Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS HOPE,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM
Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS HOPE, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.
L'Ambasciatore Retok, padre di Rest, è minacciato da un gruppo terroristico che lo ritiene colpevole della repressione nel sangue della fazione anti monarchia su Majus IV.
Riusciranno gli uomini della Hope a tenere al sicuro l'insopportabile delegato della Federazione?
***Flashback***
USS Alatri - Plancia
D.T. 16/01/2376 - Ore 08:45
Retok accedette in plancia come di consueto, ignorando gli sguardi innervositi che otteneva dalla maggior parte dei presenti: da quando aveva accettato l'incarico di ambasciatore non era mai arrivato tardi a nessun appuntamento, a prescindere dall'importanza attribuito all'evento, e non intendeva cambiare le cose.
Non avrebbe dovuto essere lui l'incaricato di quell'ingrato compito se avesse potuto scegliere non si sarebbe immischiato in una disputa politica in un mondo non federale, soprattutto sapendo che la risposta del governo sarebbe stata con una probabilità del 78,34% violenta, il che avrebbe portato ad accuse e recriminazioni che avrebbero ridisegnato i rapporti con il governo di Majus IV. Lo avevano richiesto solo per un motivo tutti gli altri si sarebbero lasciati andare a considerazioni emotive ma lui no, di fatto lo avevano preferito ad ogni altro per la sua pratica costante del kolinahr.
Aveva accettato l'incarico di risolvere la questione di Majus IV ed ora lo avrebbe fatto nel suo classico modo, ossia applicando in maniera oltremodo maniacale le direttive, i regolamenti ed i trattati federali.
L'ambasciatore guardò i volti tirati e nervosi dell'equipaggio senza conviderne affatto le preoccupazioni: la questione appariva agli occhi di Retok decisamente semplice. Majus IV era uno dei maggiori fornitori di dilitio della Flotta: sebbene non fosse mai entrato formalmente a far parte della Federazione per questioni di tipo politico, aveva stretto con essa un importante trattato che prevedeva specifici obblighi e diritti per le parti in gioco. Per anni il trattato non fu invocato dalla monarchia di Majus, dato che preferiva risolvere da sé i problemi interni, ma da circa un mese le cose erano drasticamente cambiate. Il partito di opposizione al regime monarchico aveva iniziato a reclutare un nutrito numero di proseliti: nato come movimento pacifista, e dunque del tutto ignorato dai monarchi, quel movimento era cresciuto fino ad incorporare un'ala estremista e violenta.
Nell'ultimo mese le rappresaglie armate erano aumentate, gli scontri si erano fatti violenti sino a giungere al rischio di attentati alla vita del re il governo in capo aveva dunque richiesto l'aiuto della Flotta per trovare e catturare i terroristi prima che fosse troppo tardi. La monarchia assoluta di Majus IV aveva rispettato la sua parte del trattato, la Flotta Stellare avrebbe fatto lo stesso? Retok aveva ricevuto quel compito: rispettare il trattato, salvare le relazioni con Majus IV (e con esse il commercio di dilitio) ed impedire che eventuali slanci emotivi lo portassero a schierarsi in una guerra che di fatto non era di interesse della Flotta.
L'ambasciatore era conscio del ruolo che occupava e sapeva bene che la maggior parte dei presenti in quella nave gli avrebbe volentieri fatto fare un bel tuffo nel nucleo di curvatura, ma la verità era che non gli interessava affatto. Aveva sempre avuto la certezza che la razza vulcaniana fosse superiore alle altre per via dell'assenza di sentimentalismi inutili, il fatto che gli altri fossero in grado o meno di capirlo e accettarlo erano solo dettagli secondari.
Dopo quell'attimo sufficiente perché tutti avessero nota la sua presenza in plancia, l'ambasciatore si incamminò con passo sicuro, prendendo posto alla poltroncina che sarebbe spettata al capitano, senza dar modo al primo ufficiale di lamentarsi.
"Desidero parlare personalmente con il monarca della colonia"
Il tono di Retok suonò come un ordine e la cosa non piacque molto al primo ufficiale, il Comandante Osigraft "Il Capitano mi aveva già informato del suo desiderio di assistere alla comunicazione. Le garantisco che sarebbe stato chiamato in tempo"
Retok non si voltò neppure "Temo di non essere stato compreso, intendo occuparmi io della conversazione con il leader della Colonia. La mera osservazione non è di mio interesse..."
Il Capitano ed il Primo ufficiale si guardarono in volto: non erano ancora riusciti ad inquadrare bene l'ottuso ambasciatore vulcaniano ma erano certi che avesse un'idea in testa che avrebbe portato sino al termine. Anche il resto dei membri della plancia sembravano in attesa di vedere cosa sarebbe accaduto, un po' inquieti per la paura che il risultato finale si allontanasse dalle loro aspettative. Tutti tacevano, la comunicazione tardava ad arrivare e la tensione aumentava.
"Potrei sapere quali sono le sue decisioni sulla questione?"
Retok inarcò un sopracciglio osservando lo sguardo del capitano. Era frustrante dover rispondere a simili domande quando la soluzione era una pura ovvietà di fronte agli occhi di tutti: l'interpretazione dei regolamenti federali e gli accordi stilati con quella colonia per avere l'esclusiva sui commerci in dilitio portavamo direttamente ad una sola soluzione, possibile che lo capisse solo lui? Rimase in silenzio per qualche attimo, senza lasciar trasparire alcuna emozione, per poi tagliar corto "Quanto necessario, Capitano"
Le parole del vulcaniano pesavano come macigni nell'animo di tutti i presenti: le loro peggiori paure stavano divenendo realtà e loro non avevano alcuna autorità per impedirlo. Avevano da poco scoperto dove si nascondevano i presunti terroristi, speravano di avere il tempo per tentare una pacifica mediazione e risolvere la situazione senza spargimenti di sangue ma il governo premeva per avere le informazioni della Flotta e potersi occupare internamente del problema. Cosa sarebbe stato di tutti gli oppositori? Fra loro c'erano dei criminali, ma anche tante famiglie che erano intenzionate solo a chiedere qualche diritto in più per i loro figli: come avrebbe agito il governo? Diplomaticamente o militarmente?
Tutti sentivano il desiderio di opporsi, di far sentire le proprie ragioni, ma l'unico che lo fece fu il primo ufficiale "Ma questo avrà una ricaduta sulla vita di almeno un centinaio di persone: se lei informerà il governo monarchico della localizzazione di quel rifugio certamente riprenderanno in mano il problema e probabilmente lo risolveranno inviando l'esercito. Non ritiene che si dovrebbe optare per una via differente? Ci dia qualche giorno, organizzeremo un incontro diplomatico e cercheremo di far arrivare le parti ad un accordo pacifico che..."
Retok osservò il Comandante in silenzio, senza scomporsi di fronte a quello sguardo rabbioso "Devo ritenere che le direttive della stessa Flotta Stellare abbiano subito delle modifiche significative di cui non sono stato messo parte?" fece una piccola pausa "Oppure sono gli accordi di collaborazione con la Colonia di Majus IV ad essere divenuti privi di valore?
Il primo ufficiale aprì la bocca per poi richiuderla dopo una frazione di secondo, riflettendo su come rispondere: tutti gli ufficiali capirono la sua indecisione, del resto conversare con Retok dava a tutti la sgradevole sensazione di camminare sulle uova. Il Capitano venne in soccorso del suo ufficiale sospirando "Quello a fa riferimento il Comandante riguarda il rischio che comunicare informazioni di questo tipo possa comportare delle conseguenze piuttosto..." il Capitano sembrò cercare la parola per qualche istante "...importanti per la salute dei soggetti coinvolti. Se dovesse intervenire militarmente l'esercito non potremmo garantire l'incolumità di nessuno, neppure delle donne e dei bambini presenti"
Retok non si scompose affatto "So a cosa vuol fare riferimento il Comandante Osigraft... di sentimentalismi piuttosto illogici nei confronti dei ribelli. Quello di cui parlo io è semplice applicazione logica e ponderata dei regolamenti" alzò una mano per fermare sul nascere qualsivoglia tentativo di interrompere il suo discorso "Un Ufficiale della Flotta Stellare è chiamato a conformarsi a quanto previsto all'interno delle leggi e delle direttive create dalla Federazione Unita dei Pianeti, dalla sua popolazione e dai suoi rappresentanti, inclusa la Flotta Stellare. Allo stesso modo è chiamato al pieno rispetto dei trattati stretti tra la Federazione ed i suoi pianeti membri, provvedendo ad ogni richiesta di aiuto proveniente da essi. Devo ricordarvi di cosa sto parlando?"
"Decima ed undicesima direttiva" rispose con modo quasi automatico il primo ufficiale "Ma le leggi per loro natura sono aperte all'interpretazione, non si può limitarsi ad applicarle alla lettera... oltretutto Majus non è uno stato membro"
"Ma uno dei più importanti fornitori di dilitio della Federazione, cosa che la rende parecchio importante a livello politico" Retok continuava a guardare il monitor, ignorando gli sguardi che riceveva "Comandante, siamo di fronte a delle norme molto chiare e lineari, come tali non necessitano di interpretazione. Allo stesso modo non necessitano di interpretazione neppure gli accordi stipulati fra la Federazione e la Colonia di Majus IV. L'articolo 7 impone a qualsiasi nave della Flotta Stellare, compatibilmente con il livello di priorità legata alla missione che sta svolgendo, di offrire il proprio contributo, su richiesta del governo e delle forze di sicurezza di Majus IV, al fine di favorire il buon esito di indagini su reati che sono potenzialmente idonei da porre in pericolo l'incolumità della popolazione o delle strutture politiche, economiche e/o sociali della colonia. La Flotta si è inoltre impegnata a comunicare con tempestività ed efficienza tutte le informazioni necessarie alle forze di sicurezza al fine di svolgere il proprio lavoro..."
"Si.... e la colonia si dovrebbe impegnare ad usare tale informazioni programmando le proprie iniziative tenendo come primo obiettivo il rispetto dei diritti attribuiti ai cittadini federali, fra cui l'incolumità della popolazione!" la voce del primo ufficiale faceva trasparire il fatto che aveva ultimato la pazienza
"Ha prove per ritenere che il Governo non rispetterà appieno il trattato?" Retok tornò a fissare il primo ufficiale
Il primo ufficiale scattò in avanti "Il mio istinto!"
"Illogico ed irrilevante... altro?"
"Ritiene irrilevanti le nostre preoccupazioni per la vita del gruppo di opposizione, ambasciatore?"
Retok rimase per un attimo in silenzio, osservando il Comandante. Avere a che fare con le altre razze era sempre frustrante per un amante della logica pura, ma nonostante tutto poteva essere un buon test per verificare la sua capacità di insegnamento. Rifletté per qualche altro istante su cosa dire "Se un ufficiale decidesse di portare al limite la nave, sino al punto di danneggiare irrimediabilmente il nocciolo del motore a curvatura ed il sistema per espellerlo, quali conseguenze vi sarebbero?"
La domanda sembrò spiazzare per qualche attimo il primo ufficiale "La nave esploderebbe ma..."
"Esatto..." lo interruppe Retok "Questo è un fatto incontrovertibile. La nave verrebbe distrutta dall'esplosione del nucleo di curvatura a causa dell'erronea valutazione dei propri ufficiali, e poco importerebbe se gli ufficiali siano giunti ad una tale decisione per pura incoscienza o nello slancio emotivo di salvare qualche vita. La nave andrebbe comunque in pezzi, è un fatto!" alzò le mani per fermare possibili proteste "Allo stesso modo la Federazione unita dei Pianeti, nonché la Flotta Stellare, si sono dotate di una serie di norme gerarchicamente ordinate che devono essere rispettate in modo obiettivo e puntuale, senza lasciarsi andare a puerili slanci emotivi. Questo è un fatto, non un opinione. Risulta irrilevante il vostro slancio emotivo nei confronti del gruppo di opposizione, il nostro dovere è quello di comunicare al Governo tutte le informazioni atte alla risoluzione della situazione, ivi compresa la localizzazione del gruppo di opposizione, e questo al fine di impedire che la frangia più estremista metta in pratica i propri intenti terroristici"
"Presunti intenti terroristici..."
Retok proseguì ignorando anche il Capitano "La questione non è aperta ad interpretazione. Su Majus IV sono stati perpetrati dei reati e vi è il rischio che ne siano commessi altri. La Flotta ha informazioni cruciali che porteranno ad una rapida risoluzione della questione e sarà compito nostro comunicarle. La questione non ammette differenti soluzioni"
La mente degli ufficiali era un turbinio di pensieri, tutti volevano trovare una soluzione.
"Ma nulla nel trattato ci impedisce di avvertire i ribelli è corretto ambasciatore?" la domanda sprezzante del primo ufficiale ebbe una risposta che lasciò sgomenta l'intera plancia
"Corretto" Retok guardò il Comandante Osigraft con la tipica espressione saccente ma c'era qualcosa di più, come se finalmente i suoi interlocutori avessero dato prova di avere la capacità di ragionare
"Aspetti, sta dicendo che non avrebbe nulla in contrario se avvertissimo i ribelli?" il Capitano era più allibito ancora del resto dell'equipaggio
Retok iniziava davvero ad annoiarsi "Come mi sembra di aver già oltremodo spiegato, sono stato scelto per fare in modo che il trattato venga pienamente applicato senza che di mezzo vi possano rientrare facili sentimentalismi e salvaguardando il commercio del dilitio nessuna parte del trattato vieta o limita in alcuna circostanza le possibilità di comunicazioni con il pianeta e con i suoi abitanti, anche questo è un fatto. Per quale ragione dovrei impedirvi di contattare il pianeta?"
"E che cosa aspettava a dirlo?"
"Pensavo che non fosse così difficile comprenderlo. In futuro, qualora foste nuovamente richiesti a trattare questioni diplomatiche sarebbe auspicabile che abbiate quanto meno letto i trattati a cui state dando attuazione. Eviterete di far perdere oltremodo tempo all'ambasciatore che vi accompagnerà"
Il Comandante Osigraft avrebbe tanto voluto rispondere per le rime a quel borioso vulcaniano ma lo sguardo del Capitano lo fece desistere "Comandante, non aveva un'importante comunicazione personale da fare proprio ora?"
"Se ha da fare non la trattengo"
Retok tornò a fissare lo schermo visore, la sua conversazione con Osigraft per lui si era conclusa. Ancora piuttosto furente ma con una missione in testa, il primo ufficiale lasciò la plancia ma il Capitano si avvicinò a Retok chiedendogli a voce bassa "Se il Comandante non le avesse chiesto di contattare i ribelli, aveva già qualcun'altro che lo avrebbe fatto?"
Retok di fanno non rispose alla domanda ma si limitò a dire "Come le ho già detto, Capitano, ho intenzione di fare esattamente ciò che è necessario"
***Flashback***
Colonia di Majus IV - Idolobna (piccolo paese a circa 11,71 km dalla capitale)
D.T. 18/01/2376 - Ore 05:57
Stava per sorgere nuovamente il sole. Pejo era seduto fuori dalla propria abitazione in silenzio, osservando con attenzione la via principale che permetteva di collegare il piccolo paesino di Idolobna direttamente con la capitale della Colonia, Kígyó City.
Se fosse stato un giorno come tutti gli altri avrebbe già salutato moglie e figli, si sarebbe diretto nei campi e si sarebbe messo al lavoro, ma quel giorno era diverso. Pejo sospirò pesantemente osservando il cielo: si era unito al gruppo degli oppositori all'incirca sei mesi prima con la convinzione che questa scelta avrebbe migliorato la vita della propria famiglia, ma ora che qualcuno li aveva venduti, tutto era cambiato.
Non sapevano chi fosse stato, ma qualcuno aveva informato le forze di sicurezza sulla loro esatta localizzazione. Se fossero stati pre-avvertiti un po' prima, o se chi aveva ricevuto l'informazione non avesse inizialmente pensato ad uno scherzo, forse avrebbero potuto far evacuare almeno le donne ed i figli, ma a questo punto era troppo tardi non gli restava altro che attendere l'arrivo delle pattuglie e tentare di resistere abbastanza a lungo da parlamentare una via d'uscita per le loro famiglie. Era ancora perso nei propri pensieri quando scorse in lontananza le nubi di polvere alzate dai mezzi della pubblica sicurezza. Erano ancora piuttosto distanti, ma Pejo sapeva che non ci avrebbero messo molto a raggiungerli.
"Alla fine eccoli che arrivano... "
Pejo si voltò a guardare Kotar ed annuì rapidamente, quasi in modo rassegnato "Sapevamo che sarebbero arrivati... a questo punto non ci restano più molte alternative"
Kotar lo guardò quasi spaventato "E adesso signor Pejo, cosa succederà?"
Pejo sorrise amaramente ed osservò Kotar per qualche istante in silenzio. Per quanto quel giovane potesse vantare l'aspetto fisico di un uomo maturo, non aveva ancora compiuto sedici anni era ancora un ragazzino alla scoperta del mondo ma si trovava immischiato in qualcosa molto più grande di lui.
"Cosa succederà, signor Pejo?"
Pejo sospirò per un attimo "Non lo so Kotar, proprio non lo so" quindi distolse lo sguardo riportando la propria attenzione all'orizzonte: sapeva che quel giovane avrebbe avuto ancora tante domande da fargli, ma per il momento preferì chiudere l'argomento per evitare il rischio di spaventarlo o, al contrario, finire per alimentare false speranze.
***Flashback***
Colonia di Majus IV - Idolobna (edificio del Comune locale)
D.T. 18/01/2376 - Ore 23:29
Il fumo si alzava alto su quanto rimaneva ancora delle ultime abitazioni di Idolobna. Il paesino era oramai ridotto ad una massa informe e caotica di rovine. Svariati fuochi stavano divampando a macchia di leopardo, mentre l'edificio del Comune sembrava ostinarsi a rimanere in piedi quasi in sfregio ai vari tentativi di abbattimento che aveva subito.
All'arrivo delle pattuglie qualcuno aveva tentato di parlamentare ma altri si erano preparati allo scontro, preferendo la morte alla resa: le forze di polizia, dal canto loro, sapevano di essere in vantaggio, ma se non altro ebbero pietà delle donne e dei bambini. Entro la metà del pomeriggio erano già stati tutti evacuati, a parte le donne più agguerrite che erano disposte a morire con i loro mariti pur di non abbandonarli.
All'inizio in molti erano ancora fiduciosi di poter tener testa alle forze governative ma arrivati alla sera, quando più della metà dei ribelli erano morti o moribondi per i pesanti bombardamenti, nessuno aveva più voglia di resistere a niente: i pochi superstiti si riunirono nella stanza un tempo adibita ad ufficio del sindaco per discutere della situazione, anche se in fondo vi era davvero poco da dire.
"Non c'è molto da aggiungere. O ci arrendiamo o ci uccideranno ad uno ad uno... sanno che siamo allo stremo"
Pejo portò lo sguardo dapprima a sua moglie, che si era rifiutata di lasciarlo, e poi sul resto del gruppo, si sentiva stanco e spossato ma non voleva credere di dover veder morire tutti coloro a cui era legato "Anaya ha ragione, dobbiamo arrenderci e dobbiamo farlo ora, o almeno questo è quanto ho intenzione di fare io, non voglio veder morire mia moglie! Preferisco affrontare un processo ma sapendo che coloro che amo resteranno in vita"
"Ma signor Pejo, e tutta la nostra lotta?" Kotar esplose in tutto il suo adolescenziale nervosismo "Non eravamo qui per una vita migliore?"
Pejo osservò il giovane con una punta di tristezza "Kotar, tu sei ancora giovane... hai una vita davanti, hai tutto il tempo per cambiare il mondo ma non lo farai certamente oggi. Capisco che per te tutto questo risulti incomprensibile, ma il fatto è che qui non possiamo far altro che ammettere la resa..." si avvicinò al giovane mettendogli una mano sulla spalla "Qui dentro non troveremo altro che la morte, nulla di più... e credimi, la nostra morte non cambierà lo status quo. Tutto questo non servirà a nulla... è il momento di fermarsi"
"Non è giusto..." mugugnò Kotar "Non è affatto giusto"
"Lo so, ma la vita raramente è giusta..." Pejo si schiarì la voce per riprendere a parlare, ma prima che vi riuscisse un botto lo scaraventò a terra, sbattendo violentemente il capo e facendolo perdere conoscenza.
Attimi, minuti od ore passarono prima che Pejo riprendesse i sensi non aveva alcuna idea di quanto tempo fosse passato, ed in fondo neppure gli interessava. Sentiva in bocca il gusto metallico del sangue ma neppure questo aveva davvero importanza. Delle braccia lo stavano sollevando da terra per portarlo via, cercò di guardarsi attorno ma faticava a controllare i movimenti.
"Si rilassi, la stiamo per portare in ospedale..." la voce di una giovane ragazza risuonò con tono quei compassionevole alle orecchie di Pejo
"Mia moglie..." Pejo cercò ancora di guardarsi attorno ma quelle mani lo trattennero
"Mi dispiace, gli unici sopravvissuti siete lei, un giovane di nome Kotar ed un anziano di nome Hawer... gli altri non sono sopravvissuti al crollo dell'edificio"
***Flashback***
Avamposto sconosciuto - Bar sconosciuto
D.T. 25/04/2400 - Ore 21:36
Pejo si destò dai propri pensieri sotto lo sguardo del suo fido amico Kotar, per poi rigirarsi fra le mani l'ennesimo bicchiere di whisky di dubbia qualità che aveva ordinato alla procace barista. Erano passati molti anni, trascorsi quasi tutti nella colonia detentiva creata sul terzo satellite di Majus IV.
Dopo l'esplosione ed il crollo del loro rifugio, a Idolobna, i prigionieri furono sommariamente processati ed inviati tutti e alla colonia a spaccarsi la schiena su quel piccolo satellite. Furono anni terribili, il vecchio Hawer non ebbe alcuna speranza e morì a malapena quattordici mesi dopo l'arresto, ma quella prigionia non fu del tutto inutile: quella lunga agonia aveva fortificato il rapporto che legava Pejo e Kotar, permettendogli di focalizzare tutte le loro forze per il raggiungimento di un unico traguardo futuro. I due volevano intensamente la loro vendetta.
Avevano perso le loro famiglie, tutto il loro mondo era andato a pezzi ed erano rimasti incarcerati per quasi vent'anni in una colonia detentiva solo a causa di una persona, uno spione che aveva informato il governo locale di dove fosse il loro nascondiglio: c'era voluto un po' di tempo per scoprire chi fosse stato, ma alla fine ungendo gli ingranaggi erano riusciti ad ottenere il nome di quel diplomatico vulcaniano... Retok. Finalmente erano liberi di compiere la loro vendetta, avevano quel nome tanto agognato, ma sapevano che mancava loro ancora qualcosa: i mezzi per perpetuare i loro piani.
"Non dovresti bere tutta quella roba, ti intossichi il cervello e perdi lucidità" la voce di Kotar si era fatta quella di un vero uomo, e del resto anche il suo fisico non assomigliava affatto a quello che aveva un tempo "Con un po' di fortuna potremmo riuscire a racimolare un po' di latinum. Ho sentito che stanno cercando qualcuno in grado di trasportare un po' di droga sino ad Orione, non credo sia troppo difficile"
Pejo buttò giù il proprio liquore "Sei troppo ottimista o troppo ingenuo? Pensi davvero che un po' di latinum possa bastare al nostro fine?"
"No, ovvio che no... ma non troverai una soluzione migliore sul fondo di quel bicchiere, di questo ne sono sicuro" Kotar si voltò ad osservare gli altri avventori, proseguendo con voce dura "Non sei l'unico che ha perso tutto ciò che aveva in quel maledetto giorno. L'alternativa è provare a chiedere ai tuoi figli se vogliono aiutar..."
"I miei figli? Non mi parlano da allora, mi accusano ancora di essere il responsabile della morte della loro madre... per loro avrei dovuto insistere perchè lasciasse il paese in tempo" Pejo osservò Kotar allontanando il bicchiere "Bene, proviamo a modo tuo, allora. Che cosa dovremmo fare esattamente? E soprattutto, pagano bene?"
Kotar tornò a fissare l'amico con un sorriso in volto "Beh, pagano abbastanza da coprire qualche conto. E poi facendoci un nome potremmo trovare di meglio"
"Questo vorrebbe dire che prima di arrivare a quel maledetto ambasciatore dovremmo attendere anni, sempre se mai ci dovessimo arrivare" Pejo scosse il capo "No, non sono intenzionato ad aspettare tanto"
"Ti do ragione, se si desidera far qualcosa è meglio farlo subito"
La voce dello sconosciuto fece quasi trasalire sia Pejo che Kotar, i quali si volarono subito nella direzione di quel suono ma non riuscirono che a scorgerne la sagoma. Qualcuno si nascondeva nella penombra del bar, qualcuno che evidentemente conosceva talmente bene quel posto da sapere come nascondersi all'attenzione dei presenti.
"E tu chi diavolo sei?" Kotar gonfiò il petto cercando di scorgere lo sconosciuto "La nostra è una conversazione privata"
"E di certo lo rimarrà ancora per molto se ne discutete all'interno di un bar..." la voce dello sconosciuto si fece ironica prima di tornare seria "Ma siete fortunati, non è giunta alle orecchie della Flotta ma alle mie... di quale ambasciatore state parlando?"
"Perché dovremmo rispondere alle tue domande?" Pejo ebbe l'impulso di avvicinarsi a quella figura nella penombra ma il suo istinto lo trattenne all'ultimo "Perché dovremmo raccontare qualcosa di così delicato ad uno sconosciuto?"
"Perchè sembravi non essere disposto ad attendere anni prima di giungere alla tua vendetta, ma se hai già cambiato idea, libero. In molti hanno preparato grandi piani di vendetta, ma solo pochi hanno il coraggio di metterli in pratica" la figura sembrò allontanarsi per dirigersi all'uscita "Auguri"
"Retok... l'ambasciatore di cui parliamo si chiama Retok" Kotar parlò con una certa foga, seppure pronunciò quel nome a mezza voce.
Lo sconosciuto sembrò bloccarsi di colpo, non si voltò a guardarli e questo impedì ai due di vederlo in faccia "Avrete ciò di cui avete bisogno per portare avanti i vostri piani"
Pejo spalancò gli occhi "Tu saresti in grado di metterci a disposizione abbastanza mezzi per arrivare a distruggere quel vulcaniano?"
"Si" l'uomo iniziò ad allontanarsi sempre molto attento a non farsi vedere in volto "Mi farò vivo io nei prossimi giorni, non lasciate il pianeta"
"Ma non sappiamo neppure chi tu sia!" rispose di getto Kotar
"E non lo saprete mai, ciò che vi deve interessare è che il nemico del vostro nemico non può che esservi amico"
Denobula - Blaas Coppie Theater
D.T. 05/09/2400 - Ore 21:36
Il Blaas Coppie Theater era decisamente affollato. Il concerto era iniziato da circa mezz'ora, sotto lo sguardo esterrefatto del pubblico che, incantato dalla melodia, non toglieva gli occhi di dosso dall'arpista. Una vulcaniana dallo sguardo totalmente inespressivo stava suonando una melodia con una potenza emotiva sbalorditiva, lasciando sconvolti tutti i presenti.
Appena l'arpista si fermò, il pubblico si alzò in piedi per applaudirla con grande vigore, ma lei non vi fece quasi caso, approfittando di quegli attimi per sistemare gli spartiti da utilizzare per il brano successivo. La donna parve attendere con espressione completamente neutra che tornasse il silenzio, riavvicinò le mani allo strumento ma una forte esplosione alle sue spalle la proiettò in avanti, facendola cadere dal palco. Il pubblico terrorizzato si diede alla fuga, cominciando a correre in tutte le direzioni e travolgendo chi cadeva a terra.
