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ISS THUNDER

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Missione 00






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della ISS THUNDER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della ISS THUNDER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2014



www.starfleetitaly.it | ISS THUNDER








Equipaggio

Capitano Capitano Ricardo Seldon

Colonnello Maco Colonnello Miral del clan Chelak

Primo Ufficiale Comandante Alejana King

Ufficiale Politico Tenente Comandante T'Val

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Bellatrix Laris

Capitano
Ricardo Seldon
Capitano

Colonnello
Miral del clan Chelak
Colonnello Maco

Comandante
Alejana King
Primo Ufficiale

Tenente Comandante
T'Val
Ufficiale Politico

Tenente
Bellatrix Laris
Ufficiale Scientifico Capo


ISS THUNDER

Autori

Capitano
Ricardo Seldon
Riccardo Castagna

Colonnello Maco
Miral del clan Chelak
Emanuele Oriano

Primo Ufficiale
Alejana King
Martina Tognon

Ufficiale Politico
T'Val
Elena Fuccelli

Ufficiale Scientifico Capo
Bellatrix Laris
Laura Core






Sommario


Sinossi
00.01 - Parata d'eroi
00.02 - Elisabeth
00.03 - Pronti a salpare?
00.04 - Alejana passato e presente
00.05 - Onore e Disciplina

Sinossi

Imbarchi



00.01 - Parata d'eroi

Autore: Colonnello Miral del clan Chelak

Vanessa chiuse il collare della semplice casacca nera. Lanciò un'occhiata alla foto appesa all'orlo dello specchio, che la guardava con un mezzo sorriso.
Aprì il cassetto. Scostò i nastrini di campagna e le decorazioni minori, prendendo un solo astuccio di velluto nero. Lo aprì: la familiare immagine del globo terrestre e della spada scintillava in oro, racchiusa tra un ramo di quercia e uno di palma un singolo brillante marcava il pomolo dell'elsa.
Lentamente, deliberatamente, Vanessa si appuntò la decorazione sul petto sinistro della casacca.
Un colpo di campanello risuonò nell'appartamento. "Sono arrivati, mamma!" le disse il piccolo Robert dall'ingresso. Vanessa sospirò e andò ad aprire: davanti a lei, un giovane ufficiale e due guardie di sicurezza. Non fosse stato per le uniformi di gala, poteva sembrare uno dei soliti arresti.
Come un sol uomo, i tre militari scattarono nel saluto.
"La vedova Aubrey?" disse l'ufficiale, col tono di chi non sta domandando.
"Sono io" rispose Vanessa. "Venga con noi. Un veicolo ci attende."
Uscendo nella luce ambrata del mattino, Vanessa vide Phobos avanzare, bassa e veloce, dall'orizzonte occidentale.

"Tra trenta secondi in onda."
"Ok."
[Inquadratura della bandiera dell'Impero che garrisce al vento. Logo della INN in sovrimpressione.'>
"Ecco che va l'inno della Flotta."
[Spezzone di repertorio di un passaggio radente su un pianeta ostile. L'inno sfuma dopo la prima strofa. Dissolvenza incrociata sull'immagine dell'annunciatore.'>
? "Buon giorno e benvenuti a tutti i nostri spettatori! È Leonard Schüssel che vi parla, dal Viale degli Eroi di Greentown, Colonia 1. Tra poco avrà inizio la cerimonia del varo ufficiale della ISS Thunder, l'ultima e più potente delle navi spaziali della Flotta Imperiale. Il palco delle autorità si va lentamente riempiendo, ma ancora non ha preso posto Sua Eccellenza il Governatore Alistair Klink, per cui riteniamo di avere qualche minuto a nostra disposizione prima della parata. La folla delle grandi occasioni si accalca lungo il viale, e notiamo in particolare numerose scolaresche inquadrate dai rispettivi insegnanti."
[Stacco e panoramica sulla folla zoom su un bambino che sventola la bandiera dell'Impero. Dissolvenza incrociata con le bandiere che garriscono sopra il palco, e carrellata a inquadrare il cordone di sicurezza.'>
? "Ricordiamo che la ISS Thunder è un incrociatore pesante di classe Empire, che disloca 900.000 tonnellate ed è in grado di raggiungere e mantenere per 12 ore un fattore di curvatura 10. Coi suoi 7000 TW di potenza di fuoco, la Thunder è tra le navi più agguerrite di cui dispone oggi l'Impero."
[Sovrimpressione di un'immagine di repertorio di un incrociatore pesante.'>
? "La Thunder misura 320 metri di lunghezza, 140 di larghezza, e 87 di altezza, suddivisi in 16 ponti. Ospita un equipaggio di 500 uomini e donne di provata lealtà, che tra poco sfileranno davanti a noi per raggiungere la piattaforma di teletrasporto di Piazza Colonnello Green e venire trasferiti a bordo. Ecco cosa ha dichiarato Sua Eccellenza il Ministro della Guerra a proposito del ruolo del nuovo contingente, denominato Forza Pretoriana, cui la nuova ISS Thunder va ad aggiungersi."
[Servizio preregistrato con dichiarazioni del Ministro della Guerra'>
"Hai un minuto."
"Lo so. Passami l'acqua."

