Home Home
 
 
 
 
 
 
USS RAZIEL - MISSIONE 01 RSS USS RAZIEL - Missione 01

01.10 " Forlorn Hope "

di Francis "Frank" Moses, Pubblicato il 22-03-2016

Avamposto Commerciale DK34 - Bar - 15 febbraio 2396 ore 10.25


Sebbene l'avamposto fosse civile, e quindi completamente diverso dalla struttura inquietante della basi di classe Nor come quella di Deep Space Nine, era molto più bello della vecchia e desueta K4 che usavano come base... almeno all'esterno.

All'interno la cosa era del tutto diversa. Passi l'hangar nel quale erano atterrati, pieno di merci e vociare concitato.

Passi anche i corridoi, immersi in una penombra inquietante e pieni di sporcizia, così dissimili dai luminosi, anche se asettici, corridoi della loro base Empireo. Ma quel bar...

"Il bar delle Speranze Perdute..." sussurrò leggendo l'insegna.

Sarah che aspettava di trovarsi davanti, da un momento all'altro, un enorme umanoide peloso ululante e un contrabbandiere dal grilletto facile come in quel vecchio film che aveva visto di recente.

Il posto era fumoso e sporco. Le pareti, che mostravano macchie di ruggine e di chissà cos'altro, avevano un disperato bisogno di una ripulita e di una buona mano di vernice... magari anche quattro.

Il banco, posto al vertice opposto della sala rispetto alla porta e per arrivare al quale si doveva attraversare una serie di tavoli metallici di diversa fattura, era massiccio e pieno di bottiglie, stoviglie e un paio di avventori addormentati o forse in coma etilico.

Ma fu la clientela che più attirò l'attenzione di Sarah.

*Ladro, contrabbandiere, assassino, stupratore... assassino e stupratore... psicopatico...*

Sarah aveva un titolo per ogni faccia che intravedeva nella penombra.

Con un brivido si rese conto che l'intera sala si era azzittita non appena erano entrati e ora stavano tutti guardando loro.

Le sembrò che un ghiacciolo le percorresse la schiena nuda.

Si sentiva come una goccia di miele lasciata cadere in un formicaio e tenuto conto che lei non si era mai considerata una donna attraente, l'idea di essere al centro dell'attenzione la inquietò oltremisura.

Non era l'unica donna del locale, e nemmeno fra le più svestite, ma quel posto le faceva apparire in mente immagini di stupri di massa e violenza.

Involontariamente si strinse le braccia al petto e si fece più vicina al Comandante Moses per poi alzare lo sguardo verso di lui.

"Aaaaah! Ma che bel posto!" esclamò Moses facendo schioccare la lingua soddisfatto e mostrando un ghigno degno del peggior cliente del bar.

"Quanto mi mancava un bar di quelli seri!"

Sarah sgranò gli occhi e voltò la testa alla sua sinistra per cercare aiuto nel Tenente Naidoo.

Gli occhi dell'uomo erano guardinghi e scandagliavano il locale con un cipiglio minaccioso.

Era evidente che nemmeno lui era a suo agio ma non era per niente spaventato.

Il Capo Operazioni decise che era meglio affidarsi a Naidoo per cercare protezione e tentò di staccarsi da Moses che invece la afferrò alla nuca con una delle sue grosse mani come se si trattasse di un soprabito da buttare da qualche parte.

"Vieni ragazzina, ho voglia di bere!" esclamò Moses spingendola verso il bancone.

Sebbene l'azione del Primo Ufficiale fosse rude e volgare, la Mendel si accorse che il suo tocco era delicato e rassicurante.

"Tienila tu Agato, ho bisogno della mani libere!" commentò l'uomo spingendola poi fra le braccia di Naidoo e sedendosi al bancone.

Il capo della sicurezza alzò di peso la sua giovane collega e se la mise sulle ginocchia come un protettore che vuole tenere d'occhio una sua prostituta.

