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USS HOPE - MISSIONE 12 RSS USS HOPE - Missione 12

12.07 " A new Hope "

di Caytlin , Pubblicato il 28-01-2019

SOL III - Comando della Flotta Stellare - Ufficio Contrammiraglio Lennox - 26/04/2397, ore 8:22


La Lennox stava nuovamente discutendo con i parigrado Crom e Maelstrom sul caso Hope. Aveva preteso che entrambi i colleghi fossero presenti a quella imminente riunione per consentire a Bueller ed ai suoi ufficiali di comprendere appieno l'operato dell'Ammiragliato.

Crom, come responsabile addetto agli approvvigionamenti, aveva dovuto dar fondo a molte energie per permettere un supporto continuo alla USS Hope.

Certo, quell'equipaggio si era sempre riuscito a districare da solo nei problemi che aveva contribuito a creare, ma il Denobulano aveva messo in atto una rete di sostegno in grado di fornire assistenza alle attività dei cadetti, prima, e dei giovani ufficiali, poi.

La USS Ammard, al netto dell'incapacità del non troppo rimpianto Capitano, era l'emblema di quella scorta silenziosa che aveva vigilato e protetto alcune delle più giovani e promettenti nuove leve che l'Accademia avesse sfornato negli anni più recenti.

La necessità, palesata dall'alieno, di avere tutti i suoi ospiti il più possibile vicini e, comunque, mai oltre un sistema di lontananza, aveva comportato una complessa attività sotterranea di vigilanza ed aiuto.

Ciò che, però, era sembrata a tutti come un'ottima mossa per aiutare Bueller ed i suoi a sopravvivere, poteva essere facilmente letta, in senso contrario ed opposto, come una totale mancanza di fiducia nei loro confronti che, a sua volta, poteva minare ancor di più l'umore già pessimo dell'equipaggio della USS Hope.

Il perché non fosse dei migliori era facile immaginarlo: era indubbio che ognuno si fosse posto forti domande sulle proprie reali capacità.

Scoprire di non avere un completo proprio libero arbitrio, di essere posseduti da un'entità aliena i cui fini potevano non essere così limpidi come sembrava, di essere stati ingannati anche da coloro i quali dovevano tutelarli e difenderli... era palese come potesse aver destabilizzato l'ambiente a bordo.

La scoperta della verità aveva disintegrato ciò che faticosamente avevano costruito: l'insicurezza si rifletteva senza dubbio non solo sulla coesione dell'equipaggio, ma anche attraverso profonde variazioni dei comportamenti abituali.

La consueta faccia tosta di Bueller e la sua innata abilità a disobbedire agli ordini, pur mascherando tale tendenza sotto inappuntabili motivazioni in grado di mantenerlo un gradino più in basso delle violazioni regolamentari più gravi, erano sfociate in aperta insubordinazione.

Aveva imposto alla sua unità un rientro sulla Terra, senza attendere disposizioni o autorizzazioni in merito, e troncando ogni qualsivoglia trasmissione con il Comando di Flotta.

Un atteggiamento che, in ambito normale, avrebbe fatto drizzare le antenne al Tenente Xyr, con conseguenze immediate.

Insolitamente, invece, gli oltre quattromila rapporti dell'Andoriana si erano fermati: tutto ciò che la Facente Funzione di Primo Ufficiale aveva immancabilmente sottolineato in quegli anni come non consono, incorretto, non funzionale, inadeguato, non confacente, si era ora tramutato in un silenzio assordante del tutto stupefacente.

Lo stesso Strauss si era allineato a quel silenzio: il rapporto di affetto che legava lei e Nicholas era stato messo a dura prova da quell'inaspettata presenza. Come se ciò non bastasse, il suo essere paranoico era stato aggravato in maniera esponenziale dalla scoperta di un'entità aliena in grado di generare puro terrore nello sgradito, ma momentaneamente amichevole, ospite.

Le tempistiche della permanenza di quest'ultimo dentro i loro corpi, per permetterne la cura, erano state calcolate in via ipotetica... poteva ancora perdurare un anno, forse due... cosa sarebbe successo dopo?

L'arrivo di una potenziale nemesi aggressiva, infestante e apparentemente letale, era stato da poco provvisoriamente scongiurato, ma quanto sarebbe durato?

Erano realmente riusciti a debellarne la presenza o avrebbe trovato altri modi per tornare e sfidare l'alieno ospite, mettendo in pericolo la vita di duecento giovani ufficiali?

Non era dato saperlo, ma era stata la causa scatenante di quella situazione: senza di essa, la verità sarebbe rimasta sopita il tempo necessario per curare tutti gli elementi della USS Hope permettendo loro di riprendere in mano consapevolmente le proprie vite.

Invece, la Lennox si era trovata costretta a raccontare loro la cruda realtà dei fatti... era l'unico modo per aiutarli, ma, al momento, li aveva persi... non avevano più alcuna fiducia in lei o in nessuno del Comando di Flotta.

Non ne aveva la controprova, ma aveva perso l'appoggio anche dell'ultima degli ufficiali superiori della Hope su cui pensava di fare affidamento, ossia la Risiana Caytlin.