USS Hope - Plancia
D.T. 05/09/2400 - Ore 23:05
In plancia la maggior parte dei presenti agognava la fine del turno per potersi andare a riposare, seppure il facente funzione di Capitano, il tenente Bueller, aveva trovato un ottimo diversivo nell'osservare con un certo interesse le curve mozzafiato della giovane denobulana che stava armeggiando su una consolle generica.
"Come vanno le riparazioni?" chiese Bueller per avere un'ulteriore scusa che gli permettesse di continuare ad osservare quel fondoschiena da urlo "Dice che per la fine del turno riuscirà a sistemare il guasto?"
"Si sono fusi un paio di relè..." la giovane denobulana rispose del tutto ignara di essere osservata con così tanto interesse "...ma dovrei concludere il tutto in un massimo di mezz'ora"
Dietro alle spalle di Bueller, Basta occupava la consolle della tattica e non potè che scuotere il capo mentre percepiva quella ventata di emozioni da Ferris. Tucci, viceversa, sembrava annoiarsi parecchio: l'area di spazio che la nave stava percorrendo era una di quelle rotte standard prive di particolare interesse.
"Oh, molto bene guardiamarina. Dato che è così efficiente, passerebbe a controllare il replicatore nel mio alloggio?" Bueller nel frattempo era sempre concentrato sulla sua preda, approfittando spudoratamente dell'assenza di Xyr in plancia "Secondo me non funziona perfettamente, avrebbe bisogno di una controllatina"
Alle parole di Bueller la denobulana trattenne a stento una risatina prima di rispondere "Credevo di essere riuscita ad aggiustarlo circa una settimana fa"
"Eh, lo pensavo anche io... ma da ieri sera credo necessiti proprio di un altro intervento e..." le parole di Bueller gli morirono fra le labbra mentre il Capitano Strauss faceva ingresso in plancia. Bueller rimase perplesso per svariati istanti, poi si alzò e fece un paio di passi nella sua direzione "Capitano, è successo qualcosa? Lei non viene quasi mai in plancia"
Strauss poggiò una mano sulla spalla di Bueller "In questo caso dovremo fare un'eccezione, sta per arrivare una comunicazione dal Comando. Ho già informato i tenenti Xyr, Caytlin e Rest, pregandoli di raggiungerci in ufficio"
USS Hope - Ufficio del Capitano
D.T. 05/09/2400 - pochi minuti dopo
Bueller, Xyr, Rest e Caytlin si osservarono negli occhi per svariati istanti: nessuno di loro aveva la più pallida idea del motivo per cui il Capitano Strauss li avesse voluti lì e non riuscivano neppure ad immaginare il motivo per cui il Comando avrebbe potuto voler parlare con loro. L'ultima missione che avevano eseguito era stato un semplice compito di routine e non vi era stato alcun intoppo, tanto che pure l'ammiraglio Lennox era rimasta soddisfatta.
"Sappiamo cosa sia successo? Come mai il Comando ci sta per chiamare?" chiese Xyr avvicinandosi a Bueller
"Ne so quanto te Xyr..." rispose Bueller
=^= Plancia a Capitano Strauss: comunicazione in entrata dal Comando di Flotta, siamo pronti a trasferirla nell'ufficio del Capitano =^=
Strauss sfiorò il comunicatore "Molto bene, trasferitela sul terminale" ruotò il terminale in modo che tutti i presenti potessero vedere lo schermo e attese che apparisse il volto dell'ammiraglio Lennox "Buonasera Ammiraglio, come richiesto ho fatto chiamare i tenenti in ufficio"
L'ammiraglio Lennox annuì osservando Strauss, prima di fissare i presenti =^= Tenente Rest, faccia un passo avanti =^=
Rest inarcò un sopracciglio, facendo un passo avanti e limitandosi ad una risposta prettamente formale "Tenente Rest a rapporto, ammiraglio"
L'ammiraglio sospirò per poi osservare il giovane =^= Ho preferito informarla personalmente, prima che la notizia divenga di dominio pubblico. Meno di due ore fa su Denobula, al Blaas Coppie Theater, vi è stata un'esplosione... sua madre è stata coinvolta nell'incidente ma fortunatamente è rimasta solo ferita. E' stata ricoverata in attesa di esami più dettagliati ma dovrebbe essere dimessa al massimo entro una decina di giorni. Suo padre, l'ambasciatore Retok si sta già dirigendo sul pianeta =^=
Rest trattenne il fiato, per una frazione di secondo sembrò quasi esprimere un'emozione, tanto che fu Bueller a prendere la parola, quasi a voler soccorrere il suo ufficiale in difficoltà "Cosa è successo esattamente? Si tratta di un incidente o vi è la mano di qualche pazzoide dietro?"
=^= Le indagini sono ancora in corso e sono certa che le forze di sicurezza denobulane sapranno certamente individuare le cause dell'incidente, non è competenza della Flotta Stellare =^=
Rest recuperò il suo aplomb e si limitò ad una risposta molto stringata, voleva uscire da quell'ufficio il prima possibile "Capisco, chiedo una breve licenza per potermi recare su Denobula"
Caytlin osservò Rest in silenzio, sapeva bene che se l'avevano fatta partecipare era per un motivo semplice: era lì per aiutare il collega ed amico vulcaniano.
L'ammiraglio annuì per poi portare lo sguardo su Bueller =^= Capitano, dato che al momento non avete missioni ritengo che possiate voi stessi accompagnare... =^= lo sguardo rimase fisso su Bueller =^= ...lo ripeto nel caso non abbiate sentito, accompagnare il tenente Rest su Denobula. Dovreste arrivare quasi in contemporanea con l'ambasciatore Retok, buon viaggio signori =^= detto questo l'ammiraglio perse qualche istante ad osservare Rest, poi chiuse la comunicazione.
Bueller osservò per qualche attimo Rest, il giovane vulcaniano non stava facendo trasparire alcuna emozione ma la sua postura aveva fatto intendere al Capitano che comunque la notizia lo aveva toccato "Bene... andiamo in plancia e facciamo il cambio di rotta, abbiamo un mistero da risolvere..."
Xyr si voltò a fulminare Bueller "Veramente no, abbiamo ricevuto l'ordine di accompagnare il signor Rest e nulla di più..."
"Ehm... ma si... ovvio... era sottinteso, no?" Bueller ammiccò Xyr, mentre Rest chiese il permesso di uscire e se ne andò con sguardo accigliato.
Strauss non disse nulla al vulcaniano, ma fece un cenno alla consigliera che, come sapesse già esattamente cosa fare, salutò i presenti con un sorriso seguendo Rest fuori dall'ufficio.
USS Hope - Alloggio del Tenente Rest
D.T. 06/09/2400 - Ore 06:50
Il trillo della porta riportò il vulcaniano alla realtà dalla sua profonda meditazione. Non aveva dormito molto quella notte, mentre pensieri e - ammetterlo anche a se stesso gli costava fatica - emozioni affollavano la sua mente. La meditazione era l'unica cosa che teneva in ordine quei pensieri, l'unico mezzo per la logica freddezza che stava cercando di raggiungere.
"Avanti" disse alzandosi da terra e guardando verso la porta del suo alloggio. Solo un piccolo cenno del sopracciglio palesò la sua sorpresa nel vedere alla porta il tenente Jones.
"Buongiorno Tenente mi dispiace interrompere la sua meditazione" disse lei dando un'occhiata alla stanza "solo che ho saputo dell'attacco e del ferimento di sua madre e" la mezzosangue si interruppe un secondo leggermente a disagio "beh volevo solo dirle che mi dispiaceva molto e che semmai le orecchie della nostra rossa non bastassero può anche parlare con me" la klingon mise le mani avanti "Non che ne abbia bisogno certo, so che voi vulcaniani amate pensare da soli a certe cose, ma conosco bene l'ansia per la salute dei propri cari e so che può turbare anche la mente più calma"
Rest rimase in silenzio qualche secondo, di tutte le persone a bordo non si sarebbe mai aspettato quelle parole dalla klingon. Non aveva legato con lei come con altri membri dell'equipaggio, ma dopotutto c'era da aspettarselo. Luna Jones della casata di Klaa era un crogiuolo di passioni brucianti, con una tendenza al caos e profondamente istintiva. Tutto il suo contrario. Però ne riconosceva l'assoluta trasparenza e mancanza di secondi fini. Quella proposta era come tante cose fatte da lei veniva sinceramente dal suo cuore.
"La ringrazio, Tenente. Non c'è però da preoccuparsi, le ferite subite da mia madre non sono critiche e ha il 93,89% di possibilità di un recupero privo di strascichi per la sua salute" disse lui con il tono freddo di sempre
"Ne sono felice Tenente, ma in ogni caso tenga in considerazione la mia offerta" disse lei con un sorriso tirandosi indietro i capelli e legandoli con un elastico che teneva al polso
"Senz'altro tenente. Mi scusi, ma il suo turno inizia tra meno di un minuto" disse lui controllando l'orologio della stanza "Non vorrà arrivare in ritardo"
"Naaa, ma è meglio che vada... ah arriveremo nel settore denobulano tra 15 ore. A dopo!" dopo avergli fatto un cenno di saluto, la giovane letteralmente scattò correndo per il corridoio sparendo dopo un secondo dietro la curva.
Rest richiuse la porta con un'espressione di confusione e tornò alla sua meditazione.
USS Hope - Ponte Ologrammi 2
D.T. 06/09/2400 - Ore 15:32
La spiaggia di Risa era riprodotta cosi perfettamente che, se non fosse stato per il fatto che la spiaggia era deserta, cosa alquanto rara nella realtà, era quasi impossibile ricordarsi che si trovavano in un ponte ologrammi.
"Ma il topless è assolutamente necessario?" disse Melanne leggermente a disagio
"Se fossimo su Risa questa spiaggia sarebbe riservata al nudo integrale come ho fatto io" rispose Caytlin distendendosi al sole "non è un fatto sessuale comunque. È solo un contatto diretto tra la natura e noi. Un modo per fare parte del tutto in perfetta armonia"
"L'importante è che tu abbia bloccato l'accesso al ponte, credo che la vista nostra in contemporanea possa essere fatale per il nostro povero capitano, già a me batte il cuore" disse con un sorriso e un occhiolino Luna che aveva seguito Caytlin nell'adattarsi ai costumi della spiaggia "comunque la tua simulazione, pur essendo altamente piacevole per gli occhi mi lascia un po' delusa"
"Come delusa?? Lolomalu è una delle spiagge più belle di tutta Risa!" rispose la risiana alzandosi leggermente per guardare la mezzoklingon
"Non lo nego, ma siamo qui da più di mezz'ora e non è successo nulla! Ho anche fatto il bagno e non sono stata neppure attaccata da uno squalo! Qual è il punto?"
"Luna penso che il punto sia rilassarsi" rispose Melanne " e in effetti è davvero rilassante. Con quello che abbiamo saputo penso che ne avessimo tutti bisogno"
"Sarà ma abbiamo idee di rilassamento molto diverse"
"Dite che Rest si sarà ripreso dalla notizia?" disse Melanne
"Ieri sera era molto turbato, anche se non lo dava a vedere. Ma è in plancia ora e sta facendo regolarmente il suo turno" rispose la risiana
"Non mi stupisce per niente. Mi chiedo solo se le squadre di sicurezza locali abbiano scoperto qualcosa" disse la Klingon
"Non abbiamo saputo più nulla, ma sono sicura che il Capitano sta già studiando come fare per intrufolarci nell'investigazione"
"Si il fatto di non avere giurisdizione non lo ha mai fermato" disse la rossa girandosi sulla schiena.
"Magari è stato solo un incidente" disse Luna "un sovraccarico nelle linee eps. Può succedere"
"Non lo so. Ultimamente siamo stati troppo fortunati" disse Melanne girandosi allo stesso modo della Risiana
"Non mi lamento per un po' di tranquillità" rispose Caytlin
"Parla per te... continuo a pensare che un bell'attacco di squali renderebbe il tutto più stimolante... beh a meno di non renderlo stimolante in altri modi" disse ammiccando alle due la klingon
"Luna!" disse ridendo la Risiana
"E va bene va bene... torno ad annoiarmi!"
"Si dice rilassarsi!"
"È uguale"
USS Hope - Sala Tattica
D.T. 06/09/2400 - Ore 19:00
"Come saprete arriveremo al sistema denobulano entro tre ore. Data la dimensione della stella dovremo uscire dalla curvatura leggermente prima quanto faremmo usualmente, anche se cercherò di portare la Hope quanto più a ridosso possibile in modo da evitare di allungare i tempi del viaggio a impulso. In ogni caso saremo in orbita entro le 23:30" disse Luna tornando a sedere dopo aver mostrato il piano di volo della nave
"Grazie Tenente, anche se non abbiamo fretta, si assicuri di farci arrivare interi. Signor Basta abbiamo avuto comunicazioni da parte delle forze di polizia Denobulane?" disse Xyr prendendo la parola. Ormai la solida routine che aveva consolidato con Bueller le dava carta bianca nella gestione delle riunioni tattiche
"No, ho insistito per ore per ottenere risposte, ma continuano a ripetere che le indagini sono ancora in corso" disse Basta con frustrazione
"Fortunatamente io ho avuto più fortuna" disse Rodriguez inclinandosi in avanti e mettendo i gomiti sul tavolo "un amico di un mio conoscente che è amico del cugino di un tenente denobulano che conosco e che mi deve un favore ha chiesto allo zio del cognato, o era la cognata? No no il cognato di una delle ispettrici assegnate al caso mi ha fatto avere informazioni interessanti"
"Perché ogni volta che lei si muove ho l'impressione che la galassia faccia una rotazione aggiuntiva?" disse Xyr esasperata "ci dica solo quello che ha scoperto!"
"Sciocchezze comandante! Comunque dicevo che l'informazione è interessante perché l'esplosione è stata effettivamente causa da un guasto nel sistema dei condotti eps..."
"Quindi è stata una fatalità" disse Rest con aplomb
"...no doveva farmi finire Tenente. Ma quello che ha causato il guasto è stato un dispositivo di inversione magnetica. È stato un sabotaggio e questo vuol dire che..." Rodriguez venne nuovamente interrotto dalla voce di Bueller "dannazione che chiunque sia stato è possibile che ci riproverà! Tenente Jones aumentare a curvatura 9, voglio arrivare il prima possibile!"
Torna all'indice
15.02 - Gli errori del passato
Autore: Tenente Ferris Bueller
Denobula - Loxt, uffici della polizia planetaria
D.T. 07/09/2400 - Ore 00:20
L'ispettore Uzaki era molto felice di avere compagnia a quell'ora tarda. Tarda almeno per gli uomini della Hope.
Loxt, la capitale del pianeta, era sempre colma di gente e gli uffici rimanevano aperti quasi 24 ore su 24... i denobulani non dormivano se non poche ore al giorno.
Uzaki era il tipo di denobulano che prendeva il suo lavoro molto seriamente, si può dire che passava tutto il suo tempo in ufficio, vuoi perché non si era mai sposato, cosa molto strana per un denobulano, vuoi perché non aveva molti amici al di fuori del lavoro.
Accolse Bueller, Rest e Basta con il consueto enorme sorriso e fu felice di mettersi a loro disposizione... un notevole cambiamento dalla polizia della Colonia Tahzot che invece aveva cercato di bloccare in tutti i modi il loro lavoro.
"Quindi" terminò Ferris con un sorriso di buonumore, Xyr lo aveva avvertito che i denobulani erano più disponibili verso l'ottimismo e la simpatia "Vorremmo il permesso di dare un'occhiata al luogo dell'incidente e naturalmente metterci a vostra disposizione per le indagini."
"Ne sarei felice" rispose Uzaki "Siamo a corto di personale, come in qualsiasi commissariato di polizia che si rispetti, il vostro aiuto ci farà sicuramente comodo... e ci aprirà anche porte che magari noi non potremmo aprire."
Il fatto che il marito della vulcaniana ferita fosse un ambasciatore della Flotta Stellare e che il suo stesso figlio ne fosse un ufficiale, avrebbe sicuramente creato alla polizia qualche problema per carpire certe informazioni. All'ispettore i ragazzi sembravano competenti e disponibili ad aiutare l'amico e collega, anche se dubitava che quel pezzo di ghiaccio, posto rigido in piedi accanto al suo capitano, si rendesse conto che stavano facendo tutto questo solo per lui.
"Bueller a Xyr, potete andare, l'ispettore ha dato il suo consenso."
=^=Ricevuto, la squadra scientifica si metterà subito al lavoro.=^=
"Bene anche questa è fatta, non ci rimane che capire chi e perché qualcuno ce la possa avere con una arpista di fama interplanetaria."
"Dubito che il bersaglio dell'attentato fosse mia madre." Erano le prime parole che sentivano da Rest da quando erano scesi sul pianeta. "C'è il 75% di possibilità che i bersagli fossimo io o mio padre... fra i due, c'è l'83% di possibilità che il bersaglio fosse l'Ambasciatore Retok."
"Anche tu avresti nemici che potrebbero tentare un attentato?" chiese incuriosito Basta
"Ognuno di noi è un possibile bersaglio di vendette. Le nostre missioni ci hanno portato a confrontarci con individui che hanno soldi e mezzi per attuare una simile azione, ma come ho detto, la possibilità che qualcuno cerchi di uccidere mia madre per vendicarsi di me sono solo il 17%... una possibilità quasi inesistente."
"Ma se supponiamo che fosse l'Ambasciatore Retok il bersaglio finale della vendetta, vuol dire che anche lei è un possibile bersaglio." intervenne l'ispettore.
"Affermativo, ma il mio incarico sulla Hope impedisce certi tipi di azione, l'unico modo per attaccarmi e portarmi allo scoperto." ammise Rest
"Scusa un secondo" si intromise Ferris "Vuoi dirmi che c'era la possibilità che qualcuno volesse portarti sul pianeta così da poterti attaccare?"
"Logico... non c'era arrivato Capitano?" chiese lui guardandolo con sguardo gelido.
Il Capitano della Hope sospirò scuotendo la testa "Per ora abbiamo tutto, i miei uomini faranno un ulteriore verifica sul luogo dell'attacco e vedremo se tutto questo ci porterà da qualche parte."
"Volete portare la signora T'Pral sulla Hope? Potrebbe non essere sicura in un semplice ospedale." chiese Uzaki
"Mi sembra una buona idea, incaricherò il nostro medico di effettuare il trasferimento..." Ferris lanciò un occhiata a Rest per vedere se era d'accordo, ma era come chiedere un parere ad una parete di duranio.
"E anche l'Ambasciatore?" l'ispettore sembrava divertirsi un mondo a scaricare le patate bollenti a quel giovane ufficiale.
"L'Ambasciatore Retok è sul pianeta?" il sorriso che Ferris si sforzava di mantenere si afflosciò un po' a quella rivelazione.
"È arrivato poche ore prima di voi. Un individuo... particolare" il sorriso di Uzaki si stirò ancora di più sul suo faccione rubicondo.
Di nuovo Ferris sospirò... *Non ce la posso fare con tre Rest sulla stessa nave* pensò sconsolato e Basta sorrise divertito leggendo l'aura dell'amico.
Denobula - Loxt, Blaas Coppie Theater
D.T. 07/09/2400 - Ore 00:25
"Abbiamo il permesso dell'Ispettore Uzaki." Informò Xyr e il poliziotto di guardia li fece passare.
Rodriguez e Xyr si guardarono attorno. Il condotto EPS era deflagrato vicino al palco quindi non c'erano danni all'ingresso, ma erano ben visibili i segni del fuggi fuggi generale della gente in preda al panico.
"Sembra la sala assemblee dopo una delle feste che organizzavo io in accademia." commentò Rodriguez spostando con il piede una scarpa dal lungo tacco abbandonata sul tappeto rosso della hall. Attorno a loro c'era oggetti dimenticati durante la fuga e suppellettili cadute a causa della calca di persone in preda al panico.
"In accademia non è permesso organizzare feste." ribattè Xyr d'istinto.
"Già, ho dovuto smettere perché una cadetta aveva sporto recl..." i due si guardarono e Xyr sorrise in maniera cattiva. "Ah ecco... c'era da immaginarselo." terminò Paulo facendo spallucce.
"Mettiamoci a lavoro." Xyr allungò la mano senza nemmeno guardare e afferrò Tucci per un braccio mentre questi stava gironzolando con gli occhi spalancati vedendo il macello.
"Signor Tucci, lei e la guardiamarina Iwa andate a fare le rilevazioni dove c'è stata l'esplosione. Signor Rodriguez faccia un giro per verificare se ci sono accessi diversi da quelli consueti magari accessi riservati allo staff o ai VIP... io andrò in sala controllo. Se è tutto centralizzato come credo potrò far accedere Hope al computer del teatro.
Dopo un attimo di ripensamento si girò verso la guardiamarina per ordinarle di tenere d'occhio entrambi i suoi superiori, ma quando vide lo sguardo adorante che la giovane arcadiana rivolgeva all'ufficiale scientifico, le parve inutile aprire bocca.
Il Primo Ufficiale della Hope raggiunse la sala controllo e verificò lo stato della stanza. Gli uomini impegnati durante il concerto se ne erano andati di fretta senza preoccuparsi di spengere il sistema... meglio per lei e peggio per loro... secondo le disposizioni di sicurezza del teatro, che aveva letto poche ore prima dell'arrivo su denobula, era responsabilità degli addetti di disconnettere gli account e spengere i sistemi in caso di abbandono della sala di controllo.
Per un attimo rimase perplessa. Stava pensando davvero di scrivere un rapporto a degli uomini che erano fuggiti in preda al panico durante un momento di crisi? Ma soprattutto gliene fregava qualcosa? La vecchia Xyr probabilmente avrebbe inviato il rapporto alla sicurezza del teatro denunciando le mancanze di quegli uomini, ma quella nuova si ritrovò a pensare
*Chi se ne frega...* qualcosa la stava cambiando, un cambiamento significativo per lei, ma non così brutto come pensava sarebbe stato... "Maledetto Bueller è colpa tua." disse rivolta alla stanza vuota.
"Xyr a Hope" disse dopo aver premuto sul combadge per aprire la comunicazione.
=^=Qui Hope, mi dica signore.=^= La nave rispose immediatamente alla chiamata con un'efficienza che Xyr apprezzava.
"Puoi connetterti ai computer della sicurezza della sala controllo? Vorrei vedere se qualcuno si è avvicinato al condotto eps che è esploso."
=^=Affermativo.=^= rispose Hope e Xyr si ritrovò a pensare che la nave rispondeva in maniera diversa a seconda di chi la interpellava. Con lei e Rest era molto formale, con Tucci quasi materna, con Basta molto amichevole... girava voce che chiamasse Bueller 'tesoro', ma lei non aveva mai verificato la cosa.
=^=Ci sono stati cinque uomini che si sono soffermati nei pressi del condotto, altri dodici in luoghi dove poteva essere manomesso lo stesso condotto anche se lontani dal punto dell'esplosione.=^=
"Diciassette persone in tutto. Scarta per il momento quelli che lavorano per il Blaas Coppie Theater."
=^=Solo tre persone non sono collegati in qualche modo al teatro, gli altri fanno parte della sicurezza o della manutenzione.=^=
"Identifica le tre persone in questione."
=^=Yuuji Sugiwasa, umano. Si trovava dietro le quinte vicino al luogo dell'esplosione. Al momento è ricoversato all'hospedale in prognosi riservata... era il più vicino al condotto quando è esploso.=^=
"Il che lo rende più una vittima che un criminale, nessuno sarebbe tanto stupido da rimanere vicino al condotto che ha manomesso."
=^=Sempreché l'esplosione non sia avvenuta in anticipo e lui sia rimasto ferito perché non ha fatto in tempo a fuggire.=^=
"Plausibile... mostrami le immagini." Sullo schermo apparve il filmato. Un uomo di circa 50 anni era in piedi tra le lunghe tende che fungevano da copertura agli accessi laterali del palco, in mano reggeva un mazzo di gigli bianchi. "Ok possiamo eliminarlo dai sospettati, si tratta solo di un fan della madre di Rest."
=^=Teenara Vlax, denobulana. Si trovava vicino al condotto e si è allontanata in fretta poco prima dell'esplosione.=^=
"Questa è più interessante. Vediamo il video..." Sul monitor apparve la denobulana che ascoltava rapita il concerto, poi, quasi di fretta si allontanò dal luogo in cui si trovava. "Seguila." ordinò Xyr.
Ci fu un susseguirsi di cambi di scena mentre il computer senziente della nave seguiva il movimento della donna utilizzando le riprese di varie telecamere. Dopo pochi secondo ci fu l'esplosione e la donna fuggì mischiandosi alla folla in fuga.
"Cosa c'è nella direzione in cui stava andando?"
=^=Uscita d'emergenza e camerini.=^= la informò Hope
"Vai a ritroso a prima del concerto e analizza i suoi movimenti." Sullo schermo apparve di nuovo la donna che attendeva nella hall del teatro, doveva essere prima di cena e controllava spesso il suo orologio da polso. Dopo alcuni minuti le porte si aprirono e fece il suo ingresso la madre di Rest, la donna si piegò in un inchino e le indicò la direzione da prendere. "Deve essere una sorta di accompagnatrice o segretaria. Forse quando si è allontanata prima dell'esplosione si stava dirigendo verso un bagno."
=^=Nel suo curriculum non risulta lavorare per il teatro e nemmeno per qualche ente governativo. È impiegata in una società di telecomunicazioni.=^=
"Probabilmente non si poteva permettere un posto in tribuna e ha pensato di fare volontariato... ho visto situazioni simili. Comunque teniamola in mente. L'ultimo?"
=^=Razza sconosciuta, probabilmente maschio.=^= Sul monitor questa volta apparve un uomo con un cappello e una divisa da lavoratore. Non era molto vicino al condotto e non aprì in nessun modo la grata di accesso.
"Ferma l'immagine e ingrandisci. Cos'è quello?" nel fotogramma si vedeva l'uomo di spalle e una strana luce verdognola riflessa sulla parete del condotto.
=^=Impossibile esserne certi, ma se dovessi ipotizzare mi sembra molto simile alla luce emessa dal monitor di un tricorder.=^=
"È possibile attuare la manomissione con un tricoder?"
=^=Affermativo. L'esplosione è stata causata da un accumulo di energia. Il sabotatore potrebbe aver bloccato i sensori di sicurezza tramite l'utilizzo del tricorder e lo stesso vale per il blocco che ha fatto da diga all'energia.=^=
"Credo che abbiamo il nostro uomo. Però non lo vediamo mai in volto, è stato ben attento a non farsi riconoscere... segui il suo percorso, guarda se ha fatto qualcosa o visto qualcuno."
Di nuovo le immagini presero a scorrere sul video. Al suo ingresso aveva mostrato un tesserino ad una guardia ma non si riusciva a vedere se c'era una foto sul documento, poi si era aggirato per un po' fra magazzino e palco facendo varie rilevazioni, alla fine due uomini della manutenzione l'avevano incrociato e avevano chiesto aiuto per sollevare un carico pesante posizionato su un mezzo antigravitazionale.
"L'arpa! Guarda, ha tenuto in mano la custodia... forse possiamo rilevare delle impronte. Xyr a Rest."
=^=Qui Rest.=^=
"C'è per caso la custodia dell'arpa della vulcaniana dietro le quinte o nel camerino?"
