Selezione Innaturale










USS PYTHEAS

presenta


USS PYTHEAS

Selezione Innaturale

Missione 04






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS PYTHEAS,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS PYTHEAS, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2015



www.starfleetitaly.it | USS PYTHEAS








Equipaggio

Capitano USS Curie Capitano Suri figlia di Kellam

Capo Sicurezza USS Baffin Tenente Piotr Alexei Volkoff

Consigliere USS Curie Tenente Comandante Timeran Bhreel Legen

Ingegnere Capo USS Baffin Tenente Comandante Alan Brown

Ufficiale Medico Capo USS Curie Tenente Comandante Luz Fuentes

Capitano
Suri figlia di Kellam
Capitano USS Curie

Tenente
Piotr Alexei Volkoff
Capo Sicurezza USS Baffin

Tenente Comandante
Timeran Bhreel Legen
Consigliere USS Curie

Tenente Comandante
Alan Brown
Ingegnere Capo USS Baffin

Tenente Comandante
Luz Fuentes
Ufficiale Medico Capo USS Curie

Ufficiale Scientifico Capo USS Curie Tenente Comandante Brennon Boram Tynan

Ufficiale Tattico Capo USS Baffin Tenente Comandante Samak figlia di Kum

Tenente Comandante
Brennon Boram Tynan
Ufficiale Scientifico Capo USS Curie

Tenente Comandante
Samak figlia di Kum
Ufficiale Tattico Capo USS Baffin


USS PYTHEAS

Autori

Capitano USS Curie
Suri figlia di Kellam
Elena Fuccelli

Capo Sicurezza USS Baffin
Piotr Alexei Volkoff
Franco Carretti

Consigliere USS Curie
Timeran Bhreel Legen
Maddalena Duci

Ingegnere Capo USS Baffin
Alan Brown
nd nd

Ufficiale Medico Capo USS Curie
Luz Fuentes
Monica Miodini

Ufficiale Scientifico Capo USS Curie
Brennon Boram Tynan
Luca Bonetti

Ufficiale Tattico Capo USS Baffin
Samak figlia di Kum
Ileana Cacucci






Sommario


Sinossi
04.01 - Un equipaggio cavernicolo
04.02 - Strani incontri
04.03 - Comunicazione difficile
04.04 - Scomparsi
04.05 - Il misterioso caso delle cellule stellate
04.06 - Il mondo sotto
04.07 - Diplomazia
04.08 - Affascinante...
04.09 - Discendenze
04.10 - Evoluzione volontaria
04.11 - Possibilità
04.12 - Genocidio ultimo atto

Sinossi

Da pubblicare



04.01 - Un equipaggio cavernicolo

Autore: Tenente Comandante Samak figlia di Kum

USS Curie - Alloggio della Dottoressa Fuentes - 6 Gennaio 2395 - Ore 19:30


Luz accese anche l'ultima candela, aveva trasformato il suo alloggio
in una bella stanza romantica: luci soffuse, musica in sottofondo,
tavola apparecchiata di tutto punto per due persone e replicatore che
aveva appena sfornato un bel soufflé di verdure. Era tutto pronto per
la sua cenetta, adesso doveva solo aspettare che il suo Thomas finisse
il suo turno di lavoro e la raggiungesse là.

Erano le 19:30, l'ora fissata per l'appuntamento, Luz aspettava seduta
sul divano. Dopo qualche minuto prese in mano un d-pad che aveva là
vicino e iniziò a leggere. Era un rapporto della sua infermiera sulle
condizioni di un paziente, sì ma, non riusciva a concentrarsi nella
lettura. Decise di andare ad aspettare in bagno: tra una spazzolata ai
corti capelli e un ritocco al trucco, il suo uomo sarebbe sicuramente
arrivato a breve... 20:00. Del suo Comandante ancora niente: il cuore
iniziava a battere più velocemente e sentiva un certo nervosismo che
le saliva al viso. Dopo ben quaranta minuti di ritardo, finalmente
Thomas bussò al suo alloggio. La donna fece un lungo sospiro per
calmarsi prima di fare entrare il suo promesso sposo, non aveva
nessuna intenzione di passare quella serata con quell'animo nervoso,
anche se...in cuor suo, qualche piccola battutina a Pierce l'avrebbe
voluta fare.

Si aggiustò il bel vestitino color sabbia che aveva deciso di
indossare per quella serata e fece entrare l'uomo.

"Amore!" disse lei cercando di farsi venire gli occhi a cuoricino per
non far trapelare il fatto che quel ritardo l'aveva indispettita...

Senza parlare, Thomas le andò incontro e le mise tra le mani una
bellissima rosa rossa, poi aggiunse: "Scusami davvero per il ritardo,
ho avuto un piccolo contrattempo e non potevo lasciare prima. Mi
dispiace..."

"Mannò Thom, non preoccuparti, lo capisco. Adesso andiamo a cena, ho
preparato i tuoi piatti preferiti" e gli sorrise.

I due si sedettero a tavola, Thomas riempì i calici con un buon vino
francese e brindarono al loro ormai prossimo matrimonio.

"Vorrei chiedere al Capitano Suri se possiamo fermaci su qualche
pianeta carino per il nostro matrimonio... mi piacerebbe che anche il
resto dell'equipaggio possa godere di un periodo di vacanza, sono
tutti abbastanza stressati negli ultimi giorni. Poi sarebbe carino
festeggiare all'aperto! - esordì ad un certo punto Luz - tu che ne
pensi?"

"Uhm, sì devo dire che piacerebbe anche a me" rispose l'Ufficiale con
un tono quasi di sufficienza che non piacque per nulla alla
dottoressa. Ma questa fece ancora finta di niente...

"Bene allora, ne andrò a parlare con il Capitano per vedere cosa si può fare..."

I due si sorrisero, lei accarezzò la mano di lui e continuarono a
sorseggiare il loro vino.

Dopo poco, Luz riprese a parlare: "Allora, parlerò con Suri per la
questione del pianeta, mi sto occupando anche del pranzo, dei vestiti,
sto mettendo a posto un po' alla volta il nostro alloggio nuovo - Luz
seguiva il conto delle sue molteplici attività sulle dita della mano
destra - mancherebbe solo di pensare a dei piccoli regalini da fare
agli invitati..."

A queste parole Pierce sgranò gli occhi. Fare un regalino, anche se
piccolo, a tutti gli invitati al loro matrimonio, significava fare un
regalino a quasi tutto il personale dell'equipaggio della Curie e
della Baffin. Una cosa assurda secondo lui...

"Senti amore mio, io non credo che sia il caso di fare una cosa
simile... siamo centinaia di ufficiali! Prepariamo qualcosa soltanto per
gli invitati più intimi..."

"Sì, forse hai ragione, vada per una ventina di bomboniere allora..."

"Hai già un'idea di quello che vorresti replicare?" Pierce ebbe la
pessima idea di non pensare prima di fare questa domanda. Luz sgranò
gli occhi. Era dall'inizio della cena che cercava di trattenersi dal
litigare: prima il ritardo poi quel brutto tono di sufficienza, adesso
però era davvero troppo!

"In che senso se ho un'idea di quello che voglio replicare?" rispose
Luz parecchio stizzita. "Senti caro, ti ho appena finito di elencare
tutto quello che sto facendo per il nostro matrimonio, quello che hai
fatto tu finora è stato solo arrivare in ritardo a qualunque
appuntamento. Poi, quel cavolo di tono fastidioso quando abbiamo
parlato di sbarcare su un pianeta e adesso? Adesso mi vuoi accollare
anche le bomboniere! È un lavoro che non richiede più di un'ora o due
di preparazione, e a te neanche questo va di fare?"

Oramai Luz era davvero arrabbiata, gambe e braccia conserte e schiena
appoggiata allo schienale della sedia come a mettere la maggior
distanza possibile tra lei e il suo futuro marito.

"Non è che a me non va di pensare a ste cavolo di bomboniere, è solo
che su una astronave si ha già abbastanza lavoro normalmente... non
passo mica le mie giornate a guardare le stelle. Poi pensavo che il
mio ritardo l'avessi perdonato, invece stai qua pronta a
rinfacciarmelo..."

"E certo! Tu lavori, invece io non faccio nulla tutto il giorno!"
Adesso Luz era ancora più arrabbiata: ce l'aveva con Pierce perché
fondamentalmente non aveva fatto davvero nulla per il loro matrimonio
e ce l'aveva con se stessa perché non era stata capace di controllarsi
come avrebbe voluto e adesso stavano seduti al tavolo di cena,
litigando...

"Senti, - incalzò ancora l'uomo - io non lo so quanto hai da fare tu
durante la giornata ma di certo so quanto sono lunghi e duri i miei
turni di lavoro. Vuoi che faccia queste benedette bomboniere? Va bene
le farò, non c'è problema, non pensavo che ti potessi arrabbiare in
questo modo. Adesso facciamola finita però, ok?"

*si certo facciamola finita * pensò Luz tra sé. Lo guardò, fece un
profondo respiro come a volersi calmare e disse: "Io adesso ho bisogno
di fare un giro." Ed uscì dal suo alloggio lasciando Thomas là, ancora
seduto a tavola.

*Va bene, che esca pure. Si andrà a lamentare con qualche sua amica e
si calmerà* diede un ultimo sorso al suo vino e andò via anche lui.

USS Curie - Bar di Prora - 6 Gennaio 2395 - Ore 22:00


Come Pierce aveva previsto, Luz andò dritta al Bar di Prora dopo aver
contattato la sua amica Timeran. In men che non si dica le due erano
sedute ad un tavolino con una cioccolata calda davanti.

"Dai Luz, lo sai che gli uomini sono tutti così - disse Timeran con un
bel sorriso dopo che ebbe ascoltato la donna per parecchio... - non te
la prendere più di tanto." Poi continuò: "senti mi sono tenuta una
sorpresina in caldo proprio per momenti come questo! Riguardo al tuo
desiderio di andare a festeggiare il matrimonio su un pianeta, beh, ho
pensato di parlarne io stessa con Suri! Lei ha detto di essere
d'accordo perché vorrebbe far riposare l'equipaggio per qualche
giorno. Così ho consultato le mappe della zona ereditate dalla Voyager
e sai che ho trovato? - Gli occhi di Luz erano sempre più sereni e
contenti man mano che sentiva l'amica parlare - A due giorni di
viaggio da qua c'è un bel pianetino di classe M ricco di vegetazione e
con una temperatura gradevolissima sia di giorno che di notte!"

USS Curie - Ufficio del Capitano Suri - 7 Gennaio 2395 - Ore 11:15


Suri aveva appena contattato Enizia per discutere con l'altro capitano
dei giorni di licenza che aveva intenzione di concedere al suo
equipaggio. L' andoriana, inizialmente un po' contrariata dal fatto
che Suri avesse già organizzato praticamente tutto da sola, decise di
acconsentire senza particolari intralci.

=^= Quindi mi stava dicendo che avete già trovato un pianeta su cui
sbarcare, giusto? =^=

=^= Affermativo - rispose la vulcaniana - dalle carte della Voyager
abbiamo individuato il quarto pianeta del sistema solare chiamato
Sa'G: classe M e ricco di vegetazione. L'unico problema è che in
realtà non abbiamo dati veri riguardanti quello che effettivamente
possiamo trovare là una volta sbarcati... =^=

=^= Certo - continuò Enizia - perché l'equipaggio della Voyager in
realtà non è mai sbarcato là, questi dati che abbiamo sono solo delle
analisi della superficie fatti dai sensori della loro nave. Manderemo
una squadra di sbarco a fare un sopralluogo. =^=

Entrambe le navi si diressero quindi, verso il pianeta individuato.

Quarto pianeta del sistema solare Sa'G - 9 Gennaio 2395 - Ore 10:00


La squadra di sbarco era composta dai due ufficiali scientifici, Tynan
e Sorin, poi Wolkoff, Samak e qualche altro ufficiale della sezione
sicurezza. Tutti muniti di tricorder e pistola phaser... per ogni
evenienza. Anche Luz alla fine riuscì a far parte della squadra.

"L'aria è perfettamente respirabile, c'è la giusta miscela di ossigeno
ed azoto. La temperatura si aggira intorno ai 21 gradi, davvero
piacevole." Disse Tynan dopo qualche minuto.

"Da quella parte ci deve essere una fonte d'acqua, sento il rumore
della corrente" aggiunse Sorin e tutti andarono a vedere.

"L'acqua dovrebbe essere perfettamente potabile, visti i primi rilievi
- era sempre Sorin che parlava - ma penso che sia il caso di farla
analizzare meglio prima di provare a berla."

"Certo, sono perfettamente d'accordo." Disse la dottoressa mentre si
accingeva a raccoglierne un campione.

Dopo un bel giro durato diverse ore in lungo ed in largo, i cinque
ufficiali stabilirono che su quel pianeta non vi fossero insidie,
anzi, sembrava un vero e proprio paradiso. Luz era al settimo cielo e
non appena teletrasportata a bordo della Curie andò subito ad
analizzare quel campione d'acqua... ma la fretta è sempre una cattiva
consigliera...

USS Curie - Plancia - il giorno dopo - Ore 08:30


La dottoressa Fuentes aveva dato il via libera allo sbarco sul
pianeta. Suri ed Enizia avevano deciso di fare dei turni tra il
personale delle due navi, in modo tale che tutti potessero trascorrere
a terra almeno tre giorni e le due navi non rimanessero mai senza
personale.

La vulcaniana, seduta alla sua poltrona di capitano, contattò Enizia
ed entrambe iniziarono a mandare giù uomini e donne in tenuta
vacanziera. Facevano parte del primo turno di sbarco, un centinaio tra
personale di bordo, famiglie e ufficiali di grado minore. Anche
Pierce, Luz ed il consigliere Bhreel scesero quella mattina,
ovviamente i due piccioncini avevano fatto pace nel frattempo...

USS Baffin - Alloggio del Capitano Enizia - 10 Gennaio 2395 - Ore 22:00


Al termine della sua tranquilla giornata in Plancia, Enizia si ritirò
subito nei suoi alloggi. Sentiva un po' di stanchezza dovuta a quel
viaggio nel quadrante delta già parecchio insidioso e dovette
ammettere a se stessa che l'idea di quella vulcaniana fu davvero
buona. Si replicò una leggera cena e si rilassò con una lunga doccia
sonica. Dopodiché, presa dalla curiosità di come se la stessero
passando a terra i primi ufficiali sbarcati, decise di contattare
qualcuno di loro e farsi raccontare cosa stessero facendo. Sì, in
effetti non era da lei fare una cosa simile, aveva come l'impressione
di dimostrare una certa debolezza con quella curiosità, ma al diavolo
la debolezza una volta tanto...

=^= Enizia a dottoressa Fuentes =^=

=^= Dottoressa mi sente? =^=

Dopo qualche tentativo di chiamata andato a vuoto, l'andoriana decise
che non era il caso di continuare a chiamare la donna, alla fine erano
là per le sue nozze, magari stava disturbando qualcosa...

*Ok, lasciamo perdere...*

Ma quella donna andoriana era davvero testarda: adesso voleva
assolutamente avere notizie dalla squadra in licenza, alla fine dei
conti non aveva più sentito nessuno da ore, sarebbero potuti anche
essere in difficoltà...

=^= Enizia a Capitano Suri =^= decise alla fine di contattare il suo
parigrado per vedere se almeno lei avesse avuto notizie da laggiù.

=^= Buonasera Capitano, posso fare qualcosa per lei? =^= rispose
prontamente Suri con una voce atona e fredda da fare paura.

=^= Sì, voglio sapere se ha contattato personalmente qualche membro
dell'equipaggio che abbiamo fatto sbarcare questa mattina. Io ho
provato a parlare con la dottoressa ma non ho avuto risposta. =^=

=^= E' un po' in ansia Capitano? Proverò a contattare qualcuno dei
miei uomini e la terrò aggiornata. =^=

La comunicazione si chiuse.

Enizia iniziava davvero a mal sopportare quella donna, quella
impressione di superiorità che le trasmetteva quasi sempre, era per
lei estremamente fastidiosa...

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 10 Gennaio 2395 - Ore 23:00


Neanche la vulcaniana Suri riuscì a contattare nessuno a terra così,
senza pensarci due volte, si fece teletrasportare giù sull'ultima
posizione nota della dottoressa Fuentes. Con lei scese anche Wolkoff,
volontariamente.

Appena toccato il suolo del pianeta, i due si accorsero che qualcosa
non andava: un cumulo di comunicatori stavano là buttati per terra a
formare una bella montagnetta. Insieme a qualche phaser e ad un bel
mucchio di abiti.

"Ma che diavolo gli è saltato in mente a questi?" disse il russo con sgomento

"Presto, andiamo a cercarli" rispose Enizia prontamente.

Le ricerche non durarono molto, i due furono attratti da una serie di
strani rumori provenienti da una radura poco lontano. Una figura
maschile gli andò in contro, era il Comandate Pierce, o almeno l'idea
di lui: completamente nudo tranne che per un pezzo di straccio messo a
mo' di mutanda, i capelli arruffati e la barba incolta. In mano un
bastone. Poco più in là si poteva intravedere il Consigliere della
Curie, anch'essa praticamente nuda, che stava cercando di accendere un
fuoco con la vecchia tecnica della frizione senza successo. Ancora più
in là, orge di ufficiali. Una scena da incubo.

"Comandante - gridò il russo verso Pierce - che diavolo vi è successo?!"

"uh uhh a. Aa" Dalla bocca dell'ufficiale promesso sposo uscivano solo
vocali senza senso.

Dopo qualche istante, fu evidente che quello che rimaneva del
Comandante Pierce si stava preparando ad attaccare: "Capitano, andiamo
via alla svelta da qua."

Enizia indietreggiò per qualche passo poi si diedero entrambi alla fuga.

=^= Samak, svelta, ci faccia risalire a bordo. Presto! =^=

Ancora correvano quei due quando si ritrovarono in Plancia,
capitolando contro una consolle a causa della loro energia cinetica...

Samak alzò il sopracciglio destro.


Torna all'indice


04.02 - Strani incontri

Autore: Tenente Comandante Alan Brown

Baffin - Sala riunioni 1 - 10 Gennaio 2395 - Ore 24:00


"Abbiamo ripetuto le analisi fatte dalla dottoressa Fuentes sui campioni prelevati dal pianeta e sono risultate negative." Senza troppi preamboli Sorin prese la parola. "Non abbiamo trovato organismi patogeni tali da poter spiegare una qualche forma di malattia. Per esserne però sicuri dovremmo fare delle analisi direttamente su qualcuno di quegli uomini."

"Pensiamo che la causa possa anche essere dovuta a qualche forma di radiazione che da qui non riusciamo a individuare." Intervenne Tynan, che insieme al collega aveva seguito le analisi.

"In ogni caso non possiamo lasciare l'equipaggio sul pianeta in quello stato, dobbiamo recuperarlo." Il capitano Enizia aveva ancora negli occhi le scene viste sul pianeta.

"Nel caso facciano resistenza possiamo usare dei marcatori per permettere al teletrasporto di agganciare le persone. Si sono liberati dei comunicatori e ... di tutto il superfluo." Sebbene conscio della gravità della situazione evidentemente anche negli occhi di Volkoff erano rimaste impresse alcune scene.

"Useremo tutto lo spazio disponibile sulla Curie per predisporre una zona di quarantena in cui teletrasportare l'equipaggio in tutta sicurezza." Propose Suri. La sua nave era perfettamente attrezzata per situazioni di emergenza sanitaria di questo tipo. "Ci vorranno però non meno di 24 ore."

"Molto bene. Intanto, signor Volkoff, alcune squadre dovranno scendere sul pianeta per monitorare la situazione e evitare che qualcuno si faccia male, o peggio." Disse Enizia rivolta al capo della sicurezza.

"Useremo delle tute protettive e faremo dei turni brevi, Capitano." Rispose il russo.

"Chiedo il permesso di scendere sul pianeta per effettuare dei controlli direttamente sul campo, Capitano." Intervenne Tynan. "Se sono coinvolte radiazioni o altri fenomeni locali non dovrebbero sfuggire ai nostri tricorder."

"Permesso accordato Comandante. Prima troviamo la causa di questi comportamenti, meglio è." Rispose Suri.

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 10 Gennaio 2395 - Ore 24:30


Intanto sul pianeta la natura aveva fatto il suo corso. Le personalità e le attitudini di ognuno erano emerse per far fronte alle varie esigenze. L'equipaggio era rimasto unito e si era già trovato un riparo in una grotta sul fianco di una collina, non distante dalla zona dove era stato visto l'ultima volta. Alla squadra di sbarco risultò subito chiaro che Pierce era risultato il maschio alfa e aveva organizzato le varie attività del gruppo.

=^=Dividiamoci in due gruppi. Voi due, Abrams e io faremo una perlustrazione della zona circostante. Gli altri rimarranno qui di guardia e ci avviseranno nel caso succeda qualcosa.=^= Volkoff perfettamente a suo agio nella sua tuta protettiva rossa sembrava ancora più grande e minaccioso. =^=Comandante, lei può venire con noi, così potrà condurre le sue analisi.=^= Rivolgendosi a Tynan. Questi in tuta protettiva azzurra sembrava meno a sua agio.

