OTTAVA MISSIONE

8-15 "La lente di Schrodinger"

di Martina Tognon

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TITOLO: 8-15 La lente di Schrödinger
AUTORE: Martina / Spini
PRECEDENTE: 8-14 “Red Alert”
D.T. 24/10/2390 ore 00.50- D.S. 67811.06
LUOGHI: USS Wayfarer, Pianeta M’kemas III, Pianeta sconosciuto ==========================================

*** USS Wayfarer, - Infermeria | D.T. 24/10/2390 Ore 00:50 - D.S. 67811.06 ***

“Bloccate le porte, non sappiamo quanti membri dell’equipaggio siano nelle stesse condizioni.”

L’ordine di Rumar si accompagnò alle richieste del Primo Ufficiale Medico, era abbastanza chiaro che i due fossero finalmente pienamente concordi nella loro linea d’azione.
Krell non si sarebbe mai visto nel ruolo che si stava ritrovando a coprire. Si sentiva un po’ come un congiurato e la cosa gli creava qualche problema, anche se…

“Comandante!”

La voce imperiosa della Dottoressa lo richiamò alla realtà.

“Dica Dottoressa.”
“Devo ammettere il mio errore. Non avrei mai creduto possibile quello che ho davanti agli occhi, eppure… la logica di quello che gli strumenti mi mostrano è evidente e non posso negarla.”

Nella tensione del momento Krell non poté trattenere un vago sorriso. Quella donna… anzi quella vulcaniana… lo avrebbe fatto impazzire.

“Vorrebbe spiegarmi?”
“Fondamentalmente credevo fermamente che qualcosa controllasse i membri dell’equipaggio… ma non è così.”

Ancora la donna si interruppe, scorrendo con gli occhi i dati su un tricoder medico e concentrando per lunghi attimi lo sguardo ai dati sul lettino al quale era assicurato il corpo di quello che sembrava essere il comandante Kiron.

“Dottoressa….?.?”
“Sì… sì scusi. Dunque le stavo dicendo… questo non solo non è il corpo del Capitano Kiron. Non è nemmeno un corpo!”
“Scusi… non credo di aver capito…”
“Non è un corpo, non è carne… né sangue… né tanto meno DNA… insomma non è un corpo.”
“Continuo a non capire… è un androide?”
“No… scusi ma questi dati sono affascinanti… no non è nemmeno un androide Comandante Rumar. Questo non è il Capitano Kiron… è un ologramma che riproduce con estrema fedeltà il nostro ufficiale in comando.”

Dal lettino la voce che sembrava quella dell’uomo che conoscevano si levò calma.

“Quindi sarei un ologramma… e da cosa lo ha dedotto Dottoressa?”

Mistral lo osservò per qualche secondo in silenzio, come a valutare se valesse la pena di rispondere a quella che considerava una ben fatta copia del suo Capitano.

“Lei è un ologramma sì. Lo confermo. Ho sbagliato prima nel pensare altrimenti. Ho le prove di quello che dico, l’evidenza c’è… qualcuno l’aveva già scoperto. Errore mio non cogliere quello che era già stato scoperto. Penso proprio che il Signor Ristea dovrà ricevere una bella nota positiva per il suo operato… ne parlerò con il Capitano non appena questa storia sarà finita.”
“Cioè ne parlerà con me…”

Mistral Spini scosse il capo agitando la bassa coda con cui teneva raccolti i capelli quando lavorarva. La foga di quella creatura olografica nel definirsi il Capitano era quasi convincente, ma lei oramai non ci cascava più… diede un’occhiata in tralice al Primo Ufficiale, e si accorse che oramai anche lui era sicuro di quello che gli stava davanti.
Ora bisognava decidere cosa fare.

*** M'kemas III, Palazzo dell’Autarca | D.T. 24/10/2390 Ore 00:50 - D.S. 67811.06 ***

“Autarca come desidera che ci comportiamo?”

