."
"Due e una festa."
"Andata."
Data Stellare 73596.89, Rapporto del Capitano Nicholas Strauss, Capitano U.S.S. Hope sui fatti di Nuwew Beria - Estratto
Difficile spiegare cosa sia successo sul pianeta. Non era disabitato come la Federazione credeva.
I coloni si resero probabilmente conto troppo tardi che le piante, unica forma di vita presente, non erano semplici piante ma creature senzienti. Furono i primi ad essere assimilati, usati come forza lavoro e le loro conoscenze furono utili agli indigeni per sviluppare tecnologie necessarie alla loro precaria sopravvivenza.
La causa di tutto fu la caduta di un cubo borg, chissà quando e chissà come... le radiazioni causate dall'evento avevano provocato danni estensivi riducendo le zone abitabili. La popolazione si era concentrata in esse ed erano evidenti tentativi di bonifica che, a quanto poi ha riferito il signor Tucci, erano oggetto principale delle sue ricerche.
Ritengo che la sottrazione di ufficiali alla Flotta Stellare fosse mirata in parte al loro utilizzo per il recupero del pianeta e in parte all'istinto di sopravvivenza delle "Piante". La cospirazione era la seguente: tutte le volte che era possibile il governo attirava navi della Flotta Stellare e talvolta civili cui a bordo erano presenti individui con le caratteristiche che servivano ai loro scopi ai prigionieri venivano cancellati tutti i ricordi preesistenti ed instillate nuove memorie vicine alla loro vita precedente in modo da rendere più facile la riprogrammazione. L'utilizzo di naniti modificati aveva lo scopo di proteggere i nuovi arrivati dalle radiazioni presenti sul pianeta e, nello stesso tempo, controllarli (in alcune occasioni inducendo un effetto calmante). Chiunque non riuscisse ad adattarsi alla vita su Nuwe Beria o dimostrasse resistenza al trattamento veniva eliminato (vedi i rapporti dei tenenti Rest e Basta).
Non riesco a colpevolizzare i nativi di Nuwe Berria, dopotutto siamo stati noi ad invaderli. I nostri coloni hanno scavato e tagliato alberi per i loro campi agricoli. Per loro non eravamo dissimili dai Borg. Eravamo li per uccidere e distruggere... per quale motivo dovevano chiederci aiuto? E come poi? Avevano bisogno di manodopera e conoscenze tecniche, quindi clonavano le persone che catturavano e ne mandavano indietro una copia, molto meno resistente e con, molto probabilmente, l'ordine di autodistruggersi alla prima occasione per non destare sospetti.
Come detto la tempesta elettromagnetica impediva l'utilizzo del teletrasporto e quindi il recupero degli uomini sul pianeta, ma grazie alla sezione scientifica siamo riusciti a superare il problema della schermatura atmosferica del pianeta e vedere il suo vero aspetto.
Il salvataggio del personale catturato si deve principalmente al lavoro ineccepibile del signor Tucci e del signor Doohan che, con l'apporto del tenente Jones, sono riusciti a requisire una navetta e trovare il modo di aggirare la tempesta elettromagnetica raggiungendo così l'orbita, contattare la Hope e passare loro le informazioni necessarie per recuperare il resto dell'equipaggio. Il tenente Jones, inoltre si è occupata del recupero del gruppo maggiormente in pericolo perché incaricato di attirare l'attenzione su di se: i tenenti Rest, Rodriguez e Grahan stavano per essere catturati quando è arrivata.
Al momento, è in corso l'identificazione di tutte le persone che sono state rapite e, grazie al lavoro dell'equipe medica, si sta procedendo alla neutralizzazione dei naniti e a restituire la memoria a coloro sui quali è ancora possibile intervenire. Si consiglia la costituzione di un'equipe di assistenza psicologica per aiutare il loro reintegro nella società. Si consiglia inoltre un periodo di controllo per assicurarsi che non vi siano ulteriori ricadute.
E Nuwe Beria? Non so cosa accadrà adesso. La Flotta Stellare cercherà di mettersi in contatto con questi esseri, cercando poi di aiutarli in ogni modo possibile. Ma se non ci riusciamo? Sono talmente diversi da noi da non avere modo di comunicare direttamente, ed i cloni sembrano non avere idea di essere dei semplici costrutti.
Per il momento l'Ammiragliato ha imposto un divieto di atterraggio sul pianeta tramite boe in orbita. Vedremo in futuro cosa riusciremo a fare.
U.S.S. Hope - Sala Mensa - 12 Agosto 2396, ore 02:00
"Ancora in piedi, Signor Bueller?"
"Xyr."
L'andoriana si sedette di fronte all'umano posando la tazza sul tavolino, per qualche istante studiò il liquido gelato al suo interno poi seguì lo sguardo di Bueller fino alla figura seduta al bancone.
"Credevo che il signor Tucci non amasse i luoghi troppo frequentati."
"Sembra che la combinazione dei turni della Hope renda quest'ora la migliore per riuscire a passare dal bar senza avere troppa folla attorno," rispose il capitano per poi aggiungere con un sorrisetto, "gliel'ho chiesto."
"Non sembra però che il capitano Strauss lo disturbi," rispose l'andoriana osservando il barista chiacchierare con l'ufficiale scientifico.
"In effetti no, forse il suo incessante parlare è la dose giornaliera di cui Tucci ha bisogno per non isolarsi del tutto, Il suo momento di umanità."
"Uhm," commentò Xyr bevendo un sorso dalla sua tazza, "e lei? Credevo fosse da qualche parte a festeggiare il successo della missione."
"Strauss li ha definiti delle sanguisughe." Commentò Bueller invece di rispondere, "perché si nutrivano della linfa vitale di altri per sopravvivere, sa."
"So cosa sono le sanguisughe," ribatté acida Xyr al tono dottorale assunto dall'altro. Studiò il viso di Bueller per qualche secondo prima di chiedere, "Ma?"
"Ma," Bueller finalmente si decise a girarsi a guardarla, "come si fa a condannare un popolo che fa di tutto per sopravvivere? Hanno sconfitto un cubo borg! E il prezzo che hanno dovuto pagare per farlo è stato altissimo, Nuwe Beria è quasi al collasso. Che cosa avrebbe fatto lei al loro posto?"
"Avrei chiesto aiuto alla Federazione, invece di strappare persone alle loro vite riscrivendone i ricordi, oppure, se non ci riuscivano, ucciderle." rispose in tono deciso Xyr, "Quelle persone avevano famiglie, amici, parenti Bueller. Certe scelte si pagano."
"Credo lo sapessero Xyr."
"Ne dubito." Ribattè secca l'andoriana finendo la sua bevanda. "Non provo pietà per chi non rinuncia all'orgoglio."
Torna all'indice
FINE MISSIONE