Ragione e rapimento










USS HOPE

presenta


USS HOPE

Ragione e rapimento

Missione 14






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS HOPE,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS HOPE, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2021



www.starfleetitaly.it | USS HOPE








Equipaggio

Capitano Tenente Ferris Bueller

Capo Sicurezza Tenente JG Lon Basta

Consigliere Tenente JG Caytlin

Timoniere Tenente JG Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa

Ufficiale Medico Capo Tenente JG Melanne Graahn

Tenente
Ferris Bueller
Capitano

Tenente JG
Lon Basta
Capo Sicurezza

Tenente JG
Caytlin
Consigliere

Tenente JG
Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa
Timoniere

Tenente JG
Melanne Graahn
Ufficiale Medico Capo

Ufficiale Tattico Capo Tenente JG Rest figlio di Retok

Tenente JG
Rest figlio di Retok
Ufficiale Tattico Capo


USS HOPE

Autori

Capitano
Ferris Bueller
Franco Carretti

Capo Sicurezza
Lon Basta
Silvia Brunati

Consigliere
Caytlin
Vanessa nd

Timoniere
Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa
Silvia nd

Ufficiale Medico Capo
Melanne Graahn
Maddalena Duci

Ufficiale Tattico Capo
Rest figlio di Retok
Ilenia De Battisti






Sommario


Sinossi
14.00 - Missing in action
14.01 - Prime indagini
14.02 - Verità esagerate
14.03 - I cacciatori
14.04 - Una nuova pista
14.05 - Una nuova vittima
14.06 - Troppa liberta?
14.07 - Degni della propria divisa
14.08 - Riscatto
14.09 - Una verità inaspettata

Sinossi

L'Ammiraglio Lennox viene rapita da un misterioso gruppo anti federale e l'equipaggio della Hope deve farsi in quattro per trovarla prima che sia troppo tardi.



14.00 - Missing in action

Autore: Tenente JG Caytlin

Colonia Tahzot - 17/08/2399, ore 23.09


La notte, in cui erano finalmente pronti a completare la loro sacra missione,era molto calma.
Soltanto in un secondo momento, il più giovane dei quattro, quello che si chiamava Aser, aveva ricordato che nemmeno gli animali da guardia avevano reagito.
Anche loro erano avvolti dalla gradevolezza della debole brezza che caratterizzava la nottata.
Avevano atteso il calar dell'oscurità, prima di entrare in azione.
La navetta, che li aveva trasportati al punto di incontro, era una vecchia carretta con le parti meccaniche pressoché agonizzanti.
Il pilota, sebbene fossero stati costretti ad interrompere il viaggio due volte, non aveva mai aperto bocca.
Il primo atterraggio d'emergenza lo avevano avuto quando ancora non erano arrivati a metà strada.

Aser, che non si intendeva di meccanica e non aveva mai messo piede fuori da Andoria, si era seduto appoggiandosi ad un masso ai bordi della strada.
Era rimasto a fissare affascinato l'immenso cielo stellato, mentre gli altri erano indaffarati attorno alla navetta con non pochi problemi a svitare bulloni arrugginiti ed a arrovellarsi fra cavi e componenti elettroniche.
Dagli spezzoni di conversazione degli altri, Aser aveva capito che erano in ritardo e che non avrebbero avuto il tempo di fermarsi per mangiare... avevano sì ancora dell'acqua da bere, ma niente da mangiare: il replicatore di bordo, ovviamente, non funzionava a dovere.
Avevano ripreso il viaggio, ma poco lontano, il motore si era fermato di colpo e dovettero perdere quasi un'ora prima di riuscire a localizzare il guasto e ripararlo.
Il loro capo, un Bajoriano alto e pallido sulla trentina con una corta barba, aveva negli occhi quell'intensità e fervore che solo chi era profondamente convinto di stato prescelto dai Profeti poteva avere.
Aser non sapeva il suo nome e, conoscendo le regole di segretezza, non si era nemmeno sognato di chiedere chi fosse e da dove venisse.
Non sapeva neppure i nomi degli altri due.
Conosceva solo il proprio di nome, ma forse era meglio lo dimenticasse.

Finalmente arrivarono a destinazione: il buio si era fatto più intenso e tutto era calmo intorno a loro.
Appena scesi, la navetta scomparve... il pilota, ovviamente, anche in quel caso, non disse nemmeno una parola.
Si erano addentrati in un labirinto di strade anguste e si erano fermati vicino allo slargo antistante l'Istituto delle Operazioni Commerciali, una via di mezzo fra una banca, un mercato ed una sede di trattazioni di scambi economici.
La figura di un uomo era apparsa dinnanzi a loro come dal nulla.
Senza parlare, aveva fatto un cenno al loro capo ed i quattro lo avevano seguito.
Fu soltanto allora, mentre camminavano veloci nel buio di strade sconosciute, che Aser aveva iniziato a pensare seriamente a quello che avrebbero fatto entro breve tempo.
Portò la mano sul manico dell'Ushaan-thor: un'arma tipicamente Andoriana, molto piccola e ricurva a mezzaluna, usata tipicamente per i duelli.
Era stato suo zio, Gummer del Clan Clos, a parlargli per la prima volta dell'Ahm Tal, i servizi d'intelligence Andoriani, e della loro storica lotta contro la controparte Vulcaniana della V'Shar.
Notte dopo notte, erano rimasti seduti sul tetto piatto della casa paterna a parlare ed a guardare la distesa luccicante dei ghiacci di Andoria.

Aser sapeva che suo zio era profondamente impegnato in politica: sfrontato ed arrivista, era un diplomatico la cui influenza stava crescendo e che era sempre pronto a manovrare in segreto per aumentare il proprio potere.
All'inizio si era sentito lusingato che suo zio gli parlasse di politica: dell'importanza di Andoria all'interno della Federazione, del lustro dell'Impero Andoriano e di altre innumerevoli questioni per cui essere orgogliosi di essere Andoriani.

Quello che lo zio Gummer non poteva sapere è che non faceva altro che alimentare il suo fanatismo.
L'essere un Thalish, ossia appartenente ad una sottospecie di Andoriani, meno del dieci per cento del totale, caratterizzato da una carnagione di un azzurro molto chiaro ed antenne sottilissime che crescevano dalla fronte, era per lui una disgrazia.
Un dramma nato dall'apparente mancanza di attrazione che riusciva a generare nei confronti del gentil sesso. Le Andoriane lo snobbavano, lo ritenevano non degno delle loro attenzioni, non abbastanza guerriero, non abbastanza virile...
Le straniere lo osservavano come se fosse una ridicola deviazione dallo status tipico della razza, ma , mentre gli Aenar, anche loro minoranza nell'ambito degli Andoriani, erano vezzeggiati come carini e coccolosi, lui veniva deriso.
Quasi per gioco, era entrato in una specie di setta... fatta di ragazzi come lui, in qualche modo esclusi, che venivano indottrinati ed addestrati a svolgere incarichi di particolare rilevanza e segretezza.

In cambio, la setta concedeva loro di soddisfare i propri desideri...

Nel suo caso, avvenenti ragazze, più o meno consenzienti, gli erano state offerte per soddisfare i propri piaceri della carne ed il proprio insaziabile bisogno di essere apprezzato ed amato.
In cambio, era stato scelto per andare in una colonia formata da Bajoriani estremamente diffidenti con qualunque forma di stranieri... impegnati nella lotta per trasformare il loro piccolo mondo in uno stato che non avrebbe seguito altre leggi se non quelle dei Profeti, scevri da qualsivoglia influenza straniera.

Era passato più di un anno da quando era diventato membro di quella setta ed ora, finalmente, era stato scelto per la sua prima missione.

Mentre Aser seguiva i quattro uomini vestiti di nero attraverso i vicoli bui dove l'aria tiepida della notte era completamente immobile, ebbe la certezza che avrebbe esaudito i voleri dei suoi mandanti.

Gli stranieri dovevano essere cacciati, ma non li avrebbero scortati sino alle navi, sarebbero stati uccisi. E quelli che non erano ancora entrati nella piccola colonia, ci avrebbero pensato due volte prima di farlo.
La tua è una missione sacra, gli era stato ripetuto infinite volte. I Profeti dei Bajoriani ne gioiranno e ti ricompenseranno con donne al servizio dei tuoi piaceri... assumerai fiducia nei tuoi mezzi e potrai addestrarti per entrare nell'Ahm Tal, rendendo un servizio a tuo zio Gummer.
Quando sarà riuscito ad accumulare potere così come lui vuole, avrà bisogno di te, così come noi potremmo avere un prezioso informatore, ed il tuo futuro diventerà luminoso... amato e desiderato, temuto e rispettato.

Aser strinse con forza il manico intarsiato dell'Ushaan-thor.
Gummer glielo aveva dato la sera di un anno prima quando si erano salutati sul tetto della casa di suo padre: avrebbe dovuto donarlo alla figlia Xyr, ma era troppo diversa da lui per avere quel legame che, invece, lo zio sentiva di avere col nipote.

I pensieri di Aser furono interrotti, dal brusco fermarsi dei suoi compagni di missione: erano arrivati alla periferia della città, il vicolo sfociava in una piazza immersa nel buio e rischiarata soltanto dal cielo stellato sopra di loro.
Rimasero nell'ombra, addossati al muro di una casa, ad osservare, dall'altro lato della piazza, al di là di un'alta inferriata, la piccola villa dai muri di pietra.
L'uomo che li aveva guidati fin là scomparve silenziosamente fra le ombre.
Erano di nuovo in quattro. Rimasero immobili in attesa: tutto intorno regnava il silenzio e la calma più assoluta.
Aser non aveva mai provato una simile sensazione ad Andoria: nei suoi diciannove anni di vita non era mai stato avvolto da un tale silenzio.
Cercò di calcolare quanto tempo fosse passato da quando erano arrivati nella piazza.
Forse una buona mezz'ora e lui continuava ad avere fame: non aveva mangiato niente tutto il giorno.
Si sentiva la gola arsa, ma non avrebbe chiesto nulla.
L'uomo che li comandava si sarebbe adirato e tutte le sue aspettative di gloria sarebbero evaporate.

