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USS HOPE - MISSIONE 17 RSS USS HOPE - Missione 17

17.07 "Notturno"

di Lon Basta, Pubblicato il 18-02-2022

Notrutun - Beyhan
Bassifondi della Capitale
06 agosto 2401 - ore 23:40


Tre uomini si spostavano di vicolo in vicolo cercando riparo dove potevano, nascondendosi nei pertugi che trovavano, mentre i loro inseguitori stavano dietro loro con una determinazione che faceva paura. C'era la promessa di dolore nell'ostinazione degli inseguitori e di morte.
Nello scappare per i bassifondi, i fuggitivi non sapevano esattamente dove stessero andando, si affidavano a quel poco che sapevano della città. Uno di loro, però, era cresciuto su un pianeta simile a Notrutun, dove la povertà regnava nelle case e la violenza era l'unico modo per sopravvivere. E aveva preso il comando seguendo il suo istinto e guidandoli attraverso strade diverse, ma molto simili al suo pianeta natale. Perché si sa che per quanto una città si faccia bella, c'è sempre della polvere sotto il tappeto che è la stessa in ogni posto.
Era stato naturale per Price e Wennech dare a Billings il comando, serate al bar della Hope a raccontarsi le loro storie e simulazioni sul ponte ologrammi aveva unito i tre uomini più di quanto i turni di lavoro e le missioni avessero fatto. C'era fiducia fra loro e sicurezza in quello che facevano.
Il capitano aveva chiesto loro di fare da esca e nessuno dei tre aveva messo in dubbio quell'ordine. Erano entrati nella flotta perché credevano nei valori della Federazione ed avevano scoperto una famiglia sulla Hope. Avrebbero attirato gli inseguitori il più lontano possibile da dove si trovavano i loro compagni e l'avrebbero fatto sorridendo perché, come diceva sempre il tenente Basta, "il nostro ruolo è proteggere i nostri compagni, anche contro la loro volontà."



Notrutun - Beyhan
Bassifondi della Capitale
06 agosto 2401 - contemporaneamente


Caytlin si accovacciò davanti al notrutuniano e piegò la testa leggermente di lato. I lunghi capelli rossi le scendevano sulle spalle in morbide curve ed il sorriso che le curvava le labbra le illuminava il viso. Non era fatta per stare in quel posto sporco dove la violenza era di casa. Il suo posto era là dove il sole baciava la terra e i fiori rigogliosi ornavano il terreno.
Lo sguardo del notrutuniano, che fino a qualche minuto prima era pieno di odio, si era fatto velato, stordito dalla bellezza della risiana davanti a lui. Se la sarebbe tenuta, una volta che li avessero catturati tutti. L'avrebbe chiesta a Dogak come compenso per tutta la fatica che avevano fatto per catturare quei maledetti federali.
Anval non aveva alcun dubbio che presto la sorte sarebbe cambiata. Erano federali, non sapevano cosa volesse dire vivere a Beyhan. Vivevano sulle loro belle astronavi, nelle loro pulitissime città, dove nulla accadeva. Non avevano idea con qui avevano che fare. Anval avrebbe raccontato loro quello che voleva, avrebbe detto loro balle sufficienti a farli sentire sicuri e li avrebbe condotti dritti nelle braccia di Dogak. E poi avrebbe preteso la roscia come ricompensa.
Si sarebbero divertiti parecchio loro due. Davvero.



U.S.S. Hope,
Ufficio del capitano
06 agosto 2401 - ore 00:00


Il capitano Strauss fissava i suoi uomini ed il detective Deved, il cui viso finalmente aveva ripreso colore, tamburellando ritmicamente sulla scrivania. La situazione era piena di tranelli da tutte le parti e nulla gli diceva che Deved fosse veramente chi diceva di essere o, quanto meno, fosse onesto come diceva di essere.
"Detective, innanzitutto mi scuso per il modo in cui è stato portato a bordo. Rapire un cittadino di un pianeta amico non è certo un'azione che facilita i rapporti fra la Federazione e Notrutun."
"Se mi permette capitano, non è stato tecnicamente un rapimento..." intervenne Rodriguez.
"Chiamerò quanto prima i rappresentanti del suo governo per scusarmi per il modo in cui è stato portato a bordo," proseguì Strauss ignorando l'interruzione del capo operazioni.
"Il detective ha detto che dovevamo stare con lui e trovare un posto sicuro! Quale posto migliore della Hope? Dopo tutto guardi cosa mi hanno fatto i suoi compatrioti?!" Protestò Luna indicandosi il labbro.
Lo sguardo di Strauss fece abbassare il dito a Luna di scatto.
"Dicevo, detective, contatterò il suo governo per dire che lei è salito a bordo della Hope per fare ulteriori indagini e che io mi sono rifiutato di darle il permesso se non fosse venuto con il signor Rodriguez e il tenente Catalunya Jones della Casata di Klaa. Dirò che nonostante la procedura sia decisamente contro i regolamenti, i miei uomini hanno rischiato la vita nelle celle di Beyahn e che la Federazione non prende bene le minacce ai propri membri." Notando soddisfatto che il capo operazioni e il tenente finalmente avevano smesso di interromperlo, Strauss sorrise al detective Deved, "ora mi dica cosa ha scoperto che le ha fatto cambiare idea su quanto successo".



Notrutun - Beyhan
Bassifondi della Capitale
06 agosto 2401 - ore 01:30


La dottoressa Melanne Graahan sedeva accanto al capo della sicurezza Lon Basta fissando la piccola finestra dell'appartamento che erano riusciti ad occupare. La sua espressione era un misto fra lo sbalordito e spaventato, la sua mano stringeva quella del betazoide a cercare rassicurazione.
"Adesso capisci perché non ho mai saltato un colloquio con lei?" commentò Lon a voce bassa.
"Non avevo mai visto un uomo adulto piangere. Non il quel modo almeno..." Lon le strinse la mano e si girò a guardarla. "Secondo te ha mentito?" Melanne si interruppe notando lo sguardo del suo compagno. "Oh giusto."
"Ci ha provato, all'inizio," rispose Lon con un sorriso divertito che poi svanì quando il suo sguardo si puntò sul Caytlin, seduta poco distante, "poi lei ha detto quella cosa sul fatto che aveva una scelta da fare e sul futuro nel quale voleva vivere, ed è crollato."
"Quindi adesso andiamo da questo Dogak?" chiese Melanne aggiustando la posizione in modo da sopportare il peso di Lon sulla sua spalla.
"Le prove sono nel suo ufficio." Mormorò Lon. Il suo viso era segnato dalla stanchezza e gli occhi stentavano a restare aperti. "Ci introdurremo di nascosto per rubarle."
"E una volta risolta questa faccenda andremo a casa." Mormorò Melanne passandogli le dita fra i capelli.
"Si, casa." Fu la risposta del betazoide mentre scivolava nel sonno.
La dottoressa Graahan sorrise.