"Ehi bellezza! Qui c'è gente assetata!" sbraitò il Primo Ufficiale all'indirizzo della barista che, ignorando le stoviglie da lavare presenti un po' ovunque, beveva una birra Andoriana direttamente dalla bottiglia.

Sentendosi chiamare voltò appena la testa, vagliò l'uomo che l'aveva chiamata e lo trovò abbastanza di suo interesse da poggiare la birra e muoversi nella sua direzione.

"Dimmi tutto dolcezza, cosa posso darti?" chiese la donna appoggiando le mani sul bancone e mettendo in mostra un corpo degno di un atleta professionista.

La sua "divisa" di lavoro, sembrava consistere in un paio di pantaloni verde militare pieni di tasche e da un gilet di pelle nera che sembrava pronto ad esplodere per la pressione provocata dall'esuberante seno di cui era dotata.

Sarah arrossì quando si rese conto che stava fissando troppo intensamente quelle due montagne e sollevò immediatamente lo sguardo.

Il viso della donna era sfigurato da una cicatrice che partiva dal sopracciglio sinistro e scendeva in verticale lungo la guancia, ma la ferita la rendeva ancora più sensuale invece del contrario.

Gli occhi di lei la guardarono con interesse spogliandola con lo sguardo e un sorriso apparve sulle labbra piene della donna.

"Tu spalmata di miele!" rispose Moses riportando l'attenzione della barista verso di se.

"Spiacente tesoro, mai mischiare il dovere... al piacere." commentò la barista lanciando un'occhiata al capo operazioni della Raziel e calcando sull'ultima parola.

Sarah Mendel deglutì.

"Mmpf! Che stavi bevendo?" borbottò Moses deluso indicando la bottiglia che aveva appoggiato sul tavolo.

"Birra andoriana... ne vuoi una?"

"Quella roba da ragazzini? Bah... dammi del whisky e che sia terrestre!"

Un grosso andoriano seduto al bancone mosse le antenne nella direzione del Primo Ufficiale, ma tornò ai suoi affari quando gli occhi di ghiaccio di Moses si posarono su di lui.

"Dov'è quello scansafatiche di Oorpal?" chiese l'ufficiale con un tono burbero guardando il vecchio accanto a lui.

Naidoo, nelle scomode vesti del braccio destro del Capitano Ingram, fece un cenno con la testa in direzione di uno dei divanetti del bar.

Alexander e Elaina stavano dando spettacolo.

Gli occhi di tutti erano puntati sulle forme piene della finta schiava oroniana e alle mani dell'uomo che sembra sempre sul punto di rivelare qualcosa di più agli spettatori.

Sebbene i due sembrassero totalmente impegnati a soddisfarsi a vicenda, i loro occhi controllavano l'intera sala ed erano pronti a scattare al minimo segno di pericolo.

Era una fortuna per Moses che quei due fossero una coppia, il loro spettacolino avrebbe distratto chiunque si trovasse nel bar così da andare avanti col piano.

"Ha avuto un 'ottima idea... che ne dici Agato? Vuoi fare un ultimo giro? Domani questa ragazzina non sarà più dei nostri."

Naidoo rise sguaiatamente e schioccò un sonoro bacio sulla guancia del capo operazioni che sussultò sorpresa.

"Ehi tesoro avete della camere in questa bettola?" chiese Moses alla barista.

"Naturalmente! Con o senza telecamere? Con le telecamere è gratis ma le riprese diventano di nostra proprietà!" rispose lei appoggiando il bicchiere pieno di liquore ambrato davanti all'uomo.

"Allora con telecamere e fai una copia del video per il mio compagno, così avrà un ricordo per se fino al prossimo raccolto!" rispose Moses ridendo.

Naidoo non fece complimenti, afferrò la chiave della camera che la barista gli porgeva e si caricò in spalla la collega come un sacco di patate dirigendosi verso il piano superiore fra i fischi di incoraggiamento dei clienti.