Ricardo Seldon passeggiava lentamente avanti e indietro, immerso nei suoi pensieri. Non c'erano ordini da dare, problemi da risolvere, nemici da affrontare tutto questo era per dopo. Ora si trattava solamente di fare bella figura, apparire debitamente marziali e sfilare davanti ad Alistair - pallone gonfiato! - e alle altre autorità. Helga aveva detto che sarebbe stata sul palco col padre. Seldon sorrise tra sé: probabilmente, pensò, voleva essere proprio sicura che lui s'imbarcasse.
* La cosa è di reciproca soddisfazione, naturalmente * soggiunse mentalmente. Lanciò uno sguardo al suo procace ufficiale scientifico capo e secondo in comando. Alejana King stava indossando un cinturone portabandiera. Dietro di lei, T'Val stava verificando lo schieramento delle varie divisioni, con la pazienza meticolosa che solo una vulcaniana poteva mettere in un compito tanto tedioso. E più in là ancora - oltre il gruppone dorato della Sezione Comando oltre la folla azzurra degli specialisti scientifici e medici oltre la massa rossa dei tecnici e della Sicurezza - un'altra compagine, nera, silenziosa, compatta.
* LORO non hanno bisogno che una balia vulcan li allinei per benino... * pensò Seldon, ma non c'era nessuna invidia nel pensiero. Davanti alla falange dei MACO, una figura solitaria stava piantata a gambe divaricate, immobile nella posizione del riposo regolamentare.

A Miral non aveva mai dato fastidio aspettare inquadrato. Nella sua esperienza, la vita militare era contraddistinta da lunghi periodi di noia assoluta, inframmezzati da brevi attimi di caos totale e potenzialmente letale. "Il trucco sta nel fare il modo che il caos sia letale soltanto per il nemico" soleva dire durante gli esercizi tattici coi suoi subordinati. Anche ora, non gli era difficile attendere il segnale dell'inizio della parata la sua parte più ferina continuava a elaborare piani di contingenza per ogni eventualità, misurando angoli e valutando materiali, collocando nel diorama tattico della sua mente le varie unità nei punti più adeguati a rispondere a qualsiasi minaccia. La sua parte più civilizzata stava cercando di adattare la struttura ritmica del sonetto elisabettiano al graalek.
Quando finalmente il segnale arrivò, voltò appena la testa.
"Comandanti di compagnia, pronti a muovere al mio ordine. Alfiere!"
Una tenente schierata in prima fila srotolò il vessillo del battaglione. Pur rammendato a regola d'arte, mostrava i segni di numerosi maltrattamenti. Non un solo componente del 47°, però, ne avrebbe MAI chiesto il rimpiazzo.

[Inquadratura in campo lungo sull'imbocco del viale.'>
? "Sua Eccellenza Klink ha dato il segnale! La folla applaude come impazzita, in un tripudio di bandiere dell'Impero! Da un istante all'altro dovremmo veder spuntare... sì, eccoli! Un'altra unità d'élite si presenta all'appuntamento con la Storia! I nostri ragazzi marciano, sprezzanti di tutti i nemici, verso la gloria che li attende!"
[Zoom sul gruppetto che avanza in testa alla parata. Primo piano su ciascuno dei tre ufficiali.'>
? "Avanti a tutti marcia il capitano Ricardo Seldon, ufficiale in comando della nuova unità. Seldon è nato 37 anni fa a bordo di una nave del Servizio Cargo, quindi possiamo dire che sia più a suo agio nel vuoto siderale che su un pianeta. Un vero lupo degli spazi! Al suo fianco marciano due donne: l'orioniana in uniforme azzurra è il comandante Alejana King, seconda in gerarchia e responsabile della divisione scientifica la vulcaniana in uniforme dorata è T'Val, responsabile della Commissione Fedeltà di bordo."
[Inquadratura sui primi ranghi dell'equipaggio.'>
? "Dietro a loro sfila la divisione comando, che conta una quarantina tra ufficiali e sottufficiali a seguire vedremo la divisione scientifica e medica - circa 120 uomini e donne di tutti i gradi - e poi la divisione tecnica e sicurezza, che comprende il grosso dell'equipaggio (altri 350 uomini e donne)."
[Musica marziale in sottofondo: inno della Flotta, solo strumentale, eseguito dall'Orchestra Sinfonica di Vienna.'>
? "Questa occasione è un privilegio raro per il pubblico di Greentown solitamente, infatti, le navi appena completate nei cantieri di Dystopia Planitia vengono inviate in orbita terrestre per ricevere l'equipaggio e compiere la cerimonia formale del varo. La Thunder è la prima nave da 22 mesi a questa parte a ricevere il proprio complemento di effettivi direttamente su Marte. Ma ora godiamoci la sfilata!"
[Musica a salire. Inquadratura che si allarga a mostrare i saluti della folla al passaggio dell'equipaggio'>

Vanessa aveva provato una stretta al cuore all'apparire della testa del reparto. Troppo simile la scena all'ultimo imbarco di Tim. Si chiese quanti di quei valorosi figli dell'Impero sarebbero tornati vivi quanti sarebbero tornati morti e quanti avrebbero trovato la loro ultima dimora sotto un sole alieno o nel vuoto infinito.
Accanto a lei, il figlioletto sventolava la bandierina che chissà chi, chissà quando, gli aveva dato. Robert le strinse la mano. Il contatto la fece riscuotere da quell'umore così torvo.
Alzò la testa, drizzò le spalle, e un raggio di sole fece risplendere l'oro della decorazione alla memoria che lei indossava per suo marito, capitano Timothy Aubrey, Eroe dell'Impero Terrestre.
Guardò arrivare la testa della parata, che si fermò all'altezza del palco delle autorità il drappello di testa si dispose in linea, sugli attenti, fronte al palco. La folla tacque.
Vanessa si avviò verso la scaletta che scendeva dal palco. Robert tentò di seguirla, ma una donna nell'uniforme del Servizio di Sicurezza lo fermò.
Una volta a terra, la donna ricevette un fagotto da un ufficiale della Flotta con passo lento, solenne, raggiunse i tre spaziali schierati. Come un sol uomo, i tre scattarono nel saluto. Vanessa portò il fagotto alle labbra, lo baciò, e poi lo porse a Seldon. Ricardo lo accettò con un cenno un del capo, lo baciò a sua volta, e senza girare la testa lo passò alla sua destra. Alejana lo prese e lo aprì, con pochi, rapidi gesti. La bandiera di guerra della Flotta Imperiale si spiegò tra le mani della donna, che la innalzò. La folla applaudì e salutò i ragazzini sventolarono le loro bandierine, riproduzioni in miniatura del vessillo nuovo fiammante che ora garriva al vento.
Vanessa fece un passo indietro, con gli occhi che le si inumidivano. I tre ufficiali della Thunder fecero a loro volta un passo indietro, poi ruotarono per riportarsi in allineamento con le file dell'equipaggio.
Al segnale, ripresero a muovere.

