Home Home
 
 
 
 
 
 
USS HOPE - MISSIONE 07 RSS USS HOPE - Missione 07

07.01 "Il passato che ritorna"

di Rest figlio di Retok, Pubblicato il 06-04-2017

USS Hope - Alloggio del tenente junior grade Rest figlio di Retok - 23/03/2396 ore 13.00


Rest rientrò piuttosto rapidamente in alloggio, osservandosi attorno nella più totale solitudine: era trascorsa un'altra mezza giornata a bordo della Hope, un'altra mattinata segnata dall'essere nuovamente lì a dover confrontarsi con Basta, con il suo essere emotivo. Non serviva essere betazoide per capire come la sua presenza sulla nave non piacesse affatto a Lon, ne era pienamente consapevole, e la verità era che non era l'unico membro dell'equipaggio che avrebbe volentieri stappato una bottiglia di spumante se non lo avesse visto tornare. Si portò verso l'armadio prendendo alcune candele, doveva meditare: aveva la necessità di dedicarsi un po' di minuti per ritrovare la propria pace mentale e riavvicinarsi alla pratica del Kolinahr.
Era consapevole che sarebbe successo, e del resto era uno dei motivi che lo avevano portato a rifiutare quell'incarico: in una nave con ufficiali tanto emotivi, le peculiarità della sua razza lo facevano risaltare come una fastidiosa mosca bianca all'interno del gruppo. Molti avevano l'impressione che i vulcaniani fossero privi della capacità di provare qualsiasi forma di emozione, ed in fondo alla sua specie quell'idea non dispiaceva affatto: in realtà le emozioni erano parte di ogni vulcaniano, ciò che li caratterizzava era la loro grande capacità di controllare ogni cosa con la propria mente. Se le altre specie si lasciano guidare dal cuore, questo non capita a nessun vulcaniano: è la mente che controlla le emozioni, non il contrario.

Rest si bloccò per un attimo proprio mentre accendeva le candele, un pensiero nella sua mente si stava facendo largo, un dubbio che difficilmente sarebbe sparito così facilmente.

*Se la mente controlla le emozioni, che cosa ci faccio qui sulla Hope?*

Si sedette sul tappeto osservando le candele di fronte a sé, ripensando in profondo a quell'ultima sera passata su Sol III. Aveva già deciso di lasciare la Hope, aveva comunicato la propria intenzione all'ammiraglio senza tergiversare, con piena convinzione, consegnando alla donna una lista di navi che riteneva più adatte alle proprie peculiarità: la scelta non era stata delle più semplici, ma come ogni vulcaniano aveva dato ascolto alla pura logica, e le sue considerazioni lo portavano molto lontano da lì. Poi si era ritrovato di fronte Xyr, ancora un po' provata emotivamente dalla lettera di Bueller.
Nella sua mente, Rest cercò di ricordare ancora il momento in cui la giovane andoriana lo raggiunse raccontandogli per filo e per segno la lettera con la quale il tenente Ferris declinava l'offerta del proprio incarico come facente funzione di capitano. La notizia lo lasciò spiazzato e, seppure all'esterno non lo desse a vedere, non potè che constatare di aver fatto un errore di valutazione: la sua logica lo aveva portato a ritenere l'accettazione dell'incarico da parte di Bueller quasi una certezza, toccando il 94,65% delle probabilità, eppure lui aveva rifiutato quella ghiotta opportunità.
Xyr gli riportò fedelmente le motivazioni che avevano portato il giovane terrestre a prendere la propria decisione: Bueller sembrava ritenere fondamentale il progetto Hope per tutelare una serie di ufficiali che, privi di questa possibilità, a suo modo di vedere avrebbero finito per marcire in qualche sperduta base stellare o in qualche piccolo vascello con incarichi secondari. Non era dunque il progetto in sé a non essere condiviso dal tenente Ferris, quanto la convinzione che la presenza sua e di Xyr fosse indispensabile. In questo frangente, la decisione presa da Bueller era da ritenersi il risultato della mente di un uomo calmo e posato che aveva analizzato in modo logico la situazione e ne aveva tratto le proprie conclusioni, non la scelta di un terrestre che, sulla base delle sue considerazioni, era considerabile come un giovane oltre modo irruento ed avventato.
Il racconto di Xyr lo lasciò per svariati istanti senza parole, aveva sempre avuto la certezza che al 89,78% il tenente Bueller lo ritenesse un utile spina nel fianco, buono giusto giusto se vi fosse stato un problema tattico da risolvere, ma nulla di più: il suo sistema logico ed anaffettivo di risoluzione delle questioni lo poneva in antitesi ai suoi metodi, il che avrebbe dovuto tradurre per logica la sua uscita di scena come un fatto del tutto positivo: che la sua logica lo avesse portato davvero ad errare nella valutazione di quel terrestre?
Bueller aveva pensato prima di tutto ai membri dell'equipaggio e Xyr sembrava esserne rimasta toccata, del resto lei non si era preoccupata di pensare a cosa sarebbe successo una volta partita, esattamente come lui: Rest lo dovette ammettere, l'unico pensiero che aveva fatto sulla Hope era che un simile progetto fosse fallimentare per la presenza di ufficiali troppo inesperti e fondamentalmente molto emotivi, non si era posto il problema di quali ripercussioni vi sarebbero state per gli altri una volta che quella porta si fosse chiusa. Xyr era stata chiara nell'affermare che vi era un dovere che pesava sugli ufficiali superiori, ed in primis su Capitano e Primo ufficiale: prendersi cura del proprio equipaggio. A conti fatti il suo ragionamento era piuttosto logico ed avvalorato dai fatti: le statistiche di cui era a conoscenza parlavano chiaro, il senso di sicurezza aumenta del 76% la coesione dell'equipaggio, e ciò aumenta del 68% le possibilità che la nave risulti preparata ad affrontare le avversità. Era abbastanza evidente che Xyr ritenesse di aver mancato in quel suo dovere, ma lui poteva ritenersi immune da quella critica? Avrebbe potuto citare a memoria il nome ed i dati principali di tutti i curriculum dei cadetti con cui era stato imbarcato sulla Hope, ma senz'altro non aveva fatto nulla per proteggerli dalle sfide che aveva comportato quel progetto. Il compito che si era prefissato riguardava unicamente un ragionamento squisitamente tattico, in cui ogni membro dell'equipaggio occupava il posto di mera pedina, null'altro che qualcosa di sacrificabile all'occorrenza: nel suo lavoro non aveva mai preso pienamente in considerazione il fattore emotivo, del resto per i vulcaniani era sempre stato un fattore ininfluente, ma per le altre razze? L'aver ignorato volutamente un fattore a suo parere così irrilevante era un suo ennesimo errore di valutazione?

