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“Capitano potrebbe, concedermi un minuto” chiese la Kublik spostandosi poco più lontano dalla posizione del gruppo in plancia, volendo far intendere che la conversazione doveva rimanere, per quanto possibile, privata “avrei bisogno di un suo parere.” Subito Kiron coprì la breve distanza ponendosi in posizione di ascolto. “Ho paura di non aver capito bene, Michael. A quanto ci ha riferito Gibbelaux , la sua gente è solo geneticamente predisposta all'empatia … sicuramente posso sbagliarmi, ma non credo che sia possibile che Normalmente, Kublik non dava mai pareri che non fossero richiesti. Anche stavolta, notò Kiron, si limitava a speculazioni e domande per porre l'attenzione su qualcosa che secondo lei non doveva passare inosservato, anche se la situazione era concitata. “Consigliere è tutto degenerato in fretta, anche le nostre preoccupazioni sono passate nel giro di poche ore da essere prettamente diplomatiche a... a... insomma a questo disastro qui.” disse facendo un cenno vago con il braccio in direzione dello schermo, la cui visione ormai assorbiva totalmente il disperato sguardo di Gibbellaux. Il tono di voce di Kiron tradiva una pacata rassegnazione. Era vero, non c'era maniera di capire come evitare il cataclisma, né quanto tempo rimanesse. Anche arrivando al nocciolo del problema e riuscendo a sventarlo, le controversie e i risvolti sul comportamento dell'equipaggio della Wayfarer avrebbero esposto quasi certamente tutti , Capitano in testa, a problemi disciplinari. Non sapeva se sarebbe stato di una “Capitano mi permetta di parlare privatamente con Himika.” Kiron considerò per qualche istante in silenzio la richiesta. Kublik incalzò: “Abbiamo messo queste due persone nella stessa stanza, di fronte all'evidenza di un tragico evento ,e sono due personalità in contrasto, oltre che evidentemente in ostilità l'una verso l'altro. Vorrei poterla ascoltare senza influenze esterne.” La richiesta di Erjn sembrava sensata. “Himika, ho bisogno che segua il consigliere nel suo alloggio.” La richiesta del Capitano era stata espressa in un tono così asciutto da somigliare più ad un ordine che a un invito; la donna sembrò presa alla sprovvista, ma un secondo dopo si rese disponibile guadagnando la posizione di Kublik, pronta a seguirla. Le due presero subito la strada per l'alloggio e, una volta abbandonata la plancia, Gibbellaux rivolse uno sguardo di puro risentimento verso il Capitano, spezzando il silenzio subito dopo. “Il suo Consigliere avrebbe potuto parlare con quella donna anche in mia presenza, non le pare? C'è forse qualcosa che le mie orecchie non devono ascoltare? Qualche domanda a cui è meglio che non risponda in mia presenza?” Era proprio il tipo di reazione che Kiron avrebbe voluto evitare. “Giudice, la prego di capire che è il momento sbagliato per essere permalosi. Ho le mie ragioni e non sono abituato a discuterle sulla nave che comando.” L'uomo sembrò infuriarsi. “Permaloso? Capitano, con chi crede di parlare … con un bambino!? Non sto facendo i capricci e non mi sento messo da parte; la prego io invece di capire che non mi fido assolutamente di quella donna, e non sono tranquillo.” *** Wayfarer alloggio di Kublik *** “Si sieda pure dove vuole Himika e ...” Il tono di Kublik le parve sincero ed i suoi occhi autenticamente preoccupati. In più si capiva che non stava bene e che stava facendo uno sforzo sovrumano per non crollare. I suoi intenti erano evidentemente buoni. “Consigliere è imperativo che io torni sul mio pianeta immediatamente. Se veramente volete aiutarci, faccia in modo che io vada ora.”
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