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USS WAYFARER - MISSIONE 20 RSS USS WAYFARER - Missione 20

20.01 "Un passo alla volta"

di Dorian Zsolt Ristea, Pubblicato il 12-12-2024


Pianeta Caeneus I, Sistema solare Caeneus
12/02/2402, 13.30 - D.S. 79116.61


Visti da lontano, i quattro esploratori non erano che punti neri in fila in un desolato panorama completamente bianco e abbagliante.

Questo, ovviamente, se fosse stato possible vederli da lontano, il che era pressoché impossibile data l'incessante bufera che attanagliava la valle. Due enormi catene montuose si ergevano da ambo i lati, anch'esse invisibili sia per un ipotetico spettatore sia per i malcapitati.

Gregory Cooper, del resto, non avrebbe comunque avuto né la forza né lo spirito di ammirare lo spettacolo. I suoi occhi, protetti per quanto possibile da un cospicuo visore anti-glare e il cappuccio del suo parka ben calcato, erano fissi sul geo-dispositivo nella sua mano e sulla sagoma informe del Comandante Rumar, anche lui intabarrato nell'equipaggiamento polare standard, a circa 5 metri di distanza. Per quanto stesse sfruttando la pista formata nella neve dal Comandante Vaitor - primo della fila - doveva usare tutta la sua concentrazione per non perdere terreno. La neve continuava ad accumularsi, e le impronte del comandante stavano scomparendo rapidamente davanti a lui.

"Accidenti a me e a quando ho deciso di scendere su questo miserabile pianeta", si disse, sprofondando fino alle caviglie ad ogni passo. "Dovrei essere in Plancia con un té caldo invece di schiattare di freddo in cerca di chissà cosa."

A chiudere la fila, Sheeval Wu teneva d'occhio il passo claudicante di Cooper, pronta a intervenire in caso di necessità, mentre usava le sue capacità visive per identificare eventuali pericoli. Le sonde inviate dalla Wayfarer prima che l'Away Team sbarcasse non avevano incontrato forme di vita di alcun genere nella zona prevista di atterraggio, ma Sheeval - cosciente di passate, storiche missioni in pianeti ghiacciati di classe M come Delta Vega - non voleva correre rischi. La sua mente ipotizzava enormi creature, invisibili nella neve ma pronte a saltare e ghermirli tutti. La sua mano passò sul phaser alla cintura. Soddisfatta della sua presenza, continuò a procedere nel turbine nevoso.

Più avanti, nonostante la sua prestanza fisica, Vaitor iniziava a sentire la fatica. Immerso nella neve fino alla vita, usando le braccia per dare slancio all'avanzata, il giovane ufficiale era riuscito a mantenere un buon ritmo, ma dopo quasi 300 metri - il massimo che la precisione del teletrasporto aveva permesso, in quelle condizioni - il compito di tracciare un solco per i colleghi stava diventando veramente arduo. Proprio nel momento in cui si girò per chiedere a Rumar di dargli il cambio, questi alzò un braccio, il geo-dispositivo puntato di fronte. Mostrando prima la mano aperta, le cinque dita ben spaziate, e poi indicando con l'indice verso destra.

"Finalmente", pensò Vaitor. L'entrata della grotta, o recesso o quello che fosse - le sonde non erano riuscite a rivelare la natura del complesso sotterraneo verso cui si stavano lentamente dirigendo - era a meno di 50 metri sulla destra.

Prendendo fiato, con l'aria fredda che penetrava la sua maschera e gelava I polmoni, fece cenno di aver capito e cambiò direzione, continuando a tracciare la strada per I suoi compagni, un passo alla volta.


*** FLASHBACK ***
USS Wayfarer, Sala Riunioni
08/02/2402, 9.15 - D.S. 79105.17


"Non mi piace", disse Rumar.
Il Capitano Kiron taceva, consultando il D-padd nelle sue mani. I suoi occhi viaggiavano costantemente dal pad allo schermo sulla parete, dove avevano appena concluso una breve ma frustrante conversazione con l'Ammiraglio Kurutsov.

"Non è la prima volta che abbiamo un cambio di ordini senza preavviso, Krell", disse il Consigliere Kublik.