Rest tornò a fissare le candele, doveva ammettere con se stesso più errori di valutazione di quanti avesse mai potuto accettare, ma c'era di peggio. Aveva cambiato idea quando a chiederglielo era stata Xyr: in questa scelta, si era fatto convincere di restare perché la Hope aveva bisogno di loro due o più semplicemente perché glielo aveva chiesto Xyr? Un pensiero lo bloccò di nuovo, mentre ripensava alle parole della giovane andoriana: chi aveva avuto l'idea di mandare proprio Xyr a parlare con lui? Il tenente Ferris...
Nella sua lettera, oltre a citare l'idea che le sue capacità sarebbero risultate necessarie negli anni a venire per dare supporto a Xyr, asseriva che il rispetto che lui nutriva nel tenente lo avrebbero spinto a riesaminare l'idea di accettare l'assegnazione sulla Hope: Bueller non solo era già giunto alla conclusione che avrebbe rifiutato l'offerta, ma sembrava ben sapere che l'unica persona in grado di fargli cambiare idea era proprio Xyr. Ma come era possibile? Come per ogni vulcaniano, non è di certo tipico della sua razza dimostrare le proprie preferenze per altre persone apertamente: le emozioni sono qualcosa che vanno tenute per sé, vanno nascoste al mondo, eppure Bueller sapeva qualcosa... o quanto meno lo aveva intuito. Era stato così disattento da lasciar trasparire qualcosa?

