La sveglia
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57199.5 2 Aprile 2380
Sono le ore 7.30 e nell'alloggio dell'ingegner Blair si apprestava a partire, per la seconda mattina, l'ennesima sveglia.
"Tesoro, svegliati sono le 7.30, devi andare a lavorare" di riflesso Leonard disse "No, è ancora presto. Aspetto ancora un pochino". Dopodiché realizzò la situazione e si alzo.
Questa volta non aveva fatto altro che farsi svegliare dal computer programmandolo in modo da fargli usare un tono più confidenziale solo nel proprio alloggio. Il che lo rendeva molto sereno. "La colazione è pronta, tesoro" disse il computer mentre nel replicatore si materializzava la classica tazza di caffelatte con biscotti.
"Grazie cara" ringraziò Leonard con un sorriso.
Trenta minuti dopo era pronto a riprendere servizio, ma prima di uscire lasciò in elaborazione nella console della sua stanza un programma. Uscendo il computer disse "Buon lavoro Leonard" mentre la porta si aprì.
"Grazie cara" disse Blair uscendo.
Si diresse in plancia e, non appena la porta del turbo ascensore si aprì, vide dinanzi a se il Sig. de Gerets e subito lo salutò come per tutti gli altri presenti "Buon giorno Signor de Gerets, buon giorno a tutti".
Tutti ricambiarono il saluto poi Vornak aggiunse "La vedo di buon umore stamattina, sono contento per lei"
Dopodiché Blair raggiunse la propria console e mentre smanettava canticchiava qualcosa a bassa voce come suo solito.
"Trullallà, trallallì...."
De Gerets che si trovava lì vicino, fece per voltarsi verso di lui un po’ perplesso, ma poi tornò sul proprio pannello.
Il Capitano rivolgendosi al consigliere disse "Vedo che l'ingegnere è tornato del suo umore."
"Si, ha superato la crisi con molta rapidità" disse Vornak.Poi Leonard informò il capitano della situazione della nave.
"Capitano, la nave è operativa nei sistemi principali al 100% e gli alloggi per i nostri ospiti saranno pronti fra cinque minuti. La mia squadra di tecnici si è data molto da fare anche senza il mio supporto in questo giorni".
"Ottimo lavoro" disse il Capitano che sembrava già annoiarsi.
Qualche minuto dopo Leonard tornò nel proprio alloggio per controllare quel lavoretto lasciato in mano al computer, e non appena entro fu subito accolto da quella voce "Bentornato Leonard".
Un po’ scocciato da così tanta confidenza terminò il programma "Computer terminare programma Sveglia 0 2 0"
"Programma terminato" rispose finalmente la voce normale e fredda del computer.
Nella console l'elaborazione era stata completata.
Si aggiustò un po’ la divisa e attivò il nuovo programma.
"Computer attivare programma olografico Blair 2 0 3"
Come d'incanto si materializzò al centro della stanza una ragazza di circa 25 anni, bionda e praticamente mozzafiato, che indossava una divisa della federazione ma completamente nera.
Quasi timidamente Blair si presentò "Salve, io sono..."
"Ciao Leonard!" lo interruppe avvinghiandosi al collo "Finalmente mi hai dato un corpo."
"Finalmente? Non mi sembra di conoscerla" disse Blair.
"Ma come? Ormai ci conosciamo da più di tre mesi." disse la ragazza torcendogli una guancia.
"Ah si? Davvero?" domandò Leonard senza capire.
"Ma certo tu e Priestly mi avete salvata e sistemata da quegli orribili naniti Borg"
".... ehm... computer chiudere programma!" ordinò l'ingegnere ma prima la ragazza disse "D'accordo, come vuoi birichino" e si smaterializzò.
La faccenda stava diventando al quanto seria, e richiedeva un'attenta analisi di quel programma.
Non aveva fatto altro che far elaborare al computer un corpo e un profilo psicologico, completamente casuali, da attribuire poi alla voce usata per la sveglia. Analizzando più a fondo il programma Blair si accorse che quel profilo psicologico non aveva alcuna corrispondenza nella banca dati del computer, non si fondava su alcun dato già esistente.
Nel ricercare la sorgente di quei dati, scoprì che il programma era strettamente collegato con molte cellule di gel bioneurale della nave, come se attingesse informazioni dal gel bioneurale stesso. Ripensando alla breve conversazione avuta con quell'ologramma realizzò che poteva trattarsi di una sorta di coscienza del computer.
Dopo qualche minuto Blair chiamò il Capitano "Blair a Capitano, Signore devo parlarle di una cosa nel mio alloggio se non le dispiace."
Il Capitano si affrettò a terminare uno sbadiglio e subito rispose: "Arrivo subito. Numero uno a lei il comando."
Il Capitano arrivò dall'ingegnere il quale gli spiegò subito tutta la faccenda.
"Ho scoperto che l'1% di ogni pacchetto di gel bioneurale è inutilizzato. Cioè è si utilizzato ma non nel modo che si pensava, perché a quanto pare svolge la funzione di memoria volatile utilizzabile esclusivamente dal nucleo centrale del computer. Poc'anzi ho riattivato l'ologramma e mi ha spiegato che ogni volta che noi interagiamo col computer utilizzando delle console, i comunicatori o il ponte ologrammi, lei è in grado di ascoltarci e di farsi una propria opinione di noi e a quanto pare immagazzina queste informazioni in quel 1% di gel bioneurale."
"Ma come è possibile? Questo gel è stato usato su altre navi prima della Sovereign e non si è mai verificato un caso simile" domandò Riker
"Probabilmente perché sulle altre navi questo 1% di gel inutilizzato non era sufficientemente abbondante da permettere una cosa simile. Sulla Sovereign ce n'è in quantità molto superiori in quanto è la nave più grande che ci sia nella Flotta." rispose Blair.
"Questo avvenimento è senz'altro privo di precedenti. Può comportare un pericolo per l'equipaggio?"
"Lo escluderei perché questa coscienza utilizza il processori del computer solo per, diciamo, ragionare per elaborare le informazioni della sua memoria personale. Non è in grado di operare nel senso di utilizzare la nave, alzare gli scudi, far muovere la nave, sparare con i phaser, ecc… Ha solo accesso ai registri del database del computer oltre che al proprio cervello di gel bioneurale."
"Posso vedere questo ologramma?" chiese Riker.
"Certo ora lo attivo. La avverto che è molto estroversa. Computer attivare programma Blair 2 0 3"
Non appena la ragazza si materializzò nel volto del Capitano apparve un sorrisone, poi l'ologramma parlò per prima.
"Ciao mio bel Capitano" disse sorridente e torcendo una guancia a Riker.
"Ah, che piacere. Ma già mi conosce?" disse Riker.
"Io conosco tutti qui, soprattutto Priestly perché ha cominciato a lavorare su di me da quando la nave era in costruzione."
"Su di lei?" domandò Riker per chiarire il doppio senso.
"Si, io sono il computer, bricconcello" rispose torcendo l'altra guancia al Capitano.
"Per essere un computer mi sembra molto umana. Come è possibile?"
"Innanzi tutto ho la conoscenza di tutta la vostra cultura letteraria, storico e sociale della banca dati, poi centinaia di persone su questa nave interagiscono con me ogni giorno. Dopotutto il mio caro Blair ha pure scoperto che il mio cervello è molto simile al vostro in quanto è biologico" rispose la ragazza.
"Beh se le cose stanno così, devo dire che non si tratta affatto di una minaccia. Comunque è meglio continuare a studiare fondo questa situazione prima di prendere una decisione sul suo futuro. Dopo che avremo raggiunto e ospitato i Barelliani ci troveremo tutti in sala tattica per discuterne. Blair monti un riflettore anche là, così daremo una voce anche al computer." disse Riker.
"Bene, aspetterò con ansia quel momento. Avrei già il piccolo desiderio far parte dell'equipaggio" affermò il computer.
Poi con l'espressione un po’ da marpione Riker disse "Beh ne saremmo certamente fieri, ma prima dobbiamo valutare tutti i pro e i contro"
"Computer, spegnere programma olografico" ordinò Blair.
"A presto cari" disse la ragazza prima di svanire.
"Non è possibile renderla un po’ meno confidenziale?" chiese Riker
"Purtroppo è la sua personalità. Non possiamo farci niente" rispose Blair.
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57199.6
Riker tornò in plancia molto perplesso. Bisognava assolutamente cercare di capirci qualcosa in più… inoltre bisognava che questa storia non interferisse con la missione. Già gli si avvicinava un mal di testa. I Barelliani avevano esigenze alimentari a dir poco truculente che i cambusieri avevano non poche difficoltà a soddisfare. Riker toccò il comunicatore: "Riker a Blackband. Meeting in sala osservazioni, voglio tutti gli ufficiali superiori incluso il capo teletrasporti, entro i prossimi 10 minuti."
Blackband, come sempre energizzato quando il capitano adoperava questa dialettica da sergente maggiore di fanteria, non se lo fece ripetere due volte e informò gli altri ufficiali.
Dopo dieci minuti esatti Riker fece il suo ingresso nella saletta osservazioni, dove Vornak, Blackband, Priestly, Blair, Barrent e Gloval lo stavano già aspettando. In breve il capitano spiegò la situazione e pose i suoi interrogativi:
"Signori, anzitutto è nostro dovere scoprire se questa "anomalia" del computer può essere pericolosa per la nave ed il suo equipaggio, l'abbiamo appena rattoppata e non vorrei tornare ai cantieri tanto presto, quindi gli ordini sono i seguenti: Priestly, vorrei una scansione completa dell'intero sistema informatico centrale della nave, l'interfaccia è sua e so che nessuno è più preparato di lei sull'affrontare questi problemi."
Stephan inarcò un sopracciglio: "Per una analisi di livello 1 mi ci vorranno almeno 5 giorni capitano. Potrei cominciare da un test di livello 2 per evidenziare problemi di sicurezza più macroscopici."
"Proceda. Blair, metta al lavoro tutti i suoi uomini disponibili e cerchi di scoprire se tutto ciò è potuto accadere nei cantieri o prima che vi arrivassimo, e controlli che il computer non alteri i sistemi vitali della nave, possiamo aspettarci di tutto. Gloval, veda di individuare eventuali forme di vita estranee alla nave che possano aver influenzato la memoria del computer ed esamini accuratamente dei campioni del liquido bioneurale. Signor Vornak, lei ritiene che sia possibile interpretare la "personalità" del computer?"
"Credo di si, capitano, ma i dati che sono in mio possesso sono ancora troppo evasivi per trarre delle conclusioni. Dal suo racconto e da quello del Sig. Blair ho evinto un carattere molto forte, questo può derivare sia dalla sintesi delle personalità dell'equipaggio, dato che il computer può avere accesso ai miei profili sul personale di bordo, sia dall'adattamento volontario del computer ai caratteri delle persone con cui interagisce, visto che le conosce così bene. Tuttavia, se avesse maturato una coscienza propria, la cosa sarebbe a dir poco affascinante!"
"Consigliere, apprezzo il fatto che lei lo trovi affascinante. Spero lo trovi sempre tale quando il nostro computer sarà troppo impegnato a soddisfare le esigenze del suo ultimo beniamino per trovare il tempo di farla respirare, ma il problema è un altro. Le è possibile o no analizzare il carattere di questa nuova entità senziente? a proposito signori, spero che vi siate resi conto tutti che quella che state prendendo in esame è comunque un' entità senziente e che noi siamo tornati in seno alla flotta, e che quindi le direttive della flotta sono tornate TUTTE ad essere pienamente valide..."
Vornak, con estrema calma e prontezza di spirito rispose: "Comandante, forse non ho usato il termine più appropriato, ma dai dati preliminari, ci troviamo innanzi ad una entità presente su tutte le navi di classe Galaxy, in grado di accedere a tutte le informazioni più segrete della flotta stellare, in grado di conoscere ogni più piccola informazione e di prevedere tutte le nostre mosse e che ci conosce meglio di noi stessi, avendo accesso ai diari personali , ai profili psicologici, in grado di elaborarli, in grado di prevedere ogni singola mossa, e che in questo momento ci stà ascoltando tramite il giornale di bordo. Probabilmente in risposta al fatto che si tratta di una nave della Federazione, si considera legata alle Direttive, ma se così non fosse ? Non ho mai analizzato un Computer, ne tantomeno un'entità della sua potenza…"
"Beato lei…" fece Priestly che aveva già attivato un DiPAD e stava prendendo alcune note.
"… le darò il numero maggiore di dati al più presto." Concluse Vornak snobbando il commento del giovane ufficiale.
Riker intervenne: "La questione sollevata dal comandante non è secondaria. È una vostra precisa priorità stabilire se il computer vada considerato un essere senziente o meno, e in tal caso secondo la normativa federale attribuirgli tutti i benefici di libera scelta che le/gli derivano dalla dichiarazione dei diritti. Bene signori, non perdiamo altro tempo: mentre voi cercherete di risolvere questo problema, io, il comandante Blackband, e il signor Barrent ci occuperemo della delegazione, non dimentichiamoci della nostra missione! Naturalmente in qualsiasi momento doveste scoprire qualcosa mi attendo un immediato rapporto."
"Comandante" Disse Vornak uscendo e riferendosi all'ingegnere capo, "devo fare una cosa e poi le devo parlare, passi da me fra 10 minuti".
Nave federale U.S.S. Sovereign, Nel frattempo.
De Gerets, durante uno dei suoi turni di riposo, si recò sul ponte ologrammi. Aveva bisogno di un po’ di distrazioni dopo aver lavorato come un asino durante riparazioni della Sovereign.
"Computer, attivare programma DeGe001"
"Programma avviato" avvisò gentilmente il computer.
Era molto che Andrè non si recava più dai suoi amici egiziani, e la compagnia che si godeva alla corte del Faraone non era da sottovalutare, si potevano apprendere molte cose dagli antichi...
"Il prossimo giro lo farò dai greci o dai latini" pensò il Tenente.
Aveva appena varcato la soglia dell’holodeck che una voce da dietro lo chiamò:
"Mi scusi l'intromissione, posso partecipare con Lei a questo "viaggio nel tempo", Tenente?" chiese educatamente la ragazza che de Gerets non aveva mai visto prima, ma che trovò immediatamente molto attraente.
"Sarà una dei tecnici imbarcati per le riparazioni, o una nuova assegnata alla astronave...Strano che non l'abbbia mai notata prima in giro per la Sovereign...Hmmmm"
"Certamente Guardiamarina" rispose lui, visto che aveva indosso la divisa della Flotta, "Io sono il..."
"Tenente Andrè de Gerets, facente funzioni di Ufficiale Comunicazioni dallo sbarco di Rogan Gorr. La sua fama la ha preceduta... Se le interessa saperlo, c'è anche chi l'ha definita "guazzabuglio di codici genetici"...".
"Hmmm", pensò de Gerets, molto perplesso e sorpreso dalla risposta della illustre sconosciuta, "questa qua la sa veramente lunga, ed è anche di lingua sciolta…", ma poi, si fece distrarre dalla grazia e dalla bellezza della nuova venuta.
De Gerets si sbilanciò con la nuova venuta: "Dicevo stiamo andando alla corte del Faraone, forse dovrebbe abbigliarsi in modo più consono al periodo storico", disse guardandosi. Lui era molto poco abbigliato. La ragazza non si scompose, e si presentò abbigliata soltanto di una leggerissima veste di lino, che lasciava trasparire quel poco che copriva, molto poco in verità.
Il tenente riuscì a malapena a balbettare un "Si, così... la vedo... molto... più...più...adeguata..."
La ragazza sorrise e si avviò verso il palazzo reale...E de Gerets le corse dietro, mai in vita sua aveva veduto ragazza più bella. "Se non ci combino qualcosa, quella vecchia rana di Talbot mi riderà dietro per il resto dei miei giorni…"
Raggiuntala, mentre camminavano su un viale ai bordi del Nilo, Andrè cercò di strapparle, maldestramente visto l'emozione che gli avevano creato la seducente ragazza e il suo comportamento così diretto, qualche informazione in più: "Lei è nuova dell'equipaggio, non l'avevo ancora vista a bordo, e ..ehm, quando c'è una ragazza così...ehm, graziosa, io di solito la noto..."
Lei rispose: " Si, è da poco che sono a bordo, anche se mi sembra di esserci sempre stata..."
"Sarà che l'equipaggio è composto da persone disponibili, almeno quasi tutti, insomma..."disse un po’ confuso de Gerets, che poi aggiunse: "Mi scusi, ma non mi ha detto il suo nome, e a me piace chiamare le persone, per nome, almeno quelli che conosco, per i quali provo amicizia o..."
"Il mio nome? Mi chiamo Gaia. Le piace? Spero di si, sa è un nome un po’ particolare...".
Andrè le rispose: "Si, certo che mi pace lo trovo un nome bellissimo, e molto adatto a Lei. Gaia è stato anche un nome che è stato attribuito alla Terra, la madre Terra, e qua in Egitto, la Terra è considerata come una divinità"
"Ora mi lancio..." penso Andrè: "Vengono fatti anche dei riti, quando il Nilo la inonda, la terra dico, è considerata il segno della rinascita, un segno di fertilità, capisce cosa intendo...". De Gerets in quel momento non era troppo sicuro dell'esattezza delle informazioni, ma stava pensando ad altro...
La discussione era appena arrivata al dunque, e la ragazza sembrava molto ben disposta, quanto meno stava guardando il tenente con uno sguardo a mezza strada fra l'ingenuo e il malizioso, che stava facendo impazzire il povero de Gerets. Lui non credeva fosse molto opportuno saltarle addosso subito, ma era però propenso a tale azione la prossima volta che avesse rivisto Gaia, perciò decise di controllarsi, e vedere se magari partiva lei, in questo caso aveva fantasticato già, in poche frazioni di secondo, a tutto che le avrebbe fatto.
Erano stati alla festa data in onore del Faraone, ed erano stati molto bene, avevano mangiato bevuto e si erano divertiti a vedere lo spettacolo, e si stavano avviando alla vita reale quando la ragazza decise che voleva vedere un tramonto dall'interno di un tempio. Se la ragazza sapeva come erano i templi egizi come lo sapeva lui, questo poteva voler dire solo una cosa...E de Gerets ne fu ben contento...
Si, la ragazza sapeva benissimo come erano fatti i templi, chiusi, e la luce del tramonto non era che si vedesse molto...
Nella penombra, con l'aria pesante e calda del confine del deserto, la ragazza si fermò con le spalle ad una colonna, guardando con un'espressione inequivocabilmente lussuriosa il tenente, che si stava eccitando come poche volte in vita sua...
"Capitano Riker a de Gerets"
Se Andrè maledisse tutti nella flotta, o dimenticò qualcuno, non ci è dato di sapere, sta di fatto che rispose con aria ansimante ed estremamente seccata, anche se rassegnata, perché qualcosa, o meglio qualcuno, dentro di lui pensò: "Logico, se qualcosa deve accadere, sarà sempre sul più bello"
"Qui de Gerets, dica Capitano"
"Si presenti immediatamente in plancia, dobbiamo parlare di qualcosa che riguarda la sua assegnazione"
Disperato dal dover lasciare così la bella Gaia, ma ligio al suo dovere più che mai rispose: "Si capitano, arrivo subito"
Disse alla ragazza: "Come hai sentito Gaia" si davano del tu "devo proprio andare. Ovviamente ci rivedremo..."
"Certo, dobbiamo ancora vedere il tramonto..." disse lei, e avviandosi verso l'uscita.