Ormai il locale si era scaldato.

Pur essendo mattina c'erano già alcuni ubriachi che cantavano e molti facevano il tifo per la coppia sul divanetto che sembrava non necessitare di una camera.

Moses sorrise e grugnì soddisfatto: adesso toccava alla ragazzina.

USS Raziel - Ponte 1 - Plancia - 15 febbraio 2396 ore 10.45


"Qualche notizia dal signor Moses" esordì con un sospiro Hazyel uscendo dal turbo ascensore tallonato da vicino dall'agente Malice che non la smetteva di lamentarsi di tutto il lavoro che avevano mandato a rotoli.

"Ancora niente signore, Tombstone... ehm... il signor Cortez la aspetta nel suo ufficio" rispose DiNardo dalla postazione tattica che occupava in assenza del suo amico Naidoo.

"La sua lingua la metterà nei guai prima o poi..." commentò sarcastico Hazyel mentre si allontanava

"L'ultimo che l'ha chiamato con quel nome ha chiesto il trasferimento il giorno successivo."

DiNardo sbiancò per un attimo, ma il Capitano della Raziel era certo che avrebbe dimenticato subito l'avvertimento mettendosi prima o poi nei guai.

"Signor Cortez com'è andata?" chiese Hazyel entrando nella saletta del suo ufficio.

L'uomo davanti a lui era in assetto completo da battaglia. Massiccio quanto Moses, sebbene di almeno dieci centimetri più basso, condivideva con il suo Primo Ufficiale anche l'età avanzata e il pessimo carattere.

All'inizio era stato un po' scettico ad affidare il comando ad un uomo non più giovane, uno di quei vecchi combattenti che non si decidevano ad andare in pensione perché non si sentivano più in grado di vivere una vita normale.

Piano piano l'aveva conosciuto e apprezzava il suo modo di fare pratico e il suo acume tattico, ma soprattutto apprezzava il fatto che non lo trattasse come un ragazzino come invece faceva Moses.

Il volto del messicano che sembrava inciso nel cuoio, con quei suoi baffoni spioventi e la coda stretta da un laccio, si voltò verso di lui.

Gli occhi di Cortez erano come quelli di Moses, occhi che avevano visto troppo e che lasciavano intendere di essere in grado di vedere di peggio.

"Tutto bene signore. Gli uomini feriti stanno bene adesso. E' stata una sfortuna trovare in sala macchine una squadra della sicurezza... se non erano lì non avremmo avuto problemi." rispose l'uomo.

"L'importante è che non siano gravi. E' stato un rischio ma andava fatto."

Cortez fece un segno di assenso con la testa poi guardò la donna che era entrata con lui e che adesso indossava abiti civili, un po' meno appariscenti di quelli Orioniani, ma che non riuscivano a nasconderne la bellezza.

"Signor Cortez le presento l'agente Malice."

Cortez di nuovo fece un cenno con la testa e la donna ebbe un brivido sotto quello sguardo d'acciaio.

"Ha pronto un piano per la stazione?"

Cortez fece scorrere la mano sopra il tavolo e poi l'alzò verso l'alto. Seguendo quel movimento il tavolo rispose con una planimetria tridimensionale della stazione.

"Non sarà di certo facile. Non potremmo coglierli di sorpresa. A differenza della nave Orioniana, alla stazione si aspettano sempre guai data la feccia che la frequenta. La sorveglianza sarà ai massimi livelli... se anche riuscissimo ad avvicinarci a distanza teletrasporto senza farci scoprire, cosa che dubito, non appena teletrasportati le forze di sicurezza ci sarebbero subito addosso."

"Quindi non possiamo intervenire in caso l'away team avesse bisogno di assistenza." Hazyel incrociò le braccia al petto
"se riuscissimo a trovare un modo per avvicinarci senza essere visti..."

Cortez scosse le spalle per poi riprendere:

"Comunque ci stiamo preoccupando di qualcosa che non è ancora accaduto, sono certo che Francis non avrà bisogno di aiuto."