Quando l'ultima fila di uomini in uniforme rossa si fu messa in moto, Miral lasciò che guadagnassero qualche decina di metri di spazio, poi, con la sua voce stentorea, urlò: "Battaglione avanti, marsh!"
Con la consueta sincronia, la bestia a mille zampe iniziò ad avanzare.
Le compagnie procedevano a ranghi serrati, in fila per sei, esattamente distanziate non appena Miral ebbe imboccato il Viale degli Eroi, la folla proruppe in un'ovazione.

? "A questo punto, signore e signori, la parata è giunta alla sua parte finale e se fino ad ora abbiamo giustamente salutato gli uomini e le donne della Flotta, ora tocca a un'unità che si è coperta di gloria in ogni campagna: preceduto dal suo comandante, il colonnello Miral Chelak, ecco che arriva il 47º battaglione MACO d'assalto planetario! Dormite più tranquilli, stanotte, cittadini dell'Impero su di voi, su noi tutti, vegliano gli uomini e le donne in divisa nera. Onore ai prodi del 47º! Onore ai combattenti dell'Impero!"
[Rapide dissolvenze dai vari angoli di visuale: volti decisi, passi perfettamente cadenzati, armi lucide, uniformi impeccabili, la bandiera del reggimento, il volto di Miral.'>

Seldon, King e T'Val si erano fermati sull'orlo della piattaforma del teletrasporto. Mentre la coreografia della cerimonia continuava, a sei alla volta gli uomini dell'equipaggio salivano e scomparivano, salivano e scomparivano, proiettati istantaneamente in una realtà professionale ben diversa dall'entusiasmo di una parata. La piazza era impavesata di bandiere e gremita di folla: probabilmente tutta Greentown, e sicuramente le scolaresche dell'intera Colonia 1. Alistair Klink non aveva badato a spese, per salutare il genero...
Era ormai il turno delle uniformi rosse, e Seldon vide in distanza che la testa del 47º aveva ormai raggiunto il palco delle autorità.
"Dieci minuti al massimo, poi anche questa sarà finita" mormorò senza muoversi.
"E allora comincerà il bello..." rispose Alejana alla sua sinistra. Ricardo colse il vago profumo di lei, e piegò la bocca in un minuscolo sorriso.


