USS Seatiger, Ufficio del capitano
01/09/2398, 13:00 - D.S. 75667.24
" ... quindi mi diceva che si è trattato di un errore? "
Arjan sembrava piuttosto sulle spine. Od almeno così sembrò ad Althea.
" Sì, capitano. Un'iniziativa presa da un membro troppo entusiasta degli ovoidi. "
Arjan aggrottò le sopracciglia.
" Quell'entusiasta ci ha quasi uccisi tutti. "
* Ci scusiamo ancora. *
" Rinnovano le loro scuse, capitano. "
" Le accetto volentieri, ma se possibile il fatto che si sia trattato di un caso è ancora più grave. Si fosse trattato di un atto deliberato potremmo trattare delle condizioni. Invece quello che è accaduto significa che potrebbero danneggiarci seriamente senza volerlo. "
* Porremo maggiore attenzione nelle nostre interazioni con voi. Faremo del nostro meglio per non danneggiarvi e ridurremo al minimo le nostre interazioni con la vostra nave. Tuttavia la possibilità di errori non si può escludere in modo assoluto . *
" Faranno del loro meglio ma non escludono la possibilità . Capitano, io credo che dovremmo andarcene il prima possibile. "
" Concordo, tenente. Ma là fuori è probabile ci aspetti un esercito di ovoidi ostili. A proposito, i nostri ospiti conoscono la loro identità ? "
* Non è possibile per voi ridurre la loro identificazione a fonema. Per semplicità potere riferivi a loro come 'gli smarriti'. *
" Li chiamano 'gli smarriti', capitano. "
" Appartengono alla vostra razza? Abbiamo notato una morfologia simile alla vostra. "
* In un certo senso sì. Ed in altri no. Sono quelli che avremmo potuto essere se avessimo fatto altre scelte. *
" Stanno diventando criptici, capitano. Da come parlano sembra che gli altri appartengano ad un'altra linea temporale. "
* Tale definizione è una grossolana semplificazione ma è quanto sia più vicino alla verità e concettualmente accessibile alle vostre menti. *
" E cosa vogliono? "
* Tutto questo. Il non luogo in cui siete è un nexus che consente l'accesso al tutto. Ed è la nostra culla. La nostra e loro patria ancestrale. E la rivogliono. *
" Siete esseri multidimensionali, quindi? "
* Non siamo troppo dissimili da voi. Viviamo tridimensionalmente e siano temporalmente lineari. Ma abbiamo sviluppato una profonda conoscenza nella meccanica dimensionale. Abbiamo accesso a infiniti piani di esistenza da questo luogo. *
" Capitano. Pare che non siano poi così diversi da noi. Ma hanno una tecnologia dimensionale sviluppatissima. "
Arjan aveva assistito allo scambio unilaterale del suo primo ufficiale medico. Questa comunicazione mediata stava diventando tediosa.
" Preferirei andarmene al più presto da questo luogo, date le premesse. Ma non vorrei dover affrontare di nuovo i loro cugini là fuori. "
" Lo preferirei anche io, capitano. "
* Percepisco fastidio da parte del capitano per questa forma di comunicazione. Quando sarete sul nostro mondo potremo comunicare più facilmente. *
Althea fu colpita da un'epifania.
" Capitano! E se chiedessimo di riportarci nel nostro universo? "
" Sì, tenente. L'idea aveva attraversato la mia testa... "
* Quanto ipotizzato è facilmente possibile. Possiamo rimandarvi nel vostro universo. La difficoltà è selezionarlo. La vostra firma quantica è in fase di degrado. Probabilmente avete passato molto tempo in un universo a voi estraneo. *
" Capitano. Possono farlo, ma a quanto pare la nostra firma quantica si sta confondendo. "
Arjan annuì tra sé. Era vero. Ed inoltre c'erano state riparazioni fatte con materiali locali. Avevano mangiato cibo locale.
" Possono qualunque farlo? "
* Sì. Siamo ragionevolmente sicuri di potervi riportare nel vostro universo di appartenenza. Ma il margine di errore non è nullo. Del resto è consigliabile che prendiate una decisione più presto possibile. Più aspetterete più l'indeterminazione aumenterà . *
" Confermano di sì. E consigliano di sbrigarci. "
" Ne convengo. Bene. Cosa è necessario fare? "
* Non è necessario nessuna azione da parte vostra. Ve ne diamo dimostrazione. *
Quasi subito il comunicatore di Arjan trillò. Lo attivò. La voce di Finn arrivò con una nota di inquietudine.