La Consigliera di bordo era sempre stata anomala, il suo voler apparire sciocca faceva a pugni con la sua essenza intuitiva, il suo puntare sulla bellezza esteriore non poteva nasconderne la profondità interiore, era sempre stata l'anima dell'equipaggio... colei cui, per motivi spesso non professionali, tutti si aggrappavano.

La bomba che la Lennox aveva sganciato sulla USS Hope aveva investito pienamente anche Caytlin: l'ultima comunicazione che avevano avuto era stata pessima.

In tutto il non verbale della Risiana, la Lennox aveva potuto percepire rabbia, delusione, sconcerto, umiliazione...

Probabilmente permeava e resisteva quell'incrollabile capacità di quel popolo nel cercare il lato positivo delle cose, di spronare a migliorarsi, la volontà di trovare il modo per godersi la vita pur non trascurando i propri doveri... ma le dava l'idea di una fiammella debole, circondata da forze oscure preponderanti.

Alla Lennox venne in mente Forte Alamo... quell'episodio storico vecchio di secoli eppure fondante per la cultura terrestre del continente Nord Americano.

Un pugno di volontari e soldati irregolari aveva resistito in un piccolo fortino all'attacco di migliaia di militari addestrati. Avevano perso, ma il loro eroismo aveva permesso di fermare l'invasione.

L'aura più profonda della Risiana le era apparsa come rinchiusa ad Alamo circondata dalla cruda realtà dei fatti, oppressa da sentimenti contrastanti, suoi e di tutto l'equipaggio, cui non sapeva se era in grado di far fronte.

La Lennox l'aveva quasi supplicata di tenerla aggiornata: non se la sentiva di darle ordini dopo che l'aveva così tradita, anche se lo aveva fatto per il loro bene.

Non era servito a nulla: tutti i rapporti sull'integrità psicoattitudinale dei vari membri a bordo della nave si erano interrotti.

La Consigliera di Bordo ed il suo staff avevano del tutto rifiutato di inviarle aggiornamenti sulla salute mentale dell'equipaggio.

Per farla breve, le uniche notizie che il Comando di Flotta aveva della Hope, dopo il suo ultimo scontro, erano indirette e dovute, appunto, all'infaticabile sistema protettivo messo in campo dal Contrammiraglio Crom.

Se da un lato, ciò era un bene, dall'altro era una cosa pessima: mentre la USS Hope tornava a casa, le voci erano circolate... su ciò che erano stati capaci di fare... su ciò che erano... sulla loro situazione...

Il Contrammiraglio Maelstrom sosteneva come la segretezza, che aveva avvolto l'intero progetto sin dalle sue origini, avesse subito una falla... non vi erano stati ancora spifferi alla stampa o agli organi di informazione, ma sussurri, dicerie, blaterazioni varie si moltiplicavano.

Qualche Capitano ne era stato informato, altri lo avevano saputo, altri ancora lo avrebbero scoperto presto.

Erano stati tutti invitati al massimo riserbo, ma la voce rischiava di diventare incontrollabile. Se fosse divenuta di pubblico dominio, la Flotta Stellare avrebbe dovuto dare pubbliche spiegazioni, probabilmente sarebbero cadute delle teste.

La Lennox sentiva che la sua era una di quelle, proprio lei che non era mai stata una grande fautrice del progetto Hope. Vi ci era stata costretta, presa fra due fuochi, da un lato le pressioni ricevute ed un incarico mai troppo amato e, dall'altro lato, la consapevolezza che quel progetto poteva servire realmente a non perdere del capitale umano preziosissimo.

Quelle ragazze e quei ragazzi, ognuno per qualche caratteristica predominante, era quanto di meglio era uscito dall'Accademia nell'anno 2394.

La sorte, il destino, la sfortuna... qualunque cosa fosse che muoveva le loro vite, li aveva portati a scontrarsi con quell'alieno.

Quell'incontro non voluto, a sua volta, aveva permesso loro, e solo a loro, di essere in grado di accorgersi dell'entità aliena nemesi del primo, probabilmente in grado di invadere l'intero universo con una facilità disarmante.

Per fare un paragone, al confronto, i Borg erano stati un banale piccolo meteorite incontrato sulla propria rotta.

Eppure l'equipaggio che lei tanto aveva protetto, prendendosela con loro quando riuscivano a mettersi nei guai anche nelle missioni più tranquille, stava diventando un problema: l'essere fuori controllo, non voler collaborare, il rischio concreto che avessero informato famigliari e amici troppo chiacchieroni o apprensivi, metteva tutti loro ancor più in pericolo.

Qualche parente con amicizie poco raccomandabili o, al contrario, con contatti troppo potenti... qualche scienziato disponibile a fare esperimenti o ad usarli come cavie, medici senza scrupoli o animati da intenti rivoluzionari, per non parlare dei Servizi di Intelligence della Flotta stessa o di qualche divisione deviata come la famigerata e mai appurata Sezione 31.

Bueller ed i suoi compagni dovevano capire che la Lennox, Crom e Maelstrom, ossia il trittico di Ammiragli presenti in quella sala, erano i loro principali alleati e protettori, non avversari da combattere.

Impegnati a discutere fra loro, non si accorsero del leggero ronzio della porta che si apriva, così come quasi non si stavano accorgendo che non erano più soli.