Il gruppo si divise in due. Una parte scomparve nel bosco e l'altra rimase di guardia alla grotta dove si era rifugiato l'altro grosso gruppo. C'era però qualcosa che non quadrava. Era stato chiaro fin da subito che tutti facevano parte dello stesso grande gruppo. Ma mentre i due piccoli gruppi parlavano tra di loro, quello grande nella grotta non parlava. Non parlava ne con se, ne con i gruppi esterni. Forse, pensò, il gruppo nella grotta era in qualche modo malato. C'è da dire che anche i due piccoli gruppi esterni non parlassero poi molto. Anzi, c'era da stupirsi che potessero addirittura muoversi, talmente piccoli erano e talmente poco dicevano. Senza contare che parlavano un'altra lingua: incomprensibile. Ma avvenne una cosa ancora più strana. Dalla grotta un altro piccolo gruppo si divise e usci all'aperto. In silenzio. In completo silenzio. E si diresse verso il bosco. Il gruppo di guardia avvertì subito l'altro gruppo, facendo un gran baccano. Ma evidentemente il gruppetto appena uscito dalla grotta non se ne accorse. Strano. Comunque bisognava intervenire subito, perché si stavano tutti mettendo nei guai. Se li aveva sentiti lui figuriamoci i Fulvi.

=^=Tenente Volkoff, un gruppo di uomini è appena uscito e sta venendo nella vostra direzione. C'è anche il Comandante Pierce con loro. Sembrano armati con bastoni e pietre. =^=

=^= Bene tenente, li terremo d'occhio.=^= Si mossero nascosti dietro i cespugli e attesero Pierce e gli altri, che arrivarono di lì a poco e si fermarono in una radura.

=^=Tenente, sto rilevando del movimento dietro quegli alberi laggiù.=^=
=^=Non riesco a vedere nulla Tynan. Abrams, tu vedi qualcosa?=^=
=^=Niente signore.=^=
Ad un certo punto Pierce cadde a terra urlando. Contorcendosi, sotto gli occhi di tutti, venne trascinato da una forza invisibile verso gli alberi all'inizio della radura da dove erano arrivati.

=^=Ci sono delle interferenze radio, non riesco a stabilizzare il tricorder. C'è del movimento anche intorno a noi, ma non vedo nulla neanche qui.=^=
Volkoff passò alla visione all'infrarosso e in un istante gli fu tutto chiaro.

=^=Tutti fuori nella radura! Presto! Passate all'infrarosso.=^=

Subito tutto il bosco da verde divenne di colore rosso e giallo acceso. Ovunque c'erano forme che si muovevano strisciando per terra o che scendevano dai rami o passavano da un albero all'altro. Il bosco ne era pieno. Una stava trascinando Pierce caduto a terra. E altre figure si stavano avvicinando acquattate agli uomini rimasti.

Volkoff sparò una raffica leggera di phaser all'essere che si stava portando via il collega, in modo da spaventarlo. Ma la reazione non fu quella che si aspettava. Appena colpita la forma esplose in un nugolo di forme più piccole che scapparono in tutte le direzione a casaccio. La scena ricordò a Volkoff quando da piccolo giocava con le gocce di mercurio. Alcune sparirono schizzando via tra i cespugli, altre in qualche modo si riunirono a formare gruppetti più grandi, altre si bloccarono immobili nell'erba. Un paio arrivarono fino ai piedi di Tynan che poté vedere finalmente di cosa si trattava. Erano ragni.

Volkoff e i suoi uomini riuscirono a recuperare Pierce, che seppure frastornato, non era stato ferito. Convinsero a gesti e spintoni anche gli altri uomini a scappare e lasciare la radura dove il pericolo non era stato ancora scongiurato. Scapparono in direzione della grotta, ma già usciti dal bosco si sentirono al sicuro. Non c'era traccia di esseri viventi, ne con la visione normale e ne con gli infrarossi. Si fermarono fuori dalla grotta per prendere fiato.

Subito la dottoressa Fuentes uscì e accorgendosi che qualcosa non era andata per il verso giusto corse in contro a Pierce. Lo abbracciò e cercò di sostenerlo per quanto poteva. I due si fissarono per qualche secondo senza parlare, ma si dissero ben più di quanto non si fossero detti durante la loro ultima cena insieme. L'espressione preoccupata di lei si rilassò e le sofferenze di lui si attenuarono un poco.

Per fortuna tutto era andato bene. Nessuno sembrava essersi fatto troppo male. Era riuscito in qualche modo a nascondere la presenza di quegli estranei e i Fulvi non erano riusciti nemmeno ad avvicinarsi. Era successo però qualcosa di strano, ma non riusciva a ricordare bene. Un lampo e poi per un po' di tempo i ricordi erano confusi. Anche adesso si sentiva un po' strano...

Guardava ancora i due gruppi davanti all'entrata della grotta e vide che un singolo si staccò da un altro e si avvicinò, un po' incerto, all'altro gruppo. Anche dall'altro gruppo variopinto si allontanò un singolo e si avvicinò all'altro. Il singolo colorato di azzurro e luccicante alzò un suo braccio e fece uno strano gesto con le lunghe appendi con cui terminava il braccio. L'altro singolo impacciato sembrò rispondere. Dopo di che i gruppi si ricomposero, uno rientrò nella grotta e l'altro dopo un po' scomparve in un turbinio di luci e scintille.

Curie - Laboratori scientifico - Ore 1:30


Le porte si aprirono con un fruscio e Volkoff entrò nel locale. Tynan lo accolse gioviale e lo portò verso una gabbia contenitiva trasparente.
"Che carini..." disse il russo.

"Sono piaciuti subito anche a me. Ma per un altro motivo. Ascolti." E detto questo azionò un pulsante su una consolle lì accanto. Si sentirono allora dei suoni confusi: come dei ticchettii e una serie di toni all'apparenza senza senso. "Sono loro. Comunicano via radio."

"Ragni radio?"

"Precisamente. Dalle scansioni sembra che abbiano degli organi che emettono onde radio e altri che le ricevono. Il computer sta analizzando i segnali per cercare di decifrarli e tradurli. "

"Sono intelligenti secondo lei?"

"Se intende intelligenza evoluta Tenente: non questi due da soli. Ma magari può emergere un'intelligenza collettiva in un gruppo più grande. Come quelli che ci hanno attaccati alla radura."

"Secondo lei ci stavano attaccando Comandante? Ci ho pensato anch'io. Perché non ci hanno circondato completamente e ci hanno lasciato una via di fuga? Non ci eravamo nemmeno accorti della loro presenza."

"Ah già! Non le ho fatto vedere ancora questo." Tynan digitò alcuni dati alla console e la parete posteriore e il pavimento della gabbia in cui erano contenuti i ragni virarono sul verde. A poco a poco anche i due ragni cambiarono colore adeguandosi al nuovo ambiente. Successe la stessa cosa quando Tynan cambiò il colore in marrone. "Ecco perché non li avevamo notati. Si mimetizzano velocemente."

"Avrebbero potuto saltarci addosso da tutte le direzioni. Io ho la sensazione che ci stessero bloccando la strada volontariamente."

"L'unico modo per scoprire qualcosa è di riportare questi due sul pianeta e vedere se riusciamo a studiare un gruppo più grande."

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - Ore 2:00


Dopo il salvataggio, Pierce egli altri uomini dell'equipaggio rimasti sul pianeta, si erano dimostrati meno ostili e accettavano di buon grado la presenza delle squadre di sicurezza che piantonavano la grotta ad una certa distanza. Quando la squadra di Volkoff e Tynan arrivò sul pianeta alcune persone in tuta protettiva stavano cercando di convincere quelli della grotta ad agganciare i comunicatori ai pochi vestiti che avevano addosso.

Un altro gruppo tentava di comunicare con una dottoressa Fuentes agitata e quasi in lacrime.

=^= Cosa succede Guardiamarina?=^= intervenne Volkoff.

=^= Sembra che sia sparito il Consigliere Bhreel, Tenente. Noi siamo sicuri che dalla grotta non sia uscito nessuno. Ma la dottoressa continua ad indicare il bosco e gli alberi. =^=

=^= Andiamo a cercarla noi. Voi rimanete qui di guardia. =^=

Volkoff e Tynan, seguiti da quattro uomini della sicurezza, si allontanarono fino al limitare del bosco.

=^= Da quella parte Comandante, sembra che ci sia un grosso gruppo proprio dietro quei cespugli. =^=

Tynan deglutì un po' teso. =^= Sembrano veramente tanti. Mi accompagna vero Volkoff? =^=

=^= Non sia timido Tynan, pensi che lo sta facendo per amore della scienza! =^=

Tynan liberò i due esemplari che aveva con sé, che subito schizzarono in direzione del grosso gruppo nascosto. Quest'ultimo si mosse e uscì allo scoperto.

Adesso anche lui aveva capito. Quegli esseri stavano in gruppo, ma gli individui erano i singoli. Aveva la sensazione che fossero intelligenti e indipendenti anche così. Tanto valeva provare, anche se potevano lanciargli addosso ancora quel lampo. Forse avrebbero potuto aiutarlo. Si avvicinò.

Tynan vide uno sciame di ragni non più grossi del suo pugno avvicinarsi in tutta fretta e fermarsi proprio di fronte a lui a qualche metro di distanza. Cominciarono poi a salire freneticamente gli uni sugli altri. Da prima formarono una piccola montagnetta, poi sempre più grande. Divenne più alta fino a raggiungere l'altezza di Tynan. Da sopra il tronco centrale un gruppo di ragni formò una specie di rigonfiamento. Sempre in cima al tronco, ma lateralmente, altri due gruppi formano delle braccia. Alla fine ne risultò una figura umanoide un po' abbozzata. La forma composta si avvicinò di più a Tynan e alzò il braccio destro riproducendo il gesto che aveva visto fare da Tynan a Pierce il giorno prima. Anche Tynan fece un passo avanti e rispose al saluto lui stesso. =^= Lunga vita e prosperità.=^= disse.


Torna all'indice


04.03 - Comunicazione difficile

Autore: Tenente Comandante Brennon Boram Tynan

(Flashback) Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 00:50


Corri. Allontanati. Fuggi!

Un solo assordante pensiero occupava la mente di Timeran, impegnata in una corsa disperata senza una meta precisa. Le era bastato vedere da lontano uno di quegli orrori ad otto zampe per irrigidirsi e gettare contro il nemico peloso tutto ciò che aveva a portata di mano, poi, qualcosa le aveva toccato una gamba e il suo cervello aveva fatto cortocircuito. Non era nemmeno sicura fosse un ragno, ma, in preda al panico, era comunque schizzata via a velocità di curvatura.

Da allora aveva continuato a correre, ferendosi e graffiandosi ogni parte del corpo nudo mentre attraversava i rovi e i rami cadenti degl'alberi che tentavano inutilmente di bloccarla. Aveva continuato a correre anche quando i polmoni, impossibilitati ad incamerare più ossigeno di quanto già facessero, erano entrati in sciopero e il cuore aveva deciso di sfondarle il petto. Continuava a correre tutt'ora, che la lucidità faticosamente iniziava a fare capolino dietro l'angolo.

La Trill iniziò lentamente a ridurre la velocità, fermandosi nei pressi di un albero a cui si appoggiò, mentre il mondo attorno a lei iniziò a girare. Sentì la nausea montare come un pugno nello stomaco e tossicchiando rigurgitò lievemente a causa dello sforzo intenso, annaspando in cerca d'aria.

Timeran ispezionò velocemente le varie ferite che si era fatta durante la corsa, poi si guardò attorno, cercando di individuare qualche figura familiare. Non aveva idea di dove si trovasse, di quanto avesse corso o anche solo di come fosse riuscita a rimanere in piedi correndo per la foresta di notte. Ma quei dannati graffi bruciavano come se ci avesse buttato sopra dei tizzoni ardenti.

"Uh ... ah uh ..."

La Trill si produsse in una serie di suoni gutturali, sperando di avere una qualche risposta, che però non sembrò arrivare. Non volendo sfidare nuovamente la fortuna, muovendosi di notte, raccolse una pietra e si sedette vicino ad un albero secco. Forse attendendo fino all'alba avrebbe capito come ritornare alla grotta, sperando di non incontrare altri ragni.

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 02:12


I ragni che componevano il volto della creatura umanoide distesero le zampette pelose, producendosi in un debole fremito mentre modificavano il loro assetto, dando l'impressione che la creatura ripetesse silenziosamente le parole del Trill.
Tynan, già dimentico della tensione provata in precedenza sorrise ampiamente, colpito da un'incontenibile frenesia scientifica, frenata però sul nascere dalla voce di Volkoff.

=^= Rimanga a distanza di sicurezza. - affermò il russo avvicinandosi di un paio di passi mentre stringeva fra le mani il phaser, senza puntarlo direttamente verso la creatura. Qualche metro più in la, i quattro uomini di scorta tenevano sott'occhio la situazione. - Ancora non conosciamo con esattezza le loro intenzioni.=^=

=^= Non era stato lei a suggerirmi di avvicinarmi poco fa? =^= replicò in tono euforico il Trill, senza distogliere gli occhi dalla creatura. Volkoff gli riservò un occhiata a dir poco eloquente. Se avesse potuto gli avrebbe assestato un amichevole scappellotto, ma invece si limitò a fissarlo in silenzio compiendo qualche altro passo verso l'Ufficiale Scientifico.

La creatura, che fino a quel momento si era limitata a concentrare l'attenzione sul Trill, sembrò accorgersi del gigante calvo, o forse dell'arma che stringeva fra le mani e si irrigidì visibilmente, approntandosi alla fuga.

Tynan se ne avvide immediatamente e intimò al collega di fermarsi con un gesto della mano.

=^= Stia fermo dov'è e cerchi di sembrare inoffensivo... =^=

=^= Cerchi di sembrare inoffensivo? - domandò il russo, a metà fra il divertito e l'irritato dalla strana richiesta dell Ufficiale Scientifico, prima di continuare con evidente sarcasmo- Cosa dovrei fare? Rannicchiarmi a terra e mostrare la pancia? =^=

=^= Non conosco le abitudini di questa specie ... - replicò il Trill senza cogliere l'ironia nelle parole di Volkoff - ... potrebbe funzionare. =^=

La creatura composita osservò rapidamente lo scambio fra i due individui, cercando di sforzarsi di comprendere le parole proferite in quella loro lingua sconosciuta, senza successo. Quello grosso e rosso, che stringeva fra le appendici l'aggeggio capace di produrre quello strano fulmine, sembrava contrariato. Forse anche lui non capiva cosa quello più piccolo colorato di azzurro stesse dicendo. Dopotutto, quegli esseri erano simili fra loro ma erano anche così diversi. Se gli individui erano veramente singoli, non sarebbero mai riusciti a comunicare in modo efficiente. Sperava solo che i Fulvi, con tutto quel baccano, non si rendessero conto di ciò che stava accadendo.
Quello piccolo si piegò in avanti, alzando le sue appendici verso l'alto, in un gesto simile al precedente, ma al contempo decisamente diverso. Quello più grosso produsse un suono, simile al vento che soffia all'interno delle caverne, poi lo imitò. Non comprendendo, la creatura fece lo stesso.

Poi dal comunicatore dell'Ufficiale Scientifico iniziarono a fuoriuscire una serie di acuti fischi.

USS Baffin - Plancia - Contemperamente


"Capitano. - Samak, che come la controparte della Curie era intenta a coordinare il lavoro delle squadre a terra, attirò l'attenzione di Enizia - Sembra che il consigliere Bhreel sia riuscita ad uscire dal perimetro di sicurezza e si sia data alla macchia... - l'andoriana mosse rapidamente le antenne. In un'altra situazione, forse, avrebbe sorriso all'affermazione del suo Ufficiale Tattico, pensando alla sottile ironia di un Trill alla macchia, ma non era questo il caso. - Volkoff, Tynan e una squadra di sicurezza sono impegnati nella ricerca."

"Possiamo dare loro una mano?" affermò Enizia volgendosi verso Sorin che operava alla postazione scientifica

"Potremmo scansire il pianeta per segni di vita Trill ... - suggerì l'Ufficiale alzando un sopracciglio,quasi come se stesse affermando una cosa ovvia, argomentando poi la sua idea dopo pochi attimi - ... dopotutto, sul pianeta, gli unici segni vitali Trill dovrebbero essere quelli dei Comandanti Tynan e Bhreel ..."

"Lo faccia. - replicò secca l'andoriana, aggiungendo pochi attimi dopo - La situazione è già abbastanza problematica senza bisogno di una Trill nuda in giro per la foresta ... Samak, mi chiami Volkoff"

"Signore ... - affermò di rimando la vulcaniana, alzando un sopracciglio dopo aver operato sulla propria consolle - ... non sono in grado di contattare la squadra del Capo della Sicurezza"

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - Un paio di minuti più tardi


Un altro urlo. Quegli strani esseri capaci di agire singolarmente, di tanto in tanto iniziavano ad urlare nel loro linguaggio incomprensibile. Anche poco prima, qualcuno, nella direzione delle caverne dove i vari gruppi si erano incontrati aveva inspiegabilmente iniziato a sbraitare. Malgrado la lontananza lui l'aveva sentito benissimo, probabilmente lo avevano fatto anche i Fulvi. Non c'era tempo da perdere e lui doveva trovare un modo per farsi comprendere da quelle strane creature colorate.

Tynan dal canto suo aveva cercato di comunicare con l'essere composito per una manciata di minuti, senza ottenere assolutamente nulla. I comunicatori, di tanto in tanto, producevano suoni, fischi che Brennon era sicuro fossero prodotti dalla creatura. Aveva riconosciuto i suoni come forme d'onda modulate in maniera coerente, abilità di tutt'altro calibro rispetto ai singoli toni sinusoidali che aveva osservato in precedenza. Una forma di linguaggio per alcuni versi simile a quella delle balene terrestri, che necessitava di anni di studio approfondito. Studio senza il quale non poteva verificare la sua teoria. Secondo lui, infatti, quella strana creatura composita possedeva un'intelligenza paragonabile a quella umana, ma senza una stele di rosetta per codificare tutti quei suoni, ci vorrebbero voluti anni per riuscire a concludere qualsiasi cosa. Peccato non avere a disposizione il consigliere Bhreel, che con la sua diplomatica esperienza sarebbe riuscita a riciclarsi anche come linguista impromptu.

=^= Non per metterle fretta ... - si intromise Volkoff, che non aveva mai perso di vista la creatura - ... ma abbiamo ancora un consigliere allo stato brado da recuperare e, se possibile dobbiamo comprendere perché l'equipaggio è regredito ... perciò ...=^=

Piotr simse di parlare, notando che, senza un motivo apparente, la creatura aveva iniziato ad agitarsi, perdendo coesione e modificando il suo aspetto, assumendo una forma più semplice, solo parzialmente definita.

=^= Cosa diavolo sta facendo? =^=

=^= Credo che voglia che lo seguiamo ... =^=

USS Curie - Ufficio del Capitano - 11 Gennaio 2395 - Ore 02:30


=^= Anche noi non riusciamo a contattare la squadra di Volkoff e Tynan ... - affermò Enizia, campeggiando sul monitor posto sulla scrivania del Capitano Suri - ... sappiamo che sono lì, possiamo osservarli, ma loro non ci sentono ... come se fossero dietro uno specchio unidirezionale ... =^=

"Secondo quanto dice Sorin ... - puntualizzò la vulcaniana, iniziando a citare il rapporto che l'andoriana le aveva girato - ... le frequenze di comunicazione sono occupate da altre frequenze di origine ignota ... finché questa fonte non cessa di produrre onde radio, possiamo fare ben poco ..."

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - Ore 02:48


Timeran aveva freddo e i postumi della folle corsa di qualche ora prima iniziavano a farsi sentire. Non c'era un muscolo che non le dolesse e la stanchezza l'aveva costretta a piegare la testa più volte, rischiando di addormentarsi. Poi, qualcosa di eccessivamente luminoso le colpì gli occhi, stagliando i contorni di una figura umanoide nel chiarore diffuso.

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - Poco distante - Contemporaneamente


La creatura si fermò improvvisamente, dopo aver condotto, nel più assoluto silenzio, la piccola squadra all'interno della foresta, verso un'ampia radura ad una velocità assurda. Il piccolo drappello Federale si era rivelato molto più lento rispetto a lui, probabilmente a causa di Tynan il quale era inciampato più volte, rovinando anche addosso a Piotr che, malgrado la mole, aveva sfoderato un'agilità a dir poco felina. Malgrado ciò, non faticarono ad individuare la coppia di piccole strutture metalliche che rilucevano nella notte in mezzo alla radura.

La creatura emise un suono che fu prontamente riportato dai comunicatori. Un fischio preoccupato. Un suono che battezzava i proprietari delle strutture: I Fulvi.


Torna all'indice


04.04 - Scomparsi

Autore: Tenente Comandante Timeran Bhreel Legen

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 03.37


La luce era vivida, abbagliante, accecante.
Riusciva a percepirla anche dietro le palpebre chiuse, come se qualcuno le stesse puntando in faccia la luce di un intero sole. Le faceva dolere gli occhi.
Cercò di voltare la testa. Il dolore nauseante che aveva provato era scomparso ma i suoi arti sembravano pesare il triplo del normale. Percepiva il freddo del metallo su cui era disteso il suo corpo, la morbidezza della coperta che la avvolgeva, stringendola da ogni lato.
Cercò di voltare la testa per sottrarsi a quella luce che sembrava volerle trapanare il cervello, ma il suo gesto non ebbe alcun risultato.
Il panico si fece largo nella nebbia dello stordimento ma non raggiunse il livello che si sarebbe aspettata. Si rendeva conto che la consapevolezza di essere in un luogo sconosciuto e in condizioni fisiche quanto meno precarie avrebbe dovuto suscitare in lei una reazione un po' più violenta del vago senso di paura mista a curiosità che stava provando. Un po' più appropriata.
Ma al momento attuale, quella sembrava l'unica reazione disponibile.
Si chiese vagamente se avesse avuto un incidente. Forse il tizio della stiva di carico le aveva sparato, alla fine.
No, erano passati anni. Non poteva essere lui.
Perchè mai ci stava pensando ora.
Si sentiva come se qualcuno l'avesse picchiata con una mazza, per cui forse un membro del suo gruppo l'aveva colpita. Non che avessero armi sofisticate al campo, ma un bastone avrebbero potuto brandirlo anche nello stato regredito in cui si trovavano.
Per un attimo la sua mente inseguì un pensiero riguardante il fascino dello studio antropologico che avrebbe potuto ricavarne. Ma le sfuggì subito, come un pesciolino da una rete a maglie troppo larghe. E poi il punto su cui avrebbe dovuto concentrarsi era dove si trovava lei.
Ma dove si trovava lei?
Qualcosa le sfiorò il braccio. L'istinto fu quello di ritrarsi, ma il suo sforzo ebbe lo stesso deprimente risultato del tentativo di voltare la testa. Una nuova ondata di panico, legato questa volta ad un pensiero terrorizzante, profondo e radicato in lei di cose striscianti.