Un gesto scocciato della mano zittì l’Esarca Kethamar. I pensieri erano troppi e troppo violenti nella mente dell’Autarca per concedersi.
Non voleva rapportarsi in alcun modo con i federali.
Non voleva nemmeno aver ‘di nuovo’ a che fare con quegli esseri… chissà se quel giovane era ancora vivo e se aveva fatto carriera come aveva fatto lui.
Erano giovani a quei tempi, ai tempi dell’ultima venuta.
Loro attendevano da sempre un evento che permettesse loro di travalicare i confini… l’ultima volta era stata una nave commerciale che transitava di lì per caso… così dicevano gli studiosi. Gli stessi che avevano spiegato come tutto era legato alla presenza della nebulosa.
Non potevano di certo spazzarla via, eppure quel tappo doveva essere chiuso, non potevano continuare ad uscire ciclicamente, prima o poi qualcuno sarebbe sgusciato alle maglie del loro controllo e questo non poteva essere.
La profezia lo diceva chiaramente.
Uno solo di loro poteva distruggere l’universo con la sua stessa presenza.
Non ci credeva.
Anche in passato alcuni erano riusciti ad uscire… fino a che non erano stati ricacciati dentro… e l’universo non era collassato… o esploso… o sparito…
Gli scienziati avevano spiegato che era la permanenza prolungata che avrebbe causato problemi, lui non aveva mai capito quelle sottili differenze.
A volte si era domandato se era sbagliato il loro approccio.
La loro storia non riportava nulla del loro passato… di chi fossero quelli che continuavano a cacciare nella tana.

 

*** Pianeta sconosciuto | Ora ignota ***

“Il Capitano deve venire con me.”

Erano stati lasciati lì per un tempo che non erano riusciti misurare in alcun modo.
Tra gli ufficiali radunati il silenzio era calato nel momento stesso in cui l’alieno era comparso in mezzo a loro. Kiron ancora sentiva di non respirare bene. Continuava ad avere in sé il ricordo di quella sensazione di annegamento.
Nessuno si alzò in piedi e nessuno nemmeno voltò il capo verso di lui. Solo il Consigliere gli strinse il braccio senza farsi notare. Probabilmente gli stava dicendo di non farsi notare, ma non era il suo stile quello.
Quelli erano i suoi uomini e lui non si sarebbe nascosto in mezzo a loro.
Si alzò in piedi lentamente.

“Eccomi.”
“Vieni con me. Guildard ti aspetta.”
“Perché dovrei venire? Che cosa volete da me?”
“Noi non vogliamo niente. Ti daremo qualcosa che vuoi tu… - fece un cenno a due guardie che si posero ai lati di Kiron - …andiamo.”

Pochi minuti dopo entrarono in una stanza, e Michael osservò per la prima volta Guildard in modo calmo. Un uomo possente che poco ricordava del cetaceo dei suoi ricordi dolorosi. Rimase in silenzio lasciando che lo sguardo lo percorresse, volutamente ignorando la maleducazione di quel gesto così plateale. L’essere di nome Guildard non si oppose, anzi quasi assecondò quella necessità dell’umano di fronte a lui.
Lunghi attimi, silenziosi. Un confronto spudoratamente diretto.

“Soddisfatto?”
“No.”

Guildard si sedette in quella che sembrava una comodissima poltrona facendo cenno al Capitano Kiron di fare altrettanto. Michael lo fece controvoglia, ma lo fece.

“Allora dato che lei è insoddisfatto le spiegherò la situazione, così forse capirà.”
“Secondo lei è questo che voglio?”
“Sicuramente non solo questo, ma da qualche parte bisogna cominciare. - si fermò a cercare il punto iniziale migliore - Noi ora siamo su quella che è a tutti gli effetti un’ombra del nostro pianeta di origine. Si parla di molti millenni fa, prima ancora che gli Tzenkheti divenissero ciò che sono ora. Il nostro pianeta era prossimo alla distruzione sotto i colpi della nostra tecnologia. Coloro che prendevano le decisioni per il popolo tentarono un’operazione dalla percentuale di riuscita minima. Crearono un particolare effetto lente, sfruttando una fessura ciclica nel sub spazio, cercarono di scaricare tutte le radiazioni del nostro pianeta all’interno della nebulosa. L’effetto non fu quello voluto.”

Kiron lo osservava in silenzio, astenendosi da qualunque commento, non aveva alcuna intenzione di facilitare il compito a quell’alieno.

“Non ha intenzione di essere amichevole eh?”
“Al momento non ho sentito niente che mi mettesse in quello stato d’animo.”

Guildard osservò con attenzione Kiron prima di proseguire.