Il Comandante Rumar non era convinto. "Certo, ma questo...", disse, indicando il D-padd di Kiron, "...che senso ha spostarci dalla missione attuale per una richiesta d'aiuto, per altro neanche confermata, da un pianeta di un Sistema ben noto nel quadrante, dove non siamo neanche la nave più vicina in questo momento?"

"L'Ammiraglio ha chiarito che non c'é nessuna forma di vita su Caeneus I", disse Kiron. "Un pianeta ghiacciato intorno a una nana bianca, come ce ne sono a migliaia. Le rotte di Starfleet che costeggiano il Sistema di Caeneus sono più di cinquanta, e in quasi settanta anni non c'é mai stata nessuna comunicazione. Credo che questo sia bastato a far scattare qualche allarme." Aggrottando le ciglia, Kiron sbuffò. "Potrebbe essere il tipico caso di un'atterraggio di emergenza da parte di qualche visitatore, anche se", disse di nuovo guardando il D-padd, "non ci sono rotte commerciali che passano da Caeneus I, neanche lontanamente, né tantomeno è stato comunicato dalla Federazione alcun passaggio recente di altre navi o corpi spaziali."

"Ufficialmente", disse Rumar. "Chiaro", rispose Kiron. "Pirati o navi in transito illegal non mandano I loro piani alla Federazione. Mi sembra l'unica spiegazione possibile."

"Un vascello non autorizzato in avaria, quindi", disse Erjn Kublik. Kiron e Rumar annuirono.
"Resta la domanda: perché noi?"

C'era qualcosa che non andava. Kiron non era avvezzo a fidarsi di impressioni, e preferiva prendere decisioni basate su dati precisi. Tuttavia, gli anni e l'esperienza gli mandavano messaggi che gli dicevano la stessa cosa: questa non sarebbe stata una banale missione di soccorso. Era chiaro che Kurutsov voleva una Sovereign sul caso per pararsi le spalle. Michael poteva non essere d'accordo, ma capiva.

"Non possiamo fare altro che prepararci al meglio. Numero Uno, a lei il compito di aggiornare la Plancia."

Rumar annuì. "Speriamo che non ci sparino un siluro addosso come al solito", sospirò.



*** FLASHBACK ***
USS Wayfarer, Plancia, orbita di Caeneus I
11/02/2402, 11.25 - D.S. 79105.41


Il Comandante Cooper alzò le braccia. "Visto che avevo ragione? Grazie, grazie, non c'é bisogno di applaudire", disse facondo girandosi intorno.

Rumar batté le mani un paio di volte con fare annoiato. "Bravo, bravo comandante", disse. "Si è meritato un bel gelato in sala Mensa. Premio da ritirare entro 24 ore, o se lo mangia il gestore."

"Ah, quanto duro lavoro compensato dalla pura soddisfazione per il proprio lavoro, visto che d'altro c'é ben poco", rispose Cooper.

"Niente da dire, Comandante, le sonde hanno confermato la sua ipotesi. C'é un largo complesso sotterraneo nei pressi del luogo da cui è partita la richiesta di soccorso."

Un diagramma della sezione australe del pianeta mostrava uno zoom di un'area apparentemente indistinguibile dal resto del desolato panorama: un'immensa distesa di neve e ghiaccio, con enormi distese montuose intervallate da strette valli. In una di queste, un punto rosso luccicava ad indicare la posizione del complesso.
"Ancora nessuna risposta?" disse Kiron girandosi.
"Niente su nessun canale, capitano", disse Akira Ichigawa. "Continuo il monitoraggio."

Nonostante l'Ufficiale alle Comunicazioni avesse inviato ininterrottamente segnali in tutte le modalità possibili da quando la Wayfarer era entrata in orbita, il silenzio imperava su tutti I fronti.
"Se c'é qualcuno su questo sciagurato pianeta, può solo essere dentro quelle stanze... o grotte", disse Cooper. Le condizioni atmosferiche estreme, per qualche ragione, interferivano con la normale risoluzione delle sonde di avanscoperta. Le macchie grigie sul diagramma non rivelavano molto, eccetto la presenza di spazio vuoto. "Io dico di scendere."
"Si offre volontario, Comandante?", sorrise Rumar.
"Perché no?", disse Gregory. "Non vado in montagna da una vita."