=^=Controllo...=^= Xyr rimase in ascolto sentendo che il Capo Operazioni apriva numerose porte per verificare. =^=Negativo, non c'è ne l'arpa ne la sua custodia.=^=
"Hope verifica con la polizia dove si trova l'arpa." Xyr si sentiva elettrizzata, capiva perché Bueller si ostinava a scendere sempre in campo quando erano in missione, nonostante i protocolli di sicurezza della flotta predileggessero che fosse il Primo Ufficiale ad entrare in azione... *Maledetto Ferris è sempre colpa tua...* pensò di nuovo l'andoriana.
=^=Dato che si trattava di uno strumento di un certo valore sia storico che economico, è stato inviato all'albergo dove risiedeva la signora T'Pral.=^=
"Avete finito con le rilevazioni? Dobbiamo andare in albergo!"
=^=Qui abbiamo finito però... così su due piedi, pensavo almeno ad una cena prima.=^=
Xyr non si diede la pena di rispondere alle battute dell'umano e chiuse la comunicazione.
USS Hope - Mensa ufficiali
D.T. 07/09/2400 - Ore 08:00
Bueller guardò alla sua destra. Rest era seduto rigido e impettito mentre sorseggiava una spremuta di pompelmo rigeliano, poi voltò la testa a sinistra dove l'ambasciatore Retok sedeva senza aver toccato minimamente la sua colazione... davanti a lui T'Pral, la madre di Rest, aveva solo assaggiato la marmellata di muktok betazoide e bevuto un tè vulcaniano.
Le uniche parole che i tre si erano scambiati erano state con lui, come se sapessero che fra gli umani fosse consuetudine darsi il buongiorno la mattina... anche se era illogico dato che nessuno poteva sapere se sarebbe stato un giorno buono o no.
"Signora T'Pral, ieri ho ascoltato un suo concerto mentre arrivavamo su denobula. Ammetto che non è il mio genere di musica, ma il suono dell'arpa è veramente meraviglioso."
"La ringrazio Tenente Bueller..." era il massimo che ci si poteva aspettare da loro. Aveva provato a dirle che era il Capitano della Hope, ma lei aveva fatto notare che ora non era in servizio.
"Ambasciatore deve essere... soddisfatto del lavoro svolto da suo figlio in questi anni a bordo della Hope." stava per dire orgoglioso ma sarebbe stato un sentimento e quindi inutile parlarne.
"A bordo della Hope? Si, mio figlio ha lavorato in maniera soddisfacente."
"Grazie padre..." si intromise Rest.
*Soddisfacente?* pensò Ferris.
*Ha praticamente difeso da solo la nave da un contingente d'assalto romulano! Che diavolo deve fare perché si senta estremamente soddisfatto dal lavoro di suo figlio?*
Bueller guardò il collega e decise che avrebbe chiesto scusa per tutte le volte che aveva pensato male del vulcaniano... diavolo nascere in una famiglia del genere avrebbe reso freddo persino lui.
Xyr scelse quel momento per entrare e salutò in modo rigido e formale.
"Numero Uno, vuole mangiare qualcosa?" chiese lui con un sorriso di benvenuto, iniziando a studiare un modo per depositare, con eleganza, la patata bollente nelle mani della giovane andoriana.
"No signore. Abbiamo esaminato la custioda dell'arpa, ci sono delle impronte ma non sono schedate negli archivi della flotta, però le tracce organiche ci portano a supporre che si tratti di un abitante di Majus IV."
Ci fu un movimento alla sinistra di Bueller, Retok aveva sollevato la testa quasi sorpreso.
"Ambasciatore conosce qualcuno del popolo..." guardò Xyr per ricevere un aiuto e lei terminò per lui "Majani."
"Ho avuto un incarico che mi ha portato su Majus IV ventiquattro anni fa." Xyr fece un cenno affermativo con la testa, probabilmente aveva già trovato connessioni fra Retok e quel pianeta.
"Bene, se volete scusarmi andrò... ad analizzare cose e leggere rapporti. Signor Rest, se le sembra il caso si senta libero di saltare il turno in plancia e prendersi cura dei suoi genitori."
"Non sarà necessario." commentò il vulcaniano
"Lo immaginavo. Ambasciatore, signora... di qualsiasi cosa avrete bisogno, la nave è a vostra disposizione. Andiamo Xyr, abbiamo un lavoro da portare a termine."
Ferris e Xyr uscirono dalla mensa ufficiali e lui tirò un sospiro di sollievo "Caspita, so che per un vulcaniano è normale comportarsi così, ma questi tre mi danno proprio sui nervi. Quando siamo andati a prendere la madre di Rest in infermeria si sono scambiati si e no un saluto, nemmeno hanno chiesto a Melanne le sue condizioni di salute."
"È normale per i vulcaniani non abbandonarsi a dimostrazioni d'affetto in pubblico e oltretutto lo è ancora di più per chi, come i genitori di Rest, sono seguaci del Kolinahr."
"Sarà, ma io lo trovo innaturale e mi fa venire i brividi... ok dimmi tutto. Che ha combinato il nostro amabile ambasciatore su Majus IV?" chiese Ferris mentre entrava nel turbo ascensore.
"Per farla breve ha passato al governo di Majus IV la posizione dei ribelli che combattevano contro la monarchia. Il risultato è stato il massacro di tutti gli uomini e un certo numero di donne, gli unici fuggiti dalla strage sono stati arrestati o spariti dalla circolazione. La ribellione è stata stroncata e ora la monarchia regna incontrastata." terminò Xyr uscendo dal turbo ascensore e accompagnando Ferris nell'ufficio.
"Ha dato queste informazioni pur sapendo quale sarebbe stato il risultato?"
"I termini di alleanza fra Majus IV e la Federazione imponevano a quest'ultima di fornire alla monarchia informazioni su reati contro il governo in carica."
"Al diavolo avrebbe dovuto cercare un modo per salvare capra e cavoli!"
*E tu ci saresti riuscito...* si ritrovò sorpresa a pensare Xyr quasi inconsciamente
*Maledetto Bueller...*
"Che facciamo?"
"Qualcuno deve aver accompagnato l'ambasciatore su Majus IV" rispose l'umano
"La USS Alatri. Gli ufficiali incaricati il Capitano Hellas, ormai in pensione e il Comandante Osigraft dimessosi dalla Flotta Stellare un anno dopo."
"C'è modo di contattare uno dei due?"
"Solo il Capitano Hellas, del Comandante Osigraft non si ha un domicilio."
"Hope, rintraccia il Capitano Hellas per favore."
"Subito tesoro..."
Xyr sollevò un sopracciglio.
USS Hope - Ufficio del Capitano
D.T. 07/09/2400 - Ore 09:48
"E questo è tutto Capitano. Come avrà capito è un emergenza e mi dispiace averla disturbata." Ferris osservò il vecchio Capitano attendendo una possibile traccia per proseguire nelle indagini.
=^=Majus IV... sapevo che i demoni del passato non mi avrebbero lasciato in pace.=^= Hellas sospirò e parve perdersi nei suoi pensieri. Il Capitano della Hope attese pazientemente anche se il suo piede destro stava ballando in preda al nervosismo.
=^=Fu una brutta esperienza. Il massacro di tutti quei civili... solo per del dilitio. Inutile girarci attorno, fu colpa nostra.=^= Bueller non commentò, anche lui lo pensava. =^=Se solo fossimo stati più furbi di quel vulcaniano e avessimo trovato fin da subito una scappatoia a quel trattato... Capitano Bueller, lei è ancora giovane e ha tanta strada da fare, si troverà ad affrontare situazioni simili e le consiglio di studiarsi bene i regolamenti della flotta e i trattati, solo allora riuscirà a trovare subito una soluzione nel caso serva per salvare delle persone dalle grinfie della politica.=^=
"Non si preoccupi Capitano ho con me qualcuno che riuscirà sempre a trovarmi una scappatoia nella quale io possa infilarmi... senza di lei sarei perduto." gli occhi del ragazzo si spostarono verso l'andoriana seduta di fronte a lui e la colorazione del viso azzurrino di Xyr aumentò d'intensità.
"C'è qualcosa che può dirmi? Qualcuno di particolarmente importante fra i ribelli che potrebbe avere la possibilità di vendicarsi dell'Ambasciatore Retok?" Ferris cambiò discorso per dissimulare l'imbarazzo che provava.
=^=Erano dei poveracci, nessuno di loro avrebbe avuto i crediti per lasciare il pianeta. Se sono arrivati su denobula qualcuno deve averli aiutati.=^=
"E il Comandante Osigraft? Lui potrebbe avere degli indizzi ma non sono riuscito a trovare un contatto."
Hellas sospirò e sembrò prepararsi ad affrontare un argomento che pensava di essersi lasciato alle spalle.
=^=Non so dove sia Osigraft... ormai non lo sento da vent'anni. Si dimise dalla Flotta Stellare poco dopo i fatti di Majus IV. Per un po' ho cercato di mantenere i contatti, ma alla fine l'ho perso. Era distrutto da quegli eventi, vedere tutti quei morti... la monarchia mandò persino le riprese degli arresti sulle tv locali... ne fu devastato. Nell'ultima email che mi mandò mi aveva scritto che stava pensando di tornare sul pianeta per aiutare la gente a riprendersi e forse voleva riprendersi anche lui... probabilmente è ancora su Majus se non gli è successo qualcosa.=^=
"La ringrazio Capitano, mi è stato di grande aiuto. Bueller chiudo."
Rimasero in silenzio per un po' poi si guardarono.
"Non sono uno psicologo, ma ho forti sospetti che chi ha aiutato nell'attacco alla moglie di Retok sia Osigraft."
"Concordo... è una possibilità non molto remota." assentì Xyr "Questa storia non mi piace per niente."
"Politica e ideali non vanno mai d'accordo... l'attacco a T'Pral non era mirato ad ucciderla, ma solo a far uscire Retok allo scoperto. Tutte le prove portano a Majus IV ed è normale che le indagini ci portino in quella direzione."
"Una trappola?"
"Non certo per noi." rispose Ferris
"Cosa facciamo allora?"
"Semplice, la facciamo scattare! È logico Comandate Xyr!" le ultime parole furono dette con un inflessione e un accento che ricordavano molto l'ambasciatore Retok.
Xyr sospirò, un'altra azione alla Bueller, ma anche lei si sentiva elettrizzata...
*Maledetto Bueller, è tutta colpa tua...*Torna all'indice
15.03 - Decisioni fatali
Autore: Tenente JG Lon Basta
USS Hope - Alloggio di Lon Basta
D.T. 08/09/2400 - Ore 10:20
Lon si massaggiò il costato in corrispondenza a dove si era trovata una delle ferite più gravi. Non ce ne era più traccia, la sua pelle era immacolata come se non fosse successo nulla. Corrugando la fronte sollevò il braccio sinistro e studiò il bicipite laddove una volta c'era la vecchia cicatrice lasciatagli come ricordo dello zio. Non aveva mai voluto farla togliere per non dimenticarsi quello che la paura e la paranoia possono fare ad un uomo. Ora non c'era più. Uno dei colpi gli aveva squarciato il braccio e Melanne nel curarlo aveva fatto sparire tutto. Le sue dita toccarono l'esatto punto dove si era trovata la cicatrice, era ancora lì anche se non poteva vederla, non gli serviva un segno per ricordarla.
In quel momento suonarono con insistenza alla porta e, chiedendosi cosa mai Luna volesse da lui ordinò al computer di aprirla.
La pilota fece il suo ingresso nell'alloggio mentre lui usciva dalla sua camera infilandosi la maglia di ordinanza. Un fischio di ammirazione accompagnò il suo movimento e, quando Lon le lanciò un'occhiata ironica Luna sorrise.
"Che c'è? Anche se non rientri nei miei interessi non significa che io non sappia ammirare un bel corpo quando lo vedo, o un bel torso, dei muscoli, quella roba li insomma." Commentò lasciandosi cadere sul divano appoggiando i piedi sul tavolino.
"Vuoi qualcosa da bere?" Le chiese Lon dirigendosi verso il replicatore senza commentare, volutamente ignorando le fiamme rosse della curiosità che il timoniere emanava pur ostentando indifferenza.
"No," rispose lei, "dov'è Melanne?"
Lon si fermò di botto e si girò verso di lei con un sorriso. "Perché pensi sia qui?"
"Dove dovrebbe essere altrimenti?"
"Non qui," rispose il betazoide tornando verso il divano.
"Dooveee è Melanneee?" Gli chiese nuovamente Luna piegando la testa di lato per guardarlo dal basso in alto.
"Non sono affari tuoi," le rispose Lon portando le mani ai fianchi, al che Luna si accigliò.
"Non mi dire che ancora..."
"Non sono affari tuoi," ripeté Lon.
"Non ci posso credere!" Esplose lei alzandosi dal divano, "dopo tutto quello che ho fatto per voi ancora siete a questo punto?"
"Non. Sono. Affari. Tuoi." Le rispose Lon a denti stretti fermo a pochi centimetri da lei.
"Lo sono eccome! Ci sono delle scommesse in ballo!"
"Ahhhh..."
"Ho detto scommesse?" Luna arretrò di un passo. "Ahah! Ovviamente scherzavo! Ci manca solo che qualcuno, come Rodriguez, organizzi delle scommesse su di voi e che qualcun altro come me, Ferris, Caytlin ci partecipasse! Ah! Non diciamo idiozie!"
Restando con le mani sui fianchi, Lon rimase a fissare la ritirata di Luna verso la porta.
"E comunque, anche se si fossero delle scommesse, cosa che non è assolutamente vera, e io avessi scommesso, ipoteticamente sia chiaro," esclamò Luna raggiungendo la porta, "sarebbe tuo dovere farmi vincere! E," alzò la voce in direzione della camera, "se Melanne davvero non è qui, ne sarei davvero davvero delusa!"
Lon rimase a guardare la porta chiudersi alle spalle della donna per poi portare lo sguardo verso la camera da letto. Lentamente, tornando a sfilarsi la maglia, tornò sui suoi passi fino a fermarsi sulla soglia. "Sarebbe davvero davvero delusa," commentò.
"Mmmmmm..." rispose Melanne girando la testa a guardarlo. Il lenzuolo ne copriva parte del corpo lasciando la schiena scoperta.
"Per quanto continueremo a deluderla?" Le chiese lui avvicinandosi lentamente al letto e iniziando a tirare via il lenzuolo.
"Fino a quando non passerà il numero di giorni necessario a farmi vincere la scommessa."
"Mmmmm..." Le rispose Basta chinandosi su di lei.
USS Hope - Alloggio di Xyr
D.T. 08/09/2400 - Contemporaneamente
Il comandante Xyr del clan Clos chiuse la conversazione con un sospiro pesante e si massaggiò le tempie. Le chiamate della sua famiglia ultimamente erano diventate intollerabili.
Si alzò dalla scrivania per ordinare da bere al replicatore e, mentre osservava il bicchiere materializzarsi la mente le tornò, per l'ennesima volta a suo cugino: quello di cui non si deve parlare, che non esiste. Xyr era perfettamente consapevole di essere stata lei stessa a favorire questo comportamento sulla Hope, rifugiandosi dietro la sua maschera di perfezione e professionalità. Aveva liquidato i tentativi di Caytlin di parlarne con una stretta delle spalle ed il commento di non essergli mai stata particolarmente vicina. Allo stesso modo si comportava la sua famiglia. Questo comportamento, suo e loro, era intollerabile.
Era vero che lei e Aser non erano mai stati molto legati, anzi, a mala pena si frequentavano, ma era pur sempre uno di loro e se era arrivato a fare quello che aveva fatto la colpa non era solo sua. Il fallimento era di tutti, compresa lei.
Prese il bicchiere e bevve a lunghi sorsi il liquido gelato. Certe volte pensava che di essere di ghiaccio come quella bevanda. Altre... Tirò il bicchiere contro il muro.
Altre era come i pezzi del bicchiere, in frantumi e senza colla per rimetterli assieme.
USS Hope - Ponte 6, corridoio
D.T. 08/09/2400 - Contemporaneamente
Edison Ray Tucci stava osservando lo spazio dall'oblò del suo alloggio. Gli mancavano le strisce provocate dalla stelle mentre la nave si muoveva a curvatura. Gli piaceva immaginare le stelle che stavano superando e le vite che le abitavano senza rendersi conto di quante astronavi passassero nei loro sistemi. Quante popolazioni vivevano nell'ignoranza di un universo più grande del loro cielo? Non si poneva spesso questa domanda, ma ogni tanto si, quando aveva tempo da perdere. Ora, a dieci minuti dall'inizio del suo turno, il tempo esatto per raggiungere il suo ufficio, il suo cammino fu interrotto da una musica che aveva la perfezione dei suoi calcoli matematici.
Si fermò.
Si girò in direzione del ponte ologrammi che aveva appena superato e tornò indietro di qualche passo mentre la sua mente percorreva tutte le scale delle note che l'arpa stava emettendo abbinandole in un'unica grande armonia. Le porte erano aperte, ovviamente, altrimenti non avrebbe mai sentito quel suono così perfetto e all'interno una vulcaniana muoveva agile le dita sulle corde con una perfezione che quasi lo commosse. Tucci non era solito esprimere i suoi sentimenti, erano troppo complicati per lui, questo non voleva dire però che non li provasse. E quel suo, così armonioso nella sua perfezione matematica provocò in lui una fortissima emozione.
Sopraffatto si sedette e rimase ad ascoltare.
Denobula - Loxt, Belasw Rot, Albergo
D.T. 08/09/2400 - Ore 16:15
Rest e suo padre Retok fecero il loro ingresso nella hall del grande albergo, si fermarono per qualche secondo per guardarsi attorno e poi con decisione si diressero verso la zona bar.
Il padre aveva insistito per tornare sul pianeta personalmente per incontrare il responsabile dei concerti della moglie su Denobula in modo da annullare le future esibizioni. Alle obiezioni di Bueller che non riteneva saggio tornare sul pianeta così presto, aveva risposto che la polizia di denobula era perfettamente in grado di garantire la sua sicurezza trattandosi di uomini esperti che facevano quel mestiere da anni. La sottile offesa era stata recepita dal capitano Bueller semplicemente con un sorriso tirato, sorprendente autocontrollo da parte del giovane, e senza aggiungere altro aveva ordinato di avvisare l'ispettore Uzaki delle intenzioni del vulcaniano.
Rest, considerando le probabilità che effettivamente potesse scattare una sorta di trappola superiori alla sicurezza del padre che la polizia denobulana riuscisse efficacemente a proteggerlo, aveva tuttavia dichiarato che l'avrebbe accompagnato.
Bueller si era sentito più tranquillo all'idea che il suo ufficiale tattico accompagnasse Retok sul pianeta, ma continuava a provare una fastidiosa sensazione di disagio. Per questo aveva ordinato di tenere d'occhio la zona dell'albergo e sedeva in plancia in attesa di un imminente disastro.
La zona adibita a bar dell'albergo era tranquilla a quell'ora del mattino e Rest e Retok non ebbero difficoltà ad individuare il denobulano che dovevano incontrare.
"Signori è davvero un piacere per me conoscervi," esordì Dofran, "ho portato con me il programma dei concerti di sua moglie," disse a Retok mentre questi si sedeva, "viste le circostanze non vedo alcun problema ad annullare le date più vicine. Pensa che riuscirà invece ad onorare le altre?"
"No," rispose suo padre mentre Rest si portava alle sue spalle. Aveva già notato la scorta che l'ispettore Uzaki aveva messo a loro disposizione, ma attribuiva il fatto semplicemente al suo addestramento. Dubitava che altri si sarebbero accorti della loro presenza e questo a lui andava benissimo. Era convinto che chiunque ce l'avesse con suo padre ci avrebbe riprovato ed era più probabile che la cosa avvenisse su Denobula che su Majus IV. Come aveva già fatto osservare suo padre, la probabilità che sarebbero riusciti nel loro tentativo non era alta considerata la presenza delle forze dell'ordine, ma nella sua esperienza anche le percentuali più basse non andavano sottovalutate.
"Oh," esclamò deluso Dofran, "sono veramente dispiaciuto, molti aspettavano con ansia di poter sentire sua moglie suonare. Capisco comunque la prudenza, non c'è alcun problema, mi metterò in moto immediatamente."
Retok annuì per poi alzarsi e guardare suo figlio. "Ora possiamo tornare a bordo," gli disse e dal suo tono di voce era evidente che le preoccupazioni di Bueller, e dello stesso Rest, si erano dimostrate inutili.
Fu in quel momento che un grido strozzato alle spalle dell'ufficiale tattico lo spinse a voltarsi. Dalla porta d'ingresso della sala in cui si trovavano uno degli uomini dell'ispettore Uzaki indicava freneticamente verso l'alto. Entrambi i vulcaniani sollevarono lo sguardo verso la vetrata che copriva l'intera sala mentre questa esplodeva in mille pezzi.
Istintivamente Rest spinse via il padre per allontanarlo dalla cascata di vetro che proveniva dall'alto. Colto di sorpresa Retok cadde a terra scivolando sul pavimento lucido e quando si girò a guardare verso il figlio lo vide lottare con due uomini che l'avevano afferrato per le braccia e lo tiravano verso l'alto, tirati da corde di metallo. Uno di loro estrasse un'arma e gli sparò direttamente in volto. Rest si accasciò inerme e, mentre i poliziotti si lanciavano verso di loro, Retok assistette alla scomparsa del figlio nel cielo di denobula.
Torna all'indice
15.04 - Legami
Autore: Tenente JG Caytlin
USS Hope - Ufficio del Capitano
08/09/2400 - Ore 16:59
Strauss era letteralmente furibondo.
Nelle sue infinite paranoie da complottismo, aveva messo perfettamente in conto che potesse accadere qualcosa del genere.
Aveva immaginato che Retok potesse essere rapito o che la sua vita potesse subire un attentato di avvertimento come quello capitato alla moglie.
Era, infatti, evidente, dal suo punto di vista, che l'uccisione della madre di Rest non fosse nei piani degli attentatori.
L'obiettivo era metterla in pericolo in maniera tale che perfino un Vulcaniano tutto d'un pezzo, seguace fanatico del Kolinahr, fosse costretto a muoversi ed a prendere l'iniziativa.
Non certo per l'affetto nella compagna, termine troppo emozionale, ma per la reputazione che Retok doveva difendere.
Essere un ambasciatore della Federazione Stellare dei Pianeti Uniti ed infischiarsene della sorte della compagna, non era un biglietto da visita ottimale.
Strauss lo sapeva ed era consapevole lo sapesse anche Retok.
In più, c'era dell'altro... qualcosa che risaliva a tanti anni prima... qualcosa di cui Bueller ed i suoi stavano soltanto ora scalfendo la superficie.
Qualcosa che perfino Rest ignorava.
Qualcosa di cui il padre o non andava fiero o non riteneva logico rendere pubblico pienamente.
La furia di Strauss non era indirizzata nell'assoluto immobilismo emozionale e mutismo adottato da Retok di fronte al rapimento del figlio.
Come se per un padre vedere il figlio essere aggredito e venir ferito con uno sparo in pieno viso a distanza ravvicinata, fosse del tutto normale ed accettabile.
Nicholaus si era già lasciato prendere dalle emozioni una volta di recente e non voleva che accadesse di nuovo... senza contare che tentare di picchiare Retok non era certo cosa facile né materialmente né utile per conservare un minimo di uniforme nella Flotta Stellare.
La sua furia, pertanto, si era rivolta agli uomini dell'ispettore Uzaki.
Era evidente che il loro perimetro di difesa era stato fallace.
Ancora non sapevano come, ma gli aggressori erano entrati all'interno dell'area sicura ed avevano attaccato pressoché indisturbati i loro obiettivi.
In assenza di Rest, la sezione tattica era passata sotto il coordinamento di Basta e Bueller aveva preteso risposte da parte del Betazoide.
In uno dei recenti colloqui che Strauss aveva avuto con la Consigliera, inizialmente forzato dalla Lennox e poi proseguiti di sua spontanea volontà, aveva intuito come i pettegolezzi da bar che si erano moltiplicati sull'eventuale intesa amorosa fra la Graahn e Basta non erano altro che cortina fumogena per ingannare le scommesse in corso.
Dopo aver rischiato la vita, per una colpa che Strauss riteneva esclusivamente propria, Basta era cambiato ed anche la dottoressa.
Cambiamenti difficili da spiegare o da assemblare, ma la conflittualità fra i due si era ridotta ad un gioco continuo di battibecchi e ripicche di ambito personale.
Un po' come il vecchio detto terrestre in cui uno recitava la parte del gatto e l'altra della volpe: entrambi a contendersi tutto, ma guai a chi avesse osato toccare l'altro compare.
Era sicuramente un bene per la loro produttività e per evitare altri potenzialmente spiacevoli episodi come quello sulla colonia Bajoriana.
Che avessero scelto di mantenere un basso profilo, era ugualmente utile alla causa... il chiacchiericcio avrebbe tenuto l'atmosfera sulla Hope sul positivo, evitando il formarsi di fazioni contrapposte.
Alcuni collaboratori di Basta, così come alcune infermiere della Graahn si erano dimostrati decisamente protettivi nei confronti del proprio superiore gerarchico e solo l'intervento deciso di qualche ufficiale superiore aveva evitato in passato polemiche inutili.
In realtà, quasi sempre, si era trattato della Risiana.
Ed era una cosa che stupiva Strauss: d'accordo, la rossa Consigliera di bordo aveva un buon team di supporto, fra Betazoidi e telepati altre razze, ma era come una sorta di prezzemolina.
Era sempre ovunque... o fisicamente, o in discorsi altrui... ed alcuni di quei discorsi, specie fatti al suo bar, non erano propriamente casti e puri.
Come facesse un unico Consigliere a riuscire a gestire l'intero equipaggio dal punto di vista psicologico era una cosa che spesso affascinava e, al contempo, preoccupava Strauss.
Gli equilibri a bordo di una nave spesso dipendevano da inezie che, se lasciate sviluppare, potevano esplodere. I
In quel momento, Strauss poteva fidarsi dei suoi ragazzi?
Con cui, lui stesso, condivideva l'ansia per il collega rapito?
In più Strauss aveva inconsciamente esteso la preoccupazione che stava provando nei confronti di Rest, di cui non si avevano ancora notizie, anche a Basta che, pur non lasciando trasparire quasi nulla, appariva turbato, ed alla stessa Caitlyn che sembrava una polveriera pronta ad esplodere.
Pur essendo una cosa pressoché impossibile a dirsi, il Vulcaniano aveva legato molto con la Risiana.
E viceversa.
Erano due mondi opposti ed inconciliabili... come due navi formidabili pronte a scontrarsi e che, invece, per qualche inspiegabile motivo, stavano viaggiando appaiate a vele spiegate, con una sola stretta passerella a collegarle fra loro.
Su quella tavola di collegamento, Rest sembrava aver imparato a cercare aiuto nella Risiana.
Strauss non sapeva su che basi ed in che modo, ma dai tempi del pon farr, qualcosa era successo.
Una sorta di rispetto era nato ben al di sotto di tutte le divergenze caratteriali che dividevano i due opposti.
Un rispetto simile, eppur diverso, da quello che legava Basta a Rest.
Il Betazoide ed il Vulcaniano non si erano mai potuti sopportare all'inizio, ognuno considerava l'altro una sorta di antagonista usurpatore al comando dell'intera sezione della Tattica e Sicurezza.
Con il passare del tempo e degli ostacoli affrontati e superati, avevano imparato a collaborare e rispettarsi.