"Stia calma... come si sente?"
Una voce la raggiunse, facendo breccia nella nebbia che le avviluppava il cervello.
"Riesce a muoversi? Ad aprire gli occhi?"
La voce non era minacciosa, ma aveva un che di strano che non riusciva a identificare. Pareva quasi asessuata.

"Io... cosa?" domandò, la voce gracchiante e rasposa. Parlare le costava uno sforzo maggiore di quello che avrebbe dovuto.
"Riesce ad aprire gli occhi?" riprese la voce
Timeran li aprì.

USS Baffin - Plancia - 11 Gennaio 2395 - 03.44


Enizia aggrottò le sopracciglia e mosse lievemente le antenne. Non mostrò il disappunto che aveva provato al rapporto del suo ufficiale scientifico e, vista la situazione, fu uno sforzo encomiabile.

"Com'è possibile? Da qualche parte deve essere..."
"In verità, ci sono molte spiegazioni, Capitano, " cominciò Sorin con noiosa e piatta precisione vulcaniana.
"Se il consigliere Brheel si trovasse in un luogo schermato ai nostri sensori, come un giacimento di minerale o una grotta collocata in profondità nel sottosuolo, non potremmo rilevare i suoi segni vitali. Lo stesso accadrebbe se il consigliere disponesse di un congegno appositamente progettato o si trovasse in una zona ad alte emissioni elettromagnetiche."

L'andoriana si voltò nella sua direzione, le braccia incrociate al petto e un espressione talmente scettica in volto che tutti in plancia, tranne Sorin e Samak, intuirono che la domanda successiva non avrebbe richiesto alcuna risposta.
"E quante possibilità ci sono che laggiù abbiano un dispositivo del genere?"
"Tenuto conto della situazione, direi che le probabilità sono approssimativamente stimabili..."
Il capitano alzò una mano, fermando la precisa esposizione che certo sarebbe seguita.

"Naturalmente se il consigliere fosse morta, non rileveremmo i suoi segni vitali."
"No, Capitano."

La situazione stava prendendo una piega che non le piaceva. Tornò con lo sguardo al visore principale che mostrava l'amena località di vacanza prescelta dall'equipaggio ruotare lentamente sotto di loro. Località di vacanza che si era appena inghiottita il loro consigliere.
Per quello che ne sapevano, poteva essersi persa, essere inciampate in una radice e aver battuto la testa su un maledetto sasso, oppure essere stata divorata da qualcosa di zannuto e con più zampe di quel che sarebbe auspicabile.
Una tranquilla vacanza. Certo.

"Samak, non appena i canali di comunicazione tornano utilizzabili, ho bisogno di parlare con la squadra di sbarco."
* O, almeno, con quelli di loro che sono ancora in grado di rispondermi. *

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 03.48


La corsa attraverso il bosco all'inseguimento della creatura era stata un incubo, almeno per quanto lo riguardava. Tynan aveva ovviamente praticato l'attività sportiva obbligatoria richiesta durante il periodo accademico e possedeva in corpo più in forma della maggior parte dei civili ma non era abituato a percorrere al galoppo un intrico di alberi e sottobosco, specialmente con una tuta ambientale dalla dubbia comodità indosso.
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che arrancare tra la vegetazione, tentando di tenere il passo e di non perdere nulla di ciò che aveva intorno e inciampando in una quantità impensabile di ostacoli tra cui pietre, radici, felci, rampicanti e i suoi stessi piedi.
Ora si trovava piegato sulle ginocchia al margine della radura, tentando di imparare di nuovo a respirare.
Volkoff dal canto suo, sembrava muoversi con agilità e scioltezza anche in quell'ambiente ostile. Nonostante la mole non trascurabile non aveva nemmeno il fiatone. Fresco come una rosa, sembrava appena sceso dal letto.

* Ha le rotelle sotto i piedi?*
Il trill alzò lo sguardo e la lieve invidia mista a stupore che aveva provato nei confronti del collega lasciò il passo alla curiosità.

La creatura era in piedi, se così si poteva definire la sua postura, immobile nella luce fioca e diffusa dell'ampia radura in cui li aveva condotti. I contorni della sua figura erano mutevoli, ondeggianti, come se le minuscole entità che la componevano stessero riassestando la propria posizione. Un occhio meno scientifico del suo avrebbe temuto un'improvvisa ricomparsa della propria cena, a quella vista.
Il trill ne era affascinato.
La creatura si teneva rivolta verso le strutture che campeggiavano al centro dello spiazzo.
La poca luce presente si rifletteva sulla loro superficie, rivelandone la natura metallica. Avevano l'aspetto dei potenziatori di teletrasporto che la Flotta Stellare utilizza abitualmente. Tubi lunghi e sottili dotati di una base d'appoggio o di un treppiede. Ma erano alti quasi il doppio ed emanavano dalla sommità una delicata luce rossastra.

"E quelli che diavolo sono?"

La voce di Volkoff strappò Tyanan dai propri pensieri. Il tono non era particolarmente allarmato ma era chiaro, almeno per il russo, che la situazione era radicalmente cambiata dopo quella scoperta.
Non si trattava più solo di recuperare ufficiali della flotta intenti a scorrazzare per la foresta in tenute sconvenientemente succinte o di studiare piccoli emettitori radio con le zampe e la passione per il mimo. Su quel pianeta c'era anche qualche altro fattore in gioco. Qualcosa di enormemente più complesso e potenzialmente molto più pericoloso.

"Strutture artificiali di qualche genere. Mi domando perchè ce le abbia mostrate."

Tynan sembrava prevedibilmente eccitato da quella scoperta. Quando fece qualche passo avanti, estraendo il tricorder, Volkoff tese un braccio.

"Rimanga a distanza. Può analizzare quelle cose da qui?"
"Ci sto provando."

Il russo osservò il collega concentrarsi sul tricorder, ma non perse di vista la creatura che non pareva più così desiderosa di avvicinarsi. Il brulicare delle entità che la componevano era aumentato gradualmente durante il percorso verso la radura ed era diventato sufficientemente disgustoso da non prospettare nulla di buono. Per nessuno.

"La struttura esterna sembra essere composta da un qualche genere di lega simile al duranio. Non riesco a scansionare l'interno. Sembra sia schermata."
"Sembra complessa per essere stata costruita da quelle cosette..." il russo piegò il capo verso la creatura comporta di ragni, indicandola al collega.
"Sì. Inoltre emette un qualche genere di segnale di disturbo. Il raggio e molto limitato e non sembra influire sui nostri apparecchi."
"E allora su cosa?"

Tynan alzò gli occhi sul capo della sicurezza, le sopracciglia aggrottate dietro la maschera della tuta.

"Non saprei, forse..."

=^= Enizia a Vokoff =^=
=^= Qui Volkoff. =^=

La voce di Enizia, proveniente dal comunicatore era bassa e distorta, ma comprensibile.

=^= Tenente, state bene? Abbiamo avuto parecchie difficoltà a contattarvi nell'ultima mezz'ora. =^=

Volkoff e Tynan si scambiarono un'occhiata.

=^= Stiamo bene, Capitano. Sono accadute alcune cose che di certo troverà interessanti. Ma non abbiamo ancora trovato il consigliere Bhreel. =^=
=^= E' questo il punto, tenente. Non la troviamo neanche noi. =^=


Torna all'indice


04.05 - Il misterioso caso delle cellule stellate

Autore: Capitano Suri figlia di Kellam

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 03.52


=^= Tenente, state bene? Abbiamo avuto parecchie difficoltà a contattarvi nell'ultima mezz'ora. =^=
Volkoff e Tynan si scambiarono un'occhiata.
=^= Stiamo bene, Capitano. Sono accadute alcune cose che di certo troverà interessanti. Ma non abbiamo ancora trovato il consigliere Bhreel. =^=
=^= E' questo il punto, tenente. Non la troviamo neanche noi. =^=

Strano che i Fulvi non si fossero ancora fatti vivi. Blu e Rosso

Non poteva essere vero. Doveva esserci un errore, da qualche parte. Il comandante Tynan sollevò la mano all'orecchio e picchiettò leggermente nel punto dove si trovava l'auricolare della tuta protettiva:
"Capitano? Chiedo conferma... Non rilevate la presenza del consigliere Bhreel?" - domandò.
=^= Affermativo, comandante - rispose la voce del capitano Enizia - Sul pianeta, i sensori non trovano più traccia di una trill congiunta. =^=
Nella mente di Brennon scorsero freneticamente mille possibili risposte e mille possibili dubbi. I sensori? Non potevano guastarsi insieme i sensori di tutte e due le navi. Timeran poteva essere caduta in una grotta profonda? Non aveva visto affioramenti rocciosi durante la corsa nella foresta, ma non poteva escluderlo. E se ci fossero stati dei giacimenti di kelbonite, lì intorno? Avrebbero schermato i sensori... Ma comunque sugli schermi sarebbero comparse delle zone bianche. Invece, tutto quello che veniva rilevato dal suo tricorder erano le emissioni radio dei ragni.
Volkoff si era girato verso la creatura ondeggiante:
"Se solo potessimo parlare con loro..." - borbottò il russo.
"Non credo che i ragni abbiano a che fare con la scomparsa del consigliere" - disse Tynan.
"E come fa a saperlo? - ribatté l'altro, poi scrollò le spalle - Può darsi... Ma magari potrebbero dirci che cosa sta succedendo qui e che cosa sono questi affari" - accennò alla struttura metallica.
Brennon manovrò sul suo tricorder:
"Non trovo tracce del DNA del consigliere - disse - Non credo che sia passata da qui, nella sua fuga"
"Questo avrei potuto dirglielo io... - disse Volkoff -Non c'è modo per un umanoide di passare attraverso erba così alta senza lasciare almeno qualche stelo schiacciato... Qui ci siamo solo noi e quella creatura."
Tynan sospirò:
"Se non riescono a trovarla con i sensori di due navi della Flotta Stellare, non credo che ci riusciremo neanche noi. Penso che l'unica cosa da fare è scoprire il piu' possibile su questo posto. Soprattutto, se c'è qualcun altro, a parte quei ragni"
Gettò un'occhiata verso la creatura, che continuava a mantenere la sua evanescente forma umanoide. Sembrava osservare, in attesa di qualche reazione da parte loro. O da parte della struttura? Scosse la testa, e azzardò qualche passo in direzione della struttura, tenendo alto di fronte a sé il proprio tricorder.
"Cosa fa?" - domandò Volkoff, allarmato.
Gli fece cenno di restare dov'era:
"Non so se quell'arnese sia un pericolo o meno, ma ho bisogno di avvicinarmi per fare qualche rilevazione - disse - Da qui non riesco ad avere una visuale completa. Confrontare il manufatto con quelli presenti nel database della Flotta Stellare potrebbe darci qualche indizio sulla sua funzione"
"O se ha qualcosa a che fare con gli strani comportamenti dei nostri compagni di viaggio - assentì Volkoff, con una smorfia - Va bene, ma non si avvicini troppo. Dirò al teletrasporto di stare pronti a portarci a bordo in ogni momento. Io intanto continuo a tenere d'occhio la creatura"
Il trill avanzò verso la struttura, un passo dopo l'altro, osservando i dati che scorrevano sul piccolo schermo del tricorder. Arrivò alla prima piattaforma e si chinò a controllare il treppiede su cui poggiava. Il duranio di cui era composto non mostrava alcun segno di usura o di esposizione alle intemperie.
"Qualunque cosa sia, è molto recente - concluse - E' stato costruito da qualche mese al massimo. E poi..."
Tynan colse un movimento o forse una luce improvvisa. Sentì Volkoff emettere una esclamazione di sorpresa. Si voltò d'istinto, in tempo per vedere la creatura che si dissolveva, come disfacendosi in mille rivoli, mentre i ragni lasciati liberi fuggivano in tutte le direzioni. La radura era immersa in una luce rossa lampeggiante. Sporgendosi vide che brillava dalla sommità del manufatto.
"Via!- urlò Volkoff, premendo il comunicatore - Baffin, teletrasporto d'emergenza! Tynan, venga via di là!"
Il trill non se lo fece ripetere. Corse via, sentendosi addosso il calore della emissione luminosa. Corse, finché il suolo non scomparve da sotto i suoi stivali e la radura illuminata dalla luce sanguigna non sfumò in un nugolo di particelle. La corsa lo fece cadere in avanti, scivolò, si ritrovò con la faccia a terra... Ma non era terra: era freddo, duro come metallo. Anche la luce era fredda.
Avvertì delle voci. C'era qualcuno accanto a lui, qualcuno con un respiro pesante. Il suo volto era familiare. Parlava, ma non riusciva a capire che cosa stesse dicendo. Provò a ripetere i suoni, cercando di afferrarne il significato:
"Sta... Bene?"

USS Baffin - Infermeria - 11 Gennaio 2395 - 04.05


"Non si è mai tolto la tuta protettiva, dottore!" - disse Volkoff.
"Questo vuol dire solo che dovrò esaminare anche lei, comandante!" - ribatté il dottor Maurian. Il francese aveva dovuto sedare il comandante Tynan per poterlo distendere sul bioletto dell'infermeria. Allungò una mano verso il carrello ed afferrò i piccoli sensori del monitor neurocorticale, per applicarlo sulle tempie del trill. Le macchie sulla fronte dell'uomo sembravano quasi sbiadite sul cuscino del bioletto.
"Ma io non ho alcun sintomo! - protestò il russo - ed ero abbastanza lontano dalle emissioni di quella struttura, quando hanno iniziato a lampeggiare"
"Può darsi. Ma io devo comunque sottoporla a controlli." - il dottore accennò ad una dei suoi assistenti di stendere il russo sul bioletto accanto, mentre lui continuava ad esaminare l'ufficiale scientifico della Curie. L'assistente si avvicinò, con una espressione decisa dipinta in faccia:
"Andiamo, comandante! Non vorrei dover ricorrere alla forza" - Volkoff misurò la piccola cinese che aveva parlato. Certo, era carina - l'aveva già notata a bordo - ma con tutti i tacchi gli arrivava si e no alla spalla:
"La forza di chi?" - domandò sardonico.
"Dei regolamenti della Flotta che prevedono che un ufficiale non possa riprendere servizio se il medico incaricato non ha dato l'ok!" - ribatté la ragazza, spingendolo verso il bioletto ed afferrando un tricorder medico. Il russo dovette cedere, andando a stendersi dove gli era stato indicato.
Si girò, sentendo aprire le porte dell'infermeria. Fece per alzarsi, vedendo il capitano:
"Come sta?" - domandò Enizia, avvicinandosi.
"Io bene, capitano! - rispose Volkoff - Tynan, invece..."
"Non lo so ancora, capitano - intervenne l'assistente medico - Ho appena iniziato l'esame. E non lo finirò mai, se non sta fermo e buono sul bioletto!"
Volkoff le lanciò un'occhiata ferale, ma si costrinse a stare zitto. Enizia si avvicinò al dottor Maurian:
"Può dirmi qualcosa?"
Il dottore scosse la testa:
"Non posso essere sicuro di niente, al momento. Ho prelevato i dati del comandante Tynan dalla cartella clinica conservata nel database della Curie. Confrontandoli con i dati del primo esame, ho notato che ci sono delle modifiche alle cellule stellate interne del cervelletto. Il cervelletto è la parte del sistema nervoso centrale più coinvolta nell'apprendimento, nel controllo motorio e nel linguaggio..."
"Sono danni permanenti?"
"Non credo, anche perché Tynan è un trill congiunto. I legami sinaptici con il suo simbionte ad un primo esame risultano intatti, ed il simbionte, dal canto suo, non sembra essere stato toccato da... - esitò - qualunque cosa abbia causato la modifica alle cellule stellate del cervelletto. Il nostro ufficiale scientifico ha la fortuna di possedere un backup della sua memoria personale" - disse.
Il capitano stava per aggiungere qualcosa, ma venne richiamata dal suono del suo comunicatore:
=^= Capitano Suri a capitano Enizia =^=
"Qui Enizia" - la donna rispose.
=^= Come dicevano sulla Terra, ho una buona notizia ed una cattiva, capitano - disse la voce dell'altra - La buona notizia è che il reparto isolamento sulla Curie è stato approntato a tempo di record: prima delle 24 ore che pensavamo occorressero. E che abbiamo iniziato immediatamente a riportare a bordo il personale contagiato =^=
"E la cattiva notizia?"
=^= Anche qualcuno degli uomini che abbiamo inviato giù per controllare gli ammalati ha iniziato a comportarsi in maniera... - Volkoff poteva percepire l'esitazione - Inconsueta. Le tute protettive purtroppo non sono riuscite ad impedire il contagio. =^="
"Anche il comandante Tynan è rimasto contagiato - disse Enizia - Il dottor Maurian lo sta esaminando in questo momento."
=^= Mi faccia sapere se il dottore riesce a trovare una cura. Suri, passo e chiudo =^=
Enizia si rivolse al dottore:
"Allora, dottore?"
"Non conoscendo le cause della malattia, non sono in grado di formulare una diagnosi. In questo momento, sto procedendo alla cieca. L'unica cosa che mi viene in mente è stimolare le sinapsi del comandante, in modo che il simbionte possa riscaricare le sue memorie nella mente del trill"
Dette un'occhiata al suo assistente più vicino:
"Stimolatori corticali - ordinò - carica a 150"
Volkoff si tese a guardare, ignorando l'assistente medico che non aveva smesso di esaminarlo. Vide il corpo dell'ufficiale scientifico venire scosso da un violento sobbalzo.
"Ancora - ordinò Maurian dopo un istante - Carica a 200!"
Il corpo di Tynan venne scosso nuovamente. Volkoff si tirò su a sedere sul bioletto per poter spiare l'espressione del dottor Maurian mentre controllava i dati che scorrevano sul monitor.
"Novità?" - Volkoff non riuscì ad impedirsi di domandare.
"Non posso dirlo con certezza, ma sembra che il simbionte stia reagendo. I legami sinaptici con Tynan hanno aumentato la loro attività del 200 per cento... Le cellule stellate si stanno connettendo, anche se in maniera differente dai tracciati contenuti nella cartella clinica. Ma non potremo sapere se sta bene finché non l'avrò risvegliato dalla narcosi"
Andò a prendere un ipospray da un carrello vicino, lo caricò con una fiala di liquido chiaro, quindi lo premette sul braccio dell'ufficiale scientifico. Il russo si sporse a cogliere un movimento sul volto del trill, quindi vide le labbra muoversi appena ed emettere un suono simile ad un lamento Dopo qualche istante, Tynan aprì gli occhi. Girò la testa, come se facesse fatica ad inquadrare le persone che aveva accanto.
"Comandante...? - fece Maurian - Riesce a dirmi il suo nome?"
"Io... Io non capisco..."
"Mi dica il suo nome - ripeté il dottore - Come si chiama?"
"Tenente comandante... Brennon Boram Tynan..."
Un sorriso illuminò il volto del francese:
"Sa dove si trova?"
"Io... La testa mi fa male.. Ma non capisco... Perché parlate tutti insieme?"

USS Curie, Sala riunioni 1 - 11 Gennaio 2395 - 05.50


"Telepatia?"
La sala riunioni 1 sembrava insolitamente vuota. Non c'era Thomas Pierce, ricoverato in isolamento, come pure la sua fidanzata, la dottoressa Fuentes... Anche il comandante Volkoff era dovuto rimanere in infermeria, per accertamenti. Mentre il consigliere Bhreel risultava ancora dispersa.
Adesso, erano solo loro due: Suri ed il capitano Enizia. La donna aveva un aspetto stanco, di chi aveva dormito troppo poco nelle ultime ore. Il suo volto esprimeva una evidente preoccupazione:
"Si, capitano - rispose Enizia - Tynan continua a sostenere di sentire le voci di chi lo circonda nella sua testa..."
"Avrebbe senso, tutto sommato - rifletté Suri - Le radiazioni di quel manufatto che ci è stato descritto da Volkoff potrebbero aver causato un ricombinamento delle sinapsi del cervelletto. Gli studi più recenti sulle popolazioni che comunicano in via telepatica sostengono che abbia sede appunto nel cervelletto. Chiederò ai medici che si stanno occupando delle persone in isolamento di provare ad utilizzare gli stimolatori corticali"
Enizia scrollò la testa:
"Non possiamo sapere, purtroppo, se la cura che è stata tentata sul comandante Tynan possa essere applicata ad altri. Tynan ha - così si è espresso il dottore Maurian - una sorta di backup continuo delle sue memorie"
"Il suo simbionte"
"Esatto. Non è detto quindi che la stimolazione corticale sia in grado di far recuperare all'equipaggio la memoria o la coscienza di sé"
Enizia scosse la testa:
"Abbiamo fatto un grave errore ad autorizzare il personale a scendere a terra. Adesso... Immagino che sappia quello che voglio dire"
"Credo di si... Se non dovessimo recuperare quelle persone, non avremo abbastanza personale per governare le due astronavi. Dovremo trasportarci su una sola di esse..."
"E far esplodere l'altra - completò Enizia, fissando dritto negli occhi il capitano Suri - Dovremo far esplodere la Curie"


Torna all'indice


04.06 - Il mondo sotto

Autore: Tenente Piotr Alexei Volkoff

USS Baffin, Infermeria - 11 Gennaio 2395 - 06.30


"E perché la Curie, fra le due?" chiese il Dottor Maurian guardando Enizia.