Continuarono ad aspettare finché tutte le luci nelle vicinanze non si spensero del tutto. Poi, il loro capo fece un cenno con la mano ed attraversarono rapidamente la piazza.
Un vecchio, con un bastone in mano, dormiva appoggiato al cancello della villa.
Una sorta di guardia, pensò Aser. Il loro capo lo toccò con un piede.
L'uomo non fece in tempo ad aprire gli occhi che il capo si chinò su di lui tenendo il suo coltello sulla guancia dell'uomo, bisbigliandogli qualcosa all'orecchio.
Il vecchio si alzò ed Aser capì dai suoi movimenti rigidi che era paralizzato dalla paura.
Il capo fece un cenno quasi impercettibile con la testa e l'uomo si allontanò zoppicando.
Spinsero il cancello che cigolò leggermente ed entrarono nel giardino avvolto nel silenzio.
Sull'alta porta della villa era affissa un targa, ma Aser non fece in tempo a leggerla che qualcuno appoggiò una mano sulla sua spalla.
Aser trasalì e si volse: era il capo che gli parlava per la prima volta, così sottovoce che neppure la brezza notturna poteva sentire quello che stava dicendo.

"Siamo quattro" sussurrò "Anche in quella casa sono quattro. Dormono, una persona in ogni camera. Le camere sono una di fronte all'altra in un corridoio. Sono persone di una certa età e non opporranno resistenza. Hanno rifiutato di lasciare questo paese di propria volontà, quindi devono essere uccise"
Aser annuì con un groppo alla gola, ma seguì gli altri ed entrarono nella casa, senza riscontrare particolari problemi a forzare la semplice serratura a combinazione elettronica.
All'interno, si diressero decisi verso la scala che portava al piano superiore qui il corridoio era illuminato dalla debole luce di una lampada.

Avanzarono in un silenzio assoluto e rimasero immobili un istante ad osservare le quattro porte chiuse.
Ognuno di loro, aveva estratto la propria arma.
Il capo mosse la testa come aveva fatto con il vecchio davanti al cancello: era venuto il momento.

Aser doveva agire con rapidità, evitare di fissare gli occhi, concentrarsi, invece, sulla gola e tagliare con un movimento rapido e sicuro entrò nella stanza, forse la persona stesa sul letto sotto un lenzuolo bianco aveva i capelli grigi, nella debole luce i lineamenti del suo volto erano confusi.
All'avvicinarsi di Aser la donna, perché di una donna si trattava, aveva aperto gli occhi, ma prima che avesse il tempo di gridare o di capire cosa stesse succedendo, con un singolo movimento Aser le aveva tagliato la gola, facendo un passo indietro per evitare che il sangue gli macchiasse gli abiti.
Poi, senza guardarla, si era girato ed era uscito dalla stanza.
Non erano passati più di trenta secondi: involontariamente li aveva contati nella sua mente.
Si avviò nel corridoio seguendo due degli altri quando udirono la voce bassa del quarto.
Si fermarono tutti come paralizzati.
C'era un'altra donna in una delle camere: una quinta persona.

Secondo le loro informazioni, non avrebbe dovuto essere in quella casa: non ci dovevano essere ospiti, né personale di servizio né guardie.
Era probabilmente un'estranea a tutto quello che stava accadendo, sicuramente anche lei era straniera.
Il capo entrò nella stanza.
Aser, che era dietro di lui, vide che la donna si era raggomitolata su se stessa, non in posizione fetale come si sarebbe aspettato, ma pronta a scattare.
La sua determinazione a sopravvivere sembrava vibrare nell'aria.
Aser non riuscì ad evitare un nodo alla gola.
Gli occhi neri della donna sembravano scrutare i quattro fin dentro le viscere.
Fu allora che accadde l'impensabile.



USS Hope - Ponte 2, Ufficio del Primo Ufficiale - 18/08/2399, ore 09.23


=^=Il Contrammiraglio Evelyn Lennox risulta essere dispersa... non sappiamo se prigioniera, in fuga ed impossibilitata a mettersi in contatto oppure se le è capitato qualcosa di peggio=^=

"Può essere più chiara?"

=^=Tenente Bueller...=^=

"Capitano prego" esclamò Ferris all'indirizzo di Deiara Vessa, la Comandante Napeana che sapeva far parte dello staff della Lennox, pur non avendoci mai avuto direttamente a che fare

=^=Tenente Bueller, lei è eccezionalmente il Primo Ufficiale della USS Hope, ho accettato di comunicare a lei e non, secondo logica, al Capitano Strauss le informazioni giunte in nostro possesso, in virtù di profondi raziocini basati sullo stretto legame affettivo fra il Contrammiraglio Lennox ed il Capitano Strauss. Non abusi della mia pazienza, millantando un grado che non possiede. L'Ammiragliato vuole piena luce sui fatti che hanno portato all'uccisione dei quattro leader della colonia Bajoriana ed alla sparizione del Contrammiraglio Lennox. Gli ordini che le invierò sono chiari: la USS Hope agirà a supporto. Il Capitano Strauss potrebbe riconoscere qualche segnale di aiuto lasciato dalla Lennox e voi gli offrirete il vostro appoggio. Ripeto supporto all'azione investigativa, non prendete iniziative personali senza previa autorizzazione=^=


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14.01 - Prime indagini

Autore: Tenente JG Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa

USS Hope, Sala Tattica - 18/08/2399, ore 09.45


Bueller attese che tutti prendessero posto in silenzio. Il normale vociare dei ragazzi della Hope era attutito dallo sguardo fibrillante di Strauss. Sapevano che la sparizione, con tutto quello che poteva significare, dell'Ammiraglio Lennox avrebbe turbato il vero Capitano della Hope, ma nessuno avrebbe pensato in quel modo. Sedeva fisso immobile, gli occhi quasi strabuzzati nel leggere con furia le parole scritte nel dpadd che stringeva quasi a romperlo tra le mani, conscio che ogni secondo che passava era una possibilità in meno di trovare Evelyn viva.

"Signori, gli ordini dell'Ammiragliato sono chiari. Arrivati alla colonia Tahzot faremo rapporto al Capitano Robin Givens della USS Phoebe di classe Luna. So che sono più vicini di noi e arriveranno sul posto domani. Tenente Jones, vorrei arrivare poco dopo di loro"

"Preferibilmente interi" aggiunse Xyr intercettando lo sguardo preoccupato degli altri ufficiali al dare via libera al timoniere della Hope

"Ho già preparato una rotta" disse Luna inclinandosi in avanti coi gomiti sul tavolo visibilmente eccitata dalla prospettiva "tenendo la velocità massima di crociera di 9.975 potremmo arrivare tra trentasei ore, ma potremmo passare dentro la nebulosa MS873 e aumentare a 9.991 per circa quattro ore si ballerà un po' ma direi che potremmo arrivare tra 25 ore."

"9.991 per quattro ore?? Vuoi mandare in fumo la mia matrice del dilitio?" disse Dohaan agitato alla prospettiva di vedere i suoi motori sottoposti ad uno sforzo simile

"perché mi dice qualcosa la identificazione MS delle nebulose?" disse invece quasi sottovoce Rodriguez a Basta

"sta per Maelstrom, tempesta. Sono nebulose scosse da forti correnti ioniche" rispose Tucci quasi distrattamente

Ad eccezione di Strauss che sembrava fisso in un punto, tutti si girarono a guardarlo e poi a guardare Luna.

"Fammi capire la tua opzione è farci passare quattro ore ad una velocità smodata dentro una tempesta? Ho precisato che dovevamo arrivare interi" disse Xyr seriamente

"beh Comandante, ha detto, " rispose Luna con un mezzo sorriso.

Bueller stava per intervenire quando Strauss si alzò dalla sua poltroncina quasi scattando

"Lo faccia! ci fa risparmiare undici ore di viaggio. Chiamatemi quando arriviamo"

Detto questo uscì dalla sala tattica nel silenzio completo. Era la prima volta che faceva valere così il suo grado e tutti si girarono a guardare Bueller

"Beh l'avete sentito no? In libertà"



USS Hope, Ufficio del Primo Ufficiale - 19/08/2399, ore 08.51


"Avanti" disse Bueller alzando lo sguardo dal suo terminale

Xyr avanzò con un padd in mano

"ho il rapporto dei danni nel passaggio della nebulosa. I feriti sono già stati trattati dalla dottoressa"

Bueller diede un'occhiata al padd, la lista era impressionante "mi sembra un miracolo che non siamo andati in pezzi"

"già, avessimo avuto un altro equipaggio mi sarei opposta. Non ho ancora capito come abbia fatto Luna non farci mandare in pezzi dall'ultima onda ionica"

"credo che sia riuscita a farci surfare sulla cresta. Ma onestamente ho chiuso gli occhi" rispose Bueller "Ancora non credo che Strauss ci abbia fatto fare questa cosa"

"Già... è una cosa che avresti ordinato tu" commentò lei sedendosi

"Esatto! Lui dovrebbe essere qui per impedirci di fare questo tipo di cose. Onestamente non lo vedo molto bene"

"L'ammiraglio è una sua amica, ovvio che non voglia perdere tempo. Ognuno di noi non vuole perdere tempo"

"si e la cosa mi preoccupa un po'"

"Vuoi avere la prerogativa delle azioni sconsiderate?" lo punzecchiò lei

"No, ma ho bisogno di sapere che c'è sempre qualcuno che non si lascia turbare. Ed è il motivo per cui ho bisogno di te a bordo e diamine anche di Rest. E fino a ieri di Strauss, che sarà stato si paranoico, ma almeno era lucido"

"Beh teniamolo d'occhio. Dovremmo entrare nel settore tra meno di un'ora e in orbita della colonia tra esattamente cento minuti. E poi la nostra è una missione di supporto giusto?" disse lei sapendo benissimo che non sarebbero mai stati capaci di rimanere indietro. La Lennox era un po' la loro madrina e avrebbero fatto tutto per riportarla sana e salva

Bueller sorrise sornione e sollevo le spalle "ma certooo solo supporto... gli ordini sono ordini, no?"

Prima che Xyr potesse rispondergli il commbadge trillò

"Bueller"

=^=Capitano, stiamo per uscire dalla curvatura. Siamo entrati ora nel sistema Tool. Rileviamo la Febe in orbita del terzo pianeta=^= disse la voce della Jones

"Arriviamo!"



TOOL III, Colonia Tahzot - 19/08/2399, ore 10.55
Il piccolo away team composto da Bueller, Strauss, Basta e Caytlin si teletrasportò direttamente di fronte la piccola villa luogo del delitto.

La casa era cintata da un nastro rosso e una guardia bajoriana venne subito loro incontro

"Non si può entrare nella villa senza l'autorizzazione del Questore" disse quasi sgarbatamente

"allora ci porti dal Questore" disse Strauss parandosi davanti al bajoriano

"Come ho già detto agli altri Federali" disse quasi con sdegno "non posso muovermi da qui. Dovete andare al centro della colonia" indicò poi una direzione e tornò al suo posto.