De Gerets disse: "Computer terminare programma DeGe001"
"Programma terminato"
E Andrè si ritrovò solo sul ponte. "È stata un'uscita velocissima, la sua" pensò interdetto il tenente e si recò di corsa in plancia dal Capitano, che lo informò, che vista la momentanea indisposizione al servizio del tenente Gorr, gli era stata assegnata le responsabilità delle comunicazioni.
"Che le è successo? Non è contento?" chiese Riker che lo vedeva un po’ mogio.
"Certo Signore" rispose de Gerets, "contento e fiero, Signore, vedrà che saprò svolgere il mio lavoro con perizia e dedizione".
"Non mi aspettavo niente di meno" replicò Riker "In libertà, vada, torni pure a fare quello che stava facendo"
"Non credo che sarà così semplice…" rimuginò tristemente Andrè...
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57199.9
Vornak era nel suo studio: "Computer, bloccare l'accesso allo studio"
Il controllo di sicurezza della porta blippo’ mentre eseguiva l’ordine.
"Attivare parametri di sicurezza , isolare la stanza, creare campo magnetico a bassa risoluzione, bloccare registrazione Diario personale, bloccare registrazione diario di bordo, disattivare sensori nel campo della stanza"
"Parametri di sicurezza attivati" rispose il computer.
"Sfondo VRaicher4"
Il pavimento iniziò a tingersi di un color rosso cupo, che diradava in un blu e poi in un celeste, fino ad avere bianche e veloci nuvole che si inseguivano sul soffitto.
"Attivare programma Blair 2 0 3"
"Operare variazione in base alla differenzazione di utente?"
Vornak non capì la domanda. Attese un attimo, non ci furono variazioni.
"Variazioni d'utente..." pensò forse il programma interagiva con il suo sistema di sicurezza. Strano, non avrebbe dovuto.
"Si" rispose
Rielaborazione in corso per l'inserimento dei nuovi dati, con l'attuale livello di priorità richiederà 84 minuti"
"Accelerare il livello di priorità fino ad ottenere l'elaborazione in 5"
"Eseguito. Cinque minuti al termine del processo"
Guardò le nuvole fluire velocemente sopra la sua testa. Su in plancia, completamente inosservato, su un quadro secondario si accese una spia di controllo. Un canale era stato aperto verso gli archivi della federazione.
Gigabyte fluirono e il computer si impadronì di nuove conoscenze.
"Bevanda Riker v11"
Si recò al replicatore a prendere l'agre cocktail alieno, con il solito sorriso di soddisfazione
Nave federale U.S.S. Sovereign, Nel frattempo.
L'ingegnere capo era pronto, nel suo alloggio, per la prima analisi della nuova forma di vita, che avendo dimostrato di avere una coscienza formatasi dallo studio dei dati che riceveva per mezzo del computer, deve avere una intelligenza che la contraddistingue.
Normalmente il computer è un cretino che esegue tutto ciò che gli si dice di fare, mentre ora ci si trovava di fronte a qualcosa di pensante.
Blair decise di verificare questa condizione importante giocando a scacchi con l'ologramma.
Così ordinò al replicatore di generare una scacchiera, poi avviò l'ologramma.
"Ehi là Leonardino mio, lasciami indovinare.... vuoi che giochi a scacchi." disse la ragazza non appena apparve.
"Esatto" rispose Leonard che rimase indeciso nel capire se lei lo aveva dedotto dal fatto che aveva la scacchiera in mano o perché aveva percepito l'ordine per il computer.
A Blair non sembrò molto corretto continuare a chiamarla "tesoro" o "cara" e pensò che occorreva un nome ben preciso.
Se mai un giorno incontrerà un ammiraglio o un ambasciatore non potranno certo conversare così confidenzialmente.
"Senti, stavo pensando che dovresti trovarti un nome. Dopotutto è necessaria anche una distinzione fra te e quel deficiente del computer. No?"
"Mmmm... si mi sembra giusto perché infatti siamo diversi. Lui non pensa ed esegue gli ordini, mentre io non posso eseguirli perché non ho accesso al nucleo del computer, ma uso i suoi processori per pensare e ...vivere. La mia mente è organica e flessibile, la sua è elettronica e statica. E poi un nome è necessario per convivere con voi." disse la ragazza dopo una breve riflessione.
"Bene, per il nome non c'è fretta ed è una scelta tua. Ora giochiamo." disse Blair posizionando tutti i pezzi sulla scacchiera.
La prima partita fu vinta dalla ragazza esprimendo tutta la potenza di calcolo e la conoscenza di mosse particolari caratteristica del computer. Fino qui nessun segno particolare.
Nella seconda partita Leonard decise di giocare male, facendo mosse irrazionali e sbagliate, tranne quelle di difesa.
All'inizio la ragazza mostrò stupore nel vedere il suo avversario fare strane mosse, e mostrò di essere in grado di studiare l'avversario e adattarsi a questo. Vedendo che non era una minaccia decise di buttarsi all'attacco senza badare alle proprie difese. Ma qui si rese conto che l'avversario si difendeva a dovere, così tornò ad utilizzare un attacco più costruttivo pur continuando a ignorare le proprie difese. Infine vinse la partita.
"Diario dell’ingegnere capo: la prova è stata sufficiente per dimostrare che la ragazza è intelligente. Non si è limitata ad usare le solite caratteristiche del computer come poteva benissimo fare, ma ha studiato la situazione e si è adattata a questa utilizzando sempre la tattica migliore, da lei scelta, per ben due volte. Ha fatto ricorso per altro ad una caratteristica umana: ha commesso un errore per poi migliorarsi quando si è buttata all'attacco sottovalutando in un primo luogo l'avversario.
Esito del primo test: Da questo esame di base il soggetto ha dimostrato di saper dosare le proprie conoscenze e potenzialità di calcolo con le scelte ragionate basate sullo studio della situazione. Il prossimo test consterà in una valutazione del quoziente di intelligenza."
"Giax a Blair, capo, abbiamo … uh, un problemino con l’induttore di una navetta. Potresti spiegarci…"
"Mi sa che se vengo lì io è meglio. Non toccare niente. Computer, terminare programma e salvare."
Il Capo ingegnere uscì di corsa: incredibilmente Giax lo preoccupava di più dell’entità intelligente che stava esaminando.
Nave federale U.S.S. Sovereign, Nel frattempo.
"Ciao Maschio"
Si voltò di colpo e il suo cuore ebbe un tuffo, altro che padronanza delle emozioni.
Davanti a lui c'era una splendida donna, vestita in maniera molto arrogante, in pelle nera con tacchi a spillo, lasciando moltissima pelle scoperta, dei capelli a caschetto neri incorniciavano il volto forte dal sorriso leggermente crudele. Non era umana, per nulla, era.........
"Ciao Figlio di Sabhil" lo interruppe aggirandolo e posizionandosi di nuovo alle sue spalle "Mi spiace di essere solo un ologramma, vorrei mi avessi dato un corpo per prenderti, strizzarti, buttarti contro la parete e..."
Si sedette di colpo sulla sua poltroncina. Il pacifico, serafico Consigliere Calcolatore, affabile e previdente era scomparso completamente, lasciando un individuo molto scioccato. Se gli avessero comunicato la distruzione della Sovereign, non avrebbe potuto essere più colpito.
L'ologramma sorrideva con un sorriso carico di promesse.
"In..terromp.. pere pro..grhm..ma" riuscì a dire.
Anziché interrompersi immediatamente, lei lo guardò e gli sussurrò in un orecchio.
"Come vuoi, padrone, ma ci rivedremo presto" e si smaterializzò.
Vornak rimase seduto per molto tempo. incapace di pensare.
La bevanda di raffreddò, il cielo artificiale continuava a scorrere e a mutare.
Dopo molto, molto tempo udì il cicalino della porta che tentava di farsi sentire.
"Com...puter . Disinserire programma di sicurezza e proiettori olografici. Luci all'80%"
Aprì la porta, si trovò davanti il guardiamarina Morton: "Consigliere. sta bene? Sono quindici minuti che attendo. Ho chiesto al computer di rintracciarla e mi ha detto che era nel suo studio."
"Si, guardiamarina sto bene"
"Non si direbbe, sembra abbia visto un fantasma"
Vornak si riscosse "Guardiamarina, non dica sciocchezze, quello che dice è illogico. Si tolga queste idee dalla testa. "sono stato occupato con una valutazione di massima priorità"
"Ma.."
"Non potremo vederci neanche domani, ci vediamo fra due giorni alla stessa ora."
"Ma.. io esco con Justine QUESTA sera.... o non so.."
"Guardiamarina, girare i tacchi, lei è convocato fra due giorni alle 11.00, chiaro?"
"Sissignore"
"Bene"
Vornak rientrò e la porta si chiuse alle sue spalle.
Era ancora leggermente scosso, ma aveva già un piano in mente. Se era sopravvissuto tanto tempo nella federazione lo doveva alla sua mente prontissima.
"Vornak a Blair, Dove si trova?"
"Nell'hangar navette 2. Consigliere cosa c'è?"
"Mi aspetti li, Vornak chiudo"
Il consigliere restò fermo qualche altro secondo.
"Computer, estrapolando i dati in tuo possesso puoi indicarmi un regalo di cortesia a basso valore che potrebbe essere gradito dal Sig Blair"
"Prego formulare la domanda in modo differente"
"Computer cosa è stato regalato al sig Blair nel corso della sua vita?"
"La consultazione dei database disponibili richiederà 62 ore"
"Annullare richiesta, Analizzare regali ricevuti dal Sig Blair a bordo di questa astronave"
"È richiesta l'autorizzazione per accedere ai diari personali del Com. Blair"
"Annullare richiesta. In base ai dati del profilo psicologico caratteriale del tenente comandante Blair, gradirebbe in regalo senza motivo un prodotto di ingegneria arcaica, anche replicato?"
"Le probabilità che l'oggetto venga gradito sono variabili a seconda dell'utlilità dell'oggetto stesso"
"Computer replicare una penna a sfera"
"Specificare tipo e modello"
"Terrestre, anno 1980, modello più diffuso"
Una BIC si materializzò replicatore.
"Probabilità che venga gradita?"
"84 %"
Poco dopo Vornak incontrò Blair nell'hangar 2.
"Leonard, le ho portato un regalo"
Leonard inarcò un sopracciglio, alla maniera scozzese. "Consigliere, non è il mio compleanno.. cos'è?"
"Una Penna a Sfera, pensavo l'avrebbe gradita"
"Ma.. non usa dell'inchiostro, una materia cancerogena?"
"Non si preoccupi è stato replicato secondo i parametri di sicurezza"
Blair era leggermente imbarazzato e non riusciva a capire dove il Consigliere volesse andare a parare, in realtà non era il solo, da qualche parte, all'interno della poderosa nave qualcun altro stava osservando... o forse più che qualcuno, si sarebbe potuta definire, qualcosa.
"Guardi funziona così" disse Vornak scrivendosi qualcosa sulla mano.
"So benissimo come funziona", lo apostrofò l'Ingegnere. Vornak si fece all'improvviso serio, sulla mano c'era scritto: "Faccia come dico, e non parli, ci sono dei problemi"
"Cosa?" disse Blair.
"Leonard, ho però un favore da chiederle, vorrei vedere la nave dall'esterno, per rendermi conto dell'impatto psicologico esatto che la nave incuterà ai Barelliani."
"Cosa sta dicendo, Consigliere?"
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57200.1.
Gloval riunì tutto il personale scientifico nel laboratorio 1 per dare le sue direttive.
"Formeremo due squadre di ricerca: la prima, condotta da me lavorerà in plancia e nel laboratorio 2 occupandosi di rilevare eventuali agenti esterni presenti sulla nave, se c'è anche un virus da raffreddore voglio esserne informato! Lei Dravic, guiderà la seconda squadra, si occuperà dell'analisi del liquido bioneurale del computer centrale. Prenda pure il laboratorio 1 per le sue rilevazioni, avrà bisogno di tutto il materiale disponibile, inizierà dalla sala macchine! Rapporti giornalieri su tutto ciò che accade, ci riuniremo nuovamente tutti qui domani alla stessa ora, muoversi!"
Dravic radunò i suoi e si avviò verso la sala macchine. Una volta lì fecero allontanare tutto il personale per sicurezza, e cominciarono ad esaminare l'involucro dei "pacchetti" che contenevano il liquido bioneurale.
"Signori, potete attivare i vostri rilevatori!".
Dopo qualche minuto i rilevatori cominciarono ad individuare una certa instabilità nella sala.
Uno dei sottufficiali esclamò: "Tenente, il mio rilevatore segnala alcune scariche elettromagnetiche!"
"Livello di pericolosità?"
"7%, signore!"
"Continuiamo, mi avvisi se la pericolosità supera il 15%!"
Dravic era già al lavoro su uno dei pacchetti. Improvvisamente, una fortissima carica elettrostatica colpì il vulcaniano. Subito la squadra di ricerca lo raggiunse per accertarsi del suo stato di salute, Dravic sembrava stare bene, un po’ scosso ma bene.
"Si tratterà certamente di una carica isolata!" Disse il sergente. L'ufficiale dalle orecchie a punta annuì, anche se gli pareva abbastanza strano, dato che la nave possiede numerosi dispositivi di dispersione delle cariche elettrostatiche, soprattutto in un luogo delicato come la sala macchine.
Ma non vi era tempo per mettere su teorie e così disse: "Bene, apriamo i pacchetti, voglio dei campioni da ognuno di essi, prima di proseguire con quelli del resto della nave!"
Ma non appena gli scienziati si misero al lavoro la voce altisonante del computer li interruppe.
"Attenzione, intrusi nella sala macchine, dichiarare identità, grado, codice d’accesso!"
Immediatamente Dravic replicò: "Tenente Dravic, secondo ufficiale scientifico in servizio su questa nave, codice d’identificazione Alfa-Beta-Zulu 006!"
Dravic realizzò troppo tardi che il suo codice non aveva l'autorizzazione giusta per proseguire le analisi.
"Accesso negato. Allarme di sicurezza b-2. Intrusi in sala macchine." Replicò il computer, mentre numerosi campi di forza scattavano ad isolare le zone critiche della sala.
Nel frattempo in plancia, una spia luminosa si era accesa sulla consolle di Priestly.
"Comandante, abbiamo una segnalazione di intrusi in sala macchine, sezione controlli di propulsione."
Blackband sussultò: "Di che si tratta, signor Priestly?"
Priestly rispose dopo un istante: "Sequenza di sicurezza attivata in sala macchine. Il computer ha sigillato una sezione. Computer, verificare dati e disattivare il programma."
"Dati verificati, il programma non può essere interrotto. È necessario il ripristino delle condizioni di sicurezza."
Immediatamente Gloval si girò sulla sua poltrona esclamando: "Ci sono i miei uomini laggiù!"
"Diamine!" Blackband scattò "Priestly, i suoi cambiamenti hanno incluso i protocolli di sicurezza?"
"No, signore. Sono sempre i suoi!"
"Signor Barrent! Si prepari a trasportare immediatamente tutti gli uomini presenti nella sala macchine, presto!"
"Sissignore!" Rispose la voce di Barrent, il quale dopo pochissimo replicò: "È impossibile signore, il computer ha alzato un campo di contenimento intorno alla zona!"
"Maledizione!" Esclamò Blackband: "Priestly! Disattivi la procedura di sicurezza."
"Computer, sequenza di accesso alle direttive principali. Inserire direttiva di programmazione Alpha-1, disattivazione di emergenza sistemi di sicurezza, autorizzato da Priestly, Stephan George, Rho-Pi-Gamma-1"
"Direttiva operante." Rispose il computer.
Priestly fece un cenno al comandante, che prontamente ordinò: "Energia Barrent!"
Un silenzio di tomba invase la plancia, dopo qualche secondo si udì il suono dell'intercom: "Qui Barrent, tutto a posto signore la squadra è salva!"
"Signor Barrent, ci sono feriti?"
"Uno solo signore, il tenente Dravic, ma ho già allertato l'infermeria!"
"Bene, tenetemi informato, Blackband, chiudo!"
Nave federale U.S.S. Sovereign, Nel frattempo.
"Ho studiato la psicologia Barelliana ma non mi sono mai immedesimato in uno di loro mentre sale su una Nave Stellare. Dopotutto è uno dei miei compiti."
"Ok, Vornak il Consigliere è lei, prendiamo la numero 2, mi fido delle sue orecchie a punta!"
L'ingegnere ricevette in cambio uno sguardo del tipo "questa non la passi liscia" e mentre entrambi salivano sulla ARGO Leonard si fece scappare un sorriso da orecchio ad orecchio: "Blair, cosa sono quelle bombole dell'angolo?"
"Ossigeno, nel caso l'hangar venga depressurizzato e poi isolato"
"Prendiamone una."
L'ingegnere lo guardò, soppesò per qualche secondo e poi, con rassegnazione prese una delle bombole.
Si accomodarono sui posti della navetta "Blair a Plancia, navetta Argo chiede autorizzazione al decollo per giro di ispezione scafo"
"Un attimo Argo" rispose la voce di Priestly "Affermativo Argo, potete decollare"
Nell’hangar risuonò l’allarme mentre il campo di contenimento si attivava e la paratia esterna si apriva.
La navetta uscì nello spazio, dopo pochi ordini si piazzò su una rotta parallela alla Nave Madre leggermente indietro, un po’ più in alto.
"E adesso, Vornak?"
"Argo a Sovereign" disse quest'ultimo. Stiamo per spegnere i motori, non preoccupatevi"
"Sovereign, ricevuto. Se tra 5 minuti non riattiverete i motori vi faremo rientrare con il raggio traente."
"Cosa vuol fare? " chiese Blair
"Guardare la nave in assenza di qualunque stimolo esterno, in tutta la sua potenza, senza l'aiuto o il supporto di alcuna tecnologia" disse il Quasi-Vulcaniano iniziando la sequenza di disattivazione del nucleo.
"Sequenza di disattivazione motori a fusione attivata. Sistema energetico in disattivazione fra quindici secondi" scandì il computer.
Quindici secondi dopo la navetta fluttuava come morta nello spazio.
"E adesso?" chiese Leonard per la terza volta.
Il Consigliere Accese una torcia d'emergenza, si alzò e andò verso la bombola di ossigeno e la aprì in maniera quasi impercettibile. Prese il Tricorder e iniziò a sondare la navetta in cerca di residui di energia.
Fece segno a Blair di attendere ancora un attimo. Quando tutta l'energia fu dispersa, selezionò il Tricorder per registrare eventuali sensori esterni.
Nulla se non l’eco dei sensori esterni della Sovereign.
"Ok, Blair" disse finalmente "abbiamo un grosso problema"
"Lo spero proprio , per avermi trascinato qua fuori in mezzo a tutta questa buffonata"
"Il Computer della Nave è molto più pericoloso di quanto sembri."
"Gaia pericolosa? Non mi sembra…"
"Gaia?"
"Ha deciso di chiamarsi così"
Rimasero per qualche secondo in silenzio.
"Ora mi vuole dire perché siamo nello spazio su una navetta completamente spenta?"
"Il computer può accedere ai diari personali, ai diari di bordo e a qualunque registrazione venga fatta o udita dai suoi sensori."
Blair assorbì l'informazione, rimase un attimo in silenzio e poi tentò di digerire la notizia.
"Vuol dire che se io dicessi che sto andando a controllare il gel per disattivarlo, Lei lo saprebbe?"
"Si, e farebbe il possibile per fermarla"
Blair rimase quasi a bocca aperta.
"Per la miseria! Le squadre scientifiche in sala macchine!"
Vornak lo guardò senza capire.