Il Capitano della Baffin e l'ufficiale scientifico Sorin, si trovavo li per porre delle domande all'ufficiale scientifico della Curie. Enizia sperava che Sorin potesse aiutare Tynan ha controllare quella improvvisa capacità telepatica che lo stava facendo impazzire.

"Secondi i protocolli è stato deciso che, essendo noi in un territorio ostile, è necessario proteggere prima di tutto i membri della flotta nel viaggio a venire. Essendo la Baffin la nave meglio armata è la scelta più sicura."

Tynan sorrise percependo i pensieri di orgoglio e soddisfazione che Enizia provava per la sua nave.

"Capisco... comunque Capitano la risposta al suo quesito è no. Nessuno degli altri può essere trattato come abbiamo fatto con il comandante."

"Immaginavo... - borbottò Enizia sbuffando - Comandante Tynan pensa di poter comunicare con quegli esseri nello stato in cui si trova? Le sue nuove facoltà potrebbero aiutarci a fare qualche piccolo passo avanti."

"Non lo so Capitano" rispose lui sovrappensiero "La possibilità c'è..."

"Semprechè migliaia di ragni che pensano tutti insieme non lo facciano impazzire!" commentò Volkoff appoggiato alla parete.

"Già. Che idea vi siete fatti al momento?"

"La situazione è abbastanza complessa. Qualcosa ha trasformato i nostri uomini in una loro versione primitiva. Non sono state riscontrate tracce di agenti atmosferici o radiazioni che possano aver provocato tale evento - Tynan sembrava rilassato ora che erano tornati nel suo campo e una nuova luce ardeva nei suoi occhi - Secondo. Una razza vive sul pianeta, una sorta di comunità di aracnidi camaleontici che sembrano riuscire ad unirsi fra loro fisicamente e mentalmente fino a creare una sola entità molto più intelligente dei singoli individui."

"Terzo. - intervenne Sorin - La squadra del tenente Volkoff ha trovato degli emettitori di strana natura e funzione la cui costruzione non può essere attribuita ai ragni."

"Come può esserne certo signore?" chiese il russo

"Principalmente perché secondo il vostro rapporto, la creatura è fuggita prima dell'emissione di quel raggio come se ne avesse paura. Inoltre delle creature che possono costruire quei congegni si suppone costruiscono anche altre cose. Mezzi, comunicatori, abitazioni. Sul pianeta non c'è niente di tecnologico tranne quei congegni. Fra parentesi ne abbiamo trovati altri. L'intero pianeta è disseminato di quelle strutture ad intervalli regolari."

"Quindi c'è qualcun altro. Qualcuno che potrebbe aver rapito il Comandante Bhreel?" propose speranzosa Enizia.

"Non posso ne confutare ne smentire." rispose freddo il vulcaniano "Ma la possibilità c'è."

Flashback - Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 03.37


"Io... cosa?" domandò, la voce gracchiante e rasposa. Parlare le costava uno sforzo maggiore di quello che avrebbe dovuto.
"Riesce ad aprire gli occhi?" riprese la voce
Timeran li aprì.

L'immagine che Timeran si trovò davanti, via via che i suoi occhi si abituavano alla luce, sembrava nata dai suoi peggiori incubi. Un essere che di umano non aveva niente, tranne che la voce, si stagliava sopra di lei.

"Mi capisce?" chiese la creatura emettendo poi dei suoni simili a fischi diretti a qualcuno alle sue spalle.

"Si..." mormorò il consigliere reprimendo un brivido di disgusto e concentrandosi per cercare di ritrovare la calma e la professionalità che la contraddistinguevano. Dopotutto era un consigliere e un diplomatico, aveva sempre a che fare con razze diverse, alcune delle quali non troppo affascinanti. Ma i ragni... sia Timeran che il suo simbiote Bhreel sembravano condividere un'avversione totale per quelle creature. Trovarsene davanti una di un metro e settanta poteva ledere l'autocontrollo di chiunque.

L'essere non era nemmeno umanoide. Aveva un epistosoma di circa due metri con un diametro al centro, nella parte più larga, di un metro, sorretto da due paia di zampe. Il cefalotorace o almeno quello che sembrava tale, era posto quasi verticalmente ed era sormontato da quella che, a tutti gli affetti, si poteva indicare solo come una testa. Altre due zampe, più fini e corte di quelle che lo sorreggevano, erano poste quasi all'altezza delle spalle in un umanoide e sembravano fungere da braccia.
Gli ocelli della creatura, otto in tutto e posti simmetricamente ai lati della testa, erano dotati di meccanismi di protezioni simili a occhiali multifunzionali mentre all'altezza della bocca aveva una mascherina di plastica trasparente.
Il tutto era coperto da placche chitinose di colore giallo rossiccio.

Il comandante Bhreel sentì la pelle accapponarsi lungo tutta la schiena, questo le diede l'impressione di centinaia di ragni che camminassero lungo la sua spina dorsale, fantasia che andò ad acuire ancora di più la sensazione.

"Mi capisce?" ripeté l'essere toccando con una delle 'braccia', terminante con una punta fine come un aculeo, un pulsante della visiera.

Il consigliere fece cenno di si con la testa, poi decise che un cenno poteva anche non avere senso per quelle creature e quindi dette voce alla risposta "Si, la capisco..."

"Si alzi lentamente, potrebbe avere problemi di equilibrio."

Bhreel eseguì e si guardò attorno. La stanza sembrava un infermeria. Le dimensioni erano enormi rispetto a quelle a cui era abituata. Si rese conto che l'impressione era data dalla distanza che intercorreva fra i mobili, distanza necessaria a far passare i corpi di quegli esseri.

"Che diavolo è lei?" chiese l'essere. "Che cos'è un diavolo?" Domandò subito dopo sorpreso.
Il consigliere lo guardò allibita e l'essere si affrettò a spiegare.
"Il nostro traduttore - disse toccandosi la visiera - è collegato con la nostra corteccia celebrale. Io parlo, lei recepisce il messaggio e nel suo cervello si formano delle immagini che mi lasciano capire cosa intende lei. Se io dico ad esempio 'letto' vedo nei suoi pensieri un oggetto rettangolare atto a distendere il suo corpo per riposare. Noi non usiamo niente del genere quindi non potrei capire di cosa parla senza leggere i suoi pensieri."
"Quindi siete telepati... affascinante. Qual'è il suo nome?" Rendendosi conto che dal punto di vista psicologico si sentiva una vittima, Bhreel era passa al contrattacco cercando di prendere in mano la situazione.
Il traduttore emise una serie di fischi e lamenti, come un antico modem che cercasse di sintonizzarsi.
L'essere scosse la testa. "Mi dispiace ma credo che questo non possa essere tradotto. Può chiamarmi professore... ecco si questo sembra funzionare."
"Bene professore, io sono in Comandante Timeran Bhreel Legen della nave stellare Curie. Immagino che i nomi non abbiano una traduzione quindi può chiamarmi Comandante. E rispondendo alla sua precedente domanda, i diavoli sono degli esseri umanoidi tratti dalle mitologie di molti pianeti. O dalla religione, dipende a chi fa la domanda. Quel termine spesso viene usato come rafforzativo." Pian piano la sicurezza del Consigliere prendeva sempre più piede e nonostante il disgusto che provava per i ragni, si impose di essere professionale.

"Interessante. Adesso mi dica, cosa ci faceva su..." una serie di fischi sostituì la parola seguente e l'essere passo ad un più generico 'pianeta' per chiarire il concetto.

"E' una lunga storia. Tutto è iniziato..."

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 07.25


"Immagino che con Volkoff si sentisse più tranquillo" commentò il capo della sicurezza della Curie con tono fra il divertito e l'offeso.
"Non me ne voglia signor Jenkins ma Volkoff ha una stazza più rassicurante. Ma sono certo che in quanto a sicurezza lei è capace quanto lui. Stia qui e mi guardi le spalle per favore..." ordinò Boram avvicinandosi alla creatura che da poco si era formata attingendo dallo sciame di ragni calati dagli alberi. Per un attimo ebbe la visione del suo sedere e capì che la Jenkins stava guardando quello e non le spalle. Sorrise divertito.

L'essere aveva di nuovo una conformazione umanoide. Un misto di terrore e curiosità scientifica lo investiva ogni volta che posava gli occhi su quella strana entità.

"Mi capite?" Chiese cercando di inviare un pensiero con la stessa intensità con cui scandiva le parole.

"Ti capiamo..." la voce dell'essere nella sua testa era ronzante. Come milioni di voci che parlano all'unisono. Il primo dubbio sorto durante la riunione era che milioni di ragni equivalessero a milioni di pensieri, il che avrebbe portato il trill alla pazzia. Ma secondo Sorin, il quale gli aveva comunque insegnato alcune tecniche basilari vulcaniane per controllare la propria mente, i ragni unendosi avrebbero condiviso i pensieri formando una sola mente.

"Non siamo qui per fare del male al vostro popolo, non sapevamo che questo mondo fosse abitato."
"Ne siamo consapevoli." rispose l'essere
"Sapete cosa è successo hai nostri compagni?" l'essere parve dubbioso. Lo scienziato si rese conto che quegli esseri erano talmente diversi da loro che non potevano capire in cosa differiva il loro comportamento dallo stato normale.
"Sapete chi ha costruito quelli?" provò con qualcosa di più semplice.
"I Fulvi." non fu una vera e propria parola, più un concetto. L'abbinamento di un colore, il giallo rossiccio, ad un pericolo.
"E chi sono?" anche a questa domanda l'essere non aveva una risposta.

Sapevano solo che i Fulvi provocavano dolore alla sua gente. I raggi che uscivano ad intervalli regolari dalle strutture mandavano la loro mente in confusione portandone alcuni alla morte e altri alla follia. Loro li consideravano dei distruttori che attaccavano le colonie di suoi simili in ogni parte del pianeta, senza un motivo, senza un tentativo di comunicare. Un genocidio senza nessuna ragione.

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - Il mondo interno - 11 Gennaio 2395 - Contemporaneamente


Bhreel guardò dove il professore stava indicando.
L'enorme caverna nella quale la città si trovava era illuminata come una giornata di sole del pianeta sovrastante e si estendeva a perdita d'occhio.
Il mondo di quegli esseri era un intricato reticolo di gallerie, solcate da treni ad alta velocità, che collegavano le caverne in ognuna delle quali, enormi città erano state costruite con una tecnologia all'avanguardia che poteva rivaleggiare tranquillamente con quella della Federazione. Mentre le razze di altri mondi avevano guardato allo spazio per le loro esplorazioni, questi esseri avevano fatto l'opposto.

"Sono bellissimi, ma perchè vivete nel sottosuolo? Il vostro mondo è meraviglioso." chiese la trill ammirando i giardini di cristallo che il professore gli indicava.
"Secondo gli storici anticamente siamo stati attaccati da una razza proveniente dalle stelle, esseri di carne e metallo che cercarono di conquistarci. Iniziò da lì il nostro viaggio verso il centro della terra. La nostra tecnologia si è sviluppata per scavare e non per volare. Un vecchio detto recita: 'Se gli dei avessero voluto farci volare ci avrebbero donato delle ali'".
"A quanto pare quel detto ha viaggiato per tutto l'universo" rispose divertita la donna. Bhreel con un brivido si rese conto che solo una razza in quel quadrante poteva essere definita di 'carne e metallo' e capì immediatamente perchè quel popolo avesse scelto di scendere all'interno del pianeta per nascondersi.

"Adesso veniamo a noi... secondo quello che ci avete raccontato, altri esseri come lei sono stati cambiati dai nostri congegni sul pianeta."
"Penso di si, anche se in realtà non so cosa sia successo la sopra. Ho solo vaghi ricordi, alcuni dei quali piuttosto imbarazzanti." Per un attimo ebbe la visione di Thomas e Luz che si accoppiavano in maniera animalesca di fronte a tutti i presenti come se la cosa fosse naturale per il loro stato di regressione. "Come siete riusciti a farmi tornare in me?"
"Grazie all'essere che porti in grembo. Non avevo mai sentito di creature che portassero i propri figli internamente."
"Figli?" per un attimo il consigliere rimase basita ma poi la comprensione arrivò "Non è mio figlio. E' un simbiote. - sorrise divertita dalle sensazioni di offesa che provenivano dal simbiote Bhreel - Sul mio mondo esistono due razze ben distinte: gli ospiti, cioè noi, e i simbioti di cui noi ci prendiamo cura. Credo che sia un po' troppo complicato da spiegare ma puoi considerarci una sola entità."
"Affascinante!" commentò l'essere "Comunque avevamo riscontrato alcuni problemi alle vostre cellule neurali ma grazie alla creatura che porti in grembo siamo riusciti a riattivare i tuoi percorsi cognitivi. E' una procedura molto semplice, possiamo spiegartela in maniera da guarire gli altri membri del tuo equipaggio." l'essere pareva soddisfatto di poter aiutare ma la donna non era così contenta.

"Allora c'è un problema..." commentò spaventata, possibile che i suoi compagni sarebbero rimasti per sempre in quelle condizioni?


Torna all'indice


04.07 - Diplomazia

Autore: Tenente Comandante Luz Fuentes

Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - Il mondo interno - 11 Gennaio 2395 - ore 07.35


Timeran si rese conto all'improvviso che doveva comunicare col suo Capitano: l'incontro con questa nuova razza, pacifica ed avanzata, era cominciato col piede sbagliato e lei e i suoi compagni ne avevano subito le conseguenze causate dall'ignoranza. Adesso, però, con le informazioni in suo possesso, potevano dare una svolta a questo incontro, quindi era prioritario parlare con Suri e chiese al Professore:
"Avete un modo per comunicare con l'esterno?"
L'aracnide, avendone letto i pensieri, conosceva le sue intenzioni e le approvava, ma non potè esserle d'aiuto.
"Mi spiace Comandante, ma tutti i nostri segnali sono diretti all'interno del pianeta, per evitare che i nostri antichi invasori possano scoprirci ed attaccarci di nuovo."
"Allora devo tornare sulla superficie: una volta fuori ci penseranno loro a rintracciarmi. Vuole accompagnarmi? Credo che il mio Capitano sarebbe onorata di fare la sua conoscenza!"
"Considerando la sua reazione quando mi ha visto la prima volta, credo che sia opportuno che sia lei a parlare di noi ai suoi simili, dopo di che potremo organizzare un incontro e saremo lieti di collaborare per trovare un modo d'aiutare chi è rimasto vittima dei nostri congegni."
"Grazie Professore: potete riportarmi nel punto esatto dove mi avete trovato?"
"Certamente e darò ordine di disattivare i congegni in quel settore, così da poter essere usato come base per gli incontri tra i nostri due popoli."
"Molto bene. Allora dopo che sarò uscita ci incontreremo lì tra due ore." Disse Timeran cercando di visualizzare un concetto di tempo che l'alieno potesse paragonare ai loro standard temporali.
"D'accordo Comandante, ho capito: tra due ore allora e porti le nostre scuse al suo Capitano per li danni che vi abbiamo causato, anche se inconsapevolmente." Quindi fece un cenno ad un essere simile a lui ma più piccolo e dai colori più vivi, probabilmente un giovane allievo, che l'aveva seguito per tutto il tempo e a cui diede l'incarico di riaccompagnarla in superficie.

Superficie del pianeta - dieci minuti dopo


Tynan stava ancora parlando con la forma aliena per cercare di ottenere maggiori informazioni riguardo a questi misteriosi Fulvi, ma era davvero poco quello che era riuscito a sapere. Improvvisamente la forma davanti a lui cominciò ad ondeggiare e, velocemente come si era formata, si dissolse e tutti i ragni che la formavano si dileguarono nel folto della foresta. Il trill si portò le mani alle tempie e si piegò sulle ginocchia col volto segnato dalla paura: Jenkins preoccupata gli fu accanto in un baleno e gli si accucciò di fianco.
"Tynan che succede? Tutto bene?"
"Paura, anzi terrore cieco: sto sentendo la paura di tutti quegli esseri...ed è sconvolgente."
Il sesto senso del Capo della Sicurezza della Curie la fece scattare, come una molla, in piedi col phaser sguainato davanti a sé. Visto la paura che i ragni avevano dei Fulvi, l'unica spiegazione possibile alla loro fuga precipitosa, doveva essere che uno di loro fosse nelle vicinanze.
"Coraggio, cerchi di reagire." Disse la donna sostenendo Tynan per un braccio e tenendolo dietro di lei.
=^= Jenkins a Curie: registrate delle presenze aliene vicino a noi?=^=
=^=Verifichiamo, ma tutto è tranquillo.=^= rispose Suri con il suo solito tono pacato.
=^=I sensori non segnalano niente...un momento...E' apparso un segnale a circa dieci metri a sud della vostra posizione.=^=
=^=I Fulvi?=^= chiese Tynan che nel frattempo si era riavuto dallo choc emotivo dato dal contatto telepatico con gli alieni.
=^= No: è il Consigliere!=^= rispose Suri con una lieve traccia di sollievo nella voce.

USS Curie - Sala riunioni 1 - 11 Gennaio - ore 08.40


Gli ufficiali superiori delle due navi, scampati alla regressione, erano tutti riuniti attorno al tavolo della Sala Riunioni della Curie: avevano ascoltato attenti il racconto del Consigliere Bhreel del suo incontro con gli abitanti del pianeta e di come l'avevano guarita da quello stato primitivo in cui era caduta assieme agli altri sbarcati sul pianeta. La trill aveva appena finito il rapporto con l'offerta da parte del Professore di un aiuto per cercare di far rinsavire anche gli altri e dell'appuntamento che aveva fissato con l'aracnide gigante. Improvvisamente Tynan la interruppe.
"Mi dispiace Consigliere, ma non credo che il suo Professore sia così buono come vuole farci credere: ho sentito direttamente quello che fanno ai ragni di superficie condividendone i pensieri e il terrore e non penso che ne siano inconsapevoli." Disse Boram ricordando ancora con disgusto gli episodi che aveva condiviso con la mente collettiva.
Timeran stava per replicare, ma fu Suri ad intervenire.
"Signori siamo arrivati su questo mondo credendolo disabitato, perché stoltamente tendiamo a pensare che la vita intelligente si possa manifestare solo in forma umanoide. Invece, qui abbiamo trovato ancora una volta, la dimostrazione di come le infinite diversità possano portare ad infinite forme di evoluzione e la nostra ignoranza al riguardo, non ci può permettere di essere giudici verso la storia di una razza di cui non sappiamo niente."
"Suri ha ragione." Commentò Enizia flettendo lievemente le antenne." Credo che l'incontro proposto dal Consigliere sia la soluzione migliore per avere delle risposte."
"Molto bene: allora con me scenderanno Tynan, Bhreel e Volkoff. E Signor Brown lei sarà dei nostri per studiare da vicino i congegni che hanno causato l'infermità dei nostri colleghi, nella speranza che i dati tecnici che il Professore ha promesso di fornirci, siano d'aiuto. Capitano Enizia è d'accordo?"
"Ottimo: Samak, con una squadra di sbarco, monitorerà l'area con una navetta. Se dovesse esserci del pericolo sarà più facile recuperare i vostri segnali e portarvi via."
"Non ce ne sarà bisogno: gli abitanti di Sa'g sono un popolo civile e pacifico, certo dall'aspetto non si direbbe.." ribattè Timeran ricordando il terrore che aveva provato la prima volta che aveva visto il professore chino su di lei.

Pianeta Sa'g IV - 11 Gennaio - ore 9.40


Il gruppo della Flotta si materializzò nel punto dove era ricomparsa Timeran: tutto era silenzio, rotto solo dallo stormire delle piante accarezzate da una lieve brezza.
"A quanto pare siamo in anticipo!" disse Volkoff mentre scrutava con occhio esperto la zona intorno a loro.
"Abbiate pazienza: il concetto di tempo loro è diverso dal nostro e non so se sono riuscita a spiegarglielo in modo esatto." Rispose Timeran.
"No Comandante è stata molto chiara: bentornata e benvenuti ai suoi colleghi!"l'alto aracnoide si affacciò da un'apertura nella parete della collina davanti a loro, che era rimasta invisibile sino a quel momento.
Suri rimase impassibile, mentre Tynan s'irrigidì, avendo ancora nella mente le immagini viste nei pensieri dei piccoli ragni. Volkoff si mise in posizione di guardia, mentre Brown esclamò "Che mi venga un accidente!" alzando gli occhi per guardare quella che doveva essere la testa del Professore: i ragni non l'avevano mai spaventato, ma quello...