"ci ha ricordato molto sgarbatamente che siamo ospiti qui. stiamo all'occhio" disse Bueller

"Si ma se si mettono in mezzo con le nostre indagini non mi interesserà provocare un incidente diplomatico" disse Strauss allungando il passo.



TOOL III, USS Hope, Plancia - 19/08/2399, ore 10.55


"Dalla Phoebe ci hanno mandato i risultati delle loro scansioni del settore" disse Rodriguez girandosi verso Xyr che sedeva al momento sulla poltroncina del capitano.

"Bene, signor Tucci voglio che ripeta le scansioni e voglio sapere il movimento di ogni navetta o nave che è entrata nel settore nelle ultime 72 ore. Signor Rodriguez, non so se ci verrà bene, ma voglio sapere tutto sulla Phoebe. Conoscendo il Capitano è meglio prevenire"

"si signore" dissero i due in contemporanea



TOOL III, Colonia Tahzot, Questura - 19/08/2399, ore 11.07


Arrivati alla Questura della Colonia, un'alta torre a cupola di stile classico per l'architettura bajoriana edificata certamente con l'intento di rimarcare l'appartenenza culturale e politica, il gruppo trovò l'away team della Phoebe nella sala d'attesa.

"Avete fatto presto, non vi aspettavamo prima di domani" disse l'afroamericana coi gradi di Capitano che nonostante avesse passato la cinquantina era ancora decisamente avvenente "Sono il Capitano Robin Givens, lei deve essere il Capitano Strauss"

La donna fece un passo avanti stringendo la mano saldamente sia a Strauss che a Bueller, con una presa che voleva dimostrare di avere perfettamente il controllo della situazione nonostante evidentemente i rappresentanti della Colonia stessero facendo difficoltà.

Fatte le presentazioni con il comandante Douglas, capo della sicurezza, una montagna di due metri per oltre cento chili di muscoli, e il tenente Caseras, l'ufficiale scientifico, una latina poco più che ragazza che sembrava uscita da un fumetto più che dall'Accademia della Flotta, il Capitano Givens riprese subito la parola.

"La comunità è chiusa e stanno nascondendo qualcosa. Lo dimostra il fatto che ci stanno facendo aspettare"

"Non abbiamo tempo da perdere però!" disse Strauss, praticamente scavalcando la sua parigrado e andando verso il bancone dove una guardia li stava discretamente tenendo d'occhio "Sono il Capitano Strauss, dobbiamo parlare immediatamente con il Questore"

"Come ho detto al Capitano Givens, il Questore è in riunione. Vi riceverà quando potrà"

"Stammi bene a sentire, se il Quest..." cominciò a dire Strauss puntando il dito contro la guardia venendo interrotto dalla mano di Bueller sulla spalla.

"Capitano... meglio non inimicarci questa gente. So che abbiamo fretta, ma farli arrabbiare ci farà solo perdere altro tempo" disse Ferris guardandolo negli occhi a lungo.

Lentamente, quasi con uno sforzo, Strauss tirò indietro il braccio e si voltò tornando verso il gruppo. Il suo viso mostrava rabbia e frustrazione solo per non mostrare la pena e la paura che aveva dentro.

Bueller gli si parò davanti fissandolo negli occhi e condividendo con lui i suoi timori anche se solo con lo sguardo.

"La troveremo" disse semplicemente come se qualsiasi altra parole fosse superflua.

La rabbia di Strauss si spense come una secchiata d'acqua su un fuoco lasciando solo ceneri bruciate e fumanti

"speriamo di trovarla viva" disse quasi sottovoce. Chiuse gli occhi e quando li riaprì Bueller vide che l'antico sguardo del suo superiore era tornato.



TOOL III, Colonia Tahzot, Questura - 19/08/2399, ore 12.11


"Capiamo le vostre perplessità politiche, Questore, ma qui si tratta di una Ammiraglio della Flotta Stellare che è stato rapito a nella casa di vostri capi colonia uccisi brutalmente. Vogliamo avere subito accesso a tutti i dati in vostro possesso altrimenti chiederemo alla Flotta Stellare di ritirare il proprio appoggio a Bajor. Vorrei proprio sapere cosa ne penseranno i Profeti a sapere che è stata colpa vostra" il tono della Givens era calmo e tremendo, sottolineando enfaticamente il puntando il dito contro l'amministrazione della colonia.

Il Questore li guardò pensieroso. Aveva rinviato quell'incontro più che aveva potuto, ma alla fine sapeva che avrebbe dovuto cedere.

"I quattro capi avevano avuto degli avvertimenti, ma non avevamo preso sul serio la cosa, sembravano minacce a vuoto di fanatici. Ma alla luce di quanto è successo ci siamo dovuti ricredere abbiamo un problema , ma dovremmo essere in grado di gestirlo. Questi criminali hanno dimostrato di non avere grandi mezzi"

"Come fa a dirlo?" intervenne Bueller guadagnandosi un'occhiataccia da parte della Givens che ignorò stoicamente.

Il Questore fece un sospiro "quanto state per vedere è l'unico filmato che abbiamo. Non avremmo niente se non fosse per quello che è successo che ha interrotto la schermatura che avevano predisposto"

Digitò una serie di comandi sul suo terminale e partì un video. Riprendeva l'angolo della strada con la villa proprio dal punto in cui si era teletrasportato l'away team. I minuti passavano e non succedeva nulla finché un lampo scosse il video. Subito dopo la schermatura olografica si dissolse in più punti, una scatola che era quasi sicuramente il proiettore olografico sembrava fosse esploso. Probabilmente le batterie avevano ceduto allo sforzo della simulazione olografica. Persone accorrevano da diverse parti per capire cosa aveva provocato l'esplosione e subito dopo tre bajoriani e uno strano andoriano trascinavano fuori dalla casa l'ammiraglio Lennox svenuta. Sorpresi di trovarsi di fronte una folla chiedevano aiuto con un comunicatore e dopo qualche secondo venivano teletrasportati via.

"Li avete identificati?" disse la Givens rompendo il silenzio.

Sia Bueller che Strauss erano ammutoliti nel vedere Lennox svenuta, ma non ferita.

"probabilmente sono mercenari..." disse il Questore sospirando "ma non sappiamo ancora chi siano"

"Vorrei una copia di questo video, signor Questore. Vorrei farlo esaminare dal mio ufficiale scientifico e vorrei anche fargli esaminare i detriti dell'esplosione" disse Bueller

"Dovete capire una cosa. A breve ci saranno le elezioni per il nuovo Questore e non posso farmi vedere troppo accondiscendente con le ingerenze esterne alla colonia, ma la situazione è grave... potete prendere tutto quello che vi serve, solo non fatelo sapere in giro"


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14.02 - Verità esagerate

Autore: Tenente Ferris Bueller

TOOL III, Colonia Tahzot, Base segreta - 19/08/2399, ore 14.00


La grotta puzzava di elementi chimici e sudore. L'Ammiraglio Lennox fece un verso disgustato mettendo il cuscino della sua branda contro il muro della cella per poi appoggiarsi in modo più soddisfacente.
Nella piccola base segreta di quella marmaglia ferveva l'attività. Almeno venti, fra uomini e donne. Tutti adeguatamente armati e tutti con la luce del fanatismo che gli illuminava gli occhi.
Non la vedeva per niente bene...

Ancora non capiva bene perché l'avessero risparmiata. Dopo aver steso il suo assalitore, che comunque era sopravvissuto purtroppo, stava invecchiando doveva riconoscerlo, era stata sopraffatta dagli altri tre. Aveva finto di essere svenuta ben sapendo che non poteva fare molto, soprattutto per i suoi amici che ora giacevano in delle pozze di sangue.
E pensare che stava solo progettando la sua pensione... era venuta a trovare Kolose, suo vecchio conoscente, per acquistare da lui le sue proprietà su Bajor. Aveva sempre amato quel pianeta, ed ora che era finalmente rinato, era diventato un vero paradiso.
Kolose si era ormai stabilito alla colonia ed era un'ottima occasione per impossessarsi del suo terreno nella provincia di Hedrikspool dove trent'anni prima era stata creata una bellissima riserva naturale. Una bella casa, l'aveva visitata una volta dieci anni prima e un favoloso giardino che lo stesso Kolose aveva curato per anni. Cosa poteva volere di più una donna? Per un attimo il volto stralunato di Strauss fece capolino nella sua mente ma lo scacciò con una scrollata di spalle, quegli anni erano passati ormai.

"Sono due..." la voce di una delle guardie le fece alzare la testa "Due navi federali sono in orbita. Avevi ragione Ky..."
"Niente nomi stupido!" lo ammonì l'altro "Sapevo di aver già visto questa donna... è una preda molto preziosa per noi."
"Una carta in più da giocare" commentò il bajoriano alle comunicazioni.
"Informati su quelle navi e poi fammi rapporto. Mantenete le comunicazioni al minimo e non scopriranno mai che siamo sotto i loro nasi."

Certo doveva dargliene atto, erano stati furbi. Aveva visto il capo del gruppo di assalto che premeva su un telecomando e il loro proiettore di ologrammi era saltato permettendo ai cittadini della Colonia di accorgersi della loro presenza, poi avevano finto una fuga precipitosa con un teletrasporto di emergenza, ma quella non era stata la loro destinazione finale, il segnale era solamente rimbalzato sulla navetta per poi terminare in quella che sembrava una grotta naturale sotto cissà quanti chilometri di roccia. In pochi avrebbero potuto capire il trucco e molti meno calcolare la vera destinazione della fuga.
Ma perché tenerla in vita? Il fatto che l'avessero riconosciuta aveva giocato a suo favore, altrimenti adesso si sarebbe trovata a terra in una pozza di sangue, ma la sua presenza era solo una coincidenza. Nemmeno lei sapeva che Kolose si trovasse su quella Colonia se non dopo aver cercato di contattarlo su Bajor.
Sicuramente l'avrebbero sfruttata per altro, doveva capire per cosa se voleva sopravvivere.

Da quel poco che aveva capito e percepito, la combriccola era composta da fanatici religiosi del culto del Profeti. Uno di quei culti estremisti nati dall'odio raziale post guerra e che purtroppo non accennavano a scomparire. Però il loro capo era tutta un'altra storia, in lui leggeva ben altro.
A differenza dei suoi uomini, quel tipo sembrava più che si sforzasse di celebrare i rituali della setta e anzi faceva di tutto per essere impegnato nel momenti in cui gli altri pregavano. Un misto di timore a presentarsi davanti ai suoi dei e il menefreghismo di chi ha altri piani.
Possibile che quei fanatici fossero utilizzati per un piano ben più grande? Forse.