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00.02 - Elisabeth

Autore: Tenente Comandante T'Val

Non avrebbe dovuto essere lì. Non a quell'ora, sicuramente. Non con la
parata che avrebbe richiesto tutta la sua attenzione, l'indomani mattina.
T'Val si guardò intorno, aspirando dalle nari l'odore pesante della
salsedine e l'aria fredda della notte.
Nessuno. Anche il mare era una presenza invisibile, al di là del molo.
Controllò l'ora prima di avanzare lungo la striscia di cemento, in direzione
delle barche ormeggiate che oscillavano lungo i cavi d'attracco.
La luce era scarsa, ma riuscì a leggere il nome Elisabeth dipinto sulla
poppa di una imbarcazione, e montò lungo la passerella. Poteva sentire il
legno antico del ponte oscillare scricchiolando sotto i suoi stivali. Non
provò a chiamare. Sapeva che sarebbe bastato il rumore dei suoi passi a far
capire che era arrivata.
Il portellone si spalancò, rivelando una corta scaletta. Lei scese i
gradini, entrando nella cabina principale. Lui era disteso su una branda,
davanti ad un tavolino ricoperto di Dipad. Sui monitor alla sinistra
dell'uomo era visibile il molo deserto, ed appesa al monitor una custodia
con un lungo pugnale ricurvo di foggia terrestre.
Logico, pensò T'Val. La frequenza delle emissioni di energia di un faser
viene monitorata dalle stazioni di sorveglianza. L'ammiraglio Vorshak non
voleva alcuna sorveglianza sul suo piccolo rifugio.
"Sei in anticipo" - notò lui.
"Non così tanto da incappare nella rete dei satelliti di sorveglianza..." -
rimarcò lei, accennando il saluto con la mano - "Lunga vita e prosperità"
L'uomo non fece commenti, limitandosi ad indicarle una sedia vicina al
tavolino. Non c'erano stati cambiamenti dall'ultima volta in cui era stata a
bordo di quella nave, notò lei, sfilandosi il pesante mantello di dosso per
andare a sedersi dove l'altro le aveva indicato.
"E' un bene che tu sia arrivata in anticipo" - disse lui - "Il buco nei
satelliti di sorveglianza non dura a lungo e non voglio che qualcuno sappia
che sei venuta a trovarmi..."
Era invecchiato, pensò. La penombra in cui era la cuccetta contribuiva ad
incidere le rughe sul suo volto ed a far ingrigire i suoi capelli. Era
difficile confrontarlo con l'immagine che le veniva dai ricordi che sua
madre le aveva trasmesso con il suo Katra. In quei ricordi, lui era più
giovane e perfino bello. Il corpo che adesso era appesantito dagli anni di
lavoro a tavolino, si spogliava rivelandosi muscoloso e forte... Scosse la
testa, allontanando le immagini.
"Perché sono stata trasferita sulla ISS Thunder?" - domandò.
"Per molti motivi. Uno è questo"
L'uomo allungò una mano per afferrare un Dipad dal tavolino, e glielo porse.
Sul monitor lei vide l'ologramma di un giovane guardiamarina umano:
"Chi è?"
"Si chiama Bao Xian Piao"
T'Val inarcò un sopracciglio:
"Parente dell'Ammiraglio?" - domandò - "Il capo settore ingegneria navale
della Flotta?"
"Esatto. L'uomo che ha fortemente voluto la costruzione della ISS Thunder,
fra l'altro" - disse lui, sistemandosi comodamente sulla branda - "E adesso,
il suo nipote prediletto fa parte della sezione ingegneria della stessa
nave..."
"Non nasconde necessariamente qualcosa di losco" - fece notare T'Val - "La
Thunder è attualmente la nave più prestigiosa. Xian Piao potrebbe volere
favorire la carriera del nipote..."
"Già, è la nave più prestigiosa. Già, non c'è niente di male a voler
favorire la carriera del proprio nipote... Ma c'è qualcosa che non va in
questa ricostruzione. Ho il fondato sospetto che il giovane Xian Piao sia
stato incaricato di svolgere qualche compito per conto dello zio, durante la
prima missione di quella nave"
"Di che genere?"
"Non lo so ancora. L'Ammiraglio Xian Piao è una persona maledettamente
elusiva. Finora non sono mai riuscito a piazzare qualcuno dei miei uomini
vicino a lui"
"Come lui non è mai riuscito a mettere i suoi vicino a te..."
"Si che lo ha fatto" - disse Vorshak - "Ma sfortunatamente per lui, si fece
scoprire con troppa facilità" - si interruppe un istante, tendendosi verso
la donna - "Voglio sapere che cosa deve fare il giovane Xian Piao a bordo
della Thunder... E se ha qualche altro aggancio, a livelli più alti,
all'interno di quella nave"
"Pensa al capitano Seldon? O a qualcuno dei suoi ufficiali?"
L'uomo scosse la testa:
"Non voglio darti troppe indicazioni. Dovrai sorvegliarli tutti, dal primo
all'ultimo. Sorvegliarli e riferirmi qualunque movimento sospetto, che
coinvolga o no il giovane Xian Piao".
"C'è qualcuno cui posso appoggiarmi, a bordo della Thunder?"
"Ci sono, a bordo , un altro paio di miei uomini" - fece l'ammiraglio - "Ma
non dovrai contattarli per nessun motivo"
T'Val inarcò un sopracciglio, riflettendo sulle implicazioni. Se era vero
che Xian Piao era sulla Thunder per qualche scopo specifico, sarebbe stato
molto attento alla presenza di persone fedeli all'ammiraglio rivale...
Quindi, probabilmente, avrebbe tentato di ucciderla durante la navigazione.
E se l'avesse fatto, sarebbero intervenuti i due killer dell'ammiraglio
Vorshak.
In quella storia, lei sarebbe stata l'esca.
Ma in fondo, doveva essergli grata: l'aveva avvertita. Con sua madre,
Vorshak non era stato altrettanto cortese.
Appoggiò il Dipad sul tavolino e si alzò:
"Io sono, come sempre, ai suoi ordini" - disse - "E lo sarò anche sulla ISS
Thunder. Lunga vita e prosperità, ammiraglio Vorshak"
"Pace e lunga vita... figlia mia"


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00.03 - Pronti a salpare?

Autore: Capitano Ricardo Seldon

ISS Thunder , in orbita intorno a Marte - 15/10/2280 ore 15,00 circa

La porta dell'alloggio si richiuse frusciando. Il capitano entrò serrando i pugni lungo il corpo e mostrando i lineamenti del volto contriti in una smorfia di disappunto.
"Tesoro...." disse la bella orioniana alzandosi dal divano sul quale si era sdraiata massaggiandosi i piedi, costretti fino a poco tempo prima in un paio di stivali nuovi, indossati in occasione della recente parata.
"Tesoro un accidenti! - tuonò il capitano!- Quel vecchio rimbambito di 'mio suocero' mi ha nuovamente dato l'illusione di aver raggiunto una posizione di potere e cosa fa? ....COSA FA?
MI METTE UN PELLEBLU ED I SUOI FANTOCCI IN STIVA ED UNA VULCANIANA SPIONA !!!
"Calmati tesoro...." Alejana con fare sinuoso si avvicinò a Ricardo, lo carezzò e lo guardò dritto negli occhi, ma lui evitò di incrociare lo sguardo con la donna lei strinse le mani sul volto di lui che però cercava di divincolarsi.
"Smettila Ricardo! E siediti!"
Forse inebetito dai feromoni di lei o forse più sensibile alle sollecitazioni esterne per lo stato di rabbia in cui versava, si lasciò convincere e si sedette pochi attimi dopo, accortosi del fatto che aveva agito contro la propria volontà, balzò in piedi come una molla a lungo compressa.
"Non farmi mai più questo - le strinse le braccia all'altezza dei bicipiti - chiaro?"
"E tu non farmi mai più male così - disse lei - io volevo aiutarti e tu....."
"Avanti parla."
Lei gli porse un Di-Padd : Ricardo lo guardò con interesse e pochi attimi dopo sorrise " Donna diabolica....". Poco dopo le sue labbra baciarono quelle di lei. Un brivido percorse la schiena del capitano mentre le braccia di Alejana si stringevano al corpo muscoloso di lui.


