SEZIONE TECNICA

PROPULSIONE WARP

Caratteristiche:
• Reattore Warp modello M/ARA Mark II
• Velocità di crociera: Warp 6
• Velocità massima: Warp 9,975
• Carburante (MRI): Deuterio Criogenico Supercritico
• Carburante (ARI): Anti-Idrogeno Criogenico Supercritico
• Elemento moderante della reazione M/AM: Dilitio Cristallino di quinta fase
• Integrazione dinamica del carburante: Captatore Bussard 3

Funzionamento dei motori Warp
La parte propulsiva dei motori warp è situata nelle due gondole gemelle ed è formata da una serie di bobine di campo di curvatura (WFC, Warp Field Coil), su ognuna delle quali si trova un sistema iniezione di plasma (PIS, Plasma Injection System); inoltre ogni gondola dispone anche di un sistema di separazione di emergenza formato da 10 gruppi di bulloni esplosivi che possono allontanare la gondola in caso di emergenza alla velocità di 30 m/s.
Le caratteristiche strutturali delle gondole sono simili a quelle del resto della nave, in aggiunta abbiamo tre strati interni di cortenide di cobalto che garantiscono la protezione contro gli elevati stress strutturali causati dal campo warp.
Gli iniettori PIS (uno per ogni WFC) sono in duranide di arkenio e contengono una struttura monocristallina di ferrocarbonite con costrittori magnetici toroidali in serrite di nalgezio. I controlli operativi e i dati delle letture di stato dell'iniettore sono garantiti da dodici connessioni ridondanti con il sistema di trasferimento dati (ODN, Optical Data Network) della nave. I piccoli ritardi indotti dal trasferimento dati sull'ODN sono automaticamente corretti da un apposito software che garantisce alla sezione tecnica di operare in realtime sugli iniettori. Il ciclo di apertura e chiusura degli iniettori varia da 25 a 50 nanosecondi; ogni iniettore espone il WFC ad una scarica di energia che viene convertita in campo warp.

I WFC sono gli effettivi generatori del campo warp. Ogni emiciclo dei WFC misura 9,5 x 43 metri ed ha un nucleo in lega di tungsteno cobalto e magnesio densificati avvolto da uno strato in cortenide di verterio densificato elettricamente. Una bobina completa misura quindi 21 x 43 metri con una massa di 34.375 tonnellate. Due set completi di diciotto bobine l'uno hanno una massa di 1.230.000 tonnellate, che costituisce il 25% della massa complessiva della nave. Quando è investito dal flusso di plasma, il cortenide di verterio di una bobina provoca il trasferimento dell'energia dal plasma al dominio subspaziale; i pacchetti quantici dell'energia del campo subspaziale si formano a circa un terzo della distanza tra la parte interna della bobina e quella esterna e irraggia verso l'esterno della bobina.

L'effetto propulsivo è ottenuto da tre fattori.
In primo luogo la deformazione del campo è controllabile sull'asse poppa-prua. Dal momento che gli iniettori emettono il plasma in sequenza, i piani dei campi warp vengono creati di conseguenza e premono l'uno sull'altro. Le forze cumulative dei campi warp riducono la massa apparente della nave, imprimendo la velocità desiderata. Il punto critico di transizione lo si ha quando, per un osservatore esterno, la nave supera c; quando l'energia del campo warp raggiunge i 1000 millicochranes, la nave sembra che oltrepassi la barriera di c in un tempo minore del tempo di Planck (1,3 -43 secondi), permettendo alla nave di non avere mai una velocità pari a c. Le tre bobine più a prua di ognuna delle due gondole operano con un leggero spostamento di frequenza rispetto alle altre per rinforzare il campo warp che contiene la sezione a disco e per facilitare la creazione della simmetria del campo warp che permette il movimento della nave.


In secondo luogo la coppia di gondole permette di creare due campi bilanciati che interagiscono per permettere alla nave di manovrare. La nave può manovrare introducendo dei ritardi nell'attivazione degli iniettori che modificano la geometria del campo warp.
Infine la conformazione dello scafo si adatta perfettamente alla conformazione del campo warp.

