SETTIMA MISSIONE

7-14 "Tempo scaduto"

di Gianluca Nacci

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TITOLO: 7-14 “Tempo scaduto”
AUTORE: Gianluca/Ristea
PRECEDENTE: 7-13 “Appesi ad un filo”
D.T. 22/04/2389 ore 9:45 D.S.66832.10
LUOGHI: Plancia - USS Wayfarer
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*** USS Wayfarer, Plancia, nello stesso istante ***

Krell Rumar continuava ad osservare nervosamente i sensori.

“Si stanno avvicinando ancora alla Velussi, ma molto lentamente... scudi e armi sono ancora disattivati”, disse l’ufficiale tattico.

L’attesa e l’inattività iniziava a incidere sui nervi di Rumar. Tutto il suo essere lo incitava a fare qualcosa, interporsi tra le due navi, avvicinarsi e distruggere i klingon. Ma la razionalità era la parte migliore, e gli diceva di aspettare.
In dubium, primum non nocere.

Sebbene l’esperienza gli avesse insegnato a dissimulare meglio i suoi sentimenti, Kiron non era meno nervoso.
Erjn gli mancava.
“Consigliere, analisi?” avrebbe detto, rivolgendosi alla giovane el-auriana seduta al suo fianco.
Pensa, si disse. Cosa direbbe il consigliere in questa situazione?
Probabilmente non hanno ancora preso una decisione, pensò.
Una voce dentro di sé gli ricordò di basarsi sull’esperienza.
I klingon danno il meglio di sé in battaglia grazie alla loro capacità di decidere immediatamente su due possibili opzioni. Le loro prime impressioni sono generalmente giuste, ma lavorano principalmente su percorsi cerebrali semplici.

“Non sono a loro agio in situazioni complesse,” pensò “Hanno bisogno di tempo.”

“Tempo che non abbiamo”, mormorò.

*** USS Velussi – Infermeria - Nello stesso istante ***

“Non si preoccupi, Sheeval, posso guadagnare tempo”, disse Mistral.

Wu abbassò il disgregatore, ma non rilassò la sua posizione di guardia.

“Con tutto il rispetto, dottoressa, credo che a questo ritmo sfonderanno la porta entro i prossimi cinque minuti.”
Mistral sorrise, gelida. “Oh no, non lo faranno”, disse, dirigendosi verso la porta.
“Ma che fa?”, disse T’Jual.

Mistral non rispose, ponendosi di fronte alla porta. Ad ogni colpo proveniente dall’esterno, le vibrazioni delle due paratie aumentavano.

“Se apre quella porta, il contagio si propagherà più velocemente”, disse Sheeval.

Sulle navi di classe Oberth, la porta dell’infermeria – così come quelle dei bar di prora e poppa – era molto simile alla struttura standard. Anch’essa aveva due ante a scorrimento orizzontale con sensore di presenza e riconoscimento biometrico, ed era progettata per resistere a tentativi di forzatura e sollecitazioni estreme.
Un branco di klingon furenti, tuttavia, era una dura prova. La porta non avrebbe resistito a lungo.

“Entrate e morirete tutti”, gridò.

I klingon smisero momentaneamente di colpire la porta.

“Morirete voi, stupidi federali!” gridò uno di essi, accompagnato da ruggiti di approvazione.
“Non saremo noi a uccidervi”, gridò di nuovo la dottoressa. “Ma un virus! Perché credete che siamo in una infermeria?”

Sheeval sorrise. Il piano di Mistral era chiaro: confonderli o convincerli. Ad ogni modo, avevano tutto il tempo del mondo. Il contagio, diffuso attraverso il sistema di ventilazione, avrebbe ucciso tutti i klingon prima di riuscire ad entrare nell’infermeria.
Salvarli o meno, a questo punto, dipendeva da loro stessi.

 

*** IKS CharghwI – Plancia - Nello stesso istante ***

“Non riesco a mettermi in contatto con la nave”, disse l’ufficiale klingon addetto alle comunicazioni.

Q’Ghor gridò di rabbia.
Se c’era qualcosa che odiava, era la sensazione di confusione ed indecisione.
Da un lato il suo istinto guerriero gli diceva di distruggere la nave con tutto il suo contenuto – klingon o meno, morire in battaglia era un onore – mentre dall’altro lo spirito protettivo del clan lo spingeva a cercare soluzioni per salvare il giovane Gargegh.
Non potendo fare altro, prese la sua bat’leth e la conficcò con rabbia nel pavimento.
“K’Thar, M’Roth, preparate un contingente d’attacco.” Si alzò dalla rudimentale poltrona di comando. “Saliremo su quella dannata nave e, per quanto mi chiamo Q’Ghor, ne prenderemo il controllo o moriremo provandoci.”

 

*** USS Wayfarer, Plancia, quattro minuti dopo ***

“Capitano!” disse Mark Tarajas, sollevando il viso dai sensori. “Rilevo tracce di teletrasporto dal falco klingon!”

Kiron si alzò.

“Tutto come aveva previsto, capitano”, disse Rumar.

Michael annuì.

“Era l’ipotesi più probabile. L’intervento diretto è il tipico punto di forza klingon.”
“Ancora nessun contatto con la dottoressa Spini”, disse Xabaras.
“Continui a tentare”, disse Kiron. "Prepararsi per teletrasportare indietro la dottoressa e Wu, direttamente in infermeria."

Tarajas scosse la testa.

"Non riusciamo ad agganciare i segnali", disse. "C'è una strana interferenza intorno alla Velussi."
"Che tipo di interferenza?"
"I transponders sembrano funzionare in un verso solo. Le tracce biometriche sono nitide, ma non riusciamo a sincronizzarle con la matrice di teletrasporto."
"Mi sta dicendo che possiamo teletrasportare persone a bordo della Velussi... ma non riportarle indietro?"
"Sì, capitano. La ragione dell'interferenza potrebbe essere l'alta densità di particelle quantiche nell'area in cui si trova la Velussi in questo momento, ma non ne siamo certi."

“Dannazione.”  pensò Kiron. Voleva riportare al sicuro i suoi due ufficiali, ma come fare senza rischiare l'esplosione della pandemia?
L'unica cosa che poteva fare era cercare di guadagnare quanto più tempo possibile per loro, e avere fiducia nel piano della dottoressa Spini. 

“Timoniere, avviciniamoci alla Velussi, lentamente.”


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Lt.Cmdr.
=/\= Lt.Cmdr. Dorian Z. Ristea =/\=
Chief Engineer Officer
USS Wayfarer - NCC 62925
gnacci@yahoo.com / ICQ 17647881
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