USS Poseidon NCC-83302
Alloggio personale del Tenente Koll
20/04/2400 - ore 21:00
Le piante furono la prima cosa che sistemò.
Le rimosse dai loro contenitori di sicurezza, le appoggiò sul tavolo in un ordine grazioso, attivò il generatore di umidità e regolò le luci perché ricevessero l'irraggiamento corretto.
Insoddisfatto, invertì l'ordine di due vasi, quindi annuì: le sei piante, percependo luce e umidità e un nuovo ambiente, si stavano già lentamente spostando per adeguarsi alla nuova situazione, e generando boccioli ottimizzati grazie all'attività delle nano-sonde che le pervadeva.
Il tenente Friedrich Koll si prese un attimo per ammirarle, rilassando le spalle.
La sua bocca ebbe un improvviso spasmo, poi venne scosso da un violento attacco di tosse che soffocò nell'incavo del braccio sinistro con il destro, ancora tossendo, raccolse il medipad dal tavolo e selezionò rapidamente alcuni comandi.
La tosse cessò. "Mh. Rifare la taratura... ah, la frequenza del campo di integrità locale, certo... domattina..." bofonchiò con tono neutro, ricomponendosi. Era abituato a quei piccoli malesseri: conviveva con i suoi problemi di salute da molti anni ormai, e aveva superato ben di peggio.
Decise che il resto della sua roba avrebbe aspettato.
Si sedette invece alla scrivania, si sistemò la divisa, e si rivolse allo schermo. "Computer. Chiamare Jean Coleman, Ginevra, Abitazione privata."
La comunicazione si stabilì quasi immediatamente: gli rispose una donna sui quarant'anni o poco più, corti capelli neri, un sorriso divertito e giocoso.
=^=Sei arrivato! Sei già stato male? Hai la cera di quando non ti sei tarato correttamente... anche peggio del tuo abituale color cadavere.=^=
Non era possibile nasconderle nulla. Il sorriso di Friedrich si aprì fino a mostrare i denti. "Ciao, bellezza. Vai al diavolo. Arrivato ora ora... tutto bene. Non ho ancora disfatto le valigie, ho solo dato l'acqua alle piante."
=^=Hai già dato un'occhiata in giro? Com'è la nave?=^=
Sollevò le sopracciglia e strinse le labbra. "...larga. C'è... tanta gente. Non mi pare che si conoscano tutti, non per davvero."
=^=Non sei contento? Hai più gente con cui litigare!=^=
Friedrich rise, di cuore. "Non è colpa mia se la maggior parte delle persone sono stupide! Non voglio litigare... vorrei badare al mio lavoro, e alle mie piante."
=^=Una nobile impresa per il Tenente Koll della Flotta Stellare. Andare coraggiosamente dove nessuna gardenia è mai giunta prima!=^=
"Una cosa del genere."
La donna si distrasse, e si rivolse a qualcuno non inquadrato alla sua destra prima di riportare l'attenzione sul suo interlocutore. =^=Buoni! Vengo subito! Friedrich, i bambini stanno combinando qualcosa e Mark sta arrivando, ti devo lasciare. Promettimi che mi contatterai anche domani, e che proverai a fare amicizia con qualcuno.=^=
Friedrich rise ancora. "Eddai! Non sono così orso! Salutami le bestiole, dì loro che sto ancora cercando i Triboli e che forse ne recupero un paio per Natale."
La donna rise. =^=Non osare! Baci. Ciao!=^=
"Ciao."
La comunicazione si chiuse, e anche il sorriso di Friedrich.
Si guardò intorno. La sua cabina era così... nuova. Vuota e fredda a paragone della casa della sua amica Jean. Anche l'odore era differente, così asettico. E non conosceva nessuno a bordo. Forse non...
Si distolse a viva forza da quei pensieri. Non era il caso di avere dubbi adesso. Sospirò e si sollevò in piedi, contemplando il disordine dei propri bagagli che ora doveva assolutamente affrontare.
Sogghignò, trovando tutto ciò molto metaforico. "...Computer, replica acqua calda con soluzione Standard Koll 3 trovi le istruzioni nei miei file personali."