Anche se non l'avrebbero mai ammesso, erano diventati amici.
E quell'amicizia ora pesava come un macigno nell'animo di Basta che si sentiva in qualche modo colpevole nei confronti di Rest.
Preso dal vivere appieno la propria gioia con Melanne, si struggeva nel dubbio se avesse potuto fare qualcosa di più per evitare il rapimento di Rest.
A parti invertite, gli era stato detto che il Vulcaniano era diventato più glaciale e determinato di quanto non lo fosse sempre stato.
Segno, tangibile sebbene non così evidente, che, per Rest, Basta era diventato un legame importante, sul piano lavorativo e personale.
Oltre ad uno smacco logico sul proprio curriculum.
Il Betazoide era stato bloccato nella sua intenzione di interrogare personalmente Retok.
Troppo coinvolto.
Troppo stupefatto dall'assoluta mancanza di preoccupazione da parte dell'Ambasciatore Vulcaniano per la sorte del figlio.
Caitlyn, supportata da Xyr e Bueller, era stata categorica: ad interfacciarsi con i due Vulcaniani ci avrebbe pensato lei.
Strauss si era preoccupato, ma lo sguardo determinato della Risiana gli aveva fatto cambiare idea: le avrebbe lasciato carta bianca, ma si sarebbe palesato lui stesso, ove necessario, per placare o per supportare la giovane.
D'altronde, anche Strauss era concorde che era meglio che Basta si concentrasse sulle operazioni in campo: doveva assolutamente ingegnarsi a trovare una soluzione al brutto pasticcio che era stato fatto dalla polizia Denobulana.
Quando l'aveva Interrogata a riguardo, Caitlyn gli aveva risposto che avrebbe parlato con T'Pral e con Retok... in quell'esatto ordine di importanza.
Testualmente perché Retok era universalmente considerato uno stronzo.
Un Ambasciatore integralista ed estremamente efficace nell'affrontare situazioni delicate e spinose, sfruttando ogni possibile direttiva o regolamento Federali, ma generalmente detestato sia da coloro con cui entrava a contatto, sia dallo stesso corpo diplomatico, e, non da ultimo, dalla sua stessa famiglia.
Caitlyn per quella chiacchierata avrebbe avuto bisogno di Xyr al suo fianco: l'unica in grado di ribattere punto su punto a qualsivoglia norma o cavillo Retok decidesse di tirare fuori dal cilindro.
E Xyr, in quel momento, aveva altre priorità che perdere tempo inutilmente con l'Ambasciatore.
Con T'Pral, invece, Caitlyn sarebbe stata da sola... la madre di Rest, da anni, aveva scelto la musica.
Una scelta logica visto il suo straordinario potenziale artistico.
Una scelta logica, avendo ormai espletato la missione di continuare la propria stirpe.
Una scelta logica per non passare la sua lunghissima vita solo e soltanto come la moglie, nonché dama di compagnia, del grande ed inarrivabile diplomatico Retok.
Una scelta che, sotto quella coltre spessissima di logica, aveva una fondamenta vagamente emozionale: stare lontana il più possibile dal marito.
Guardandola in un altro aspetto, anche quella era una scelta logica: non condividevano quasi nulla se non il rispetto dei dettami del Kolinahr e la genitorialità di Rest.
USS Hope - Ponte 6 - Sala Ologrammi
08/09/2400 - Ore 18:22
Il colloquio, se così si poteva definire, era stato tutto sommato proficuo.
T'Pral non si era mai veramente lasciata andare, nonostante i vari tentativi ed espedienti messi in atto da Caitlyn.
La madre d Rest si era trincerata, con stile ed eleganza, dietro la sua trincea di logica, forgiata in tanti anni di meditazione.
Qualcosa, però, era cambiato.
Per quanto fosse perfettamente in grado di dissimulare la preoccupazione, per quanto avesse assoluta fiducia nelle capacità del figlio di uscirne indenne e vincitore, per quanto fosse straordinaria nel enunciare concetti logici volti alla normalizzazione della situazione in essere, niente avrebbe potuto cancellare l'istinto materno.
Non avrebbe fatto nulla per il figlio, ma avrebbe trovato il modo di incanalare la sua preoccupazione in qualcosa che le riusciva straordinariamente bene: la musica.
Più erano aumentati i tentativi della Consigliera della Hope, più le prove musicali si erano volte su melodie meno angeliche, con musica più lenta, ritmata e dai toni cupi.
Per Caitlyn quello era stato sufficiente: sebbene tutta la loro conversazione non si fosse mai allontanata dalla pura logica e che la Vulcaniana non amasse molto parlare, la Consigliera si era persuasa che T'Pral a livello subconscio avesse ancora delle emozioni che riversava nella musica senza nemmeno rendersene conto.
Uscita dal ponte ologrammi, Tucci, presente assieme a Strauss, le aveva confermato come quelle tonalità armoniche fossero del tutto differenti rispetto a quelle da lui sentite, prima del rapimento di Rest.
In un modo tutto suo, T'Pral amava il figlio.
L'aveva cresciuto come un automa forse per proteggerlo dalle disavventure della vita, forse per proteggere sé stessa dal doversi preoccupare per lui, forse semplicemente perché era la mossa più logica o l'unico modo di allevare un figlio che le era stato tramandato.
Ma sotto tutta quella logica impersonale e purissima, c'era l'ansia di un cuore materno che pulsava sangue verdastro per la sopravvivenza del suo unico figlio.
Luogo sconosciuto
08/09/2400 - Ore 18:52
L'avevano colpito con un'arma settata su stordimento.
Inconfutabile o non sarebbe mai sopravvissuto.
Era in un posto buio, leggermente maleodorante, sicuramente umido.
Un altro fatto da tenere a mente e da sviluppare.
Non avevano intenzione di rapire il padre o di uccidere il padre.
Elemento su cui riflettere.
Non avevano mai avuto intenzione di uccidere la madre.
Un sospiro di sollievo interiore.
Tutto era stato studiato nei minimi dettagli.
Avevano probabilmente corrotto... o meglio stordito qualche agente della Polizia Denobulana a cui si erano sostituiti.
In tal modo, a prima vista, il cordone di sicurezza attorno a loro era intatto.
Ma l'infiltrato aveva svolto perfettamente la funzione di trojan.
Aveva permesso ad elementi esterni di inserirsi nel perimetro difensivo e di svolgere l'attacco.
L'aggressione era stata ben organizzata.
Chiunque l'avesse preparata doveva conoscere pienamente non solo i protocolli della polizia Denobulana, ma anche quelli della Flotta Stellare.
L'ultima affermazione si poteva dire che fosse dettata dalla logica fino ad un certo punto.
Era più un'idea che attingeva da elementi logici e portava ad una soluzione che, per quanto apparisse improbabile, stava portando Rest a credere che fosse non solo possibile, ma anche l'unica veritiera.
Era una deviazione importante delle sue sinapsi mentali rispetto a quanto a lui inculcato dal padre fin dalla più tenera età, ma gli anni sulla Hope gli avevano insegnato che ogni punto di vista poteva avere una sua logicità: perfino quelli più assurdi.
Luna, Bueller, Basta... ognuno di loro aveva modi di affrontare le situazioni che cozzavano con la logica Vulcaniana, eppure... beh secondo Caitlyn anche quelle avevano una loro logica. Non assoluta e priva di rischi, ma che portava ciascuno di loro a prendere decisioni, emozionali o meno.
La logica emozionale era qualcosa di assurdo per il Kolinahr.
La logica non avrebbe mai potuto essere altro che logica sommata ad altra logica.
Eppure anche lui in passato aveva agito non semplicemente per pura logica.
Come quando aveva rifiutato di lasciare la nave imbarcandosi sulla USS Hope di classe Intrepid.
Era stata una logica emozionale a muoverlo.
Non certo la logica tanto esaltata con cui era cresciuto.
In fin dei conti era stato ingannato.
A rigor di logica, non avrebbe dovuto accettare... ed invece si era imbarcato di nuovo coi suoi colleghi.
Caitlyn avrebbe detto amici.
L'amicizia, però, sarebbe stato un rapporto emozionale, non logico.
E Rest non era ancora abituato a ragionare in quel modo.
Anche se, doveva ammetterlo, aveva già agito in tal modo.
All'inizio quando era profondamente in sintonia con Xyr.
Poi quando aveva tutelato Basta.
Infine quando aveva accettato l'impensabile: ballare con Caitlyn e cercare di comprendere cose per lui impossibili da accettare.
Erano suoi amici?
L'Ambasciatore Spock non aveva mai nascosto di provare amicizia con l'Ammiraglio Kirk.
Ma Spock non era mai stato completamente Vulcaniano.
Lui sì.
Forse non voleva passare per un bastardo approfittatore insensibile come il padre?
Avrebbe avuto un senso logico.
Ma, allo stesso tempo, sarebbe stato un sentimento emozionale.
Rest era un'anima turbata, se ne rendeva conto.
La presenza del padre era da sempre fonte di disturbo.
Da quando si erano riuniti, Rest aveva dedicato pochissimo tempo ad altri se non ai propri genitori.
Che gli fossero mancati?
Assurdo ed illogico.
Ciò nonostante, aveva messo in atto comportamenti oppositivi nei confronti dei suoi colleghi.
Basta viaggiava metaforicamente a tre metri dal pavimento, così come la dottoressa.
Anche se celavano benissimo, Rest sapeva che fra i due vi erano incessanti e continui rapporti intimi.
La cosa gli dava fastidio? Probabilmente sì.
Sarebbe stato illogico, eppure forse veritiero.
Lui era logicamente in una situazione non facile, mentre l'amico...
Basta era un amico, Caitlyn?
Beh... folleggiava in preda all'amore... un sentimento del tutto privo di logica.
Probabilmente il termine amico era eccessivo, ma Basta era la persona con cui Rest probabilmente poteva asserire di aver legato di più.
Il carattere schivo di Basta ed i suoi silenzi erano perfettamente compatibili con quello di Rest, sebbene entrambi mossi su altri principi cardine.
Con Xyr aveva interrotto, o quasi, i rapporti dopo il famoso finto matrimonio.
Con lei aveva deciso di tornare sulla piena ed assoluta formalità.
D'altro canto, ogni goccia che non fosse logica gli stava venendo spremuta da Caitlyn in assillanti conversazioni.
Assillanti, ma benefiche... lo doveva ammettere.
Tutto ciò che stava lentamente comprendendo su culture diverse da quella Vulcaniana, lo stava elaborando con la Risiana.
Certo la lasciava parlare anche da sola per ore, ma, pur non sopportandone quasi il 75,57% dei comportamenti, era la persona dopo Basta che più avrebbe mai potuto chiamare amica.
Un rumore riscosse i suoi pensieri... era un rumore ritmato e cupo.
Da buon Vulcaniano aveva già memorizzato una serie impressionante di informazioni sul suo luogo di prigionia: umido, vicino ad una fonte maleodorante come un sistema di gestione rifiuti, sotto al livello del suolo, con un apparato di ricircolo aria vetusto e non manutenuto di recente, con una rampa di scale non lontana dalla pesante porta che chiudeva la sua cella.
Poteva enunciare almeno due dozzine di odori ed aveva sentito voci ed accenti di almeno una decina differente di persone, di età più o meno tutta omogenea.
Nelle loro voci non aveva percepito rabbia o preoccupazione, solo una cupa determinazione.
Non era un buon segno.
Sapeva che, per punire il padre, avrebbero usato lui come cavia.
Quello che loro non potevano sapere, è che Retok avrebbe sacrificato il figlio senza remore, solo se fosse stata una decisione logica per risolvere il problema nato anni prima su Mayus IV.
Torna all'indice
15.05 - Le esigenze dei molti contano più delle esigenze dei pochi
Autore: Tenente JG Rest figlio di Retok
USS Hope - ufficio tattica e sicurezza
09/09/2400 - Ore 08:14
I rapporti fra le due sezioni della tattica e della sicurezza, erano sempre state caratterizzate da una serie di alti e bassi. All'inizio dell'avventura, fra il carattere ombroso di Lon e il glaciale distacco di Rest, tutti gli appartenenti delle due sezioni propendevano per Lon come unico capo. Nessuno mise mai in dubbio le innumerevoli conoscenze di Rest nel campo della strategia ma, la sensazione che quel vulcaniano sarebbe stato disposto a sacrificarli senza alcun dubbio, li spingeva a provare un certo disprezzo per quel leader così menefreghista.
Le cose era a poco a poco cambiate, soprattutto con il successivo progetto Hope... scherzosamente chiamato "Hope 2.0". Molto, lo si sapeva, era certamente dovuto a Caytlin: nessuno aveva idea di come avesse fatto, ma Rest era passato dall'essere il capo pronto a mandare a rapporto tutti per una virgola fuori posto ad un leader carismatico che, sebbene non esprimesse mai un'emozione, riusciva in un qualche modo a far sentire gli altri apprezzati. Era stato un cambiamento lento e progressivo, ma, alla fine di quel percorso, tutti i tattici avevano finito per apprezzare e valorizzare il proprio capo.
Da allora nacque una sorta di goliardica ostilità fra tattici ed addetti alla sicurezza: ogni sezione elogiava il proprio ufficiale superiore ritenendolo più bravo dell'altro senza tuttavia superare mai quella linea sottile che distingue un semplice gioco da una vera conflittualità. Gli addetti alla sicurezza elogiavano l'istinto, l'audacia e la capacità di improvvisare di Lon. I tattici valorizzavano la capacità di Rest di non farsi mai cogliere impreparato, la sua forza e il suo grande coraggio.
Al di sopra di tutto questo, gli stessi rapporti fra Lon e Rest erano cambiati: i due avevano imparato a lavorare nello stesso ufficio senza tentare di piantarsi un coltello in mezzo alle scapole l'un l'altro. Questa nuova intesa fra i due ufficiali superiori aveva tenuto insieme le due sezioni facendole lavorare come fossero una sola realtà. L'istinto di Lon si era unito con la fredda logica di Rest con risultati strabilianti sotto il profilo dell'efficienza.
E tutto funzionava alla grande, almeno sino a poco tempo fa. I primi scricchiolii si fecero udire nella missione sulla Colonia Tahzot. Gli addetti della sicurezza non videro di buon occhio che il loro capo venisse escluso da una serie di sbarchi, lasciandolo sulla nave: per quanto i calcoli di Rest portassero a ritenere che il rischio era minimo, era il loro capo l'esperto di sicurezza, la sua esclusione era uno smacco a tutti loro.
I tattici, tuttavia, ebbero molto da obiettare sulla decisione di Lon di accompagnare da solo il capitano sulla superficie: in quel caso non servivano le elaborate analisi di Rest per capire che era stata un'autentica stronzata. Certo, Strauss se ne assunse tutte le colpe, ma era Lon l'esperto della sicurezza e non aveva pensato a niente oltre a del tracciante sul capitano? Un altro po' e ci lascia la vita.
Gli addetti della sicurezza attribuivano il successo del salvataggio del capitano, e di conseguenza dell'ammiraglio, a Lon per aver reso Strauss facilmente localizzabile: solo così era stato trovato il covo dei rapitori.
I tattici rispondevano che Rest era ad un passo nell'individuare il luogo anche senza usare il capitano come esca del resto il vulcaniano aveva già evidenziato una rosa di sei localizzazioni possibili per il covo dei criminali, fra cui proprio il luogo in cui era tenuta la Lennox. Un altro giorno e probabilmente avrebbero potuto agire senza rischiare la vita di nessuno Lon veniva visto come l'ufficiale che si era quasi fatto uccidere per l'impazienza, mettendo a rischio il capitano e costringendo Rest ad accelerare nei suoi propositi per salvare non solo un ostaggio, ma due.
Gli addetti alla sicurezza, a quel punto, ribattevano che con i se e coi ma non si va lontano. Forse Rest avrebbe risolto il problema senza rischi per nessuno, ma di fatto era stato Lon a chiudere la questione del rapimento... non importava il come.
Erano due visioni diverse che tuttavia non avevano rotto il rapporto fra Rest e Basta, i due capi sezioni avevano continuato a guidare i propri uomini in modo da mantenerli una sola e grande famiglia. Tutto andava ancora abbastanza bene, almeno fino al rapimento di Rest. L'uscita di scena del vulcaniano diede la mazzata decisiva a quell'equilibrio tanto duramente costruito.
I tattici non avevano alcun dubbio: ad aver fallito su tutta la linea era stato il reparto sicurezza e poco importava che sul pianeta vi fossero gli uomini dell'ispettore Uzaki. Perché non c'erano anche gli addetti della sicurezza della Hope? Possibile che il loro capo sia stato lasciato totalmente da solo? Dove diavolo era l'esperto della sicurezza? Cosa c'era di più importante di salvaguardare un proprio collega che potenzialmente rischiava la vita? Possibile che su quella nave si dovesse sperare che Lon avesse voglia e tempo di lavorare o ognuno era per sé?
La situazione già parecchio tesa non potè che peggiorare con la nomina di Basta quale capo di ambo le sezioni e, ancor peggio, dopo il recupero e la visione delle telecamere presenti nella zona del rapimento. L'assegnazione dell'incarico di Rest a Lon era stata una scelta logica ma non poteva essere più impopolare, soprattutto dopo che tutti i tattici videro il proprio ufficiale in comando lottare da solo contro due aggressori per poi ricevere un colpo di phaser dritto in faccia. Le modalità del rapimento divennero l'argomento più trattato nella sezione tattica: Rest era completamente solo, mentre Lon cosa stava facendo?
Gli addetti della sicurezza reagirono con prontezza, alzando delle metaforiche barricate per difendere il loro capo. Il tenente Basta, dopo il rapimento, era tornato ad essere parecchio ombroso e riservato: quello fu interpretato dai suoi come l'esplicito segnale che il dubbio di non aver fatto abbastanza lo stava corrodendo dentro e non avrebbero mai permesso ai tattici di alimentare quei dubbi. Lon non era il responsabile della difesa dell'ambasciatore sul pianeta, Rest aveva deciso spontaneamente di accompagnare il padre e se era stato rapito in fondo doveva imputarlo in primis a sé stesso. I suoi calcoli non avevano evidenziato quella possibilità? La logica del vulcaniano aveva fallito?
I tattici aveva preso sul personale le insinuazioni dei colleghi della sicurezza finendo per attribuire di riflesso tutte le colpe a Lon, accusandolo di aver guadagnato la guida delle due sezioni liberandosi di Rest una volta per tutte. Ufficialmente rimasero sotto il comando di Basta, ma ufficiosamente elessero internamente, come proprio referente, tenente Shard.
Basta non era uno sciocco. Il fatto di veder arrivare sempre e solo un tattico a fargli rapporto, un giovane andoriano impulsivo e nervoso, non era passata inosservata, ma la situazione era troppo esplosiva per agire con pugno duro. Doveva dare il tempo ai tattici di sbollire o sarebbe stata lite aperta fra le due sezioni e, con il ritorno di Rest, tutto sarebbe tornato come prima.
Lon, quindi, non si stupì neppure di veder arrivare proprio l'andoriano anche quella mattina.
"Tenente, buongiorno" Lon non alzò il capo dal proprio terminale per alcuni istanti
"Tenente..." il tono di Shard era duro, avesse potuto sputargli in un occhio lo avrebbe già fatto volentieri "Noi della sezione tattica abbiamo visionato più volte il filmato e siamo giunti alla conclusione che il cordone di sicurezza sia stato neutralizzato per la presenza di uno o più soggetti estranei alle forze di polizia denobulane, infiltratisi poco prima dell'arrivo dell'ambasciatore"
"Si, lo so" Basta alzò il capo voltando il terminale che mostrava a loop le scene del rapimento "Ci stavo lavorando. Al momento anche l'ispettore Uzaki è diventato meno restio a collaborare con noi, si è sentito colpevolizzato del rapimento e sta svolgendo indagini interne... indagini in cui non desidera lo zampino federale"
"Riteniamo che con buona probabilità gli infiltrati dovessero trovarsi nella zona più vicina al bancone. Erano gli unici abbastanza vicini per intervenire in tempo per aiutare il tenente Rest e non l'hanno fatto!"
Lon scosse il capo poco convinto "Potrebbero semplicemente essere stati colti all'improvviso. Il rapimento è stato predisposto e diretto in modo esemplare, tutto è accaduto in pochi secondi"
"Ma rimane la scelta più logica!" il giovane andoriano non voleva demordere "La scelta migliore per posizionare un infiltrato deve permettere di avere una buona visuale e di rallentare l'intervento degli altri membri della squadra!"
"Molto bene. Mi scriva un rapporto, vorrei leggerlo oggi stesso" Lon non era ancora persuaso da quell'idea ma a volte una visione diversa può essere utile per trovare quelle cose erano passate inosservate.
Il tenente Shard, dal canto suo, sentì di aver portato a casa un punto per la sezione tattica e, salutato rapidamente il superiore, se ne andò dall'ufficio.
USS Hope - Plancia
09/09/2400 - Ore 18:35
Bueller arrivò quasi di corsa all'interno della plancia dopo essere stato avvisato dell'arrivo di una chiamata urgente dal centro controllo di volo di Denobula. Dopo tanto silenzio, sembrava che finalmente qualcosa si stesse muovendo ancora una volta a favore della Hope.
"Sullo schermo!"
=^=Capitano! I controlli a tutte le navi in partenza hanno portato al risultato sperato, il cargo boreliano Modayo si è rifiutato di permettere l'ispezione pre partenza e si è dato alla fuga, ma le nostre scansioni hanno rilevato la presenza a bordo di un segno di vita vulcaniano! Lo abbiamo trovato!=^=
Ferris voltò lo sguardo in direzione della consolle scientifica, Tutti annuì osservando l'ufficiale al comando "Si, rilevo anche io un segno di vita vulcaniano oltre al tracciante"
"Il tracciante? Quello usato da Lon per individuare il capitano sul pianeta?"
"Esatto, proprio quello!"
"Quindi Rest sapeva che avrebbero potuto tentare di prenderlo..."
"Non per interrompere le vostre riflessioni..." Luna dal timone richiamò l'attenzione generale "Ma quel cargo se ne sta andando e fra poco farà ad una distanza tale dal pianeta da poter saltare in curvatura, ce li perdiamo!"
=^=Bene capitano, li lasciamo a voi, sono certo che saprete prenderli e recuperare il vostro uomo! Buona fortuna!=^=
La comunicazione con il pianeta si chiuse ma in fondo nessuno vi fece più di tanto caso. L'attenzione era tutta rivolta al piccolo cargo con i suoi occupanti "Luna, raggiungili! Non permettergli di guadagnare ulteriore distanza!"
Jones, al timone, manovrò la Hope in maniera ottimale, evitando le altre navi ferme in posizione geostazionaria attorno al pianeta con la stessa grazia di una ballerina intenta a piroettare in mezzo al palco. Rapidamente si portò sempre più vicino al piccolo vascello ma, prima che potessero tentare di contattarlo, questo fece ciò che tutti temevano, partì in curvatura.
"Maledizione!" Bueller sferrò un pugno al bracciolo della poltroncina di comando "Luna, inseguili! Non esiste cargo che possa scappare ad una nave federale!"
"Quel cargo tuttavia non scherza, credo che stia spremendo tutto ciò che può dai suoi motori nel vano tentativo di batterci in velocità! Non devono essere dei geni!" Luna stava ancora digitando freneticamente alla consolle "Siamo al loro inseguimento, a questa velocità saranno costretti ad uscire dalla curvatura al massimo entro due ore o verranno distrutti dall'esplosione del loro motore"
USS Hope - Plancia
09/09/2400 - Ore 20:18
Erano passate quasi due ore da quando era iniziato quell'inseguimento. Il piccolo cargo aveva messo in atto delle manovre evasive sull'orlo dell'autodistruzione mediante una serie di uscite e rientrate in curvatura al solo fine di cambiare repentinamente rotta aumentando la distanza fra loro e la Hope. Tutti i loro sforzi si erano tuttavia dimostrati assolutamente inutili guadagnavano un paio di anni luce che rapidamente Luna riusciva a riconquistare portandosi sempre più vicina al cargo. Quella folle corsa si stava trasformando in una logorante battaglia di nervi che Luna stava dominando egregiamente.
"Ormai sono nostri..." Luna fissava la consolle sentendo crescere dentro di lei l'eccitazione della battaglia. Il suo lato klingon, quella parte più guerriera del suo animo, fremeva al pensiero di essere riuscita a mettere con le spalle al muro i suoi avversari "Ora saranno costretti ad arrendersi perchè, che lo vogliano o meno, i loro motori devono essere spenti o si sovraccaricheranno e loro esploderanno"
Lon confermò le parole di Luna "Sta uscendo dalla curvatura in questo momento"
Bueller annuì, rigido sulla postazione di comando "Uscire dalla curvatura! Allarme giallo!"
La Hope uscì dalla curvatura portandosi a poca distanza dal Modayo, alzando nel contempo gli scudi. La Modayo, dal canto suo, se ne stava placidamente ferma: ci si sarebbe aspettato che quanto meno venissero alzati gli scudi ed invece nulla.
"Trasmettere su tutti i canali e a tutte le frequenze. Sono il facente funzione di Capitano della Hope, Ferris Bueller, pretendo di riavere il mio ufficiale tattico o procederemo con l'abbordaggio del vostro vascello"
"Sì signore, trasmesso... su tutti i canali e a tutte le frequenze" l'addetto alle comunicazioni rimase per un attimo in attesa, poi scosse il capo "Nessuna risposta"
"Interessante..."
"Signor Tucci, cosa dovrebbe esserci di interessante?"
Lo scienziato alzò lo sguardo per osservare Bueller "Beh, non rilevo più nessuno su quella nave. Credo fosse semplicemente stata programmata per eseguire una serie di salti in curvatura al fine di farsi seguire da noi e adesso..."
"Capitano, sta per esplodere!" Basta alzò il tono di un'ottava
"Esatto" intervenne soddisfatto Tucci
"Maledizione!" Bueller scattò in piedi come una molla "Allontaniamoci immediatamente da qui!"
Luna non se lo fece ripetere due volte e con grazia si allontanò dal vascello poco prima che questo finisse in mille pezzi "Quindi era stato programmata per venire qui ed esplodere?"
"Si" Tucci stava ancora osservando sullo schermo ciò che restava del cargo volteggiare nel vuoto dello spazio "Una programmazione veramente ben fatta... hanno scelto di fare un percorso in aree quasi totalmente inutilizzate e fuori dalle comuni rotte commerciali, minimizzando il rischio di collisioni ma senza attraversare zone che li avrebbero costretti a passare per troppo tempo a sub luce, anche se non capisco il perchè..."
"Perchè non ci volevano fra i piedi!" Bueller si voltò di scatto "Chiamate Denobula, al controllo volo!"
Sullo schermo apparve il faccione sorridente dell'addetto ai controlli=^= Qui controllo volo di Denobula, come poss... oh, il facente funzione di capitano della Hope! Avete preso il cargo che stavate inseguendo?=^=
"Purtroppo si, da quando siamo partiti altri cargo hanno lasciato il pianeta?"
=^=In verità svariate centinaia, Denobula è un grosso pianeta ed i traffici commerciali e turistici sono molto estesi. Appena il blocco alle partenze è stato levato tutti hanno ripreso il loro viaggio.=^=
Bueller aveva già subodorato quale sarebbe stato il problema, ma la notizia lo lasciò comunque con l'amaro in bocca "Avete tolto il blocco ai vascelli in uscita da Denobula?"