"Non è che si può avere qualcosa da mangiare?" chiese lei mantenendo un tono tranquillo, come se quel genere di cose le capitassero tutti i giorni.

Il capo della banda la guardò e poi fece un cenno al giovane andoriano seduto in un angolo da solo. Quel giovane era l'unico straniero in mezzo a tutti quei bajoriani... aveva scritto sulla fronte le parole 'vittima sacrificale'.

Il ragazzo, che fino a quel momento si stava guardando le mani, com se fossero ancora sporche del sangue versato, si alzò e frugò sul tavolo pieno di strumenti e parti di armi. Fra le mani reggeva ora un piatto sbreccato con un tozzo di pane raffermo e quello che sembrava del formaggio.

"Fattelo bastare." commentò facendolo passare fra le sbarre della cella e buttandolo sulla branda della donna.

Per ore Evelyn aveva letto le auree empatiche dei suoi carcerieri e in tutti aveva visto solo rabbia, risentimento e determinazione. Un qualcosa che solo dei fanatici potevano provare così a lungo. Anche il giovane andoriano aveva gli stessi sentimenti, ma in lui leggeva anche frustrazione e confusione. Niente dubbi sui quali fare leva, ma incomprensione su quello che il gruppo aveva intenzione di fare e frustrazione per non riuscire a capirlo.
L'unica cosa che poteva fare era capire il loro piano e cercare almeno di mandarglielo in malora. Forse spaventarli avrebbe aiutato a fargli sciogliere la lingua? O per lo meno, avrebbero potuto vantarsi del loro geniale piano e dire qualcosa di più preciso su cui lavorare... ma come farlo?

"Ky... ehm... Capo, le due navi sono: la USS Phoebe e la USS Hope."

A sentire quel nome, il cuore della Lennox compì un balzo avanti. I suoi ragazzi! Che diavolo ci stavano facendo lì? Prima di andare in pensione avrebbe rintracciato l'ammiraglio che aveva ordinato ai suoi ragazzi di mettersi in pericolo per cercarla e avrebbe fatto due chiacchiere con lui.

"Che c'è donna? So che hai riconosciuto il nome di quelle navi... il tuo voltò ti ha tradito." quello che veniva definito il capo, si avvicinò alle sbarre guardandola intensamente.

"La Phoebe è una nave scientifica di classe Luna, forse è arrivata per le rivelazioni del caso e per trovare tutte le informazioni di cui hanno bisogno..."
"E l'altra nave?" chiese di nuovo l'uomo senza smettere di guardarla.
"Oh, gli altri sono i cacciatori... non avete proprio idea dei guai in cui vi siete cacciati." rispose l'ammiraglio con un sorrisetto sardonico dipinto sul volto.
"Sono solo degli stupidi federali, con noi abbiamo i Profeti. Non abbiamo paura dei tuoi cacciatori." commentò il bajoriano che aveva scovato le informazioni.
"Fate male... la prima volta che li ho conosciuti avevano azzerato da soli un cartello criminale Ferengi. Brutta storia, la Flotta dovette insabbiare la faccenda... quell'equipaggio è sempre stato il mio peggior incubo, sono talmente fuori controllo che hanno addirittura due capitani."

"Due?" chiese l'addetto alle comunicazioni con gli occhi spalancati dalla sorpresa.

"Nel caso che il secondo non potesse più... dare ordini" disse Evelyn con tono che lasciava intendere tutt'altro.

"Stupidaggini! Tienimi aggiornato ogni ora su quello che faranno i federali" esclamò il capo del gruppo allontanandosi ma l'altro uomo continuò a tenere gli occhi puntati sulla donna.

"C'è il Capitano Strauss..." iniziò a raccontare l'ammiraglio, come se parlasse più per se stessa che hai suoi carcerieri "E' un esperto in intrighi e macchinazioni, per anni ho avuto il sospetto che in realtà fosse un membro di qualche agenzia segreta della quale nemmeno la federazione ammette l'esistenza.
Poi il Capitano Bueller, ve l'avevo detto che ce ne sono due no? Strauss l'aveva scelto come scusa per usarlo come capro espiatorio, però la cosa gli è sfuggita di mano. Bueller è bravo... cielo se è bravo. L'ho visto fare cose che nemmeno il Capitano più decorato della Flotta avrebbe mai fatto e forse nemmeno il peggiore... non ha remore, non ha paura di nulla. Se ha qualcosa in mente la fa senza preoccuparsi di niente... e qualcuno potrebbe anche pensare che il suo equipaggio si tirerebbe indietro. Ah!" L'esclamazione della Lennox fece trasalire quelli che si erano avvicinati per ascoltarla.

"I suoi uomini sono pure peggio di lui! Il timoniere è una mezza klingon che si diverte a lanciare la nave nelle peggiori tempeste. Lo volete sapere com'è diventata tenente? Ha distrutto un D'Deridex romulano guidando all'interno di una tempesta di plasma e non è tutto, l'ha fatto mentre le truppe d'assalto romulane avevano invaso la nave! Solo che quei poveracci si sono trovati contro il tenente Basta e il tenente Rest... quella coppia mi da i brividi. Rest è un vulcaniano talmente glaciale e calcolatore che la sua sola presenza abbassa la temperatura di una stanza, Lon Basta è invece un macchina assassina guidata dal vulcaniano. Loro due e pochi altri uomini della sicurezza hanno bloccato un intero continegente romulano costringendoli alla resa. E nessuno di loro ha voluto dirmi di preciso come hanno fatto... e io a dirla tutta non so se lo voglio sapere."

L'uomo delle comunicazioni deglutì.

"Poi ci sono i tenenti Caytlin e Graahn. La consigliera di bordo è tanto bella quanto scaltra, potrebbe convincere un sasso che sa volare. Secondo me tiene in pugno il Capitano Bueller, ogni volta che lei lo guarda gli occhi di lui si spengono come quelli di un automa. La Dottoressa Graahn invece mi pento di averla assegnata a quella manica di pazzi. Era una ragazza gentile e insicura anche se molto brava nel suo lavoro... ma durante una missione è stata posseduta da un'entità incorporea, un assassino assoldato per uccidere un diplomatico e da quel giorno non è più la stessa. Lo stesso Basta se ne tiene alla larga quendo lei è arrabbiata per qualcosa."

I rapitori che la guardavano, ed era un numero ogni momento più alto, si guardarono ansiosi.

"Poi vediamo... c'è Doohan, il bellissimo capo ingegnere della Hope. Ho visto ufficiali donne di alto grado contendersi le sue attenzioni, persino io, lo devo ammettere, non riesco a togliergli gli occhi di dosso quando è nella stanza. Eppure, nonostante questo, lui guarda le donne che lo venerano e se ne va come se fossero dei semplici oggetti espositivi. Ci sono voci che dicono che una certa principessa su Kaferia si sia talmente innamorata di lui da mettere una taglia per averlo vivo tutto per lei. E poi Tucci! Oh si il tenente Tucci... pensate che il vostro trucchetto con il teletrasporto vi metta al sicuro? A mio parere quell'uomo è lo scienziato più intelligente della federazione ma credete che gli importi? Per lui il mondo intero non esiste, esistono solo i suoi calcoli e la sua scienza. Potrebbe teletrasportare qui delle tossine solo per studiarne gli effetti sui bajoriani."

Molti dei rapitori sbiancarono e parvero lanciare occhiate ansiose attorno a loro.

"Poi c'è Rodriguez. Non ne ho le prove, ma sono certa che controlli più di un cartello criminale. Orioriani, Ferengi... tutti gli devono dei favori. Potrebbe comprarsela la federazione se solo facesse sul serio. Una volta gli chiesi perché facesse tutto questo e lui mi ha risposto 'per divertimento'... si diverte capite?"

"Hai finito con le tue chiacchiere?" il capo era tornato e il suo sguardo rimise in riga i suoi sottoposti.

"Manca solo una..." tutti tornarono a voltarsi verso la Lennox che li guardava con sguardo divertito "La peggiore di tutti: lei non ha sentimenti, nel suo sangue scorre solo il codice della Flotta Stellare e lo usa alla lettera. Nemmeno io lo conosco a memoria ma conosco alcuni codici fondamentali: La federazione non tratta con i terroristi, l'uccisione di un ammiraglio della Flotta Stellare è punibile con la morte... Xyr del Clan Clos ci andrà a nozze con voi."

In un angolo della caverna il giovane andoriano fece cadere gli oggetti che teneva in mano. Era ancora più bianco del suo colorito normale e gli occhi erano spalancati. Anche da quella distanza l'Ammiraglio Lennox percepì la paura come un onda di marea... aveva trovato il punto debole dei terroristi.

"Bingo!" sussurrò stringendo gli occhi.



USS Hope, Plancia - 19/08/2399, ore 14.15


"Mi fischiano le orecchie..." borbottò Rodriguez
"Qualcuno starà parlando di te" rispose Basta continuando il suo lavoro.
"Spero bene!"
"Ne dubito..."


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14.03 - I cacciatori

Autore: Tenente JG Lon Basta

TOOL III, Colonia Tahzot, Residenza di Kolose - 19/08/2399, ore 23:22


Lon Basta, con le mani incrociate sul petto e la testa leggermente piegata verso destra, studiava ad occhi socchiusi l'edificio come se questo fosse in grado di parlargli. Era così immobile che, nel buio in cui era la piazza in quel momento, era quasi impossibile vederlo.

"Allora?," Basta non diede alcun segno di aver sentito il bisbiglio che proveniva alle sue spalle. Sistemando meglio lo zaino sulle spalle Luna si portò al suo fianco. "Allora?" Chiese ancora.

Un sospiro appena percettibile tradì il fatto che il betazoide non fosse diventato improvvisamente una statua di pietra. "Spiegami ancora perché siamo qui a quest'ora senza autorizzazione, in abiti civili." Fu la rapidissima risposta che Luna sentì solo perché era a pochi centimetri da lui. Ciò nonostante chiese: "Eh?"

A quel punto Basta le lanciò un'occhiataccia al quale lei rispose con un sorriso innocente.

"Perché ho pensato che tu potessi usare il tuo mojojo per capire cos'è successo." Gli spiegò magnanima avendo pietà di lui.

"Il mio cosa?"