=^= Capitano... sta succedendo qualcosa. Forse dovrebbe venire qui. =^=
Arjan ed Althea si guardarono negli occhi.
USS Seatiger, Plancia
Poco dopo
Finn lasciò subito la poltrona di comando all'ingresso in plancia
" È apparso poco fa. "
Arjan non ebbe bisogno di chiedere a cosa si riferisse il Primo Ufficiale.
Sullo schermo principale campeggiava un portale. Simile a quello attraverso il quale erano arrivati.
Ma al di là di esso non si vedevano miriadi di Smarriti. Solo le profondità dello spazio.
Arjan si rivolse ad Althea.
" È...? "
" Sì capitano. Quello è un portale per il nostro universo. "
Questa semplice frase fece scendere il silenzio in plancia.
Tutti la guardarono a bocca aperta.
Arjan invece non poteva dare a meno di fissare quella fessura nel nulla
Casa. Finalmente. Casa.
" Possiamo attraversarlo? È sufficiente? "
* Certamente. Basta varcarlo. Ci dispiace non poterci sdebitare in altro modo per aver salvato la nostra gente. Avremmo voluto fare di più. Comunque possiamo aprirlo in qualsiasi momento. L'invito ad incontrarci sul nostro mondo è ancora valido. *
Althea si deterse le lacrime dagli occhi.
" Non temete. Credo di poter parlare a nome di tutto l'equipaggio dicendo che è più che sufficiente. "
* Ce ne rallegriamo. *
Arjan sorrise.
" Bene signor T'Kar. Tracci una rotta. E ci porti a casa. "
In quel momento accaddero due cose.
Uno: un raggio partì dal disco deflettore principale della Seatiger. Diretto verso il portale.
Due: il comunicatore di Althea trillò. Era Kennedy dall'infermeria.
=^= Signore... è il tenente Carelli. Si è alzata da sola e mi ha assalito. =^=
USS Seatiger, Infermeria
Pochi minuti prima.
Il turno di Kennedy volgeva al termine. Per fortuna. Con l'afflusso di feriti delle ore precedenti si sentiva vicino al collasso.
I buoni propositi vennero spazzati via quando l'allarme di una capsula di stasi si attivò.
Si voltò allarmato. L'allarme veniva dalla postazione del tenente Carelli. Poteva solo dire che le condizioni del paziente si erano aggravate.
Invece che essere sdraiata nella capsula di stasi l'ingegnere capo si trovava in piedi accanto ad essa.
Non era possibile. Non dalla stasi. E soprattutto non nelle sue condizioni.
Si diresse velocemente verso la donna.
Stava in piedi ferma senza dire nulla.
" Tenente Carelli! La prego, si sdrai. Le sue condizioni non... "
Lo sguardo della donna era vacuo.
* Un caso di catatonia vigile? *
Poi notò delle strane striature cromate che solcavano la pelle della mani ed il viso.
" Ma che... "
Non ebbe più tempo di dire nulla.
Un pugno dotato di una forza ingiustificata dalla stazza e condizioni dell'altra lo colpì al plesso solare, levandogli il respiro. Piegato in due il colpo alla nuca che seguì lo mandò al tappeto.
Droxine senza perdere tempo prese la porta dell'infermeria e percorse il corridoio.
Un guardiamarina la incrociò.
Droxine indossava la tunica fornita ai pazienti dell'infermeria.
Si fermò incerta.
" Tenente, tutto bene? "
Ma stava ormai parlando alla porta del turboascensore che si chiuse tra di loro.
Arrivata al ponte 11 Droxine si diresse verso la sala macchine, ancora attirando gli sguardi perplessi dei membri dell'equipaggio.
Varcò le porte come aveva fatto innumerevoli volte in precedenza.
Fu accolta con un sorriso dal guardiamarina Strafford.
" Tenente! Sono felice di vedere che è già in piedi. Ci avevano detto che di sarebbe voluto ancora... "
Il sorriso gli morì in faccia quando vide le strisce cromate sul volto del suo ufficiale superiore.
Che iniziarono ad illuminarsi. Una mano lo toccò sul ventre. Ci fu un lampo di luce azzurrina ed il guardiamarina fece un volo di due metri contro la parete opposta, dove rimbalzò e cadde a terra senza più muoversi.