Furono le urla di uno degli attendenti della Lennox a richiamare la loro attenzione

"Uno le dice che non può entrare, ma no... qua orecchie a punta fa come vuole! E certo lei è Vulcaniana, ha la sua logica, ma non ci sente... ha le orecchie piene di cerume? O è così fuori dal mondo da non comprendere la frase banale che non si può entrare? E' in corso una riunione e v'è l'ordine tassativo non di non far passare nessuno?? Ma no! Questa alza mezzo sopracciglio e la mano e può passare! Ci manca solo che mi dica che non sono i cyborg che state cercando, ma per chi mi ha preso? Contrammiraglio o no io le rifaccio i connotati!"

Prima ancora che Evelin Lennox potesse fermare il suo attendente, la neo entrata T'Li figlia di Vorak abbozzò un mezzo sorriso, niente più che un leggero incresparsi delle labbra, prima di voltarsi ad affrontare il Tellarite

"Guardiamarina Barc, nato a Tellar in data stellare 41538.25, ossia il 16 luglio 2364, mai promosso dal grado di diploma in Accademia per l'incredibile capacità a generare risse e occasioni di scontri fisici, sbarcato da ben quattro unità della Flotta Stellare per inidoneità a fare team, le posso garantire che, in caso di attacco fisico da parte sua, finirebbe sul pavimento del corridoio da cui siamo entrati in meno di cinque secondi... 4,87 per l'esattezza... a nulla le servirebbe la sua altezza di un metro e settantatre centimetri, la folta barba che tanto porta con orgoglio e tutto il suo smisurato ego oltre alle proverbiali zampate dure come badilate... le rinnovo l'invito a tornare alla sua postazione e di non curarsi di me, come le ho detto poco fa"

L'attendente della Lennox si mantenne ad una spanna dalla Contrammiraglia T'Li, l'atteggiamento fisico non era cambiato, ma nei suoi occhi si percepiva il dubbio ed il dilemma... quella Vulcaniana sapeva praticamente tutto di lui e, probabilmente, poteva anche essere in grado di fare concretamente quello che aveva affermato in caso di scontro fisico.

Lui, però, aveva ricevuto un ordine perentorio dal suo capo e non avrebbe mollato la lotta tanto facilmente.

Prima che potesse fare qualcosa di stupido, il Tellarite udì il richiamo della Lennox

"Va bene così Barc, la collega può restare... informami quando arrivano Bueller e gli altri ufficiali superiori della USS Hope"

Il Tellarite grugnì, mormorò una serie di insulti intellegibili che fecero sorridere Maelstrom e Crom sotto i baffi, ma, alla fine, annuì in senso di assenso.

Stava per andarsene, quando sentì un tocco delicato, ma fermo sulla spalla sinistra.

"Sono venuta per questo... la USS Hope è in orbita geosincrona con SOL III, ma non vi è nessuno a bordo... nemmeno l'equipaggio base per le operazioni di routine. Risultano molteplici tracce di teletrasporto, ma la nave è sguarnita. Il controllo volo ha inviato in ricognizione una squadra di sicurezza, la situazione è tranquilla... nessuna anomalia... ma, ripeto, nessuno a bordo"

"Avevano un appuntamento con me... li ho sentiti quindici minuti fa"

"E' quello che risulta dal piano di volo e dalla penultima comunicazione del Primo Ufficiale della USS Hope, il Tenente Bueller"

"Penultima?" domandò Crom

"Esatto, l'ultima è stato l'ordine di abbandono nave dato dal Capitano Strauss"

"Nicholas? Non è possibile, mi avrebbe avvertita" esclamò stupita la Lennox

"E' successo qualcosa? Un pericolo imminente?" chiese Maelstrom

"Niente di tutto ciò"

"L'abbandono immotivato di una nave della Flotta è una grave violazione, si finisce sotto corte marziale... non è possibile!"

"Sono conscia della situazione... per quello, non appena ho saputo dell'anomalia, vi ho informati"

"Chi sa della cosa?"

"I colleghi del controllo volo. Il loro responsabile ha dato ordine di mantenere tutto sotto seclar, ha dato disposizioni a riguardo... le squadre di sicurezza e di ingegneri oltre ai piloti impegnati nella gestione ordinaria della USS Hope in orbita sono tenuti al silenzio..."

"E posso chiedere come mai la notizia la so da te T'Li?"

"Il problema dei cadetti del 2394, in un numero stimato fra i centocinquanta ed i duecento, lo conosco bene Evelin, insegno all'Accademia e questa anomalia l'ho avvallata e tentato di proteggerla. Il controllo volo ha informato, seguendo i canali ordinari, il nostro collega Often che, come sapete, è uno dei referenti per le possibili minacce interne alla sicurezza. E Steven mi ha fatto la gentilezza di avvisarmi, delegandomi l'onere di coordinare la cosa e tenerlo informato nel massimo riserbo. Nessuno ha l'interesse che un fatto del genere trapeli all'esterno. Una nave abbandonata senza motivo non è un biglietto da visita che la Flotta Stellare ha piacere che venga adoperato"

"Uhm ok... cosa suggerisci di fare?"