"Il tuo mojojo, quella roba che ti ha insegnato tuo zio, sai, quando ti faceva vivere come un recluso e ti dava lezioni di sopravvivenza..." Si interruppe vedendo Basta irrigidirsi e girarsi lentamente verso di lei.

"Che ne sai tu di mio zio?"

Per tutta risposta Luna roteò gli occhi, "San Francisco, dopo che ti ho pestato, quando ci siamo visti in quel locale..."

"Vuoi dire quando mi hai seguito in quel locale?"

"Dettagli. Ti ricordi che abbiamo finito tutti gli alcolici? Abbiamo avuto un momento di comunione quella sera io e te, quasi commuovente, tu mi hai parlato del tuo passato e io..."

"Mi hai fatto ubriacare per farmi parlare." L'interruppe secco Lon.

"Esatto."

Basta resto a fissarla in silenzio. "E' difficile che io mi ubriachi."

"Che importa ora! Usa il tuo mojojo!" Sbottò Luna indicando con le mani l'edificio, "ricostruisci l'azione! Immedesimati."

"Che differenza c'era nel farlo di giorno?"

"Di giorno non avremmo potuto fare questo," rispose Luna estraendo uno strumento dallo zaino che fece accigliare Basta e inserendo un comando, "ok, adesso le telecamere non possono vederci, abbiamo esattamente..." controllò lo strumento, "lo stesso tempo che hanno avuto gli assalitori." E guardò Basta con aspettativa. "Mojojo, su su." Lo incoraggiò.

"Non voglio nemmeno sapere dove l'hai preso," commentò Basta con un sospiro per poi portare l'attenzione all'edificio e iniziare a muoversi.

"Meglio," mormorò Luna seguendolo, "ho fatto una simulazione del tempo che sarebbe occorso agli assalitori per entrare nella villa, arrivare alle camere, compiere il loro efferato omicidio, perdere tempo a lottare con l'ammiraglio e uscire quando il loro sistema di mascheratura è saltato." Gli sussurrò mentre si avvicinavano all'ingresso della villa, "non dobbiamo fare altro che ripetere gli stessi passi e..." Si fermò di botto per evitare di urtare Basta che con le mani ai fianchi fissava il cancello accigliato.

"Quanto tempo avrebbero impiegato secondo la tua simulazione a fare tutto?"

"Dieci minuti." Rispose subito Luna.

"Uhm," commentò Basta studiando il cancello prima di iniziare all'improvviso a muoversi. "Allarmi?"

Senza perdere tempo a discutere come mai gli facesse domande le cui risposte era certa lui conoscesse già, Luna guardò immediatamente i suoi appunti, "non mi risulta, avrebbe dovuto esserci una guardia, più un custode, ma..."

"Uhm," sempre più accigliato Basta aprì il cancello e attraversò il giardino fino a raggiungere la porta principale. Entrarono nell'edificio silenzioso e si guardarono attorno. "Le stanze sono nel corridoio l'una di fronte all'altra," sussurrò Luna chiudendosi la porta alle spalle. Basta si incamminò nella direzione indicatagli e raggiunse la prima porta. "Tempo?" Chiese aprendola.

"Sono passati tre minuti."

Il betazoide entrò nella stanza, raggiunse il letto e simulò l'atto di colpire qualcuno disteso, poi tornò indietro. Sulla soglia Luna continuava a controllare il tempo, "se aggiungiamo i minuti persi nella colluttazione con l'ammiraglio direi che ci siamo." Poi lo guardò. Basta ricambiò il suo sguardo. Rimasero a fissarsi per un tempo che alla pilota sembrò lunghissimo poi l'altro sospirò prendendosi l'attaccatura del naso fra l'indice ed il pollice.

"Conoscevano la casa, sapevano che non c'era un allarme, conoscevano la posizione di ogni ospite perché dieci minuti non sono sufficienti se devi cercare le persone che devi uccidere. Non metti in piedi un piano del genere se non hai un informatore interno o vicino alle vittime o se non hai fatto un sopralluogo prima."

Mentre parlava Luna prendeva appunti e annuiva. "Come sono arrivati qui? Hanno usato un teletrasporto come quando sono andati via? Hanno usato una nave?" Poi scosse la testa correggendosi, "Edison ha ripetuto le scansioni e non c'era nessuna navetta non autorizzata in orbita. Quindi dove sono andati?" Sollevò la testa guardando Luna come se lei avesse la risposta e si rifiutasse di dargliela, lei si limitò a fissarlo di rimando. "Hanno usato uno shuttle?" Continuò Basta, "abbiamo fatto scansioni di shuttle che decollavano?"

A quella domanda la pilota sollevò l'indice per dirgli di aspettare.

"Jones a Rest, il signor Tucci ha controllato eventuali voli nell'orbita del pianeta o nell'atmosfera del pianeta verso l'ora dell'attentato?"

=^=No.=^=

"Dobbiamo vedere se nei rapporti che ci hanno girato o che ha la Phoebe, se hanno interrogato la guardia/custode, o se per caso c'erano dei dipendenti che si occupavano della villetta o del giardino," aggiunse guardando Basta mentre parlava con Rest, "è probabile che non fossero degli sprovveduti, quindi dovevano conoscere la casa nei dettagli e sapere dove ciascuna vittima avrebbe dormito."

=^=Quindi i miei calcoli erano esatti,=^= fu la laconica risposta di Rest alla quale Luna rispose roteando gli occhi.

"Si, si, i suoi ragionamenti erano corretti," gli rispose, "il mojojo di Basta lo ha confermato."

=^=Il cosa?=^=

"Nulla,a più tardi tenente." Uno sbotto sfuggi a Luna quando notò lo sguardo di Basta. "Che c'è? A qualcuno lo dovevo pur dire! Almeno se ci avessero arrestato avremmo potuto dire di essere in missione. Ottimo lavoro, sapevo che il tuo mojojo avrebbe funzionato," ripose nello zaino il padd. "Andiamo a bere qualcosa?"

"Non dimentichi una cosa?"

"No, abbiamo fatto la nostra prova, possiamo andare."

"Le telecamere avranno ripreso a funzionare ora," la corresse lui, "come usciamo da qui?"

"Oh quello, la simulazione finisce quando lo voglio io," gli rispose Luna mostrandogli lo strumento che aveva in mano con un sorrisetto, "questo non salta come quello che hanno usato loro."

"Non trovi strano che per essere così organizzati abbiano usato materiale scadente?"

A quella domanda Luna sfiorò nuovamente il comunicatore.



TOOL III, Colonia Tahzot, Locale nella periferia - 20/08/2399, 01:00


"Spiegatemi ancora perché siamo qui e senza scorta oltretutto" chiese Melanne Graahn cercando di farsi sentire al di sopra della musica.

"Ufficialmente perché ci serviva una distrazione," le rispose Caytlin perfettamente a suo agio nell'atmosfera caotica, "ufficiosamente volevo farmi un'idea sul clima della colonia. La scorta mi sembrava un po' eccessiva, vogliamo mantenere un basso profilo e dopotutto siamo in una colonia federale. Bueller ha acconsentito ed era d'accordo con me che una squadra della sicurezza poteva peggiorare le cose... Xyr ha comunque insistito per preparare una squadra di pronto intervento, se qualcuno qui starnutisce troppo forte arrivano i soccorsi." Melanne seguì il suo sguardo in direzione del bar dove Dohaan stava cercando di ordinare da bere. "Dato che è la Phoebe a dirigere le indagini," continuò Caytlin con un sorriso che le illuminò tutto il volto, "nulla ci vieta di occuparci dei dettagli, ovvero di quei particolari che loro potrebbero eventualmente trascurare."

"E questo comporta..."

"Uscire e divertirsi. E solo gli dei sanno quanto il nostro ingegnere ne ha bisogno... ormai non esce quasi più per mangiare in mensa ufficiali e ha fatto in modo che nel suo turno ci siano solo uomini... quindi: uscire e divertirsi come dicevo" concluse la sua frase il consigliere, "e nello stesso tempo studiare la situazione generale. Vedi per esempio quella coppia in quell'angolo?" Le disse indicando un tavolo sul fondo del locale, dove due bajoriani, un uomo ed una donna, sorseggiavano le loro bevande chiacchierando animatamente. "Lui è cotto di lei, ma non vuol darlo a vedere per questo si guarda ogni tanto attorno come se fosse interessato anche alle altre donne presenti. Lei invece non nasconde nulla, ma tutte le volte che lui si guarda attorno, la sua espressione si fa triste."

"E questo cosa ti dice del clima della colonia?"

"Che è sano, almeno in apparenza."

"E quella donna al bancone? Quella vicina a James?" Le chiese Melanne palesemente intrigata dalla capacità di osservazione dell'altra. Caytlin si girò nella direzione indicata e socchiuse appena gli occhi prima di tornare a guardarla sorseggiando con grazia la sua bibita.

"Impegnata, ma dal modo in cui guarda James ancora non per molto."

"Come fai a dirlo?" Le chiese Melanne sorpresa. Caytlin sorrise.

"Dall'atteggiamento innanzitutto, continua a guardare in direzione di James e nello stesso tempo verso quel gruppetto poco distante come se avesse paura di essere scoperta."

"Oh," commentò Melanne sorpresa.

"E qualche minuto fa baciava uno di quei ragazzi," concluse ridendo Caytlin. "Comunque sia," proseguì guardandosi ancora attorno, "ho scelto questo locale perché è uno dei pochi, non che ce ne siano molti in questa colonia, dove non saremmo saltati troppo all'occhio. Qui non ci sono solo bajoriani." Concluse con un sorrisetto soddisfatto.

"Se dovessi dare una mia opinione direi che è una sana e tranquilla atmosfera," annuì Melanne ricambiando il sorriso, "quindi anche se non ne ricaviamo nulla, mi sta bene anche la serata per distrarsi." Concluse con un sospiro.

"C'è qualcosa che non va?" Le chiese Caytlin riportando l'attenzione su di lei.

Melanne scosse la testa, "No, non c'è nulla che non vada. Ma probabilmente tu non ne sei convinta dato che hai portato qui anche me oltre a James"

"Dal tono in cui dici di no, sembra tutto il contrario." Caytlin la obiettò con un sorriso amichevole.

Prima che però Melanne potesse rispondere un grido rabbioso interruppe il loro discorso.

Entrambe si girarono verso il bancone dove un bajoriano enorme aveva afferrato per il bavero Dohaan e, senza pensarci Melanne si alzò di scatto correndo verso i due. Mentre stava per imitarla Caytlin incrociò lo sguardo di un bajoriano che la fissava senza preoccuparsi troppo di nascondere l'odio. Istintivamente sorrise.