USS Curie - Infermeria - ore 10.00


Il Dottor Maurian s'era trasferito sulla Curie per studiare da vicino i membri dell'equipaggio regrediti ad uno stato primitivo e per essere pronto non appena dalla superficie fossero arrivati dei dati utili a curarli. Aveva fatto trasportare la Dottoressa Fuentes in infermeria, approfittando di un momento in cui s'erano addormentati, per poter eseguire una serie di esami possibili solo lì. La cosa aveva causato però, una reazione estremamente violenta da parte di Pierce, quando svegliandosi non aveva trovato la sua compagna vicino a lui, tanto che gli uomini di guardia alla zona d'isolamento avevano dovuto sedarlo.
Anche la Dottoressa era stata sedata per permettergli di fare gli esami necessari, senza spaventare troppo la donna: adesso così sdraiata sul bioletto, sembrava la solita Luz e Maurian pensò a come sarebbe stato bello se, quando avesse riaperto gli occhi, avesse semplicemente ripreso a parlare riconoscendolo. Il suono metallico che segnalava la fine dell'esame, riscosse il medico dai suoi pensieri, lesse i dati sul monitor e tornò all'ufficio di Luz, che aveva requisito con profondo rispetto per la collega, per confrontarli con calma con quelli che aveva già eseguito su altri contaminati.
Pochi minuti dopo s'alzò, perché un lieve tonfo l'aveva distolto dal suo studio. S'affacciò sull'infermeria e non potè trattenere un'imprecazione quando vide il bioletto vuoto.
"Maurian a Capitano Enizia."
"Dica Dottore." Rispose l'andoriana che occupava al momento il posto in plancia di Suri, non essendo ancora tornata sulla Baffin.
"Ho un piccolo problema: ho perso la Dottoressa Fuentes!" disse afflitto, e aspettandosi una reazione dura da parte del suo Capitano, che rimase stranamente calma e rispose.
"Non voglio sapere come l'ha persa, visto che mi aveva detto che l'avrebbe tenuta sedata. Adesso ci penso io. Jenkins organizzi le ricerche sui ponti in prossimità dell'infermeria: fate attenzione,la Dottoressa sarà spaventata e non voglio che subisca danni ulteriori."
"Sì Capitano, saremo prudenti." Rispose il Capo della Sicurezza della Curie ed uscì dalla plancia.
=^=Enizia ad equipaggio: la Dottoressa Fuentes è fuggita dall'infermeria. Se la incontrate, non l'avvicinate, perchè potrebbe essere pericolosa per lei e per voi, ma segnalate la sua presenza alla Sicurezza. Enizia chiude.=^=


Torna all'indice


04.08 - Affascinante...

Autore: Tenente Comandante Samak figlia di Kum

Pianeta Sa'g IV - Il mondo sotto - 11 Gennaio - ore 9.45


Non appena ebbero finito i convenevoli e le presentazioni di rito, il Professore raccontò velocemente a tutti i federali presentatisi all'incontro quello che aveva raccontato poco prima alla Trill, invitandoli dopo poco a seguirlo nel suo mondo sotterraneo.
L'aracnide non ci mise molto a capire che qualcosa nel suo gentile invito li aveva infastiditi e preoccupati: telepaticamente sentì che erano scortati da altri loro colleghi dal cielo... quindi si fermò, si girò verso Volkoff - da cui aveva percepito la maggiore agitazione - e gli disse di stare tranquillo e di non preoccuparsi, che non gli sarebbe successo nulla...
*sì certo tranquillo, come no * pensò il russo un pochino scettico e avvertì Samak che li stava monitorando dalla navetta che per un po' avrebbe perso le loro tracce: =^= sembra che il loro mondo sia parecchio sotto terra... =^= le disse
=^= Stia tranquillo Tenente - rispose la Vulcaniana - in caso non dovessimo avere vostre notizie per più di 6 ore sapremo dove venirvi a cercare. =^=
Appena chiusa la comunicazione, Volkoff guardò il Professore facendogli segno di via libera.
Già in quei pochi minuti, il Professore ebbe modo di capire lo stato d'animo e l'indole principalmente pacifica di tutte quelle persone, aveva capito che Volkoff era lì per proteggere la sua squadra, aveva capito che Tynan non si fidava per niente di lui e che Brown invece era parecchio incuriosito da tutto quanto. Solo una di loro non era riuscito a capire, la donna che fungeva da Capitano:
*si chiama Suri ma preferisce farsi chiamare Capitano... è uno strano soggetto - pensava - molto intelligente. Anche quando mi ha spiegato e raccontato che gli uomini di carne e metallo esistono davvero, si chiamano Borg e hanno terrorizzato tutti i quadranti di spazio conosciuto, non ho sentito nessuna alterazione nel suo stato emotivo e nel suo inconscio, nessuna paura... sembra quasi una macchina... * Istintivamente il Professore sarebbe stato all'erta davanti ad un essere imperscrutabile come lo era Suri, ma poteva leggere nella mente dei suoi uomini che era pacifica come gli altri e che quindi non aveva nulla da temere da lei...
Non appena tutti furono arrivati 'in salvo' sotto terra, l'aracnide diede subito l'ordine ad un suo sottoposto di ripristinare il funzionamento dei congegni di superficie. Questo fece scattare una molla di rabbia in Tynan e un misto di sospetto e paura, dovuto al suo contatto telepatico con i ragnetti di superficie... Contemporaneamente anche il Professore capì finalmente perché quell'uomo fosse così sospettoso e diffidente nei suoi confronti.
"Penso che sia giunto il momento di spiegarvi un po' di cose." Disse quindi lui rivolgendosi proprio al Trill.
"Sì, lo penso anche io" queste parole avrebbe voluto dirle Tynan - che nel frattempo tentava esercizi di respirazione per calmarsi - ma Suri gliele strappò di bocca, come era giusto che fosse. "Nel frattempo, Professore, il mio Ingegnere Capo - e si girò indicando il Tenente Brown - vorrebbe studiare uno di quegli emettitori per capire come poter riportare allo stato naturale l' equipaggio... se non le dispiace... Ne ha uno da poter smontare e studiare, qui sotto?"
"Certamente - rispose gentile l'aracnide - verrà raggiunto da un nostro addetto agli... uhm scusate non riesco a trovare un termine nella vostra lingua che possa spiegare con efficacia quello che sono... " e fece una pausa. Sembrava quasi stesse aggrottando le sopracciglia nel tentativo di partorire un termine appropriato, ma fu interrotto dal Capitano che gli disse che per loro potevano tranquillamente continuare a chiamarli congegni e che avrebbe preferito accorciare i tempi.
In men che non si dica, l'Ingegnere Capo scomparve in uno dei tanti cunicoli di quel mondo sotterraneo mentre tutto il resto del gruppo raggiunse una stanza che sembrava una sala riunioni...
"Bene signori, a questo punto noi abbiamo deciso di fidarci di voi dal momento che ci siete sembrati una specie intelligente, evoluta e pacifica. Noi, i Fulvi, e i ragni che avete già conosciuto in superficie facciamo parte della stessa specie: i Fulvi appunto. Le nostre femmine depongono le uova che vengono portate in superficie. Qua si schiudono e nascono i nostri successori, i nostri piccoli per dirla con dei termini a voi più comprensibili. Questi devono essere sottoposti ad un lungo periodo di trattamento alla luce del sole che serve a farli crescere e sviluppare: anche se oramai sono secoli che abitiamo il sottosuolo, per nascere e crescere abbiamo bisogno della luce del Sole e di una particolare sostanza contenuta nell'acqua dei ruscelli che non siamo riusciti a ricreare qui sotto. Purtroppo, a questo trattamento necessario per la loro crescita ed anche indolore, abbiamo dovuto far coincidere un secondo trattamento, artificiale. I congegni di superficie ci servono a tenere il loro cervello sotto controllo ed in fase regredita, altrimenti svilupperebbero una coscienza collettiva che potrebbe provocare gravi pericoli a tutta la nostra popolazione... anche vivendo nel sottosuolo. La percentuale dei ragni che riesce a sopravvivere ai trattamenti di solito è molto bassa, siamo sul 25-30% di loro e..."
A queste parole i federali presenti alla spiegazione del professore ebbero un sussulto di sdegno. La stessa Timeran, che aveva accettato di concedere all'aracnide tutta la sua fiducia, non riuscì a trattenersi dall'esclamare:
"Ma questa è una cosa atroce! Caspita! Allora, a voi per nascere e crescere serve la luce e questa sostanza dell'acqua... che probabilmente è l'acqua stessa. Avete paura di tornare a vivere in superficie e siete disposti a sacrificare un numero così elevato di piccoli solo perché volete rimanere in salvo sotto terra? E poi, in salvo da chi?? Dai Borg?? Ma sapete quante civiltà sono state attaccate dai Borg e nonostante tutto sono andate avanti? Sapete quante persone..."
"Comandante - la interruppe il Professore prima che questa potesse finire di parlare - tutto questo è necessario per la sopravvivenza del nostro popolo. Capisco la sua disapprovazione riguardo ai nostri metodi, ho capito che voi non accettate di buon grado quello che non riuscite a capire e quello che non conoscete, ma per noi è essenziale che i nostri piccoli vengano regrediti in modo tale da svilupparsi fisicamente ma non mentalmente..."
"Professore - prese la parola Tynan - non si tratta di non capire o non accettare le diversità - disse con tono di voce tra il risentito ed il polemico - il fatto è che per noi risulta inconcepibile lasciar morire dei piccoli solo perché si ha paura di affrontare la realtà dei fatti... e la realtà dei fatti sembrerebbe quella che il vostro posto su questo mondo sia sotto la luce del sole e non sotto terra..."
Suri intervenne a calmare gli animi dei suoi uomini prima che questi si scaldassero troppo, ricordando loro che non avevano nessun diritto di giudicare o di cercare di modificare le abitudini di una razza aliena, che oltretutto si era dimostrata pacifica con loro, almeno volontariamente.
"Prego Professore - disse così il Capitano - può continuare. Mi interesserebbe capire in che modo avviene la crescita dei vostri piccoli e in che modo poi riuscite a far scomparire gli effetti della regressione una volta che questi sono pronti a diventare adulti."
"Molto bene - riprese la parola l'aracnide -. Non appena i nostri piccoli vengono al mondo iniziano a sviluppare la mente dell'alveare, questo metterebbe in comunicazione loro, i loro sentimenti, le loro sensazioni, con le nostre stesse menti. Fondamentalmente, i nostri avi ci hanno tramandato che questi contatti tra di noi non ci devono essere, il motivo non ci è stato fornito, ma noi pensiamo che sia per evitare che gli alieni riescano a trovarci anche solo catturando uno di loro. Per noi è così da secoli. Quelli che voi chiamate congegni, servono a modificare i loro cervelli in modo da consentirgli di sviluppare una mente ad alveare che gli servirà per inserirsi nella nostra civiltà una volta pronti, ma non tanto potente ed efficiente da mettersi in comunicazione con noi. Questo processo provoca ai piccoli parecchio dolore, soprattutto all'inizio. Ecco perché loro hanno paura di noi e scappano non appena percepiscono la nostra presenza. Poi, appena l'individuo è pronto all'inserimento, viene portato nel sottosuolo: dopo pochissimo tempo non si ricorderà più nulla della sua vita sulla superficie e del dolore subito e contemporaneamente gli effetti dei regressori scompaiono."
"Affascinante" commentò Suri
*Incredibile come i Vulcaniani trovino affascinanti certe cose... * pensarono gli altri tre federali, senza mai condividere il pensiero l'un l'altro.
"Professore, lo sa che anche i Borg hanno una mente ad alveare?" disse Suri all'improvviso, facendo gelare il sangue negli altri tre, che rimasero senza fiato per un attimo.
Per lunghi minuti ci fu del silenzio nella stanza, al Consigliere Bhreel sembrò che Suri e il Professore stessero comunicando telepaticamente tra loro... nessuno ebbe il coraggio di interrompere quel silenzio...

Pianeta Sa'g IV - Il mondo sotto - sala regressori - 11 Gennaio - ore 11.30


Era ormai passata più di un'ora da quando Brown era alle prese con quello strano emettitore. Era una specie di emettitore di segnale con una modulazione molto particolare che non aveva mai visto prima. La frequenza di funzionamento di questo aggeggio era di poco superiore a quella delle microonde, era facile quindi concludere che agissero a livello cellulare nel corpo di un ragno e allo stesso modo nel corpo di un umanoide. Ciascun emettitore aveva una sua modulazione particolare, che a sua volta subiva una modulazione aggiuntiva da ciascuno degli emettitori adiacenti... questo però, glielo riferì l'aracnide che lo stava aiutando col lavoro.
*Proprio un bel casino, credo mi servirà l'aiuto di un medico per studiare meglio l'interazione di questo campo elettromagnetico con il corpo umano* pensò tra sé sconsolato per non poter contare sulla dottoressa Fuentes.
Il Professore gli aveva detto che i Fulvi erano riusciti facilmente a far tornare il Consigliere normale grazie al back up del simbionte... per tutti gli altri membri dell'equipaggio non trill toccava a lui e al dottor Maurian capire come tornare indietro.

USS Curie - Infermeria - ore 14.30


La visita guidata del Capitano Suri e dei suoi uomini si era conclusa da pochissimo, anche Brown aveva finito di registrare le ultime informazioni e chiese il permesso di recarsi in infermeria sulla Curie per iniziare subito a lavorare con il dottore.
Nel frattempo la dottoressa Fuentes era stata trovata che vagava per un corridoio di un ponte più in là rispetto all'infermeria... Maurian, per paura di esagerare, le aveva fatto una dose di calmante che avrebbe calmato la Luz normale, ma quella troglodita si era dimostrata fisicamente più forte ed era riuscita facilmente a liberarsi. Quando Brown arrivò in infermeria si trovò la dottoressa stesa sul bioletto e il dottore concentrato su delle analisi... inutili...
Al contrario dei dati raccolti invece dall' Ingegnere Capo


Torna all'indice


04.09 - Discendenze

Autore: Tenente Comandante Alan Brown

USS Baffin, Alloggi Comandante Brown
11 Gennaio 2395, ore 23:45 - D.S. 72030.11


Come spesso accadeva, nella stanza di Brown l'unica fonte di luce era il bagliore azzurrognolo dello schermo della console e la tenue luce della tastiera riconfigurata per essere utilizzata proprio al buio. Sullo schermo continuavano a vorticare, uno dietro l'altro, strani grafici con puntini luminosi che si collegavano tra di loro in schemi sempre differenti. Alcuni di questi venivano semplicemente ignorati dal computer e sparivano dallo schermo. Altri venivano evidenziati in verde, rimpiccioliti e salvati in un report sulla destra per un eventuale uso successivo: ce ne erano già diverse migliaia. Brown aveva elaborato un programma per l'analisi delle strutture neuronali dell'equipaggio ancora regredito allo stadio primitivo. Sperava di trovare qualche relazione tra il particolare schema di onde radio trasmesse dagli apparati dei Fulvi e gli intrecci delle reti neurali sia dei piccoli Fulvi che degli uomini dell'equipaggio, compresi quelli del Comandante Timeran e della dottoressa Fuentes, registrati dal bioletto dell'infermeria qualche ora prima. Ogni tanto uno schema era evidenziato in rosso e un segnale sonoro veniva emesso per attirare l'attenzione dell'operatore. In realtà in quel preciso istante Brown era appoggiato al banco della sua consolle con la testa tra le braccia che dormiva profondamente. Aveva passato quasi tutto il suo turno di riposo a scrivere il programma e a verificarne il funzionamento. Maria era passata per invitarlo a bere qualcosa, ma Brown aveva tristemente rinunciato: se c'era qualcosa che odiava di più di rifiutare un drink era rifiutare un drink offerto da una bella ragazza. Ma la situazione era diventata troppo grave e doveva essere trovata una soluzione al più presto. Adesso però aveva deciso di riposarsi un po' durante l'elaborazione, lasciando al computer il compito di calcolare i risultati e di estrapolarne una soluzione se possibile.

USS Curie, Alloggi Comandante Timeran
12 Gennaio 2395, ore 7:00 - D.S. 72030.94


"Qualcosa non quadra..." pensava Timeran, "Perché il professore ha detto che i ragni di superficie dovevano essere tenuti nella forma regredita altrimenti avrebbero sviluppato una coscienza collettiva? Hanno già sviluppato una coscienza collettiva! Il Professore non lo sa? La mente dell'alveare..." Timeran rifletteva.
"Il professore era a tutti gli effetti un essere senziente singolo. Era un telepate certo, ma non sembrava connesso ad un alveare o ad una mente collettiva. Se lo era, allora come razza erano più simili ai Borg che a uno sciame di insetti e il Professore era più simile ad una Regina. I piccoli Fulvi invece si organizzavano come un individuo formato da molte parti. Un po' come i Borg..."
Attivò il suo comunicatore "Comandante Tynan mi sente? "
=^= Forte e chiaro Consigliere, come le posso essere utile? =^=
"Avrei bisogno del suo aiuto per capire meglio questo processo che i Fulvi eseguono sui loro piccoli."
=^= Ci stavo giusto lavorando in questo momento, Consigliere. Può raggiungermi al laboratorio 1. Così le mostro una cosa che ho appena scoperto. =^=
"Sarò lì da lei in dieci minuti Comandante, Timeran chiudo."

USS Baffin, Alloggi Comandante Brown
Contemporaneamente


"Vediamo, cara, cosa hai scoperto?"
=^=La risposta in frequenza alla stimolazione cerebellare è una rimodulazione dei percorsi neurali per minimizzare l'insorgere di un segnale di feedback che sia in fase con la portante del segnale principale. =^=
"... e fin qui tutto chiaro. Il risultato però nella maggior parte dei casi mi sembra nefasto."
=^=Nel settanta punto ventidue per cento dei modelli presi in esame, il processo si conclude con configurazioni non compatibili con la vita.=^=
"Vedo. Eccezioni?"
=^=Dall'analisi sulle similitudini delle disposizioni neurali sono risultate emergenti le seguenti distribuzioni...=^= Sullo schermo del computer iniziarono a scorrere alcuni schemi molto elaborati.
"Interessante... Queste configurazioni non mi sembrano per nulla normali. Le dovrò far vedere al dottor Maurian. Sono rare però: solo una decina tra tutte quelle elaborate, che saranno milioni. Hai elaborato delle ipotesi su cosa possono comportare questi schemi?"
=^=La possibilità dell'insorgere di un'attività telepatica.=^=
"Come?... Tynan!" Brown si illuminò.
"Sono emerse altre caratteristiche dall'analisi sui modelli umani?"
=^=In assenza del segnale, le configurazioni del cervello umano, o umanoide, tendono a tornare al loro stato iniziale e a ripristinare l'equilibrio.=^=
"Ottimo, anche se i tempi mi sembrano più lunghi in questo caso. Altro?"
=^=Anche la creatura formata dallo sciame di piccoli aracnidi presentava attività assimilabili a quelle telepatiche. =^=
"Lo sappiamo. I congegni dovrebbero servire per limitare queste capacità nei piccoli dei Fulvi."
=^=L'analisi corticale degli aracnidi prelevati sul pianeta mostra chiaramente la presenza di una speciazione simpatrica in atto. La creatura composta sembra appartenere alla stessa specie dei Fulvi ma ne è una evoluzione. Un'analisi biologica approfondita potrebbe verificare questa ipotesi. =^=
"Sai dove si trova Brennon in questo momento?"
=^=Comandante Tynan rilevato nel Laboratorio 1 della USS Curie. =^=
"Comandante Tynan, sono Brown mi riceve?"
=^=Qui Tynan. =^=
"Ho dei risultati dall'analisi dei dispositivi dei Fulvi da mostrarti, hai tempo?"
=^= Sono in laboratorio, se puoi venire adesso ci facciamo posto e troviamo uno spazio anche per te.=^=
"Arrivo." Disse immediatamente Brown, anche se qualche dubbio su cosa avesse voluto dire il collega ce l'aveva. "Chiamo anche Maurian e siamo da te in pochi minuti."
=^= Non ti disturbare è già qui. Ti aspettiamo. =^=

USS Curie, Laboratorio Tynan
12 Gennaio 2395, ore 7:10 - D.S.72030.96


Quando Brown fece il suo ingresso nel laboratorio di Tynan lo trovò un po' affollato. C'erano il collega e il dottore come si era aspettato, ma ci trovò anche il consigliere Timeran e Sorin.
"Ehi, siamo un numero perfetto per una bella partita a Poker! E non indovinerete mai cosa ho scoperto..."
"Telepatia" Rispose Tynan.
"... Ok, tu non giochi."
"Una nuova specie!" disse Timeran.
"Uff, lasciamo perdere il poker. Siete stati contagiati tutti?" Disse sconsolato Brown che avrebbe voluto stupire i colleghi con una notizia di quelle shock. "Come ci siete arrivati?"
"L'idea l'ha avuta Timeran" cominciò Tynan " io e Sorin stavamo già facendo delle analisi sui ragni, così quando ce lo ha detto abbiamo confrontato i vari dna. Ne risultano due, sostanzialmente diversi."
"Dalle analisi biomolecolari risulta che i nuovi Fulvi abbiano sviluppato sulla parte della corteccia cerebellare degli organi che permettono loro di comunicare via onde elettromagnetiche." Intervenne Sorin. "Una sorta di telepatia via radio. Affascinante."
"Sembra che lo sviluppo fisico si arresti e inizi una sorta di simbiosi collettiva che porta un enorme numero di creature a pensare e agire come un unico essere senziente." Disse Tynian.
"Anche le mie analisi hanno rilevato la presenza di due specie. I Fulvi non stanno più solo selezionando i loro discendenti. Stanno anche danneggiando la specie del nostro amico mutaforma." Finì Brown.
"Dobbiamo fermarli!" esplose Timeran.