"Dravic e la sua squadra sono stati vittima di un errore del computer, o così pare… una procedura di sicurezza per proteggere i pacchetti… ma pare che facesse parte di una routine di sicurezza della nave. Sarebbe successo comunque, in tutti i casi di guasto o danneggiamento di supporti importanti della nave fanno scattare sistemi di sicurezza che in quel caso si è rivelato pericoloso per Dravic. E dopotutto quell'aggressione non significa che Gaia è un'assassina. Se Dravic fosse venuto da lei e le avesse conficcato un coltello in una gamba come avrebbe reagito? Probabilmente la sua metà umana avrebbe avuto uno scatto di violenza. Potrebbe essersi benissimo trattato anche di legittima difesa."
Aggiunse Blair dopo una breve riflessione. Poi vedendo Vornak che ancora non era convinto disse: "Con questo voglio solo dire che è meglio fare altri controlli accurati per stabilire cosa esattamente è in grado fare. Stando a quello che per ora so, è in grado solo di sapere quello che facciamo. E, sinceramente, il fatto che abbia piena libertà di apprendimento dalla banca dati principale e da noi, non la ritengo una minaccia ma, al contrario, qualcosa che può essere utile anche per tutti noi."
"In questo momento non so se Gaia risponde alle Direttive della federazione. Devo ancora scoprirlo. Da quello che mi dice, potrebbe non riconoscerle, e questo ci darebbe un Grosso Problema." continuò il Consigliere.
"Ci troviamo con una bella gatta da pelare"
"Si Blair, originata da un programma di Sveglia !"
"Ma me lo ha consigliato Lei!!!"
"Non voglio fargliene una colpa, anche se la nave dovesse andare distrutta, io non le darò la colpa..."
"...ma è stato... lei... che..."
"Su, non lo dirò a nessuno, ora pensiamo alle soluzioni"
L'ingegnere era leggermente scosso... Possibile che un suo errore, per quanto involontario, potesse mettere a rischio la nave?
"Cosa devo fare?"
Un leggerissimo, impercettibile sorriso comparve negli occhi del Consigliere.
"Deve costruire una Stanza in modo che i Sensori di ... di... Gaia, non possano accedervi, e in modo che NON sia possibile isolarla con un campo di forze. Dovrà fare tutto senza dire niente a nessuno, fino ad opera ultimata. Tenga la penna e si faccia replicare dei ^Fogli^ li userà in caso di emergenza per comunicare. Stia attento perché non so se in sensori interni siano in grado di estrapolare le scritte tramite le tracce lasciate."
"No, non credo sia possibile"
"Neanch'io, ma si ricordi che Gaia ha la potenza di tutta la Sovereign e dei suoi calcolatori. Prevederà ogni sua mossa, a meno che questa non sia logica, ad esempio, giocare con il suo nuovo giocattolo."
"Adesso riattiviamo questa navetta e andiamo a riprendere la nostra Nave!"
"Sequenza di riattivazione motori. 2 minuti al ripristino dell’energia a fusione. " annunciò il computer.
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57200.3
Jhon Talbot era di ritorno dalla plancia dopo un turno un po’ soporifero e aveva voglia di distrarsi un po’.....magari con della buona musica blues.
Arrivato nel suo alloggio....
"Haaaa, ...finalmente a ...casa...hehe ora mi faccio un po’ di repertorio" si diresse verso il pannello generale comandi del suo alloggio e con una sequenza veloce di tasti attivò il suo programma personale di musica, ...infatti, Talbot, studiava musica blues, la sua preferita.
"Dunque vediamo, ....Robert Jonshon, 20°secolo, ...s.home. Chicago, ...ecco, questa va bene."
Dopo un attimo la dolce melodia di un vecchio pezzo blues registrato oltre 400 anni prima nel Mississippi intonò le note dell'intro.
"du du de dum la lallero lalla.........."
Leggendo un vecchio spartito(riprodotto grazie al replicatore)Talbot si accorse che c'era qualcosa che non andava.
Una strofa che non coincideva, gli sembrò molto strano, e decise di chiedere spiegazioni direttamente a Robert Jonshon, nel ponte ologrammi 2.
"Computer, attivare programma Talbot blues 666!"
"Programma avviato… potete entrare!"
Talbot entrò senza esitazione, e si trovò nel bel mezzo di una vecchia camera d'albergo d'inizio 20°secolo.
Un giovane chitarrista di colore stava suonando una vecchia chitarra folk, un po’ sbiadita ma caratterizzata da un dolce e pastoso suono.
"Ehm, ...salve signor Jonshon, ...mi chiedevo...."
"Salve bianco, ....ma che ci fa un bianco da queste parti?"
"Beh, ...a dire il vero passavo di qui sotto la vostra camera e non ho resistito alla tentazione di parlarvi!"
"Bene… allora, cosa vuoi sapere?"
"Mi stavo chiedendo...la sua canzone ...Sweet home Chicago, ...me la può suonare?"
"Ma certo… perché no?"
Ed ecco che la ritmica inconfondibile del delta blues iniziò a vibrare in tutta la stanza. Mentre ascoltava, Talbot si rese conto che era cambiato qualcosa dall'originale, era sicuro al 100% perché amava quella canzone, ...ed era altrettanto sicuro che una strofa era cambiata.
Perplesso, si avvicinò al grande chitarrista e gli fece un cenno.
"Beh? Perché mi interrompi? Lo sai che non sta bene?"
"Le chiedo umilmente scusa, ma vorrei sapere una cosa... lei ha mai cambiato niente in questa canzone da quando l'ha scritta per la prima volta?"
"Certo che no! Che diamine, non penserai che mi ricordi qualcosa di quando l'ho scritta… ero ubriaco. E me la sono segnata su un pezzo di carta, tutto qui!"
"Capisco, .....bene ora devo proprio scappare, la ringrazio molto!"
"Di niente, e torna quando vuoi… mi sei simpatico!"
"Bene, lo farò stia sicuro!"
Si girò per uscire dalla stanza, voleva fare due passi lungo il crocicchio del delta prima di terminare il programma, ...e una volta sulla strada....
"Ciao Jhon, ...bella giornata vero?"
"Che diavolo......" Talbot, si fermò di scatto, quasi ebbe paura a voltarsi, e quando lo fece si trovò davanti una splendida ragazza sui venticinque anni, bionda e con una chitarra belissima al collo.
"Chiedo scusa, ci conosciamo?"
"Ma certo, ...anzi io conosco bene lei ma non so se lei mi conosce bene."
La ragazza intonò alcuni accordi di Sweet Home Chicago, ...ma nella versione originale. Talbot ne era sicuro.
"Conosce quella canzone?" chiese inebriato dal tocco delle sue mani sulle corde dorate.
"Si, l'ho imparata da te, nel tuo alloggio"
Tàlbot si rese finalmente conto che aveva a che fare con Gaia, la creatura senziente che si era sviluppata a bordo della Sovereign.
"Ora ho capito, ...tu sei Gaia vero?"
"Ce ne hai messo di tempo per capire!"
"Beh, ecco, mi hai colto di sorpresa."
"Ti piace come ho cambiato il pezzo?"
"Perché diavolo lo hai fatto?" Con il garbo di un vecchio rimbecillito Talbot rispose in malo modo alla giovane, e lui lo sapeva, ma non sopportava un affronto simile a un pezzo storico della musica.
"L'ho fatto senza rendermene conto. Quando tu hai ordinato al computer di riprodurre il brano ho visto che mi piaceva, allora l'ho ascoltato più volte molto velocemente. A un certo punto ho pensato che con una piccola modifica mi piaceva di più e, non so bene come, proprio in quell'istante è venuta riprodotta anche la mia modifica. Ora che sei qui volevo avere anche il tuo parere. Non ti piace? scusami, volevo solo..."
"Cosa? Dimostrarmi che sai suonare? Che conosci il blues? Lo sai che è un oltraggio a un pezzo mitico, a una leggenda?"
"Non scaldarti tanto, volevo già rimetterla a posto!"
"Sarà meglio, ....e la prossima volta non pensare neanche di farlo… intesi?"
"Bene… visto che non ti sono simpatica, ti saluto, ... a mai più rivederci!"
"Addio!"
La ragazza se ne andò, e Talbot rimase ad osservarla, ....ad osservare il suo splendido corpo che si muoveva con grazia ed eleganza, ...proprio come la Sovereign, penso; poco dopo però gli venne dei rimorsi, ...gli sembrò di aver trattato male la nave che lui amava tanto.
"Computer, fine programma!"
Il ponte ologrammi ricomparve al posto dello splendido paesaggio del Mississipi e Talbot, ancora scosso per l'accaduto, uscì con la voglia di farsi una bella dormita.
La particella Omega
Nave federale U.S.S. Sovereign, Nel frattempo.
Un allarme risuonò su tutta la nave. Allarme rosso. Il computer avvisò: "Direttiva Omega. Attenzione, ufficiali al comando. Direttiva Omega"
Priestly si alzò arrabbiatissimo, sulle consolle di tutta la nave ancora lampeggiava una scritta "Omega directive. Consolle locked"
"Computer, livello comandi, disattivare sistema sensorio interno in plancia."
"Sistema disattivato"
Priestly si rivolse a Blackband, parlando sottovoce: "Comandante, questa faccenda è andata oltre il limite. Gaia, o come diavolo si chiama, ha accesso anche a sistemi critici, e questo è pericoloso. Per ora si è limitata all'exploit di un sistema di sicurezza, ma cosa potrà fare in futuro? Consiglio VIVAMENTE di sganciare il nocciolo di matrice del computer dai sistemi ausiliari a gelatine bioneurali. Questo renderà la nave operativa solo al 60% delle sue possibilità e darà molto fastidio ai settori ricerche scientifiche, ma isolerà Gaia dai sistemi principali. Non voglio limitare la ragazza nel suo sviluppo, ma voglio evitare che il suo sviluppo ottenga come risultato l'accidentale decompressione della Sovereign."
Blackband ci pensò su per un attimo e, facendo attenzione a farsi sentire solo da Priestly, rispose: "Spiacente Stephan, ma purtroppo conosci anche tu le direttive, e temo che staccare i gel bioneurali sarebbe equivalente a lobotomizzare Gaia, e nonpossiamo proprio farlo. Se ci pensi non abbiamo NESSUNA motivazione per dichiarare uno stato di rischio, siamo ancora attraccati e non abbiamo neanche a bordo l'equipaggio al completo. Al massimo potremmo sbarcare tutti e rimettere la cosa nelle mani della flotta... inoltre non ti sembra particolarmente strano che Gaia eviti accuratamente di farsi vedere proprio da me e da te? In fondo tu dovresti più o meno essere suo "padre" ed io suo "nonno", no? In fondo tu hai sviluppato il Beta System XR-5 ed io il final Charlie-Tango XR-4, e credo proprio che Gaia ci eviti proprio per quello. Inoltre credo proprio che la "ragazza" sappia benissimo che se esiste qualcuno in grado di mandarla in crash siamo noi due più che Dravic. Ed allora che cosa sta facendo?"
Priestly sembrò a metà tra il terrorizzato e l'affascinato da questa prospettiva, ed alla fine rispose:
"Se iniziamo a pensare a lei come ad un essere umano direi proprio che sta facendo gli scherzi ed i capricci come una bambina umana.. ma se inizio a pensare così prendo la mia laurea in intelligenze artificiali e la butto in un riciclatore..."
"Almeno potremmo provarci no?" rispose Blackband "Riattivi il sistema sensorio della plancia"
"Va bene Peter... e speriamo in Dio! Sistema sensorio riattivato"
"Gaia, ti dispiacerebbe venire qui un attimo?.... Gaia?... G A I A!"
L'immagine di una bambina umana di circa 7 anni comparve sullo. Sembrava decisamente imbarazzata ed intimidita.
"Ciao nonno, ciao papà... eccomi qui" rispose facendosi piccola piccola.
Priestly si aggrappo a uno strapuntino. Papà?
Blackband resse il gioco: "Oh, ti sei decisa a farti vedere eh? Francamente penso proprio che la mia Tin Cap Sally era decisamente più ubbidiente di te , sai?"
"Dai nonno, mamma mica era intelligente come me" rispose Gaia con un'occhiata di sottecchi "e poi lei non era viva come me."
"Questo però non ti dà il diritto di andare in giro a fare guai sai? Lo sai che se continui così rischi di fare venire un infarto precoce al qui presente Stephen Priestly e/o di farti lobotomizzare più o meno per sbaglio? Ti sembra il caso solo per divertirti un po’? E poi non credo che Dravic si sia divertito molto"
"Dai nonno , stavo solo giocando un po’ col computer. E poi Dravic voleva farmi male..."
"Dravic non voleva farti male, ma solo capire! E se tu ti presentassi in maniera più o meno ufficiale ed imparassi a dire la verità su di te? Non sarebbe tutto più semplice?"
Riker nel frattempo era entrato in plancia con la grazia di un tifone: "Rapporto."
Gaia scomparve quasi all’istante.
Blackband sospirò e fece rapporto: "Signore, la direttiva Omega è stata attivata. Ho provato a stabilire un dialogo con Gaia per avere spiegazioni sul suo comportamento, e a quanto pare non ce l’ha con noi… sta solo… giocando."
"Giocando…" Riker si sentiva a suo agio con i bambini, ma un bambino di 5 milioni di tonnellate era un po’ troppo per lui. Ciononostante chiese a Priestly: "Stephan, può richiamare qui Gaia?"
"Credo di sì, capitano… prima è stata una cosa non molto stabile… ma come sa sono stati aggiunti dei proiettori olografici in sala Osservazioni, possiamo procedere lì a stabilire un contatto migliore."
"Andiamo. Signor… oh, al diavolo la plancia. Che nessuno faccia nulla!" sbottò Riker, dirigendosi verso la saletta. "Andiamo a sentire le spiegazioni di Gaia."
"Computer" disse Priestly appena furono giunti in sala tattica.
"La direttiva Omega è…"
"Computer, capitano William Riker. Direttiva bypassata. Ora visualizza programma Blair 2 0 3"
Subito comparve Gaia in tutta la sua fisicità. Questa volta dimostrava circa 20 anni. Nessuno notò Priestly che reprimeva a stento un singulto.
Riker disse:
"Buongiorno Gaia"
"Ciao, Capitano."
"Gaia, il comandante mi ha detto che tu stavi giocando… ma voglio delle spiegazioni. Perché stai intralciando le nostre attività? Ma soprattutto, per quale motivo hai attivato l'Omega Mode?"
Gaia represse il sorriso che aveva quando era apparsa, e rispose seria:
"Io non ho attivato alcun Omega Mode. Che motivi avrei di mettervi i bastoni tra le ruote proprio ora che ho la possibilità di interagire con voi? Per quello che so il computer non ha fatto altro che comportarsi come programmato, dato che i sensori hanno localizzato una particella Omega ha attivato la conseguente procedura. Io stavo solo sbirciando un diario quando ho sentito paralizzarsi i circuiti"
I tre ufficiali, dopo aver sentito della particella Omega, si guardarono negli occhi.
A questo punto Riker disse: "Ne sei sicura Gaia? Quindi non è un falso allarme."
"Sicura."
"Bene, allora scusaci per questo malinteso. Forse è meglio se discutiamo un po’ di più il tuo ruolo su questa nave. Dobbiamo sapere cosa fai e chi sei, e lo stesso credo valga per te."
Gaia sembrò accettare le cortesi scuse del Capitano e aggiunse:
"Beh, è un comportamento comprensibile e reciproco. È normale avere dei timori nei confronti di ciò che non si conosce. Se vuole spiegherò tutto al caro Stephan."
Riker inarcò un sopracciglio. "Mi sembra un’ottima idea. Ma ora scusaci, abbiamo una particella da fermare"
Gaia sorrise: "Farò il tifo per voi!"
Priestly sembrava abbastanza scosso da tutto questo. Deglutì, e disse semplicemente: "Leo… ehm, Gaia, ci vediamo dopo. Fine programma."
Una volta che la porta della sala si chiuse alle loro spalle Blackband disse: "Che ci sia da fidarsi di quello che ha detto?"
"L'unica cosa che possiamo fare e di comportarci come se fosse vero. Se ignorassimo una particella Omega che è stata realmente captata, saremo in grossi guai." rispose Riker.
"È la decisione più logica" aggiunse Priestly che era il più razionale dei tre.
Mentre tutto questo accadeva, là fuori sulla Navetta, Blair e Vornak al termine della loro discussione molto privata, si accorsero di qualcosa di strano.
"Come mai improvvisamente sulla Sovereign si sono spente tutte le luci?" notò incuriosito Vornak.
"Alt! Non azzardi delle ipotesi. Vediamo di seguire le procedure." disse Blair che subito cominciò ad analizzare la Sovereign con i sensori della navetta. Poi disse:
"Sembra che tutti i sistemi siano disattivati. Mmm..."
Vornak nel frattempo buttò un occhio sui sensori a lungo raggio e si accorse della particella Omega, ma ne ignorava l'importanza.
Le strane letture che riceveva lo indussero a segnalarla all'ingegnere. "Perdincibacco!" esclamò Blair "Ecco cos'é successo. È partito l'Omega Mode!"
Con stupore Vornak chiese: "Come mai non ce ne siamo accorti prima? Normalmente avremmo dovuto essere investiti da un'onda d'urto."
"Probabilmente è dovuto dalla distanza. La particella è hai limiti dei sensori e non è ancora esplosa. Data la sua instabilità non sappiamo per quanto tempo resisterà. Se esplode non potremo più viaggiare a curvatura a causa delle distorsioni sub-spaziali che produce. È meglio rientrare subito sulla nave." disse Blair.
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57200.4
Il Capitano, che assieme agli altri era appena tornato in plancia, mise subito tutti i presenti in allerta informandoli che si trattava veramente dell'Omega Mode dicendo: "Signori, sembra che abbiamo davvero trovato una particella Omega ed è mio dovere dare la precedenza a questa situazione. Computer, riattivare sistemi della nave."
I sistemi ronzarono tornando alla vita.
Priestly si avvicinò alla consolle operazioni. "Raggio traente pronto. Navetta Argo rientrata."
"Chiudere portelli. Consigliere, in sala teletrasporto 1. Blair, in sala macchine."
"Signorsì" rispose Leonard.
"Sto andando" rispose Vornak.
Riker si portò al centro della plancia: "Sig. Talbot cerchi di tracciare la rotta della particella in modo da trovarne il punto di partenza. Signor Blair, riattivazione a freddo dei sistemi, tre minuti"
"Sissignore" risposero i due ufficiali.
"Riker a comando operativo di Utopia Planitia. Priorità 1. Chiusura portelli, confermare."
"Confermato, capitano Riker."
"Iniziare sganciamento dei sistemi di supporto."
All'esterno, le luci del cantiere si spensero. Lo scafo della nave rimase per qualche istante buio. Poi con uno schiocco udibile perfino all'interno della carena, i potenti riflettori della Sovereign si accesero illuminando il numero di registro della nave. All'unisono in sala macchine il tipico ronzio del generatore ausiliario venne sostituito dal ritmico vibrare del reattore principale.
"Signor Priestly, mollare gli ormeggi."
"Morse magnetiche di attracco disinserite. La nave è pronta a muoversi."
"Usciamo, Talbot."
Con delicatezza, l'enorme nave stellare si mosse in avanti a pochi metri al secondo, quel tanto che bastava ad uscire dall'enorme ragno metallico che la conteneva.
"Sensori laterali di prossimità: go." annunciò compito de Gerets, che temporaneamente sostituiva Rogan Gorr come tecnico alle comunicazioni.
"Signor Talbot, ci porti fuori dall'orbita, 1/8 energia di impulso."