USS Hope, Infermeria - 20/08/2399, ore 03:00


Basta entrò nell'infermeria con uno sguardo così scuro che l'infermiera Nudges arretrò istintivamente di un passo e senza che lui le chiedesse nulla indicò immediatamente l'ufficio di Melanne Grahan. Senza una parola il betazoide si diresse immediatamente nella direzione indicata.

"Fuori." Sibilò all'infermiere che si stava occupando dello zigomo della dottoressa.

"Ma verament..:"

"Ho detto: fuori," ripeté seccamente fissando Melanne.

L'uomo passò lo sguardo fra l'una e l'altro fino a quando la Grahan non gli fece un cenno d'assenso. Non appena le porte si chiusero alle sue spalle Lon aprì la bocca.

"Se sei venuto per dare ordini nella mia infermeria, quella è la porta." Lo interruppe Melanne sospirando.

"Non vado da nessuna parte fino a quando non mi spieghi cosa ti è saltato in mente," ribatté lui digrignando i denti.

Girando attorno alla scrivania per sedersi, Melanne si massaggiò lo zigomo arrossato. "Intendi dire quando ho accettato di andare con Caytlin a bere qualcosa?" Chiese con aria innocente.

A quella risposta Lon serrò la mascella, "non fare la furba Melanne! Ho letto il rapporto."

"Oh per la miseria Lon!" Esclamò lei esasperata, "non è successo nulla! James ha attirato l'attenzione della donna sbagliata tutto qui!"

"E la parte in cui ti sei ritrovata davanti ad un pugno?"

"Non è nulla che non potrebbe accadere a chiunque cerchi di interrompere una rissa," ribatté lei stringendo le spalle con indifferenza.

"Si ma..:"

"Non propinarmi di nuovo la storia che tu sei addestrato e io no," lo minacciò lei iniziando ad arrabbiarsi, "perché i corsi di autodifesa li ho fatti anche io Lon Basta! E se solo ti azzardi a dire che non era compito mio intervenire puoi tranquillamente girare sui tacchi ed andartene."

Il betazoide fissò il dito indice teso nella direzione della porta, poi tornò a guardare lei.

"Non sei sufficientemente addestrata ad affrontare una rissa," le disse a denti stretti e fu investito da un mare in tempesta che minacciò di schiacciarlo "Fuori!" Sibilò Melanne alzandosi e indicando la porta.

Temporaneamente senza fiato Lon non reagì fino a quando non se la ritrovò davanti che lo fissava furibonda. "Tu," gli disse lei colpendolo più volte con la punta dell'indice sul petto sottolineando ogni parola, "non hai alcun diritto di decidere se io sono o non sono in grado di fare qualcosa!"

Come se fosse affascinato dal dito della mano di Melanne, Lon restò in silenzio per alcuni lunghissimi secondi quando lei ebbe finito di parlare. "Hai ragione." Le disse quando finalmente ritrovò la parola.

Fu a quel punto che Melanne lo baciò.


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14.04 - Una nuova pista

Autore: Tenente JG Melanne Graahn

TOOL III, Colonia Tahzot - Ubicazione sconosciuta - 20/08/2399, 5.43


L'andoriano che si teneva sempre in disparte era la chiave per destabilizzare l'intero gruppo e la Lennox lo sapeva. Solo che non aveva ancora idea di come usare quell'informazione a suo vantaggio.

L'idea di una fuga era impraticabile, questo ormai lo aveva capito. Le avevano coperto il volto quando l'avevano portata in quel posto, ma aveva capito da qualche brandello di conversazione e dalla generale atmosfera del luogo che dovevano essere da qualche parte sotto terra. Molto sotto terra. Era persino possibile che l'unica via per entrare e uscire fosse il teletrasporto con cui l'avevano portata lì sotto. L'idea di una fuga per lei sola, magari con degli inseguitori alle calcagna, era impensabile.

In un certo senso, era anche meglio. Non aveva più l'età per certe cose.

Questo non significava tuttavia che dovesse rimanere con le mani in mano. Doveva solo puntare su una strategia più a lungo termine.

Non aveva idea di come stessero andando le indagini, ma sapeva da quello che le avevano detto i suoi ospiti che il clima della colonia era piuttosto chiuso. Poteva quindi supporre che Strauss, i ragazzi e chiunque avessero inviato ad indagare, non stessero ricevendo un entusiastico sostegno. Tuttavia non si sarebbero lasciati scoraggiare. Strauss poteva essere un paranoico che aveva quasi mandato a monte la sua stessa carriera, ma dopo tanti anni era certa di una cosa: non l'avrebbe abbandonata.

I suoi carcerieri non avevano manifestato alcun tipo di ansia al di là del normale stato d'animo associato alla situazione, quindi si poteva supporre che al momento non si sentissero in pericolo.

Forse non poteva fuggire da sé, ma avrebbe potuto cercare di minare la coesione dei suoi rapitori dall'interno, spingerli a fare un passo falso. Non era forse la strategia più efficace ma era l'unica che al momento era in grado di mettere in atto.

Per questo aveva puntato sull'andoriano.

I fanatici sono impermeabili a qualunque tentativo di ragionare, ne aveva incontrati diversi nella sua carriera e lo sapeva bene. Non importava quale fosse la causa del loro fanatismo, tirando le somme erano tutti uguali. I tizi che l'avevano rapita non facevano eccezione.

L'andoriano invece sì.

Quali che fossero le motivazioni a spingerlo, non erano quelle del resto della combriccola. Questa differenza tra lui e gli altri in qualche modo gli era causa di grande frustrazione. Se fosse riuscita a sfruttare questa differenza, forse sarebbe riuscita ad ottenere qualcosa.

Si appoggiò con noncuranza alla fredda parete di pietra della sua cella e smangiucchiò distrattamente un pezzetto dell'insipida focaccina che le avevano spacciato per pranzo. Il ragazzo era di guardia alla sua cella. Armeggiava con un qualche componente elettronico sul rozzo tavolo di legno e sbuffava ogni volta che questo emetteva una scintilla. Non aveva idea di cosa stesse facendo e nemmeno le interessava.

"Ora ti fanno fare anche l'elettricista?" gli domandò senza voltarsi.

L'andoriano si irrigidì appena, ma non rispose.

"Sai pensavo che tra questi idioti, avrebbero trovato qualcun altro per farmi la guardia. O ti sei offerto volontario?"

"Taci, donna."

"No, immagino di no. E' un lavoro noioso, no? Fare la guardia a una donna di mezza età in una prigione di pietra. Anche uno scimpanzé avrebbe potuto farlo."

"Taci!"

A quanto pare quel tizio era anche irascibile. Tanto meglio. "Dev'essere per questo che hanno messo te di guardia. Non sembra che ti apprezzino molto."

Il ragazzo ebbe uno scatto e si alzò, puntando un'arma nella sua direzione. "Ti ho detto di tacere," sibilò.

La Lennox lo fissò per qualche istante, ne valutò la reazione decisamente eccessiva, mentre lui tornava a sedersi.

"Eppure, qui dentro sembri quello con più cervello... ma immagino che la causa valga anche questo..."

L'andoriano fece per scattare in piedi di nuovo, ma qualunque fosse la sua intenzione, si bloccò alla vista del bajoriano appena entrato.

"Il capo ti vuole. Vedi di muoverti," lo apostrofò.

Il ragazzo se ne andò, arrabbiato tanto con lei quanto con il suo compare.

Quest'ultimo fece passare lo sguardo tra i due per un istante prima di domandare: "Che diavolo succede qui?"

"Niente," rispose la Lennox con un sorriso.



USS Hope - Ufficio del Primo Ufficiale - 20/08/2399 - Ore 09.00


"Non ho capito bene... chi sarebbe questo tizio?"

"Non ci ha fornito i documenti..."

"...e a dir la verità è stato molto attento a non farsi vedere in faccia..." si inserì Melanne.

"Esatto... ma ha detto di avere delle informazioni sul delitto della villetta," concluse Caytlin.

"Non capisco," disse Xyr, le antenne che si piegavano in avanti dandole un cipiglio vagamente inquisitorio, "come avete fatto a parlarci senza vederlo in faccia?"

"Il locale era molto affollato nonostante l'ora e lui ci ha fatto avere un padd tramire una cameriera," rispose Caytlin.

"Allora la cameriera lo avrà visto in faccia, giusto?"

"Ce l'ha indicato mentre stava uscendo. Non siamo riusciti a vederlo in faccia. Le abbiamo chiesto di descrivercelo, però."

"E lei?"

"A parte che si tratta di un Bajoriano, niente. Diciamo che era un po' distratta."

"Da cosa?" chiese Bueller.

"Da lui," concluse Melanne indicando con un gesto del capo un imbarazzatissimo Doohan.

Per un momento nell'ufficio calò il silenzio. Doohan sembrava uno pronto a bollire nella sua stessa divisa, Caytlin e la Graahn sembravano tanto dubbiose quanto eccitate dalla novità.

Xyr era impassibile come sempre. Bueller non sapeva che pensare.

Avrebbe potuto essere una buona pista come un qualche genere di sotterfugio, un ricatto, un mitomane o anche uno scherzo. Era certo che Rest avrebbe potuto calcolare l'esatta probabilità alla terza cifra decimale, ma francamente non pensava che glielo avrebbe chiesto.

"Quindi vorrebbe un incontro?"

Caytlin annuì, facendo scivolare il padd sulla scrivania verso Bueller. "Per fornirci le informazioni di cui è in possesso."

"Ha chiesto un pagamento?" domandò Xyr.

"No, o almeno qui non lo dice."

"Allora le sue motivazioni non riguardano un guadagno diretto."

"Quindi cosa vuole?"

Bueller sembrò riflettere per un momento. "E' possibile che abbia visto due belle ragazze e..."

Xyr si voltò verso di lui stringendo gli occhi. "Chi mai inventerebbe una cosa del genere solo per un approccio romantico?"

Melanne sembrò sul punto di dire qualcosa. Ferris tossicchiò. "Non io," si affrettò a dire. "Ma naturalmente qui non si parla di me no?"

"E comunque ha chiesto di parlare solo con me," puntualizzò Caytlin.

"Certo. Davvero non so come mi è venuto in mente. Beh, se si tratta davvero di una pista, immagino che sia il caso di organizzarsi in proposito e questa volta Caytlin scenderai con una scorta. Parlerò con Basta e Rest," aggiunse Bueller prevenendo le proteste di Xyr. "Solo una cosa," proseguì, "non dite niente a Strauss."