Spostò lo sguardo nella stanza, soffermandosi su una delle poche olo-foto della sua famiglia, che ritraeva sua madre seduta e suo padre rigidamente in piedi alle spalle di lei. Il padre, Retok, continuava ad essere un diplomatico di consumata esperienza, mentre la madre proseguiva indisturbata la sua carriera da concertista di arpa. La sua infanzia non era stata sempre delle migliori, da piccolo era difficile per lui comprendere a pieno la disciplina del Kolinahr: la loro costante ricerca di raggiungere la piena purificazione da qualsiasi emozione attraverso la costante ricerca della logica pura, rendeva il loro metodo educativo estremamente freddo e distaccato. Infondo, il loro sistema educativo era profondamente logico: se i genitori non sono sempre pronti a risolvere i problemi dei figli, essi saranno costretti ad imparare molto in fretta ad arrangiarsi da soli, volenti o nolenti, soprattutto se ci si ritrova a vivere su un pianeta ostile come Breen. La prima nota dolente nel rapporto con suo padre nacque quando aveva 16 anni la sua decisione di non accedere all'Accademia delle Scienze di Vulcano per iscriversi presso l'Accademia di Strategia Militare di Zakdorn non fu apprezzata in famiglia: seppure il padre ufficialmente non si era mai opposto alla sua decisione, Rest aveva sempre saputo che quella non era la scelta che suo padre avrebbe voluto da lui. Dopo due anni, si iscrisse all'Accademia della Flotta Stellare, ma i rapporti con il padre erano rimasti ancora freddi e distaccati: anche in quell'occasione non vi fu un'opposizione dalla sua famiglia, ma era piuttosto evidente che non vi erano neppure segni di orgoglio negli occhi di suo padre. Giunto alla fine di quel suo percorso, aveva comunicato al padre le sue scelte, o almeno gli aveva riferito la sua intenzione di proseguire il proprio percorso su di una nave con ufficiali in prevalenza della sua razza, motivando logicamente le sue scelte ed ottenendo un seppur flebile segno di assenso dal padre. Ma ora le cose erano molto diverse, aveva scelto di tornare sulla Hope, cosa che per il momento non gli aveva ancora comunicato: sapeva che non si sarebbe opposto, neppure a quella sua scelta, ma certamente non avrebbe avuto alcun appoggio. Del resto gli era bastato osservare lo sguardo del tenente T'Mant, quando gli comunicò che non sarebbe salito su nessuna delle nave selezionate da lui: quel malcelato disprezzo per aver fatto una scelta poco logica sarebbe stato difficile da eliminare dalla propria mente.

=^=Tutti gli ufficiali superiori sono richiesti in plancia=^=

Il suono dell'interfono interruppe la meditazione di Rest, tutti i pensieri che affolavano la sua testa furono rapidamente repressi per riassumere la sua maschera priva di ogni empatia: se avesse potuto scegliere avrebbe preferito restare lì, ma conosceva i suoi doveri, quindi spense le candele, riponendole al loro posto, ed uscì silenziosamente dal proprio alloggio.



USS Hope - Plancia - 23/03/2396 ore 13.30


Rest entrò in plancia assieme al tenente Graahn, eseguendo un rapido saluto formale e dirigendosi con passo sicuro in direzione della consolle tattica. Ad un cenno del capo di Bueller, Xyr procedette ad un piccolo riassunto di quanto era capitato solo pochi minuti prima.