Si diresse alla console di comando principale e configurò il disco deflettore principale per emettere un flusso continuo di tachioni ad una precisa frequenza.
USS Seatiger, Plancia
In quel momento
Arjan guardò con orrore il raggio che andò a colpire il portale appena aperto.
In pochi attimo l'apertura interdimenzionale iniziò ad offuscarsi, per poi schiarirsi di nuovo. Lo spazio profondo attraverso di esso non era diverso da prima.
Tranne che per un particolare.
Una miriade di puntini argentei che iniziarono subito a riversarsi nell'apertura.
Gli Smarriti iniziarono subito la loro opera di distruzione.
Riversarono il fuoco delle loro armi sugli ovoidi. Incenerendone a decine.
" Allarme rosso! Fermate quel raggio, presto! "
Tholos era terreo.
" Non ci riesco! Non abbiamo più il controllo dei sistemi! Siamo stati compromessi. "
" Come è possibile? "
La voce del capitano era carica di oltraggio.
Althea gli andò accanto.
" Capitano! È Droxine. In qualche modo durante l'attacco la hanno infettata! "
Arjan la guardò.
Erano stati salutati come salvatori ed invece si erano rivelati cavallo di Troia.
T'Kar interloquì.
" Capitano. Ho ripreso un controllo limitato dei sistemi d'arma. "
" I tubi di lancio? "
" Sì, capitano. "
Il capitano guardò lo schermo. La fessura attraverso la quale gli ovoidi cromati stavano passando.
Non la guerra di Troia. Le Termopili.
" Signor T'Kar. Lanci tutti i siluri ad impulso EMP che può. Li rallenti. Guadagniamo tempo per i nostri alleati. "
Althea richiese di nuovo la sua attenzione.
" Notizie dai nostri ospiti? "
" No capitano. Non li sento più. Probabilmente sono troppo occupati a combattere. Oppure... "
Althea lasciò cadere la frase.
" Capitano, vado in sala macchine. Forse posso fare qualcosa. "
" Tenente. Quel raggio deve essere disattivato. Ad ogni costo, mi ha capito? "
Althea non rispose, mentre correva verso le porte del turboascensore.
USS Seatiger, Infermeria.
Pochi istanti prima.
Anna si svegliò al suono dell'allarme rosso.
Si guardò intorno confusa.
I lettini attorno a lei erano occupati. L'attacco degli ovoidi aveva portato la sua dose di feriti. E di morti.
Cercò il suo comunicatore. Non c'era. Probabilmente era stato riposto con la sua uniforme. Stava troppo male per alzarsi e cercarlo. Ed Althea non avrebbe approvato.
C'era un guardiamarina che si aggirava agitato.
Lo chiamò.
" Guardiamarina. Cosa sta succedendo? "
Kennedy sobbalzò quando si sentì chiamare.
" Ah tenente Calvi. Si tratta del Capo Carelli. È fuggita dall'infermeria. Mi ha quasi ammazzato per farlo. Dalle ultime notizie che ho, prima che saltassero tutti i sistemi, pare che abbia messo sottosopra la sala macchine. "
Il viso di Anna mostrò tutta l'incredulità possibile.
" Droxine ha fatto... cosa?! "
" Guardi, non lo so. Aveva delle strane striature cromate su tutto il corpo. Non ho idea... "
" Mi dia il suo comunicatore. Subito. "
Vedendo il cipiglio del capo della sicurezza Kennedy obbedì.
" Computer! Teletrasporto di emergenza in sala macchine. "
Nessuna risposta.
" Glielo ho detto. I sistemi sono giù. "
Anna strinse i denti e scese dal letto.
" Tenente! Non posso permetterle di lasciare l'infermeria. Le sue condizioni... "
L'occhiata di fuoco di Anna lo fece indietreggiare.
Non poté fare altro che guardare la donna barcollare fuori della porta tenendosi alla parete.
" Ma cosa sta prendendo a tutti oggi... "
USS Seatiger, Plancia.
In quel momento.
Jason guardava sconsolato la sua console isolata.
Il capitano e T'Kar stavano discutendo di schemi di dispersione e temporizzazione delle cariche.
Si sentiva inutile.
Con i sistemi in crash non aveva nemmeno più accesso ai sensori. La console di per sé funzionava ma era scollegata dai sistemi della nave.
Non aveva altra scelta che starsene lì a guardare gli eventi che si evolvevano.