USS Hope - Ufficio dell' Ufficiale Medico Capo - 20/08/2399, ore 10.12


Melanne incrociò le dita sul piano della scrivania e sorrise ampiamente a Caytlin. L'altra, seduta su una delle poltroncine di fronte, pareva in egual misura perplessa e soddisfatta. La dottoressa lo era ugualmente. La loro ultima visita sul pianeta le era sembrata una perdita di tempo e le aveva anche procurato un pugno in faccia, questa seconda sarebbe stata fruttuosa.

Adorava Lon - ma non era per questo che l'aveva baciato, di nuovo - nonostante a volte, com'era normale avessero delle divergenze - ma non era per questo che l'aveva sbattuto fuori dal suo ufficio, di nuovo - tuttavia, davvero non poteva sopportare le sue ramanzine. Una piccola, esile, profonda parte di lei probabilmente le avrebbe detto che anche quella era una bugia, ma Melanne non era ancora pronta ad ascoltarla. Invece, era sicuramente pronta a scendere di nuovo su quel pianeta senza dirgli nulla.

"Sei sicura di voler scendere di nuovo con me?"

"Credi che ci siano dei rischi?"

"No, credo di no, dopotutto è pieno giorno e il luogo che ho scelto è praticamente in centro. La squadra della sicurezza è un po' numerosa ma Lon non mi pareva in vena di discutere."

"In un certo senso sarebbe stato meglio non portare nessuno nemmeno questa volta. I ragazzi della sicurezza non sono cattivi ma sono un po', come dire, ingessati, ecco. Dopotutto, lavorano sotto Lon e Rest, non è che gli si possa dar torto."

"Ok," disse lentamente la rossa risiana, osservandola un po' stranita e dubbiosa riguardo l'ultima affermazione. Gli uomini della Hope, con ancora qualche anno di esperienza sul campo, sarebbero stati in grado di passare inosservati anche in un mercato klingon.

"Perfetto, ci vediamo tra due ore, allora."

"Sì." Caytlin si spostò leggermente sulla poltroncina, mettendosi più comoda. "Melanne, tu sai che se c'è qualche problema me ne puoi parlare, vero?"

"Certo, perché me lo dici?"

"Oh, perché tu lo sappia."

In verità la sua non era stata una visita del tutto casuale. Caytlin era decisamente abile nel suo lavoro e nel tempo aveva scoperto che il miglior modo di venire a conoscenza di potenziali problemi prima che diventassero tali era tenere le orecchie bene aperte. La nave è piccola e la gente mormora o una cosa del genere.

Se c'era un pettegolezzo che valeva la pena conoscere, prima o poi lo avrebbero saputo tutti e lei un po' prima di tutti gli altri. In più si era fatta buoni amici in quasi tutti i dipartimenti della nave.

Voci correvano in merito alla loro ultima visita alla colonia. Pareva che dopo il rientro, Basta fosse stato visto far visita alla Graahn nel suo ufficio con umore più che tempestoso. Molto più del solito almeno. C'era stata una qualche discussione, si poteva presumere, perché Lon era stato letteralmente sbattuto fuori dall'ufficio. Melanne si era chiusa dentro e aveva cominciato a registrare un diario personale che era passato rapidamente dallo standard federale agli improperi in trill stretto.

Il fatto di non parlare il trill non aveva impedito ad una delle infermiere di stare con l'orecchio appiccicato alla porta, pareva. D'altra parte, i pettegolezzi su Basta e la Graahn erano i preferiti tra i romantici a bordo, subito dopo quelli tra Rest e Xyr o Bueller e Xyr, a seconda del caso.

Ora Caytlin sospettava - e non sapeva quanto avesse ragione - che auto invitarsi nell'away team per farsi un giro, fosse un tentativo da parte di Melanne di mostrare a Lon in quali abissi può sprofondare una donna per amor di vendetta.

"Per curiosità, qual è il vero motivo per cui vuoi tornare di nuovo laggiù? Non è necessario che tu venga con me..."

"Beh, da protocollo in questi casi è utile avere un medico nel team di sbarco, era il turno del mio secondo, però, beh..."

"Sì?" la incoraggiò il consigliere.

"Credo che Lon si arrabbierà di più così," ammise candidamente la Graahn.


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14.05 - Una nuova vittima

Autore: Tenente JG Caytlin

***FLASHBACK***
USS Hope, Ufficio del Consigliere - 20/08/2399, Ore 02.30


"Mi spieghi per quale motivo non mi avete detto nulla?" Basta era decisamente sdegnato

"Esattamente cosa?" interloquì la Risiana con fare sornione

"Caytlin non fare la stupida con me.. siete andate con Doohan senza alcuna protezione dei miei uomini.. la sezione sicurezza non era al corrente dei vostri spostamenti.. un away team ha sempre una squadra di supporto pronta ad ogni evenienza"

"E noi l'avevamo.. ho allertato Rest che presidiava una delle sale teletrasporto pronto a recuperarci in caso di necessità.. la stessa Xyr ne era informata e pronta ad agire all'abbisogna.. e sono pressoché certa che in base al regolamento lei ti abbia avvertito, prescrivendoti però il divieto di sbarcare in forze in nostro supporto"

"Infatti.. ma non capisco perché tutto il mondo ne era a conoscenza, tranne me! Perché non mi è stato detto direttamente da Melanne?"

"Sul serio lo vuoi sapere?"

"No... non venirmi a dire che sono troppo protettivo nei confronti di Melanne perché è mio compito esserlo nei confronti di tutti a bordo..."

"Quindi suppongo che tu sia stato tremendamente in ansia per la mia incolumità e quella del povero Doohan, tanto quanto lo sei per quella della nostra dottoressa"

"Esattamente!"

"Non dire cazzate!"

"Come scusa?"

"Oh mi hai sentito benissimo... è un'espressione terrestre per affermare, senza ombra di dubbio, che stai dicendo una sciocchezza così grossa che è chiaramente falsa"

"Lo cosa vuol dire!" ribatté stizzito Basta

"Bene... se lo sai... al posto di tirare su le tue barriere mentali e metterti sulla difensiva... e so che lo stai facendo... cerca di capire perché sia successo quello che è successo"

"Perché Melanne ha voluto fare una ripicca da bambina! Per qualcosa che ho detto... o che ho fatto!"

"Da bambina?"

"Beh ha quasi trent'anni, come lo definiresti tu non comunicarmi che andava a rischiare la propria incolumità?"

"Innanzitutto non è tenuta a dirlo a te... abbiamo informato Xyr... vai da lei ad informarti se abbiamo noi violato qualche tipo di regolamento... ne usciresti dopo cinque o sei ore più rincoglionito di quanto sei entrato... ma alla fine, sapresti quello che già sai... non eravamo tenute a dirti nulla!"

"Come responsabile della sicurezza, io sono tenuto a garantire l'incolumità..."

"Bla bla bla... tu non sei qua come il capo della tua sezione Lon! Tu sei qua perché ami Melanne, ma non sei in grado né di dirglielo né di rispettare il fatto che sia una donna che ha imparato ad affrontare le sue incertezze e le sue paure... che ama essere indipendente e che ha bisogno di un compagno che la supporti e la protegga... non di uno che la metta in una campana di vetro sgridandone o frustrandone ogni iniziativa! Ora sei qua da me... finalmente vorrei dire... ma se tu avessi avuto la brillante idea di fare tale sceneggiata davanti a lei, non avresti avuto abbastanza guance da porgerle per gli schiaffi!"

"Da quando le psicologhe hanno smesso di ascoltare e far parlare i propri pazienti ed erogano giudizi non richiesti?"

"Attento a te Lon Basta!"

"Ok ok... pace... forse hai ragione te, ma io con Melanne non riesco a discutere... le mie sinapsi celebrali vanno in pappa, quasi come Rest quando ha il pon farr..."

"Inizia a farle capire quanto tieni a lei, possibilmente facendo finire la cosa con un bacio e non con una tua guancia gonfia... al resto ci penso io... ora fuori di qui che io mi devo lavare ed andare a fare una dormita!"



TOOL III, Colonia Tahzot, Ubicazione sconosciuta - 20/08/2399, ore 23.28


Erano appena passate le undici di sera quando finalmente riuscì a portare a termine il suo componimento: non era stato facile scrivere gli ultimi versi ed aveva impiegato molto tempo. Più di quanto aveva immaginato in quanto si era sforzato di creare un'espressione malinconica, ma bella allo stesso tempo.

Molti tentativi lasciati a metà erano finiti in un ipotetico quanto reale cestino. Per due volte era stato molto vicino a lasciare perdere, ma alla fine quella che lui amava definire poesia era lì sul tavolo davanti a lui.

Era il suo lamento per i Profeti... il cui credo stava scomparendo dei cuori Bajoriani e che da anni erano stati visti o percepiti solo di rado.

Un'altra cosa che la Federazione era riuscita a togliere di mezzo.

Si alzò dalla sedia e raddrizzò la schiena: col il passare degli anni trovava sempre più difficile restare seduto a lungo chinato sui suoi scarabocchi.

*Un vecchio come me non dovrebbe più scrivere poesie, salmi o orazioni* aveva pensato *quando un uomo arriva a settantotto anni, i suoi pensieri non hanno più valore se non per se stesso*

Ma allo stesso tempo, sapeva che, fortunatamente, non era così. Certo in alcune culture si guardava ai vecchi con indulgenza o con sprezzante compassione, ma in altre realtà v'era ancora rispetto della vecchiaia considerata come il tempo della saggezza serena.

Lui avrebbe continuato a scrivere finché era in vita, fino a quando la sua mente rimaneva lucida come lo era in quel momento.

Altro non sapeva fare. Non più. In un passato antico era stato un ottimo mercante, così bravo da essere superiore a molti altri. Si era creato la giusta reputazione di essere duro nelle trattative e negli affari. Durante gli anni d'oro aveva accumulato un capitale sufficiente da permettergli di vivere agiatamente. Alla fine, però, era rimasto da solo e si era riconvertito umanamente e spiritualmente.

Da anni erano i propri componimenti a dare un significato alla sua vita: tutto il resto rimaneva una necessità ormai passeggera. Quei versi gli procuravano una soddisfazione che altrimenti provava solo raramente.

Tirò le tende della grande finestra che dava sui campi che si curvavano dolcemente e, mentre attraversava il grande soggiorno, avvertì una fitta alla schiena. Stava forse ammalandosi? Ogni giorno cercava di avvertire i segnali che il suo corpo gli stava lanciando.