Hazyel non commentò ma sorrise fra sè e sè.

Cortez era l'unico che chiamava Moses con il vero nome, nemmeno la moglie lo faceva quasi mai, e di rimando il suo Primo Ufficiale era l'unico che chiamava quell'uomo Tombstone senza rischiare di essere mangiato vivo dal vecchio messicano.

I due avevano condiviso diverse missioni insieme durante le quali si erano salvati la vita a vicenda più di una volta.

Tenevano persino un punteggio, che fino a quel momento era per dodici a undici per il Comandante Moses.

In quanto al soprannome 'Tombstone' nessuno sapeva a cosa si riferisse e molte leggende giravano nelle squadre di incursori.

Qualcuno diceva che Cortez tenesse nella sua stanza alla base una lapide con scritto il suo nome e che prima di ogni missione scrivesse la data della partenza così da averla pronta nel caso la missione andasse male, altri dicevano che veniva chiamato così a causa delle molte lapidi che costellavano la sua vita di incursore, altre leggende erano ancora più inverosimili, ma nessuno aveva il coraggio di chiedere una spiegazione ufficiale.

"Spero anch'io che il Comandante non abbia bisogno di aiuto, ma non possiamo affidarci alla fortuna. Troveremo un modo."

"E se usassimo la nave Orioniana?" propose Malice "O meglio, una delle navette chiuse negli hangar..."

Hazyel si voltò con un sorriso e la donna ebbe un fremito di desiderio involontario che la rese ancora più arrabbiata con se stessa e con l'uomo che aveva di fronte.

"Cosa ha in mente?" chiese il Capitano cercando di non scatenare l'ennesimo battibecco.

"La nave è ormai andata. Fra i danni del vostro attacco informatico e quelli che ho aggiunto io ormai dovrebbe essere un rottame ambulante. Torniamo li e gli freghiamo una navetta, la carichiamo di assaltatori e ci avviciniamo alla stazione... ho ancora i codici di Xenshja, non capiranno nemmeno cosa li ha attaccati."

"A quest'ora avranno preso le navette e se ne saranno andati tutti..." commentò Cortez.

"Ne dubito... su quella nave c'era un discreto quantitativo di merce. Nessun Orioniano lascerebbe tutta quella roba e scapperebbe. Sono certa che Xenshja, se è ancora vivo, sia ancora li ad inveire contro i suoi uomini per riuscire a riprendere il viaggio. E' troppo stupido per capire quando è il momento di svignarsela."

"Pare un'ottima idea! Non si aspetteranno un nuovo attacco. Ci teletrasportiamo direttamente nell'hangar e rubiamo una loro navetta grazie ai codici del Capitano sottratti da Malice..." il sorriso di Hazyel si fece ancora più luminoso e la donna si maledisse per quel suo assurdo desiderio di strappargli la divisa della flotta o di ficcargli un dito nella carotide... uno dei due.

"Bene..." riprese Hazyel sbattendo le palpebre di fronte allo sguardo della mezza Orioniana che non riusciva del tutto a decifrare.

"Date a Malice una delle nostre tute d'assalto, lei verrà con voi. Ha i codici e conosce la nave, ve la sbrigherete in un attimo."

"Sarà un piacere comandare questi ragazzoni!" commentò lei lanciando un'occhiata a Cortez che sollevò un sopracciglio ed emise un verso 'alla Moses'.

"Ah quello sbrigatevela voi... fatemi sapere chi comanda, mi fido di voi..." disse Hazyel uscendo dall'ufficio e aggiungendo fra sé e sé che non aveva nessuna intenzione di inimicarsi uno dei due facendo una scelta per loro.

Erano abbastanza grandi da decidere da soli, ma qualcosa gli diceva che Malice avrebbe avuto la meglio. Tombston in fondo era un galantuomo... Moses l'avrebbe semplicemente ignorata.