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PROPULSIONE SUBLUCE (IMPULSO)

Caratteristiche:
• Carburante: Deuterio Criogenico Bifasico
• Reattori ad impulso: 2
• Gruppi di bobine di propulsione: 8
• Direzioni di orientamento selettivo della propulsione: 8

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SISTEMA DI TELETRASPORTO

Funzionamento:
Il traffico a breve raggio da e per l'astronave passa generalmente attraverso il teletrasporto, che permette di trasportare oggetti e persone fino ad una distanza di 40.000 Km.
Nelle astronavi esistono dei dispositivi di teletrasporto per persone e per oggetti, questi ultimi tuttavia possono essere regolati per operare sia a risoluzione molecolare (cargo) sia a risoluzione quantica (forme di vita).
Ogni coppia di teletrasportatori è concepita per condividere un singolo pattern buffer, generalmente collocato nel ponte inferiore.
All'esterno dello scafo di ogni astronave sono collocati degli emettitori che incorporano degli scanner molecolari a lunga distanza e delle bobine a transizione di fase e sono collocati in modo da garantire una copertura sferica completa anche in caso di malfunzionamento di alcuni singoli elementi.
Secondo il teorema di Elway, XXIII secolo, è possibile un sistema di teletrasporto alternativo a quello descritto di seguito, basato sul trasporto attraverso delle pieghe spaziali. Benché agli inizi il concetto sembrava molto promettente, la realizzazione pratica di un sistema di trasporto attraverso uno spazio interdimensionale ripiegato ha rivelato che l'uso di questo sistema causava dei danni cumulativi irreversibili nel soggetto trasportato. I terroristi Ansata di Rutia IV facevano uso di questa tecnica con un dispositivo che loro chiamavano inverter.
Le operazioni di teletrasporto possono essere suddivise in cinque gruppi, descritti di seguito; a causa della criticità di alcune operazioni del trasporto, le regole operative della Flotta Stellare richiedono la costante presenza di un ufficiale per la supervisione ogni fase delle operazioni. NOTA: nelle esemplificazioni che seguono viene considerata solamente una fase di sbarco da una camera di teletrasporto ad una destinazione remota. Altri tipi di operazioni implicano delle modifiche alle sequenze di seguito indicate.

OPERAZIONI:
Scan della destinazione e acquisizione delle coordinate: Durante questa prima fase il sistema di teletrasporto acquisisce le coordinate di destinazione. Gli scanner verificano il movimento relativo del luogo di destinazione, la distanza e la presenza di condizioni ambientali favorevoli al personale trasportato. Durante questa fase viene eseguita una serie di verifiche diagnostiche di ogni singola parte del sistema per assicurare un corretto funzionamento dell'apparato.
Energizzazione e smaterializzazione: Gli scanner molecolari ricavano in tempo reale un'immagine a risoluzione quantica del soggetto da trasportare mentre le bobine principali e le bobine di transizione di fase convertono il soggetto in un flusso di materia disintegrata a livello subatomico.
Compensazione Doppler nel pattern buffer: Il flusso di materia viene immagazzinato nel pattern buffer che permette al sistema di compensare lo spostamento Doppler tra la nave e il luogo di destinazione. Il pattern buffer funge anche da dispositivo di sicurezza in caso di malfunzionamento, permettendo la rimaterializzazione del soggetto in un'altra unità di teletrasporto della nave.
Trasmissione del flusso di materia: Il flusso di materia viene trasmesso dagli emettitori della nave verso il luogo di destinazione.