Colse l'occhiata di un altro elemento nullafacente in plancia.
Finn si alzò dalla poltrona di comando.
" Salve... "
" Signore? "
" Ma lei ha capito cosa sta succedendo? "
" Purtroppo non ho dati a disposizione. Suppongo si tratti di un raggio di tachioni collimato ad una frequenza tale da far cambiare di fase la breccia. In questo modo si è portata in fase con la firma quantica dell'universo da cui siamo arrivati. "
" Ah come quando ti metti a smanettare con il sintonizzatore fino a far stridere le casse. "
" Ahh... ecco... non proprio. "
" Comunque allora basta rismanettare al contrario per rimettere le cose a posto no? "
Jason fece un sorrisetto.
" Temo di no. La meccanica multidimensionale è un po' più complicata di così. "
" Ma certo. E può smanettare più multidimensionalmente? "
" No. Ci sono troppe variabili. "
Poi gli occhi dell'ufficiale scientifico si focalizzarono all'infinito.
" Certo... potrei semplificare applicando equazioni stocastiche di secondo grado... "
Finn guardò Jason mentre elucubrava.
" Ma quindi si può fare? "
Jason si distolse dai suoi pensieri.
" No. Sì. Forse. Non lo so. Comunque non ho dati su cui lavorare. "
Finn gli lanciò uno sguardo interrogativo ed indicò la console scientifica con un dito, senza dire nulla.
Jason non poté fare a meno di lasciar trasparire la propria frustrazione.
" È scollegata dai sistemi! Non posso non ho accesso a nulla. Non so nemmeno le caratteristiche precise del raggio di tachioni! "
Si interruppe colto da un'idea. E se...
Controllò i gli ultimi dati arrivati alla console prima del crash. Nulla. Ma nel buffer c'erano i dati grezzi prima di venire formattati opportunamente per venire presentati in forma leggibile.
Ed eccolo là . Il datagramma era incompleto ed inutilizzabile ma scavando...
La vide. La frequenza del raggio di tachioni era lì. Ed era integra.
" Signore, lei è un genio. "
E si mise a macinare equazioni.
" Mi dica qualcosa che non so... "
Ma le sue parole rimasero inascoltate.
USS Seatiger, Sala macchine.
In quel momento.
Quando Althea varcò la soglia della sala macchine si trovò davanti uno spettacolo terrificante.
Droxine stava con le braccia fino al gomito immerse nella console principale della sala macchine. Console che aveva un aspetto semifuso. Aleggiava un orribile odore di plastica fusa, duranio disintegrato e soprattutto carne bruciata. Quella di Droxine.
L'altra cosa che notò era un piccolo drappello di uomini della sicurezza. Ed uno di loro stava puntando un fucile phaser verso Droxine.
" Cosa sta facendo!? "
Il guardiamarina la guardò.
" Non si preoccupi, tenente. È impostato su stordimento. "
" Non può farlo. Nelle condizioni in cui è il tenete Carelli... "
" Nelle condizioni in cui è ha quasi ucciso il guardiamarina Strafford. "
E fece fuoco.
Il raggio si infranse sulla schiena di Droxine in una cascata di scintille subito assorbite dalle strisce argentee.
L'uomo della sicurezza scosse la testa ed assunse un'espressione dura.
Althea lo vide impostare il selettore del fucile su letale.
" Non può farlo! "
" Mi perdoni signore. Ma ho degli ordini. "
" Le ordino di abbassare l'arma. La supero in grado. "
" Con tutto il rispetto, signore, non nella mia catena di comando. "
" Ma nella mia sì. Abbassa l'arma, Rodriguez. "
Tutti si girarono verso l'ingresso, dove aveva fatto la sua apparizione Anna. Si teneva a malapena in piedi, tenendosi allo lo stipite della porta.
" Signore, ho ordini diretti dal capitano... "
" Ho capito. Ora metti giù l'arma o giuro che ti infilo quel fucile phaser su per il culo e lo mando in overload. Ha funzionato per l'ovoide funzionerà anche per te. "
Rodriguez la guardò indeciso.
L'impresa del capo della sicurezza era già diventata una piccola leggenda tra le maglie rosse.
Abbassò l'arma.
Althea corse accanto al capo della sicurezza per sostenerla.