"La stessa cosa che pensate voi, non è difficile tracciare i teletrasporti. Possono essersi divisi, ma è logico ponderare che vi stiano aspettando. Ritengo, con buona approssimazione, che siano in un punto preciso, raggruppati, o, per lo meno, lo sono gli ufficiali superiori"

"Concordo" intervenne Maelstrom "dopotutto sparendo e cercando attivamente di far perdere le loro tracce, rischiano tutti, dal primo all'ultimo, un'accusa di diserzione e per quello sono perseguibili e punibili... è più probabile che sia una mossa diretta e finalizzata a noi tre"



SOL III - Mount Rushmore National Memorial - 26/04/2397, ore 15.38
Dopo ore di ricerche, non potendo mettere in allarme ulteriormente altri colleghi, alla fine, il Denobulano Crom aveva annunciato trionfante che la totalità dell'equipaggio della USS Hope era stato ritrovato.

Come supposto, si erano radunati tutti in un unico luogo: il parco di fronte al Mount Rushmore National Memorial.

Erano suddivisi in gruppetti di massimo quattro o cinque persone, con ogni probabilità si stavano confondendo assieme alla moltitudine di visitatori che ogni giorno visitava quell'attrazione vecchia di secoli.

Su uno dei versanti del Monte Rushmore, infatti, erano scolpite le sembianze di cinque dei più memorabili Presidenti degli Stati Uniti d'America.

Originariamente, ossia attorno alla prima metà del ventesimo secolo, ne erano state scavate, nel granito della montagna, soltanto quattro: Abramo Lincoln, Theodore Roosevelt, Thomas Jefferson e George Washington.

Ad un certo punto, prima del 2287, si decise di aggiungere l'immagine della prima Presidente donna afroamericana, ossia Sarah Susan Eckert, subito alla sinistra dell'effigie dedicata a George Washington.

Un luogo denso di richiami storici... un riferimento, nemmeno troppo velato, a personalità del passato che si erano dimostrate degne di fiducia e di rispetto su cui fare completo affidamento.

L'esatto contrario dei tre Contrammiragli ritenuti, con ogni verosimiglianza, dall'equipaggio della Hope come i maggiori responsabili della carenza di fiducia nei loro confronti.

Non che a Crom o a Maelstrom potessero addebitare particolari colpe, ma la palese mancanza di rispetto nelle decisioni del Comando si era evidentemente estesa a tutti i membri di grado elevato appartenenti alla Flotta Stellare.

Vista l'assenza di comunicazioni relative alla presenza di duecento ufficiali ai piedi del Monte Rushmore, la Lennox aveva optato per recarsi in loco in abiti civili come un trio di novelli campeggiatori.

Se lei e Rick Maelstrom potevano passare sufficientemente inosservati, la presenza di un Denobulano in carne ed ossa aveva interessato molti bambini di passaggio ed alimentato la loro curiosità.

Quel vociare divertito per poter vedere di persona, in carne ed ossa, un appartenente ad una specie, per quell'età, soltanto studiata sugli olo libri di scuola, fu come il classico allarme che partiva nel momento più inopportuno.

Nel giro di dieci minuti, ogni membro della USS Hope era stato informato che la Lennox stava arrivando... che l'ora delle spiegazioni era giunta... avrebbero rischiato tutti la corte marziale? O sarebbe stato il Comando a doversi scusare?

L'ansia non era poca, anche se il Capitano Strauss aveva rassicurato tutti che la decisione di abbandonare la nave era stata sua e loro avevano solo obbedito agli ordini.

L'ansia era covata anche dalla Lennox... come poteva evitare che quel pasticcio le scoppiasse in mano come una bomba ad orologeria il cui timer stava pericolosamente arrivando allo zero?

Ad un certo punto, Evelin si accorse di essersi persa anche Rick Maelstrom... il volpone aveva approfittato di una sua disattenzione per darsela a gambe... anche se si sarebbe giustificato in seguito sostenendo di essere andato a dar man forte al povero Crom.

La Lennox scrollò le spalle e continuò sul sentiero secondario, allontanandosi da quello più battuto dai turisti. Sapeva che l'equipaggio della Hope, che aveva imparato a considerare come i suoi ragazzi, si era accampati lungo il crinale opposto a quello generalmente percorso dai visitatori di giornata.

Percorse altri trecento metri, lentamente, avanzando in salita.

Man mano che si avvicinava, poteva percepire le loro auree...

Ve n'erano alcune bianche... non più di cinque... appartenevano a coloro che erano talmente terrorizzati dalle possibili conseguenze del loro ammutinamento da perdere ogni colore.

Molte, al contrario, erano nere... i suoi sensi Betazoidi, per quanto enormemente sollecitati, non potevano darne un conto esatto, ma stimava che una quarantina di giovani fossero molto pessimisti per la loro situazione, senza speranze, al punto che non vedevano nessun colore nel loro orizzonte, nessuna via d'uscita alla presenza dell'alleno nei loro corpi e nelle loro menti.

Altre auree, non più di venti, emanavano un verde caratteristico dell'invidia... non la odiavano per le menzogne che aveva detto loro, ma la invidiavano per essere lei libera e loro prigionieri di quell'assurda situazione.

Il grosso dei suoi ragazzi, una cinquantina, invece, irradiava il rosso... un rosso rabbioso... erano molto arrabbiati con lei, con quell'assurda presenza nei loro corpi, per essere impossibilitati a scegliere di testa propria cosa fare delle proprie esistenze... erano puro fuoco che ardeva sotto la superficie.