USS Baffin, Sala riunioni
12 Gennaio 2395, ore 8:30 - D.S. 72031.11


"Abbiamo già violato la prima direttiva, anche se non volontariamente. Ma adesso che ne siamo consapevoli è nostro dovere andarcene." Tirò corto Suri, come prevedibile.
"Proviamo ad informarli. Forse rendendosi conto che stanno anche uccidendo degli altri esseri viventi si fermeranno." Provò a convincerla Timeran.
"E se fossero stati gli stessi Borg a influenzare la nascita di questa specie? L'hai detto anche tu Timeran: entrambe le specie hanno caratteristiche simili ai Borg. In effetti l'antico attacco dei Borg potrebbe aver lasciato un segno ben più profondo nella civiltà dei Fulvi della sola paura di un nuovo attacco. Potrebbero essere loro stessi una sorta di evoluzione Borg nel regno animale."
"Dove vuole arrivare Comandante Brown?" chiese il Capitano Enizia.
"Pensavo che lo studio di queste due nuove specie o la loro amicizia potrebbe aiutare la Federazione a comprendere meglio la natura Borg."
"Se li capiamo meglio, li combattiamo meglio." Intervenne Volkoff, sempre a proposito.
Brown fece un gesto quasi teatrale con la mano aperta all'indirizzo del collega russo quasi a dire. E se lo dice lui...
I due capitani si guardarono senza dire nulla.


Torna all'indice


04.10 - Evoluzione volontaria

Autore: Tenente Comandante Brennon Boram Tynan

USS Baffin, Ufficio del Capitano
12 Gennaio 2395, ore 8:35 - D.S. 72031.12


I due Capitani entrarono all'interno della stanza con passo deciso.
"Le argomentazioni addotte da Brown e Volkoff avevano un senso. - affermò l'andoriana, entrata per prima, mentre si dirigeva verso la propria scrivania. - Lo studio dell'interazione fra queste due specie potrebbe realmente portarci a comprendere meglio i Borg ..."
"Potrebbe. - replicò Suri, accomodandosi nella sedia posta di fronte ad Enizia. - così come potrebbe rivelarsi un buco nell'acqua."
L'andoriana sospirò, muovendo lievemente le antenne e abbassando lo sguardo prima di replicare.
"Capisco il suo punto di vista e lo condivido. - si lasciò andare sulla poltrona - In condizioni normali, non mi sognerei mai di intervenire, ma la nostra non è una situazione normale.- Suri rimase in silenzio, piantando gli occhi sulla collega mentre quest'ultima continuava nella sua esposizione - Siamo soli, lontani da casa ed in balia degli eventi. Dobbiamo avere qualche asso nella manica. Senza contare che abbiamo già interagito con loro, involontariamente, ma lo abbiamo fatto."
"Ciò non significa che dobbiamo reiterare l'errore. - intervenne finalmente la vulcaniana - tutto ciò che dovremmo fare e andarcene semplicemente."
"Riuscirebbe a dormire sapendo di essere in qualche modo complice di un genocidio? Riuscirebbe a non pensare alle eventuali possibilità perse?" domandò l'andoriana, in un moto di stizza.
"I Fulvi non guardano alle stelle. - affermò quindi Enizia qualche attimo più tardi, in tono decisamente più sereno. - Probabilmente, non arriveranno mai a possedere la curvatura. Ma come ho già detto, siamo in una situazione particolare che richiede misure altrettanto particolari ..."
Le due donne si fissarono per una serie di lunghi e interminabili istanti, poi finalmente Suri sfiorò il proprio comunicatore.
=^= Signor Tynan, Signor Brheel - affermò, alzandosi dalla poltroncina in cui era stata seduta fino ad allora - Preparate un dossier sulle nostre scoperte e fra quindici minuti fatevi trovare in sala teletrasporto uno. Suri chiudo. =^=
"Sui diari di bordo verrà trascritto che questa è stata una decisione presa da noi due e noi due soltanto." affermò la vulcaniana rivolta verso la collega, la quale accennò ad un lieve sorriso.
"Sta bene."

Pianeta Sa'g, il mondo sotto
12 Gennaio 2395, ore 9:45 - D.S. 72031.23


Il professore aggrottò un sopracciglio, o perlomeno a Tynan sembrò prodursi in un espressione equivalente a quella. Era difficile capire la mimica facciale di un volto così diverso dallo standard a cui I Federali erano abituati.
"Fatemi capire bene - affermò l'aracnide, mantenendo un nota critica nella sua voce. - sostenete che alcuni dei nostri piccoli si stanno evolvendo? Quindi con le nostre procedure stiamo compiendo una sorta di ... - l'aracnide sembrò fermarsi, alla ricerca della parola giusta da utilizzare - ... una sorta di genocidio?"
"Esatto. - replicò prontamente Tynan con eccessiva foga, prima di accorgersi dell'occhiata lanciatagli dal proprio Capitano poco distante. Immediatamente, il Trill cercò di argomentare la propria affermazione, mostrando rapidamente all'aracnide i dati che Suri aveva richiesto in precedenza. - I nostri studi hanno rivelato che alcuni dei vostri ... - il Trill si fermò, come poco prima aveva fatto il Professore. In qualità di Xeno-Biologo, provava una repulsione a dir poco viscerale nell'essere costretto ad utilizzare un termine improprio per definire una nuova specie. Un termine che accomunava in quella maniera i suoi compagni a quegli immondi carnefici a otto zampe. Oppure forse, più semplicemente, era il legame telepatico che aveva instaurato qualche ora prima a provocare quella reazione. Fu Timeran a completare quella frase per lui. - ... dei vostri piccoli, ha sviluppato un meccanismo di interconnessione molto più complesso rispetto a quello che voi cercate di inibire. A quanto pare, si sono trasformati in un organismo diverso, una sorta di essere unico."
"Perdonate il mio scetticismo. - intervenne l'aracnide, allungando un arto peloso verso la mano di Tynan, cercando di agguantare il padd. Brennon osservò per un paio di lunghissimi secondi, con malcelato timore, quella strana appendice che doveva essere la mano dell'artropode, prima di porgergli la raccolta di informazioni. - Ma come vi ho già detto in precedenza, sono più che sicuro che quelli in superficie non siano altro che i nostri piccoli. Nulla di più. - il Professore iniziò a leggere attentamente il contenuto della banca dati che aveva fra le mani, cercando d'interpretare come meglio poteva quel metodo di rappresentazione così alieno. - Qualunque cosa pensiate di aver scoperto avrà sicuramente qualche spiegazione razionale. L'emergere di un genoma secondario nel corso dell'ultima covata è altamente improbabile. Dopotutto non si è mai verificato in precedenza ... e usiamo la stessa procedura da generazioni..."
Tynan si mosse, pronto ad intervenire, ma Suri lo fermò immediatamente con un gesto della mano.
"Questo non significa che non sia possibile. - puntualizzò il Capitano, nel suo tipico tono privo di connotazioni particolari, impossibilitata ad esprimere il concetto in maniera più conciliante. - La decisione è vostra, ma abbiamo convenuto esporvi i fatti così come li abbiamo scoperti sia la scelta migliore."
L'aracnide spostò un paio di volte lo sguardo dalla vulcaniana allo strumento che stringeva fra le mani, prima di volgersi verso il Consigliere della Curie, posta a pochi passi da loro.
"Esamineremo i dati che ci avete fornito ... - affermò in tono dubbioso l'aracnide, dopo mezzo minuto di religioso silenzio. - ... vi faremo sapere al più presto."
I tre non replicarono verbalmente, limitandosi ad osservare il grosso aracnide lasciare la stanza, dirigendosi verso il centro della struttura.
"Pensate che siamo riusciti a convincerlo?" domandò Timeran, avviandosi verso la superficie.
"Non lo so. - affermò candidamente l'altro Trill, lasciandosi sfuggire un sospiro carico d'apprensione. - Mi è sembrato molto sicuro delle sue posizioni."
"Abbiamo fatto quello che potevamo. - s'intromise Suri, senza rivolgere direttamente lo sguardo verso i due Trill - Abbiamo appena comunicato loro informazioni che potrebbero far cedere le fondamenta della loro civiltà. Un po' di titubanza è comprensibile."
Tynan si produsse in un espressione afflitta. Malgrado le capacità telepatiche guadagnate qualche ora prima avessero rapidamente iniziato a scemare in una serie di echi lontani, le sensazioni provate e i ricordi acquisiti durante il breve contatto con la mente di quella "moltitudine aracnidea" erano ancora vive, impresse a fuoco nella sua mente.

Pianeta Sa'g, il mondo sotto - Laboratorio del Professore
12 Gennaio 2395, ore 10:00 - D.S. 72031.28


Il Professore, intento a cercare di decifrare i dati presenti sul padd che gli era stato consegnato, non si accorse dell'arrivo di una figura alle sue spalle.
"Cosa volevano i bipedi?" affermò la figura parlando nella lingua nativa. Il Professore, preso alla sprovvista in un attimo di concentrazione, trasalì, poi però si volse lentamente verso il proprio simile, seminascosto dall'oscurità.
"Condividere informazioni ... - iniziò in maniera alquanto laconica, in tono piuttosto calmo. Si produsse in quello che probabilmente doveva essere un sorriso triste, poi si volse nuovamente in avanti, riprendendo la faticosa lettura e articolando la sua spiegazione. - ... hanno scoperto che i piccoli presenti sulla superficie appartengano a due specie diverse ..."
L'altra figura emise un suono preoccupato, forse volto ad esprimere stupore o forse semplice dissenso, muovendosi poi rapidamente verso il centro della stanza, decisamente più luminoso. Di una tonalità diversa rispetto a quella del suo simile che si faceva chiamare Professore, appariva decisamente più affine al color melograno. Questo aracnide poi, sembrava possedere forme più affusolate e appendici più minute, malgrado le dimensioni dei due quasi si eguagliassero.
"No ... - affermò l'aracnide di differente colore, cercando di sbirciare il contenuto del padd. - ... è troppo presto ... non sono ancora pronti!"
"Lo so ... - rispose in tono affranto l'altro. - Se la notizia di una nuova specie divenisse di dominio pubblico, ci obbligherebbero ad attuare un epurazione di massa ... tutta la covata andrebbe perduta ... "
"Anni di selezioni genetiche mirate, di segretezza ... gettati al vento ... - l'aracnide color melograno scosse tristemente il capo - ... cosa intendi fare?"
"Non lo so ... - ammise candidamente il Professore, volgendosi verso l'altro aracnide - ... non voglio nuocere ai Federali ... malgrado vengano dalle stelle, malgrado non capiscano i nostri modi, non sono cattive persone ... - riprese il padd fra i lunghi arti, osservandolo per una frazione di secondo prima di continuare - ... dobbiamo trovare il modo di allontanarli ..."

USS Baffin, Sala Ologrammi 1
Contemporaneamente


Era da un ormai un paio di minuti abbondanti che, senza proferir parola, Alan era intento ad osservare Sorin immettere i dati dei rilevamenti, in modo da ricostruire la simulazione olografica dello strano essere che Tynan e Volkoff avevano incontrato sulla superficie del pianeta.
Il Capitano aveva intimato all'Ufficiale Scientifico di predisporre quella simulazione, così da poter procedere allo studio di queste strane creature telepatiche. Quest'ultimo poi aveva richiesto l'aiuto sia dell'Ingegnere Capo, per essere sicuro di non commettere errori nella parte tecnica, che di Volkoff, che aveva visto l'essere in azione, ma la costruzione della simulazione sembrava andare per le lunghe. Alan si era offerto nuovamente più volte, ma il mezzosangue vulcaniano pareva incespicare maggiormente sulla parte di sua competenza, piuttosto che su quella tecnica.
"Svegliami se ha bisogno di me ..." ironizzò a bassa voce l'Ingegnere Capo, sporgendosi lievemente verso il gigante russo appoggiato ad una parete a meno di un passo da lui.
Piotr replicò con un accenno di sorriso, prima di spostare lo sguardo verso Sorin, intento a controllare con eccessivo scrupolo un padd similare a quello che Tynan aveva portato con se e consegnato al Professore.
"Credi che ci siano problemi? Sono venti minuti che ricontrolla i dati ..."
"Più di un problema. Innanzitutto, malgrado sia vulcaniano solo per metà, vi sento benissimo ... - affermò l'Ufficiale Scientifico, dopo aver lasciato che Piotr terminasse di parlare, volgendosi verso i due e compiendo qualche passo nella loro direzione. - ... secondariamente, io e il Comandante Tynan avevamo ipotizzato che questa evoluzione della specie fosse spontanea ed estremamente rapida, ma ad un ulteriore esame è evidente che non lo sia."
"Cosa intende?" domandò Volkoff, cercando di fissare negli occhi il mezzosangue, malgrado la differenza di altezza.
"E' altamente improbabile, quasi impossibile, che due specie si modifichino in tal modo nel giro di una sola generazione in maniera naturale. - rispose prontamente il mezzosangue. - Molto più probabile se viene predisposto uno studio eugenetico a monte."
"Quindi, loro sanno della nuova specie?"
"Probabilmente. - replicò secco Sorin, prima di far rimbalzare lo sguardo da un ufficiale all'altro. - Se dovessi azzardare un'ipotesi, direi che stanno cercando di forzare un'evoluzione della specie attraverso il metodo più antico."
"Sopravvive solo chi si adatta a ciò che lo circonda ..." aggiunse alla fine Brown.

Pianeta Sa'g, Superficie
12 Gennaio 2395, ore 10:05 - D.S. 72031.29


La piccola delegazione Federale, appena giunta in superficie, stava attendendo di essere teletrasportati di nuovo a bordo della nave, quando Timeran si rese conto di un comportamento anomalo da parte del collega della stessa razza.
"Tutto a posto?" domandò a Tynan, il quale si teneva le tempie con due dita, in preda forse al dolore o forse più semplicemente ad un capogiro.Il Trill le rivolse un'occhiata provata, un misto di stanchezza e disagio.
"Si ... - rispose a fatica, attirando l'attenzione anche del Capitano - ... ma improvvisamente le voci e le sensazioni si sono riacutizzate ... - Tynan scosse la testa, in evidente stato confusionale, prima di correggersi poco dopo - ... chiedono ... non ne sono sicuro ..."
Il Capitano fece un passo verso il Trill, toccandogli un braccio come per rendergli noto della sua presenza. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma prima che potesse farlo, un piccolo rivolo di sangue inziò a scendere dal naso di Tynan.
"... un incontro ..." affermò flebilmente il Trill, prima di cadere a terra svenuto.


Torna all'indice


04.11 - Possibilità

Autore: Tenente Comandante Timeran Bhreel Legen

USS Baffin, Sala Tattica
12 Gennaio 2395, ore 14.23 - D.S. 72031.78


"Se anche fossimo sicuri che questi alieni hanno previsto la mutazione genetica dei loro piccoli e la stanno sfruttando per creare una nuova razza, se anche fossimo sicuri che ci stanno mentendo, la Prima Direttiva ci imporrebbe comunque di non interferire. Qualunque siano le nostre convinzioni morali, non è nostra prerogativa imporle ad altre culture. Per quanto aliene possano sembrare."
L'affermazione di Samak fu seguita da un silenzio immobile, che parve protrarsi all'infinito e allagare l'intera sala tattica.
La vulcaniana capiva, poteva perfino percepire nonostante la totale assenza di capacità strettamente empatiche, il disagio che la sua affermazione aveva provocato, sia a bordo della Baffin, sia a bordo della Curie. Era ben visibile sui volti di tutti loro, di tutti gli ufficiali riuniti fisicamente od olograficamente intorno a quel tavolo.
Era un effetto comune per le specie che non regolavano la propria vita sulla logica. Samak lo sapeva fin troppo bene. Dopotutto aveva sposato un umano. Ma sapeva anche che doveva essere la razionalità a determinare le loro prossime azioni.
Certo, non era del tutto estranea al disagio che aveva provocato. Non l'avrebbe ammesso ma lei stessa, in una piccola parte di sé sepolta profondamente sotto anni di addestramento, sentiva crescere il dubbio. Non era chiaro cosa stesse accadendo su quel pianeta, quale fosse la complessa immagine di cui loro avevano solo qualche frammento. Innegabilmente, tuttavia, c'era qualcosa di profondamente... sbagliato. Non solo per il pericolo che la popolazione autoctona aveva e avrebbe causato con tanta leggerezza a chiunque fosse sbarcato. Non perché era stata la loro tecnologia a far regredire una buona parte del personale ad uno stato animalesco. Ma Samak non poteva fare a meno di pensare che una creatura tanto tecnologicamente avanzata che accetta l'idea di sacrificare la propria prole ha imboccato da qualche parte la via sbagliata sulla strada dell'evoluzione.
La vulcaniana era consapevole di tutto questo. Era anche consapevole, tuttavia, di aver prestato un giuramento e di essere tenuta da questo a rispettare un regolamento basato su convinzioni morali e soprattutto logiche inattaccabili. Come altro avrebbero potuto districarsi da quel groviglio senza l'aiuto della logica? Se si fossero basati solo sulle emozioni, solamente sulla loro percezione di una situazione che non comprendevano, come avrebbero potuto prendere la decisione giusta?
Sì, la logica doveva essere la loro guida, l'unica possibile. Era la logica a imporre il rispetto dell'IDIC e non vi era nessuna clausola su quale delle infinite diversità fosse considerata accettabile. L'unica scelta che si imponeva, dunque, era che loro ricevessero da questi alieni tutto l'aiuto disponibile per riportare i membri dell'equipaggio colpiti dall'effetto dei dispositivi alla normalità e che se ne andassero, lasciando quella razza alla sua autodeterminazione e al suo destino, qualunque esso fosse. Il fatto che gli esseri più piccoli avessero chiesto loro un incontro non cambiava la verità di quel ragionamento.
Samak lo sapeva. Ma non lo disse.

USS Curie, Sala Tattica
12 Gennaio 2395, ore 14:25 - D.S. 72031.78


"Se anche fossimo sicuri che questi alieni hanno previsto la mutazione genetica dei loro piccoli e la stanno sfruttando per creare una nuova razza, se anche fossimo sicuri che ci stanno mentendo, la Prima Direttiva ci imporrebbe comunque di non interferire. Qualunque siano le nostre convinzioni morali, non è nostra prerogativa imporle ad altre culture. Per quanto aliene possano sembrare."
Tynan non mosse un muscolo, rimanendo rigidamente appoggiato allo schienale della poltroncina su cui era accomodato da ormai più di due ore. La riunione gli era sembrata interminabile. Non tanto per la lunghezza - in effetti, non era stata più lunga di una qualsiasi altra riunione o di una lezione di meccanica quantistica del Professor Tarth in Accademia - ma per la totale mancanza di risultati.
Stavano girando intorno alla questione fondamentale senza mai arrivare ad una conclusione, ripetendo ossessivamente le stesse cose ancora, ancora e ancora. Gli pareva di essere costretto in un loop temporale.
La sua mente faticava a concentrarsi, continuando a vagare lontano dalla sala tattica in cui era seduto, ritornando alle foreste del pianeta. Un effetto che tendeva a manifestarsi fastidiosamente sin da quando quegli esseri lo avevano dotato delle nuove capacità telepatiche che ora faticava tanto a controllare e con cui, forse, avrebbe dovuto convivere per il resto della vita.
Un'esperienza inedita per un simbionte, una questione scientifica stimolante e un'angoscia continua per lui. Si sentiva... diviso. Diviso come mai ricordava di essersi sentito in questa vita o nelle altre.
La schiena iniziava a irrigidirsi e il dolore alla testa, nonostante l'analgesico e le rassicurazioni del medico che lo aveva soccorso dopo il suo mancamento, continuava a tormentarlo. Secondo il sostituto di Fuentes, si trattava di un effetto dovuto allo squilibrio neuronale indotto dall'inaspettato e violento tentativo di comunicazione di quei piccoli esseri. Fastidioso ma non pericoloso, almeno nell'immediato. Quegli esseri, in ogni caso, non avevano mai voluto fargli del male. Lui lo sapeva.
La sua razionalità, il suo addestramento, la sua moralità gli dicevano che Samak aveva ragione. Che quello che dovevano fare era raccogliere ogni informazione utile per aiutare i loro compagni e andarsene da lì. Non infrangere la Prima Direttiva più di quanto avessero già fatto e lasciare quegli esseri alle loro consuetudini. Dopotutto era questo il loro mandato. Sarebbe stato felice di aiutare gli aracnidi a trovare un metodo meno drastico, ma nessuna richiesta era stata fatta in quel senso. Chi erano loro, chi era lui per venire da migliaia di anni luce di distanza a giudicare la cultura di questi esseri, scampati all'avanzata borg? E se non si fidavano di loro, stranieri di un altro mondo, dopo quello che avevano passato chi avrebbe potuto biasimarli?
Era la scelta giusta. O almeno l'avrebbe pensato prima di quel contatto. Ora che percepiva quei piccoli esseri, le loro voci, le loro menti come avrebbe potuto abbandonarli a quel destino? Non poteva e non voleva. Avrebbero sofferto e sarebbero morti e lui doveva... doveva cosa? Proteggerli? Proteggerli, sì. Ma da quale minaccia? E con quale diritto? Ma se non avessero fatto nulla, se li avessero abbandonati...
Volevano un incontro! Questa non poteva essere che una richiesta di aiuto da parte loro, lo sapeva, un'invocazione e lui doveva rispondere. Dovevano andare. Non potevano decidere di ignorare la loro richiesta, di lasciarli al loro destino.
Dopo un'attesa che sembrò a lui stesso interminabile, Tynan si mosse sulla poltroncina.
"Io credo che dovremmo indagare ulteriormente. Andiamo all'incontro. Il comportamento del professione è indubbiamente poco chiaro. E questa è chiaramente una richiesta di aiuto. Come possiamo sapere che non sono cavie? Che non stanno sperimentando un qualche tipo di... arma biologica, ad esempio?"