=^=Certamente. Una volta scoperto che stavano tentando di portare via il vostro ufficiale scientifico con quel cargo, non avevamo motivi per prolungare le limitazioni all'allontanamento da Denobula=^=
"Quindi non avete controllato nessuno di quei vascelli, corretto?"
Il sorriso del denobulano andò via via a scomparire più proseguiva quella conversazione=^= No. Ma non avete trovato il vostro ufficiale tattico?=^=
"No, quel cargo era una trappola"
=^=Ah...=^= sullo schermo, l'espressione del denobulano si era fatta esitante =^=Posso informare i miei superiori, pochi minuti e in men che non si dica ristabiliremo il blocc...=^=
"No! A questo punto non servirebbe più" Bueller scosse il capo "Se ne sono già andati, hanno avuto quasi due ore per farlo, grazie lo stesso" diede ordine di chiudere la chiamata per poi fare una smorfia "Abbiamo inseguito gli abiti di Rest, non è un caso che vi fosse lo stesso tipo di tracciante che avevamo usato con Strauss"
"Questo significa che lo hanno fatto cambiare per farlo passare inosservato?" chiese Luna incuriosita
"O peggio" Basta si voltò a guardare Ferris "Sapevano che cosa cercare... sanno come pensiamo noi della flotta, sono stati preparati alle nostre possibili mosse"
"Già..." Ferris si alzò scuro in volto "Ed ora andiamo a dare la notizia a Retok..."
USS Hope - Sala tattica
10/09/2400 - Ore 07:42
Erano passate parecchie ore da quando l'ambasciatore Retok era stato informato che il figlio quasi certamente era stato portato via da Denobula utilizzando un escamotage: l'ambasciatore alla notizia non aveva battuto ciglio, si era limitato a comunicare laconicamente che aveva una serie di impegni da disdire senza aggiungere altro.
Per i membri della nave non vulcaniani quella totale assenza di emozioni metteva i brividi in poche ore aveva assistito al rapimento del figlio, al suo stordimento con un colpo phaser diretto al volto ed era venuto a conoscenza che ora Rest si poteva trovare ipoteticamente ovunque, ma nulla di questo aveva provocato neppure la minima reazione.
Nonostante gli ultimi accadimenti, l'idea era rimasta quella che a "parlare" con Retok sarebbero state Caytlin e Xyr, caso mai fosse stato necessario citare qualche regolamento a memoria, ma con l'aggiunta di Strauss e di Ferris. In verità quest'ultimo era stato richiesto espressamente da Retok che, volendo limitare le conversazioni inutili al minimo, non intendeva rischiare di dover ripetere più volte le stesse cose.
L'appuntamento era stato fissato per le 8.00 in punto. Tuttavia, sapendo che Retok sarebbe stato puntuale e che era nota la sua capacità di divenire sgradevole quando costretto a parlare di argomenti a lui poco graditi, tutti i federali decisero di precederlo giungendo con un leggero anticipo all'appuntamento.
"Qualche nuova informazione rispetto a ieri?" la voce di Strauss era evidentemente controllata, non intendeva lasciarsi andare nuovamente all'emotività
Ferris non alzò lo sguardo dal d-padd "Abbiamo parlato ulteriormente con l'ispettore Uzaki su Denobula, hanno trovato il covo della banda sul pianeta. Purtroppo, come avevamo immaginato, era stato abbandonato ma non prima di averlo scrupolosamente svuotato"
"Siamo certi che fosse il nascondiglio in cui tenevano Rest?" chiese il primo ufficiale "Se non vi era più nulla al suo interno come possono affermare che si trovasse proprio lì"
"Non c'erano indizi che portassero a capire quali siano ora le loro intenzioni ma in quella che certamente era la cella di Rest è stato rinvenuto del sangue vulcaniano" Ferris diede un'occhiata di sfuggita alla porta "Dal pianeta sono giunte le analisi del DNA fatti su quelle tracce e Melanne ha confermato che appartiene senza alcun dubbio a Rest"
"Sangue?" Caytlin si voltò verso Bueller "Quanto sangue?"
"Abbastanza, ma non era comunque una quantità sufficiente da mettere in pericolo la sua vita"
"Probabilmente una colluttazione fra Rest ed i rapitori"
"Possibile, Rest fisicamente ha molte somiglianze con il padre... se quelli odiano Retok dubito che il figlio gli starà più simpatico" Bueller fu il primo a veder entrare Retok nella sala e alzandosi mise sull'avviso tutti gli altri che, in una forma di rispetto, si alzarono a loro volta "Buongiorno ambasciatore"
Retok fece qualche passo all'interno della sala alzando la mano destra nel consueto saluto vulcaniano "Tenente Bueller, data la situazione preferisco limitare il mio saluto al più consono lunga vita e prosperità" il volto, perennemente inespressivo, non era mutato di una virgola "Ho avuto ieri sera una conversazione con l'ammiraglio Lennox e, su sua insistenza, ho accolto la vostra richiesta di chiarimenti sulla situazione attuale"
Il primo a prendere la parola fu Strauss "La ringrazio per la sua disponibilità. Come ben sa al momento non sappiamo esattamente dove si trovi Rest e la nostra priorità è ritrovare suo figlio"
"Mi permetta di essere onesto, non credo che il suo equipaggio abbia le necessarie competenze per occuparsi della questione. L'ammiraglio Lennox mi ha informato che il vostro incarico si limitava ad accompagnare mio figlio su Denobula, non avete ricevuto alcun incarico investigativo"
"Beh, ambasciatore, il nostro intervento ha permesso di capire e collegare l'incidente occorso a sua moglie alle questioni avvenute su Maius IV. La prego, si accomodi..." Bueller osservò l'ambasciatore attendendo che si accomodasse e solo in seguito si sedette a sua volta "Le nostre indagini ci hanno permesso di iniziare a capire quale sia il problema latente"
"Ciò che lei ritiene un risultato encomiabile, per quanto mi riguarda, è un risultato a mala pena mediocre. L'individuazione dei responsabili si limita alle immagini di un soggetto non identificato e alla possibilità che vi sia la partecipazione dell'ex comandante Odigraft. Nel mentre il vostro ufficiale tattico è stato rapito e trasportato al di fuori di Denobula" Retok osservava Bueller "Evidentemente non siete in grado di occuparvi di una questione così delicata"
Bueller avrebbe voluto rispondere a modo suo ma Caytlin lo anticipò "Che cosa potrebbe dirci di quanto è avvenuto su Maius IV? Qualsiasi informazione potrebbe essere utile, in primis per capire sino a che punto i rapitori di Rest potrebbero spingersi"
"Immagino che abbiate letto i rapporti stilati dagli ufficiali della Flotta Stellare, quindi ipotizzo che sappiate già la versione della Flotta Stellare per tutta la faccenda"
"La versione della Flotta... ambasciatore?" Strauss era da sempre un patito dei complotti e non poteva non notare quella sfumatura nel discorso dell'ambasciatore "Esistono altre versioni?"
Retok si voltò verso l'umano "Capitano Strauss, io e lei abbiamo abbastanza esperienza per sapere che in ogni vicenda è possibile rinvenire differenti versioni dei fatti, una per ciascuno dei suoi protagonisti"
"E la sua versione?" Caytlin osservò l'ambasciatore "Qual'è la sua versione?"
"Nel ventiduesimo secolo, data l'allora tecnologia navale, la necessità di dilitio aveva portato la Federazione a stringere accordi con popoli che non avevano le caratteristiche per divenire a loro volta membri della federazione. Si preferì indicarli come semplici alleati e con loro si decise di stillare degli accordi commerciali e di mutuo soccorso, evitando così che altre superpotenze come i romulani o i klingon potessero attaccare i giacimenti di dilitio"
"Questo è il caso di Maius IV"
Retok osservò Xyr "Esatto. La colonia di Maius IV si situa a poca distanza dall'impero klingon ed è un pianeta con grandi giacimenti di dilitio. La Federazione strinse con loro un accordo prevalentemente economico e non si registrarono problemi di alcun"
"Fino al 2376... quando fu chiamato a dirimere la questione di Maius IV"
"No, tenente Bueller. I problemi iniziarono nel 2375, quando venne costituita un'organizzazione antimonarchica chiamata Balaya. Si trattava di un movimento di stampo terroristico che si poneva come obiettivo l'eliminazione di tutta la monarchia e la nobiltà del pianeta: in verità si trattava di un'organizzazione molto limitata e quasi del tutto ignorata dalla popolazione, dato che la monarchia di Maius aveva già avviato il processo per una sua costituzionalizzazione" Retok fece una pausa "Ad ogni modo, nel giro di pochi mesi erano riusciti ad organizzare e portare a compimento quattro attentati. Entro il dicembre del 2375, le azioni dell'organizzazione avevano portato alla morte di 234 persone e il ferimento di altre 367. La Balaya colpì indiscriminatamente ogni fascia della società, ritenendo tutti coloro che non li appoggiava dei nemici della causa la conseguenza fu un clima di terrore all'interno della popolazione, che portò la monarchia a rivolgersi alla Federazione per trovare e fermare gli attentatori"
"Fra loro c'erano dei criminali, ma anche tante famiglie che erano intenzionate solo a chiedere qualche diritto in più per i loro figli. Consegnarli alla monarchia ha comportato la loro morte"
"L'articolo 7 del trattato steso con Maius IV imponeva a qualsiasi nave della Flotta Stellare, compatibilmente con il livello di priorità legata alla missione che stava svolgendo, di offrire il proprio contributo, su richiesta del governo e delle forze di sicurezza di Majus IV, al fine di favorire il buon esito di indagini su reati potenzialmente idonei a porre in pericolo l'incolumità della popolazione o delle strutture politiche, economiche e/o sociali della colonia. La Flotta si era inoltre impegnata a comunicare con tempestività ed efficienza tutte le informazioni necessarie alle forze di sicurezza al fine di svolgere il proprio lavoro" Retok osservò inespressivo i presenti "La scelta fu quella di informare la monarchia e nel contempo anche i ribelli. Quest'ultimi avrebbero avuto il tempo di scappare ma non di portare con sé tutte le armi che possedevano un intervento delle forze di polizia avrebbe placato almeno in parte lo stato di terrore nella popolazione evitando che questi ultimi tentassero di farsi giustizia da soli dando la caccia ai terroristi... questione che fra l'altro iniziava a non essere più un rischio solo ipotetico"
"Che cosa è andato storto?" Strauss fissò Retok
"Voi, voi della Flotta avete fallito" Retok rispose senza alcun dubbio "Quando il Capitano ed il Primo Ufficiale seppero che nulla impediva all'informare i ribelli della futura irruzione delle forze di polizia nel covo dei terroristi, il Primo Ufficiale fu incaricato a svolgere tale compito. Logica avrebbe voluto che la comunicazione fosse rivolta ad un soggetto che fosse in grado di capire la portata delle informazioni che stava ricevendo ed abbastanza autorevole da poter incidere sulle scelte del gruppo. Purtroppo la scelta del comandante Odigraft cadde sulla sua amante, una giovane di nome
Dhamery la giovane inizialmente non vi credette, poi informò la sua famiglia per darle il tempo di fuggire e solo infine tentò di comunicare con i leader dell'organizzazione, che a loro volta ci misero parecchio tempo prima di iniziare a credere alle parole di quella ragazza. La perdita di tempo rese del tutto impossibile la fuga dei ribelli. Riuscimmo ad ottenere che fossero rilasciate le donne ed i figli, ottenemmo inoltre che tutti gli arrestati potessero avere un giusto processo, ma la forza usate per la loro cattura fu di gran lunga superiore al necessario"
"Non ci sarebbero state soluzioni migliori?"
"Tenente Bueller, con il senno di poi è semplice individuare le carenze delle azioni poste in essere su Maius IV. Vi era un'organizzazione terroristica che si preparava a colpire ancora, una monarchia in pericolo ed una popolazione che stava giungendo al punto di rottura... anche il non agire avrebbe comportato morti e feriti"
Caytlin osservò Retok "A quel punto cosa successe?"
"Come immagino sappiate già, molti dei ribelli sono morti ed altri sono stati processati ed arrestati: le donne ed i bambini che lasciarono il villaggio furono perdonate e poterono tornare a vivere nelle loro case. Su Maius IV la monarchia si trovò a dover far fronte al clima di polemica che seguì i processi ai ribelli per via della brutalità delle forze di polizia, ricevendo una spinta a velocizzare il processo di trasformazione del potere politico. Nel 2377 la monarchia divenne solo rappresentativa e furono indette le prime elezioni democratiche"
Strauss incrociò le braccia al petto "Quindi è probabile che siano quei ribelli ad aver deciso di agire contro di lei"
"Ritengo che la possibilità di aggiri attorno al 72,13%. Immagino abbiano ritenuto me come l'unico responsabile delle loro tribolazioni e, con il rapimento di Rest, stiano cercando di colpire me"
"Comprendiamo che il rapimento di suo figlio possa averla turbata ambasciatore..."
Retok portò lo sguardo su Xyr interrompendola "Il turbamento è una problematica di tipo emotivo che non fa parte della cultura vulcaniana. Come immagino sappiate già, io sono da molti anni un seguace del kolinahr, un rituale vulcaniano per la purificazione dalle emozioni residue e per il controllo della mente attraverso la dedizione alla logica pura"
"Sì..." aggiunse Caytlin "Ma come padre immagino che ci tenga che il suo unico figlio torni indietro sano e salvo, giusto?"
"Sì, tutti gli esseri viventi sono geneticamente portati a massimizzare la propria esistenza perpetuando la propria specie e generando nuovi individui che, unendo le caratteristiche dei suoi genitori, possano migliorare la propria razza. Questo è alla base dello sviluppo di ogni specie vivente" Retok rispose anche in questo caso senza scomporsi "Anche se l'età non preclude a me e alla mia consorte di averne un altro in un prossimo futuro, Rest è mio figlio e rappresenta la generazione successiva, quindi è normale che sia interessato alla sua sopravvivenza. Ad ogni modo la logica impone di valutare tutte le variabili della situazione"
Ferris fece una leggera smorfia "Quali variabili?"
Strauss si voltò solo per un attimo a guardare Bueller ma aveva già capito cosa intendesse dire l'ambasciatore "La stabilità di Maius IV e dell'attuale assetto politico"
Caytlin sgranò gli occhi "Sacrificherebbe suo figlio per risolvere il problema?"
"Se dovessi invocare la logica, la logica impone chiaramente che le esigenze di molti contano più di quelle di pochi" Retok non si scompose neppure in questo frangente, ma si alzò in piedi oramai giunto alla fine di quanto riteneva fosse importante comunicare loro "Questo è un punto cardine della cultura vulcaniana, mi aspetto che anche mio figlio sappia ricordare chi è e cosa ci si aspetta da lui e da me. Vi informo che, data la situazione, le indagini sul rapimento di Rest sono di competenza della Flotta Stellare, ma non vostre. La USS Bellagio arriverà su Miaus IV fra meno di ventiquattro ore ed assumerà le indagini, in quanto nave federale più vicina al pianeta, mentre voi avrete il solo incarico di scortare me e la mia consorte sul luogo"
"E questa decisione del Comando di flotta immagino sia stata dettata dal suo rapporto all'ammiraglio Lennox, corretto?" il pensiero di Xyr andò alla conversazione fra Retok e l'ammiraglio, prefigurando tutto ciò che quel vulcaniano avrebbe potuto dire contro il loro approccio alla faccenda
"La USS Hope, sulla carta, viene presentato come un progetto avanguardistico per la valorizzazione di ufficiali giovani e dalle molteplici doti, in grado di sopperire alla mancanza di esperienza con le proprie capacità individuali. Da quanto ho potuto vedere, questa nave è comandata da ragazzi troppo giovani, inesperti ed impulsivi, non adatti a svolgere incarichi di una certa delicatezza la scelta più logica era chiedere che la questione venisse demandata a qualcuno con le capacità per risolvere il problema"
"Su questa nave lavora anche suo figlio" intervenne Bueller
"Mio figlio non fa eccezione. Già il fatto che abbia deciso di restare su questa nave è stata una scelta illogica, dettata dalla sua emotività e dalla sua incapacità ed evitare di essere manipolato dai suoi colleghi di lavoro. Lunga vita e prosperità" Retok chiuse il discorso salutando nel modo consueto i presenti e andandosene via
"Rest... emotivo?" Bueller osservò le porte chiudersi e sospirò "Immagino le conversazione fra quei due"
"Immagini male" Strauss osservò Ferris "Rest e Retok hanno rotto ogni relazione padre-figlio dal giorno in cui Rest si è imbarcato nuovamente sulla Hope, circa cinque anni fa. Ad ogni modo ha ragione, la questione è iniziata su Maius IV ed è su Maius IV che vorranno concludere tutto"
"Siamo già in viaggio per Maius IV"
Xyr scosse il capo "Ma ci eravamo allontanati da Denobula puntando nella direzione opposta, abbiamo perso del tempo e ci vorrà di certo più di un giorno per arrivare su Maius IV"
"Vero, ma qualsiasi sia la nave cargo utilizzata dai rapitori, di certo non è più veloce della Hope" Ferris si alzò osservando i colleghi "Non avrebbe senso per i rapitori eliminare Rest prima di arrivare su Maius IV e per quando saranno arrivati ci saremo anche noi"
USS Hope - Alloggio Tenente JG Catalunya "Luna" Jones
D.T. 10/09/2400 - ore 9.00
Luna si stava godendo la mattinata libera. Il suo turno era quello pomeridiano, cosa che le avrebbe permesso di passare un po' di tempo in sala ologrammi a smaltire la tensione.
=^=Buongiorno Luna, c'è una comunicazione per te=^=
Luna sbuffò rumorosamente "È proprio urgente? Ho la sala ologrammi prenotata, non voglio rischiare di perdere il turno!"
=^=Si, credo che sia molto urgente=^=
"Va bene... va bene!" il timoniera si buttò sul divano con espressione scocciata "Allora, cosa ci sarebbe di così urgente?"
=^=Si tratta di una registrazione predisposta dal tenente Rest per essere inviata nel caso in cui non ne avesse fermato lui stesso l'inoltro=^=
"Aspetta, Rest? Una comunicazione a me? Questa mi è nuova!" Luna si tirò su a sedere "Sentiamo cosa aveva di così importante da comunicarmi"
La registrazione partì e dagli altoparlanti della stanza si iniziò a sentire la voce di Rest.
=^=Buongiorno tenente, se sta sentendo questa comunicazione è possibile al 51,23% che in qualche modo siano riusciti nel loro intento ed io sia stato rapito ed ora sia in viaggio per Maius IV. Se ciò fosse corretto, posso prevedere con il 91,31% di probabilità che l'ambasciatore Retok avrà sfruttato la situazione per pretendere che la questione venga demandata ad un altro equipaggio federale e sono certo che la sua richiesta verrà accolta. L'ambasciatore pretenderà che ad occuparsene sia la nave più vicina a Maius IV, in modo da non dare il tempo al tenente Bueller di sfruttare il tempo a sua disposizione per poter indagare indisturbato. È possibile che il tenente sia in grado comunque di convincere l'altro capitano a lasciarlo continuare la sua missione, ma questo non gli riuscirà con il governo di Maius IV: l'ambasciatore Retok ha grande influenza lì e se lui darà la sua opinione finirà per chiudere ogni possibilità all'equipaggio della Hope di scendere sul pianeta=^= Rest fece una breve pausa=^= Immagino che si domanderà perchè sto dicendo tutto questo a lei=^=
"Eh... appunto, perchè lo stai raccontando a me?"
La registrazione rimase in silenzio qualche istante, come se fosse finita, ma poi riprese=^= Giorni fa lei è stata nel mio alloggio e mi ha offerto il suo aiuto. Ad oggi devo chiederle di mantenere la sua parola, solo lei potrebbe permettere alla Hope di continuare le indagini=^= ulteriore silenzio=^= Maius IV non è più la colonia di un tempo, ora ha rapporti commerciali non solo con la Federazione ma anche con i klingon. L'unica persona abbastanza autorevole da permettere alla Hope di avere un lasciapassare sul pianeta è suo nonno, e solo lei potrebbe ottenerne l'aiuto. Non so quali siano i suoi rapporti con la sua famiglia ma, se le cose sono andate come penso, lei è l'unica che potrebbe aiutarmi adesso=^=
USS Hope - Alloggio tenente jr grade Caytlin
D.T. 10/09/2400 - contemporaneamente
Caytlin era rientrata dopo la lunga conversazione con Retok. Sapeva perfettamente che sarebbe stata dura e non si era sbagliata affatto, ma la tensione che provava per la scomparsa di Rest iniziava a pesarle addosso. Decise di farsi una doccia al volo per poi tornare al lavoro ma non fece in tempo ad entrare nel bagno che sentì la voce di Hope chiamarla.
=^=Buongiorno consigliera, ho una comunicazione per te=^=
Caytlin sembrò poco interessata, del resto chiunque l'avesse cercata poteva aspettare dieci minuti e concederle di farsi una breve doccia "Una comunicazione? Da parte di chi?"
=^=Tenente Rest, Ufficiale tattico capo=^=
La consigliera si fermò di colpo prima di entrare nel bagno "Rest? Impossibile! Non è sulla nave!"
=^=La comunicazione è stata pre-registrata dal tenente Rest in data stellare 77686.56=^=
"Lo ha registrato poco prima di scendere sul pianeta con il padre..." restò per un attimo interdetta, poi tornò verso il suo terminale "Hope, trasmetti il messaggio sullo schermo"
Sul piccolo schermo visore apparve il volto di Rest, inespressivo in apparenza ma Caytlin notò che non era la sua solita postura.
=^=Caytlin, se sentirai questo messaggio significa che non sono tornato sulla nave o sono comunque impossibilitato ad impedirne l'inoltro. Non posso escludere che questo possa voler dire che sono morto ma, sulla base dei miei calcoli, questa possibilità è da stimarsi intorno al 12,45%. Ho cercato, per quanto mi è possibile, di capire la situazione per anticipare le mosse di chi ha intenzione di colpire l'ambasciatore Retok ma la vendetta non rientra negli schemi della logica pura. Ho fatto ricorso a quella che tu ami chiamare logica emotiva e sono giunto a delle conclusioni: c'è una possibilità del 65,34% che il prossimo obiettivo sia io. Chi ha organizzato tutto questo voleva senz'altro Retok, ma non qui su Denobula. Colpire direttamente l'ambasciatore sarebbe stato senz'altro arduo, così come avvicinarsi a me. La Hope non ha un percorso preimpostato, non siamo una nave pattuglia. Gioco forza rendeva più avvicinabile mia madre, i cui concerti sono fissati mesi prima dell'evento e fortemente pubblicizzati in tutta la Federazione=^=
Caytlin ascoltava Rest mentre esponeva i suoi pensieri notando come di tanto in tanto si fermasse a riflettere il suo volto non esprimeva emozioni ma conoscendolo sapeva che era nervoso.
=^=Hanno scelto Denobula, perchè probabilmente avevano meno difficoltà a sistemare l'ordigno ed in tal modo hanno attirato la sua famiglia qui. Ora, se desideravano costringere l'ambasciatore a raggiungere Maius IV potevano seguire due strade: rapire direttamente l'ambasciatore, ma io non credo che siano ancora dell'idea di colpire Retok rapire un membro della famiglia e, dato che mia madre è sulla Hope, resto solamente io=^=
Caytlin notò immediatamente la netta distinzione che Rest faceva fra i suoi genitori. T'Pral la chiamava madre, Retok sempre e solo ambasciatore, quasi a voler cancellare il vincolo di parentela che lo univa a lui.
=^=Se stai ascoltando questa registrazione è possibile al 51,23% che in qualche modo siano riusciti nel loro intento ed io sia in viaggio per Maius IV. Certamente potrete scoprire tutto ciò che può servirvi sapere della colonia mediante il database federale, ma ciò che conta è che certamente le colpe di quanto successe non verranno addossate solo all'ambasciatore. Vorranno usare l'ambasciatore per colpire in primis la monarchia, colpevole di aver inviato le forze di polizia al loro villaggio e, in generale, tutti coloro che a loro modo di vedere, non hanno impedito il fatto. La lista potrebbe essere lunga e di certo noi non ne conosceremo mai tutti i nomi, solo il Comandante Odigraft deve esserne in qualche modo informato, essendo lui ad aver sovvenzionato tutto questo. Con la probabilità del 89,78% anche lui sarà su Maius IV, non vorrà perdersi lo spettacolo. Capire come si potrebbe muovere un ex ufficiale della flotta stellare che prova un feroce risentimento contro l'ambasciatore Retok ed in generale la Flotta è qualcosa che da consigliere potrebbe riuscire meglio a te che a me=^=
Caytlin osservò Rest in silenzio, come se stesse cercando le parole
=^=Se le cose non dovessero mettersi per il meglio, è stato bello essere tuo amico=^=
Torna all'indice
15.06 - Complicazioni Familiari
Autore: Tenente JG Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa
USS Hope - Alloggio Tenente JG Catalunya "Luna" Jones
D.T. 10/09/2400 - ore 9.15
La voce di Rest riempiva la stanza.
"...Majus IV non è più la colonia di un tempo, ora ha rapporti commerciali non solo con la Federazione ma anche con i klingon. L'unica persona abbastanza autorevole da permettere alla Hope di avere un lasciapassare sul pianeta è suo nonno, e solo lei potrebbe ottenerne l'aiuto. Non so quali siano i suoi rapporti con la sua famiglia ma, se le cose sono andate come penso, lei è l'unica che potrebbe aiutarmi adesso."
"Pazzesco. Non avrei mai maimaimaimai pensato che Rest potesse chiederti aiuto" disse Bueller dopo aver finito di ascoltare il messaggio indirizzato a Luna.
"Già. Ma per essere giusta non avrei nemmeno pensato di essere stata io a offrigli il mio aiuto"
"Viviamo in strani nuovi mondi eh?"
"Secolo nuovo, vita nuova."
"Pensa potresti anche cominciare a pensare al futuro, una carriera da primo ufficiale, il primo comando e poi chissà ammiraglio" disse Ferris aumentando l'enfasi e muovendosi per la stanza riempiendo lo spazio con le braccia andando infine ad indicare l'ampia vetrata sullo spazio.
"Sembrano cose estremamente noiose..."
"Devi solo ampliare i tuoi orizzonti Luna. Te l'ho sempre detto, sei la migliore pilota che abbia mai visto, ma non è il momento di fare un passo in più?"
"Non so... ma mi ci vedi al comando? Non sono certo scrupolosa delle regole come il bel ghiacciolino."
"Non lo sono nemmeno io."
"Si, ma so che le regole le sai anche tu. A me tutte quelle cose mi annoiano da morire... il lavoro di un primo ufficiale, che tu ti sei scampato, è quello di organizzare turni controllare che tutto fili liscio, mi ci vedi? Non credo di poter avere le stesse tue fortune e saltare a piè pari la gavetta."
"Si forse hai ragione... o forse hai paura di non essere la più brava e di rischiare qualcosa."
Lei lo guardò con occhi affilati "Io non ho paura di niente Ferris!" disse dandogli un pugno sulla spalla.
"Ahi! Ok ok dicevo così per dire" disse lui appoggiandosi alla scrivania "tornando a Rest, l'hai chiamato il vecchio?"
"Non ancora, volevo sentire la tua opinione" disse Luna più rilassata reclinando all'indietro lo schienale della poltroncina.