Palazzo del Governatore - contemporaneamente

"Allora Helga? Non saluti il tuo "maritino" ? "
"Lasciamogli per il momento l'illusione di assaporare il suo momento di gloria"
"Promoveatur ut moveatur, vero figlia mia?"
"Proprio così papà, Ricardo stava diventando troppo potente e troppo popolare su Marte perfino tra i pretoriani stava avendo troppo seguito...."
"...ed un marito troppo potente richiamerebbe troppe inimicizie su una moglie che aspira ad un seggio al senato imperiale, mentre la vedova di un eroe dell'impero......" Klink sorrise malignamente guardando di traverso la figlia dal monocolo che usava più per vezzo che per necessità.
Lei rispose al sorriso ed aggiunse :"hai visto come si pavoneggiava la vedova Aubrey ?"
"Non mi sembrava, Helga"
"Papà! - disse spazientita Helga"
"Tranquilla, meine klein stern.... - Wilhelm mise l'estremità del suo frustino sotto l'ascella sinistra - riuscirai a diventare senatrice, prima che Ricardo diventi troppo potente e sfugga al nostro controllo.
Helga prese un calice di brandy sauriano e lo porse al padre. Sorrise. Alzò il calice che teneva nell'altra mano e brindò con il padre: "Ai nostri progetti"

ISS Thunder - alloggio del capitano Seldon

Alejana si staccò momentaneamente dall'abbraccio di Ricardo e si sedette nuovamente sul divano massaggiandosi ancora i piedi doloranti "allora che ne pensi?"
"Di cosa? - sorridendo maliziosamente - del bacio o delle note caratteristiche del ragazzo?"
"Del ragazzo, ovviamente".
"Guardiamarina Bao Xian Piao, sezione ingegneria, specializzato in motoristica e duotronica... ma cosa più importante nipote prediletto dell'ammiraglio Bao Xian Tao".
"Un cavallo di troia, basta solo riuscire ad entrare per primi nella pancia del cavallo di troia e non lasciare posto ad altri..."
"...e magari vuoi occupartene tu, vero Alejana?"
"Non dirmi che sei geloso....."
" Mi conosci da anni Alejana, sai cosa succede a chi mi tradisce."
" Quello che succede a chi tradisce me" sorrise maliziosamente e mostrando le unghie a mo' di artigli.
Proprio in quel momento l'ufficiale di turno chiamò all'interfono il capitano ed il primo ufficiale in plancia.

Poco dopo essere arrivato in plancia l'ufficiale di turno avvisò il capitano che era arrivato un dispaccio riservato da parte dell'Ammiraglio De Soto .
Pochi minuti dopo, il capitano chiamò il suo primo ufficiale nel proprio ufficio.
Appena fu dentro Alejana vide l'espressione meditabonda di Ricardo.
"Allora?"
L'aroma di caffè che Ricardo stava sorseggiando si spanse per tutta la stanza "Una missione apparentemente tranquilla....dobbiamo recuperare e riaccompagnare il Dottor Korby dai suoi laboratori di Exo III alla Terra."
"Korby? Ma non era quello scienziato che stava studiando gli organismi cibernetici?"
"Proprio lui. Sembra che Korby non abbia più dato notizie di sé da un paio di mesi e che le sue ricerche interessino particolarmente le alte sfere dell'Impero."
" Quando partiremo?"
"Appena la nave sarà a ranghi completi"
"ma ci vorrà tempo e non abbiamo ancora completato i ranghi degli ufficiali responsabili delle sezioni"
"De Soto ha risolto elegantemente anche questo - disse in tono sardonico- mi ha ordinato di partire subito, conferendomi l'autorità di nominare come capi sezione gli ufficiali che riterrò più meritevoli durante la crociera alla volta di Exo III. Deve avere "el pimiento" nel didietro"
"Già....dovremo documentarci meglio su questo Korby...ci penso io"
"Brava....io intanto vado a salutare quella strega di Helga e suo padre, nel frattempo controlla che il pelleblu sia salito con i suoi burattini e soprattutto occhio alla vulcaniana."
"E farò tenere d'occhio il nipotino dell'ammiraglio, gli farò affiancare una delle mie affiliate....vediamo se riuscirò a portarlo dalla nostra parte."

Seldon uscì dal suo ufficio per andare in sala teletrasporto,mentre La King, armeggiando alla consolle del computer, chiamò una delle sue affiliate all'interfono.


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00.04 - Alejana passato e presente

Autore: Comandante Alejana King

[Flashback - ISS Thor - anno 2269'>

Alejana aveva un'idea fissa da quando era entrata per la prima volta in Accademia. Si era ripromessa che ad ogni sua nuova assegnazione si sarebbe sempre presentata in Alta Uniforme.
Al suo arrivo in Accademia si era ritrovata nel bel mezzo di una parata, era forse solo una giovane ragazzina all'epoca, ma il fascino di tutte quelle uniformi l'aveva conquistata.
Il colore verde delle uniformi della sezione comando aveva calamitato il suo sguardo...

...ora la divisa azzurra bordata d'oro si intonava con il suo incarnato verde. Aveva scelto di salire a bordo solo con la sacca dei suoi effetti personali.
Non si aspettava di certo un'accoglienza particolare, non era nello stile della Flotta Imperiale, di fatto era solo un misero Tenente JG con il desiderio di riuscire ad arrivare all'età per diventare Comandante... da lì in poi tutto sarebbe stato guadagnato.
Ma era certa, e mentre ci stava pensando sorrise convinta, che sarebbe riuscita ad arrivare fino a lassù... e da lì in poi sarebbe iniziata la sfida.

Era così, con il sorriso pericoloso che la contraddistingueva stampato in faccia, che girando l'angolo di un corridoio incrociò un Guardiamarina.