Un altro numero non indifferente, non meno di una trentina, diffondeva un'aura blu... tipica della paura, della fifa, nell'oscurità indefinita di un futuro tutto da decifrare, tutto li spaventava.

Escludendo i Vulcaniani, solo in cinque emanavano auree non così oppositive: Strauss, Bueller, Caytlin, la Jones e Rodriguez.

Gli ultimi due emettevano una multi cromia la cui prevalenza però esprimeva indifferenza, non preoccupazione, la presenza dell'ospite non era considerata come un pericolo, ma come un'opportunità di crescita ed uno stimolo, pur non mancando rabbia ed insofferenza per il modo che erano stati trattati tutti quanti.

I primi tre avevano tonalità cangianti, su cui spesso faceva capolino il rosa, in varie gradazioni.

Nicholas emanava affetto nei confronti di Evelin: sapeva di averla fatta grossa, ma il suo non verbale trasmetteva tranquillità. Era consapevole che non potevano incorrere nella Corte Marziale se il Comando non voleva che venisse resa pubblica la questione alla base dell'intero progetto Hope.

Erano venuti lì per trattare e così avrebbero fatto.

Bueller emanava ottimismo, qualunque cosa avesse avuto in mente, sapeva che la Lennox difficilmente avrebbe potuto ergere una barricata su tutta la linea. Era stato tradito, profondamente umiliato, ma quell'esperienza lo aveva fatto crescere e non si sarebbe fermato per nulla al mondo...

Caytlin emanava più puramente l'aurea rosacea rispetto agli altri due: amorevolezza, ottimismo, fiducia... erano presenti anche tutte le altre tonalità: dal nero, al bianco, dal verde al rosso, passando attraverso il blu... ma tutti quei colori erano gli assedianti... dentro l'anima della Risiana resisteva Fort Alamo.

La Lennox, per la prima volta da giorni, si sentì sollevata.



SOL III - Comando di Flotta - Ufficio Contrammiraglio Lennox - 22/10/2398, ore 09.27


"E' ora di avviare il progetto New Hope... potete procedere con l'estrazione dell'ospite"

=^=Ricevuto=^=

Evelin Lennox chiuse quella chiamata proveniente da Parigi.

Era passato un anno e mezzo dall'accordo sancito con l'equipaggio della USS Hope ai piedi del Monte Rushmore.

La prima bozza informale era dovuta passare al vaglio di una commissione ristretta ed attendere il via libera dal Presidente stesso della Federazione... l'identica persona che ora le aveva dato l'ordine imperativo di richiamare tutti ai propri doveri.

Non che Bueller ed i suoi avessero trasgredito l'accordo: nessuno di loro si era mosso dalla Terra, nessuno di loro aveva detto più del dovuto di quanto stavano passando a parenti e amici, tutti si erano sottoposti a sedute con un ristretto team di Consiglieri e psicologi e tutti avevano trovato l'occupazione migliore per passare quell'anno di franchigia.

Dai primi di giugno del 2397 alla fine di settembre avevano beneficiato di un periodo di vacanza.

Nessuna imposizione, tranne quella di non abbandonare il pianeta o rivelare la verità, era stata loro imposta. Ognuno di loro aveva potuto sfogare le proprie emozioni predominanti nel modo ritenuto migliore da ciascuno...

Ciò aveva comportato, nuovamente, grandi attività da parte del Contrammiraglio Crom... certi comportamenti avrebbero potuto avere conseguenze dannose senza la vigilanza del Denobulano.

Terminato il periodo di vacanza, ad ognuno era stata proposta una triplice scelta di assegnazione temporanea: dovevano prendere la decisione che ritenevano più opportuna per trascorrere quell'anno sabbatico.

Luna Jones aveva optato per l'Accademia: istruttrice di volo amatissima dai cadetti per via delle sue rocambolesche tecniche al timone, aveva anche fatto strage di cuori e ciò l'aveva rimessa a nuovo. La situazione le piaceva, ma aveva un dannato bisogno di tornare al vero pilotaggio di una nave stellare. Ne aveva una ottima che la stava aspettando, non appena fosse stata richiamata, avrebbe firmato di corsa pur di riprendere la guida della USS Hope.

Edison Ray Tucci aveva scelto uno dei centri di ricerca più avanzati che c'erano sulla Terra: si era immerso in calcoli teorici, matematica pura, aveva. Inconsapevolmente o meno, aiutato decine di colleghi a trovare soluzioni ai loro dilemmi scientifici. Continuava a vivere in un mondo tutto suo, ma era benvoluto da tutti proprio per via di questa disponibilità ad aiutare, senza gelosie, sul lavoro elaborato. Tutto ciò lo aveva rigenerato, come confermato dagli psicologi a suo supporto, ma gli mancavano le reali amicizie, quelle che aveva sviluppato sulla USS Hope.

James Doohan lavorava presso uno dei cantieri navali della Flotta. Aveva scelto di prender parte ad un team di ingegneri Tellariti... al loro interno vi era solo una donna, ma non si distingueva dagli esemplari maschili. Ciò, a James, piaceva nel profondo: poteva dedicarsi solo all'amata meccanica senza doversi guardare le spalle dall'abituale nugolo di donzelle infatuate. Nello stesso tempo, però, proprio come Luna, anche lui stava iniziando a manifestare insofferenza e desiderio nel tornare ad occuparsi dei motori di una nave nel bel mezzo della navigazione: avrebbe firmato volentieri per ritornare il prima possibile a bordo della USS Hope.