Prese il contenitore dal replicatore, bevve un sorso, rilassò di nuovo le spalle. Nessun colpo di tosse, stavolta.
USS Poseidon NCC-83302
Infermeria
21/04/2400 - ore 08:00
La robusta sagoma del klingon Durtak Waity Junior, l'Ufficiale Medico Capo, appariva quasi gigantesca di fianco a quella snella e fragile del suo nuovo Vice Friedrich Koll mentre si aggiravano per l'infermeria.
Il contrasto era accentuato anche dal differente atteggiamento: Koll appariva composto e curioso Waity era nervoso e più sbrigativo del consueto.
Il Tenente T'Kar, l'altro Vice Medico Capo, intuendo immediatamente un qualche conflitto di tipo emotivo fra i due si era guardato bene dal seguire troppo da vicino l'imbarco del nuovo collega, limitandosi a presentarsi prima di dedicarsi alle mansioni di Waity, consentendo al suo superiore di dedicarsi interamente a Koll.
Invero, T'Kar riteneva ciò un mero uso efficiente del tempo di tutti i presenti, e una delicatezza verso il proprio superiore: l'occhiata esasperata che Waity gli aveva rivolto a fine turno, tuttavia, sembrava dire il contrario, come se lasciarlo solo con Koll fosse stato un imperdonabile sgarbo.
Non appena Koll lasciò l'infermeria per recarsi a colloquio dal Capitano, infatti, Waity raggiunse T'Kar, quasi trascinandolo nel proprio ufficio per parlargli senza che il resto del personale potesse sentire.
"T'Kar!" esordì "...da domani, per cortesia, segua personalmente l'esposizione delle nostre procedure al Tenente Koll e il suo inserimento in rotazione. In caso di rimostranze o problemi, me ne informi prontamente."
T'Kar lo osservò con attenzione. "Come desidera, è sorto qualche problema con il Tenente?"
Waity grugnì, scuotendo la testa. "No... non realmente. Non è un problema di competenze, è più una questione di atteggiamento. Forse, in quanto Ufficiale Medico Capo sulla sua nave precedente, trova... stretto il suo attuale incarico di Vice."
T'Kar si accigliò. "Spiacevole. Se è stato irrispettoso nei suoi confronti, forse dovrebbe affrontare il problema, formalmente o informalmente."
Waity scosse la testa nuovamente. "No, non posso dire che sia stato irrispettoso. Perdoni, T'Kar, non riesco a spiegarmi. Se ne accorgerà appena ci lavorerà insieme. Credo ci vorrà del tempo prima che lui e io ci capiamo... e spero che il suo modo di fare non crei problemi. Ad ogni modo, mi faccia il piacere di badarci lei: sicuramente, come mezzo Vulcaniano, sarà meno sensibile di me al suo... carattere."
T'Kar non era certo di avere compreso quale fosse il problema con il Tenente Koll, ma era evidente che c'era. Per fortuna, dal suo punto di vista era completamente irrilevante: le procedure erano le procedure, le competenze erano le competenze, e quanto ai toni... umani, Klingon, e molte altre razze usavano spesso e comunque toni del tutto inappropriati per la sua personale sensibilità .
"Certo, come comanda. Me ne occuperò personalmente, e non rappresenterà un problema."
USS Poseidon NCC-83302
Ufficio del Capitano
21/04/2400 - ore 18:00
Friedrich arrivò in lieve anticipo all'appuntamento previsto, ed entrò nell'ufficio di Kevides con il sorriso e le migliori intenzioni.
Si mise anche sull'attenti, anche se qualcosa nella sua figura lasciava intendere che non fosse un'abitudine per lui, e che in generale questo tipo di marzialità gli si addicesse poco.
"Capitano! Tenente Friedrich Koll a rapporto, signore."
Kevides evidentemente colse immediatamente la cosa, e si alzò prontamente per tendergli la mano e levarlo da quella innaturale rigidità .
"Riposo. Benvenuto a bordo, Tenente, si accomodi. E' un piacere incontrarla..." disse mentre lo esaminava attentamente, ma mantenendo una certa aria di cordialità . Si sedette di nuovo, indicando a Friedrich la poltrona dall'altro lato della scrivania.