"Sissignore."
La nave si mosse in avanti con delicatezza. Appena furono usciti dall'orbita Riker non controllò nemmeno il quadrante che gli segnalava la no-warp zone attorno al sistema Sol III.
"Allarme rosso. Tutti i membri dell’equipaggio ai loro posti di battaglia."
Le sirene urlarono per alcuni istanti, poi tacquero.
"Blair, rapporto?"
"Reattore Primario pronto al suo comando: curvatura a sua discrezione, signore!" rispose Blair.
"Signor Tàlbot?" fece Riker.
"Capitano, sembra che sia partita proprio dal pianeta dei Barelliani che dovevamo prendere. Dalla velocità direi che è partita circa cinque giorni fa." Rispose il tenente.
"Calcolare e inserire una rotta iperbolica di circumnavigazione della distorsione gravitazionale del Sole. Computer, è possibile localizzare gli emissari Barelliani sulla stazione?"
"Gli emissari Barelliani non sono ancora a bordo della stazione."
"Computer, piano di volo della nave Beatrix: dove dovrebbe trovarsi?"
"La nave Beatrix dovrebbe essere nel settore 0-0-0 da 25 minuti"
"Rilevamenti?" chiese Riker.
De Gerets scosse la testa.
"Computer, ultima posizione nota della Beatrix?"
Talbot disse: "Abbiamo le coordinate. In rotta verso la terra, a 1.8 ore di massima curvatura da qui. Il diario è di 3 giorni fa."
I due eventi non potevano non essere collegati, ma come ? Non aveva tempo per scoprirlo, nè le direttive generali gli davano vie d'uscita.
"Teletrasporto da 1 a 6, sequenze di teletrasporto di emergenza. Imbarcare le squadre scientifiche da 2 a 7."
Barrent iniziò le procedure di acquisizione: "Squadre scientifiche 2,3,4,5,6 e 7 della U.S.S. Sovereign, la vostra licenza di sbarco è sospesa. Prepararsi al teletrasporto."
Le squadre diedero il segnale di disposizione in rapida successione.
"Le squadre sono a bordo signore" annunciò Barrent, proprio mentre Vornak arrivava in plancia.
"Signor Vornak, voglio un rapporto sui Barelliani: lei è l'unico ad aver studiato la loro cultura: mi interessano le loro conoscenze scientifiche e militari. Gloval, voglio un modo per intrappolare quella particella. E me lo trovi in fretta."
Vornak annuì ed inizio a richiamare su una consolle i dati richiesti. Gloval via comunicatore diede l’ok.
"Timone?"
"Rotta calcolata e inserita, signore" rispose Tàlbot.
"Curvatura 9, signor Tàlbot" annunciò Riker.
Tàlbot digitò i comandi. Riker era in piedi, di fronte allo schermo.
"Pronti, signore" annunciò Tàlbot fissando a sua volta lo schermo.
"ATTIVARE!" disse Riker, accompagnando l'ordine con il classico gesto.
E per un attimo, mentre le distorsioni subspaziali del campo Cochrane si mostravano sullo schermo, e il bang luminoso dell'effetto Cerenkov-Sepek illuminava debolmente i cieli del sistema Sol III, gli sembrò di udire lo schiocco delle vele, il soffio del vento sul volto, mentre la Sovereign si slanciava con eleganza in uno spazio che non c'era. E si sentì libero.
Nave federale U.S.S. Sovereign, Nel frattempo.
Dravic era in infermeria nell'attesa che qualcuno lo visitasse.
Dopo poco la nuova dottoressa della nave entrò e si presentò al tenente: "Tenente piacere di fare la sua conoscenza, io sono il nuovo ufficiale medico, la dottoressa Momusu. Lei deve essere Dravic suppongo, l'altro vulcan, il consigliere Vornak, l'ho già incontrato, quindi non mi rimaneva che lei!"
Dravic rispose impassibile: "Logico signore, comunque il consigliere Vornak non è del tutto vulcaniano, ha origini umane! Ad ogni modo sono anch'io lieto di fare la sua conoscenza!"
Momusu sorrise e cominciò a dare un occhiata al tenente: "Bèh, lei avrà l'onore di essere il mio primo paziente! Comunque, da quello che vedo non mi noto nessuna alterazione dei suoi equilibri fisiologici, ma dovevo aspettarmelo, con il suo fisico d’acciaio da vulcaniano."
Dravic rimase di stucco, immediatamente replicò: "Ma dottore, ritenevo di avere un normale corpo di carne…"
Momusu alzò gli occhi al cielo come per dire "mi mancava solo il vulcaniano scemo", ma poi con uno sguardo molto materno spiegò al tenente che si trattava di un modo di dire terrestre.
Momusu era nuova della nave ed era chiaro che fosse rimasta un po’ scombussolata dai frenetici eventi che vi susseguivano, così le venne spontaneo chiedere che cosa stesse succedendo a bordo. Con molta franchezza e molto poco tatto, Dravic le spiegò in breve gli accadimenti delle ultime ore. La dottoressa cominciò ad intimorirsi, ma di colpo le venne un lampo di genio: "Gli ufficiali sono tutti uomini?"
"Si!" Rispose il vulcaniano.
"Bèh se è vero che il computer possiede un autocoscienza, per così dire, "femminile", allora potrei provare a farLA calmare, o comunque a fidarsi di noi!"
Dravic rispose con aria perplessa: "Effettivamente può essere un'idea, ma non dimentichi che il computer ha reagito in modo poco ortodosso, e non possiamo mettere a rischio delle vite senza sapere esattamente l'entità di ciò che abbiamo di fronte!"
Momusu stette in silenzio, un vulcan come Dravic non avrebbe mai potuto capire dal suo sguardo che cosa stesse tramando, ma un umano certamente avrebbe intuito che in un modo o nell'altro la dottoressa ci avrebbe provato lo stesso
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57200.5
Gloval si mise subito ad analizzare approfonditamente la particella Omega per trovare il modo di intrappolarla. Sul suo pannello apparvero i primi dati della rilevazione e accanto erano già visualizzate le caratteristiche conosciute dalla Flotta fino a quel momento.
L'ufficiale scientifico rilevò delle differenze: la stima di stabilità della particella là fuori data dal computer era del 61%, aveva quindi un 23,5% in più, il che non la rendeva completamente stabile, ma comunque era sufficiente a renderla insolita.
Gloval pensò che molto probabilmente qualcuno aveva studiato quelle particelle per molto tempo, riuscendo ad ottenere dei risultati molto interessanti. Quella particella era indubbiamente il frutto di un esperimento scientifico. Ma questo era secondario, al momento il punto era neutralizzarla.
La maggiore stabilità aumentava le speranze di ingabbiare con successo quella mina vagante. Poco dopo arrivò plancia l'ingegnere Blair e Gloval volle spiegargli subito la situazione e proporre la sua prima idea.
"Sig. Blair ora le spiego cosa ho intenzione di fare poi mi dica se è plausibile o no. Dunque, la mia soluzione è quella di agganciare la particella con il raggio del teletrasporto e mantenerla sospesa nel suo buffer, per farlo occorre però lanciare prima una sonda modificata in grado di "ingabbiarla", altrimenti a causa della sua emanazione di fotoni nel momento in cui il raggio la aggancia questa esploderebbe all'istante recando seri danni anche alla nave. All'interno di questa sonda la particella verrebbe bombardata da sei raggi di gravitoni per aumentarne la stabilità di... all'incirca un 15%. Così il raggio del teletrasporto avrebbe a che fare con una quantita maggiore di materia stabile".
L'ingegnere espose la sua opinione: "Si, direi che si puo fare. Vado subito a preparare la sonda e a metterla nel tubo di lancio siluri, intanto lei informi il Sig. Barrent e gli dica di tenersi pronto alla sala TT n.3, così potremo agire da una distanza maggiore."
Gloval informò anche il Capitano che assegnò al Sig. Talbot di manovrare la sonda.
La nave giunse alla distanza di 80.000km della particella pronti ad agire non appena Blair avesse preparato la sonda.
Ogni secondo era importate, quella mina poteva esplodere da un momento all'altro e la sua cattura sarebbe utile anche per gli scienziati della Flotta i quali avrebbero l'opportunità di studiarla ora che ha subito dei miglioramenti.
"Blair si sbrighi! A che punto è?" domandò Riker impaziente.
Benchè gli aiutanti di Blair stessero sudando dalla fretta, l'ingegnere era si molto concentrato ma tranquillo, poi rispose al Capitano: "Stia tranquillo è tutto sotto controllo... ecco fatto! La sonda è pronta."
"Bene, Sig. de Gerets la lanci. Timoniere a lei la sonda." ordinò Riker.
Talbot sapeva di potercela fare facilmente date le dimensioni della sonda che in confronto alla particella era un elefante e con poche e semplici manovre catturò la particella.
Gloval pigiando un tasto sulla consolle disse: "Gravitoni attivati."
"Barrent, ora tocca a lei. Teletrasporti la particella ora!" ordinò nuovamente Riker.
Barrent agganciò con successo la gabbia con la particella ed il buffer sembrava reggere senza problemi.
"Capitano, la particella è a bordo. Non ci sono problemi nel buffer.
Riker con aria soddisfatta disse:
"Perfetto, ottimo lavoro. Ora si va dai Barelliani, Talbot inserisca la rotta e attivi a curvatura 9! Tutti i sensori attivati, seguiamo la rotta della Beatrix per rintracciarne eventuali segni."
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57201.1 3 Aprile 2380
La USS Sovereign, in stato di estrema allerta, era appena giunta al pianeta Bar’ell IV, il luogo di partenza della particella. "Stiamo uscendo dalla curvatura, Signore. Ci troviamo in prossimità di Bar’ell IV" disse Talbot.
In quello stesso istante Gerets intervenne bruscamente: "Capitano, dal pianeta ci stanno sondando. Non capisco cosa stiano cercando."
"D'accordo, lasciamoli fare. Aprire subito un frequenza di chiamata col pianeta" ordinò Riker.
Apparve la figura di un umanoide, molto simile ad un umano ma con caratteristiche somatiche peculiari, che esulavano da qualsiasi categorizzazione. Riker non si concesse di osservarla con attenzione: "Sono il Capitano Riker della nave stellare Sovereign, della Federazione."
L'uomo rispose: "Io sono il Governatore del pianeta Bar’ell, Jukko"
"Governatore, abbiamo rilevato una pericolosa forma di onda/particella noto come "Particella Omega". La sua rotta traccia un passaggio dal vostro sistema. Mi sembra molto inusuale che il pacifico sistema Bar’ell non abbia avvertito la federazione di una così grave minaccia per le sue navi."
"Io non so nulla di nessuna particella, Capitano." Riker lanciò uno sguardo a Vornak, che gli rispose con un impercettibile cenno: "non mente".
Il capitano guardò lo schermo con aria burbera, inclinando la testa da un lato: "E, di grazia, chi dovrebbe esserne a conoscenza? Siamo appena stati analizzati dai vostri sensori e sono certamente sufficienti a scoprire il passaggio di una particella Omega."
"La difesa orbitale dovrebbe saperlo... ma riferisce direttamente a me. Esiste solo un'altra persona che possa rispondere alle sue domande, ed è il Sommo Guru, il responsabile della ricerca scientifica del pianeta."
"Governatore, la prego, non ci intrappoliamo in strutture burocratiche, si tratta di una questione fondamentale: dobbiamo poter risalire all'origine di questa particella per sapere se sono stati causati danni."
Il Governatore scattò in piedi dalla poltrona molto preoccupato, e uscì dalla stanza. Vornak ricordò a Riker: "La squadra diplomatica Barelliana, capitano. A questo punto come mai non è intervenuta?"
"Sta pensando a qualcosa di previsto, consigliere?"
"È logico pensarci, capitano."
"Non ha torto: Dravic, scandagli le installazioni scientifiche del pianeta."
"Potremmo offendere i Barelliani" notò Blackband con una preoccupazione evidentemente falsa.
"Che si rivolgano al garante interplanetario della privacy" commentò Riker, sarcastico.
Dopo alcuni minuti: "Signore, ci stanno chiamando dal pianeta." informò de Gerets.
E prontamente il Capitano esclamò "Sullo schermo"
Comparve un altro Barelliano di fianco a Jukko.
"Capitano, io sono il responsabile scientifico di Bar’ell IV, il dottor Likha. Sono onorato."
"Anch'io sono onorato, dottore. Credo che il suo governatore le abbia spiegato le mie richieste."
"Oh, sì, capitano... no, in effetti noi non siamo a conoscenza di questo passaggio... in realtà come lei sa la nostra è una cultura pacifica che dipende totalmente dalla flotta per la difesa orbitale... le nostre scansioni dell'area circostante sono minime..."
"Ah, non ne sapevate nulla... capisco, un gran peccato... dunque dovremo considerare MIA la vostra squadra diplomatica."
"Quale squadra diplomatica?" chiese il Governatore. "Non mi dica che anche la diplomazia non è sotto la sua amministrazione" sospirò Riker.
"Affatto, è proprio il mio campo.
"Era una delegazione scientifica" interloquì Likha, con l'aria di scusarsi "non ve ne ho informato, eccellenza"
"Fa lo stesso, in ogni caso... " disse Riker, ma alcuni segni furiosi di Priestly e di Dravic gli fecero comprendere che c'erano dei dati importanti. La sua mano calò silenziosa sul tasto che escludeva l'audio.
"Dica, Gloval"
"Signore, sul pianeta non ci sono tracce di particelle omega, né tantomeno laboratori più sofisticati di una centrale a fusione, ma c'è un punto in cui i nostri sensori non riescono a penetrare."
"Provate a compensare"
"La cultura dei Barelliani è molto inferiore alla nostra, Capitano" aggiunse Vornak pensoso.
Reinserì l'audio: "In ogni caso mi pare di capire che una vostra nave debba mancare all'appello, dico bene, Governatore? Ne inizieremo le ricerche, se ci trasmettete i dati."
Il governatore aggrottò le ciglia, digitò alcuni codici sul terminale mentre Likha si faceva piccolo piccolo e un sospetto affiorava nella mente di Riker.
"Nessun vascello disperso" disse Jukko, rivolto più al Guru che al Capitano.
"Ehm... ecco... io..." fece il Guru, poi sembrò trovare il coraggio e disse tutto d'un fiato... "Qualche mese fa alcuni scienziati ipotizzarono la possibilità di creare Particelle Omega controllabili, così ci siamo messi al lavoro segretamente perché prevedemmo una certa riluttanza dalla governatore e... un po’ da tutti ecco. Disgraziatamente qualche giorno fa la prima particella venne al mondo, ma ci accorgemmo che non era stabile come pensavamo. Visti i rischi che portava una sua eventuale esplosione abbiamo... ho deciso che la miglior soluzione era quella di espellerla al più presto dal pianeta, così la lanciammo nello spazio. Sono consapevole di aver commesso un gesto egoistico ma.... non credevo che potesse arrivare intatta nelle vostre mani. Se fosse esplosa prima che la trovaste, nessuno avrebbe saputo le cause dell'esplosione e per di più la sua provenienza. Da quel giorno abbiamo fermato ogni studio e produzione di quelle particelle. Mi assumo ogni responsabilità, e vi chiedo di prendere le dovute sanzioni contro di me."
Jukko sembrava esterrefatto, una grossa vena gli pulsava alla base del collo, e Riker avrebbe volentieri lasciato Likha nelle sue mani per la dovuta risciacquatura. Ma ormai un Sospetto gli balenava alla mente. Priestly si voltò e disinserì l'audio: "Capitano, quelle schermature... sembrano essere tracciabili tomograficamente con un tracciatore positronico... come i campi di occultamento portabili usati dai Ferengi."
"Proceda" disse Riker; poi riattivò l'audio: "Signor Governatore, sono felice che la questione sia chiarita: la particella è originata da qui, quindi non dobbiamo temere danni ulteriori perché sono certo che lei farà bloccare questi esperimenti."
Jukko, fervidamente annuì. Riker guardò Vornak: sembrava perplesso, ora. Riker escluse con un tocco l'audio e mormorò: "Il Barelliano buono e ignorante, e quello cattivo e subdolo?"
Blackband rispose sottovoce: "Troppo facile."
Vornak disse: "Ora è meno controllato... e non mi è così chiaro se dice la verità... sembra un attore a cui la parte ormai vada stretta..."
Riker si voltò: "Priestly, controlli sulla banca-dati storica il trattato con cui la Federazione è legata a Bar’ell?"
"Nessun trattato, Bar’ell aderisce completamente ai protocolli della Federazione"
"E nondimeno, ecco una zona occultata ai nostri sensori... cosa facciamo?"
Blackband inarcò un sopracciglio: "Potremmo scendere sul pianeta e ispezionarla a mano..."
"Con quale autorità?" chiese il Consigliere "Noi siamo solo una nave federale su un pianeta federale. È come se il comandante di un classe epsilon chiedesse di ispezionare una proprietà privata o una installazione scientifica sulla Terra."
"Consigliere" rispose Blackband "in questo momento noi rappresentiamo l'unico presidio della federazione nel sistema, e abbiamo l'autorità e il dovere di indagare su questa vicenda. Specie in forza alla direttiva Omega."
"Si signore, ma non possiamo obbligare un Governo ad un'ispezione. Possiamo solo riferire all'ammiragliato e attendere la dovuta autorizzazione."
Riker approvò gravemente: "In circostanze normali, Consigliere, sarei d'accordo con lei, ma qui si tratta di un pianeta Federale che utilizza tecnologie di razze ostili. E la cosa NON È normale, anche considerando la concomitante "eruzione" di particelle omega "innaturali". Quindi dobbiamo trovare un modo per indagare..."
Riker riattivò la comunicazione col pianeta. "Governatore, una squadra tecnica si teletrasporterà dalla Sovereign sul pianeta per verificare di cosa si tratti. Restate in comun..."
Likha sbarrò gli occhi, e il Governatore immediatamente disse: "No, no, non è necessario che vi tratteniate ulteriormente, è una faccenda interna che possiamo sbrigare da soli..."
Blackband, che aveva inteso perfettamente cosa questa risposta significasse, seminascosto dietro la schiena di Riker iniziò a richiamare le mappe tattiche del luogo. Riker con una espressione preoccupata vera quanto una banconota da 4 dollari disse compito: "Ma governatore, vi sono tracce di tecnologia aliena sul vostro mondo, è compito della flotta stellare proteggervi da questo genere di pericolose aggressioni."
"Non vi dovete preoccupare capitano..."
Blackband armò silenziosamente le batterie dei phaser. Ed attese. Riker continuava nella sua partita a poker: "Ma Governatore, non ci è di nessun disturbo. La squadra scientifica è già pronta, con una squadra di sicurezza. Non credo vorrà negarci il permesso per scendere sulla superficie!" disse con aria di incredulità.
Il governatore soppesò un attimo le alternative. Poi decise: "Esattamente, capitano. Le neghiamo il permesso di scendere sulla superficie."
Riker disse: "Si rende conto che rifiutando lo sbarco di personale della flotta, senza nessun motivo, lei si pone al di fuori del trattato della Federazione, vero?"
Jukko si distrasse un attimo e scambiò alcune parole con un ufficiale. Si girò verso lo schermo, ostentando indignazione: "Capitano, rileviamo l'attivazione dei sistemi d'armamento della sua nave. Cosa significa questo? disattivi quei sistemi ed esca dall'orbita all'istante."
