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USS TOKUGAWA - MISSIONE 07 RSS USS TOKUGAWA - Missione 07

07.07 " Tempeste di Sabbia "

di Margret del Keth R'Haal , Pubblicato il 21-09-2016

USS Tokugawa - Plancia - 27 Maggio 2396, ore 19:34


Margret tamburellò con le dita sul bracciolo della poltrona del primo ufficiale su cui era rigidamente accomodata, se mai accomodata potesse essere un termine adatto a descriverla, e tenne lo sguardo fisso sullo schermo. Sotto di loro, Abraxas ruotava placido sul suo asse, una palla colorata nel buio dello spazio, assolutamente ignara dell'orrore che la stava sconvolgendo.

"Rapporto dalla squadra di sbarco?" domandò, al guardiamarina alla postazione dietro di lei, che aveva sostituito la Alluso durante la sua assenza.
Il ragazzo scosse appena la testa. "Niente di nuovo, Signora. Il comandante riferisce solo che stanno conducendo delle analisi e che invieranno i risultati appena possibile."
"Sperando che questa volta ci sia qualcosa su cui lavorare concretamente," commentò Demian, accanto a lei. Si voltò leggermente, appoggiandosi al bracciolo della poltrona dal suo lato, e si sporse leggermente.
"Storia misteriosa, vero?" le chiese a voce non troppo alta. Non tanto da dare l'impressione di sussurrare, ma abbastanza da non far sapere a tutta la plancia, assorta nei propri compiti, cosa stava dicendo.
"Brutta storia, direi io," rispose l'andoriana, nello stesso tono. La mano destra salì a grattare distrattamente un'antenna, le sopracciglia aggrottate. "Di certo c'è qualcosa sotto."
"Di certo," concordò lui. "Un fenomeno soprannaturale che fa sparire la gente?"
"E che ora devasta le stanze di un'abitazione civile come... come ha detto?" Margret si interruppe, mentre il suo cipiglio si incupiva.
"Come se in mezza stanza lo scorrere del tempo fosse stato accelerato mille volte," le venne in aiuto Demian, citando a memoria le testuali parole del rapporto.
"Ecco. Ora, leggenda sulle uova o meno, a me non sembra affatto l'opera di una qualche entità soprannaturale. E nemmeno naturale, se devo essere sincera. Naturalmente tutto può essere, con quel che abbiamo visto. Ma sembra un po' improbabile, no?"
"Già." Demian si raddrizzò nella poltrona. "Più che improbabile."

Abraxas - Tenuta del Capitano Keheller - 27 Maggio 2396, ore 19:38


La campagna all'esterno della casa era buia e silenziosa. Tutto era immobile, un'immobilità quasi innaturale come se la terra stessa stesse trattenendo il respiro in attesa di vedere come sarebbe andata a finire.
Dopo aver fatto rapporto alla Tokugawa, Francesca aveva diviso la squadra in due parti. Lasciò la prima all'interno ad eseguire qualunque analisi si rivelasse necessaria o, a questo punto, qualsiasi analisi venisse anche solo loro in mente, con l'ordine di rimanere in contatto e di non attraversare la linea di demarcazione tra le due realtà, se così si potevano definire, per alcuna ragione. Condusse l'altra all'esterno per altre analisi, nella speranza che fuori dalla casa vi fosse qualche ulteriore indizio. Quel genere di attività, o di inattività, non le piaceva ma che altro avrebbe potuto fare? Non c'era nulla che indicasse un pericolo evidente per nessuno di loro, almeno in quel momento, nessuno rimasto da soccorrere, nessun orrore, soprannaturale o meno, con cui confrontarsi. Semplicemente in quel posto, non c'era un bel niente, se non un bel po' di gente spaventata. L'unica cosa in cui potevano sperare era di trovare qualcosa, qualsiasi qualcosa su cui fondare una teoria un po' più realistica e precisa.