"Il primo giorno su una nuova nave è sempre sorprendente. Che cosa pensa della Poseidon? Si è guardato intorno?"
Friedrich si rilassò con evidente sollievo nella poltroncina. Annuì.
"Vengo da una classe Norway. Diciamo che a bordo non c'era necessità di chiedere indicazioni: si poteva trovare tutto quello che c'era praticamente girando su se stessi. La Poseidon è una nave maestosa, a confronto. E c'è molto più personale e.."
Kevides annuì. "Ed è anche una nave da guerra, non un vascello scientifico o esplorativo. Vedo dalla sua espressione che lo ha notato."
Friedrich annuì, cercando di mantenere una certa faccia da poker, e fallendo.
Kevides proseguì, sorridendo in modo sornione. "Profili più operativi che scientifici ed un'esperienza maggiormente militare che accademica. Insomma, dal suo punto di vista un branco di buzzurri con il grilletto facile."
Friedrich apparve sorpreso, quasi mortificato. "Capitano, io non mi permetterei mai..."
Kevides alzò una mano per interromperlo. "Lo so, ma la sua espressione parlava per lei. Ascolti. Ho letto il suo ruolino e ho parlato con il suo vecchio Capitano della Montalcini. So che lei è un ufficiale competente, coscienzioso e affidabile. So anche che non è bravo ad avere a che fare con le persone e che tende a voler fare di testa propria. Concorda?"
"Sono sorpreso di aver suscitato tutto questo interesse."
"Nel suo ruolino c'è scritto che ha sparato con un phaser al suo Capitano. E' oggettivamente qualcosa di interessante."
"Senza dubbio. Nei rapporti è anche dettagliato il motivo specifico per cui ho aperto il fuoco: prevenire che il Capitano e tutti a bordo venissero divorati da forme di vita ostili."
"Esattamente! Ed è proprio per via di quell'episodio che ho deciso di valutare lei per un incarico a bordo, scartando altri candidati."
Friedrich si accigliò. "Prego? Ritiene sia probabile che qualcuno le debba sparare, e conta su di me per farlo?"
Kevides sorrise di nuovo.
"Spero proprio di no... il punto è un altro. Non mi interessa se lei è di buona compagnia o no, Friedrich, quello di cui ho bisogno è un ufficiale che di fronte a un'emergenza pensi e agisca correttamente, anche in modo drastico. Lei riteneva di dover fermare il suo Comandante, e l'ha fatto. Lei riteneva di dover servire su navi stellari dopo un incidente che l'ha lasciato menomato, e l'ha fatto. Si è mai soffermato a pensare che molti ufficiali... specialmente se dotati delle sue competenze... non avrebbero valutato un nuovo imbarco dopo le ferite che lei ha riportato?"
Friedrich parve essere completamente colto di sorpresa rispose con evidente esitazione. "...la sorprenderà sapere, Capitano, che è la prima volta che mi viene presentata la questione in questi termini... però, davvero, non prenda la cosa come una misura di un mio eventuale, sovrumano stoicismo. Semplicemente non ci ho mai pensato."
Kevides sorrise. "Non ne ho alcun dubbio. Per alcuni di noi, il nostro posto è così chiaro che nessuna altra ipotesi nemmeno ci sfiora: consideri però che questa non è la normalità delle persone. Passiamo ad altro. Cosa ne pensa della C.U.R.A.?"
Friedrich sorrise, ancora spiazzato.
"Cosa ne penso? Che intende? Immagino che se sono qui... dopo quello che è accaduto su questa nave nei mesi scorsi... lo screening del mio profilo sia al di sopra di ogni sospetto. Ad ogni modo, penso che siano dei terroristi e dei criminali, che dovrebbero essere fermati e possibilmente processati prima che facciano altre vittime innocenti."
"Mh. Nient'altro?"
Friedrich apparve esitare, poi scosse le spalle, e una divertita, gelida luce gli apparve negli occhi chiari.