" Grazie... ma cosa ci fai qui? "
" A quanto pare bullizzo i miei stessi uomini. Puoi fare qualcosa per il tenete Carelli? "
" Io... non lo so. "
" Riesci a raggiungerla? "
" Ci sto provando. Ma è come se non ci fosse nulla nella sua mente... e se fosse...? "
" Non dirlo nemmeno. "
Althea annuì. Doveva provare. Avrebbe fatto male ma doveva provare.
Si pretese in avanti e poggiò le mani sulle tempie di Droxine.
La carne delle mani iniziò a sfrigolare. Urlò. E poi SPINSE.
Un immenso piano fatto di ombre di grafite. Non c'era nulla là . Solo Althea.
Eppure... non era sola.
Lo sentiva.
C'era qualcosa. Appena fuori della visone periferica.
Ed era sempre più vicina.
Sorse dal piano come una nube di povere nera scintillante.
Un ovoide. O la sua rappresentazione mentale. Gigantesca. Immensa. Soverchiante.
" Chi sei? Cosa sei? Lascia andare immediatamente Droxine! "
La figura si avvicinò. In qualche modo Althea sapeva che la stava deridendo.
I tentacoli manipolatori scattarono verso di lei e le si immersero dentro.
Quello che provò non era dolore ma qualcosa di peggio. Come se la sua anima venisse fatta a brandelli.
Lentamente.
Urlò senza voce.
Anna guardava impotente Althea mentre si contorceva. Le sue mani stavano bruciando, ma sul suo viso era dipinto un orrore che andava oltre il dolore fisico.
Cosa poteva fare? L'unica cosa sensata da fare era staccare a forza le mani dalle tempie di Droxine. Qualcosa dentro di lei però le diceva che sarebbe stata la cosa peggiore da fare.
Così fece la cosa più stupida che potesse fare.
Sovrappose le sue mani a quelle di Althea.
Althea avvertiva il divertimento dell'ovoide. Se avesse voluto avrebbe potuto annichilirla in un attimo.
Ma se la stava godendo.
Sapeva di aver vinto. Per lui e per i suoi compagni.
Il divertimento era il suo premio.
E non lo avrebbe fatto durare poco.
" LASCIALA ANDARE, MALEDETTO! "
L'ovoide distolse l'attenzione dal suo giocattolo.
Un'altra figura era arrivata.
Bene. Il gioco sarebbe durato più a lungo.
" Tu! Io lo so chi sei! So che sei tu! "
L'ovoide non capiva. Cosa diceva quell'essere? Lasciò il vecchio strumento di diletto e rivolse i manipolatori alla nuova arrivata. A breve l'unica cosa che avrebbe potuto fare era implorare.
Ma si fermò un attimo prima del contatto. Aveva avvertito un fremito. Qualcosa di strano. Era assurdo ma... paura?
Non aveva senso. Era il più forte.
" Allora ti ricordi di me? Sì, certo che ti ricordi. Ti ho già ucciso... "
L'ovoide guardò con orrore la figura della nuova figura farsi più grande. Sempre di più. O era lui a farsi più piccolo?
Perché capiva che era vero. Era al cospetto della sua carnefice.
Ormai Anna era immensa. I suoi occhi fiammeggiavano. Per un attimo sul suo viso lampeggiò l'immagine stilizzata di una maschera di tigre.
" ...E NON AVRÃ’ PROBLEMI A FARLO DI NUOVO! "
E poi un piede calò.
Droxine batté gli occhi.
Era confusa. Non capiva dove fosse.
Poi guardò.
Le sua braccia erano sprofondate e fuse in una console liquefatta.
Braccia segnate da strisce argentee.
Non provava dolore semplicemente perché questo era talmente grande che la sua mente non riusciva a contenerlo.
L'unica cosa che il suo cervello poteva fare era andare in shock e spegnersi.
E così si avviò a fare.
Un paio di mani le presero il viso. Nel suo campo visivo comparve il consigliere della nave.
" Tenete Carelli! La prego rimanga con me! Mi guardi negli occhi. "
Il capo ingegnere voltò per un attimo le pupille di lato.
Althea era a terra tra le braccia di Anna. Le mani di entrambe erano orrendamente bruciate. Gli occhi di Althea erano spalancati.
"No! Occhi su di me! Tenente, si concentri sulla mia voce. Mi sente? "
La testa di Droxine si piegò appena in un segno di assenso.
" Mi ascolti. Verrà il tempo delle spiegazioni ma non è questo. Lei è l'unica che può salvarci tutti. "
Droxine mantenne il contatto visivo.