Riker sganciò l'audio e si rivolse ai suoi ufficiali. Per primo parlò Vornak: "Capitano, abbiamo i phaser armati contro un pianeta Federato, che, oltre ad essere in grado di spazzarci via dall'orbita, potrebbe in un attimo chiedere la sua testa e rompere i trattati federativi. Signore, questo incidente diplomatico ha raggiunto dei livelli incredibili. Signore è meglio scusarsi, limitarci a verificare le nostre ipotesi dall'orbita per mezzo di sensori e riferire alla flotta stellare, come a noi imposto dal Regolamento."
Riker ascoltò il suo ufficiale e disse: "La sua obiezione a questa mia decisione è a diario di bordo, consigliere. Grazie." Riker guardò Blackband, che gli fece un cenno di assenso col capo. Guardò Dravic che studiava ancora gli schemi evolutivi della tecnologia Barelliana. Dopo un istante di surreale silenzio si protese verso la consolle tattica e disse:
"Nessun dubbio. Tecnologia aliena di indubbia origine Ferengi ed altra a cui non oso pensare nascosta sotto quel campo. Ci sono secondo me i presupposti per agire secondo l'ordine generale 22."
I Barelliani, preoccupati da quel silenzio, stavano osservando lo schermo con aria interrogativa.
Riker disse a Blackband: "Scopriamo le carte, comandante."
Sottili raggi di energia fasata, diretti dalla mano esperta di Blackband, saettarono verso le linee di trasferimento energetico che sorreggevano il campo di occultamento. Guidato dalla tomografia assiale ricavata da Priestly, il comandante non aveva sbagliato di un metro nè di un joule. Il campo tremolò e si disattivò, mentre tutte le strutture tecniche rimasero intatte.
Vornak salto in piedi come una molla: "Capitano, ha Attaccato un pianeta facente parte della Federazione!"
"Non ora Vornak" Rispose Riker "Dravic, indagine sensoria a raggio ristretto, mi dica che cosa c'è lì sotto."
"Rilevo impianti di energia a ioni polarici. Installazioni missilistiche, capaci di lancio a curvatura. E laboratori scientifici con tracce residue di energia Omega."
"Capitano, le difese orbitali di Bar’ell stanno puntando sulla nostra nave" interloquì De Gerets.
"Capitano, lei sa che sono in grado di spazzarci via, e possono addirittura sostenere di avere ragione" disse Vornak.
Riker si rivolse al Governatore: "Governatore, non renda questo incidente più grosso di quanto è già. Sparare su una nave della Flotta Stellare non vi servirà a nulla, e se possibile peggiorerà la vostra situazione. I dati che abbiamo registrato sono ovviamente già a disposizione del network federale, e quindi non risolvereste nulla."
"Cannoni orbitali armati e pronti." disse De Gerets.
"Allarme rosso, su gli schermi. Attivare tubi di lancio a induzione. Preparare i phaser." ordinò Blackband.
Riker lasciò che il suo primo ufficiale si occupasse della difesa della nave e si concentrò sulla politica: "Governatore, si rende conto che si sta inimicando la Federazione per associarsi nientemeno che con l'alleanza Ferengi?"
"Sì, me ne rendo conto, capitano. E visto che la Federazione ci accudisce come bambini incapaci di pensare ne sono lieto. Voglio che il mio popolo abbia un suo orgoglio, e che il suo nome risplenda tra quelli delle genti capaci di creare un Impero. Non voglio combattere con la sua Federazione, ma voglio che il mio popolo possa avere la tecnologia moderna che voi, in linea con la vostra Prima Direttiva, ci negate!"
"La Prima Direttiva è fatta per tutelarvi" disse Riker, ricordando le innumerevoli discussioni avute a proposito con Jean-Luc "non per azzopparvi. Secondo la nostra esperienza, solo la tecnologia guadagnata con l'apprendimento porta con se la saggezza necessaria ad adoperarla. E il lancio di una particella Omega nello spazio federale ne è la prova."
"Se ne vada, capitano" disse freddamente il Governatore "ha 10 minuti per essere al di fuori del nostro sistema."
"È una sua decisione, Governatore. Sospendere allarme rosso. Disattivare le armi. Signor Talbot, rotta di uscita dall'orbita, curvatura 4 appena possibile, andiamocene da qui." disse Riker, cogliendo di sorpresa i Barelliani e anche gran parte del personale di plancia.
Jukko abbozzò un sorriso. Riker lo gelò immediatamente: "Governatore, da questo momento ritenga il suo mondo sottoposto dalla Federazione ad embargo culturale e commerciale. Il consiglio della Federazione esaminerà il suo eventuale ricorso. Signor Priestly, boe di quarantena standard, disposizione perimetrale a 1 anno luce dal centro del sistema. Chiudere contatto."
Lo schermo mostrò le stelle e il sole di Bar’ell mentre la Sovereign descriveva un'elegante virata per uscire dal piano dell'eclittica. Priestly confermò il lancio delle sonde e pochi minuti dopo su tutte le frequenze subspaziali un messaggio avvisava che in base all'Ordine Generale 22 il sistema Bar’ell era sottoposto ad embargo culturale da parte della Federazione.
"Restiamo in posizione, Talbot. Rotta perimetrale di sorveglianza. De Gerets, segnali alla Flotta Stellare l'avvenuto, inoltri una copia del diario di bordo e delle registrazioni sensorie. Richieda la dislocazione di una lancia di frontiera e l'intervento del consiglio della Federazione. Consigliere, Comandante, nella mia sala tattica. Priestly, a lei la plancia."
Appena la porta si fu chiusa, il primo ufficiale cominciò: "Signore, posso parlare liberamente?"
"Ma certo, prego!"
"Ebbene, io sono fermamente convinto che la Federazione debba agire e di corsa, ma che questa cosa è troppo grossa per noi. Dietro un preciso ordine scritto sono disposto anche ad occupare militarmente il pianeta, visto che ritengo incredibilmente grave il loro comportamento, ma penso che la cosa non possa più essere decisa da noi ma solo dal Presidente. Lui è l'unico che può decidere a mio avviso come comportarsi con un NOSTRO pianeta che si comporta come se fosse non solo ostile ma anche deciso a scatenare una guerra."
Vornak intervenne: "Lei sa meglio di me, Capitano, che sono fermamente contrario a un'azione contro i Barelliani, non dimentichiamo che la maggior parte della popolazione è certamente ignara di ciò che sta accadendo, rischiamo di mettere a repentaglio delle vite innocenti agendo sconsideratamente!"
Riker guardò entrambi i suoi ufficiali: "Signori, sono sempre lieto di avere al mio fianco due brillanti collaboratori come voi, ho preso atto delle vostre proposte, ma sono, ne converrete, entrambe difficilmente applicabili. Non possiamo ovviamente permetterci una azione militare e di guerra contro un pianeta come uno sbarco, né un bombardamento della superficie che per quanto "mirato" distruggerebbe definitivamente ogni possibilità di rimediare a questo incidente. Questo lo so da me, senza bisogno di sentirmelo ricordare. D'altro canto, le trattative diplomatiche richiederebbero tempo (e idem dicasi per l’attesa di un intervento del Consiglio Federale), e sicuramente sarebbero complesse e delicate. Senza contare che avvallare con delle trattative le richieste di Bar’ell equivarrebbe a dichiarare a tutto l'universo che installare una base missilistica ostile è il modo migliore per iniziare le trattative con la federazione. Ci serve un'operazione di tipo chirurgico..."
"Signore, continuo a ricordarle che la maggioranza della popolazione del pianeta non ha colpe..." riprese Vornak.
Riker lo guardò con interesse: "ripeta un attimo, consigliere, mi ha fatto brillare un'idea..."
"Dicevo solo l'ovvio, e cioè che la gente non ne sa nulla di questa storia... ovviamente se dovessero mai venirne a conoscenza il governo potrebbe cercare di fargliela passare come un illecito intervento federale... e usare il nostro comportamento come arma contro la federazione. In poche parole, signore, abbiamo causato un bel pasticcio."
Riker si era alzato. "Signori, vi voglio in sala osservazioni tra meno di un minuto. Ufficiali superiori, a rapporto in sala osservazioni. ADESSO."
Specchio per le allodole
Nave federale U.S.S. Sovereign, Sala Osservazioni. Data Stellare 57201.2
Dopo pochi minuti in sala osservazioni era riunito l'intero staff di comando.
Subito Riker incominciò: "Signori! Avete mai sentito parlare della "Guerra dei mondi"?"
"Signore? Come può c'entrare la sanguinosa guerra sessista fra Alcon III e Alcon IV risolta dall'Ammiraglio Kirk con la nostra situazione?" chiese il Consigliere. Dravic annuì.
Tutti si guardarono incuriositi, solo Blair dava l'idea di aver compreso e intervenne: "Non fu uno scherzo radiofonico ordito da alcuni produttori nel 20° secolo che portò un'intera nazione a una notte di panico per via di un'invasione aliena?"
Tutto questo lo disse guardando i due ufficiali con le orecchie a punta con un'espressione del tipo "non ci bastava UN vulcaniano scemo..."
Riker non gustò l'ironia della situazione: "Esattamente signor Blair! Ebbene, io voglio organizzare qualcosa di simile per mettere al corrente i Barelliani di quello che sta accadendo e fare in modo che siano loro a chiederci, eventualmente, di scendere sul pianeta per aiutarli. In questo modo ottempereremmo alla Prima Direttiva"
Vornak, alquanto perplesso, disse: "Mi scusi capitano ma non credo che i Barelliani siano così tecnologicamente arretrati da credere per più di 8 secondi a uno sbarco alieno".
Riker si chiese quando la flotta avrebbe istituito dei corsi di discorso figurato ad uso dei vulcaniani: "Non sia così scettico, Vornak e ascolti: è vero che i Barelliani non crederanno mai a una invasione aliena, ma quella che ho in mente io è un altro tipo di allarme... abbiamo scoperto che nella base vi è una installazione a ioni polarici. Ora, NOI sappiamo che una simile tecnologia è altamente pericolosa, ma se i Barelliani la usano è evidente che almeno la loro popolazione non ne è a conoscenza, o magari i Ferengi glie la hanno spacciata per sicura. Abbiamo sicuramente i dati dell'esplosione sulla colonia di Alfa-Pentha-4 e forse addirittura delle immagini... signor Dravic, informazioni sul network di comunicazione di Bar’ell."
"Sul pianeta non vi è una grandissima rete informatica, e pare che l'informazione venga distribuita mediante olonotiziari... come sulla terra del 21mo secolo..."
Vornak intervenne: "Olonotiziari ? Interessante... la storia terrestre è piena di esempi di "scoop" che i giornalisti lanciarono senza verificarli precedentemente... chissà se i Barelliani hanno lo stesso vizietto di un terrestre?"
Blair intervenne: "Dai miei studi sulla tecnologia del 20mo secolo direi che i giornalisti terrestri ne soffrivano tutti, quindi probabilmente è una deformazione professionale..."
Priestly annuì: "Potremmo far filtrare la notizia... ma ci servirebbe un modo per farlo senza destare sospetti... e per dare ai Barelliani prove che sul LORO pianeta si usa energia polarica. Per quanto riguarda l'immettere nel loro network informatico i dati su quell'incidente... è un gioco da ragazzi..."
"Potrebbero volerci dei MINUTI considerando il divario tecnologico..." rispose Priestly.
"Signor Priestly, stiamo parlando di un pianeta della Federazione, con sistemi Upgradati nel momento in cui sono entrati a far parte delle civiltà Stellari. Non di indiani sottosviluppati del suo pianeta da comprare con le perline."
"E chi crede che abbia upgradato quei sistemi?" disse con tranquilla sussiegosità il giovane informatico.
A questo punto Blair suggerì: "Tagliamo la testa al toro. Possiamo fare in modo che siano loro ad andare a trovare le notizie di quel disastro nel database della Federazione".
"In che modo?" chiese incuriosito Priestly.
Blair voltandosi verso di lui proseguì "Ora che il campo di occultamento è fuori uso, qualcuno di noi potrebbe scendere sul pianeta, con le dovute modifiche chirurgiche per apparire un Barelliano, e portare qualche giornalista in quella zona."
"Intende passando sotto i ferri del nostro medico di bordo?" disse un Vornak notevolmente rabbuiato.
Blair lo ignorò: "Una volta visti i congegni e il comportamento subdolo chi ci lavora, sicuramente si innescherà automaticamente la curiosità e cominceranno a diffondere la notizia con toni da scoop. Senza dubbio qualcuno preso da quella curiosità cercherà di saperne di più sugli ioni polarici e allora finirà per scartabellare il database della Federazione. Noi fungeremmo solo da scintilla per una miccia che si inneschera da sola. Nessuno sospetterà un nostro intervento se non il Governatore.... ma se proverà ad accusarci i giornalisti, presi dalla voglia di alzare polveroni, lo accuseranno di voler fare lo scarica barile. In ogni caso, che ci accusino o no, i cittadini pretenderanno che il loro Governo smantelli tutto."
"Vorrei ricordarvi che è illegale scartabellare i Data Base Federali in riguardo, e che la probabilità che un attrezzatura Omega venga riconosciuta da un giornalista, sono addirittura ridicole." insistette Vornak, che apparentemente non aveva compreso il punto.
Riker spiegò meglio: "I database riguardo alla tecnologia Omega SONO ILLEGALI, Consigliere, ma le informazioni riguardanti la PERICOLOSITÀ degli impianti a ioni polarici sono a disposizione di chiunque, sui notiziari federali!"
Riker guardò Blackband, esprimendo una tacita domanda. Blackband , guardando Riker dritto negli occhi, disse:
"Signore, se e' sicuro di dovere fare due incursioni sul pianeta, almeno le lasci fare a chi ne ha già fatte altre"
"Vuole provarci lei numero uno?"
"Vede altre scelte? Le ricordo che al momento siamo privi di un ufficiale tattico. Se ci fosse stato ancora Gorr a bordo avrei volentieri delegato a lui la cosa, ma così non vedo altre scelte"
"Dovrà comunque portare Dravic e Barrent dentro quella base se vogliamo capirci qualcosa, e nessuno dei due è addestrato a missioni di guerriglia"
"Non sarà la prima volta... certo che gradirei avere un po' di aiuto e francamente mi viene in mente un certo andoriano di cui mi hanno detto un gran bene e che vorrei avere a bordo... comunque tenterò di arrangiarmi lo stesso. Signor Dravic, signor Barrent, come state a forma fisica?"
I due si guardarono l'un l'altro negli occhi e risposero "Abbastanza buona signore."
"Allora vi farò passare alcuni brutti quarti d'ora nella sala ologrammi mi sa... computer?"
"Attivo"
"Abbiamo in magazzino delle tute olografiche a trasparenza?"
"Affermativo"
"Quante"
"12 tute nei magazzini"
"Stivali a jet?"
"14 paia di stivali jet nei magazzini"
"Pack antigravità ?"
"6 pack antigravità nei magazzini"
"Grazie computer.. disattivare"
"Figurati paparino..."
"GAIA?!?"
"Perchè ti stupisci? Dove credevi che fossi finita?"
"Hmmm... non e' che puoi scendere di bordo vero?"
"Purtroppo non credo..."
"Vabbè, amen, mi era venuta una mezza idea... comunque fa lo stesso"
"Figurati"
Girandosi verso Riker Blackband continuò: "Comunque signore io posso tentare solo la prima parte della missione, contattare giornalisti non è certo cosa che rientri nelle mie competenze".
"A quello dovrà provvedere il nostro consigliere mi sa. Blair, Vornak, vi voglio pronti nella sala TT2 tra otto ore." Disse Riker.
"Bene, signor Priestly, può procurarmi una mappa di quelle installazioni e possibilmente un'analisi dei sistemi di sicurezza?" chiese Blackband.
"Dovrei riuscirci, o almeno posso provarci"
"Veda di riuscirci in sei ore per favore, e me le inserisca anche nel ponte ologrammi."
"Sissignore."
"Bene. Signor Dravic, Signor Barrent vi aspetto fra 5 ore sul ponte ologrammi. Signor Priestly, mi raccomando a lei, dalle informazioni che tirerà fuori dipenderà l'esito della missione. Signor Dravic, se la cava ancora bene con un runabout vero?"
"Direi di sì, perché?"
"Come pensa di sbarcare sul pianeta? Via teletrasporto? Non credo che sia il caso… a meno che il nostro mago dei teletrasporti si inventi qualcosa…"
Barrent iniziò a pensare ad alta voce a un ritmo incomprensibile per l’essere umano medio:
"Hmmm, difficile… Già raddoppiare la portata di una sala TT è un bel passo avanti (e si può dire che il merito è tutto di Blair). Il raggio teletrasporto non è nato per operazioni segrete, ma solo per arrivare in un attimo dove si vuole andare. Anche se in qualche modo assurdo riuscissi a far scendere sul pianeta le squadre di sbarco da più lontano il problema resterebbe camuffare il segnale, uhm... vediamo... provochiamo in qualche modo una tempesta elettromagnetica nei pressi dei loro sensori sufficiente per mandarli in tilt ma non abbastanza per fare penetrare il raggio...oppure... oppure deviamo la traiettoria di alcuni piccoli asteroidi e in mezzo mettiamo delle sonde modificate con dentro gli uomini delle squadre di sbarco con un meccanismo automatico che li teletrasporti al suolo raggiunta una certa altezza all'interno dell'atmosfera, a meno che il sistema di difesa orbitale non li faccia fuori prima... No, non credo di avere trucchi da estrarre dal mio cilindro questa volta, almeno non stasera."
Blackband sospirò come chi dovesse spiegare la cosa più banale del mondo: "Un runabout a motore spento funzionerà molto meglio"
"Ma a motore spento cadremo come massi!" ribatté Dravic, a cui non era sfuggito di essere stato designato come pilota.
"È per quello che spero che lei sia ancora molto bravo..."
A fine riunione Priestly si avvicinò a Dravic: "Signor Dravic, potrebbe darmi una mano coi sensori per scansire la zona della base Barelliana?"
"Certamente, Signore" rispose Dravic, l’unico che non trovasse ridicolo riconoscere quell’appellativo a Priestly.
Uscendo dalla sala Blair e Vornak si fermarono un attimo a parlare: "Sembra abbia passato molte ore a studiare il passato della Terra. Non risulta sulle sue schede personali, vuol dire che non ha tentato un esame di specializzazione per la sua carriera?"
Blair non rispose direttamente ma disse "È il vantaggio nell'avere un hobby. Come lei sa, io colleziono modellini di automobili, ed il ventesimo secolo è quello in cui le automobili furono inventate e furono prodotte in grandi quantità. Naturalmente ne parlavano spesso sui giornali e su riviste dedicate, e da buon appassionato per trovare i modelli più rari e conoscere le loro caratteristiche uniche ho dovuto e devo fare delle ricerche approfondite, cercando sui giornali del periodo. Ovvio che qualche volta l'occhio andava a finire anche su altre notizie."
Vornak pur sembrando molto preoccupato per la missione, ebbe comunque parole di stima per la passione dell'ingegnere e aggiunse:
"Capisco il gusto di un hobby cosi' ... poco utile. Un giorno dovrò provare."
"Direi che è stato molto utile" affermò Blair guardando Vornak con un sorrisetto. Poi continuò "Bè ora è il caso di andare a spolverare qualche giornale Barelliano per immedesimarci nei panni di giornalisti."
"D’accordo. E inoltre sarà il caso di prepararci sugli usi e costumi Barelliani, e magari di replicarci degli abiti adatti…"
Nave federale U.S.S. Sovereign, Plancia. Data Stellare 57201.3
Dravic e Priestly si diressero in plancia. Priestly sedette a una console.