"Guardiamarina!"
"Sì Signore!!! Comandi Signore!!!!" il pugno violento al petto seguito dal braccio che si tendeva nel saluto di prammatica furono inconsci ed istintivi. Solo dopo il giovane si permise di osservarla, indagatore. Chiunque osasse sorridere apertamente o aveva dei buoni appoggi politici, o comunque sapeva di non essere toccabile.
"Mi accompagni al mio alloggio, sono il Tenente JG King, assegnata alla Sezione Scientifica."

Il Guardiamarina non fece in tempo a rispondere, fu interrotto dalla comparsa, alle spalle dell'orioniana, di un altro Tenente. Di nuovo il braccio del Guardiamarina scattò nel tipico saluto, spingendo Alejana a girare su sé stessa ed a fare lo stesso. Un moto istintivo da cui poteva dipendere la propria sopravvivenza.
Tra pari grado non sarebbe stato così vincolante, ma mentre ruotava non poteva sapere chi ci fosse dietro di lei.

"Buongiorno Tenente."
"Buongiorno a lei... Tenente King vero?" lo sguardo non poté fare a meno di scorrere dalla chioma della giovane donne fino al seno poco coperto dall'ampia scollatura ed ai fianchi esaltati dall'uniforme. La pelle verde attraeva lo sguardo.
"Esatto, Tenente..." la voce di Alejana rimase sospesa nell'aria come la sua frase.
Seldon percepì i feromoni che permeavano l'aria... lasciò andare lo sguardo verso il Guardiamarina che stava visibilmente faticando a controllarsi, il sudore stava iniziando ad imperlare la sua fronte.
"...Seldon. Ricardo Seldon. - poi sorrise, stupendo il ragazzo ed anche Alejana - Penso che io e lei potremmo collaborare bene assieme. Un'orioniana ed un mezzo deltano..."

Alejana comprendendo finalmente la tranquillità dell'uomo dinnanzi a lei non poté fare a meno di esplodere in una risata cristallina. Il seno si sollevava ritmicamente e lo sguardo di Seldon restò incatenato per lunghi istanti a quello spettacolo.
Poi si scosse...
Una donna che non cadeva vittima della sua natura deltana poteva essere molto di più di una semplice amante.


[Flashback - Parata Militare - anno 2280'>

Alejana stava riflettendo. Era in piedi a fianco di Ricardo, all'altro fianco del suo amante svettava la snella figura del funzionario politico T'Val.
L'alta uniforme non era più quella di undici anni prima, come nemmeno il grado.
Ora la sua alta uniforme era verde, con eleganti bordature d'oro, segno che faceva parte della sezione comando.
Era la prima volta che aveva l'onore di indossarla... i gradi erano quelli di Comandante.
Undici anni prima pensava ingenuamente che arrivare fino a lì sarebbe stata una passeggiata e che le difficoltà sarebbero sorte solo da quel momento in poi.
Al contrario non era stato così facile, anche la sua carriera era costellata di tradimenti e morti come quella della maggior parte degli Ufficiali Imperiali.
Con la coda dell'occhio si permise di osservare Ricardo.
Quando lo aveva incontrato la prima volta Ricardo era un giovanotto affascinante, di certo non aveva tradito le aspettative... ora era un uomo affascinante... affascinante e pericoloso.
Mosse appena la gamba, sentì il freddo della lama a contatto con il polpaccio.
Il suo ninnolo tranquillizzante, una lama terrestre molto particolare. Sapeva che i seguaci di una divinità che aveva per anni mantenuto il controllo su buona parte del pianeta la usavano per uccidere. Normalmente loro la usavano per tagliare la gola alle vittime... lei la usava genericamente per divertirsi con chiunque si frapponesse tra lei ed il suo obiettivo...
Sperava di non averne mai bisogno con Ricardo.


Alloggio del Capitano Seldon - 16/10/2280 ore 23.42

Alejana si girò su un fianco.
Sapeva per certo che Ricardo dormiva sempre con un occhio solo, come anche lei e come tutti gli ufficiali che dopo un decennio di 'onorato servizio' erano ancora vivi....
In fondo il loro rapporto funzionava bene perché in un qualche modo strano riuscivano a fidarsi l'uno dell'altro. Sapevano entrambi che se si fossero dichiarati guerra non l'avrebbero fatto se non dando chiari segnali del cambiamento in atto nella loro quotidianità.
La mano di Ricardo si era mossa verso di lei, segno evidente che era sveglio.

"Pensieri Alejana?"
"Nessuno in particolare Ricardo... ricordavo..."
"Eri carina con quell'uniforme azzurra, tutta impettita con il braccio teso..."

Alejana si rigirò tra le sua braccia sorridendo.

"Ancora Ricardo? Quante volte te lo devo dire che io non ero 'carina' io ero una bomba sensuale e tu ci sei cascato! Ed in ogni caso che cavolo ne sai tu di cosa ricordavo io? non mi dire che i deltani hanno anche loro una forma di fuzione mentale..."
I sensi già li stavano portando in un'altra realtà mentre Ricardo rispondeva con la voce roca...
"Sei ancora estremamente sensuale, ma io ci casco solo perché voglio... ed in ogni caso da quando ti conosco ogni volta che indossi l'alta uniforme pensi a quel giorno..."

E prima che Alejana potesse ribattere la zittì aggredendo le sue labbra.


