Crovis III - Grotte di Cobalto
14/03/2398 ore 8:33
"Signore... non posso dirlo con certezza, ma grazie ai cristalli e alla quantità di energia psichica che ha assorbito... credo che il pianeta sia cosciente."
"Come sarebbe a dire il pianeta è cosciente?" Il capitano Kenar
"Non è un'idea tanto assurda capitano, abbiamo incontrato tante creature superiori... perché non lo può essere in pianeta?" chiese il consigliere.
"Come possiamo entrare in contatto col pianeta?" Chiese prontamente Queen.
Fertus fece alcuni passi e, indicando i cristalli, disse: "Non è così facile, ci vogliono anni anche solo per percepirne la presenza... figuratevi per poter dialogare col pianeta!."
Kenar da quando aveva saputo del pianeta telepatico aveva iniziato a provare una strana sensazione come se ci fosse una entità etera accanto a lui che volteggiava come per cercare di dialogare. Ma la sua mente razionale cacciò indietro il pensiero pensando ad una suggestione o qualcosa di simile.
Poi si accorse della strana espressione sul viso di Anena. Forse anche il consigliere provava le stesse emozioni fece per dire qualcosa ma l'ufficiale scientifico parlò per primi:" Ma gli abitanti del pianeta stanno per essere spazzati via ci dev'essere qualcosa che possiamo fare."
"Potete contattare il pianeta per noi?" chiese il capitano.
Fertus scosse la testa amareggiato:" Purtroppo no, sento la voce del pianeta ma solo quando lui vuole... è come se fossimo troppo diversi, capite?"
Kenar e Queen scossero la testa confusi mentre Anena spiegò: "È che ci troviamo davanti ad una differenza abissale... esseri antropomorfi che vivono e respirano ossigeno con due sessi non possono che avere pensieri e menti simili ma un pianeta? Quali sono i suoi mondi di pensare? Le sue necessità? Come percepisce noi? Siamo formiche? Sa che esistiamo? Che sensi ha?"
Il capitano annuì dicendo:" Conigliere lei ha ragione."
Ma nel mentre che pronunciava quelle parole Fertus parlò ma lo fece con una voce forte e potente antica come l'universo e furibonda: "VOI... ESSERERI PROGREDITI... DOVETE AIUTARMI. I MIEI FIGLI SONO IN PERICOLO."
USS Seatiger, Plancia
14/03/2398 ore 09:53
Rashan era esasperato.
Roswell aveva dovuto solo entrare in un sistema che conosceva benissimo e modificare alcuni input per sviare le pattuglie federali in modo da salvare Finn dalla giusta punizione. E per fare ciò il massimo esperto di sistemi informatici della Federazione aveva dovuto usare tutta la sua abilità. A lui era toccato di peggio... doveva fare la stessa cosa ad una nave aliena di cui non conosceva nemmeno il tipo di computer impiegato.
Poi gli venne una idea: non doveva necessariamente entrare in un computer alieno per modificare il risultato dei sensori.
Sfruttando la sonda occultata che avevano messo in orbita per comunicare con le squadre di sbarco aveva creato dei falsi segnali sulla superficie del pianeta in modo da ingannare i sensori imperiali senza dover entrare nei loro sistemi.
L'idea era semplice ma geniale e stava dando i suoi risultati: vedeva le squadre di sbarco imperiali girare in tondo seguendo i falsi segnali senza puntare alla vera squadra di sbarco.
Però per un ingegnere pratico e analitico come lui era sorto un problema. Doveva dare al finto segnale un percorso che fosse casuale ma che fosse più lontano dai loro compagni. Serviva immaginazione e creatività, due doti di cui lui era totalmente sprovvisto. In più il cantilenare di Finn lo stava, come al solito, esasperando.
La sua furia si concretizzò in un pugno contro la consolle che fece sobbalzare Carelli intenta ad armeggiare con un cavo ODN accanto a lui.
"Che succede, ancora problemi coi sensori?" Chiese l'ingegnere
"No." Rashan sbuffò puntando le antenne verso di lei:" E che non riesco a dare una direzione casuale non ripetitivi ai falsi segnali."
"Ah ecco quindi ti serve una sorgente di rumore causale." Intuì l'ingegnere.
"Sì dove posso trovare un segnale random del tutto improvvisato?" Chiese l'OPS ma con un sorriso a trentadue denti la denobulana rispose:" ma se hai una delle più formidabili fonti di entropia della galassia a pochi metri di distanza."
Tholos guardò verso il primo ufficiale maledicendosi per non averlo intuito prima: "Signor Finn, avrebbe un minuto?"
Finn sobbalzò dalla sedia e per poco non perse di mano la chitarra. Si ricompose rapidamente e, trotterellando, raggiunse i due ingegneri dicendo: "Come posso esservi d'aiuto?
Rashan annuì e illustrò la situazione: "Ci serve una fonte di entropia."
"Entro... che?" Finn era confuso ma Carelli tradusse rapidamente:" Ci serve Rock and Roll!"
"Ah beh! Sì quello è facile." Esclamò il primo ufficiale.
Rashan sorrise e aggiunse: "Faremo Rock and Roll alle pattuglie imperiali."
"Ahh mai fatto un concerto per i pattugliatori!"
Crovis III - L'isola
14/03/2398 ore 10:10
In cielo era il caos più assoluto.
Gli imperiali avevano schierano una piccola flottiglia di navette nella disperata ricerca degli abitanti del villaggio e dei federali ma stavano girando una maniera caotica e sconclusionata al di fuori del più semplice e basilare schema di ricerca.
Anche le squadre di terra imperiali si stavano muovendo in maniera completamente caotica.
La cosa strana era che il tutto avveniva evitando il percorso che stavano facendo.
T'Kar arrivò prontamente alla conclusione che ci fosse lo zampino dei loro compagni sulla Seatiger dietro tutto ciò e inarcò nel tentativo di capire come ci fossero riusciti a creare tutta quell'entropia.
"Ma cosa stanno facendo? Non vedevo tanta incompetenza da quando i medici mettevano le sanguisughe sui pazienti." Anche il dottor Bruce era arrivato alle medesime conclusioni.
"Concordo, sembra che qualcuno gli stia depistando." T'kar espresse il ragionamento in una maniera più logica e raffinata.
"in ogni caso dobbiamo approfittarne e muoverci." Si intromise Anna.
"E andare dove?" Brontolò Bruce.
Dietro di loro giunse il capo villaggio dicendo: "C'è il tempo al centro dell'isola."
"Che bello un tempio... abbiamo bisogno di lasciare questo posto e questo qui ci propone di andare a pregare." Brontolò il dottor Bruce.
Ma T'Kar ignorò il commento e chiese:" l'area è al chiuso e poco esposta?"
L'anziano annuì dicendo: "Ed è anche protetta da spesse mura."
"Spesse mura che ci proteggeranno da armi a particelle... non credo." Il malumore del dottore era evidente.
"Ma sempre meglio che stare qui." Calvi si frappose a difesa del nativo.
"Concordo e potremmo anche riorganizzarci meglio anche perché dubito che questo diversivo durerà a lungo." Aggiunse T'kar.
"E noi dobbiamo portare la Tigre al tempo... lei è sacra per noi." Detto ciò il vecchio iniziò ad incamminarsi dicendo: "Seguitemi."
Bruce sbuffò dicendo: "E allora andiamo a sto maledetto tempio!"