" In questo momento lei è fusa con i sistemi della nave. È l'unica che può comandarla. "
Gli occhi di Droxine scattarono verso la console e le sue braccia immerse in essa.
Panico.
" No. Non pensi a questo ora. "
Le parole di Anena erano morbide come un cuscino. Ipnotiche.
" Si concentri sulle mie parole. Solo quelle sono importanti, ha capito? "
Assenso.
" Riesce a controllare la nave? "
Droxine pensò che era assurdo. Poi si protese. In un modo che non sapeva di poter fare.
Ed erano là . Tutti i sistemi. Tutti i sensori. I motori.
Erano parte di lei.
Ed era terribile.
Ed era eccessivo.
Ed era schiacciante.
Ed era...
Bellissimo.
Gli angoli delle sue labbra si mossero verso l'alto in un minuscolo sorriso.
USS Seatiger, Plancia.
In quel momento.
" Signor T'Kar. Valutazione tattica? "
La voce di Arjan tradiva tutta la tensione accumulata.
" La nostra tattica di bombardare il varco con i siluri EMP è efficace nel rallentare gli invasori ma non li danneggia. Sta dando comunque tempo ai nostri ospiti di riorganizzarsi. Stanno arrivando molti ovoidi attrezzati con degli esoscheletri analoghi a quelli degli attaccanti. Purtroppo sembrano troppo lenti. Non ho dati su quante forze possano mettere in campo ma se la tendenza attuale si mantiene prevedo un 98.7% di probabilità di disfatta. "
" Cos'altro possiamo fare? "
" Non molto, se non riusciamo a disattivare il raggio di tachioni. Questo non possiamo farlo se non recuperiamo il controllo dei sistemi della nave. L'unica opzione che vedo è minare il nucleo di curvatura con delle cariche. Una sorta di autodistruzione manuale. "
Arjan rabbrividì. Non lo aveva detto ma la possibilità gli aveva già attraversato la mente. Non aveva voluto ancora prenderla in considerazione, ma poteva essere l'unica soluzione. Gli Smarriti li avrebbero comunque distrutti. Almeno avrebbero dato una possibilità ai loro ospiti.
Sospirò stancamente.
" Ba bene, tenente. Si metta al lavoro. "
Il comunicatore trillò.
=^= Capitano! Il tenete Carelli è di nuovo in sé. Ma non resisterà a lungo. =^=
Era Anena. Le comunicazioni erano di nuovo attive?
Per un attimo si chiese cosa ci faceva il consigliere in sala macchine. Ma non era il momento di domande futili.
" Disattivate il raggio! Disattivatelo subito! "
=^= Sì capitano. =^=
Tutti gli occhi si volsero allo schermo principale, dove con un tremolio il raggio proveniente dalla nave si spense.
" Ottimo lavoro, tenente. Signor T'Kar? "
" Il varco ha iniziato a richiudersi, capitano. Temo però che lo stia facendo troppo lentamente. Prevedo ancora un 82.5% di probabilità di disfatta. Ci siamo mossi troppo tardi. Inoltre stiamo lanciando in questo momento gli ultimi siluri modificati. Ci serve tempo per costruirne altri. L'unica tattica funzionale sarebbe chiudere la breccia. Immediatamente. Ma non vedo modo di farlo. "
" Ahem... "
Arjan si girò verso la sorgente del rumore.
Finn lo guardava con la sua tipica espressione sorniona.
Un tempo forse avrebbe ignorato il suo primo ufficiale. Ma il tempo passato insieme gli aveva insegnato che Finn in qualche maniera non doveva mai essere sottovalutato.
" Sì, Numero Uno? "
" Il tenente McAllan potrebbe avere un'idea. "
L'interpellato sobbalzò leggermente al suo posto, mentre gli occhi di tutti si appuntavano su di lui.
" Tenente? "
Disse Arjan.
" Capitano... ho eseguito dei calcoli. È solo una supposizione, ma se potessimo emettere di nuovo il raggio di tachioni ad una precisa frequenza potremmo risintonizzare di nuovo il portale nella sua zona originale. "
" E lei è riuscito a calcolare la frequenza giusta? "
" Io... ho qualcosa, ma si tratta di pura speculazione. Sono andato principalmente per analogia. Avendo più tempo, forse... "
" Non ne abbiamo. Comunichi al consigliere quello che ha. Signor Lawtoein, ha sentito? "
=^= Forte e chiaro, capitano. =^=
Pochi secondi dopo il raggio partì di nuovo dal disco deflettore principale della Seatiger. Colpendo di nuovo la breccia.