USS Baffin, Sala Tattica
12 Gennaio 2395, ore 14.26 - D.S. 72031.79


"Io credo che dovremmo indagare ulteriormente. Andiamo all'incontro. Il comportamento del professione è indubbiamente poco chiaro. E questa è chiaramente una richiesta di aiuto. Come possiamo sapere che non sono cavie? Che non stanno sperimentando un qualche tipo di... arma biologica, ad esempio?"
Il punto era esattamente quello. La violazione della Prima Direttiva, o meglio la decisione che agli occhi di una commissione di inchiesta sarebbe potuta passare per una violazione, era una faccenda spinosa che decine di capitani ed equipaggi avevano in passato affrontato prima di loro. E, immaginava Volkof, con le loro stesse remore e preoccupazioni. Perché le implicazioni erano enormi e avrebbero potuto perseguitarli, potenzialmente, per decenni a venire.
Ma non si trattava solo di un problema etico. Sì, quello era il cuore della Prima Direttiva, l'obbligo morale di lasciare che una specie fosse padrona di sé stessa, qualunque cosa questo potesse comportare, ma non era l'unico aspetto. In realtà si trattava proprio del genere di questione che ti trovi a dover affrontare sul campo senza che lezioni teoriche di diplomazia ed etica possano lontanamente aiutarti.
Da ore stavano discutendo nonostante la decisione finale non spettasse, di fatto, a nessuno di loro esclusi i due capitani. Discutevano dell'eventualità che quegli essere fossero in perfetta buona fede, che i loro metodi potessero essere duri ma necessari, del fatto che nessuno avesse diritto di imporne altri. Nemmeno se questo avesse significato l'intollerabile opzione dell'estinzione totale.
Ma che cosa sarebbe accaduto in caso contrario? Se questi esseri non avessero raccontato loro altro che frottole, se fossero stati i testimoni involontari di qualche esperimento, la questione sarebbe stata completamente diversa. Se si fossero serviti di tecnologia borg per costruire un'arma, se stessero massacrando una seconda razza, allora il loro non agire avrebbe potuto creare molti più problemi di quanto ne risolvesse.
Al puzzle si era aggiunta la richiesta di un incontro che gli essere più piccoli avevano fatto pervenire loro tramite Tynan. Un incontro la cui finalità non era chiara. Non gli erano sembrati abbastanza intelligenti da ordire una trappola, ma, d'altra parte, nemmeno da fornire loro qualche informazione utile. Non era chiaro che cosa volessero, ma era abbastanza palese che potessero minacciare la salute cerebrale di Tynan senza nemmeno essere con lui. Proprio un gran bell'affare.
Volkof aveva imparato che c'era un confine sottile tra la paranoia e la prudenza, ma anche che era meglio essere paranoici che morti. E c'erano diversi punti della storia dei ragni giganti che non quadravano affatto. Non ci voleva uno scienziato per accorgersene.
Il suo primo istinto sarebbe stato di consigliare ai capitani di lasciare l'orbita con le due navi, raccogliere i dati necessari a invertire la condizione della Fuentes, di Thomas e degli altri e di mettere tutta la distanza possibile tra loro e quel dannato sasso, lasciando la specie che lo abitava ai suoi affari, quali che essi fossero. La situazione poteva essere scomoda, perfino crudele, ma il suo primo dovere era verso la nave.
Tuttavia, se quegli esseri stavano davvero macchinando qualcosa, non sarebbe stato così semplice. Non sarebbe bastata la distanza a metterli al sicuro.
Volkof si sporse appena sul piano del tavolo.
"Se anche fosse così, non ce lo direbbero di certo. Rischieremmo guai peggiori di quelli che già abbiamo. Dobbiamo comunque trovare una soluzione per i membri dell'equipaggio che sono ancora in stato regredito, e se stessero davvero costruendo un'arma, non facendo nulla potremmo trovarci a doverli affrontare in futuro. Potrebbero persino finire per scatenare una guerra."

USS Curie, Sala Tattica
12 Gennaio 2395, ore 14.27 - D.S. 72031.79


"Se anche fosse così, non ce lo direbbero di certo. Rischieremmo guai peggiori di quelli che già abbiamo. Dobbiamo comunque trovare una soluzione per i membri dell'equipaggio che sono ancora in stato regredito, e se stessero davvero costruendo un'arma, non facendo nulla potremmo trovarci a doverli affrontare in futuro. Potrebbero persino finire per scatenare una guerra."
"Se anche lo scoprissimo, che cosa potremmo fare? Sterminarli?"
Sapevano gli Spiriti, se a Timeran non sarebbe piaciuto scendere su quel pianeta con una bomboletta di insetticida. Solo l'idea che l'avessero toccata con tutte quelle zampe le dava dei brividi freddi lungo la colonna vertebrale. Era sciocco da parte sua, ma negarlo non sarebbe servito a niente. Il fatto è che le era necessario tutto il suo autocontrollo per guardare il Professore, per parlarci, tutto il suo addestramento per non considerarli animaletti spaventosi e, di conseguenza, maligni. E anche in quel caso, sterminarli non era una via praticabile.
In fin dei conti, poi, non era del tutto colpa loro se erano finiti in quella situazione. Il personale federale aveva voluto scendere sul pianeta con l'idea di un riposante campeggio. Le precauzioni che avevano preso non erano servite. Evidentemente non avevano controllato con la dovuta cura.
Gli orrendi alieni non si erano mostrati né aggressivi né violenti nei loro confronti. In effetti, non avevano fatto un bel niente, a parte provare ad aiutarli.
In teoria avrebbero meritato un minimo di fiducia e magari anche un pizzico di gratitudine. Avrebbero meritato di essere lasciati in pace a fare... qualunque cosa stessero facendo, con una bella boa di segnalazione ad avvertire gli ignari viaggiatori che lì era meglio non fermarsi.
Tutto questo finché non era balenata la possibilità che ci fosse in ballo un qualche inspiegabile, strano esperimento genetico. Possibilità, non certezza. In effetti si trattava solo di un bel mucchio di ipotesi, di concreto, a parte la richiesta dei ragni più piccoli, di fatto, non avevano nulla. Forse il Professore e la sua gente non sapevano davvero della mutazione in corso. E se lo avessero saputo... se volevano qualche zampa e qualche occhio in più del considerevole numero che già possedevano non poteva che essere affar loro.
Da consigliere, le era chiaro come parte del suo pensiero fosse dettato dalla sua fobia più che dalla sua razionalità. O meglio, dal suo profondissimo, istintivo desiderio di andarsene il più velocemente possibile, lasciandosi dietro quel pianeta e tutti i suoi abitanti con troppi arti, piccoli o grandi.
Ma naturalmente c'era la non trascurabile faccenda di Luz e degli altri, faccenda su cui, forse quell'incontro avrebbe potuto fare luce. Senza l'aiuto degli abitanti del pianeta, chiunque di loro, come avrebbero fatto a riaverli? Se era possibile riaverli, naturalmente.

Pianeta Sa'ag, Superficie
12 Gennaio 2345, ore 14.26 - D.S. 72031.79


L'essere grande formato da esseri piccoli si mosse come un'ombra tra gli alberi, prima di disfacersi. Il messaggio era arrivato a destinazione. Loro sarebbero venuti. Lui, l'essere con cui comunicavano, sarebbe venuto. Potevano sentirlo, sentire ciò che lui sentiva. E lui non voleva abbandonarli. Sarebbe venuto. Per la prima volta, avrebbero avuto una possibilità.


Torna all'indice


04.12 - Genocidio ultimo atto

Autore: Capitano Suri figlia di Kellam

Pianeta Sa'ag - Città Sotterranea - Gennaio 2345 - ore 16:20


"Siamo perduti!"
Il Professore si girò verso il collega. L'aracnide era entrato di schianto, senza bussare alle porte del laboratorio. Lo scienziato non ebbe bisogno di guardarlo dritto negli occhi per capire che era sconvolto:
"Perduti? Che stai dicendo?"
Il collega scosse la testa, ansimando.
"Ti prego... Non c'è tempo, dobbiamo scappare! Saranno qui al massimo tra qualche..."
Non ebbe il tempo di terminare la frase. Le porte del laboratorio esplosero rovinando a terra, invase da decine di agenti della sicurezza con le armi spianate, le luci dei puntatori rosse incrociate sui due scienziati. Il collega venne spintonato, rovesciato, costretto con le zampe tremanti in aria. Il Professore si girò, vedendo da ogni parte le bocche da fuoco delle armi.
"Non potete! - gridò - Questo è un laboratorio universitario! Noi godiamo dell'immunità costituzionale!"
Gli agenti all'ingresso si scostarono, facendo passare un ragno dall'aspetto più scuro, quasi viola. Il Professore si sentì agghiacciare. Non lo aveva mai visto, ma aveva sentito parlare di lui. Parole appena sussurrate, voci, chiacchiere fatte durante le occasioni mondane, dopo che qualcuno aveva bevuto troppo. Ma nessuno avrebbe mai osato invadere il suo laboratorio, a meno che... A meno che... Non fosse... La mascella gli si irrigidì fino a fargli male. Il ragno si avvicinò, lentamente. Passando, una delle sue zampe accarezzò di punta l'opistosoma scoperto del collega, nel punto più
sensibile, quasi godendo della espressione di dolore che l'altro non riuscì a trattenere.
"Immunità... Costituzionale?" - si ripeté le parole, come se non le avesse mai sentite prima. Il Professore avrebbe giurato di vedere una espressione sorniona nel fondo degli occhi dell'altro.
"Ma certo. Questa invasione è del tutto illegale!" - ribatté.
"Lo sarebbe... Se lei non avesse ospitato qui degli alieni!- lo accusò l'altro - O spera di riuscire a negarlo? L'Alto Consiglio ha tolto l'immunità alla sua casa, a questo laboratorio e a tutte le sue pertinenze, in vista di una indagine volta a scoprire eventuali intelligenze con il nemico alieno!"
"Non tutti gli alieni sono nostri nemici!" - protestò il Professore.
"Il nostro popolo non si è rifugiato nelle caverne del pianeta per sport. Lei per primo dovrebbe conoscere la storia, Professore!"
"Questi alieni non sono come i Borg! - si difese - Sono anzi loro nemici!"
"E chi lo dice? Loro? - lo irrise l'altro - Anche se fosse, questo non ha più importanza. E' stata fatta una perquisizione a casa sua. Le sue conversazioni con questo qui... - indicò con una zampa il collega a terra - ...Sono state intercettate. Sappiamo tutto, Professore!"
Il Professore chinò lo sguardo a terra, pensando febbrilmente. Aveva potuto contare per anni sulla propria immunità, al punto da considerarla una parte di sé. Era traumatico vedersela strappare via
sotto gli occhi.
"Si, Professore: tutto. Tutto dei suo piccolo esperimento. Sappiamo che cosa avete cercato di fare!" - l'espressione del ragno si contorse in una smorfia - "Una nuova razza...! - sibilò - I nostri discendenti tramutati in... mostruosità allucinanti, e per cosa? Mi risponda, Professore: per cosa? Solo per dimostrare di essere più bravo, più forte, più intelligente degli altri? O che altro?"
Il collega a terra cercò di sollevarsi: "No, non è così!"
"Silenzio! - ordinò l'aracnide scuro - Con lei tratterò più tardi!"
Il Professore respirò a fondo, approfittando della pausa per cercare di recuperare il controllo. Sapeva di non avere alcuna possibilità. Aveva sentito troppe voci sull'abilità dell'aracnide che aveva di fronte di strappare una confessione alle persone che cadevano in disgrazia di fronte all'opinione pubblica. Aveva sentito quelle voci con il distacco di chi si sente sicuro, al riparo della propria vita
di privilegi. Aveva sempre avuto la deferenza degli altri. Non sarebbe mai riuscito a resistere.
"Io - inghiottì. Era venuto come un lamento, non come l'orgogliosa rivendicazione che avrebbe voluto - Io volevo ritrovare il cielo"
L'aracnide spalancò gli occhi: "Cosa?"
"Sa benissimo di che cosa parlo! - sbottò - Tutti noi siamo nati sulla superficie. Poi diventiamo adulti, ci portano in questo mondo... e non ne usciamo più. Letterati, grandi scrittori e scribacchini da due soldi di ogni epoca hanno riempito pagine e pagine di nostalgia per il cielo. Io volevo che la nostra razza potesse di nuovo sollevare lo sguardo a guardare le stelle, guardarle! Anziché struggersi nel ricordo e limitarsi a questa assurda, sordida sopravvivenza in tumuli di caverne sovraffollate, soffocanti... Prive di sogni e di grandezza."
Terminò in un sussurro. Per un lungo istante, nel laboratorio si udì solo il respiro dei presenti ed i gemiti soffocati del suo collega a terra.
"Che verme presuntuoso!" l'aracnide scuro alzò una delle sue zampe a toccare il Professore sotto la gola - Chi ti credi di essere per criticare il nostro modo di vita? Il modo di vita che abbiamo ereditato dai nostri antenati?" Lo lasciò, scuotendo la zampa come a liberarsi dal disgusto di quel contatto - "E per far si che la nostra gente possa rivedere il cielo, tu costruisci una nuova razza?"
Non gli sfuggì il passaggio al tu.
"Sono i nostri discendenti, solo di poco differenti da quello che siamo stati noi alla loro età. O lo sarebbero se fosse loro permesso di vivere. Perché saranno distrutti, vero?"
L'aracnide assentì:
"E' ovvio. Come lo sarai anche tu. Dopo un giusto processo, naturalmente."
Il Professore chinò il capo: "Si, avevo capito che stavate registrando la mia confessione. Ma ho preferito confessare subito, davanti a tutti, piuttosto che... Dopo."
L'aracnide parve soddisfatto, ma non fece altri commenti. Si limitò ad accennare agli agenti che circondavano il prigioniero di portarlo via. Il Professore avvertì il peso dei loro arti che lo spingevano verso la porta. Incespicando sui cardini saltati, riuscì a girarsi abbastanza per guardare un'ultima volta il laboratorio che era stato la sua vita.

Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 16:20


La testa gli faceva male. E sembrava che il dolore aumentasse sempre di più, a mano a mano che ci si avvicinava all'appuntamento con i ragni. Cercò di ignorarlo concentrandosi su quello che lo circondava. La radura di fronte alla grotta era molto diversa da come l'aveva vista la prima volta che era sceso su quel pianeta. Le tracce del passaggio della gente delle loro navi erano sparsi ovunque, lasciando una penosa immagine di desolazione dove, fino a qualche giorno prima, il panorama era stato idilliaco. Pezzi di abiti e avanzi di cibo erano sparsi ovunque. Un giovane albero abbattuto mostrava penosamente le radici. Le sue foglie erano state strappate e giacevano in mezzo alla fanghiglia. Volkoff, appena arrivato a terra si era messo sulla difensiva, con le mani nervose sul calcio del fucile faser. La sua mente stava scandendo ogni anfratto del terreno, ma Tynan capì che in realtà il capo sicurezza della Baffin non si aspettava un agguato.
Tynan avvertì dietro di sé il baluginio del teletrasporto e si girò in tempo per vedere comparire il secondo gruppo di sbarco, con il capitano Suri ed il consigliere Bhreel. Il capitano Enizia sarebbe
rimasta a bordo della Baffin, pronta ad intervenire.
"Sono qui, capitano - disse - Riesco a percepire la frequenza dei loro pensieri"
"Qualcosa di specifico? - domandò Volkoff - Così, tanto per sapere..."
Tynan scosse la testa: "Non riesco ad isolare un pensiero specifico... Forse perché in questo momento agiscono come entità separate e non come un Borg. Comunque, non avverto nulla di aggressivo"
"...E poi, in ogni caso, stanno arrivando" - disse Timeran Bhreel, facendo un involontario balzo indietro. Gli ufficiali seguirono il suo sguardo verso il centro della radura, dove stavano convergendo centinaia di piccoli ragni. Attraverso le menti degli altri, Tynan riusciva a vedere contemporaneamente sette diverse prospettive della stessa scena. I ragni che, ordinatamente, in colonna, superavano lo sbarramento dei loro corpi per convergere nel punto dove si stava formando una nuova figura umanoide.
"Non è come l'altra..." - udì Timeran sussurrare. La mente della ragazza era inorridita, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dalle mani che i ragni stavano formando in quel momento. Erano mani quasi perfette, comprese di venature, articolazioni, unghie.
"Stanno imparando. La loro prima figura umanoide era molto più rozza" - notò Volkoff.
"E' evidente che vogliono metterci a nostro agio..." - disse Suri, avanzando verso la sagoma ormai quasi completata.
"...E che hanno deciso di prendere il comandante Tynan come modello di umanoide" - disse Volkoff - Stanno imitando perfino le macchie dei trill!"
I ragni che stavano concentrandosi sulla fronte avevano delle alterazioni cromatiche che avrebbero potuto essere una buona interpretazione delle macchie dei trill. Il volto si stava approfondendo, con la formazione di occhi, naso, bocca. Non sarebbe mai passato per un autentico trill né per un autentico umanoide, ma l'imitazione era abbastanza buona da essere disturbante.
"Avresti preferito essere tu, il modello?" - gli chiese Tynan. La testa continuava a fargli male. Senza volere, si ritrovò a pensare ai congegni che gli avevano procurato la telepatia... E che avrebbero causato un genocidio sulla superficie. Molti di quei ragni con i quali avrebbero parlato oggi, non sarebbero sopravvissuti al trattamento. Anche studiando le specifiche dei congegni che il Professore gli aveva procurato, non era stato in grado di trovare un sistema per riportare alla normalità i membri dell'equipaggio colpiti. Neanche sé stesso.
"Certo che no! - esclamò il russo - E' un onore che ti lascio volentieri!"
Anche la telepatia era un onore che lasciava volentieri a lui, gli trasmise con il pensiero. Tynan annuì, facendo cenno di aver sentito. La figura si avvicinò, camminando rigidamente, ed alzò una mano nel saluto vulcaniano. Suri inarcò un sopracciglio, quindi rispose al saluto:
"Pace e lunga vita - disse il capitano - Ci avete chiamato e siamo venuti" Le labbra della figura non si mossero.
"Stanno rispondendo, capitano - intervenne l'ufficiale scientifico - Avverto le loro parole nella mia mente"
"Bene - disse il capitano - Comandante, dovrà fare da interfaccia"
"Ne ero sicuro" - Tynan chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi. Maledetti congegni, pensò. Maledetti. Non poteva fare a meno di pensare con rabbia all'aracnide che si era presentato come il Professore. Quando aveva rilevato i congegni per la prima volta, aveva notato che erano nuovi: installati da non più di un paio di mesi. Il Professore invece aveva parlato di una pratica che risaliva a generazioni e generazioni prima... Aveva mentito, ne era sicuro.
Avvertì di nuovo la voce dell'essere fatto di ragni: *Chiediamo il vostro aiuto... Vogliamo lottare contro i Fulvi* Ma come diavolo riuscivano a sopportarlo i betazoidi?
"Chiediamo il vostro aiuto - ripeté Tynan a voce alta - Vogliamo lottare contro i Fulvi"
"La nostra Prima Direttiva ci vieta di interferire." - rispose il capitano.
"Ma siete venuti sul nostro pianeta. Non è anche questa interferenza?"
"Purtroppo all'inizio non ci eravamo accorti che questo pianeta fosse abitato. Altrimenti non saremmo mai scesi. Poi il nostro equipaggio si è... ammalato"
"Sappiamo dei congegni - disse la creatura nella testa di Tynan - Noi li abbiamo mostrati alla vostra gente. I vostri si sono ammalati per i congegni dei Fulvi. Non dovete aiutare i Fulvi. Loro hanno causato dolore alla nostra gente e alla vostra"
"Noi non aiuteremo i Fulvi - disse la vulcaniana - Come ho già detto, la nostra Prima Direttiva ci impedisce di interferire, sia a favore vostro che a favore dei Fulvi"
"Così, ve ne andrete?"
"Mi dispiace - disse il capitano - Abbiamo interferito anche troppo con lo sviluppo di questo pianeta, e non sarebbe dovuto mai avvenire"
"Voi non tornerete qui? Non aiuterete i Fulvi?"
"Noi non torneremo più. E non aiuteremo i Fulvi" - stabilì il capitano.
"Allora, non abbiamo più niente da apprendere da voi. Addio, alieni"
"Addio"
La testa di Tynan si liberò all'improvviso, come se un interruttore fosse stato spento in quel momento preciso. La creatura di ragni si disfece, rapidamente come era stata costruita. L'incontro era terminato.