"La maggior parte di loro sono probabilmente degli idioti, nonché degli ignoranti. In natura tutto ciò che non si contamina, muta ed evolve... muore. L'isolamento culturale proposto dalla C.U.R.A. non può produrre nel lungo periodo né prosperità né progresso e chiunque non sia accecato da qualche strana ansia sociale dovrebbe saperlo."
Friedrich esitò ancora, ma Kevides gli fece cenno di andare avanti liberamente.
"...ma quello che è accaduto dimostra che alla guida della congiura ci sono persone ben preparate e astute, in grado di ragionare molto lucidamente. Ne consegue che tali comandanti abbiano mire differenti dalla mera questione dell'isolamento culturale delle differenti specie Federali, e che intendono le questioni culturali come strumenti per ottenere qualche altro misterioso fine: come mezzo per attrarre e sfruttare utili allocchi. Anche questo dovrebbe essere evidente a qualsiasi Ufficiale che l'Accademia abbia ritenuto opportuno diplomare, e dovrebbe bastare a sconsigliare l'adesione alla congiura... qualora l'opportunità di tale azione, basiche considerazioni di carattere etico o, be', la lealtà al proprio giuramento di servizio non bastassero. E' molto triste riconoscere che molti ufficiali non siano stati, e non siano, in grado di prendere atto di questa evidenza."
Kevides annuì nuovamente, soddisfatto. "La ringrazio di aver soddisfatto la mia curiosità . C'è un'ultima cosa."
Il Capitano si aggiustò sulla sedia, adottando un atteggiamento più formale.
"Ne ho accennato prima. Non amo ritornare sugli errori di gioventù delle persone... tuttavia, il suo passato turbolento sulla USS Temperance, il suo autoisolamento sulla USS Montalcini e i pochi amici che si è fatto sulla USS Erinle mi lasciano intendere che lei non sia una persona dal temperamento facile. Non ritengo che i miei ufficiali debbano essere anche delle persone affabili, tuttavia mi aspetto da lei il migliore atteggiamento possibile."
Friedrich sorrise, un sorriso spiacevole.
"Capitano. Posso assolutamente garantire che io faccio quotidianamente del mio meglio per essere amabile: purtroppo ci riesco di rado. Peraltro preferisco un paziente innervosito e vivo che uno confortato e morto, e lo stesso vale per i colleghi."
Kevides gli rivolse una blanda occhiata di avvertimento, e fu sufficiente: Friedrich proseguì rapidamente, e in toni molto più mansueti. "...tuttavia. Certamente, certamente. Non desidero causare nessun problema sulla sua nave, Capitano: vorrei solo un posto dove lavorare serenamente.." una piccola esitazione, nella voce, che proseguì in tono più dimesso "...e dove sentirmi a casa."
Kevides annuì, e non aggiunse nulla: il silenzio si allargò fra di loro per qualche attimo.
Infine il Capitano si alzò e offrì nuovamente la mano a Friedrich, che si alzò a sua volta e la strinse. "Confermo le mie impressioni: credo sia un ufficiale particolarmente adatto alla missione. Le auguro di trovare quello che cerca, qui a bordo con noi. Può andare."
USS Poseidon NCC-83302
Infermeria
22/04/2400 - ore 17:00
"T'Kar, come procede l'introduzione in rotazione del Tenente Koll? Le ha causato problemi?"
"Buonasera, Durtak. No, nessun problema. Koll ed io abbiamo steso una pianificazione delle presenze che alterna i nostri turni in infermeria, in modo che un Vice Capo Ufficiale Medico sia sempre presente: lo sottoporrà alla sua attenzione entro stasera. L'ho trovato del tutto collaborativo, estremamente preparato e dal polso molto fermo verso pazienti e personale."
Il Klingon sollevò un sopracciglio. "Quindi non ha notato la sua saccente indisponenza?"
T'Kar imitò la sua espressione. "Ho inteso che ha un senso dell'umorismo particolare, la tendenza a una franchezza che sconfina nella ruvidità , una certa elevata opinione di sé e uno scarso amore per le interazioni sociali superflue. Francamente trovo l'interazione con lui più semplice che con molti colleghi umani."
Durtak Waity scrollò le spalle, scosse la testa, e decise di lasciare cadere l'argomento.