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00.05 - Onore e Disciplina

Autore: Tenente Bellatrix Laris

Hikoneyama, Giappone, Terra (Sol III)
14/10/2287, ore 18.00
Bellatrix uscì dalla palestra con un vago senso di insoddisfazione. Aveva appena battuto uno dei tanti allievi di arti marziali che lo "zio" Iemitsu allenava, ma non riusciva a provare la gioia che la vittoria le aveva sempre donato. Presto la sua licenza sarebbe finita e Laris sarebbe tornata fra le stelle, con i gradi di tenente comandante cuciti sulla sua succinta uniforme. E che ritorno in grande stile, su una nave del calibro e del prestigio della Iss Thunder! Sulle prime, l'idea l'aveva elettrizzata, oscurando qualsiasi altro avvenimento, ma man mano che si avvicinava l'imbarco, desiderava solo tornare a rituffarsi nel lavoro, chiusa fra le quattro mura del suo laboratorio. Iemitsu l'attendeva nella stanza attigua e aveva già preparato il the.
"Dì a Hiroshi che gli serviranno almeno quattro vite di allenamento per riuscire anche solo a scalfire la mia difesa" sbottò, mentre acchiappava una tazza con una mano e con l'altra si detergeva il suore dalla fronte. Iemitsu sorrise alla sua pupilla.
"Non avevo alcun dubbio, Nyan-nyan" le disse, utilizzando un nomigliolo che le aveva dato quando Bellatrix era bambina e lui non riusciva a pronunciare correttamente quel nome pieno di elle. La Betazoide tracannò il suo the tutto d'un fiato, per poi rialzarsi in un lampo e dirigersi verso la doccia a grandi passi.
"Nervosa, eh?" chiese Iemitsu, obbligandola a fermarsi "Potresti anche cercare di calmarti, invece di dirigere tutte le tue energie a demolire la casa come un tifone"
Bellatrix si voltò verso suo il mentore e tornò sui suoi passi. Si lasciò scivolare sulla stuoia, sedendosi accanto a Iemitsu.
"Non sono affatto nervosa. Semmai impaziente, tutto qui"
Da quando aveva ricevuto la comunicazione dall'ammiraglio Vorshak, un vero pezzo grosso delle gerarchie imperiali, Bellatrix non aveva più dormito sonni tranquilli. L'ammiraglio si era più volte raccomandato di tenere ben d'occhio il capitano della nave, tal Ricardo Seldon che Bellatrix non aveva mai sentito prima, e di riferire qualsiasi "richiesta sospetta" all'ufficiale politico, una vulcaniana di nome T'Val. Appena chiusa la comunicazione, Bellatrix aveva sbuffato. Un po' perché non le piacevano i Vulcaniani in genere, un po' perché detestava essere considerata una pedina sullo scacchiere della grande partita per il soglio imperiale. Essere sulla Thunder le faceva un grande onore, ma eseguire ordini calati dalle alte gerarchie della Flotta, senza alcuna spiegazione, portando ad alcuni ulteriore ferramenteria sui polsini e ad altri una camera di tortura, non le andava a genio. Sapeva che Vorshak era importante e, se lo avesse servito col dovuto zelo, il grado di comandante sarebbe stato suo col minimo sforzo ma odiava essere il suo cagnolino devoto. Iemitsu, informato del colloquio, le aveva raccomandato di trattare l'ammiraglio dalle orecchie puntute con tutte le dovute cautele. Sarebbe stato imperdonabile averlo come nemico, a meno che Bellatrix non aspirasse a un posto ai margini della civiltà come inseguitrice di comete o analizzatrice di materiali meteorici. Per amore del tutore e del suo grado, Laris si era ridotta all'obbedienza. Tuttavia odiava gli intrighi di cui non era messa a parte, soprattutto quelle degli ammiragli, che giocavano sulle spalle di altri mentre tenevano le chiappe ben attaccate alle loro comode poltrone. Tutte le congiure e i colpi di mano a cui Bellatrix aveva partecipato e che le avevano permesso di arrivare fino al gradino di tenente comandante erano state definite cose da niente, se confrontate agli asti, gli odi, le rivalità intestine che avrebbe trovato sulla Thunder. Una nave di quell'importanza doveva essere un bel vaso di miele stappato, sui cui le mosche golose confluivano a centinaia.
"Tuo padre sarebbe fiero di te" le disse Iemitsu, sorridendo. Era vero: non solo l'incarico aveva un certo prestigio, ma non era nemmeno facile che un Betazoide entrasse nella flotta. I loro poteri telepatici erano malvisti dalle alte gerarchie imperiali e si cercava di emarginarli il più possibile. Betazed era un mondo conquistato dall'Impero da poco più di sessant'anni e gli Imperiali erano ancora restii a concedere fiducia ai nativi. I genitori di Bellatrix erano stati un'eccezione, non tanto la madre Ayrin, che era solo tenente, quanto suo padre Lysander, che era diventato capitano presto e nonostante la sua natura betazoide. Bellatrix sapeva poco dei genitori, sopratutto della madre, anche se Iemitsu aveva cercato di raccontarle qualcosa. La Betazoide non ne ricordava nemmeno bene i volti. Aveva in memoria i ricordi dei tempi passati sulla Iss Valkyrie, la nave di cui suo padre era capitano e su cui lei si aggirava a suo piacimento, con le libertà di una principessa, mentre tutti la vezzeggiavano. E sapeva che quei tempi erano finiti altrettanto in fretta, in una notte confusa e piena di fuoco. Ricordava suo padre che la strappava dall'abbraccio della madre, accasciata contro una paratia, immobile ed esanime, e la spingeva fra le braccia del suo primo ufficiale vulcaniano, con l'ordine di portarla in salvo con qualsiasi mezzo. Poi erano solo ricordi confusi, prima del volto di Iemitsu, che non sorrideva mentre la portava via dall'ospedale militare. Bellatrix non aveva mai saputo chi fosse stato l'artefice dell'abbordaggio che l'aveva resa orfana, ma era sicura che, un giorno o l'altro, si sarebbe vendicata.
"Hai già fatto i bagagli, immagino?" chiese Iemmitsu. Bellatrix annuì.
"Parto per Marte dopodomani"
"Coraggio, ragazza mia, vedrai che nello spazio sarai di nuovo nel tuo elemento naturale. E poi, ora che non avrai più tra i piedi quell'ufficialetto terrestre..."

