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USS WAYFARER - MISSIONE 13 RSS USS WAYFARER - Missione 13

13.11 "L'assassino invisibile"

di Erjn Martia Kublik, Pubblicato il 22-04-2016


Fesarius, grotta
26/09/2395, Ore 10.45 - D.S. 72735.49


Le cure della Squiretaker nel frattempo stavano risultando inefficaci sulla gamba della
Kublik: non solo il trattamento che stava fin lì applicando non sortiva l'immediato effetto che ci si aspettava, ma le letture del tricorder medico erano scoraggianti. La ferita era abbastanza profonda ma il decadimento dei tessuti epidermici intorno continuava, anche se impercettibilmente, ad espandersi e nulla pareva neanche arrestarlo. L'occhio di Wu, anche se conciato male, sarebbe perfettamente guarito dopo un piccolo intervento non appena avrebbero avuto accesso all'infermeria, ma il progressivo peggioramento del Consigliere era preoccupante specialmente nell'attuale situazione.
Quanto tempo rimaneva?
Che tipo di infezione, se si fosse trattato solo di quella, poteva essere così resistente alla cura somministrata? Una stima approssimativa di quel tipo di degenerazione secondo lei non lasciava più di 48 ore di sofferenza alla povera donna.
Qualche metro più in là, i presenti erano in silenzio aspettando nervosamente un altro tipo di referto: quello della fusione mentale di Volok Kiron non mancò l'espressione accigliata della dottoressa che volse lo sguardo verso di lui in un tacito richiamo. Con discrezione guadagnò i pochi passi che li separavano
"Capitano, Wu non desta preoccupazioni: se riusciremo a tornare sarà facile ripristinare la funzionalità del suo occhio" disse indicando con un cenno del capo l'ufficiale intento a tenersi una medicazione premuta sulla ferita "ma per lei non posso fare più nulla ora."
Kiron la trafisse con uno sguardo carico di panico ed incredulità.
Sconfitta elaborò: "E' solo apparentemente una ferita superficiale da fuoco, ma guardi qui..." e scoprì ulteriormente la gamba del Consigliere che aveva ormai assunto un aspetto raccapricciante dovuto alla necrosi della pelle intorno al colpo inferto "Il rigeneratore epidermico è stato inutile, non riesco neanche a stabilizzare la sua temperatura corporea, un'infezione la sta divorando letteralmente e la strumentazione che ho non riesce a riconoscerla ho pensato che fosse un malfunzionamento dovuto al capo interferenze del pianeta invece ho paura che si tratti del tipo d'arma con cui le hanno sparato."
Kiron continuò a rimanere in silenzio e affranto pensava a come si erano succeduti gli eventi, cercando di ricordare ogni dettaglio: era accaduto tutto troppo in fretta ed erano stati costretti alla fuga sotto il fuoco nemico, troppo veloce ovviamente per essere sicuro di ricordare ...
"Era sicuramente Breen..." Intervenne Wu che essendo stata medicata vicino alla Kublik aveva ascoltato la linea di ragionamento della dottoressa Squiretaker. "Come la maggior parte degli armamenti con cui abbiamo avuto a che fare finora ma sono certa di aver visto in alcune mani un modello di disgregatore per mezzi pesanti."
L'ufficiale si alzò per osservare più da vicino la ferita in questione.
Il ragguaglio sembrò non sorprendere la Squiretaker.
"Sarei comunque riuscita almeno a suturare la lacerazione pelle, muscolo e tendini stanno praticamente morendo millimetro dopo millimetro..."

L'immagine di Erjn consumata progressivamente da una specie di cancrena aveva ormai ammutolito Kiron.

"Una perdita inaccettabile!" Non riusciva a pensare ad altro...

Tolok scelse quell'istante per rendere noto il risultato della fusione mentale con Jurkal: "A quanto pare, quel figlio di targ non ci ha mentito... non appena il vulcan riuscirà a prendere fiato ce ne racconterà delle belle..." indicando sgraziatamente un provato Volok " ma dobbiamo comunque spostarci di qui in fretta."
Lo sguardo del Klingon si posò sul corpo praticamente esanime del Consigliere: "Quanto ci vorrà ancora prima che possa camminare?"
"Stavo spiegando proprio ora al Capitano, che credo di non potere fare altro: la ferita peggiora e un'infezione che non riesco ad identificare continua a progredire, a quanto pare se saremo costretti a muoverci e dovremo portarla a forza di braccia."
"Continui a monitorarla come può Dottoressa" intervenne finalmente Kiron "prima di prendere qualsiasi altra decisione devo parlare col prigioniero."
Non appena girò le spalle per raggiungere Jurkal, un urlo che non poteva essere che Klingon e suoni di colluttazione lo fecero tornare indietro: Wu aveva atterrato Tolok e la Squiritaker cercava al meglio delle sue forze di dargli una mano.
"Cosa diavolo sta succedendo" urlò esasperato... avvicinandosi al capo della sicurezza che ancora teneva il volto del klingon schiacciato al suolo.
"Ha cercato di uccidere la Kublik" intervenne la Squiritaker "con quella " ed indicò la D'K Tagh che giaceva poco distante.
"Toglimi le mani di dosso stupida donna... stavo cercando di rendere onorevole la sofferenza della vostra collega maledizione..."
"Sheeval gli lasci la testa"
Wu obbedì al comando senza però lasciare la presa del braccio ritorto sulla schiena, in maniera di tenerlo il più possibile immobile.
"Parli, cosa le è passato per la mente, dobbiamo guardarci le spalle anche da lei? Uccidere un ufficiale nel momento di più grande vulnerabilità." Con un cenno del capo esortò Wu a lasciare la presa del tutto e il klingon prontamente invase lo spazio personale dell'uomo per sovrastarlo con la sua statura e lo guardò dritto negli occhi.
Kiron non indietreggiò di un passo.
"Ha sentito bene anche lei, quella donna sta morendo, stavo consegnandole una morte onorevole per salvarla dall'umiliazione di essere un fardello: ci sarebbe stata una strofa per lei nella canzone che canterò ai miei successori, se fossimo riusciti nella nostra impresa..."
In un attimo l'ira di Kiron venne mitigata da quelle parole: gli intenti di Tolok erano, come per ogni guerriero dignitoso, pratici e rispettosi, ma ad ogni modo del tutto inaccettabili per un terrestre.
"Se dobbiamo muoverci, ce ne andremo insieme ... non lasceremo indietro nessuno. Se, come la chiama lei, la nostra impresa riuscirà, il Consigliere potrà essere curato, e ci sarà spazio per tutti noi nella canzone."

Kiron posò una mano sulla spalla di Tolok in segno di empatia, ma un verso di disapprovazione del tutto klingon chiuse la conversazione.