Sorin ha l'aspetto di un musone, perennemente imbronciato e taciturno, poco avezzo allo spirito e al cameratismo, facendolo passare per un solitario, definizione che non va troppo lontano dalla verità.
Specialmente durante l'infanzia, Sorin ha vissuto l'essere un mezzosangue come una difficoltà, in quanto, sebbene sia stato allevato seguendo le tradizioni vulcaniane, il sangue betazoide che gli scorre nelle vene gli ha regalato delle capacità empatiche decisamente sviluppate (benché comunque all'interno dei parametri medi) e non è sempre stato facile per lui tenere a bada le proprie emozioni, sotto l'influenza di quelle che percepiva arrivare dagl'altri.
Per questo ha sviluppato una corazza di solitudine, tendendo il più delle volte ad isolarsi o a prediligire gruppi di persone ristretti per evitare un "sovraccarico emozionale", anche se, effettivamente, non ha bisogno di ricorrere a ciò, rendendogli solamente più difficoltoso riuscire a creare relazioni interpersonali (malgrado ciò, è decisamente legato agl'individui che considera amici, benchè siano decisamente pochi).
Durante il periodo accademico è rimasto particolarmente affascinato dalla cultura e ambiente terrestre, appassionandosi ad alcuni sport asiatici (quali il Kyudo e il Naginata - Do) in cui intravede un "bagliore" di ideologia simile a quella vulcaniana.
Possiede una Calopsite (di nome "Inko", cioè "Pappagallo" in Giapponese) regalo del suo usuale sparring-partner sulla sua precedente assegnazione (Chiemi Akagawa, la quale usava scherzosamente ripetergli che "Estorcere una parola a te è più difficile che insegnare ad un pappagallo a cantare in rima").