"Quindi, riassumendo... abbiamo rilevato un sos inviato da una delle boe di emergenza della USS Esperanza NCC-0923, data per dispersa all'incirca ottanta anni fa" Xyr sollevò il capo ad osservare i presenti
"Per la precisione, la sua scomparsa è avvenuta 86 anni fa..." la voce di Rest ruppe il silenzio creatosi in plancia "Da quanto riporta il database, la USS Esperanza è stata data per dispersa pochi mesi prima dello scoppio della rivolta di Ganalda IV, sedata nel sangue dal generale klingon Gorak, avversario politico dell'allora cancelliere Azetbur" Rest si fermò leggendo in silenzio
"C'è dell'altro, tenente?"
Rest alzò il capo verso Bueller "Solo delle teorie, si fa riferimento ad una sorta di antipatia del Capitano della USS Esperanza nei confronti del popolo klingon. Stando a quanto riportato nel database, il figlio del Capitano era un mercante che si è spinto troppo vicino allo spazio klingon: piuttosto di accettare il loro abbordaggio ha tentato la fuga ma il suo cargo è andato distrutto, nessun sopravvissuto. Vi sono state delle illazioni che la Esperanza abbia avuto a che fare con la rivolta di Ganalda IV, ma non vi sono prove a riguardo..."
"E dubito che la Flotta avesse tutto questo interesse a provare un loro eventuale coinvolgimento in spazio klingon" concluse Rodriguez
"Resta da capire perché si trovino qui, in questa distesa..."
"Vi è una probabilità del 75,4% che abbiano optato per una simile tattica per sfuggire ad eventuali inseguitori... si tratta di un'area soggetta a potenti campi elettromagnetici, che disturbano sia le comunicazioni sia i sensori... quindi diviene decisamente più difficile individuare un vascello qui"
"Ne è una riprova il fatto che siamo i primi ad aver captato il loro segnale dopo la bellezza di ottant'anni dalla data della loro scomparsa" intervenne Caytlin "Evidentemente questi campi magnetici hanno impedito la ricezione del segnale fino a che non siamo giunti abbastanza vicini da essere a portata"
Bueller annuì tornando ad osservare gli altri "Al momento ci stiamo addentrando nella distesa, per individuare il punto da cui parte il segnale d'emergenza. Non possiamo viaggiare troppo velocemente a causa dei svariati asteroidi che transitano sul nostro percorso ma grazie alle doti del tenente Jones dovremmo arrivare tra circa tre ore."
"Un momento capitano..." la voce della dottoressa Graahn fece voltare tutti i presenti "Di che tipo di campi elettromagnetici stiamo parlando? Le radiazioni alle quali stiamo andando incontro di che tipologia sarebbero? Non mi dite ionizzanti..."
Tucci intervenne prontamente "No dottoressa, si tratta certamente di una radiazione non ionizzante. I campi elettro-magnetici di quest'area dello spazio si trovano nella regione dello spettro elettromagnetico a lunghezze d'onda relativamente grandi e frequenze relativamente basse, di conseguenza trasportano una quantità di energia tale da non essere in grado di rompere i legami chimici tra molecole"
La dottoressa parve tirare un sospiro di sollievo "Molto bene, una radiazione ionizzante sarebbe stata sufficientemente potente per rompere i legami del dna, ad ogni modo ci tengo a ricordare a tutti che anche le radiazioni non ionizzanti sono pericolose per qualsiasi organismo biologico se l'esposizione prosegue per un lungo lasso di tempo... vi esorto, quindi, a soffermarci il minor tempo possibile e poi uscire da quest'area"
"A quali rischi andiamo incontro esattamente?" la domanda di Rodriguez anticipò di poco i dubbi di gran parte dell'equipaggio
Graahn sospirò per un attimo "Ovviamente dipende dai tempi di permanenza in quest'area, nonché la razza del soggetto... dato che vi sono razze più sensibili o meno a seconda del pianeta di provenienza, ad ogni modo i sintomi iniziali potrebbero andare da problematiche psicologiche, come un anormale aumento dell'ansia, che può sfociare in depressione o in tendenze al suicidio, oppure problemi fisici, come disturbi del sonno, irritabilità, nausea e diminuzione della libido: il problema più grave che potremmo avere inizialmente è dato dai disturbi circolatori, che già di loro possono comportare problematiche più o meno serie, come sensazione di freddo alle estremità, gonfiore agli arti inferiori, stanchezza, cianosi, pressione alta, mal di testa, vertigini e perdita della memoria" fece una breve pausa "Infine, un'esposizione maggiore potrebbe aumentare le probabilità che insorga un tumore"
Bueller alzò il capo "E se polarizzassimo gli scudi?"
"Soluzione fattibile" rispose Doohan "Ma decisamente momentanea, potremo allungare il periodo di esposizione sicuro solo di 12 ore... al massimo di una giornata, non di più"
"E non vi sono soluzioni al problema?" Xyr prese la parola tornando a guardare la dottoressa
"In caso di emergenza resta sempre l'elettrozina, ma si tratta di una soluzione che non durerebbe per molto... inoltre non credo serva ricordare che potrebbe curare gli effetti, ma non può eliminare le radiazioni".
Bueller annuì osservando la dottoressa "In questo caso cercheremo di essere molto rapidi"
"Ma non troppo" la voce di Lon attirò su di sé l'attenzione "Non sappiamo nulla di cosa ci stia aspettando, potremmo trovare solo una boa di emergenza... potremmo trovare l'Esperanza... o potremmo finire diritti dentro una trappola" fece una piccola pausa "Siamo in un'area in cui le comunicazioni sono impossibili, se dovessimo essere attaccati chi lo verrebbe mai a sapere?"
"Devo concordare con l'analisi del tenente Basta" Rest prese la parola "Suggerisco di non andare immediatamente sul punto da cui proviene il segnale ma di tentare di analizzare l'area con i sensori..."
Bueller annuì "Capisco, c'è altro?"
Rodriguez fece un colpetto di tosse "Io sconsiglierei di avvicinarci troppo a prescindere... anche nel caso in cui vi sia solo una boa o la stessa Esperanza"
"Per quale motivo, tenente?" Caytlin osservò il collega
"Molto semplice, quella nave è qui da più di 80 anni... possiamo ipotizzare che sia stata colpita? Bene... ma se non è così deve esserci qualcosa che non le ha permesso di lasciare questa area! Non è che stiamo per andare ad impantanarci pure noi?"
Bueller sospirò nuovamente osservando i presenti "Tenente Dohaan, tenente Tucci... mettetevi all'opera, ho bisogno che migliorate il più possibile la portata e l'efficienza dei sensori... tenente Jones, arresti la nave ad una distanza di sicurezza dal punto di emissione del segnale d'emergenza"