Paulo Rodriguez aveva scelto di essere assegnato presso la sezione approvvigionamenti della Flotta. In quell'anno e mezzo si erano decuplicate le richieste di intervento, la movimentazione all'interno dei magazzini si era come centuplicata, ma non v'era Capo Operazioni che non fosse pienamente soddisfatto del suo lavoro. Certo, negli ultimi tempi, Paulo aveva dei problemi a mantenere i sei magazzini che aveva preso in affitto in un giro non propriamente pulito di ogni sorta di ben di Dio. Motivo per cui, anche lui, non vedeva l'ora di tornare sulla USS Hope per poter finalmente piazzare parte della mercanzia che tanto abilmente aveva accantonato.

Melanne Graahn aveva preferito lavorare presso il Sacred Heart Hospital di San Francisco. Aveva selezionato come meta il pronto soccorso: lei non temeva turni massacranti, ma li ambiva. A detta di tutti, era forse una delle migliori dottoresse mai avute in quel reparto. Non era antipatica, era metodica, ma non perdeva la calma in caso di imprevisti, cercava sempre la soluzione migliore puntando sul lavoro di equipe e non su colpi di testa personali. I primi mesi al Sacred Heart erano stati per lei un autentico toccasana per non pensare continuamente a Lon Basta negli ultimi, invece, bramava le occasioni di incontro con gli psicologi giusto per poterlo incrociare, vedere e parlare. Con lui aveva accennato che sarebbe tornata volentieri a bordo della USS Hope per condividere assieme una nuova missione.

Rest aveva scelto di essere assegnato presso l'Ambasciata Vulcaniana sulla Terra, in realtà niente di meno che un'istituzione di alta rappresentanza facendo parte Vulcano della Federazione. Il continuo contatto con i suoi simili aveva, da un lato, rilassato il giovane Vulcaniano, dall'altro aveva acuito quel senso di malessere che già percepiva in presenza del padre. Lui amava la logica, adorava la logica, bramava la logica, tutto era logica e la logica era tutto. Ma il padre gli aveva negato anche quel minimo di affetto che, a modo loro, ogni genitore Vulcaniano riversava nei figli. Aveva bisogno di tornare a fungere da punto fermo e logico all'interno di una struttura illogica come la USS Hope.

Lon Basta lo aveva seguito. Pur essendo i due non molto dissimili da un cane ed un gatto che litigano, al Betazoide serviva assentarsi da quella moltitudine emozionale che lo aveva devastato dopo la scoperta dell'alieno. Oltre al fatto che doveva trovare un posto in cui poter non pensare continuamente a Melanne. Non ci era riuscito, in un anno non era uscito con nessuna donna, nemmeno per una cena, pensava solo alla bella dottoressa. La logica Vulcaniana lo aveva, però, aiutato a comprendere perché lei fosse profondamente offesa con lui e bramava di tornare sulla USS Hope per poterle dimostrare di aver compreso il suo affetto coi fatti e non soltanto a parole.

Xyr aveva richiesto di essere assegnata presso l'evoluzione del JAG nella Flotta Stellare. Lo studio dei regolamenti, l'attenzione riposta sulle inesattezze, sulle intemperanze, sugli errori commessi sulle varie navi le permetteva di mantenere la mente concentrata... di comprendere comportamenti, di studiare modi di approcciarsi ai problemi disciplinari, imparando qualche trucco utile a contrastare le marachelle di Rodriguez e, allo stesso tempo, di rivalutare molte delle annotazioni che aveva inviato alla Lennox nei primi anni a bordo della USS Hope. Bueller era pur sempre Bueller, ma molte cose che a lei sembravano irregolarità gravissime, aveva imparato a capire che non lo erano... erano meccanismi di autodifesa che ogni membro di qualsiasi equipaggio metteva in atto per affrontare lo stress della vita a bordo di una nave stellare. Col passare dei mesi, Xyr si rese conto che le mancava essere a bordo della USS Hope, le mancava non far a meno di notare le inefficienze altrui e, soprattutto, che le mancavano i suoi compagni di avventura.

Bueller aveva trascorso quell'anno presso l'ufficio della Lennox. Era stata una sua scelta, non ricompresa fra quelle a lui proposte, ma Evelin aveva acconsentito. Gli aveva affiancato il Guardiamarina Barc e ciò aveva letteralmente sfiancato a più riprese il giovane umano. Ciò nonostante, l'obiettivo prefissatosi dalla Lennox era stato raggiunto. Convivere con lo scontroso Tellarite aveva immancabilmente fatto notare a Bueller l'importanza non solo di creare un buon team affiatato, ma che essere un buon Capitano voleva dire condividere con i propri uomini non solo le gioie, ma anche i periodi bui. Fu così che Ferris iniziò a non perdere nessuna delle sedute di gruppo con gli psicologi... quale che fosse il gruppo di lavoro chiamato ad esternare i propri stati d'animo, Ferris era presente. Ciò gli aveva permesso di rinsaldare la mai cessata consapevolezza di avere uno dei migliori equipaggi della Flotta e non vedeva l'ora di ritornare a bordo della sua amatissima USS Hope.