"Signor Case faccia rotta verso la nave Orioniana..." ordinò il Capitano tornando in plancia.

"Signore?" chiese il timoniere colto di sorpresa.

"Il Signor Cortez ha dimenticato gli occhiali da sole, quindi torniamo a riprenderli." commentò Hazyel sorridendo mentre tutti gli uomini in plancia si guardavano fra loro confusi.

Avamposto Commerciale DK34 - Bar, Camera 015 - Contemporaneamente


La camera era un vero tugurio, con un arredo talmente minimale da essere semplicemente assente.

C'era solo un grande letto a due piazze posto al centro della stanza e un paio di sedie che avevano l'unica funzione di appendi abiti.

Le telecamere per le riprese erano invece all'avanguardia e erano anche tante.. Sarah arrossì non appena comprese il loro effettivo scopo.

Naidoo gettò la collega sul letto senza troppe cerimonie e si gettò sulla ragazza iniziando a baciarla sul collo e toccarla ovunque. O almeno era quello che sembrava a chi guardava il video.

Dopo un primo momento di panico, durante il quale la ragazza si era irrigidita come una paratia di duranio, Sarah si rese conto che Naidoo non la stava nemmeno sfiorando: le mani del capo della sicurezza e la sua bocca erano ad almeno un centimetro di distanza dalla sua pelle.

"Beh? Sveglia!" commentò burbero l'uomo seduto sulla ragazza mentre si toglieva la giacca e la maglia rimanendo seminudo.

Sarah ebbe un brivido: la pelle color ebano e i muscoli perfettamente scolpiti lo facevano assomigliare alla statua di un dio antico e selvaggio.

Per quanto Sarah amasse altri generi di forme, non poteva negare che le facesse un certo effetto.

Uno al quale non era molto abituata a dire il vero.

Lei si tolse la cintura e il semplice gilet di pelle colorata che indossava sopra il 'vestito' da schiava che le era stato replicato sulla Raziel ed arrossì di nuovo ben sapendo che Naidoo, adesso, poteva praticamente vederle il seno nudo.

Non che ci fosse molto da vedere a dire il vero... nella sua mente passò immediatamente l'immagine della dottoressa Tarev vestita come lei e del suo corpo così sensuale.

Per distrarsi da quell'immagine lanciò gli abiti appallottolati verso la parete.

La cintura colpì il muro con un tintinnio metallico e qualcosa emise un suono di disappunto.

I successivi cinque minuti furono dannatamente difficili per i due colleghi: Naidoo cercava di non guardare e non toccare e Sarah cercava di emettere qualcosa di simile a gridolini di piacere.

Il tutto nel tentativo di far sembrare quei preliminari abbastanza realistici da distrarre un eventuale 'guardone'.

Dopo cinque minuti una pallina luminosa e trillante sbatté contro la fronte di Naidoo emettendo dei versi di minaccia.

"Ahia! Piantala Cippy! E' andata?" chiese l'uomo guardando le telecamere.

Sarah sgusciò fuori dal letto e si avvicinò ad una paratia.. premette il pollice su una piastra che scivolò di lato rivelando una piccola stazione di manutenzione.

"Si tutto bene, Cippy è riuscito ad entrare e sta mandando il video che abbiamo creato con le nostre fisionomie e... oddio!" esclamò la giovane arrossendo.

"Che succede?" chiese Naidoo avvicinandosi.

"Niente!" esclamò lei poggiando una mano sul piccolo monitor per nascondere le immagini estremamente esplicite che stavano andando in onda.

"Fai quello che devi." Le disse il capo della sicurezza porgendole la giacca per coprirsi.

Sarah si scosse dall'enorme imbarazzo e iniziò il suo assalto informatico alla stazione.

Avamposto Commerciale DK34 - Bar - Alcuni minuti dopo


"Bene, bene, bene... questo posto si fa sempre più interessante!" commentò Moses quando tre enormi Gorn fecero la loro comparsa nella sala principale.