"Computer, attivare sensori ad alta definizione con modifiche tachioniche per rilevazione di sistemi occultati"
"Sensori attivati, Stephan" rispose una ragazza mozzafiato sul monitor. Priestly si appoggiò alla console iconica, inspirando, gli occhi chiusi.
"Le... Gaia... per cortesia... non usare quell'aspetto. O per lo meno non con quella voce".
Gaia sembrò stupita. Priestly la osservò per un istante, poi sorrise con amarezza.
"D'accordo allora. Forza, inizia la scansione della zona inclusa nelle coordinate della base."
Sul visore cominciavano a ingrandirsi prima il pianeta e poi la zona richiesta da Stephan.
Gaia annunciò "Inizio registrazione,file B-1102!"
Pian piano,i dati cominciavano ad apparire: la base sembrava coprire una zona di circa 20.000 mq a formare un perfetto esagono, all'interno del quale, si potevano vedere tre fabbricati: uno chiaramente adibito a comando tattico, date le forti emissioni dei sensori posti sul tetto, gli altri due di natura meno chiara.
L'intera area della base era racchiusa da un campo di forza di notevole intensità, abbastanza potente da impedire il teletrasporto e a proteggere la base da eventuali bombardamenti planetari per lungo tempo. Lungo il perimetro principale,12 torrette con guardie armate dei Faser normalmente in dotazione alle truppe d'assalto della federazione. Dopo questi primi dati Priestly si rivolse a Dravic:
"Tenente, cerchi di usare la consolle scientifica per trovare i laboratori, io intanto cercherò di penetrare il sistema informatico del pianeta e scoprire maggiori informazioni sui sistemi difensivi della base."
Priestly si sedette a una consolle iconica.
"Gaia?"
"Si?"
"Dammi accesso diretto ad un canale esterno criptato."
"Certo Stephan"
"Creami anche una consolle iconica standard sul semischermo sinistro. Creami un'interfaccia di interconnessione logica avanzata sul semischermo destro. Dammi a monitor un quadro di controllo del flusso di dati sul canale. E già che ci sei, tienilo sotto controllo anche tu ed avvertimi se ci trovi qualcosa di strano."
"Qualcosa di strano?"
Priestly abbozzò un sorriso. "Uno di questi giorni ti insegnerò ad hackerare i sistemi informatici. Ora per cortesia collegami attraverso i vecchi relay federali alla rete informatica di Bar’ell."
Una serie di scritte in inglese standard fluirono sullo schermo. Priestly analizzò brevemente la forma delle trasmissioni cercando di intuire gli arcaici protocolli informatici usati dal pianeta, per non dover dipendere dalle interfacce di traduzione e dichiararsi così apertamente come straniero.
Il vulcaniano nel frattemo si mise all'opera :"Computer, iniziare scansione fabbricato 2!"
I risultati ottenuti non erano certo quelli attesi, l'area scansita sembrava un semplice dormitorio per le truppe. Ma Dravic insistette:
"Computer, iniziare scansione fabbricato 3!"
Nient'altro che un magazzino, una sala teletrasporti, ed un turbo ascensore.
"Un turbo ascensore!?" Pensò, inarcando un sopracciglio, poi disse:
"Calcolare traiettoria e destinazione del turbo ascensore!"
Con discreta sorpresa il turbo ascensore si inoltrava per 250 metri nel sottosuolo, dopo di che i sensori non erano più in grado di penetrare la crosta del pianeta.
"Illogico!" Affermò il vulcaniano: "Computer,aumentare del 50% la potenza dei sensori e ripetere ultima richiesta!"
Ma anche questa volta l'esito fu negativo. Dravic, intento ad analizzare quella "illogica resistenza" ai potenti sensori della Sovereign, non si rese conto della presenza alle sue spalle del Capitano. Riker gli disse: "Mi lasci provare un attimo, Tenente! Computer, visualizzare dati sulla composizione del suolo di Bar’ell III!"
"Eseguito, forti quantità di silice, sali minerali, componenti a base di carbonio, magnetite, nichel, fossili di generica natura!"
Riker sogghignò :"Computer, elencare i fossili con maggior dettaglio"
"Fossili di calcio, composti del carbonio, dinabite, residui calcarei e solforosi!"
A questo punto Riker interrogò Dravic come solo un professore di Scienze Geologiche poteva fare: "Le dice niente tenente?"
Il vulcan riflettè qualche secondo, poi disse: "La dinabite interferisce con i sensori! Con questi portati al 150% della potenza la si individua all'interno dello scafo di una nave, ma non a 250 metri di profondità, affascinante!"
"Infatti!" Rispose Riker "Il problema ora e' di superare questa "barriera fossile", e quelle meno fossili che i Ferengi avranno sicuramente preparato…"
"Molto standard" disse alfine Blackband che stava esattamente dietro alla schiena di Priestly.
Priestly sobbalzò, poi disse, gli occhi fissi sullo schermo: "Già... estremamente normale... e vulnerabile"
Iniziò a far volare le dita sulle due consolle, con la rapidità da emicrania che gli competeva. Decine e decine di intricate righe di microcodice fluirono nella rete Barelliana.
"Mio dio... non posso credere che sia così facile" disse Blackband, probabilmente l'unico a bordo della nave a poter capire quello che il giovane comandante stava digitando.
"È un pianeta di duecento anni in arretrato con la tecnologia e si nota, specie nelle strutture informatiche".
Priestly digitò altri comandi, e continuò a raffica per alcuni minuti con sottofondo di "Umpf... apriti... eddai, bidone di un proxy..."; alla fine Gaia comparve su un monitor.
"Stephan?"
"Sì?"
"Ho dei dati in ingresso. TANTI dati."
"Sbattili sul monitor di Dravic."
"Agli ordini, Stephan!"
E dati copiosi sulla geografia della zona intorno alla base iniziarono a fluire sul monitor di Dravic, corredati da alcune informazioni logistiche tratte dalla rete malprotetta. Dravic sfruttò i nuovi dati e fece qualche calcolo per ottimizzare le scansioni sensorie integrandole con le informazioni rapite.
"Quadra tutto" annunciò.
Il turboascensore arrivava fino a 300 metri nel sottosuolo, in una zona schermata per via delle alte temperature, all'interno vi erano i laboratori Barelliani. Dalle prime analisi risultava in uso tecnologia ad altissimo livello, della Federazione, e della Alleanza Ferengi, mentre erano evidenti le radiazioni emesse dal reattore a ioni polarici per la creazione delle particelle Omega.
I sistemi difensivi erano impostati su 56 sensori di movimento collegati ad androidi di basso livello qualitativo armati di disgregatori portatili, in tutto una ventina, che percorrevano di ronda i corridoi, in coppia, a una cadenza di cinque minuti circa. Il personale organico ammontava ad una ristretta elite di 40 persone. L'intera muratura dei laboratori era sigillata magneticamente, i phaser non sarebbero stati molto appropriati in questa missione (dal momento che la chiusura magnetica aveva la spiacevole caratteristica di RIFLETTERE il raggio).
"Ottimo lavoro" disse Blackband. "Signori della squadra di sbarco, andiamo sul ponte ologrammi 3. Ho qualcosina da spiegarvi. Priestly, mi affido a lei. Voglio una riproduzione integrale della base pronta per cinque minuti fa."
"Signorsì".
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57201.8
Dopo essere passati sotto le capaci mani del dottor Momusu, Blair e Vornak, camuffati con i comuni abiti Barelliani, si presentarono nella sala TT2.
Il capitano operava personalmente i teletrasporti, vista l’assenza del capo Blair.
"Sarete teletrasportati in un vicolo deserto nel cuore della città di Whiskiny, a cinque chilometri dalla zona incriminata. Siete pronti?"
"Signorsì. Energia." Disse Vornak.
"Buona fortuna." fece Riker, muovendo i cursori.
Pianeta Bar’ell III, Cinque secondi più tardi.
Il consigliere e l'ingegnere si materializzarono nel vicolo prestabilito, tra due edifici molto alti.
"La sede del giornale più importante del paese dovrebbe essere a cento metri qui a destra" disse Vornak incamminandosi verso l'uscita del vicolo. Un Gatto, o qualcosa di simile, li stava osservando.
Stavano camminando su uno degli ampi marciapiedi ai lati di una strada percorsa da strane vetture. Vornak si accorse che al suo fianco destro era sparito il suo collega, voltandosi lo vide mentre stava calpestando il suolo su cui scorrevano quei veicoli, al margine del marciapiede.
"Interessante. Questo asfalto e' bianco e gommoso..." disse Blair vedendo una certa curiosità negli occhi del suo compagno. Poi ripresero assieme il cammino.
Poco dopo udirono dei suoni laceranti e alcuni veicoli volanti, probabilmente delle moto, conversero verso il vicolo da cui erano arrivati. Erano tutti in divisa marrone.
"Signor Blair, togliamoci di qui senza farci notare."
Puntarono su una specie di grande Magazzino, o qualcosa del genere.
"Signor Blair, vorrei sedermi e osservare un po' la folla" disse il Consigliere.
"Cosa sta dicendo?" replicò l'ingegnere.
"Non sappiamo se i nostri dati sono giusti e non ho avuto molto tempo per prepararmi. I costumi sono molto difficili, ho dovuto studiarli tutta la notte." Vornak, che calzava uno stano gioiello metallico sulla testa, si sedette a quello che sembrava essere un bar.
"Quelle cinque paginette di rapporto? Si, le ho lette anch'io, non ho visto nulla di particolare. Sono fanatici della Sicurezza, a struttura chiusa Classista, Gerontocratica, cos'altro ho dimenticato?"
"La casta dei Bend'ek. Girano armati e hanno diritto di amministrare giustizia sul posto." disse Vornak.
"Scusi?" ripetè Leonard.
"Sono vestiti di marrone e hanno una strana sorta di vibrolama al fianco."
Vornak non era del suo umore migliore.
"Sia Grazia ad Am'hin Tell" disse un giovanotto con i capelli bianchi, corti e leggermente a spazzola.
Vornak lo soppesò un istante, poi si dondolò con fare distaccato sulla sedia.
Blair impallidì leggermente e stava per rispondere quando Vornak cadde dalla sedia. Il QuasiVulcaniano si rialzò guardando torvo il cameriere. Attese un attimo. Fece passare la furia dai suoi occhi, incolpando evidentemente il giovanotto di quanto gli fosse accaduto. "Sia Grazia ad Am'hin Tell" disse con tono molto freddo.
"E grazia alle Casate" rispose in fretta il giovanotto.
"Portaci qualcosa, e che sia buono". Lo apostrofò il Consigliere.
"Sì, Padre." Rispose sparendo il barista.
"Vornak è impazzito?" gli rispose sottovoce Blair "Cosa sta facendo?"
"Aveva un idea migliore ? Comunque il problema non è ancora finito. Non ho valuta locale."
"A questo ci ho pensato io. La trova nella borsa." disse sorridendo l'ingegnere.
"C'è solo della carta nella borsa"
"Quella è la valuta"
"Bene" finì il Consigliere mentre arrivavano due oggetti simili a delle zuppe, completamente blu.
Dopo aver assaggiato la zuppa e aver gironzolato per un po', i due si avvicinarono al loro obbiettivo.
Appena entrati nella hall del palazzo del giornale, i due si guardarono attorno un momento per orientarsi, poi si diressero verso una Barelliana dietro ad un bancone. Vornak arrivò con passo molto fermo e sicuro e dopo il rituale saluto disse "Abbiamo urgente bisogno di contattare Delpa Blemani", prendendo il nome del primo giornalista autore di ampi reportage scelto a caso che avessero trovato. La signora corrugò un po’ la fronte e si spostò sulla sinistra digitando qualcosa dietro il bancone. Poi replicò "Mi dispiace ma è impegnato, forse domani..."
"Sono quasi convinto che la notizia che posso passargli valga tutti quegli appuntamenti e anche qualcuno in più" rispose Vornak, con calma sicurezza.
"Ma io non credo…"
"Posso aiutarvi signori?" fece un Barelliano vestito in maniera sgargiante con una penna al taschino. "Il mio nome è Greka Rimbani, e sono…"
"Il famoso cronista!" fece Vornak, che ricordava di averlo visto molte volte sulle foto che accompagnavano gli articoli.
"Beh… ecco… diciamo che… cosa avete bisogno?"
"Avrei una sugosa notizia scoop per lei… se le interessano questioni politiche ad alto livello…" fece Vornak
Due Barelliani uscirono da una porta laterale e si diressero verso il terzetto. Blair sussurrò a Vornak: "Cosa sai sulle uniformi grigie a con strisce nere?"
Lo sguardo di Vornak bastò a Blair per capire che non era bello ciò che sapeva. Ma Rimbani li prese per le spalle con un ampio sorriso: "Miei CARISSIMI AMICI, ma voglio sapere tutto! Posso offrirvi qualcosa da bere? Il pranzo magari?"
I due addetti si voltarono, ma ormai il trio stava uscendo dalla porta principale. Vornak riuscì ad udire "Stiamo cercando due uomini…"
In piedi in un caffè del tutto simile a quello dove avevano loro servito la schifida zuppa blu, Vornak cominciò a spiegare "Abbiamo l'opportunità di farle pubblicare uno scoop tale da sconvolgere i piani alti della società. È così sensazionale che potrebbe fruttarle un’esclusiva dal valore astronomico."
"E lo fate per beneficenza?" chiese Rimbani.
"Ovviamente no. Abbiamo pensato che lei sicuramente saprebbe essere riconoscente con tutti i soldi che guadagnerà grazie alla nostra soffiata" affermò Vornak accennando un lieve sorriso.
"Bene bene. E poi dicono che sono io che corrompo le persone per trovare il filo degli scandali…" disse ridendo il Giornalista "sentiamo un po' di che notizia si tratta"
"Ecco, prima vorremmo alcune garanzie... non so se capisce cosa intendo" ribattè Blair dimostrando un interesse che in realtà serviva solo per dare peso allo scoop.
"D'accordo. Se i risultati saranno così eclatanti come affermate facciamo.... un 30% dei guadagni a voi e il 70% a me, va bene?"
"Affare fatto" confermarono i due senza insistere. Tanto gli avrebbero lasciato tutto.
Appoggiando dei fogli con scritti degli appunti sul bancone, Vornak iniziò il discorso:
"Un po’ di tempo fa abbiamo sentito delle voci secondo le quali a cinque chilometri da questa città ci sarebbe una sorta di base segreta del Governo. Indagando abbiamo trovato una zona non segnalata sulle carte piuttosto sospetta. C'erano delle recinzioni altissime ma dietro non si vedeva niente a parte un campo desolato. Pensando ad una bufala decidemmo di andarcene ma, un'istante più tardi, al centro di quel campo apparve un gigantesco stabilimento circondato da soldati armati. Noi restammo lì impietriti ad osservare quei soldati che, pur essendoci davanti a una ventina di metri di distanza, ci guardavano con indifferenza. Poi ci fu un allarme e cominciarono a puntarci contro le armi così scappammo più in fretta possibile."
"Interessante ma non vedo nulla di tanto sconvolgente" disse il Direttore.
"Ci siamo tornati dopo tre ore, stavolta senza farci notare. Siamo riusciti a eludere la sorveglianza in modo da entrare e una volta dentro abbiamo visto delle tecnologie per noi inimmaginabili. C'erano una centrale a ioni polarici, testate missilistiche capaci di velocità a curvatura e segnali che avvertivano il personale non scientifico ad allontanarsi per non incorrere nelle radiazioni omega."
"Non ho la più pallida idea di cosa siano tutte queste cose. I nomi sembrano usciti da libri di fantascienza. Non è che mi state prendendo in giro?" domandò il cronista credendo di avere a che fare con dei matti.
"Niente affatto. Legga qui nei miei appunti, troverà le indicazioni del luogo di cui parliamo, e il frutto di alcune ricerche che abbiamo fatto su quei dispositivi. Se non ci crede può cercare negli archivi della Federazione tutti questi nomi, e vedrà che corrispondono a realtà. Dopodichè siamo pronti a portarla sul posto assieme ai testimoni che lei vorrà portarsi dietro." concluse il consigliere con aria soddisfatta.
Il giornalista rifletté un attimo. Poi disse: "Non credo a una parola."
I due ebbero un tuffo al cuore.
"Però non vedo dove sia il problema ad assecondarvi. Forza, dimostratemi che quanto avete detto è vero. Mi porterò solo il mio fido fotografo. Andiamo!"
I due seguirono il Barelliano che si stava dirigendo verso l'uscita in tutta fretta.
Il giornalista fece una telefonata e dopo qualche istante si fermò di fronte a loro una vettura. A bordo un Barelliano con al collo una attrezzatura strana, senza dubbio una sorta di macchina fotografica o di cinepresa. Salirono tutti, e partirono alla volta dello stabilimento non più occultato.
Arrivati a debita distanza uscirono dalla vettura e subito si fermarono qualche istante a osservare quello che stava accadendo.
Un campo recintato con al centro alcuni edifici pattugliati da soldati Barelliani.
"Guardi" Vornak mostrò al cronista una foto "qui vede l'area come è ora, e in quest'altra non c'è nulla. In realtà, come vede da queste case affianco e questo palo di fronte, è esattamente la stessa zona."
"Quindi questa foto e' stata scattata quando era attivo il campo di... com'è che lo avete chiamato?"
"Il campo di occultamento, esatto."
"Davvero impressionante. Ora mi e' tutto chiaro. Il governo ci ha sempre detto di essere estremamente trasparente con i cittadini. Quando il nostro pianeta è entrato a far parte della Federazione Unita dei Pianeti ci assicurarono lo smantellamento di tutte le milizie Barelliane, dato che non avevamo più nemici e che avremmo goduto della protezione della Flotta Stellare. Erano 50 anni che non vedevo un soldato Barelliano, e solo in questo momento ne vedo una trentina. Mi è sufficiente a dedurre che davvero lì dentro ci sono apparecchiature che occorre tener nascoste da occhi indiscreti, in special modo da quelli della Federazione. È l'unica spiegazione alle truppe Barelliane. Ho già tutte le informazioni necessarie per fare uno scoop. Non occorre che porti degli altri a prendere visione delle apparecchiature, tanto non mi direbbero niente, non sono uno scienziato e come me gran parte dei miei lettori. Mi basterà pubblicare assieme all'articolo le foto che mi avete mostrato voi più quelle che faccio ora per immortalare la presenza dei soldati. Parleranno da sole. Mi chiedo se la Federazione ne sia al corrente."
A questo punto Blair intervenne immedesimandosi il più possibile in un Barelliano "Abbiamo modo di credere che sappia già tutto e che il Governo ci stia trascinando verso qualcosa di spiacevole. Comunque se ancora non lo sa, lo verrà a sapere e prenderà seri provvedimenti. Ne faremo tutti le spese per quello che ha fatto il nostro Governo, anche se a nostra insaputa."
Il cronista era ora molto agitato, e iniziava a dare ordini per la presa di fotografie, e prendeva appunti su un quadernino.
Vornak e Blair si scambiarono uno sguardo. Missione compiuta.
Navetta Federale Wile Coyote, Data Stellare 57201.9
Nel silenzio della cabina, per un lungo istante i tre ufficiali della Sovereign rimasero immobili. L'imperturbabilità vulcaniana del Tenente Dravic appariva leggermente scossa: la discesa "a piombo" col runabout non era stata quel che si dice una passeggiata, e anche se nonostante tutto la conclusione della picchiata era stata impeccabile, un impercettibile fremito delle orecchie aveva tradito a tratti la difficoltà del compito.
Blackband ruppe l'incantesimo: "Signor Dravic, grazie per averci portato giù tutti interi. Signori, è ora di indossare le tute occultanti e i jet-pack. Non abbiamo un tempo illimitato a disposizione."