COMPONENTI DEL SISTEMA:
Camera del teletrasporto: È un volume di spazio ben protetto all'interno del quale avviene il processo di (s)materialzzazione. La piattaforma di trasporto è sopraelevata per ridurre il pericolo di scariche elettrostatiche che si possono verificare durante le procedure di trasporto.
Consolle: Questa postazione di controllo permette all'ufficiale addetto di monitorare e dirigere le operazioni di trasporto; inoltre è possibile bloccare manualmente la sequenza automatica di operazioni in caso di emergenza.
Dispositivo di controllo: Il computer dedicato per queste operazioni si trova all'interno della camera di trasporto; controlla ogni operazione del teletrasporto, comprese le sequenze automatiche.
Bobine primarie: Collocate al di sopra della camera di trasporto, queste bobine creano il potente ACB che crea una matrice spaziale all'interno della quale avviene il processo di (s)materializzazione. Un secondo campo di forza mantiene il soggetto all'interno dell'ACB; questa è una misura di sicurezza in quanto la distruzione del campo ACB durante le prime fasi di smaterializzazione può provocare il rilascio di notevoli quantità di energia.
Bobine di transizione di fase: Collocate nella base della camera di trasporto, questi dispositivi, generando un campo di manipolazione di quark a larga banda, eseguono il processo di (s)materializzazione disaccoppiando parzialmente le energie di legame delle particelle subatomiche. Tutti i trasportatori abilitati al trasporto di personale sono concepiti per operare a risoluzione quantica (necessaria per trasportare con successo una forma di vita). I trasportatori cargo sono generalmente ottimizzati per operare a livello molecolare, ma possono essere riprogrammati per operare a livello quantico.
Scanner molecolari: Al di sopra di ogni piattaforma si trovano quattro set ridondanti di scanner molecolari di 0,0012µ collocati ad intervalli di 90° intorno all'asse principale della piattaforma. Apposite routine di controllo dell'errore escludono uno scanner nel caso in cui fornisca dati discordanti con gli altri tre. Il guasto di due o più scanner implicano un'interruzione immediata della procedura di teletrasporto. Ogni scanner è spostato di 3,5 secondi di arco dall'asse dell'ACB, consentendo una derivazione in tempo reale dello stato quantico attraverso una serie di compensatori Heisenberg dedicati. I dati degli stati quantici vengono ignorati quando il trasportatore opera in modo cargo.
Pattern buffer: Un dispositivo superconduttore tokamak ritarda la trasmissione del flusso di materia per permettere ai compensatori Doppler di applicare le correzioni necessarie derivanti dalla differenza di velocità tra il luogo di partenza e quello di arrivo. Un unico pattern buffer è condiviso da ogni coppia di trasportatori. I regolamenti della Flotta Stellare impongono che al momento del trasporto sia disponibile almeno un altro pattern buffer di sicurezza. In condizioni di emergenza, un pattern buffer è in grado di ospitare l'intero flusso di materia in sospensione per circa 420 secondi prima che le informazioni registrate inizino a degradare.
Biofiltro: Utilizzato generalmente solamente dai trasportatori delle astronavi, questo dispositivo analizza il flusso di materia in arrivo alla ricerca di sequenze corrispondenti a forme di vita batteriologiche e virali pericolose e note. Se vengono individuate queste forme pericolose, il biofiltro le elimina dal flusso di materia. Il biofiltro è in grado di riconoscere forme di vita pericolose note.
Emettitori: Collocati all'esterno della nave, questi elementi trasmettono i componenti dell'ACB e il flusso di materia da/per le coordinate di destinazione. Gli emettitori comprendono anche tre gruppi ridondanti di scanner molecolari a focalizzazione virtuale a lunga distanza utilizzati durante le procedure di imbarco. Utilizzando le tecniche di inversione di fase, questi emettitori possono essere utilizzati anche per trasmettere personale da/per l'interno della nave.
Scanner per l'analisi della destinazione: Questi dispositivi (dislocati all'esterno della nave) rilevano le caratteristiche del punto di destinazione: coordinate, distanza, moto relativo rispetto alla nave e condizioni ambientali. Le coordinate di destinazione possono essere determinate anche dai dispositivi di navigazione, tattici o di comunicazione. Per i trasporti all'interno della nave, possono essere utilizzati i sensori ambientali della nave stessa. Il personale della nave può essere localizzato attraverso i comunicatori personali.

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PLANCIA

La plancia è il cuore del sistema operativo della nave e la sede di tutti i processi decisionali. Da qui possono essere controllati tutti i sistemi di bordo, con la possibilità di sostituire, in caso di emergenza intere sezioni divenute inoperative.

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PHASER

Acronimo di PHASed Energy Rectification.
Sono il principale sistema di difesa della nave. Gli emettitori sono di tipo XII, con una potenza di 7,2 megawatt ciascuno

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SENSORI

• Portata massima sensori ad alta definizione: 7 anni luce
• Portata massima sensori a media e bassa risoluzione: 21 anni luce

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SCUDI

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Fonte: Archivio Tecnico della Flotta Stellare, a cura di Luigi Rosa