USS Hope - Plancia - 23/03/2396 ore 16.00


Quasi tutti gli ufficiali superiori erano ancora in plancia, all'infuori di Dohaan e Tucci che erano ancora in sala macchine per tentare di migliorare l'efficienza dei sensori, e della dottoressa Graahn che era andata ad allertare le squadre mediche d'emergenza. Il silenzio regnava sovrano, venendo interrotto solo di tanto in tanto da alcuni rapporti sull'aumento o sulla diminuzione dei campi elettromagnetici.

"Siamo al limitare della distanza di sicurezza" la voce di Luna fece voltare tutti i presenti
"Analisi dell'area interessata ed intorno alla nave, non voglio alcuna sorpresa"
"La portata dei sensori è stata migliorata dello 0.9% ma resta ancora molto al di sotto degli standard" Rest iniziò a digitare alla consolle "Ad ogni modo rilevo la fonte del segnale... si tratta di una boa di emergenza"
"La Esperanza?" chiese Xyr voltandosi verso il tattico
"Non ve n'è traccia alcuna, il che potrebbe essere positivo... non rilevo neppure gli eventuali relitti"
"Pensa che sia stata distrutta?" intervenne Caytlin
"Difficile da dirsi, senza dati è difficile tentare una proiezione delle probabilità... ad ogni modo le ipotesi più solide sono la distruzione della Esperanza, una sua cannibalizzazione oppure una sua confisca ed utilizzo della stessa... magari al di fuori dello spazio federale..."
"Potrebbe anche darsi che lo stesso equipaggio abbia mantenuto il controllo della nave, trasformandola in una nave generazionale?" chiese Caytlin curiosa
Rest annuì "Sì, non posso escluderlo... anche se rimarrebbe la domanda del perché non siano tornati in spazio federale"
Rodriguez fece spallucce "Forse non vogliono essere trovati"
"Se così fosse sarebbe profondamente illogico aver lasciato una boa di emergenza attiva. Essa comporta, per sua natura, un aumento del rischio di attirare l'attenzione di un vascello federale nell'area" Rest stava ancora digitando alla consolle "Signore, dalle analisi devo ritenere che la boa sia stata lanciata compatibilmente in un lasso di tempo che va da 90,34 a 76,54 anni fa. Ha impattato con svariate rocce spaziali, ma il nucleo non è stato lesionato e dalle scansioni sarei portato a credere che, con una probabilità del 89,34%, vi siano state salvate delle informazioni"
"Possiamo scaricare i dati al suo interno?" chiese Bueller
"No, i campi elettromagnetici disturbano i sistemi"
"E tentare un teletrasporto?"
"Da questa distanza no" intervenne Rodriguez "Ma se fossimo un po' più vicini..."
Bueller sbuffò "Rilevate qualche rischio ad avvicinarci?"
Sia Luna che Rest scossero il capo "I sensori non segnalano alcuna anomalia spaziale che possa interagire con i sistemi propulsivi, a parte i già identificati campi elettromagnetici"
"Molto bene, allora avviciniamoci... appena presa la boa andiamocene di qui" Bueller tornò a sedersi osservando un po' tutti i membri della plancia. Ci vollero alcuni minuti, ma quando vide lo sguardo soddisfatto di Paulo che, quasi miracolosamente, aveva recuperato la sonda, si alzò "Signor Jones, andiamocene di qui... rotta verso la starbase..." si bloccò di colpo sentendo la consolle tattica bippare
"Signore, nave in avvicinamento... i sensori della nostra nave hanno un raggio molto limitato, quindi il vascello deve essere molto vicino alla nostra posizione" la voce di Rest fece spalancare gli occhi a tutti gli altri presenti
"Vascello? Di che vascello si tratta?" Bueller si avvicinò alla consolle tattica
"Sto verificando" Rest digitò rapido alla consolle "Si tratta di un vascello federale... la NCC-0923"
Il resto della plancia si guardò in faccia per poi prorompere tutti "E' la Esperanza!"