A Caytlin, la Lennox aveva praticamente concesso carta bianca. Era stata inserita in decine di commissioni di psicologi chiamate a valutare cadetti, a riabilitare personale colpito da qualche evento traumatico e via dicendo. Erano tutte occasioni per apprendere, imparare, accrescersi personalmente e professionalmente, senza avere il peso della responsabilità unica di decidere della vita altrui. Il resto del tempo, la Risiana aveva deciso di passarlo presso una delle strutture della Flotta che si occupava dei figli di ufficiali impegnati lontani da casa. Una sorta di asilo, in cui la gioia e la spensieratezza dei bambini erano contagiosi. A partire da metà ottobre, poi, aveva rivisto una sua vecchia fiamma... il fratello più grande di una sua amica d'infanzia... uno splendido esemplare maschile di Capitano Risiano.

Anche la sua nave era sottoposta a refit ed anche il suo equipaggio era in franchigia. Era evidente che qualcosa lo turbasse, così come lei era ancora preoccupata di ciò che stava accadendo nel periodo di guarigione di tutti i ragazzi della USS Hope. Dopo un paio di serate assieme rivangando i vecchi tempi, avevano entrambi convenuto che il modo migliore per scrollarsi di dosso le preoccupazioni fosse sfinirsi in estenuanti nottate di Jamaharon. Avevano iniziato solo loro due, ma, negli ultimi tempi, si era dimostrata interessata anche una psicologa Andoriana tutta curve di nome Tallao Sh'qarril.

Strauss, alla fine, aveva scelto di non abbandonare la nave. Dopo il finto ammutinamento, era risalito a bordo della Hope e lì vi era rimasto, impegnato in un progetto ambizioso quanto importante, di cui condivideva le informazioni, fra l'intero equipaggio della nave, con la sola Caytlin.

L'obiettivo era quello di convogliare, una volta terminato il periodo di cura, l'essenza dell'alieno in un contenitore in grado di proteggerlo fino all'eventuale ritorno nella sua dimensione o universo di appartenenza.

Aveva messo all'opera un team di esperti in ingegneria bioneurale. Alla fine di quell'anno di esperimenti erano riusciti ad ideare una sorta di entità olografica strettamente collegata al computer della USS Hope, rendendolo, pertanto, in qualche modo senziente.

La forma estetica definitiva doveva essere ancora valutata, seguendo anche le indicazioni fornite dall'alieno, ma avevano già denominato il progetto New Hope e presto, col rientro di tutti gli ufficiali a bordo della nave, sarebbe stato operativo.



Utopia Planitia - Bacino di attracco 14 - 20/12/2398, ore 12.12


"Quindi l'hanno messa a nuovo." borbottò Rodriguez leggendo le informazioni tecniche della nave.

"Un refit durato un anno... anche lei è tornata in forma." rispose Basta guardando fuori dall'oblò della navetta.

"La sua affermazione è alquanto illogica signor Basta..."

"Signor Rest non prenda tutto alla lettera." sorrise la dottoressa Graahn lanciando un'occhiata al Betazoide che appariva rilassato e con un leggero sorriso sul volto.

"So che il Signor Doohan e il Signor Tucci hanno aiutato ad installare e elaborare alcune migliorie, ma sono state tenute segrete. Signor Jones la può smettere con tutte queste giravolte per favore?" ringhiò Xyr all'indirizzo del timoniere della navetta che stava facendo ruotare lo shuttle come un cavatappi.

"La mia bambina è tornata! Sono così felice che potrei anche baciare Lon!" rispose lei voltandosi e facendo l'occhiolino alla dottoressa.

"Su bambini, fate i bravi o la maestra ci sgrida quando arriviamo." Ferris Bueller afferrò il volto dell'amica e lo riportò nella giusta direzione.

Era stato un anno difficile, ma anche importante per ognuno di loro. Lui aveva seguito le vicissitudini di ogni altro membro dell'equipaggio cercando di conoscerli meglio durante le sedute di gruppo con gli psicologi, ma, allo stesso tempo, rimanendo alla larga da loro per tutto il resto del tempo per non vanificare gli sforzi che ognuno metteva in pratica per superare il trauma subito.

Adesso poteva dire di conoscere veramente tutti i suoi uomini, e non solo le belle ragazze, li considerava una famiglia e quella... quella era la loro casa.

=^=Attracco consentito=^= avvertì la voce del computer mentre la navetta si infilava agile fra le porte dell'hangar per poi adagiarsi al suolo.

Il gruppo scese guardandosi intorno. Dal lato opposto dell'hangar l'inconfondibile sagoma di una nave klingon sembrava riposare nella semi oscurità come un predatore.

"Nave nuova! Ci fai fare un giro?" chiese Basta lanciando un'occhiata divertita verso Luna.

Non si sa da dove, apparve nel pugno del timoniere un d'k tahg. Le lame laterali del pugnale scattarono all'esterno.

"Dovrai passare sul mio cadavere..." borbottò Luna prima che il pugnale le fosse tolto di mano.

"Questo viene requisito perché arma non autorizzata." esclamò Xyr intascando l'oggetto "E lei Signor Basta non toccherà l'Akesh senza permesso almeno per i prossimi cinque anni!"