Questa baluginò di nuovo come aveva fatto la prima volta.
Quando si schiarì di nuovo mostrò di nuovo lo spazio profondo.
Questa volta però priva di puntini argentei.
T'Kar controllò la console.
" Il flusso degli attaccanti si è interrotto, capitano. Ora che gli Smarriti non possono più contare su rinforzi continui ci sono buone possibilità che i nostri ospiti che riescano a sottometterli. "
" Possiamo fare nulla per aiutarli, tenente? "
" Temo che il nostro supporto sarebbe praticamente ininfluente, capitano. "
Arjan guardava la fessura nello spazio visibile sullo schermo principale.
" Tenente McAllan. Ritiene che quel varco porti nel nostro universo? "
" Io... non lo so, capitano. Come ho detto i miei, più che calcoli, sono scommesse. Se vogliamo prendere una decisione dobbiamo farlo presto. La fessura sta continuando a richiudersi, nonostante il nuovo raggio di tachioni. "
=^= Capitano. Il tenete Carelli è svenuta. Ma prima di farlo è riuscita a ripristinare l'accesso a quasi tutti i sistemi. Ed il tenente Sheva vuole parlarle. =^=
" Me la passi. "
La voce di Althea attraverso il comunicatore tradiva una profonda spossatezza,
=^= Capitano. Ho ricevuto un ultimo messaggio degli ovoidi. Non ci incolpano per l'accaduto. Anzi ritengono di essere in difetto per averci coinvolto in una loro disputa interna. Ci ringraziano per il supporto. Dice che senza di noi sarebbero stati sbaragliati. Ci incitano ad usare il portale. Con i danni che hanno subito non riusciranno ad aprirne un altro in breve tempo. Quando riusciranno di nuovo a farlo la nostra firma quantica sarà ormai degradata. =^=
" Ho capito, tenente. La ringrazio. "
Arjan si appoggiò allo schienale della poltrona di comando.
Con sguardo deciso diede l'ordine.
" Tracci una rotta, signor Tholos. Ci porti via di qui. "
La nave si mosse maestosa nello spazio verso il suo obiettivo.
Varcò lo squarcio nella realtà e scomparve, diretta ancora una volta là , dove nessuno era mai giunto prima.
USS Seatiger, Plancia.
Poco dopo.
La USS Seatiger fluttuava tra le stelle. Finalmente in pace dopo la concitazione di poco prima.
In plancia il capitano si rivolse ansioso al suo primo ufficiale scientifico.
" Dunque, tenente? Siamo a casa? "
" Sto analizzando i dati, capitano. "
T'Kar prese parola.
" Capitano. Nave in avvicinamento. "
" Possiamo analizzarli? "
" Sì capitano. I sensori sono tornati online. Si tratta di un vascello dei rettiloidi. "
La delusione colpì tutti come un colpo di martello.
Arjan sospirò.
" Direi che questo risponde alla mia domanda... "
Jason rispose con voce afflitta.
" Sì capitano. Temo che i miei calcoli fossero errati. Il raggio ha solo spostato il varco all'interno dello stesso universo. In un luogo lontano dagli Smarriti. "
" Ha fatto del suo meglio, tenente. In effetti ha comunque salvati tutti. "
Si rivolse all'ufficiale tattico.
" Ci porti via di qui. Massima curvatura. "
Sentì uno sconsolato Finn bofonchiare un
" Here we go again... "
Il comunicatore di Arjan trillò.
=^= Capitano. Qui Sheva. =^=
" Mi dica tenente. Temo di non avere buone notizie. "
=^= Lo so, capitano. Ho ricevuto un ultimo messaggio dagli ovoidi mentre varcavamo il portale- Loro sapevano. Hanno detto che faranno quanto possono per ritrovarci. Ed aiutarci. Non sanno se ci riusciranno e quando ma ci proveranno. E ci riporteranno a casa. =^=
" La ringrazio, tenente. Ne sono lieto. Kenar chiudo. "
Arjan si adagiò sulla poltrona di comando.
Non era molto ma era una scintilla di speranza.
A volte era quanto bastava per andare avanti.
La nave stellare si voltò verso il cielo trapuntato di stelle guizzò via.