USS. Baffin - Studio del Capitano Enizia - Gennaio 2345 - ore 17:27


"Ho una buona notizia. Anche una cattiva, in ossequio alla tradizione, ma la buona notizia è troppo buona per chiederle di scegliere quale vuole sentire per prima" - fece il dottor Maurian, entrando nello studio del capitano Enizia. La donna alzò lo sguardo: "Spero davvero che sia buona. Lei mi ha interrotto in una conversazione con il capitano Suri"
Non gli accennò di sedersi, ma il dottor Maurian non fece complimenti e si mise a sedere nella poltrona davanti alla scrivania. L'uomo aveva in faccia il suo miglior sorriso: "Ho registrato significativi miglioramenti in tutte le persone colpite"
Enizia abbassò lo sguardo sul proprio terminale: "Capitano Suri, ha sentito?"
=^= Molto soddisfacente, capitano - disse Suri - Posso chiedere al dottor Maurian che cosa intende con significativi miglioramenti? =^=
"Tutti i pazienti si sono risvegliati dalla regressione. Tutti hanno ricordato il loro nome. Quasi tutti hanno identificato correttamente il luogo dove si trovavano e i propri ruoli a bordo delle rispettive
navi."
Enizia appoggiò la schiena alla poltrona: "E' una ottima notizia, dottore"
=^=Sono d'accordo - disse la vulcaniana Quale terapia sta usando nei pazienti?=^=
"Mi piacerebbe dire che è stata una mia idea, ma non è così. E' stato uno dei miei aiuti, la dottoressa Chen, ad avere l'idea di modificare gli stimolatori corticali in modo da andare ad incidere non nelle
parti danneggiate, ma in quelle sane del cervelletto. Le cellule stellate non danneggiate hanno iniziato a riprodursi, fino quasi a coprire le zone che invece erano state colpite dalle onde telepatiche di quei congegni"
"Immagino che allora la cattiva notizia stia in quel "quasi"..."
Maurian fece una smorfia:
"Infatti. Tutti i pazienti, anche quelli che hanno reagito meglio alla terapia, hanno delle amnesie piuttosto rilevanti."
"Anche la dottoressa Fuentes ed il comandante Pierce?"
Il medico annuì:
"Si. Sono tra quelli nelle condizioni migliori, ma non sono in grado di ricordare molte cose del loro passato."
"Sanno di essere fidanzati ed in procinto di sposarsi?"
"Questo si... - sogghignò - C'è stato un momento imbarazzante, giù in infermeria. La dottoressa Fuentes ha chiesto del marito ed una delle infermiere equivocando le ha parlato di Pierce... Ma la Fuentes intendeva l'ex marito. Non ricordava affatto di avere un fidanzato!" -
=^= Le loro amnesie saranno permanenti?" =^= domandò Suri dallo schermo.
"Non posso dirlo con certezza - confessò Maurian scuotendo la testa - Continuerò con la terapia di stimolazione corticale. Sfortunatamente, nessuno di loro ha un backup di memorie personali come ce l'hanno i trill congiunti, ma devo dire di essere abbastanza ottimista..."
Alle sue spalle si aprì di botto la porta. Maurian si girò, in tempo per vedere la dottoressa Chen entrare, ansante come se avesse appena fatto una corsa:
"Capitano... Dottore... Sono spariti!" Enizia si alzò, con le antenne tese:
"Come? Chi è sparito?"
"Il comandante Pierce e la dottoressa Fuentes. Si sono trasportati a terra!"
"Come hanno fatto?"
"Non lo so, signore... - singhiozzò la piccola cinese - Un momento prima, erano ancora in infermeria, che parlavano di quello che ricordavano e di quello che non riuscivano a ricordare... Un attimo dopo, erano spariti. Li ho cercati con i sensori interni, e sono riuscita a trovarli... In sala teletrasporto due. Sono corsa lì, ma non sono riuscita a fermarli"
=^= Non sono soli! =^=
L'andoriana si girò verso il monitor, da dove il capitano Suri aveva appena parlato:
"Che vuol dire?"
=^= Ho fatto una verifica sull'equipaggio della mia nave. Anche il comandante Tynan è scomparso. E' tornato sul pianeta! =^=
"Allora, dovremo raggiungerli!" - esclamò l'andoriana.
Enizia premette il pulsante del comunicatore: "Enizia a Volkoff - chiamò - In sala teletrasporto due, fra tre minuti, comandante. Torniamo sul pianeta!"

Pianeta Sa'ag - Città Sotterranea - Gennaio 2345 - ore 17:27


"Immagino che adesso tocchi a me"
Stava tremando e non si curava di nasconderlo. L'attesa di sapere la sua sorte era diventata sfibrante. Gli agenti stavano ancora perquisendo il laboratorio, sotto la sorveglianza dell'aracnide scuro. Non aveva detto il suo nome e non poteva osare chiedere chi fosse... Anche perché purtroppo riusciva ad immaginare, se non chi fosse, almeno cosa fosse. Fino a quel momento, in apparenza l'avevano ignorato: un piccolo stupido associato di nessun valore. Al principio la loro indifferenza
non gli era dispiaciuta, ma dopo un po' l'attesa aveva cominciato ad incidergli i nervi, e adesso non ne poteva più.
Il suo Professore che era stato il suo dio in cattedra fin da studente... era stato portato in prigione. Difficilmente l'avrebbe rivisto vivo... Salvo che al suo processo. Forse.
"Può darsi. O può darsi di no" - L'aracnide scuro si girò verso di lui - "in fondo, la sua posizione è meno esposta di quella del Professore. Nel suo caso, è un vantaggio"
Gli venne da ridere:
"Cosa? Cosa sta cercando di farmi credere? Che me la caverò?"
"Dipende"
"Da cosa"
"Da lei. Dalla sua disponibilità a collaborare"
"Collaborare? Volete che testimoni al processo contro il Professore? - domandò, incredulo. Uno degli agenti di sicurezza si girò a guardarlo con disprezzo - Ma come, non avevate tutte le prove del mondo contro di noi?"
"Non immaginavo che lei fosse uno stupido" - sbuffò l'altro. Si chinò verso di lui. Le zampe erano piuttosto rozze rispetto alle sue, notò, ma era anche molto più alto.
"Abbiamo la confessione del Professore, resa spontaneamente al momento dell'arresto. Nessuna giuria potrebbe mandarlo assolto, neanche se fosse composta solo da suoi ex alunni. E' perduto e lo sa."
"Allora è vero... - mormorò - Non avevate così tante prove contro di lui. Non ci avete intercettato!"
"Ne abbiamo adesso, ed è quello che conta. Ma abbiamo anche un problema" - accennò al laboratorio:
"Capisce di che parlo?"
"Certo. La covata"
La voce dell'altro si fece più bassa, quasi rabbiosa:
"Devono essere distrutti, subito, prima che qualche anima bella si prenda a cuore il caso dei piccoli teneri ragnetti innocenti. Prima che le femmine inizino a rifiutarsi di accoppiarsi e quindi di morire
per dare alla luce dei ragni poi destinati alla completa distruzione"
Respirò. Per lui c'era qualcosa in fondo a quel tunnel, allora. Una specie di... Speranza?
"Questo vuol dire che non avete molto tempo. La caduta di una persona come il Professore non ci metterà molto a finire nei notiziari. Per quanto la sicurezza possa controllarli... Prima o poi il motivo per cui è finito in prigione finirà per trapelare"
L'aracnide si drizzò sulle zampe:
"Allora?"
"Allora, cosa c'è per me?"
"Potrei non farla finire in prigione. Perderebbe la sua carica di associato, ma la sua parte nella vicenda potrebbe essere sbadatamente dimenticata" - rispose l'aracnide scuro.
"Ah-Ah. Non mi basta, non più"
"Parlerò con il Consiglio. Le farò mantenere la sua carica"
"Non mi basta ancora. Voglio il ruolo di Professore"
"Assurdo. Sta tirando troppo la corda. Posso far distruggere la covata ai miei agenti"
"Ci metterebbero troppo, ed il tempo è quello che non avete. Io, invece, so come farlo. Posso far trasmettere ai congegni che abbiamo impiantato sulla superficie un impulso radiotelepatico al massimo della potenza. Gli animali inferiori non ne subiranno conseguenze, ma i cervelli della covata e tutti gli esseri superiori presenti sulla crosta terrestre ne saranno devastati. In maniera completa e definitiva. E immediata."
"Quanto ci vuole per organizzare il suo impulso?"
L'associato piantò i suoi occhi dritti in quelli dell'altro:
"Mi bastano pochi minuti"
"Parlerò con il Consiglio. Raccomanderò la sua nomina. "
"Non agirò un minuto prima di aver visto la mia nomina."
"Non ne dubitavo" - disse l'altro, girandogli le spalle. Non abbastanza in fretta, però, perché il futuro Professore non si accorgesse che l'aracnide stava sogghignando.

Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 17:31


"Rilevo forme di vita umanoide a breve distanza da qui, capitano - disse Volkoff, manovrando il proprio tricorder - Per l'esattezza, a circa novecento metri in quella direzione". Il russo puntò il dito
verso la vegetazione, dove si scorgeva il sentiero che lui aveva già percorso insieme a Tynan.
"Quello è il sentiero che porta ai congegni?" - domandò il capitano.
"Si, signore - rispose - Strano, non è vero?"
"Perché strano, se posso permettermi, signore?" - domandò Scott. Il russo si voltò verso l'uomo della sicurezza: "Perché quando i nostri compagni erano qui, non hanno manifestato alcun interesse verso quella strada. Sono sempre rimasti nella grotta o nella radura di fronte alla grotta. E no, non potrebbero esserci stati a nostra insaputa, perché ci sarebbero state le tracce del loro passaggio quando ci siamo arrivati io e il comandante Tynan, esattamente come ci sono nella radura"
"E questo è strano?" - chiese di nuovo Scott.
"Certo che è strano - intervenne secca la dottoressa Chen - Perché sono tornati sul pianeta? Se stessero solo cercando di ricostruire il loro passato, cercherebbero di tornare nei luoghi dove sono già stati, in modo da ricostruire i ricordi a partire dall'ambiente. Ma di sicuro
non sono mai stati ai congegni"
"Lei invece si, comandante - disse il capitano - Ci faccia strada".
Volkoff si inoltrò sul sentiero. Per quella ricerca, avevano deciso di fare a meno delle tute isolanti, che peraltro non erano state utili a proteggere le squadre sul terreno dalle radiazioni dei congegni. C'era qualcosa di diverso da quando aveva visto quel sentiero la prima volta. Gli alberi che li circondavano avevano assunto un aspetto autunnale, quasi malato, che faceva rabbrividire. Il terreno si era ricoperto di foglie giallastre e già sul punto di marcire. In alto si intravvedevano rami spogli, scuri e nodosi, popolati dai filamenti grigi delle tele di ragno. Alzò il tricorder, ma non rilevò alcun movimento. Le tele di ragno sembravano abbandonate.
Scostò delle fronde rossastre per far passare la giovane dottoressa. La donna aveva con sé un kit di pronto soccorso e un ipospray pronto a portata di mano.
"Sedativo - disse la cinese, notando il suo sguardo - Non so se si lasceranno riportare a bordo senza problemi, ma non voglio rischiare"
"Sono d'accordo - intervenne il capitano Enizia, raggiungendoli - Credo che abbiamo perso fin troppo tempo su questo pianeta. Recuperiamo i nostri e andiamo via di qui."
Il russo avvertì una nota di urgenza nella voce dell'andoriana e si girò a lanciarle un'occhiata in tralice, ma la donna era concentrata sul tricorder e non riuscì a spiarne l'espressione.
Prosegui. Il sentiero seguiva un percorso tortuoso e pieno di insidie, nascoste tra foglie caduche e rami pendenti.
"Manca poco" - avvisò. Dopo alcuni minuti, sbucarono nella radura. Alla luce solare che declinava, Volkoff riconobbe subito le tre figure familiari, in fondo, vicino ai congegni, ma la radura stessa era cambiata. Si guardò intorno, a scatti. Chen cercò di fare un passo, ma Volkoff la bloccò. La radura si muoveva, respirava intorno a loro.
"Non muovetevi! - sentì Enizia esclamare - Sono tutti ragni!"
Ragni. Centinaia di migliaia. No: milioni. Decine di milioni, forse. Ogni minimo centimetro di spazio, ogni filo d'erba, ogni albero era pieno di ragni. La creatura era stata composta da forse un migliaio di ragni. Qui ce ne erano milioni e milioni, disposti lungo file ordinate e pendenti da lunghi fili di ragnatela.

Pianeta Sa'ag - Città Sotterranea - Gennaio 2345 - ore 18:00


"La sua nomina" - L'aracnide scuro attraversò la soglia del laboratorio, brandendo nella zampa anteriore un foglio luccicante di alluminio.
Il nuovo Professore porse una zampa, ma l'altro non gli permise di afferrare il foglio:
"Ho fatto la mia parte" - fece.
Il nuovo Professore si rizzò, quindi si accostò con studiata lentezza alla consolle di controllo. Nell'attesa, gli agenti della sicurezza avevano sollevato le porte scardinate, lasciandole appoggiate al muro, ed avevano sgomberato alla meglio i detriti della loro perquisizione. Non avevano toccato i comandi, peraltro... Solo per caso? Impossibile.
"Lei ha fatto solo quello che aveva già deciso di fare molto prima che io glie la chiedessi... O sbaglio?" - domandò lui.
L'aracnide scuro lo studiò per un istante, quindi si decise:
"Si. In un certo senso, ci contavo" - fece accostandosi a lui per spiarlo da sopra la consolle. Appoggiò il foglio di alluminio sul ripiano, abbastanza vicino perché l'altro lo leggesse, ma continuando a tenerlo fermo con una delle sue zampe:
"Adesso... Tocca a lei"
Il Professore iniziò a settare i comandi.
"Basteranno pochi minuti e quei ragni moriranno - disse - L'intera covata morirà"
"Quei ragni non sarebbero mai dovuti nascere. Faccia quello che deve!"

Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 18:04


"Come facciamo ad arrivare ai nostri? - domandò la dottoressa Chen - Ci sono troppi ragni tra noi e loro. Finiremmo con lo schiacciarli..."
"E se anche ci provassimo, loro finirebbero con lo schiacciare noi - fece notare Volkoff - Sono troppi per farci largo con la forza"
Si girò verso Enizia. Le antenne dell' andoriana erano piegate verso il suo tricorder:
"Che c'è, capitano? Ha visto qualcosa?"
"Le emissioni radio. Sappiamo che i ragni comunicano via segnali radio, quindi ho cercato le loro emissioni non appena arrivati a terra... - mostrò lo schermo del tricorder - I segnali radio in questa
zona sono fuori controllo. Sono solo in questa zona, su tutta la superficie del pianeta! E sembrano orientati in una direzione precisa..." - sollevò un dito, puntando alle tre figure di Luz Fuentes, di Brennon Boran Tynan e di Thomas Pierce in fondo alla radura.
"Signore, si stanno muovendo" - segnalò Scott. Volkoff si girò, in tempo per vedere i ragni scivolare via dai filamenti trasparenti più vicini a loro, dirigersi verso gli alberi del sentiero che avevano appena attraversato e sparire alle loro spalle. Sull'erba resa scura dalla luce del tramonto, si aprì una piccola zona sgombra, perfettamente rotonda e abbastanza vicina da poterci arrivare.
"Sembra che ci stiano invitando" - disse Chen.
"Ad entrare in una trappola? Si, sicuramente" - ribatté Volkoff.
"Prima di arrivare, ho ordinato di controllare i nostri segnali. Sono pronti a teletrasportarci in ogni momento" - disse Enizia avanzando. Un passo, e raggiunse l'area sgombra. Volkoff scambiò un'occhiata con Scott, quindi a sua volta entrò nel circolo. I ragni attesero che anche la dottoressa Chen e Scott raggiungessero l'area sgombra, quindi formarono un nuovo cerchio in direzione dei congegni.
"Sono gentili, tutto sommato - mormorò Chen - Sembra la versione locale del tappeto rosso"
Il russo non replicò. Le piccole aree sgombre erano completamente circondate di ragni, in ogni direzione. Alle loro spalle, un fitto intrico di filamenti veniva ricomposto rapidamente, e di nuovo si popolavano di piccole creature. Il silenzio della radura era rotto solo dai rumori metallici provenienti dai congegni, sempre più forti a mano a mano che si avvicinavano.
I tre vicino alla struttura non sembravano essersi resi conto della loro presenza. Volkoff si accorse che era stata apparentemente rimontata in maniera diversa dalla precedente. L'ufficiale scientifico
armeggiava con dei comandi posti alla base del treppiede, mentre Luz Fuentes stava scendendo da sopra il congegno, con l'aiuto del comandante Pierce. Tynan chiuse lo sportellino dei comandi, quindi raggiunse gli altri due, in piedi di fronte alla struttura.
Li raggiunsero, mentre si chiudeva alle loro spalle l'ultimo cerchio sull'erba.
"Comandante Pierce? Dottoressa Fuentes?" - provò il capitano. I tre rimasero immobili, con lo sguardo fisso alla struttura, come in attesa.
"Che stanno aspettando?" - sbottò Enizia.
Come a rispondere alle sue parole, i fari rossi in cima al congegno iniziarono a lampeggiare, inondando di luce sanguigna la radura.
"Che succede?" - urlò Scott.
"E' come l'altra volta! - gridò Volkoff - Dobbiamo andare via da qui, via!"
"Enizia a Baffin: teletrasporto d'emergenza, sei persone, subito!" - ordinò, andando ad abbracciare alle spalle la dottoressa Fuentes. Chen fece lo stesso con il comandante Tynan mentre Scott e il russo prendevano in mezzo Thomas Pierce.
=^= Baffin a capitano. Non riusciamo ad agganciare il vostro segnale! Ci sono troppe interferenze radio =^=
Volkoff si girò. Non appariva più la radura, ma una gabbia di filamenti affollati di ragni, che brillava di luce rossa.
"I ragni! Sono i ragni! Dobbiamo scappare!" - gridò Scott. Volkoff lo afferrò per la maglia, prima che potesse fare un passo oltre il cerchio:
"E' troppo tardi! Non arriveresti a metà strada!" -
Scott cercò di divincolarsi, ma la luce non lampeggiava più. Diventò brillante. Accecante. Il russo chiuse gli occhi, chiedendosi se quella era la fine. Qualcuno urlò vicino a lui, qualcuno che conosceva.
Aprì gli occhi. Brennon Tynan era in ginocchio, con i pugni premuti alle tempie, gridava come se la vita gli venisse strappata via. Luz Fuentes si guardava intorno smarrita, lo stesso sguardo che vedeva in Thomas Pierce.
Volkoff lasciò andare Scott, si precipitò dal trill:
"Io li sento! Io li sento dentro di me! Sono milioni... E stanno morendo! Stanno morendo tutti!"
Si girò verso la radura. La gabbia di filamenti era intatta.
"Ma no, non vedi? Stanno bene, è solo nella tua testa!" -
"Ma che vuol dire? - chiese Chen - Sono qui, ci circondano... Non sta succedendo niente!"
I ragni si stavano muovendo. Sciamavano via in silenzio, ordinatamente, abbandonando la radura. La luce brillò ancora un istante, quindi si spense.
Tynan gridò ancora, quindi lasciò andare le tempie:
"Non sento più nulla. Sono morti... Sono tutti morti... Ora non sono più... I Fulvi non sono più"

Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 20:04


"Come stanno?"
Il capitano Suri aveva raggiunto Enizia nel suo studio sulla Baffin. L'andoriana l'aveva accolta con una espressione cupa in volto. Fissava lo spazio al di là dell'oblò, come se non lo vedesse.
"Dal punto di vista fisico bene, secondo il dottor Maurian - rispose vaga il capitano della Baffin - Secondo lui, anche i vuoti di memoria - sia dei tre ufficiali che del resto dell'equipaggio coinvolto nella faccenda - tenderanno a scomparire. Purtroppo, però, sono consapevoli di quello che hanno fatto. Il consigliere Bhreel è con loro, li aiuterà a superare questo momento"
"Non credo che sia necessaria una inchiesta nei loro confronti. Nel diario di bordo ho già messo in chiaro che il comandante Pierce, il comandante Tynan e la dottoressa Fuentes sono stati influenzati dai ragni. La telepatia..."
"Già, la telepatia... Il più grande strumento di spionaggio industriale della storia" - commentò amara Enizia, scostandosi dall'oblò per andare a sedersi sulla scrivania - Leggendo la mente di Tynan durante i loro incontri hanno scoperto sia che i Fulvi volevano decimarli, sia le specifiche dei congegni che avrebbe usato per farli. Non avevano i mezzi scientifici per agire, allora hanno usato i nostri. Hanno invertito la direzione del segnale."
"Per i ragni di superficie, si potrebbe dire che si è trattato di autodifesa - notò Suri - L'impulso radiotelepatico avrebbe potuto ucciderli tutti"
"Ma non si è trattato di autodifesa per noi!" - esclamò Enizia, furiosa - Non stiamo a fare giochi di parole: è stato un genocidio, puro e semplice. E noi abbiamo partecipato, dall'inizio alla fine!" - s'interruppe un momento, per riprendere fiato.
"Lo so - approfittò della pausa Suri - Lo sbaglio è stato fatto all'inizio, quando non ci siamo resi conto che il pianeta era abitato da una specie intelligente. Abbiamo esposto una specie ad una tecnologia, la nostra, per la quale non erano preparati."
"Due specie intelligenti - la corresse Enizia - Se non fossimo mai scesi sul pianeta, i ragni di superficie sarebbero stati decimati dai Fulvi. Ma i Fulvi sarebbero ancora vivi... La colpa di questo errore è nostra. Mia e sua, Suri."
"E' vero. Ne dovremo affrontare le conseguenze, quando saremo tornati nello spazio territoriale della Federazione - fece la vulcaniana, alzandosi - Ma siamo ancora molto lontani. Abbiamo bisogno di tutto il nostro equipaggio e di tutta la nostra attenzione per ritrovare la strada di casa. Tutto questo deve essere una lezione per noi. Non possiamo muoverci in questo Quadrante come se fossimo nello spazio che conosciamo."
"Insomma, cosa sta suggerendo? Ce ne andiamo e basta?"
"Non vedo alternative - disse Suri, avvicinandosi allo stipite della porta - A meno che non voglia tornare sul pianeta"
"Credo sia l'ultima cosa nella mia personale lista di preferenze"
"Anche nella mia. - concordò la vulcaniana - E la prossima volta che ci sarà un matrimonio a bordo..."
"...Sarà al Bar di Prora!"


Torna all'indice

FINE MISSIONE