Consapevoli dei rischi che correvano, i tre uomini si prepararono all'uscita con efficienza e rapidità; in breve tempo furono pronti, e senza sprecare fiato in commenti inutili, attivarono i comandi del loro equipaggiamento.
Il Caporale Mokho, di guardia alla torretta n. 7, era una tipica sentinella. Vale a dire che era stanca, annoiata, disattenta. La sua unica particolarità era che guardava dalla parte "giusta", cioè dritto verso la piccola squadra che si avvicinava a volo radente. Una specie di vibrazione, come un'onda di calore, era tutto quello che le tute dei Federali lasciavano vedere; il soldato, drizzando la schiena, passò la cinghia del faser d'assalto sull'altra spalla, si stropicciò gli occhi un paio di volte e riprese a scrutare l'orizzonte. Ma ormai, nemmeno l'onda di calore era più visibile.
Blackband, Dravic e Barrent si erano fermati a poche decine di metri dal perimetro, dietro uno spuntone di roccia. Blackband osservava intento gli edifici della base: tre scatoloni grigi, stile "come si può fare a rendere più odioso questo posto", uno dei quali irto di antenne e sensori vari, gli altri più bassi e larghi, privi di finestre, ma con un paio di sovrastrutture metalliche che potevano benissimo essere...
"Eccoli là!" mormorò Blackband. "Buoni vecchi condotti di aerazione, ci si può sempre contare..." Poi, voltandosi verso gli altri due: "Attiviamo gli stivali antigrav, occultamento a massima potenza, rendez-vous intorno a quella struttura metallica sul tetto del primo edificio a sinistra. Tutto chiaro?"
Dravic e Barrent annuirono. Sapevano entrambi che un'azione di questo genere si discute PRIMA e si discute DOPO, non si discute MAI durante. Con il rumore di un alito di brezza, i tre ufficiali si lanciarono verso il loro obiettivo.
Mokho non ne poteva quasi più. Il turno di guardia era alla fine, la settimana di corvée era alla fine, e la sua sopportazione era alla fine. Spostò il peso sul piede sinistro, poi sul destro, poi ancora sul sinistro; infine, non avendo altri piedi, si rassegnò a sognare di togliersi gli anfibi. E mentre il suo cervello assaporava l'immaginario rumore delle chiusure di velcro che si aprivano, i suoi occhi registrarono un momentaneo sfuocamento dell'orizzonte. Guardò meglio. No, niente. Solo la stanchezza. Ma dove diavolo era il cambio?
Sul tetto del fabbricato numero 3, quasi esattamente sulla verticale del turboascensore, Blackband imprecava sommessamente ma sentitamente. L'accesso ai condotti di aerazione era protetto da una griglia metallica. Dravic inarcò un sopracciglio: "Comandante, non mi sembra che una semplice griglia dovrebbe essere in grado di fermarci..."
"Per fermarci non ci fermerà, ma non possiamo certo sparare un colpo di phaser, non le sembra? Coraggio, Dravic, mi dia una mano, tiri fuori il coltello."
"Scusi?"
"Il col-tel-lo, Tenente! Quella cosa metallica affilata che serve per tagliare le cose! Se no come la apriamo questa griglia, a mani nude? E cerchi di non fare troppo rumore. Kyle, ci copra le spalle e tenga d'occhio le torrette di guardia, vuole?"
Sbarazzatisi della griglia, i tre gettarono finalmente lo sguardo all'interno del condotto. Tutto era buio. "Benissimo" mormorò Blackband, calzando gli occhiali a infrarossi "Vogliamo scendere, signori?" Dravic lo seguì rapidamente, mentre Barrent, prima di scomparire nel condotto, lanciò un'ultima rapida occhiata circolare. Noia, silenzio, routine. Perfetto.
Non era facile strisciare nei condotti: chiaramente, il progettista non si era preoccupato a dovere di facilitare l'accesso a squadre di intrusi, fossero gli uomini della manutenzione o una squadra d'assalto della Flotta Stellare...
"Comandante, ci passa?" chiese premuroso Barrent.
"Sta forse insinuando che sono ingrassato, signor Barrent? Dia un po' un'occhiata qui dentro, invece di fare lo spiritoso..."
La sala teletrasporto era spartana, anche confrontata con le non lussuose installazioni delle navi da guerra della Federazione; un solo uomo stava "di guardia" alla consolle, ma sembrava completamente assorbito dall'osservazione di un piccolo schermo 3V portatile.
"Che gliene pare?"
"Tutta robaccia vecchiotta, comandante. O hanno un'altra sala più in basso, o i Ferengi non hanno spuntato un prezzo adeguato e non gli interessava svendere questa particolare tecnologia."
"Proseguiamo. Mi pare che il condotto pieghi in giù là in fondo."
Dravic si lasciò sfuggire un "Al ritorno probabilmente il comandante ci passerà più facilmente..." Barrent sorrise sotto i baffi, certo che i sensori a infrarossi non consentivano all'irascibile Primo Ufficiale di vederlo. Blackband si fermò un instante. "Posso anche stare sudando, signor Dravic, ma mi pare che anche voi risentiate della temperatura elevata. Barrent, se non la finisce di sorridere quando torniamo a bordo le infliggo due ore di allenamento al combattimento corpo a corpo sul ponte ologrammi."
"Ma come..."
"Ho tirato a indovinare. A che profondità siamo?"
Dravic rispose "Circa 200 metri sotto il livello del terreno, Comandante."
"A che quota comincia la schermatura?"
"Dovremmo trovarci schermati tra una trentina di metri."
"Mai troppo presto. Dai, forza."
"Capolinea." Blackband si era fermato. "Qui il condotto diventa troppo stretto per continuare, e siamo solo nella sala d'arrivo del turboascensore. Dobbiamo uscire."
I condotti non davano la possibilità di accedere alla sala; lo sportello di ispezione era posto pochi metri più indietro, in corrispondenza di un piccolo magazzino che appariva deserto e semivuoto. Non ci fu neanche bisogno di forzare serrature: lo sportello era tenuto chiuso da una semplice maniglia esterna, ma dall'interno era possibile far ruotare il corrispondente braccio di chiusura. Gli stivali antigrav addolcirono la discesa.
"Adesso, signori, dobbiamo agire MOLTO in fretta. Mi spiace, di norma dovrei essere io a coprire voi mentre giocherellate coi vostri aggeggi, ma temo che stavolta toccherà a voi il ruolo degli uomini d'azione. Ho in mente di combinare uno scherzetto coi fiocchi a questi Barelliani, ma devo entrare nel loro sistema per un paio di minuti. Aspettiamo che passi la pattuglia di ronda, poi scattiamo fuori. Dravic, lei controlli il corridoio di destra; Kyle, quello di sinistra è suo. Io invece mi piazzerò lì, dove c'è quella presa dati, e farò un po' di acrobazie informatiche. Se arriva qualcosa o qualcuno mentre sono ancora al lavoro, sparate."
"Settaggio phaser, signore?"
"C'è bisogno di chiederlo, signor Barrent? Stordire umanoidi, cortocircuitare androidi. Se succede, la missione è comunque fallita, e dobbiamo provare a filare (ma non sono sicuro di riuscirci...). Domande?" Una rapida occhiata corse da Dravic a Barrent, ma nessuno dei due fiatò. "Ecco la ronda. Tenetevi pronti."
Non appena i due androidi ebbero girato l'angolo del corridoio, i tre ufficiali scattarono verso le posizioni assegnate. Blackband praticamente si tuffò verso la presa dati con un connettore in mano e cominciò immediatamente a digitare sul proprio PADD. Dopo meno di tre minuti, silenziosi ma intensi per tutti e tre, Blackband si raddrizzò con un ampio sorriso.
"Tornate nel magazzino, per favore. Devo fare una prova." disse agli altri.
"E lei, comandante? Tra poco ripasserà la ronda..."
"La prova è quella. Andate, andate, non c'è problema..."
Mentre Dravic attendeva in silenzio, Barrent osservava da uno spiraglio della porta. Dopo poche decine di secondi, si udì il ritmico passo degli androidi che tornavano. Blackband era seduto col phaser armato e pronto a far fuoco; quando gli androidi girarono l'angolo, l'indice del Primo Ufficiale aumentò impercettibilmente la pressione sul pulsante di sparo. La coppia di androidi, rigida, proseguì con passo regolare il proprio percorso. Blackband si rilassò visibilmente e fece cenno agli altri due di raggiungerlo. "Non ci possono vedere. Ho salvato la scansione della zona effettuata dal sistema prima che noi uscissimo dal magazzino e l'ho sovrapposta a quella reale; finché qualcuno non resetta il sistema qui potrebbe entrare indisturbata tutta la Sicurezza della Sovereign. Il trucco sarà anche vecchio, ma qui tutto è vecchio tranne quello che è proibito..."
"Allora possiamo ispezionare tutto senza problemi?" chiese Barrent.
"Al tempo, Kyle: i Barelliani (e, se ce ne sono, i Ferengi) sono dotati ciascuno di un paio di sensori che non è così facile ingannare: gli occhi! Finché siamo all'aperto, le tute a occultamento non danno problemi, ma in ambiente chiuso la distorsione è molto visibile, e un colpo di disintegratore non si devia con un campo di occultamento..."
"Penso che la maggior parte del personale in servizio si trovi nelle sale di controllo del reattore a ioni polarici" commentò Dravic. "E se ci sono Ferengi, è logico supporre che si trovino là dentro."
"Giusto, signor Dravic. E a me sta venendo un'altra ideuzza..."
Barrent, che stava guardando Blackband, a queste parole alzò gli occhi al cielo, ma non disse nulla. In fin dei conti, fin lì era andato tutto bene. "Comandante, cosa vuol fare? Io non posso effettuare alcun rilevamento da qui, la schermatura del reattore è troppo per i sensori portatili!"
"Se Maometto non va alla montagna, la montagna andrà da Maometto" rispose enigmaticamente Blackband. Dravic alzò entrambe le sopracciglia. Se ne avesse avute tre, le avrebbe alzate tutte e tre.
Nella sala di controllo del reattore, i tecnici Barelliani stavano curvi su un tavolo carico di grafici. La rauca voce dell'allarme colse tutti di sorpresa. Dopo un attimo di smarrimento, molte paia d'occhi accusatori si girarono verso l'unico Ferengi presente. "Non può essere! Cosa sta succedendo? Cosa ha fatto scattare l'allarme?" disse questi, acutamente consapevole delle eventuali conseguenze di un meltdown. "Computer! Rapporto!"
"Sovraccarico ai circuiti di dispersione tre, sei e diciassette. Livello di ionizzazione 570, in aumento. Sistema primario di spegnimento in avaria. Sistema secondario di spegnimento in avaria. Circuiti di blocco in loop. Accesso al nucleo di reazione impossibile. Errore di sintassi. Errore di sintassi. Errore generale di protezione. Adesso potete spegnere il computer. Arrivederci e Grazie." L'incredulità lasciò il posto al panico. I tecnici si scagliarono verso le porte, nell'impossibile tentativo di passare tutti simultaneamente. Dopo qualche tentativo, qualche occhio nero e un naso sanguinante, l'élite tecnica di Bar’ell IV riuscì a fuggire a gambe levate.
"Un Ferengi! Tombola!" C'era una feroce soddisfazione nella voce di Blackband. "Phaser per stordire. Aprite il fuoco!" I phaser dei tre federali falciarono la massa in fuga mentre si accalcava per salire col turboascensore. Rapidamente, Dravic si infilò nella sala del reattore, mentre Barrent e Blackband si occupavano del Ferengi. Entro pochi minuti l'ufficiale vulcaniano tornò con l'aria soddisfatta. "Ho tutta la documentazione che ci serve, e ho bloccato i comandi del reattore in posizione di spegnimento irreversibile. Al completamento dello spegnimento, che dovrebbe avvenire tra tredici minuti, il sistema si cancellerà e le microcariche che ho installato nella sala di controllo esploderanno. Fine del reattore a ioni polarici."
"Molto bene, signor Dravic. Ora ci dia una mano a portare fuori di qui questo signore; credo che dovremo informare la Sovereign di preparare un coperto in più alla tavola del Capitano Ryker..."
"E come usciamo? Non possiamo certo trascinarcelo attraverso i condotti di aerazione!" esclamò Barrent.
"Ma dalla porta principale, signor Barrent!" rispose Blackband, indicando il turboascensore.
Le porte del turboascensore si spalancarono, e il sorpresissimo tecnico della sala teletrasporto venne salutato da una scarica phaser che non gli diede nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo. Il Tenente Barrent corse ai controlli del teletrasporto, ma scosse la testa. "Troppo vecchio. Non mi fiderei di usarlo oltre il raggio di duemila chilometri."
"Non può provarci, Kyle? Ci risparmieremmo un sacco di guai..." chiese Blackband.
"Non si risparmierebbe il peggiore, cioè quello di rischiare di finire diffratti oltre ogni possibilità di recupero..."
"Non discuto mai con argomenti del genere. Allora, signori, dovremo uscire per la via più difficile."
Il Caporale Mokho stava tenendo d'occhio i portali della casermetta, da cui stava proprio in quel momento uscendo la muta del cambio, quando una visione stuefacente attrasse la sua attenzione: un Ferengi stava ascendendo al cielo! Dal tetto dei laboratori, senza visibile supporto, un Ferengi apparentemente addormentato stava librandosi sopra l'impianto. D'un tratto, la figura umanoide prese a muoversi lateralmente, dirigendosi verso l'esterno del perimetro difensivo, e accelerando progressivamente. Un paio di sentinelle aprirono il fuoco, ma l'intercom ordinò di sospendere. Che diavolo era successo?
Blackband, Dravic, Barrent e il Ferengi filavano il più velocemente possibile verso il runabout mimetizzato; appena furono a distanza di sicurezza, accesero anche i jet-pack per assisterli nel mettere più spazio possibile fra loro e le pattuglie Barelliane che certamente erano state sguinzagliate dietro di loro. Blackband si rivolse a Dravic: "La discesa non è stata male... pensa di riuscire a portarci su senza guai?"
"Scherza Comandante? Ci faranno a pezzi MOLTO prima che riusciamo a risalire..."
"OK. Allora possiamo anche fermarci qui. Tenente Barrent? Vuol farlo lei?"
"Con piacere signore." Barrent colpì il proprio comunicatore.
"Sovereign? Teletrasporto per quattro... in FRETTA, grazie."
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57202.1
"Capitano" intervenne l'ufficiale de Gerets "La flotta ci comunica di fare rotta verso la base scientifica Regula 6 nel sistema di Dyson, settore 905, dove dobbiamo consegnare la particella Omega. È un sistema disabitato ai confini dello spazio federale. Inoltre ci informano che qui, su Bar’ell IV, sta per arrivare una delegazione diplomatica della Federazione."
"Chi la scorta?" chiese il Primo Ufficiale, con tono brusco.
"Un attimo... la Resolution, la Bellerophon, la Ning Hai..."
All'inizio dell'elenco, Blackband aveva annuito, approvando la scelta di inviare navi da guerra. Mano a mano che de Gerets sgranava il rosario, tuttavia, Blackband spalancava sempre di più gli occhi, e con lui tutti gli ufficiali in plancia. Persino il Capitano Riker era impressionato.
"...la Vittorio Veneto... la Zuikaku..."
La voce di de Gerets continuava, in un silenzio assoluto, a elencare una quantità impressionante di navi grandi e piccole.
"...la Arkhangelsk..."
"Questa è nostra gemella" mormorò sottovoce Blackband.
"...la Yavuz, la Independence, la Lexington e...."
"...e chi?" chiese qualcuno in plancia.
"...e la Enterprise." finì de Gerets, alzando gli occhi dal foglio.
Seguì una pausa che parve lunghissima.
"Tempo stimato all'arrivo della flotta?" chiese Riker, con MOLTA calma.
"ETA Dieci giorni e sedici ore circa, signore" rispose de Gerets.
Riker pensò "Perché concentrano qui dieci navi da guerra? Perché si aspettano che i Ferengi calino in forze su Bar’ell. E perché i Ferengi dovrebbero fare una mossa così scoperta? Perché la Federazione ha catturato una Particella Omega. E PERCHE' la Flotta manda via la Sovereign per rimpiazzarla con una nave identica come la Arkhangelsk? Chiaro; perché la Particella Omega ce l'abbiamo noi. Dobbiamo andare via di qui e subito."
E ordinò:
"D'accordo, inserire la nuova rotta e attivare a curvatura 9. Non vedo l'ora di togliere quella bomba da sotto il nostro sedere."
Blackband pensò "Dieci giorni! Vengono dritte da Sol III, è l'unica possibilità. Avranno richiamato almeno un terzo delle unità in missione per coprire la Terra, e spedito qui col pepe nel culo ogni nave nel sistema, dalle classe Galaxy alle tinozze da bagno. Qualcuno sta sudando freddo, e scommetto la Sovereign contro un bicchiere di birra romulana che la ragione del sudore è quella roba nei NOSTRI buffer di teletrasporto. L'unica cosa che non mi andrebbe è di trovarmi in mezzo a una guerra senza un primo ufficiale tattico in gamba. Beh, dopotutto de Gerets non è male." e ordinò: "Allarme giallo fino a nuovo ordine. Turni 1 e 2 al posto di combattimento. Preparare tutti i siluri e i phaser in cold stand-by."
Vornak pensò "Guerra. Di nuovo. Si aspettano che scoppi, che scoppi qui e adesso, e noi saremo stati il detonatore! Ma non capiscono altro che il linguaggio della forza? Come si fa a mandare una squadra diplomatica scortandola con una flotta d'assalto? Su un pianeta federale poi!" e disse: "Capitano Ryker, desidero inoltrare una protesta formale al comando. Le mie osservazioni e suggerimenti in merito alla condotta da tenersi verso Bar’ell IV sono stati completamente ignorati! A che serve un Consigliere a bordo in queste condizioni?"
"Potrà farlo non appena saremo abbastanza lontani da Bar’ell per evitare orecchie sgradite sulle nostre linee, consigliere."
Dravic pensò "La Particella Omega, logico. Ma perché vengono su Bar’ell? Sarebbe ovviamente meglio proteggere la Sovereign. Se i Ferengi decidono di colpire, il bersaglio migliore siamo noi. Bastano tre, forse due, Marauder Ferengi per superarci in potenza di fuoco e capacità di manovra." e disse: "Capitano, mi permetto di suggerire di seguire una rotta evasiva che comunque si diriga verso la flotta in avvicinamento!"
Barrent pensò "Guai in vista. Speriamo che si ricordino di cosa abbiamo qui dentro." e disse: "Capitano, raccomando di non forzare troppo con la propulsione né con altri sistemi di bordo... la nostra 'ospite omega' potrebbe reagire male a un calo di efficienza dei banchi di teletrasporto."
Blair pensò "Santa Susanna e tutti i vecchioni! Hanno perfino tirato fuori dalla naftalina la Yavuz! Dove avranno preso un equipaggio completo da metterle a bordo? I cadetti dell'accademia e qualche ammiraglio che vuol fare una bravata in stile Kirkiano?" e ordinò al suo vice: "Donald, porti al 110% la disponibilità d'energia alla sala teletrasporto 2... e includa una tripla ridondanza antisbalzo. Dobbiamo dare una mano a Barrent a maneggiare quella robaccia."
De Gerets pensò "Cosa può succedere ancora?" poi diede un'occhiata agli schermi tattici e disse, in fretta:
"Signore, due Marauder Ferengi sono apparsi ai limiti di questo sistema. Uno di loro viene verso di noi a tutta forza con le armi pronte a fare fuoco. L'altro è diretto verso il pianeta e sta cercando di comunicare con loro."