Francesca scostò piano con la punta dello stivale un sasso sporgente dal terreno e si guardò intorno, il tricorder aperto nella mano destra e la sinistra alzata a ripararsi dal vento che soffiava da ovest. Finora non avevano rilevato nulla di particolarmente interessante. In compenso avevano constatato che, di qualunque cosa si trattasse, il fenomeno coinvolgeva solo le persone, non gli animali. Non ce n'era stato uno vivo nel raggio di cinquanta chilometri dal villaggio e lo stesso valeva per quella specie di ratto che avevano rinvenuto. La donna ricevette un altro rapporto dalla squadra all'interno e annuì a sè stessa. Il suo tricorder emise un trillo di allarme. Abbassò lo sguardo proprio nel momento in cui le letture mostravano una forma di vita di grandi dimensioni esattamente di fronte a lei, ad un centinaio di metri di distanza. Si mosse immediatamente in quella direzione, ma prima che potesse raggiungerla, cominciò la tempesta.

USS Tokugawa - Plancia - 27 Maggio 2396, contemporaneamente


Margret si grattò di nuovo l'antenna sinistra. Erano dieci minuti buoni che andava avanti così.
Hesse le gettò un'occhiata perplessa. "Hai deciso di staccartela?"
La donna gli gettò quella che lui percepì come un'occhiataccia ma che nella realtà dei fatti, considerando il fatto che si trovavano entrambi in plancia nell'esercizio delle loro funzioni e che Margret stessa si sarebbe fatta sparare fuori da un portello piuttosto che contravvenire al protocollo, fu una semplice occhiata neutra, leggermente infastidita.
"No, Signore. E' solo un leggero fastidio. Come se ci fosse della polvere."
"Della polvere?" domandò Hesse sempre più perplesso.
"Sì. Mi succedeva anche su Risa. Ma non è possibile."
"Se non fossimo nel bel mezzo di un'emergenza, potresti far controllare i filtri ambientali, ma..."
"Capitano!"

La voce di Carpenter suonò eccitata e preoccupata al tempo stesso e fece voltare tutte le teste, antenne o meno, nella sua direzione. "Ho delle rilevazioni dalla superficie. Sta succedendo di nuovo."
"Può localizzare con esattezza la posizione in cui si sta verificando il fenomeno?"
"In elaborazione... sì..." Carpenter si bloccò. "E' la posizione della nostra squadra di sbarco!"
Hesse si voltò immediatamente verso il retro della plancia. "Chiami il comandante Alluso, rapporto immediato. Glasgow, li tiri fuori da lì. Ora."
Sia il guardiamarina alla tattica che Mark annuirono, le dita che correvano sulle rispettive consolle.
"Non rispondono, Signore," rapportò il primo.
"Non riesco ad ottenere un aggancio," riferì Mark.
"Riprovate," ordinò Margret, senza che ce ne fosse bisogno. "Carpenter?"
"Qualcosa interferisce con i sensori. Sembra..." L'uomo aggrottò le sopracciglia, scorrendo i dati. "Sto rilevando delle alterazioni nell'assetto climatico della zona. Era già successo, ma non con questa portata."
"Che genere di alterazione climatica?"
"Sembra una tempesta di sabbia, ma è difficile esserne sicuri dalle letture dei sensori e..." John si interruppe ancora una volta. "Sto rilevando un secondo fenomeno," disse lentamente.
"Dove?" chiese Hesse.
John si voltò, esterrefatto. "Qui."

Non fece quasi in tempo a terminare l'ultima parola che la plancia fu travolta. Non fu un attacco, non venne dall'esterno. Ogni persona in plancia venne improvvisamente accecata e soffocata da minuscole particelle guizzanti nell'aria. Durò circa dieci secondi, poi tornò la calma.

Demian si strofinò gli occhi e il viso con la manica dell'uniforme e si guardò intorno.
"State tutti bene?"
Vennero varie conferme. La plancia intorno era intatta, se non per un sottile strato di polvere rossa che sembrava essersi depositato su ogni superficie.
"Che diavolo ci fa qui tutta questa sabbia?" sbottò il capitano, in direzione dell'ufficiale scientifico. In un primo momento pensò ci fosse stata un'esplosione. La consolle scientifica, solo pochi secondi prima accesa e in perfetto stato, era ora buia e silenziosa. Il piano era parzialmente spaccato. No, non sembrava un danno da esplosione. Sembrava più un pezzo di un relitto.
Demian fece un passo avanti, sbattè le palpebre e cercò con gli occhi John. Solo che Carpenter, così come Margret e il guardiamarina della tattica, non c'era più.