"Stai attento dolcezza, quello è Po'Kar, il Capitano della nave Gorn attraccata alla stazione e con lui c'è Ta'Kur che è ancora più bastardo di lui... è strano che siano insieme, quei due non si sopportano." la barista lanciò un'occhiata sospettosa verso Moses.

Era la proprietaria di un bar per delinquenti e non era un'idiota, sapeva quando i guai stavano arrivando.

"Non hai niente di meglio da fare?" le disse il Primo Ufficiale della Raziel lanciandole un'occhiata ammonitrice. La donna capì al volo e si allontanò da lui.

"Tu devi essere Ingram!" esclamò Po'Kar accentuando le esse in un sibilo prolungato.

"Presente! E tu devi essere il Capitano di quella bellezza parcheggiata fuori della base." il tono amichevole di Moses prese alla sprovvista il Gorn che mosse il muso in un cenno di assenso.

"Cosa posso fare per voi?"

"Ci hanno detto che hai un carico interessante, volevamo fare due chiacchiere!" si intromise Ta'Kur guadagnandosi un ringhio dal suo Capitano.

"Purtroppo il carico è già stato promesso dal padrone della stazione... sapete com'è fatto Serak, se vendo il suo carico ad un altro potrebbe diventare molto dispiaciuto."

"Abbiamo degli interessi in comune con Serak, potrebbe essere interessato ad uno scambio di altro genere. Tu dai qualcosa a me e io do qualcosa a te che può interessare a Serak. Per lui non fa differenza, gli basta avere il suo guadagno."

Moses sembrò riflettere sulla proposta e dopo un po' tornò a fissare il Gorn:

"Che cosa avresti da offrire?"

"Non qui... Gli hangar sono un posto più tranquillo per risolvere questioni delicate." rispose Po'Kar girando il muso verso gli altri clienti del locale.

"Mi sembra un'ottima idea. Oorpal!" esclamò all'indirizzo di Wood che non si era perso nemmeno una parola di quello che era successo ma che finse di sobbalzare sentendo il suo nome.

"Muovi il culo e porta l'Orioniana sulla navetta. Fra qualche ora partiamo per preparare il carico."

"Ma capo! Pensavo di prendere una stanza!" obbiettò l'umano.

"Se non fai quello che dico racconto alla tua amichetta Betazoide a chi regali quei tuoi profumi tanto costosi!" ghignò Moses avviandosi verso la porta del locale seguito dai tre Gorn.

"Amichetta Betazoide? Quale amichetta Betazoide?" strillò l'Orioniana iniziando con lui una discussione che si protrasse fin dentro il turbo ascensore e che avrebbe portato tutti all'hangar fra le risate dei clienti del bar.

Il viaggio fino all'hangar fu breve quanto ricco di eventi. La schiava oroniana espresse tutto il suo disappunto sulla scoperta dell'esistenza di una fantomatica betazoide e fu ben lieta di esprimere tale disappunto usando un colorito vocabolario di insulti che fece sbiancare il giovane Oorpal e strappò un sorriso di apprezzamento al Primo Ufficiale.

Per finire, la ragazza prese una fialetta dalla cintura e, dopo un insulto particolarmente articolato, lanciò la fialetta contro il suo ex amante.

"Ecco riprenditi questo piscio di targ che tu chiami profumo!"

Anche se lo spazio non era così tanto, soprattutto a causa dei tre Gorn che con la loro mole riempivano quasi tutto l'ascensore, Oorpal fu lesto a schivare il lancio e la fialetta si infranse contro la dura corazza della guardia Gorn più vicina a loro. Un profumo speziato e fastidioso impregnò l'intero scomparto un attimo prima che le porte si aprissero.

"Tieni buona questa vipera!" sbraitò Moses mentre Wood cercava di bloccare le braccia di Tarev e portarla fuori dall'ascensore.

"Mi scuso per l'incidente... ci penserò io a punire quell'idiota!"