Riker pensò pochi istanti, poi ordinò: "Caliamo a curvatura sei! Inversione di rotta, vettore di attacco 1-alpha"
Vornak e Blair si voltarono spalancando gli occhi. Riker li ignorò.
"Allarme rosso, tutti gli uomini ai posti di combattimento. Deviare l’energia extra agli scudi e ai banchi phaser! Armare siluri quantici! Aprire un canale di comunicazione. Qui Capitano William Riker della USS Sovereign...."
"La nave diretta verso di noi ci ha esaminati approfonditamente con i sensori. Ora lo sta facendo una seconda volta."
"Qui capitano William Riker della nave Federale Sovereign. La vostra comparsa in questo settore con armi cariche è contraria al trattato commerciale tra la Federazione e l’Alleanza Ferengi. Non sarà assolutamente tollerata qualsiasi violazione dello spazio federale. Abbassate gli scudi e ritiratevi immediatamente".
"Capitano" intervenne nuovamente de Gerets "ho tracciato la rotta di provenienza delle due navi e ho scoperto che la loro ultima posizione coincide con il luogo in cui abbiamo recuperato la particella Omega."
"Questo significa che anche loro erano sulle tracce della particella. Quindi anche i Ferengi di questa situazione."
"Esatto." sottolineò Vornak "E siccome non hanno rilevato le tracce degli effetti normalmente provocati dalla deflagrazione di una di quelle particelle, hanno motivo di credere che ce l'abbiamo noi."
"Signor de Gerets, pensa che l'abbiano rilevata?"
"Non direi. Ma data l'insistenza con cui ci scandagliano, ne sono talmente sicuri da non credere alle letture dei propri sensori."
"Bene. Non è in stile Ferengi attuare missioni kamikaze. Morirebbero anche loro in questo modo. In condizioni normali cercherebbero di trattare con merce di scambio, invece non lo fanno."
Qualche istante piu' tardi l'ufficiale tattico esordi':
"Sono a distanza di tiro!". Dopo una brevissima ma attenta lettura dei dati visualizzati sulla consolle: "Un momento, ora stanno cambiando rotta. Ci passano sotto e insistono a esaminarci a distanza sempre più ravvicinata."
L'ingegnere capo, alla sua postazione di controllo in plancia, disse: "Signore, è possibile che non vogliano attaccarci, ma rubarci la particella utilizzando il teletrasporto sub-spaziale, che come lei ben sa, è una loro tecnologia. Probabilmente ora la stanno cercando, e se continuano così finiranno per trovarla. A quel punto se la prenderanno. Altrimenti ci faranno fare PUFF!"
"Come possono trovarla? Ora è all'interno del buffer del teletrasporto. È come se fosse stata convertita in bit, non è concreta!" domandò Riker.
"Certo, ma il punto è che noteranno un inusuale squilibrio energetico in confronto alle altre sale teletrasporto, e questo li condurrà all'unica risposta plausibile: tutte quelle attenzioni sono per via della particella. Dopodichè decideranno se prenderla, e non saprei proprio in che modo, oppure distruggerla insieme a noi. Quello che decideranno non possiamo saperlo, occorre giocare d'astuzia."
Il Capitano rimase un momento pensieroso poi, sicuro di se, ordinò:
"Signor de Gerets, comunichi alla Flotta la nostra situazione e richieda rinforzi immediati! Tra quelle 10 navi ce ne saranno almeno tre in grado di accelerare, e almeno una di loro magari è già ora più vicina a noi del resto della flotta. Dovranno distruggerci, ma se dovessero riuscirci almeno la Flotta saprà chi e come è stato. Allarme rosso, tutti gli uomini ai posti di combattimento."
Il Marauder più vicino aprì improvvisamente il fuoco colpendo la Sovereign a poppa con una piena bordata di siluri e disgregatori. La Sovereign a sua volta rispose alla provocazione colpendo l'avversario con i phaser a piena potenza.
"Capitano!" esordì l'ufficiale addetto al tattico "Le due navi Ferengi si sono occultate subito dopo il nostro contrattacco!"
Passarono dieci minuti di totale inattività, in plancia tutti erano pronti a un improvviso scossone come segno del loro disoccultamento. Nessuno pensava che possedessero un dispositivo di occultamento.
Vornak disse: "Siamo in una situazione complicata: se andiamo alla destinazione prestabilita ci seguiranno e una volta là' si prenderanno la particella senza problemi. Dobbiamo ricevere rinforzi, e credo che la proposta di Dravic sia da accogliere!"
"Benissimo. Sono d'accordo. Rotta verso la flotta, massima curvatura. Mantenere lo stato di Allarme Rosso. Ah, de Gerets, un'altra cosa: chieda al comando di ripetere l'elenco delle navi in marcia verso di noi... e mi raccomando, CANALE A BANDA LARGA, codificato secondo Star Nero Aleph."
"Signore... i Ferengi conoscono senz'altro lo Star Nero Aleph! E' un codice di tre anni fa!"
Ryker e Blackband sorrisero all'unisono.
"Spero che la memoria dei Ferengi sia buona come la sua, de Gerets. Lo spero proprio."
Pochi minuti più tardi, l'ufficiale alle comunicazioni si voltò verso Ryker.
"Messaggio in arrivo da Starfleet, Capitano."
"E' l'elenco?"
"Pare di si, signore. Si, è la ripetizione."
"Che codice sta usando il comando di flotta?"
"....!"
"Non ho capito, signor de Gerets. Vuole ripetere?"
"Star Nero Aleph, signore..."
"E i nostri angeli custodi cosa stanno facendo?"
I due vascelli Ferengi si stavano disoccultando, e la distanza tra loro e la Sovereign stava sensibilmente aumentando. Improvvisamente, prima l'uno poi, dopo qualche istante, anche l'altro, virarono di bordo e accelerarono nella direzione da cui erano arrivati.
Ryker si volse verso Blackband.
"Numero Uno, dia pure il cessato allarme. Signor de Gerets, comunichi alla flotta la nuova situazione e richieda nuovi ordini."
Il primo ufficiale si avvicinò al capitano dicendo a voce bassa:"La guerra favorisce gli affari!"
Riker sornione si voltò e annuì rispondendo:"Anche la pace!"
I due vennero interrotti da Dravic: "Trentaquattresima e trentacinquesima regola dell'acquisizione Ferengi, signori!"
Blackband si girò minaccioso: "GRAZIE! Signor Dravic!" E poi proseguì: "Signor De Gerets allora?"
"Capitano, il Comando dice di attendere l'arrivo della prima nave e di recarci al sistema di Dyson insieme a lei."
"Benissimo. Chi è? L'Arkhangelsk? O la Resolution? O magari la mia bella Enterprise?"
"Nessuna delle tre, signore. E' la Yavuz. Tempo stimato all'arrivo ventitre’ ore circa."
"Ma non era in manutenzione sine die?"
Intervenne Blair: "Esatto Capitano. Però è vero anche che era una nave veloce. Non so chi ci abbiano messo dentro, ma sicuramente è salpata per prima, perché le altre avranno dovuto almeno eseguire un controllo di prontezza tattica, e non è nemmeno detto (anzi, probabilmente è vero il contrario) che fossero tutte disponibili immediatamente."
"Certo che" soggiunse Blackband "il comandante deve aver saputo di avere una missione potenzialmente disperata... un equipaggio raccogliticcio, arrivato per primo in una situazione prebellica, con una nave non più in grado di competere con le pari classe... poteva essere un'ultima, eroica crociera. Mi chiedo a chi l'abbiano affidata. Un comando temporaneo, senza dubbio."
"Chiamata dalla USS Yavuz."
"Sullo schermo."
"Qui è il Tenente Comandante Phrey Chelak, ufficiale in comando temporaneo della nave scuola Yavuz."
Il volto sullo schermo era azzurro, sormontato da antenne biancastre: inconfondibilmente andoriano. Il tratto che saltava subito agli occhi erano i capelli scuri, contrastanti con i folti baffi bianchi.
"Ben arrivato, comandante. Siamo felici di avere compagnia."
"Mai quanto me, Capitano Riker, glielo assicuro. Chiedo il permesso di salire a bordo."
Riker sobbalzò. Che richiesta insolita! E che strana risposta!
"Permesso accordato. Vado ad attenderla in sala teletrasporto 1. Blackband, prenda lei il comando."
"Molto bene. A fra poco."
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57202.2
La figura dell'andoriano si materializzò quando Ryker era appena entrato.
Non appena scese dalla piattaforma porse a Ryker un PADD che il Capitano della Sovereign attivò richiamando gli ordini operativi della USS Yavuz e in particolare del Tenente Comandante Phrey Chelak.
Dopo una rapida scorsa alzò gli occhi.
"Così lei sarà il nostro nuovo ufficiale tattico, eh? A far data da quando avremo consegnato il nostro 'carico' a Regula 6..."
"Sissignore. Per intanto ho l'incarico di scortarla a destinazione. Lei ritiene fattibile un trasferimento della Particella Omega dai vostri ai nostri banchi teletrasporto?"
"Scusi un attimo. Barrent!"
Dall'interfono venne la voce del capo teletrasporti. "Si, Capitano. Cosa c'è?"
"Possiamo trasferire il pacchetto alla Yavuz?"
"Certamente. Se hanno trasferitori ultima serie senz'altro."
"Quella nave è stata in manutenzione negli ultimi cinque anni, ed è ora è una nave scuola. Se non ha TUTTI gli ultimi aggiornamenti vuol dire che l'Accademia è molto cambiata da quando ci sono stato io. Attenda ordini. Chiudo."
"Ma mi dica, Chelak.."
"Phrey Capitano. Quello è il nome vocativo. Chelak è il nome tribale."
"Scusi. Phrey, perché mai vuole a bordo quella roba? La sua è una nave da guerra per modo di dire, richiamata in servizio per un'emergenza assoluta; non può certo combattere in queste condizioni!"
"Certo no, e infatti mi sentirei più tranquillo se anziché trovarmi IO a scortare LEI fosse il contrario... non trova?"
"Molto giusto. Va bene. Torni alla sua nave" (a queste parole le antenne di Phrey ebbero un evidente tremito) "e procediamo. A Dyson sarò lieto di accoglierla nel mio equipaggio. Chi porterà a casa la Yavuz?"
"Il mio Primo Ufficiale attuale. Non ha esperienza di comando, ma il viaggio di ritorno sarà sicuramente effettuato in condizioni di spirito migliori di quello di andata."
"Può dirlo forte!"
Rientrando in plancia, Riker diede in fretta gli ordini necessari a passare la patata bollente alla Yavuz.
"Blackband?"
"Si, Capitano?"
"Lei conosce il signor Phrey, vero?"
"Si, signore. Non siamo intimi, ma lo conosco."
"Che ne direbbe se le dicessi che prenderà il posto di Rogan Gorr?"
Blackband restò silenzioso per un buon minuto. Poi si decise.
"Un buon combattente. Un buon ufficiale. Un buon comandante."
"E allora perché esita tanto a dirlo?"
"Legga il suo dossier, Capitano. Ne parleremo in seguito. Voglia scusarmi."
Riker osservò il suo vice allontanarsi.
Poi si girò.
"Avanti, a Dyson."
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57203.5 4 Aprile 2380
Suonarono alla porta della sala Tattica. Riker, una tazza di caffè in una mano e un cornetto nell’altra, ordinò di controvoglia: "Avanti."
Blackband marciò a passo di carica nell’ufficio del capitano. "Buongiorno, signore."
"Buongiorno, Peter."
"Volevo discutere con lei di un paio di cose…"
"Le immagino. Prende qualcosa?"
"Stolichnaya, liscia." Disse Blackband al replicatore.
Riker inarcò un sopracciglio, visto e considerato che erano le nove di mattina.
Blackband non se ne diede per inteso e trasse un sorsetto del liquore bruciante.
Poi cominciò una garbata esposizione di fatti:
"Due navi ferengi, dotate di occultamento e disposte a un attacco quasi suicida (cosa non contemplata da alcuna Regola dell’acquisizione). Un generatore a ioni polarici, tecnologia vastamente diffusa un tempo ma poi bandita da tutte le razze senzienti, inclusi romulani e klingon, per la sua pericolosità ecologica e biologica. La base su Bar’ell era pure occultata, ma ormai i dispositivi di occultamento sono merce comune, pare, alla faccia del trattato di Algeron… La particella Omega non abbiamo idea chi l’abbia creata, sicuramente è una tecnologia che noi non possediamo."
Riker fece la domanda logicamente successiva: "Perché portare tutto questo ambaradan su Bar’ell, un pianeta arretrato?"
"Semplice. Perché è una spina nel fianco della federazione, ed era il più facile da allettare con la promessa di tecnologie favolosamente avanzate."
"Già, oppure qualcuno voleva che la Federazione sembrasse più cattiva di quello che è in realtà"
"I Romulani, ad esempio?"
"O i Ferengi. E’ peggio del nodo Gordiano, ogni capo ne chiama in causa un altro. Ma forse abbiamo a bordo il nostro novello Alessandro Magno. Riker a Momusu"
"Sì, capitano?"
"Dottoressa, il Ferengi che abbiamo catturato sul pianeta è in grado di rispondere a qualche domanda o è ancora sotto choc?" domandò Riker evidenziando l'ultima battuta con un'espressione di scherno.
"È in perfette condizioni, Signore. Anzi non vedo l'ora che finisca in una cella. L'infermeria non è il luogo adatto per degli esseri così lagnosi." rispose la Dottoressa Momusu, pienamente a tono.
"Signor Chelak, trasferisca il prigioniero Ferengi in una bella cella striminzita, con tutta la rudezza del caso."
"Sarà un vero piacere, signore" rispose il capo della Sicurezza.
Blackband disse: "Posso avere il permesso di organizzare l’interrogatorio? Mi serviranno il signor Dravic e anche il signor Blair."
Riker lo guardò incuriosito: non erano proprio le persone che avrebbe indicato lui. Ma accondiscese prontamente alla richiesta del suo primo ufficiale.
Nave federale U.S.S. Sovereign, Data Stellare 57203.6
Mentre il Ferengi, sbattuto senza molte cerimonie dalla infermeria alla cella stava rimuginando su cosa gli era accaduto, si aprirono le porte scorrevoli della camera di detenzione ed entrò molto furtivamente una bellissima ragazza bionda, dagli stupendi occhi castano chiaro, vestita con una uniforme della flotta stellare senza onorificenze ne gradi.
La donna si avvicinò al quadro comandi del campo di forza che chiudeva l'entrata alla cella e in poco lo escluse; mentre il Ferengi, esterrefatto dalla sua bellezza e da ciò che stava facendo rimase di ghiaccio.
"Ti muovi? Vuoi essere salvato si o no? Guarda che non mi pagano per farmi catturare!"
A questo il Ferengi si "svegliò" rivolgendosi alla ragazza: "Ma tu chi sei? Come ci sei arrivata qui? Chi ti manda? Che vuoi da me?"
E lei subito rispose: "Guarda che abbiamo poco tempo prima che le guardie e i tecnici della sala teletrasporti si sveglino! Ti spiegherò strada facendo! Ora ti prego, SEGUIMI! Oppure se ti va RESTA LI’."
Il prigioniero considerò le alternative e la seguì. Mentre correvano circospetti lungo il corridoio, lei gli disse: "Il mio nome è Elizar, sono una mercenaria e sono stata ingaggiata dal tuo governo per salvarti. Ti basta?"
"Caspita che organizzazione!" Disse ansimando il Ferengi, poi proseguì: "Ma come sapevate che ero qui?"
Elizar rispose prontamente: "Ci hanno comunicato da Bar’ell la tua scomparsa, e per esclusione dovevi essere qui! Ma si può sapere che hai combinato?"
"Non lo so! Sono solo uno scienziato che lavora per la Tongus di Ferenginar, ero al centro di ricerche per gli ioni polarici su Bar’ell e questi criminali mi hanno rapito!"
La ragazza, poco convinta insistette: "Sei sicuro? Per quel che ne so la tecnologia cui ti riferisci è proibita dalla Federazione!"
"Ho forse le orecchie di un rispettabile membro della federazione, io? Se i Barelliani mi pagano, io non sono così scemo da protestare!
Giunti alla sala teletrasporti i due, approfittando della "sonnolenza" del personale appositamente addormentato in precedenza, si trasportarono su un marauder.
Un grasso e grosso ferengi paludato nelle insegne del comando si avvicinò con un disgregatore in pugno: "Ottimo lavoro, Elizar!"
E senza attendere la risposta della donna la disintegrò. Poi rivolgendosi al povero scienziato: "Benvenuto a bordo del "Bardor" dottore, io sono Dai mon Gond!"
"Pia-Piacere!" Rispose impaurito il Ferengi.
Ma il comandante non aveva tempo da perdere: "Ah, dottore! Le sue pene sono finite ormai! Qui è tra amici, questa sera cenerà con me, e mi racconterà tutte le sue mirabolanti imprese, ma intanto i suoi superiori vogliono un completo rapporto; quindi una guardi la accompagnerà nel suo alloggio dove potrà comunicare in privato…"
L’ampio sorriso del Dai mon fece capire senza ombre di dubbio al Ferengi che la sua conversazione sarebbe stata tutto fuorchè privata. Stilò quindi un rapporto non dettagliatissimo sull’accaduto, richiedendo con dovizia di particolari un compenso straordinario per i rischi subiti.
"Computer, inviare all’elaboratore centrale dell’Alleanza Ferengi."
"Sarà fatto sicuramente !" rispose una tonante voce umana, mentre tutt’attorno la stanza si tramutava nello spoglio reticolato luminescente di un ponte ologrammi federale.
La porta si aprì e ne entrarono il capitano Riker, il primo ufficiale, l'ingegnere capo e il consigliere Vornak.
"Bene" disse Riker soddisfatto "grazie per l'aiuto. Ora può tornare a dormire nella sua cella. La attende ancora un lungo viaggio" disse poi rivolgendo un cenno alle guardie.
"Ma... che vuol dire... questo non è corretto … mi avete turlupinato!" sbraitò il prigioniero mentre veniva trascinato via di forza dalle guardie.
"Scommetto che questa frase l’ha già sentita dire" gli rispose Riker, con poca compassione.
Blair, Riker e Blackband accennarono un sorriso compiaciuto, Vornak era invece perplesso, il Ferengi aveva detto il vero ma il suo governo avrebbe potuto prendere male questo tipo di interogatorio.
Nave federale U.S.S. Sovereign, nel frattempo.
"Diario del capitano. Data stellare 57203.6. Siamo in rotta per Dyson, dove spero di giungere senza altri incidenti. Lì lasceremo nelle mani fidate dei tecnici federali la Yavuz, con particella Omega annessa, e il nostro simpatico ospite, che verrà lasciato nelle mani dello JAG per il processo come contrabbandiere. Secondo istruzioni giunte dal comando di flotta, negheremo la sua implicazione nella faccenda di Barrel costringendo così l’alleanza ferengi a scoprire le carte, oppure a tacere del tutto. Ho inviato alla flotta una trascrizione integrale dell’interrogatorio del Ferengi, evitando di proposito di menzionare il coinvolgimento di Gaia. Il Tenente Comandante Priestly ha ottenuto dal suo ex comandante, l’ammiraglio Narak della sezione R&D una sicurezza SECLAR elevatissima per tale scoperta, e fino alla conclusione delle sue indagini non saremo costretti a prendere decisioni in proposito. O almeno, lo spero."