"Se Rest dice che è la sua unica possibilità, direi che non abbiamo molte altre alternative. Le sue statistiche sono tristemente troppo affidabili. Chiamalo"
Luna attivò il computer chiedendo alla sezione comunicazioni della Hope di stabilire una comunicazione subspaziale con la IKC Bluhkmeth dell'Ammiraglio Klaa
Pochi secondi dopo apparve sullo schermo il volto del nonno
=^=Nipote! Che piacere vederti=^= tuonò baritonale la voce del klingon prima di accorgersi della presenza di Bueller alle spalle di Luna =^=Qualche problema?=^=
"Si, in poche parole per una vendetta personale nei confronti dell'ambasciatore Retok, hanno rapito il figlio Rest, il nostro Capo Tattico e ora è in viaggio verso Majus IV. Purtroppo l'Ambasciatore non ci considera all'altezza del compito e farà affidare tutto alla USS Wuhan che è oltretutto più vicina di noi. Nonno siamo certi che se non saremo noi a occuparci di Rest nessuno lo troverà in tempo e dobbiamo ad ogni costo continuare la nostra investigazione su Majus IV. Se non possiamo contare sull'appoggio della Flotta Stellare, puoi procurarci dei lasciapassare?"
=^=Brutto affare... ho conosciuto Retok anni fa e gli avrei rotto tutte le ossa con piacere. Figlia di mia figlia, certo che ti aiuterò, ma anche se facciamo ottimi affari su Majus non me ne occupo direttamente, troverete lo sparviero di tuo cugino Yatrhen Klaa. Lo infermerò della situazione e sarà lui a farvi avere i lasciapassare.=^=
"Oh no, nonno! Proprio Yatrhen?" disse Luna quasi con dolore.
La risata fragorosa del vecchio klingon lasciò interdetto Ferris =^=Sarà anche il più borioso klingon del quadrante, ma era inevitabile che prima o poi vi incontraste. Tienimi informato. Qua'Plà!=^=
"Si nonno. Qua'Plà!" disse lei chiudendo la comunicazione
"Ma tuo cugino è davvero cosi pesante?"
"Passa un pomeriggio con lui e ti renderai conto che è davvero convinto che la galassia non gira intorno ai buchi neri al centro, ma intorno alla sua straripante personalità"
"Non può esserci solo questo... dai sputa il rospo!"
Luna si nascose la faccia dietro un cuscino sedendosi a gambe incrociate sul letto "Ecco lui... AAAAH come faccio! È imbarazzante!!"
"Non è possibile! È la prima volta che ti vedo imbarazzata per qualsiasi cosa. Ora voglio assolutamente sapere"
"Ma non devi dirlo a nessuno... ma che dico appena lo incontreremo sarà di dominio pubblico... a farla breve per lui io sono la sua par'Mach'kai... la sua scelta d'amore. Quando ero a bordo della IKC Krakhet lui era attendente tattico. Ruolo prestigioso per un diciassettenne, ma visto che ero attendente al timone ci incontravamo spesso e si era creata una rivalità tra di noi. E lo sai come funziona tra i klingon, una rivalità spesso sfocia in rituali di accoppiamento e nonostante fosse giovane e io avessi appena 15 anni, ha eseguito il rito del par'Mach e mi ha esposto il suo amore per la vita"
"Ma dai solo quello? Nelle ultime 24 ore ho espresso il mio amore per la vita a sette ragazze. E poi non lo vedi da quanto? Otto anni?"
"Dieci... ma non capisci! Per i klingon è realmente amore per la vita. Non importa se ha fatto la promessa undici anni fa e non importa nemmeno se io non mi sono certo dimostrata entusiasta. Ero una adolescente che non aveva ancora fatto chiarezza con la propria sessualità, ma di certo sapevo che non volevo stare con lui. Però per lui non importa... sono certa che farà di tutto per farmi accettare un matrimonio klingon. All'epoca ne ero uscita dicendo che non aveva ancora raggiunto glorie sufficienti e che io dovevo ancora trovare il mio posto nel mondo. Ma ora... lui è un giovane e brillante capitano della flotta dei Klaa, e a 26 anni non posso neanche più dire che non ho l'età o una posizione, visto il ruolo che ricopro."
"Ma non è tuo cugino o simile? È pur sempre un Klaa"
"Cugino alla lontana, per la legge klingon è assolutamente una scelta sensata. Mio nonno non è mai intervenuto nella mia vita privata, ma non ha mai osteggiato il suo interesse e sono certa che sarebbe contento se alla fine lo scegliessi. Anche senza amore il casato sarebbe soddisfatto se generassi un paio di eredi. Ho difficoltà a immaginare una carriera nella Flotta oltre a quello a cui sono arrivata e dovrei pensarmi mamma? Il mio piano finora è sempre stato quello di mettere un sacco di spazio tra me e lui per evitare discorsi di questo tipo."
"Beh al limite puoi sempre divorziare no?"
"26 anni, due matrimoni e due divorzi? Non è esattamente il curriculum amoroso che speravo di avere"
"Allora vedremo di farti rimanere ad un solo matrimonio e un solo divorzio"
"Che è stato bello finché è durato" disse lei ridendo.
"Avrei pagato il peso della Hope in lathinum per assistere alla prima notte di nozze" rispose lui ridacchiando.
"Ma smettila! Andiamo che abbiamo cose da organizzare"
USS Hope - Sala Tattica
D.T. 10/09/2400 - ore 10.00
"Analizziamo la situazione. Caytlin" disse Bueller dando la parola alla risiana.
Le antenne di Xyr fremettero per un attimo, ma si astenne dal commentare l'assenza di protocollo del suo superiore. Per contro si chiuse nel silenzio con lo sguardo fisso degno sostituto della posa rigida di Rest.
"Sia io che il tenente Jones abbiamo ricevuto dei messaggi pre registrati da Rest in quanto dai suoi calcoli la possibilità di essere oggetto delle attenzioni di questo gruppo di terroristi non erano insignificanti. Dobbiamo tristemente constatare che aveva ragione" la rossa prese fiato un secondo per sottolineare la gravità della situazione "l'Ambasciatore Retok ha già ottenuto quello che voleva. Le operazioni sono state affidate alla USS Wuhan che arriverà su Majus IV fra tre giorni. Grazie ai calcoli effettuati dal Tenente Jones e dal Tenente Tucci la nave che porta Rest invece dovrebbe arrivare almeno sei ore prima della Wuhan."
"Abbiamo ricevuto nuovi ordini dalla Flotta. Una volta portato l'ambasciatore su Majus la Hope dovrà proseguire per una missione scientifica nelle nebulose di classe 7 nel settore 302" intervenne Xyr "La Flotta ha sottolineato che non dovremo soffermarci. Chiaramente una mossa dell'Ambasciatore per toglierci dai giochi."
"Non possiamo certo disubbidire ad un ordine diretto." disse Basta cupo.
"Tenente, il comando di Flotta ha detto che la Hope deve andare... non l'intero equipaggio." disse Xyr.
"Comandante... se non la conoscessi direi che sta suggerendo di violare un ordine del comando" disse Bueller divertito
"Capitano, non è certo colpa mia se gli ordini del comando sono imprecisi" rispose l'andoriana "Vogliamo tutti recuperare Rest ed è quello che faremo."
"È per questo che l'ho sposata" disse Luna sottovoce, ma a tono abbastanza alto che tutti potessero sentirla provocando una risatina e una alzata di occhi da parte della andoriana.
Nonostante il momento critico tutti erano focalizzati sullo stesso obiettivo. Erano una famiglia e non erano disposti a lasciare nessuno indietro.
"Quindi come procediamo?" disse Bueller
"Ho preparato un piano di volo che dovrebbe funzionare. Partiamo per Majus IV senza indugi in modo da non perdere troppo terreno. Arrivati li faremo scendere l'Ambasciatore velocemente. Poi mettiamo la Hope in rotta verso la nebulosa andando a massima curvatura fino al settore 287. Qui sfrutteremo una corrente ionica generata da una pulsar vicina che confonde i sensori a lungo raggio e facciamo decollare l'Akesh. Mentre la Hope proseguirà il suo viaggio, con l'Akesh occultato torneremo ai margini del sistema Majus andando a intercettare la Va'ran, il k'vort di mio cugino e con le sue credenziali sbarchiamo su Majus IV. Mi ha assicurato che i servizi di sicurezza di Majus non intralceranno le nostre operazioni finché porteremo le uniformi klingon." disse Luna.
"Quando dovremmo arrivare?" disse Bueller
"Dobbiamo fare una deviazione, ma la corrente gravitazionale ci è favorevole, al massimo arriveremo otto ore dopo la Wuhan"
"Quindi sedici ore dopo Rest. Speriamo non sia troppo tardi"
"Saremo in tempo. Ho studiato la cultura e la storia di Majus e se non ho sbagliato a interpretare le intenzioni dei terroristi, vorranno che la punizione di Retok avvenga con il massimo del pubblico e del clamore mediatico. Tra sei giorni a mezzogiorno ora locale ci sarà una grande manifestazione pubblica per i festeggiamenti per la repubblica. Qualsiasi cosa abbiano intenzione di fare lo faranno li" disse Caytlin
"Dobbiamo solo decidere a chi spetta l'onore e l'onere di salvare Rest. So che vorremmo andare tutti, ma dobbiamo fare i conti da un lato con gli ordini del comando e dall'altro con le dimensione dell'Akesh, quindi la squadra sarà composta da Xyr, Basta, Caytlin e ovviamente Luna. Preparatevi. In libertà"
Bueller rimase seduto alla poltrona con gli occhi su Strauss che, dall'altro lato del tavolo, sorrideva compiaciuto. Xyr si fermò sulla soglia della porta.
"Capitano, avrei creduto che volesse comandare lei l'away team."
"Comandante, mi stupisco di lei. Il regolamento della Flotta stellare chiaramente dice che questo tipo di missioni devono essere comandate dal primo ufficiale."
"Si... ma non è mai stato uno da seguire gli ordini"
"Qualche volta è meglio così."
Strauss annuì e si alzò.
"Ragazzi non so perché, ma ho idea che andrà tutto per il meglio."
Torna all'indice
15.07 - Lo stratega
Autore: Tenente Ferris Bueller
Flyer Bajoriano Far'Hass - Stiva
12/09/2400 - ore 16.30
Rest era inginocchiato al centro della stanza, la flebile luce di una candela posta davanti a lui non riusciva del tutto a dissipare le tenebre che lo circondavano.
Il colpo ricevuto durante il rapimento aveva ancora degli strascichi nonostante fossero passati due giorni, i muscoli della parte sinistra del viso erano ancora irrigiditi e contratti, tanto che sul suo viso era dipinto un inquietante, quanto involontario, ghigno malefico.
Per due giorni i terroristi lo avevano accudito e, sebbene non fossero stati gentili con lui, si erano comportati in maniera 'umana' fornendogli il cibo e una candela per le sue meditazioni. Dai loro discorsi si era fatto più o meno un'idea di quali fossero i loro intenti, a suo parere erano come dei bambini che tentavano di orchestrare un piano per rubare la marmellata dalla dispensa.
L'uomo che li stava aiutando, l'ex Comandante Osigraft, non era presente sulla nave, ma il leader della banda, l'uomo di nome Pejo, sembrava una persona assennata pur essendo ottusamente diretto verso la strada della vendetta. Un altro individuo da tenere in considerazione era il majano di nome Kotar, in lui rabbia e desiderio di vendetta si mescolavano fornendo un mix esplosivo che poteva creare problemi.
"Ecco il tuo pranzo!" esclamò Kotar con tono duro facendo cadere a terra il piatto e facendone uscire parte del contenuto al momento dell'impatto.
"La rigrazio signor Kotar." rispose il vulcaniano osservando gli ortaggi rotolati fuori. Stranamente i 'malvagi' terroristi si erano preoccupati di fornire al loro prigioniero un pasto adatto alla sua cultura. Interessante.
"Non mi interessano i tuoi ringraziamenti vulcaniano!" Kotar strinse il pugno con rabbia. Pejo gli aveva ordinato di non colpire il loro prigioniero, cosa comunque inutile dato che i suoi carcerieri non avevano abbastanza forza per danneggiarlo. Almeno a mani nude.
"Mi scusi se glielo domando. Fra quanto è previsto l'arrivo su Majus IV?" chiese Rest quasi con noncuranza sollevando fra le dita quello che sembrava un piccolo cavolfiore dal colore viola acceso.
"Vorrei ricordarti che sei nostro prigioniero, dovresti pensare alla possibilità di non arrivare nemmeno su Majus." l'uomo sorrise divertito.
"Non dica stupidaggini, uccidermi qui e adesso non avrebbe nessuno scopo. Il vostro piano è quello di portarmi sul pianeta e forzare l'ambasciatore a prendere il mio posto così che voi possiate giustiziarlo per i fatti avvenuti 24 anni fa. Il problema è che il piano fa acqua da tutte le parti, l'ex comandante Osigraft non riuscirà a farvi passare i controlli ora che la Flotta avrà avvertito la polizia planetaria del vostro tentativo di tornare a casa..."
"Come sai di Osigraft?" chiese l'altro spalancando gli occhi sorpreso
"Ininfluente. Per quanti soldi disponga un ex ufficiale della Flotta Stellare, non potrà corrompere tutti: dalle navette addette ai controlli alle scansioni dalla superficie. Sarete arrestati non appena entrerete nel raggio dei sensori."
"Stammi a sentire tu..." Kotar si fece avanti stringendo i pugni con rabbia.
"Lascialo parlare..." ordinò Pejo uscendo dal buio che avviluppava la stiva.
"Ma..."
"Ascoltiamolo." sul volto del majano c'era curiosità e interesse. "Continui prego."
"Anche se per pura fortuna riusciste ad arrivare sul pianeta, dovreste avere un rifugio attrezzato con campi di smorzamento per evitare che una scansione planetaria possa intercettare i dati di una forma di vita vulcaniana. Ma la cosa più inverosimile è sperare che l'Ambasciatore Retok voglia consegnarsi al posto mio per subire la vostra vendetta."
"Ma è tuo padre, è normale che si sacrifichi per te." si intromise Kotar
"Cosa sapete del Kolinahr?" chiese Rest guardando Pejo
I due carcerieri si guardarono confusi.
"Il Comandante Osigraft sembra aver taciuto molte informazioni. Mi domando se sia solo un'incapace o abbia altri piani." Rest mise da parte questa informazione per analizzarla in seguito.
"Cos'è il Kolinahr?" chiese Pejo sedendosi su una cassa
"È una disciplina vulcaniana molto antica, l'Ambasciatore e mia madre ne sono strenui seguaci. Saprete che i vulcaniani hanno bandito le emozioni dalla loro cultura e ci basiamo solo sulla logica pura. - ad un cenno affermativo di Pejo Rest continuò - Il Kolinahr è un rituale che permette di cancellare in modo definitivo ogni forma di emozione. In pratica per me, mio padre, non prova nessun tipo di affetto... sebbene il legame fra noi sia quello di padre e figlio, per lui vige la regola 'le esigenze di molti contano più di quelle di pochi' o di uno. Se nella sua logica i benefici alla federazione del suo lavoro di ambasciatore superasse quelli del mio lavoro di ufficiale tattico, non avrebbe nessun motivo per prendere il mio posto."
"Sta mentendo!" eclamò Kotar
"I vulcaniani non mentono... magari nascondono la verità, ma non mentono." rispose Pejo guardando attentamente il suo prigioniero "Ho notato che continua a chiamare Retok ambasciatore."
Rest fece un cenno affermativo con la testa per poi aggiungere: "I rapporti con mio padre sono praticamente nulli, vuoi perché ha completato il rituale, vuoi perché non è stato contento delle mie scelte di vita. Per lui scegliere di rimanere sulla USS Hope è stata una scelta sbagliata e non adeguata. Tutto questo accadeva 5 anni fa e se non era per il vostro intervento io non avrei probabilmente più avuto modo di parlare con mio padre."
"Una vita molto triste..." commentò Pejo
"Dipende dai punti di vista immagino." rispose Rest senza mostrare alcuna emozione, poi riprese "Come dicevo a questa velocità dovremmo arrivare su Majus IV solo sei ore prima della nave della Flotta Stellare, ma ormai l'intero sistema di difesa sarà stato messo in allarme."
"I tuoi amici arriveranno con parecchie ore di ritardo!" sorrise Kotar soddisfatto.
"Non parlo della USS Hope. L'Ambasciatore farà in modo che la mia nave non sia incaricata della missione... secondo i miei calcoli la USS Spartan o la USS Wuhan saranno inviate per prendere il controllo della missione dato che, come vi ho accennato, l'Ambasciatore non ci ritiene all'altezza."
"La Wuhan..." mormorò Pejo continuando a guardarlo "È quella la nave diretta su Majus."
"Immaginavo." commentò Rest senza traccia di soddisfazione nella voce "Nel momento in cui arriverete a distanza dei sensori del pianeta sapranno che io sono a bordo e interverranno le forze di difesa planetarie che vi terranno a bada, se non vi cattureranno, fino all'arrivo della Wuhan e della Hope che sta portando i miei familiari fino al rendez-vous. Se anche, per puro miracolo, riusciste a scendere sul pianeta vi trovereste a dover fare i conti con una tecnologia di sorveglianza ben più avanzata di quella in possesso di Majus IV... non potrete sfuggire ai sensori di una nave classe Galaxy."
Rest guardò il majano anziano che sembrava soppesare le sue parole e decise di dare il colpo di grazia alle loro speranze. "Senza contare l'Impero klingon..."
Pejo aggrottò la fronte "Cosa centra l'impero?"
"Come le ho detto, l'Ambasciatore non permetterà agli uomini della Hope di prendere parte alle ricerche, per questo è stata chiamata la Wuhan, ma conosco il mio Capitano." per un attimo Rest si fermò sorpreso, davvero considerava Bueller il suo capitano? "Conoscendo il Capitano Bueller - riprese - posso affermare con certezza che non permetterà di essere lasciato fuori dai giochi. Il nostro timoniere è nipote del capo famiglia dei Klaa e posso aggiungere una mia amica. Ci sono il 96.4% di possibilità che il Capitano e il timoniere sfruttino questo contatto per fare in modo di rimanere sul pianeta per poter investigare."
Kotar era sbiancato, persino lui conosceva i Klaa e sapeva bene che erano molto attivi su Majus IV. Le possibilità che le parole del vulcaniano fossero veritiere erano molto alte.
"Quindi lei afferma che le nostre possibilità sono nulle." chiese Pejo sospirando.
"Se seguite questo piano si."
L'anziano majano sospirò "Come immaginavo..."
"Se seguite questo piano..." ripeté Rest alzandosi lentamente in piedi
I due si guardarono sopresi per poi tornare a guardare il giovane che, in piedi davanti a loro, con le mani dietro la schiena e la luce della candela che lo illuminava dal basso, sembrava un ghignante demone dell'abisso.
"Spiegati..." balbettò Pejo mentre un brivido lo stava attraversando.
"Cosa sapete dell'ex Comandante Osigraft?" chiese Rest
"Che è un patriota!" rispose Kotar guadagnandosi un'occhiata disgustata da parte del vulcaniano
"Non dica fesserie." Kotar fece un passo avanti ma un ordine di Pejo lo bloccò "Osigraft era il Primo Ufficiale della USS Alatri, la nave che aveva portato il Consigliere Retok su Majus IV. Fu lui ad avvertire la resistenza che la monarchia stava venendo ad arrestarvi, ma lo fece in ritardo e tramite un canale non adeguato, con il risultato che l'avvertimento arrivò tardi... encomiabile ma inefficente."
"Quindi è stato lui a tentare di salvarci, almeno ha fatto il possibile."
"Naturalmente, ma il suo desiderio di vendetta non è una questione di patriotismo. Lui cerca la redenzione. Il suo errore di valutazione non ha permesso a voi di progettare una fuga adeguata ma..."
"Non potendo scaricare la colpa su di sé, l'ha scaricata anche lui sull'Ambasciatore Retok." terminò Pejo con un sospiro
"E tuo padre non ha colpe?" chiese Kotar
"Certamente, la sua colpa è stata pensare che gli ufficiali della Alatri fossero intelligenti quanto lui. Quando finalmente il Capitano e il Primo Ufficiale hanno capito che nessuno impediva loro di avvertirvi era passato del tempo prezioso."
"Quindi vuoi dire che i nostri sono morti perché i due ufficiali della Alatri erano degli stupidi?" chiese Kotar
"Perché pensate che la monarchia abbia richiesto espressamente dell'Ambasciatore Retok per quella faccenda? Oltre al fatto che naturalmente era conosciuto sul pianeta." sul perché Rest non era certo, ma dato che non poteva mentire, avrebbe portato a credere ai due quello che conveniva a lui.
"Perché essendo vulcaniano avrebbe rispettato gli accordi presi con la Federazione." commentò Pejo che sembrava iniziare a vederci più chiaro nella faccenda.
"E questo cosa cambierebbe? Se c'era Retok o il Presidente della Federazione in persona non sarebbe cambiato nulla!" si intromise Kotar con rabbia.
"Il Presidente della Federazione non è un vulcaniano e non è un seguace del Kolinahr." disse Rest con freddezza
"Le esigenze di molti contano più di quelle di pochi..." terminò Pejo "E noi eravamo i pochi."
"Esattamente. Naturalmente l'Ambasciatore ha le sue colpe, come le hanno gli ufficili della Alatri, la Flotta Stellare, la Federazione, la monarchia e come le avete voi commettendo atti di terrorismo."
Pejo sospirò e si guardò per un lungo momento le mani poi alzò lo sguardo "Mi pare di capire che tu avresti un piano... perché farlo? Perché dirci tutto questo? Potevi rimanere in silenzio e farci catturare tutti, saresti stato salvo."
Rest parve rimuginare su quelle domande per un tempo ancora maggiore di quello che si aspettava. "Se ho imparato qualcosa dal mio incarico sulla Hope è fare la cosa giusta. Ci sono molti colpevoli che non sono stati puniti in tutta questa faccenda e il fatto che io sia un ufficiale della Flotta Stellare mi impone di risolvere la questione."
"Come possiamo fidarci di te?" chiese Pejo
"Non potete, ma come ha detto lei, avrei potuto star zitto e mettermi comodo. Sarei stato salvato fra quattro ore, cioè appena la nave fosse uscita dalla curvatura."
"Come fa a sapere..." iniziò Kotar ma l'altro lo bloccò
"Quindi cosa faresti?"
"Il vostro intento era un esecuzione pubblica durante i festeggiamenti per la repubblica, cioè fra quattro giorni, azione che comunque non vi permetterò di compiere a prescindere che la vittima sia io o mio padre. Questo comunque vuol dire rimanere nascosti per troppo tempo con tutti che vi cercano sul pianeta. C'è una nebulosa molto vicina a Majus IV nel settore 302, nascondendosi nella nebulosa e lasciando passare sia la USS Wuhan che la Hope..."
"Loro cercheranno sul pianeta una forma di vita vulcaniana e non la troveranno." terminò per lui il vecchio Majano.
Rest fece un cenno d'assenso per poi continuare "Dal terzo giorno prima dei festeggiamenti l'orbita si riempirà di navi di turisti da ogni angolo della galassia e le navi da controllare saranno moltissime."
"Ma gli basterà fermare ogni nave con segni vitali vulcaniani e controllare solo quelle." disse Kotar quasi con soggezione
"Non potranno essere certi che non siate riusciti a mascherare i miei segni vitali e quindi le ricerche saranno molto più frettolose perché dovranno verificare tutte le navi... ma non mi troveranno comunque."
"Ah no?" chiese ancora l'uomo che sembrava ora pendere dalle labbra del vulcaniano.
"Non se sarò all'interno del buffer del teletrasporto."
"Ragazzo, tu sei spaventoso..." disse Pejo scuotendo la testa.
USS Hope - Stanza di Xyr
12/09/2400 - ore 17.30
"Hai scoperto qualcosa?" chiese Luna semi sdraiata sul letto di Xyr
"Niente, Ferris non si sbottona..." rispose lanciando all'amica uno sguardo di disapprovazione per come aveva preso possesso del suo letto senza nemmeno chiedere.
"Eppure ha qualcosa in mente ne sono certa, non si sarebbe mai perso l'occasione di fare l'eroe."
"So anch'io che ha qualcosa in mente, ma non credo che voglia fare l'eroe... credo ci voglia proteggere in qualche modo, ma ancora non capisco come." la bella andoriana si tormentò il labbro inferiore con i denti candidi.
"Sembra quasi che tu lo stimi più di quanto dia a vedere." Luna aveva buttato lì la battuta quasi con noncuranza tanto per scherzare e mai si sarebbe aspettata una replica così calorosa.
"Non dire sciocchezze! Quel... quel... AH! Maledetto Bueller!" gli occhi della giovane si accesero d'ira e iniziò a farfugliare "Vattene, ho bisogno di una doccia e di riposare. Vai ad affilare la tua bat'leth o quello che fai di solito quando non infastidisci gli altri!"
Luna che sapeva bene quando non era il caso di insistere si affrettò ad uscire dall'appartamento del primo ufficiale. Quando la porta si chiuse alle sue spalle si fermò e si voltò "Questa poi..." borbottò fra sé, poi sorrise divertita "In fondo perché no?" ci pensò su ancora un attimo. "Sarà un massacro!" si disse convinta avviandosi canticchiando verso la stanza di Caytlin.
USS Hope - Sala teletrasporto
13/09/2400 - ore 02.30
"Ambasciatore è sicuro di non voler permettere alla Hope di cercare suo figlio?" chiese Ferris pur sapendo quale sarebbe stata la risposta.
"Sono certo che il vostro intervento non sia necessario. Avete altri incarichi, appena libereremo il Tenente Rest vi raggiungeremo nel settore 302." tagliò corto Retok
"Capitano ci tenga informati se le è possibile." Bueller si rivolse al Capitano Strauss che se ne stava tranquillo vicino all'Ambasciatore.
"Ci puoi scommettere! Possono tenere voi fuori dai piedi ma non certamente me!" rispose il vero Capitano della Hope con un ghigno sbilenco
"Buona fortuna!" disse Ferris con un cenno verso il suo superiore.
"La fortuna non..." iniziò Retok con supponenza ma il giovane lo bloccò dando personalmente energia al teletrasporto.
"Beccati questa vecchio rompiscatole!" il giovane guardiamarina al suo fianco sorrise apertamente "Norris se Retok tenta di risalire disperdi i suoi atomi nello spazio!"
"Bueller a Capitano Jekan."
=^=Qui Jekan, Signor Bueller le assicuro che le riporterò il suo ufficiale.=^=
"Lo so Capitano e mi scuso per averla obbligata ad ospitare anche il Capitano Strauss, ma può ben capire come ci sentiamo e stare ad analizzare una nebulosa mentre uno dei nostri è nei guai..." rispose Ferris cercando di sembrare più convincente possibile.
=^=La capisco benissimo e conosco il Capitano Strauss di fama, sarà certamente d'aiuto nel portare a termine la missione.=^=
"Per adesso come vanno le scansioni?" chiese il giovane
=^=Troppo presto per avere dei risultati, siamo arrivati solo un'ora prima di voi. Secondo l'intelligence majana non hanno abbastanza fondi per permettersi sistemi di schermatura, sono certo che li troveremo.=^=
"Si ricordi che il Comandante Osigraft collabora con loro ed era un ufficiale della Flotta Stellare quindi conoscerà sicuramente qualche trucchetto."
=^=Ancora non abbiamo prove che lui sia colluso con i terroristi, ma lo terremo a mente. Jekan chiudo!=^=
Ed anche questa era fatta. Bueller si era liberato stranamente in fretta di Strauss, contava di dover discutere per ore con lui... non poteva permettergli di rimanere sulla nave mentre loro truccavano un po' i regolamenti... e poi una presenza amica sulla Wuhan poteva sempre fare comodo.