"Ehi sì ma... quello è mio! Ridammelo... dai Xyr che stavo scherzando!" riprese Luna seguendo il gruppo in uscita dall'hangar.

Tutto sembrava funzionare a meraviglia. L'odore di nuovo era palese... dava l'impressione che fosse appena uscita dal concessionario. Bueller, in fondo al chiassoso gruppo di ufficiali, faceva scorrere la mano lungo la paratia intanto che camminava.

Quando entrarono dentro il turbo ascensore che li avrebbe portati in plancia stava apertamente sorridendo... Xyr lo guardò e sorrise a sua volta.

Dopo pochi secondi, le porte dell'ascensore si aprirono. Rivedere la plancia fu un emozione per tutti... persino Rest ebbe un attimo di titubanza prima di fare un passo avanti e dirigersi alla sua postazione.

La porta sul lato destro si aprì e dall'ufficio del Capitano uscirono l'Ammiraglio Lennox insieme a Strauss, Tucci e Doohan. Gli ultimi due sorrisero entrambi in direzione dei compagni.

"Bene, vedo che ci siete tutti!" commentò il vero Capitano della Hope tirando fuori il petto "Siete sopravvissuti ai complotti orditi alle vostre spalle, anche se erano a fin di bene."

Xyr e Ferris sollevarono gli occhi al cielo, la Lennox sospirò.

"Non fate caso a Nicholas, non è cambiato di una virgola." intervenne la Betazoide scuotendo il capo "Vi ho riuniti qui per mostrarvi alcune migliorie... ormai manca solo un mese alla vostra partenza. Avrei voluto farvi partecipi prima della cosa, ma è stato tutto secretato."

"Ma ci dirà tutto, dato che non vuole ricadere negli errori del passato..." commentò Paulo con la sua consueta faccia tosta.

"La Flotta Stellare non commette errori!" sentenziò l'Ammiraglio Lennox, poi si schiarì la voce imbarazzata "Ma visto che sarete voi a dover navigare su questa bagnarola..."

"Ehi!" esclamarono all'unisono Luna, Ferris e Doohan.

=^=Ammiraglio, le dispiacerebbe non riferirsi a me con il termine bagnarola?=^= la voce del computer di bordo dava l'impressione di essere leggermente offesa.

"Chi ha parlato?" chiese Xyr guardandosi attorno.

Al centro dei parapetti frontali, proprio alle spalle della postazione del timoniere, c'era una pedana luminosa dalla quale si sprigionò una colonna di luce azzurrina. Un essere simile ad una medusa terrestre, fluttuava in quel campo di luce dando l'impressione di osservare il volto degli ufficiali che intanto la guardavano basiti.

=^=E' un piacere rivedervi...=^= disse ancora l'essere fra il divertito e l'emozionato.

"Sei lui vero?" chiese Ferris avvicinandosi.

"Lui è il nuovo membro del vostro equipaggio. E si, si tratta proprio dell'alieno che fino a poche settimane fa ancora abitava nei vostri corpi." rispose Evelin Lennox portando le mani dietro la schiena.

"E cosa ci fa lui qui?" chiese Lon, ma nella sua vece non c'era astio ma solo curiosità.

"Affascinante, immagino che la nave sia il nuovo contenitore per la sua energia." si intromise Rest voltandosi poi verso Tucci continuò "Come ha fatto a convertire le gelatine bioneurali della Hope per accogliere la sua forma di energia?"

I due iniziarono a parlare di caratteristiche tecniche talmente avanzate che ben presto tutti gli altri si disinteressarono di loro.

"Perché proprio qui?" chiese Melanne

"Perché anche lui considera questa nave come una casa..." rispose Caytlin che fino a quel momento era rimasta in silenzio.

"Ha fatto espressamente richiesta per rimanere con voi e chi meglio di voi può testare le nuove possibilità di un computer senziente!" commentò l'Ammiraglio entusiasta.

"Un nuovo complotto?" borbottò Paulo rivolgendosi al Capitano Strauss e l'ufficiale annuì sorridendo.

"Cosa comporta il fatto che lui sia all'interno del computer della nave?" chiese Xyr

=^=Niente di così eclatante. I tempi di risposta saranno nettamente superiori e riuscirò a comprendere meglio le vostre richieste. Per il resto non posso fare miracoli... però sono un eccellente giocatore di scacchi tridimensionali.=^= Il sopracciglio di Rest si sollevò interessato.

"Naturalmente sta a voi decidere" intervenne la Lennox "il Capitano Strauss ha il comando ufficiale della nave e tutti voi avete la possibilità di tornare a bordo con le stesse mansioni che avete lasciato un anno e mezzo fa. Se decidete di optare per altri incarichi, la Flotta Stellare ha sempre dei giovani cadetti da addestrare... magari i prossimi combineranno meno guai di voi" commentò ironicamente l'Ammiraglio

Ferris la ignorò e fece un passo avanti.

"Come ti dobbiamo chiamare?" chiese sorridendo.

=^=Non ho un nome nella vostra lingua, ma, data la situazione, il Signor Tucci me ne ha dato uno.=^= tutti si voltarono verso il giovane ufficiale scientifico.

"Hope..." disse commosso.

"Hope... siamo a casa." mormorò Bueller

=^=Bentornati.=^=