Si scusò il finto Capitano Ingram all'indirizzo dei tre energumeni. Ma i Gorn sembravano non ascoltarlo, la loro lingua saettava dentro e fuori dai loro musi e i loro occhi sembravano un po' fuori fuoco.

"Nessun... nessun problema Capitano." borbottò Po'Kar "Sono cose che succedono... credo..." il Gorn scosse la testa come se volesse schiarirsi le idee e Moses ne approfittò.

"Da questa parte, così potremmo parlare in tutta tranquillità" li incalzò Moses portandoli verso un'area stoccaggio dell'hangar. I rumori in quell'area erano molto forti e avrebbero ridotto la possibilità di essere uditi da estranei.

"Allora cosa avete da offrire?" Moses lanciò un'occhiata alla spalle dei Gorn e vide un'ombra che si muoveva fra le merci.

"Come?" chiese Ta'Kur scuotendo la testa.

"Cosa mi date in cambio del mio carico di schiavi?" chiese ancora Moses incrociando la braccia al petto.

"Abbiamo dei cristalli di Yaba mazariti che potrebbero valere più del carico di schiavi."

"Yaba? Sei impazzito? La Flotta Stellare ci mangerebbe vivi se scoprisse un carico del genere sulla mia nave!" commentò Moses seguendo il movimento dell'ombra con la coda dell'occhio. "E comunque perché non lo vendete direttamente voi a Serak?"

"Noi..." Po'Kar scosse di nuovo il muso frastornato "il Ferengi non sa dei cristalli, pensavamo di portarli nel territorio Klingon e venderli lì, ma siamo stati richiamati sul nostro pianeta ed è meglio non arrivarci con un carico simile. Ma degli schiavi ci farebbero molto comodo. Potremmo farci contenti a vicenda... tu vendi i cristalli a Serak o li porti ai Klingon, noi prendiamo il tuo carico e lo rivendiamo su Gornniska."

"Sai non capisco proprio perché dovete incasinarvi così tanto..." commentò Moses sapendo bene che Po'Kar si stava letteralmente arrampicando sugli specchi.

Molto probabilmente il loro intento era fingere una transazione e poi, una volta che il carico di schiavi fosse alla stazione avrebbero ucciso tutti i supposti contrabbandieri e preso il carico, ma il composto lanciato dalla dottoressa Tarev stava facendo il suo lavoro e ora quei sauri erano alle prese con uno stordimento che gli permetteva solo di borbottare qualche insulsa scusa.

"Ingram amico mio!" la voce di un Ferengi fece voltare il gruppo.

"Ziral cosa ci fai tu qui?!" esclamò Ta'Kur guadagnandosi una zampata sul muso da parte del suo capitano.

"Ma come Po'Kar? Ti avevo detto che avevo degli affari da sbrigare alla stazione e contatti da incontrare. Il Capitano Ingram è uno di questi!" il Ferengi lanciò un'occhiata a Moses e fece luccicare una barra di latinum che teneva fra le dita.

"Ziral era ora che arrivassi! Stavo per andarmene..." commentò Moses come se conoscesse quell'essere da una vita.

"Non te ne andresti mai senza avermi prima ascoltato, sai bene che ascoltarmi ti porterebbe un mucchio di latinum!" rispose questi con un sorriso mellifluo.

"Spero sia un bel mucchio di latinum!" i due si guardarono come per valutarsi a vicenda e alla fine il Ferengi fece un segno di assenso con la testa.

"Aspettami al bar, devo inviare un messaggio alla mia nave e poi ti raggiungo così parliamo. In quanto a voi amici, mi dispiace ma non sono interessato." detto questo Moses lasciò i tre Gorn imbambolati vicino a delle casse e si dileguò nella direzione opposta di Ziral.

Giunto a metà strada il Primo Ufficiale della Raziel si fermò e controllò che nessuno fosse nei paraggi. L'ombra che aveva intravisto poco prima sembrò materializzarsi dal nulla rivelando il Deltano Tars.