"Bueller a Luna, hai via libera datti da fare!"
=^=Ricevuto!=^=
Flyer Bajoriano Far'Hass - Plancia
13/09/2400 - ore 05.35
"Non mi pare una cosa così semplice." disse Pejo
"È più semplice di quanto creda, o almeno lo sarebbe se avesse avuto ancora qualche uomo sul pianeta. Appena arriveremo dovremo muoverci in fretta."
"Attaccare una sede governativa per rubare dei documenti secretati, lei la considera una cosa facile?" il vecchio majano scosse la testa.
"Chi potrebbe mai pensare che qualcuno si introduca negli archivi della repubblica per rubare dei vecchi file della monarchia?"
"Già chi ci avrebbe mai pensato..." borbottò Kotar guardando il vecchio Pejo ma facendo un cenno con la testa nella direzione del vulcaniano.
"Naturalmente questo non vi eviterà la galera." Rest guardò negli occhi Pejo che lanciò un'occhiata ai suoi uomini.
"Sapevamo comunque che sarebbe finita così, magari anche peggio. Ma il suo piano ha delle opzioni migliori e ci permetterà di vendicare la nostra gente sia con Retok che con tutti gli altri colpevoli e stavolta senza versare altro sangue... con il tempo mi sono accorto che non ho più lo stomaco per farlo."
"Non posso assicurarvi che troveremo le prove che la monarchia ha dato ordine alla polizia di sedare la rivolta nel sangue, però se ci sono le troveremo lì." disse Rest guardandosi attorno ma tutti sembravano voler rischiare.
"Quello che mi preoccupa è se i miei uomini saranno in grado di fare il colpo... si insomma entrare in quella sede governativa e trovare quello che cerchiamo."
"Non sarà facile, i tuoi uomini sono per lo più contadini, non addestrati in certe cose."
"Ehi! Aspetta un attimo!"
"Zitto Kotar, ha ragione lui... però che altro possiamo fare?"
"Signore! Una nave è apparsa sui sensori." avvertì l'uomo al tattico. Pejo guardò Rest con sguardo interrogativo.
"Non so chi possano essere, ma in ogni caso non ci troveranno qui dentro. Come noi non vediamo chiaramente loro, loro non possono vedere noi." lo rassicurò il vulcaniano
"Stanno inviando messaggi su tutte le frequenze."
"Sentiamo il messaggio." ordinò Pejo avvicinandosi al monitor.
=^=Qui Capitano Ferris Bueller della USS Hope. Tenente Rest, venga fuori da lì dentro per favore, abbiamo del lavoro da fare.=^=
"Affascinante..." Rest sembrava estremamente stupito
"Come hanno fatto a trovarci?" chiese Pejo che aveva notato il volto sorpreso del vulcaniano prima che il suo ferreo autocontrollo tornasse a riportare la calma nei suoi lineamenti.
"Hanno scudi e armi offline" osservò il tattico sorpreso
"Possibile che abbiano capito il suo piano?"
"A quanto pare il mio Capitano è molto più intelligente di quanto credessi... affascinante." ripetè Rest sollevando il sopracciglio.
"L'hai già detto... che facciamo?" chiese Kotar, lui come gli altri membri dell'equipaggio sembravano molto preoccupati.
"Signor Pejo, lei si fida di me?" domandò Rest al vecchio senza nemmeno guardarlo
"A quanto pare non ho scelta... non li possiamo affrontare e minacciare di ucciderla porterebbe a ben poco."
"Apra un canale." ordinò Rest
L'addetto alle comunicazioni attese un cenno di assenso da Pejo e poi segnalò l'apertura delle comunicazioni.
"Capitano Bueller, sono estremamente sorpreso di trovarla qui." disse Rest
=^=Ci avrei scommesso... che fa di bello da queste parti?=^= le dita dell'umano tamburellavano con noncuranza sulla poltrona di comando.
"Stia tranquillo Capitano, può parlare liberamente e il suo codice morse è molto arrugginito."
=^=Già abbastanza. Quindi ha risolto il suo problema?=^=
"Non ancora, dovremmo andare su Majus IV per reperire dei documenti che potrebbero far luce sui fatti accaduti 24 anni fa."
=^=Immaginavo... beh noi siamo qui su ordine dell'ammiragliato per, cito testualmente: 'rimanere fuori dai guai', però ho preparato un piccolo aiuto per voi sul pianeta: Luna, Basta, Caytlin e Xyr sono sul pianeta in compagnia del cugino di Luna... cosa che fra parentesi non la rende molto felice.=^=
"Come ha fatto a capire che eravamo qua?"
=^=È stato un po' un azzardo e mi sarei sentito un po' idiota fra qualche minuto se non avesse risposto, ma era l'unico posto abbastanza vicino per nascondere la nave. Lei non è così sciocco da pensare di sfuggire alle rilevazioni della Wuhan rimanendo sul pianeta, quindi doveva per forza essersi nascosto per poi arrivare sul pianeta insieme alla flotta di turisti in visita per la festa della repubblica.=^=
"Ma potevo essere ancora prigioniero, come sapeva che potevo rispondere?"
=^=La conosco... e avevo fiducia nel miglior stratega della Flotta Stellare. Se qualcuno poteva ribaltare la situazione questo era lei.=^=
"La ringrazio..." borbottò quasi con un filo di voce il vulcaniano. "Credevo che lei sarebbe andato sul pianeta insieme al tenente Jones."
=^=La voglia era tanta, ma se qui c'era Xyr al posto mio, c'era la possibilità non molto remota che l'arrestasse insieme ai suoi nuovi amici. No forse esagero... la vecchia Xyr forse l'avrebbe fatto, in ogni caso non potevo farle affrontare questa scelta... lasciarla andare sul pianeta o arrestarvi tutti. Sai che lei non ama le macchie sul suo curriculum, quindi serviva qualcuno che si prendesse la responsabilità.=^=
"Quindi mi lascerà continuare la missione?"
=^=Naturalmente! L'Ammiragliato ci ha ordinato espressamente di non immischiarci nella faccenda e di limitarci a studiare minuziosamente questo affascinante ammasso di polvere e nulla. Sono solo venuto ad avvertirla che sul pianeta ha amici. Bueller chiudo!=^=
"Voi ragazzi siete spaventosi..." borbottò Pejo scuotendo la testa.
USS Hope - Plancia
13/09/2400 - ore 05.40
"Era sorpreso vero?" chiese Bueller all'indirizzo di Rodriguez
"Oh si assolutamente!" sghignazzò il capo operazioni
"Hai filmato vero?"
"Naturale! Venerdì tutti in sala mensa e proiettiamo l'intero video!"
"Non vedo l'ora! Beh che aspettate, abbiamo un mucchio di sabbia da setacciare!"
Torna all'indice
15.08 - Ospitalità klingon
Autore: Tenente JG Lon Basta
IKC Shevross - Mensa
13/09/2400 - ore 02.30
Lon Basta era un betazoide paziente, talmente paziente che era in grado di fissare una persona così a lungo che quella cominciava a confessargli di aver rubato un cioccolatino quando aveva quattro anni e non si fermava fino a quando il silenzio non era talmente pieno delle sue parole da quasi esplodere.
Il cugino di Luna, però, stava rischiando di mettere a serio rischio quella pazienza. La sua boria, il suo continuo provocare Luna (azione che Lon non si sarebbe spiegato se non fosse per il fatto che Yatrhen Klaa non si preoccupasse minimamente di nascondere le sue emozioni che, sotto forma di una soffocante tempesta di sabbia, avevano investito il betazoide non appena il klingon aveva posato gli occhi su Luna) le sue battutine sul fatto che i klingon stessero facendo un favore alla flotta, avevano convinto Lon che otto ore erano decisamente troppe e che se voleva evitare un incidente diplomatico, sarebbe stato meglio se avesse tenuto la maggior distanza possibile fra lui ed il klingon. Il problema era che non poteva semplicemente chiudersi nella cabina che avevano messo loro a disposizione rifiutandosi di uscire fino a quando non fossero arrivati su Majus IV, c'erano piani di preparare e decisioni da prendere.
Così aveva deciso che la sua unica arma per resistere alle continue provocazioni fosse quella di chiudersi in un rigoroso silenzio, cosa che non era affatto difficile per lui. Come da questa decisione fosse arrivato a ritrovarsi in sala mensa con una bottiglia di quella che era chiaramente una bevanda alcolica che veniva spinta verso di lui, non gli era esattamente chiaro.
Fino a quel momento il suo piano era andato alla grande, aveva passato un paio d'ore con l'ufficiale tattico della nave per studiare bene la disposizione degli edifici più importanti della capitale di Majus IV e eventuali piani di fuga nel caso fosse necessario, e ne aveva approfittato per porre alcune, ben studiate domande su Yatrhen Klaa. Da quel che aveva capito il capitano era molto stimato dal suo equipaggio, la sua arroganza e la sua spavalderia erano tollerate perché in più di un'occasione aveva mostrato il suo valore. Secondo l'ufficiale tattico, la flotta Klingon non aveva conosciuto uno stratega così geniale da anni. Quell'affermazione aveva dato da pensare a Lon ed è per questo probabilmente che aveva accettato l'invito a mensa dell'altro e si era ritrovato, non sapeva ancora bene come (ma cominciava a sospettarlo), a tavola con il capitano a Yatrhen Klaa e il suo primo ufficiale.
"Un sorso di buon augurio, tenente, questa è la tradizione. Un sorso ed un racconto delle proprie gesta perché a tutti sia chiaro il suo valore."
"Sono decisamente curioso di conoscere le sue imprese, capitano, sicuramente saranno più grandiose delle mie," ribatté Lon spingendo la bottiglia verso il klingon che sbottò in una risata.
"Non sia modesto, tenente, sicuramente avrà qualcosa da raccontare..." lo incoraggiò il primo ufficiale spingendo nuovamente la bottiglia verso di lui.
Lon socchiuse gli occhi incontrando due sorrisi amichevoli smentiti dalla nebbia sempre più spessa che avvolgeva la mente del capitano rischiando di sommergere anche la sua. Lentamente portò la mano alla bottiglia, arrendendosi, e accennò ad un ghigno. "È sicuro di voler sentire come ho chiuso un tunnel spaziale, da solo, rischiando di lasciarci la pelle?"
La domanda era provocatoria e rischiosa, ma, per come la vedeva Lon, l'unico modo per tirarsi d'impaccio a questo punto era stare al gioco e fingere di bere. Il capitano e il primo ufficiale lo guardarono in silenzio per un paio di secondi poi a Yatrhen Klaa scoppiò in una risata e gli strappò la bottiglia di mano. "D'accordo, d'accordo tenente, non voglio costringerla a inventarsi storie. Inizierò io, con qualcosa di piccolo..."
"Yatrhen!" La voce di Luna risuonò nella sala mensa con forza tale, che a Yatrhen Klaa che aveva portato la bottiglia alla bocca per poco non ne sputò fuori il contenuto. La pilota si avvicinò rapidamente al tavolo minacciosa.
"Dovevo immaginare che avresti approfittato del momento in cui andavo a cambiarmi per usare qualche trucchetto!"
"Mia cara cugina, la tua mancanza di rispetto per il mio ruolo mi ferisce," commentò il capitano prima di girarsi verso di lei, "è bello vederti di nuovo in uniforme," un sorriso che mostrò tutti i suoi denti affilati gli comparve sul viso, "la tua vera uniforme."
"Sono un ufficiale della flotta stellare," ribatté Luna stringendo i denti, "non dell'Impero."
"Con mio grande dispiacere."
"Me ne sono fatta una ragione."
"Il mio cuore sanguina alle tue parole."
"Vai in infermeria a fartelo curare."
Lon guardò il primo ufficiale di Yatrhen Klaa che ricambiò il suo sguardo perplesso. Per un attimo il betazoide pensò di approfittare del momento, ma poi decise che no, vedere Luna in azione era più divertente. Sul viso del capitano era comparso un sorriso.
"È bello vedere che ti preoccupi per me, quando saremmo sposati..."
Lon sgranò gli occhi e guardò sorpreso Luna.
"Nei tuoi sogni." Rispose la pilota a denti stretti. La sua rabbia era come un rotolare di rocce lungo un dirupo: rumoroso e letale.
"Per ora..." le promise Yatrhen Klaa imperturbabile. Per tutta risposta Luna sbuffò e, con uno sforzo enorme, si girò verso Lon che si affrettò a cambiare espressione.
"Il comandante Xyr mi ha mandato a prenderti."
"Capitano mi scuserà, ma devo andare," disse subito il betazoide a Yatrhen Klaa affrettandosi ad alzarsi.
"Non si preoccupi tenente," rispose subito Yatrhen Klaa con un sorrisetto, "avremmo modo di rifarci."
Decisamente preoccupato dall'ultima frase del capitano, Lon si allontanò con Luna.
"Grazie," le mormorò appena furono a distanza da orecchie indiscrete, "temevo di dover chiamare Caytlin a salvarmi."
"Sta ancora guardandoci?" Fu la risposta sibilata di Luna.
"Come faccio a saperlo? Dovrei girarmi per vedere," poi notando l'espressione della pilota Lon sospirò, "immagino di sì, la sua sabbia mi scalda il collo."
"La sua che?"
Per tutta risposta Lon sorrise. Era un sorriso sbieco, appena accennato. Il betazoide sorrideva decisamente più spesso ultimamente. Luna sbuffò.
"Cos'è questa storia del matrimonio?" Le chiese lui dopo che avevano lasciato la mensa.
"Una cosa che mio cugino si è messo in testa tempo fa," rispose Luna stringendo le spalle con apparente noncuranza, "e, dato che è testardo, non si è ancora rassegnato."
"Tempo fa," commentò Lon lanciandole un'occhiata, "quanto esattamente?"
"Nove anni".
"È davvero testardo," fu il commento laconico di Lon mentre entravano nella cabina dove Xyr e il consigliere Caytlin li stavano aspettando indossando le uniformi klingon.
Il comandante indicò il divano a Lon, "tenente indossi quell'uniforme e ripassiamo il piano. Il nostro principale obiettivo è quello di passare inosservati."
Majus IV - Sala Cerimonie Klingon
13/09/2400 - ore 05.35
"Quale parte del 'dobbiamo passare inosservati' non hai capito Yatrhen?" Sibilò Luna dopo che si era ripresa dalla sorpresa.
"Cosa c'è di meglio del passare inosservati che un rumoroso matrimonio klingon?" ribatté con aria fintamente innocente il capitano.
Luna emise un suono che somigliava molto ad un ringhio e istintivamente Xyr, Lon e Caytlin arretrarono.
"È la perfetta giustificazione della presenza dei tuoi colleghi," proseguì Yatrhen Klaa indicando nella loro direzione con un ghigno di trionfo, "a nessuno verrebbe in mente di domandarsi perché siano qui se sono ospiti..." fece una pausa come se stesse assaporando il momento, "nostro matrimonio?"
Torna all'indice
15.09 - Il piano
Autore: Tenente JG Caytlin
***FLASHBACK***
Majus IV - Palazzo del Governo Ufficio del Reggente
12/09/2400 - 20:44
"E dunque, mio caro Osigraf... il vostro piano è finora riuscito quasi alla perfezione..."
"Esattamente... sparare in faccia al figlio per riportare qua l'artefice del più grande atto di barbarie compiuto dalla Monarchia, oltre ad essere stata un'idea geniale e fonte per me di assoluta gratificazione, sarà la svolta decisiva verso la formazione della Repubblica"
"Molto bene... io accoglierò l'Ambasciatore Retok con tutti gli onori... lui e la sua scorta..."
"La USS Hope, eccellenza?"
"No... non mi pare... se non erro la nave si chiama USS Wuhan... ma sono pur sempre vostri ex colleghi che inizieranno a diffondersi come un virus alla ricerca del figlio di Retok... li farò girare a vuoto fino al giorno della cerimonia... in quella fatidica data, sveleremo il tradimento dell'Ambasciatore Federale con l'allora Monarca... farò appello a tutta la mia capacità recitativa per dimostrarmi sconvolto da quell'improvvisa scoperta e faremo in modo che Retok sia messo sotto accusa... e nei tumulti perderà il figlio... così come hai promesso ai quei quattro fantocci superstiti della ribellione che abbiamo liberato"
"Non li tratti così eccellenza... hanno patito troppo per quel Vulcaniano... anni ed anni di schiavitù..."
"O ma io li rispetto... come rispetto te... anche te hai perso la donna che amavi... siete tutti assimilabili a dei primi martiri per la libertà di Majus IV... ma non posso accettare che, facendosi forza su quello, vengano qua a dettare legge... e sarà bene che ti ricordi da che parte stare se vuoi sposare mia nipote..."
"Io amo vostra nipote, eccellenza... in lei rivedo la spensieratezza della donna che amavo allora... vi chiedo solo di riflettere sulla loro sorte..."
"L'ho già fatto... verranno eliminati... in anni di prigionia hanno accumulato giustamente odio contro Retok... una volta arrestato lui ed eliminato il figlio per vendetta... la loro ira potrebbe infrangersi contro la nostra debole repubblica... potrebbero covare in serbo idee estreme... che né io né voi Osigraft possiamo permetterci di avallare"
"Come desiderate... avete altri ordini?"
"Sì sparite dalla circolazione... dedicatevi alla cura di mia nipote... è ancora debole dopo la perdita del suo secondo marito... l'aver conosciuto voi è un barlume di sorriso e speranza sul suo volto... e soprattutto non fatevi vedere fino a quando la Flotta Stellare rimarrà in zona..."
"Sarà fatto"
Majus IV - Palazzo del Governo - Spianata prospiciente
13/09/2400 - 09:31
"Benvenuti miei signori... spero che il viaggio sin qui sia stato piacevole... mi spiace soltanto che siate tornati su Majus IV per questioni così dannatamente serie... vedete... noi ci accingiamo a festeggiare l'anniversario della caduta della Monarchia per come la si conosceva allora... un'occasione di festa..."
"Mi spiace signor Presidente, ma un ufficiale della Flotta Stellare è stato rapito e..." si intromise il Capitano Strauss
"Sì... sì... per l'appunto... suppongo che sia uno dei suoi più validi collaboratori... vista la vibrante richiesta ancor prima che io potessi finire di parlare..."
"Chiediamo venia" intervenne il Capitano Jekan "Capisce bene che la concomitanza fra i vostri festeggiamenti e la prigionia del nostro ufficiale, ci fa dimenticare usanze e protocolli che avremmo utilizzato senz'altro in tempi più felici..."
"E' chiaro... da anni ci battiamo strenuamente contro rigurgiti terroristici... alcuni sono fanatici fedeli ad un'idea di Monarchia ormai da archiviare... altri invece sono convinti che non facciamo mai abbastanza... da quando ci avete informato del vostro arrivo, ho già distaccato tutto il personale di sicurezza che potevo per affiancare i vostri uomini..."
"Non credo sia necessario, Presidente..." affermò nettamente Strauss
"Suvvia... mi rivolgo direttamente a lei Ambasciatore Retok... lei ed io non ci siamo mai conosciuti prima, ma, essendo padre, posso comprendere benissimo ciò che attanaglia il suo animo... e di conseguenza comprendo che abbia fatto pressione su questi bravi Capitani affinché fossero pronti a dare il loro massimo per ritrovare suo figlio... però... c'è un però... deve anche spiegare loro come io non possa concedere ad ufficiali, di un paese straniero, libero accesso ad ogni nostra installazione o insediamento... per non parlare di girare casa per casa... se non accompagnati da personale Majano."
"Signor Presidente, già vi siete dimostrato non incline ad ottemperare alla nostra richiesta di ispezionare con i sensori la vostra superficie planetaria... ora rallentate anche l'attività dei nostri ufficiali... non abbiamo tempo..." sbottò nuovamente Strauss
Retok alzò un braccio.
Il Presidente Majano si lasciò sfuggire un sorrisetto sardonico e giusto la presenza di Jekan impedì a Strauss di passare alle maniere forti.
"Già un tempo ci fu un problema di mancanza di tempo. I risultati di allora non furono soddisfacenti e portarono all'uccisione di persone innocenti..." esordì Retok
"Assieme a decine di terroristi..." si affrettò a precisare il Majano
"Ciò non toglie che ci furono perdite collaterali non dovute... non esiterei a sacrificare la vita di mio figlio oggi stesso se ciò assicurasse a tutti noi che la sua fine non rappresentasse un nuovo passo di violenza e terrorismo. Dia modo alla Flotta Stellare di effettuare indagini a tappeto, con la supervisione dei suoi addetti alla sicurezza..."
"Mi scusi Ambasciatore se la interrompo nuovamente, ma è già tutto stabilito... non sono uno che ama perdere tempo... uno dei miei attendenti ha l'elenco completo del personale a vostra disposizione... fermo restando che Majus è un porto commerciale medio piccolo, ma abbastanza frequentato... non ho nessuna intenzione di rompere trattati o accordi commerciali con organizzazioni diverse dalla Federazione per via della troppa solerzia da parte della Flotta Stellare. Laddove nascano delle controversie fra ciò che vi verrà concesso e ciò che vorrete verificare, mi assumerò io stesso la responsabilità di darvi libero accesso, esaminando le richieste caso per caso..."
Majus IV - Palazzo del Governo - Ala secondaria sud
13/09/2400 - 09:46
"Lon guarda là... Strauss è arrivato con la cavalleria..." esclamò Luna "Ma siete sicuri che il piano di Rest poi funzioni? Cioè non ci sono alternative?"
Xyr sospirò annuendo... era andata lei all'incontro con il Vulcaniano... qualunque cosa stesse frullando nella testa di Rest, lui era dieci mosse avanti di qualsiasi avversario stessero affrontando.
Prima di arrivare su Majus IV, loro erano convinti che Rest fosse soltanto la vittima di un complotto ai danni di Retok...
Quando l'aveva incontrato, sembrava, invece, essere diventato l'eminenza grigia di un gruppo di cospiratori decisamente male in arnese dopo tutto.
Durante la loro conversazione, l'ufficiale tattico della USS Hope le aveva fornito tutta una serie di informazioni aggiuntive che, unite a quelle conosciute dal cugino di Luna, avevano dipinto un quadro politico di Majus IV tutt'altro che stabile e limpido.
Innanzitutto i presunti terroristi erano chiaramente semplici pedine manovrate da qualcuno... e quel qualcuno aveva anche un cognome: Osigraft.
Quello che non avevano capito era perché... ok sapevano che quasi venticinque anni prima aveva messo in salvo la sua fidanzata... o, per lo meno, aveva tentato... in quanto era stata comunque uccisa in seguito dalla polizia messa in campo dal Monarca di allora.
Era chiaro, quindi che un profondo sentimento di vendetta doveva muovere l'ex comandante della Flotta Stellare... ma per eliminare un Ambasciatore Federale, uno con le conoscenze di Osigraft poteva optare per strategie decisamente più semplici ed efficaci piuttosto che spettacolarizzare il tutto con un attentato su Denobula e lasciare fin troppe molliche di pane per indirizzare le indagini a Majus IV.
Persino far rapire Rest e non ucciderlo seduta stante sembrava una mossa in una strategia decisamente più complessa.
Strategia che forse Rest aveva intuito, ma non confidato, e che quindi per il gruppetto guidato da Xyr era ancora tutta da decifrare.
Rest sembrava aver tutto sotto controllo: necessitava soltanto di una cosa ed era ciò per cui si erano maggiormente accordati nel loro fugace incontro notturno... ossia la modalità ed i tempi con cui distrarre il personale rimasto al palazzo del Governo alla vigilia di un giorno così solenne per Majus IV, su come far entrare Rest con gli ex terroristi, ora suoi alleati, nello stesso palazzo e fornire un luogo di analisi dati.
In tutte e tre le necessità, avevano bisogno del cugino di Luna... cosa che a quest'ultima non andava minimamente a genio.
Majus IV - Palazzo del Governo - Sala Cerimonie
15/09/2400 - ore 13.49
La piccola sala, un tempo utilizzata per banchetti minori dei monarchi di Majus, era gremita all'inverosimile: circa duecento Klingon.
Oltre la metà dell'intero equipaggio del K'Vort di Yatrhen Klaa era stato svuotato per partecipare a quella cerimonia.
D'altronde come non assistere al tanto agognato matrimonio del loro Capitano con la sua promessa par'Mach'kai?
Una sposa per di più collerica ed intrattabile?
A molti Klingon era una cosa in grado di sollecitare terribilmente la passione: conquistare e possedere una compagna in grado di tenere loro testa.
E sicuramente Luna Klaa rientrava fra quelle.
Era indubbio che fra Luna e Yathren ci fosse della chimica con liti e battibecchi e probabilmente alla fine l'avrebbe spuntata la femmina tra i due...
Non era una cosa importante per quasi tutti i presenti, sebbene desse loro modo di scherzare fragorosamente gli uni con gli altri e coprire con il loro chiasso qualunque altra forma di comunicazione verbale o suono.
D'altronde qualcuno aveva sussurrato che forse la par'Mach'kai di Yathren probabilmente era rimasta incinta, vista la frettolosità di quelle nozze...
Anche quella era una questione che ai Klingon poco importava, ma che dava loro infiniti spunti di chiacchiericcio spassoso.
Erano tutti contenti per il loro Capitano e, come sempre, avrebbero ubbidito a qualsiasi ordine fosse stato loro dato.
Come quello di indossare uniformi di colore differente.
Come quello di trascinare vistosamente la sposa in quella sala.
Non che avessero capito il motivo...
Non era stato loro spiegato...
Lo dovevano fare e basta.
Coloro a cui fu chiesto di indossare uniformi con bordure bianche o grigie chiare, furono i più fortunati... potevano ridere, scherzare, bere ed ubriacarsi.
Con il solo limite di ubbidire a Yathren.
Coloro, a cui fu chiesto di indossare uniformi con bordi marroni, furono meno fortunati dei precedenti in quanto avrebbero tradurre con la forza la sposa alla sala della cerimonia.
Si erano limitati ad eseguire, guadagnandosi chi un naso rotto, chi slogature, lussazioni e ferite di vario genere.
Senza nemmeno la possibilità di replicare agli attacchi subiti, pena l'uccisione seduta stante.
Luna non andava toccata.
Come sposa doveva essere portata, urlante e furente, ma incolume...
Senza nemmeno un graffio doveva giungere alla sala della cerimonia nuziale... poco importava se ciò avesse attirato attenzione.
Anzi, ai più svegli tra di loro, sembrava essere proprio quella l'intenzione finale: concentrare l'attenzione su quell'evento.
Oltre ai bianchi ed ai marroni, furono scelti una cinquantina di Klingon a cui fu chiesto un compito ingrato: rimanere sobri.
Erano gli unici autorizzati a portare disgregatori alla cerimonia e, per quel motivo, proprio a loro era toccato l'odiato ordine di non provare a toccare niente in grado di alterare la loro reattività agli ordini.
Niente alcol, di nessun genere.
Ad una decina di Klingon fu chiesto di indossare uniformi verdi con il cappuccio alzato. Erano fra quelli più intelligenti e svegli su cui poteva contare la Va'ran.
A loro fu chiesto di badare, vestire e proteggere gli ufficiali federali.
A Xyr, Caitlyn e Basta furono forniti abiti Klingon con bordature di colore azzurro con l'aggiunta di ampi mantelli con il cappuccio.
L'obiettivo era chiaro: permettere ai Federali di passare inosservati e tutelare la loro presenza ed incolumità nel caso ci fosse stato qualcuno interessato alla faccenda.