“L’effetto quindi non solo non fu quello voluto, ma fu paradossalmente opposto. Come se qualcuno o qualcosa avesse influito sull’evento. Il nostro pianeta non solo non fu liberato dall’eccesso di radiazioni, ma fu catapultato in uno spazio tempo diverso dal nostro. Il tempo per noi scorre in modo diverso. Siamo in un posto diverso. L’unica cosa che noi vogliamo è tornare nel nostro pianeta d’origine… perché questo… - e fece un gesto d’intorno - …questo non è il nostro pianeta, è solo una brutta copia di quello che avevamo.”
“Questo dovrebbe rendermi amichevole nei vostri confronti? - Kiron si alzò andando verso una parete sulla quale stavano affisse una serie di stampe che non comprendeva appieno - La scelta di tutto è sempre stata vostra mi pare. Voi avete distrutto l’equilibrio del vostro pianeta, voi avete provato a risolvere scaricando le vostre radiazioni in eccesso nello spazio senza curarvi dei contro, voi ora cercate disperatamente di tornare indietro ugualmente senza curarvi di cosa c’è all’esterno. Onestamente non capisco perché dovrei quindi provare questo sentimento di comprensione nei vostri confronti.”

Guildard lo aveva raggiunto e gli indicò con la mano, che con la coda dell’occhio Kiron si accorse esser dotata di dita palmate, una delle stampe.

“Quello che vede è una rappresentazione della situazione in cui siamo. Al centro, quella striscia bianca, è quella cosa invisibile che non chiamiamo lente, e che ci ha catapultato qui. Forse ha ragione Capitano. Forse stiamo sbagliando a voler tornare al nostro posto, ma il nostro è un disperato tentativo di sopravvivenza, vuole forse condannarci all’estinzione?”
“Mi faccia porre qualche domanda. Avete pensato a cosa succederà se il vostro pianeta ricomparirà? Cosa ne farete di noi? Oppure pensate di prendere il nostro posto come già avete fatto e lasciare noi a morire qui?”

Guildard si allontanò di qualche passo allargando gli arti superiori in un gesto così umano di sconforto che Michael restò ad osservarlo senza fiato.

“Non lo so Capitano. Perché non ci da una mano?”
“Ha ottenuto di più da me con questa ultima frase, che non con tutto il suo discorso precedente. Se aiutarvi significasse salvarvi ma ‘qui e ora’?”

Guildard ricambiò lo sguardo diretto del terrestre davanti a lui cercando di capire se e come fidarsi.

“L’importante è sopravvivere.”
“Eviteremo che qualcuno o qualcosa interferisca… quando sarà tutto finito le spiegherò un fenomeno legato ad un terrestre di molti secoli fa di nome Schrödinger.”

 

*** USS Wayfarer, - Infermeria | D.T. 24/10/2390 Ore 01:15 - D.S. 67811.10 ***

Un suono greve attirò l’attenzione dei presenti. Il clone di Kiron alzò lentamente una mano fino al colletto dell’uniforme. Un gesto lento che chiedeva permesso.
Rumar si avvicinò.

“”Sì.””
“”Cambio di programma. Collaboriamo con i nostri ospiti. Il qui presente Capitano Kiron ha parlato con i suoi ufficiali qui… e sembra che abbiano trovato un modo di aiutarci. Scandiamo una serie di rientri. Gli ufficiali qui presenti riprenderanno i loro posti. L’accordo con il Capitano prevede che io li seguirò mentre… per reciproca dimostrazione di fiducia, il Primo Ufficiale della Wayfarer seguirà voi sul nostro pianeta. Abbiamo poco tempo.””
“”E il piano originale di sostituire la Dottoressa?””
“”Cancellato. Follard datevi da fare, qui la situazione sta degenerando.””

 

*** M'kemas III, Palazzo dell’Autarca | D.T. 24/10/2390 Ore 01:15 - D.S. 67811.10 ***

“Autarca.”
“Sìsì… so benissimo che dobbiamo fare qualcosa. Ma non voglio assolutamente avere a che fare con i federali e dobbiamo trovare il modo.”
“Signore se escono… e portano via qualcuno di noi?”

L’Autarca si alzò in piedi bruscamente.

“Non lo permetteremo. Tenete monitorate i federali… non voglio perdere un solo uomo questa volta! Le leggende ed i miti sono tali, la realtà è ben diversa… e noi dovremo spazzare via i miti. Niente spazzerà via il nostro universo, e per quanto riguarda il nostro popolo, lo difenderò io… a qualunque costo!!”

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Lt.Cmdr.
Lt.Cmdr. Doc. Mistral T'Ado Spini
Chief Medical Officer - USS Wayfarer NCC-62925
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