"Sembra che il composto della dottoressa abbia funzionato a meraviglia" commentò tornando a nascondere il pugnale all'interno dello stivale.

"Forse era anche troppo forte" rispose Moses "per poco non svenivano."

"Chi diavolo era quel Ferengi?" chiese l'incursore indicando con il pollice nella direzione dell'ascensore in cui era sparito Ziral.

"Non ne ho la più pallida idea, ma a quanto pare si conoscono. La faccenda si sta facendo complicata... torno subito al bar, speriamo che la ragazzina abbia terminato con la sua intrusione, non è per niente sicuro rimanere qua ancora per molto."

"Cosa vuole che faccia? Dico a Wood di raggiungerla?" chiese Tars guardando il suo ufficiale superiore.

"No, se la situazione si scalda non potremmo avere aiuti dalla Raziel e quindi è meglio rimanere più uniti possibile. Devo scoprire qual'è il gioco dei Gorn, qualcosa mi dice che il proprietario della stazione sia interessato a prendere il nostro ipotetico carico senza pagare e questo mi fa pensare che si conoscano parecchio bene. Forse abbiamo trovato il contatto che cercavamo."

"Pensa che sia un uomo di Jak'Al?"

"Non è ancora certo che ci sia di mezzo lui, o per lo meno che sia direttamente interessato alla cosa. Io vado, tu torna alla navetta e stai pronto a tutto." dopo un cenno affermativo Tars tornò a scomparire fra le ombre.

Avamposto Commerciale DK34 - Navetta Devil's Punch - Contemporaneamente


"Ho bisogno di una doccia per togliermi di dosso il puzzo di quel posto."

Commentò Elaina buttandosi su una delle poltroncine della navetta. Stese le lunghe gambe affusolate e distese il corpo arcuandolo come una gatta al sole.

Alexander rimase incantato ad osservarla. Come ogni giorno da quando l'aveva incontrata.

"Ricordati di respirare Al..." commentò Elaina sentendo il desiderio del compagno arrivarle addosso come un vento impetuoso.

"La fai facile tu..." commentò lui avvicinandosi e passandole la punta delle dita sul ventre piatto colorato di verde.

"Se fai il bravo potrei anche tenere questa pigmentazione per una serata in più." commentò lei mentre un brivido le percorreva il corpo al contatto della mano dell'uomo.

"Fare il bravo vuol dire che mi devo allontanare o avvicinare?" chiese l'ufficiale scientifico con un sorriso che la dottoressa adorava così tanto in lui.

"Dai smettila di toccarmi, sono sudata!" lei tentò senza troppa convinzione di allontanare la mano di Wood dal suo corpo.

"Io ti toccherei anche se brulicassi di scorpioni." commentò lui sussurrandogli quelle parole all'orecchio.

"Andiamo muovetevi!" una voce all'esterno della navetta attirò l'attenzione dei due amanti che si alzarono di scatto.

Dal buio dell'interno potevano vedere chiaramente cosa stava succedendo all'esterno. Una fila di prigionieri, almeno una decina e con abiti strappati e malconci della flotta, stavano percorrendo una delle zone meno illuminate degli hangar, proprio di fianco alla Devil's Punch.

"Della Leicester era rimasto ancora qualcuno vivo..." commentò la dottoressa guardando i prigionieri scortati da due Gorn.

"Maledizione! Probabilmente erano stati portati via per essere interrogati... cosa facciamo?"

"Li seguiamo e poi al momento giusto li liberiamo naturalmente" rispose Elaina aprendo il portello e uscendo.

"Ci avrei scommesso..."

I due seguirono il gruppo.

"Signori il Comandante Moses ha detto di aspettarlo qui, quindi mettetevi comodi e..." Tars guardò l'interno della cabina e si grattò la testa

"E ora dove sono finiti quei due? Moses mi mangerà vivo..."