Flashback - cinque settimane prima
"Vado io"
Non aveva nemmeno aspettato l'ordine del capitano, una volta localizzato l'intruso. Si era diretta verso il turboascensore e aveva udito una voce, che suonava molto simile alla sua, ordinare il piano di destinazione. Nella destra stringeva il phaser, avvolgendovi le dita così saldamente da far diventare bianche le nocche. In un'eternità o un batter di ciglia, l'elevatore percorse i ponti della nave, finché non dischiuse le porte sul corridoio illuminato a intermittenza dall'allarme rosso. Bellatrix uscì con passo sicuro. Era un automa privo di pensieri e di sentimenti. E forse, in quella circostanza, era meglio così. Nessuno in giro in quella sezione, come se fosse stata appena rastrellata. Bellatrix sapeva che i ribelli erano stati quasi tutti catturati o uccisi e il primo ufficiale ammutinato era già chiuso nella camera di tortura. Mancava solo uno all'appello. E la Betazoide sapeva benissimo chi.
Fabien Bettany si reggeva contro la paratia, cercando di raggiungere le capsule di salvataggio senza dare nell'occhio. Una ferita alla gamba gli impediva di camminare senza un appoggio. L'unica possibilità che aveva, dopo il fallimento del colpo di mano del primo ufficiale, era la fuga. L'ultimo scontro a fuoco lo aveva disarmato. Quando sentì dei passi provenire dall'angolo del corridoio, serrò in mano il coltello d'ordinanza, pur sapendolo inutile contro un phaser. Quando vide il suo avversario comparire dal corridoio, sospirò e quasi svenne per il sollievo.
-Ah, meno male, sei tu...- disse, cercando di tenersi in piedi appoggiato al muro. Bellatrix lo fissava senza sorridere. Il phaser era ancora a riposo nella sua mano lungo la cosica, ma era pronto a scattare e scatenare la sua potenza di fuoco senza pietà.
-Avanti, aiutami,- esclamò Fabien, riguadagnato il suo solito tono imperioso -dobbiamo raggiungere le capsule di salvataggio al più presto e fuggire. Prima che prendano tutti e comincino ad interessarsi a noi...-
-Hanno già preso tutti- rispose Bellatrix, glaciale, fissandolo negli occhi verdi. Gli occhi di cui si era innamorata -Manchi soltanto tu-
-A maggior ragione, allora! Se riusciamo a scappare, potremo raggiungere il più vicino pianeta neutrale, ripararci per qualche tempo e poi pianificare la nostra vendetta contro l'impero...-
-No-
Come animato da una volontà sua, il braccio destro di Bellatrix scattò in avanti, puntando il phaser. Fabien la fissò, instupidito. Incapace di reagire, lasciò cadere il coltello e si appiattì contro la paratia, scuotendo debolmente la testa.
-Bellatrix... non puoi, tesoro... dopo tutto quello che c'è stato... Bella, ti prego...-
Il braccio della Betazoide non si spostò di un millimetro dalla sua posizione, senza tremare.
-...Bella, ti supplico...- sussurrò ancora l'umano, col fiato mozzato -...Bella, non tu... io... io... scappiamo assieme, in nome...-
Bellatrix avrebbe voluto rispondere che non avevano proprio più niente da condividere assieme, che qualsiasi cosa ci fosse stata fra loro era ormai finita, senza possibilità di appello, ma le parole si rifiutarono di uscirle dalla gola.
-Bella, io ti...-
I muscoli della Betazoide parvero divenuti tutto a un tratto involontari e l'assordante rumore del grilletto premuto coprì l'ultima parola di Fabien. Il fascio di luce arancio si allungò pigramente dalla canna, fino a raggiungere il petto dell'umano, all'altezza del cuore. Fabien barcollò per un attimo, con occhi vacui che fissavano il soffitto. Poi crollò a terra con l'uniforme azzurra bruciata e macchiata di sangue su tutto il torace. Con l'ultimo anelito di vita, rivolse lo sguardo sulla Betazoide. Vide Bellatrix abbassare lentamente il phaser e tirare fuori il comunicatore, annunciando che la rivolta era stata sedata, mentre la sua voce ferma si perdeva nel silenzio della morte.

Iss Thunder, sala teletrasporto
17/10/2280 ore 9:00
Bellatrix scacciò quel ricordo che era affiorato alla sua mente durante le pratiche per il teletrasporto. Era la prima volta che risaliva su una nave spaziale, dopo quello che era successo. Ma cosa cambiava? Quell'episodio non era che uno dei tanti che si succedevano nella flotta imperiale, il modo migliore per fare carriera in fretta. Che poi fosse stato proprio quell'imbecille del suo promesso sposo a rimetterci la vita, questo non era che un dettaglio.
*O forse no? Non è più di un dettaglio?*
No, Bellatrix ne era certa. Aveva solo fatto il suo dovere e questo doveva darle forza. Se avesse deciso di fare carriera col letto (cosa per cui non si sentiva portata, dal momento che non era né affascinante né suadente) avrebbe dovuto agire diversamente e dirigere le sue mire su bersagli più importanti. E comunque aveva fatto bene a scartare Fabien, divenuto troppo ingombrante e lagnoso, perso nel desiderio del grado di tenente comandante - quel grado che ora svettava sulla divisa di Bellatrix. La Betazoide si convinse che era meglio così, mentre ricambiava il saluto del guardiamarina addetto al teletrasporto.
"Annunciate al capitano Seldon che sono pronta ad essere ricevuta da lui non appena lo riterrà opportuno" annunciò, con voce sicura.

Di Laura Bellatrix.


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FINE MISSIONE