***FLASHBACK***
Majus IV - Alloggio provvisorio Luna
13/09/2400 - ore 09.37
"Io ti uccido Caitlyn!" urlò furente Luna mentre cercava di avventarsi sulla Risiana, a stento trattenuta sia da Xyr che da Basta "E' stata una tua idea!! Traditrice!!!"
Dopo l'incontro all'alba con il cugino e la novità del matrimonio combinato da celebrare il giorno antecedente la grande festa per la celebrazione della caduta della monarchia assoluta, con il passaggio ad una monarchia rappresentativa di tipo parlamentare, l'umore della mezza Klingon era precipitato.
Messo alle stretta, Yathren aveva candidamente ammesso che l'idea del matrimonio da lui proposta era stata caldeggiata proprio da una delle sue compagne.
Escludendo Xyr da subito, rimaneva soltanto la Risiana.
Luna aveva fatto affidamento alla sua metà umana fino al suo alloggio, poi però il sangue Klingon e l'animo caliente cubano avevano preso il sopravvento e si era avventata furiosamente su Caitlyn.
Solo la prontezza di riflessi di Basta, accortosi del repentino cambio di aurea della timoniera, aveva evitato il peggio.
"La vuoi smettere? Mi fai parlare?"
"Non mi devi dire nulla... traditrice! Pensavo fossimo amiche ed ora ti allei con quello là? Con quel borioso, insopportabile, egocentrico di mio cugino? Io ti uccido! Flotta o non Flotta, sei finita per me..."
"Ora non esagerare... quanto ti hanno costretto a sposarmi, non l'hai fatta così tragica..." sbottò Xyr fortemente indecisa se far valere il suo grado o il suo legame con l'amica.
"Te tesoro sei un gran bel bocconcino... come lo era quella traditrice lì che fa la santarellina! Quello è... si vabbè... è Yathren ed io non lo sopporto!"
"Allora... prima di tutto, Yathren ti piace... a livello fisico..."
"ZITTA!!!! Devi stare solo zitta! Io ti uccido se parli ancora!"
"Seconda cosa... ha giurato che non ti sposerà mai fino a quando non sarai tu a volerlo!"
"Io ti ammazzo e... COSA?? Che hai detto?"
"La verità... Yathren ha dichiarato a tuo nonno Fedh'Klaa ed a tuo zio Frah'Klaa, nonché Patriarca della tua Casata, che accetterà ogni tua decisione, ma che rimani ora e sempre la sua promessa par'Mach'kai."
"Ma che vai blaterando, rossa? Dopodomani vuoi che mi sposi con lui!"
"In realtà, voglio un diversivo... ed un matrimonio Klingon è l'ideale per creare confusione... specie se la sposa è irascibile, furiosa e contraria alle nozze..."
"Yathren non mi sposerebbe mai per finta, non davanti al suo equipaggio... ti sta fregando... alla fine dirà che il matrimonio è valido e per onore non potrò più tirarmi indietro"
Il cicalio della porta interruppe momentaneamente l'animata discussione.
Prima ancora che Luna potesse dare il suo assenso, le porte si aprirono ed entrò il futuro promesso sposo.
"Allora mia cara... le tue urla si sentivano per due corridoi... direi che stai prendendo la cosa molto bene..." esclamò sornione Yatrhen
"Vattene via... prima uccido lei, poi ammazzo te!"
"E perché mai? Il matrimonio è necessario..."
"Un cavolo... fottiti tu ed il matrimonio"
"Sei sempre stata insopportabile... ed io stupido che ti amo ugualmente!"
"Lon mollami... vado, l'ammazzo e torno... dai..."
"Mi fai piangere il cuore quando fai così... prima la tua amica mi da la notizia che ti sei mezza promessa ad un altro e ora questo..."
"EHHH? Che cosa? Ma io quanti matrimoni devo fare in vita mia?"
"Zitta!" sussurrò Xyr dandole un pugno su un fianco ed incenerendo Luna con lo sguardo
Caitlyn prese sotto braccio Yatrhen, cercando di distrarlo dalle parole appena sentite, ed iniziò a spiegare ad alta voce: stava parlando al Klingon, ma l'obiettivo delle sue parole era l'amica.
"Luna è pesantemente perplessa che questa cerimonia poi possa tradursi in un vero e proprio matrimonio... costringendo lei a violare la promessa fatta e perdere così il suo onore... capisci bene che oltre lei, perderebbe rispetto e considerazione anche la tua Casata... come possono i forti e potenti Klaa tradire la parola data ai pochi, ma leggendari Khanjis? Anche il vostro Patriarca non la prenderebbe bene... ti chiederebbe spiegazioni e, come sai, non è mai bello provocare un Klingon ed aspettarsi reazioni composte"
Yatrhen sogghignò, mentre entrambi guardavano Luna, ma assentì
"Amor mio... io mi auguro tu possa cambiare idea... io organizzerò per dopodomani il più bel matrimonio che posso creare in questo buco di posto... sarà una grande celebrazione e la considero come una prova generale di quella che un futuro non dispero accada veramente... quando ti sarai calmata, parleremo a quattr'occhi tu e la tua damigella d'onore che ora tanto amorevolmente ti sta trattenendo dallo scagliarsi su di me... i tuoi amici ti vogliono bene... mai quanto me... spero che un giorno lo capirai!"
Una volta uscito di scena il cugino, Luna rimase inebetita per qualche istante soppesando le parole appena ascoltate.
Dopo un minuto, sia Xyr sia Basta avvertirono chiaramente come la postura della mezza Klingon si stesse rilassando... non si fidavano ancora a lasciarla, ma forse la situazione era in miglioramento...
"Posso parlare ora?" domandò Caitlyn
Luna assentì con un cenno secco.
"Ho parlato a Yathren del tuo interesse verso Tanas Khanjis"
"Chi??"
"Il fratello maggiore di Durani... sai che te ne ho parlato... mi sono allenata con lei in Accademia... coi phaser e via dicendo... almeno fino a quando ce l'hanno permesso assieme..."
"Sì di lei so... mi ricordo... ma lui non l'ho mai visto..."
"Veramente sì... ti ricordi quella volta in cui mi parlasti che stranamente ti era venuta una certa acquolina in bocca... cosa che ti capita abitualmente con le fanciulle..."
"Ehi!!! Zitta un po'! Che razza di Consigliera sei??"
"Ma io non sto parlando da Consigliera, ma da amica... e siamo qua davanti ad un tuo amico ed alla tua ex moglie!"
"Peggio mi sento allora... scusami tesoro mi farò perdonare! Torniamo assieme??" scimiettò Luna nei confronti di Xyr guadagnandosi un altro piccolo pugno fra le costole.
"Allora il bel tomo in questione di cui mi parlasti... niente era se non il fratello maggiore di Durani... come sai entrambi sono fra i papabili al futuro ruolo di Patriarca... non ne sono rimasti molti di quella Casata... esplicitare il tuo interesse per Tanas... beh... ha frenato tuo cugino"
"E certo... dalla pentola alla brace mi hai messa... ora al posto di dover sposare un cugino bello ma che non sopporto perché borioso e pieno di sé, devo sposare uno stupendo, ma che manco conosco... e che manco sa chi diavolo sono io... e cosa mi piace..."
"No Luna, ma come ho detto a Yatrhen la sola possibilità di un'alleanza matrimoniale tra due Casate come i Klaa ed i Khanjis è tenuta in grande considerazione... tuo nonno e suo fratello non ti hanno mai obbligato a sposare nessuno... non lo faranno nemmeno ora... la scelta è tua... ma non permetteranno a tuo cugino di intromettersi fino a quando tu non avrai deciso... hanno aspettato ventisei anni... ne aspetteranno ancora altri..."
"Certo che sei diabolica e perfida allo stesso tempo... mollatemi che non la ammazzo più... me la bacio tutta!!"
***FLASHBACK
Majus IV - Palazzo del Governo - Sotterranei
15/09/2400 - ore 11:49
"Come sai tutti questi passaggi Pejo?"
"Un tempo lavoravo qua... conosco ancora qualche segreto di questo vecchio palazzo..." rispose l'anziano Majano
"Non me lo avevi mai detto..."
"Ragazzo mio... non fu un'esperienza piacevole ed ho sempre preferito dimenticare..."
"Ok certo... ma, con le tue conoscenze, potevamo entrare già tempo fa e magari..."
"Scordatelo... senza l'appoggio dei Klaa non saremmo mai arrivati nemmeno fin qui... sono certo che pochi conoscano questi cunicoli sotterranei... ma non sono stati dimenticati, vero Rest?"
"C'è polvere, ma non troppa... confermo... non sono abbandonati..." asserì il Vulcaniano senza nemmeno voltarsi
"Ok ok... la smetto prima che vi mettete a sputare sentenze... ma perché andiamo di là? Questa scala mi sembra la via migliore per salire..."
"Di lì si spunta nella dependance del Principe... ammesso che ne esista ancora uno... tutto ormai è in mano al Reggente"
"Buono quello... quasi peggio del padre... non ci hanno mai voluto liberare"
"Zitti ora... fra poco i miei colleghi insceneranno il diversivo... dobbiamo essere pronti ad agire..."
"Ma sei sicuro che siano in grado di accedere agli archivi? Fosse stato facile lo avremmo fatto noi..."
"Non è semplice, ma siamo la vostra migliore carta che avete a disposizione... il Palazzo come vedete è già abbastanza sguarnito... il matrimonio Klingon attirerà le attenzioni rimaste, lasciando spazio e modo ai miei colleghi di agire. Noi dovremo essere pronti a ricevere la loro consegna ed avremo i dati che ci servono..."
Majus IV - Palazzo del Governo - Sala Cerimonie
15/09/2400 - ore 15.26
Il piano era riuscito.
Lon e Caitlyn erano sgattaiolati fuori dal matrimonio farlocco di Luna senza essere disturbati, grazie al supporto dei loro due angeli custodi.
In quei pochi giorni di permanenza su Majus IV, avevano notato che la presenza nel Palazzo del Governo dei Klingon era un fatto del tutto abituale e non degno di nota.
Nessuno, pertanto, si era interessato a quel gruppetto di quattro Klingon, vestiti da cerimonia, in un giorno tanto importante e pubblicizzato come un matrimonio, grazie alle notizie incontrollate sulla riottosità della sposa che erano assoluta fonte di curiosità e di ilarità.
I Klingon sapevano esattamente dove muoversi e dove dirigersi... altro segno per Lon e Caitlyn che il cugino di Luna, ed in generale tutti i Klaa, al netto dei loro difetti, fossero tutt'altro che sciocchi o sprovveduti,
Sapevano quanto quel governo fosse in affari con i Klingon, ma il loro girovagare fra i vari uffici fu estremamente facile e quasi del tutto senza ostacoli di sorta.
Erano giunti agli archivi e disabilitato senza problemi il sistema di sicurezza.
Restavano due guardie, sedotte da Caitlyn, il tempo necessario affinché fossero messe fuori combattimento.
Alla fine, grazie all'abilità di Lon e di uno dei Klingon messi al loro servizio, erano riusciti ad impossessarsi celermente di una serie di dati dagli archivi grazie ad una chiave criptata di decrittazione che, non si sapeva come, ma era in possesso dei Klaa.
Uno dei due Klingon, quello chiaramente più avvezzo a manovrare tecnologia e dati, diede una rapida scorsa ai dati... a cui furono fatti quattro backup.
Più un quinto... contenente qualcosa cui a Basta e Caitlyn fu gentilmente, con un ringhio, richiesto di non interessarsi, che fu inserito in un cofanetto da aprire al momento opportuno.
Nel tragitto di ritorno, i quattro backup furono agevolmente passati al gruppetto di Majani guidati da Rest.
Il Vulcaniano, alla vista dei suoi due amici, non aveva parlato, ma dalla postura sembrava grato ad entrambi.
Al loro rientro nella sala cerimonie, Basta aveva notato con la coda dell'occhio come, in fondo alla sala, oltre ai Klingon messi come cordone di sicurezza, fossero presenti anche alcuni esponenti del governo di Majus e, fra loro, anche ufficiali della Flotta Stellare posti alle spalle di Retok, il padre di Rest e del Capitano Strauss.
Bardati com'erano, non avrebbero attirato troppa attenzione... o almeno era ciò che sperava Lon.
"Gli dei forgiarono con il fuoco e l'acciaio il cuore Klingon... videro che quel cuore batteva forte e orgoglioso... annunziarono felici di aver creato il cuore più forte di tutto l'universo e che nessuno sarebbe mai potuto stare dinanzi ad esso senza tremare... dopo qualche tempo videro che quel cuore batteva con minor potenza ed allora gli chiesero come mai si fosse fatto più debole... dopo che loro lo avevano creato come il più forte di tutto l'universo."
Yatrhen si avvicinò al celebrante e rispose:
"Sono solo"
"Allora gli dei si accorsero del loro errore e forgiarono un altro cuore..."
In quel momento, Luna col capo coperto di un violaceo cappuccio, si avvicinò e si mise di fronte al futuro sposo.
Xyr, nei panni del Klingon designato ad essere il Tawi'Yan, ossia il portatore di spada, consegnò una bat'leth allo sposo ed una alla sposa, dando modo al celebrante di continuare:
"Ma questo secondo cuore batteva più forte del primo, ed il primo ne era geloso."
I promessi sposi mimarono un breve scontro con le bat'leth, finché Luna non ebbe la meglio portando l'arma alla gola di Yatrhen
"Fortunatamente, il secondo cuore racchiudeva in sé anche la saggezza." annunciò il celebrante
"Se noi ci uniamo nessuno ci potrà mai fermare" pronunciò Luna, abbassando la sua arma e stringendo in un abbraccio il cugino col braccio libero
"E quando i due cuori si unirono, batterono così forte che, per la prima volta, gli dei provarono realmente la paura. Essi tentarono di fuggire, ma ormai era troppo tardi. I due cuori klingon distrussero gli dei che li avevano creati e lasciarono il paradiso. Da quel giorno, nessuno può opporsi all'unione di due cuori klingon.... nemmeno io" recitò solennemente il celebrante
Poco prima che la cerimonia potesse continuare attraverso la richiesta delle loro intenzioni agli sposi, accadde quello che doveva sembrare come un evento impensabile.
Un Klingon arrivò sgomitando vicino agli sposi, aprendo un piccolo scrigno, urlando di tradimento.
Le espressioni dei due Klaa divennero glaciali, puntando verso la fine della sala.
Retok sollevò appena un sopracciglio, ma attorno a lui più di uno fu preso dal panico e ci fu un fuggi fuggi generale.
L'away team della USS Wuhan si dispose a difesa dell'ambasciatore ma quest'ultimo sollevò un braccio fermando ogni possibile reazione ostile.
Alla fine, aveva compreso.
USS Hope - Bar di prora
22/09/2400 - ore 19:19
"Ancora!!" esclamarono i presenti all'unisono
Strauss era insolitamente in piedi a quello che poteva sembrava una sorta di mini palco improvvisato.
Nuovamente finse di concentrarsi allo stremo, assunse una postura del tutto rigida e platealmente inarcò un sopracciglio strabuzzando gli occhi.
Una marea di risate riempì l'intera zona ristorazione alleviando il morale.
L'imitazione di Retok, un ambasciatore della Federazione, non era propriamente consona per un Capitano della Flotta Stellare, ma dopo la partenza di quest'ultimo sulla USS Wuhan, Strauss aveva acconsentito a concedere provvisoriamente maggiori libertà al suo equipaggio... lui per primo.
Ovviamente, prima aveva chiesto un parere a Rest... quel ragazzo ne aveva passate tante, perfino troppe anche per un Vulcaniano... non voleva ferirlo ulteriormente... Rest gli aveva risposto che per lui era illogico, ma di comportarsi come riteneva più opportuno per il morale dell'equipaggio, purché le imitazioni dell'Ambasciatore non fossero svolte in sua presenza.
Non era propriamente un via libera, ma Strauss lo aveva presto per tale.
Per giorni e giorni avevano avuto a che fare con l'urticosità dell'Ambasciatore in grado di apparire fastidioso persino ai membri Vulcaniani a bordo... in grado di tollerarlo soltanto appellandosi ad ogni briciolo di autocontrollo logico che possedevano nel dna e nella loro cultura.
Retok non era riuscito a far nessun commento sul piano portato avanti dal figlio.
Nessuna gratificazione al lavoro svolto dall'equipaggio della USS Hope.
Niente di nulla.
Non era difficile comprendere come mai Rest non lo identificasse mai col nome di padre, ma solo con quello di Ambasciatore: Retok era quello... come se fosse stato creato, cresciuto ed addestrato a fare solo quello.
Di contro, la madre di Rest, pur mantenendo un totale aplomb, non appena lo aveva rivisto, aveva ripreso a suonare melodie armoniche ed armoniose, sottraendosi dai toni tristi e cupi del periodo in cui non era a conoscenza della sorte del suo unico figlio.
L'aggrapparsi alla musica da parte della madre era una cosa che Rest aveva sempre archiviato come nozione, come straordinaria abilità in quel campo, ma su cui non si era mai soffermato pienamente... non l'aveva mai analizzata come strumento di comunicazione di sentimenti... già sapeva che, a modo suo, la madre gli voleva bene... che fosse la musica il mezzo scelto non ci aveva creduto quando glielo aveva detto Caitlyn, ma si era dovuto convincere dopo averlo sentito direttamente da Tucci.
Ciò l'aveva spinto ad avere il primo vero rapporto madre e figlio da anni: avevano parlato.
Gli aveva raccontato della prigionia, della liberazione da parte dei suoi carcerieri, della scoperta della verità su quello che era successo oltre vent'anni prima, dell'importanza dei suoi compagni ed amici a bordo e delle evoluzioni politiche che sarebbero susseguite su Majus IV dopo la loro partenza.
La Risiana l'avrebbe narrato in tutt'altro modo, con enfasi e passione, piuttosto come un mero scambio di informazioni, ma l'essersi in qualche modo confidato con la madre, per Rest era stato un passo enorme ed importante.
Per quel breve lasso di tempo avevano smesso di essere due estranei che a malapena si conoscevano e si parlavano ed avevano indossato nuovamente i panni di una madre e di un figlio... per quanto privi di emozioni evidenti e totalmente assoggettati al rigor di logica.
Majus IV - Palazzo del Governo - Padiglione del Principe
23/09/2400 - ore 16.25
"Avete sempre fatto ottimi affari" balbettò il deposto Presidente di Majus, improvvisamente nient'altro più che un uomo anziano, sul cui viso, chiari ed evidenti, erano i segni delle percosse e le sue parole furono subito sottolineate da espressioni a mezza bocca dagli altri prigionieri, alcuni dei quali straordinariamente somiglianti al primo... senza dubbio figli o nipoti...
"Affari? Venticinque anni fa, la mia famiglia qui perse una fortuna... la vostra congiura, utilizzando quegli stupidi della Flotta Stellare, ci ha fatto perdere la concessione per la piccola miniera di dilitio che avevamo appena rilevato" Yatrhen era furente
"Per anni ci avete raccontato che le rappresaglie, ordite dall'allora Monarca, erano straripate e che le distruzioni agli accampamenti ribelli erano state tali e tante di violenza inaudita da aver distrutto ogni accesso a quella miniera... ed ora invece scopriamo che ne avete fatto tesoro... che tutti i nostri scambi commerciali da quasi venticinque anni ci vengono abitualmente pagati con il dilitio di quella che a tutti gli effetti era un piccolo giacimento già profumatamente pagato dai Klaa"
"Noi servivamo la Flotta Stellare... avevamo dei trattati e degli accordi con la Federazione... non potevamo certo mantenere in piedi anche quello con voi... data la nostra debole posizione di allora" ribattè stizzito il Presidente deposto
"Stronzate! E' stato un piano astuto! Prima vi siete intascati il nostro latinum... con quel finanziamento, avete creato un gruppo terroristico in grado di fomentare odio e dissenso contro la Monarchia... il Re di allora era un subdolo e pavido figlio di targh..."
"Ehi!! Sempre dello zio di mio padre state parlando!" esordì un giovane, non più che quindicenne. I suoi lineamenti erano delicati, il volto imberbe, ma la voce denotava determinazione
"Senti Principe ragazzino... se vuoi che io e te andiamo d'accordo, mi fai parlare come piace a me... sarà un discorso da Klingon e che poco si addice ad una corte reale... ma questi sono tutti traditori! La tua intera famiglia è stata uccisa proprio per quella congiura e la mia Casata ha perso rispetto ed onore per causa loro... non gliela faccio passare liscia!"
"Concordo con te, Yatrhen e ti sono debitore... ma voglio conoscere la storia, non imparare gli insulti della tua razza..." ribadì con fermezza il giovane
Il Capitano Klingon per un attimo volle rispondere a tono... aprì la bocca una volta o due... poi decise, per una volta, di non ribattere... non era momento di essere arroganti...
"Stavo dicendo... il... ehm... Re di allora si è fatto manovrare dal suo Primo Consigliere... puah! Uno schifoso traditore della peggior risma! Pronto a sacrificare il suo stesso popolo per il suo disegno... approfittò dell'ordine del Re di provvedere a sistemare i ribelli per attaccarli e trucidarli... furono risparmiati donne e bambini soltanto grazie all'intervento della Flotta Stellare..."
"Noi non c'entriamo... e..." ribatté il Presidente
"Le colpe dei padri ricadono sui figli... e tu osi forse negare che grazie a quell'azione di tuo padre, il Primo Consigliere, il popolo di Majus IV non solo si ribellò alla monarchia... non solo chiese la formazione di un governo ed un parlamento liberamente eletti... non solo volle letteralmente la testa del Re, ma addirittura puntava all'abolizione della monarchia ed alla nascita di una repubblica?"
"Mio padre eseguì gli ordini del Re!"
"Stronzate! Grazie all'accesso nei vostri preziosi archivi, abbiamo le prove come tutto sia nato come una congiura... tuo padre voleva il potere... non gli bastava più manovrare il Re... voleva tutto per sé... non a caso ha governato Majus come primo Presidente per sette anni... primo Reggente non di sangue reale della Corona... grande giustiziere... riappacificatore... di quanti titoli si vantava? Dovresti saperlo... visto che gli sei subentrato e da anni prendi per il culo non solo la mia famiglia, ma anche il tuo stesso popolo"
"Io ho solamente fatto il meglio per la mia gente..."
"Tu dici? E tutte le sparizioni che ogni tanto accadono? Credi che non lo sappia? Man mano che qualche tuo oppositore politico inizia a distinguersi dalla massa, viene screditato, deriso o eliminato... quanti sono partiti per la Federazione e mai arrivati? Ritieni che i Klaa siano degli sciocchi? Perché pensi che siamo rimasti per anni su questo buco di pianeta a sentire le tue farneticazioni? Avevamo bisogno di capire e comprendere e... dannazione... anche se mi secca ammetterlo... grazie ad un Vulcaniano siamo riusciti a mettere tutto a fuoco..." ringhiò Yathren tutto il suo disprezzo verso il suo interlocutore
"Lo stesso Vulcaniano di cui mi avete parlato, Pejo? E' questo il vostro nome, vero?" domandò il giovane principe
"Sì... vostra altezza... signoria... non so nemmeno come chiamarvi..."
"Non importa il mio nome, né il mio diritto al trono... ho perso troppe persone care per un infamante accusa... voglio solo capire..."
"Ebbene sì... potevamo essere evacuati... non lo fummo per un gioco di palazzo... fummo attaccati e chi di noi non riuscì a mettere in salvo moglie e figli, li perse in quell'attacco..." singhiozzò
"Fu accusata la Corona, la Flotta Stellare, l'Ambasciatore Retok... ma tutto fu organizzato perché si arrivasse a quel tragico epilogo... per rovesciare velocemente un monarca, occorreva un bagno di sangue..." continuò Yatrhen
"Ed è quello che avvenne..." riprese ""il popolo di Majus si sollevò e fu evitata una rivoluzione armata solo grazie all'eliminazione fisica del Re, zio di vostro padre... il figlio lo sapete credo meglio di me, anche se non l'avrete sicuramente conosciuto, ma era notoriamente molto debole di salute... fu manovrato ed ucciso quando cominciò a capire e non fu più utile... il piccolo, che la moglie portava in grembo, fu stroncato da una malattia o così ci fu detto... poi toccò a vostro padre subentrare come Monarca rappresentativo... e, alla fine, da quanto ho potuto capire rimanete giusto voi... di cui noi nemmeno conoscevano la vostra esistenza..." si rammaricò nuovamente Pejo
"Probabilmente avrei seguito la stessa sorte e la mia stirpe sarebbe stata stroncata... la repubblica, di cui tanto si parla, instaurata a pieno titolo..." ragionò il giovane principe
"Una repubblica debole a cui far subentrare un leader forte..." lo interruppe Yatrhen che proprio non riusciva a perdere la polarità dell'attenzione dei presenti
Pejo mise coraggiosamente una mano sulla spalla del Klingon, prendendo nuovamente la parola:
"Per anni fummo ingannati... noi superstiti mandati ai campi di prigionia a covare rabbia e disperazione... i nostri carcerieri furono duri... cattivi... l'obiettivo era fomentare la nostra ira... indirizzare i nostri istinti omicidi verso colui che più di tutti abbiamo sempre considerato come il responsabile di quell'attacco alle nostre postazioni: l'Ambasciatore Retok"
"Il padre del Vulcaniano di cui parlavate, giusto?" domandò il giovane principe
"Esatto... per anni ci fu raccontato che fu lui a dare le coordinate dei nostri accampamenti... una mezza verità che nascondeva un mare di menzogne... alla fine, fummo liberati da un ex ufficiale della Flotta Stellare... quel viscido serpente lì..."
"Chi? Osigraft? Il terzo marito della nipote del nostro tremante e non più arrogante Reggente?" sghignazzò Yathren
"Esattamente... a quel tempo stava con una giovane simpatizzante della nostra causa... lei fu da lui avvertita dell'attacco, ma perse tempo ad avvertire i propri genitori e questi ultimi probabilmente strinsero qualche patto per aver salva la vita... patto che ovviamente non fu rispettato... la donna uccisa così come la sua famiglia... altro indizio che hanno sempre usato per convincerci che occorreva attaccare Retok ed i suoi cari... farlo uscire allo scoperto... minacciare di giustiziare il figlio al fine che ammettesse pubblicamente le proprie colpe davanti al popolo di Majus IV"
"Un piano assolutamente diabolico che, però, vi si è ritorto completamente contro... ben vi sta..." disse il giovane principe "io non ho alcun potere, ... già lo sapete... sono un principe erede al trono... porterò una corona a cui il popolo non crede più... ma voi siete un brav'uomo... avete commesso degli sbagli... portate il vostro caso davanti la nostra giustizia... sono certo che possiate contare sul mio appoggio e su quello dei Klaa... una volta che sarete graziato... vi potrei vedere anche come presidente e, avendo conosciuto prigionia, povertà, odio ed infinito amore verso le persone che avete perduto ingiustamente, sono certo che saprete trovare nuove energie per il nostro popolo... liberandolo da questo lezzo immondo che finora ci ha affogato in una serqua di menzogne senza fine..."
"Una volta che la nostra gente saprà la verità, vedrete che sarete apprezzato mio giovane re..."
"Non è detto che voglia diventarlo... oltre a bandire nuove elezioni, organizzerò un referendum popolare... monarchia o repubblica... qualunque sarà la scelta, sono e sarò sempre soltanto un umile servitore di Majus IV"
Torna all'indice
FINE MISSIONE