Per tutta la vita si era tenuto in forma, non aveva mai fumato, era sempre stato morigerato con cibo e bevande. Tutto questo lo aveva lasciato in buona salute, ma aveva quasi ottant'anni.

Andò in cucina e si versò una tazza di caffè dalla caffettiera che era sempre piena.

Qui si riscosse dalle proprie fantasticherie: un rumore aveva attirato la sua attenzione.

Invecchiare significava, fra l'altro, diventare apprensivi, ma euello che era successo alla Colonia non poteva che aumentare in lui lo stato di preoccupazione.

Le serrature delle porte erano solide. Aveva un fucile nella camera da letto al primo piano ed una pistola pronta all'uso in un cassetto in cucina. Se qualche malintenzionato si fosse azzardato ad entrare della sua proprietà isolata, situata a nord rispetto alla piccola capitale della colonia, avrebbe saputo come difendersi. E non avrebbe esitato a farlo.

Ma sarebbe stato tutta la notte sveglio ad aspettare? Magari invano? No ormai il tarlo della preoccupazione si era incuneato nella sua mente ed aveva sconfitto le fitte alla schiena.

Guardò l'ora: erano appena passate le undici e mezza di sera, non propriamente l'orario ideale per uscire. Diede uno sguardo al termometro appeso fuori dalla finestra e vide che segnava sette gradi.

Andò all'ingresso e si fermò per indossare un maglione aggiuntivo: invecchiando, alle altre pene si aggiungeva quella di patire sempre di più il freddo.

Afferrò il bastone che teneva lì di sicurezza... non sarebbe stato efficace come i phaser, ma uscire armato senza motivo nella notte poteva attirare più attenzioni di quante lui ne desiderasse... già lo consideravano mezzo pazzo... non poteva dar loro motivo di altre assurde dicerie.

Aperta la porta, l'aria era piena di odori che salivano dalla terra bagnata. Una volta che gli occhi si abituarono all'oscurità, poté scrutare il cortile davanti alla casa: era deserto.

In lontananza poteva intravedere il riverbero delle luci della città. Viveva ad una tale distanza dal vicino più prossimo che solo il buio lo circondava. Il cielo era stellato, quasi completamente sereno, eccezion fatta per quella bruttura di nave della Flotta Stellare che si stagliava come un rapace addormentato in orbita.

Era una bella nottata, dopotutto, eppure qualcosa lo rendeva inquieto.

Si fermò sul sentiero davanti a casa e tese l'orecchio: l'unico rumore era il debole brusio del vento.

Si incamminò tralasciando le fitte alla schiena, poi si fermò nuovamente e si girò... non c'era niente: era solo.

Il sentiero era in leggera pendenza, lo avrebbe condotto alla collinetta ove aveva eretto una piccola torretta di osservazione... o un campanile come qualcuno lo aveva chiamato in virtù di quella campanella che aveva issato in cima e che titillava in caso di forte vento o se sollecitata tramite il sistema di cordame che la sorreggeva.

Per arrivarci doveva attraversare un piccolo fossato sul quale aveva sistemato una passerella.

Si fermò di colpo sentendo il verso di un uccello: un ramo che si era spezzato da qualche parte vicino al suono lo convinse che si trattava di un predatore in cerca della sua succulenta cena piumata... ma rimase ugualmente immobile, con tutti i sensi in allerta.

Sentì nuovamente il verso dell'uccello, poi tornò il silenzio e lui si rimise in cammino borbottando malcontento: non solo vecchio, ma anche ansioso con paura dei fantasmi e del buio.

Ancora pochi passi e sarebbe arrivato alla passerella che attraversava il fossato... si fermò nuovamente di colpo: c'era qualcosa di strano, qualcosa di diverso, socchiuse gli occhi per distinguere meglio i dettagli nel buio... non riusciva a capire cosa fosse, ma qualcosa era cambiato.

Alla fine si arrese e si convinse che si trattasse di uno scherzo della sua immaginazione... probabilmente quella confessione del mattino l'aveva sconvolto... il racconto di quel giovane lo aveva scombinato più di quanto non potesse immaginare...

Al resto avevano pensato i suoi occhi che si erano indeboliti... raggiunta la passerella, sentì le assi sotto ai piedi, ma mantenne lo sguardo fisso alla torretta.

Nello stesso attivo in cui il pensiero gli passò per la mente, capì che era tutto vero: c'era qualcuno, un'ombra immobile che sembrava salutarlo.

Un improvviso fremito di paura gli attraversò tutto il corpo come un solitario soffio di vento gelato.

Lanciò un urlo all'ombra sulla torre. Nessuna risposta, nessun movimento.

Gridò nuovamente avanzando di un passo.

Le assi si spezzarono all'improvviso con un rumore secco e lui cadde verso il fondo. Il fossato era profondo circa due metri, non ebbe il tempo di allungare le braccia per frenare la caduta.

Sentì un dolore acuto che proveniva da diverse parti del suo corpo, era come se qualcuno stesse inserendo dei ferri roventi usando lui come uno spiedo... un dolore intenso che gli tolse anche la forza di gridare.

Quando tutto tornò calmo, l'ombra scese lentamente dalla scala di legno della torre ed illuminò il fossato.

Il sacerdote Bajoriano giaceva esanime infilzato da molteplici paletti aguzzi... presto sarebbe toccato anche a quell'idiota che voleva spifferare tutto agli ufficiali federali.


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14.06 - Troppa liberta?

Autore: Tenente JG Rest figlio di Retok

USS Hope, Alloggi Capitano Strauss - 20/08/2399, ore 23.33


*Respira...*

*Calmati...*

*Non sei di nessuna utilità così...*


Strauss se lo ripeteva da ore faticando ad eliminare dalla propria mente l'immagine della Lennox in un rapimento le prime ore sono cruciali, poi le probabilità di ritrovare l'ostaggio vivo calano drasticamente sino a rasentare lo zero.

Per Nicholaus non era mai stato facile instaurare dei buoni rapporti con gli altri ammiragli del comando per via del suo carattere "particolare". Detto in mezzi termini, era conscio che la sua cieca convinzione che tutta la realtà fosse stata piegata e distorta da una serie di complotti più o meno occultati, lo rendeva un personaggio scomodo da pensionare quanto prima o da relegare ad una scrivania in qualche scantinato polveroso. Solo Evelin aveva visto in lui molto di più che un maniaco delle cospirazioni, solo lei aveva saputo trarre il meglio dal suo carattere e gli aveva permesso di tornare a viaggiare.

Ma Evelin non era solo un suo superiore, era anche una sua grandissima amica, una delle pochissime persone a cui era davvero affezionato no, non avrebbe permesso a nessuno di mettere in rischio la sua vita... se ci fosse stata anche solo una remota possibilità di salvarla, lo avrebbe fatto.

Ripensò per un attimo alla scenata sul pianeta e di riflesso sferrò un pugno alla paratia: ma che diavolo gli era passato per la testa? Lasciarsi andare in quel modo quale utilità avrebbe portato alle indagini? Ovviamente nessuna, era stato uno scatto d'ira che certamente avrebbe maldisposto le forze di polizia locali facendoli chiudere a riccio e aumentando la loro ritrosia al condividere eventuali scoperte e novità sulla situazione dell'ammiraglio. Di fatto non erano giunte nuove comunicazioni, erano stati informalmente accantonati e non poteva dar loro torto: atteggiamenti impulsivi e fin troppo emotivi portano a compiere spesso azioni avventate che possono concludersi nei peggiori dei modi.

La situazione sul pianeta appariva già una polveriera senza aggiungere altra carne sul fuoco: quattro morti accertati, un ammiraglio rapito e sullo sfondo una popolazione che globalmente sembrava del tutto quieta ma che con buone probabilità covava in sé i sintomi di un malessere che al momento lui non riusciva a delineare, anche se ne subodorava la presenza.

Nicholaus si andò a sciacquare il volto nel bagno per poi osservarsi allo specchio, negli occhi una nuova ardente determinazione era un Capitano della Flotta Stellare, un ufficiale temprato da anni di servizio, un fottutissimo professionista... era il momento di reagire e dimostrare di che pasta era fatto, era il momento di lasciare da parte l'ansia e l'apprensione e fare ciò che era il suo lavoro.

Si asciugò il volto e tornò in camera, solo allora si accorse che era da un po' che non sentiva Bueller. Doveva ammetterlo, si era comportato bene sul pianeta... di certo meglio di lui! Aveva dimostrato un sangue freddo e una faccia di bronzo encomiabile nei confronti delle forze di polizia planetarie se avevano ricevuto delle informazioni in fondo era stato grazie a lui... che sia davvero pronto a proseguire per quell'incarico con le sue sole forze? A quella domanda non si seppe dare una risposta, ma una cosa la sapeva: sicuramente l'equipaggio della Hope non era rimasto con le mani in mano, era ovvio che avessero indagato ed ora voleva sapere a che punto fossero.

=^=Strauss a Rest, l'aspetto alle ore 6.00 in ufficio del Capitano, voglio un rapporto completo di quanto è stato svolto dalla nave dalla nostra visita al pianeta ad ora. Strauss chiudo=^=

Non attese neppure la risposta e decise di andarsi a fare la doccia calda e dormire qualche ora, questo gli avrebbe permesso di calmarsi del tutto prima di rimettersi al lavoro.



TOOL III, Colonia Tahzot, Ubicazione sconosciuta - 21/08/2399, ore 06.16


L'aria frizzantina alle primissime luci dell'alba era una delle poche gioie quotidiane che Nezien si godeva prima di recarsi al lavoro faceva la domestica nella casa di un vecchio poeta fin troppo legato alla religione ma che pagava piuttosto bene. Aveva avuto modo di seguire anche qualcuna delle sue farneticazioni paranoidi, ma solitamente preferiva ignorarlo per dedicarsi alle faccende e tornarsene il prima possibile a casa.

Mancavano circa una decina di metri all'entrata della casa ma qualcosa stranamente non gli tornava. Solitamente quel vecchio la attendeva alla finestra con espressione perennemente scontenta, ma non quel giorno... perché? Il pensiero andò all'inevitabile, del resto il vecchiardo aveva quasi ottant'anni e, per quanto si vantasse di avere ancora un fisico sopra la media per la sua età, in verità sembrava sempre con un piede nella fossa.

Accelerò il passo per arrivare alla casa ed entrò spalancando la porta, nessuna risposta.

Iniziò a girare per le varie stanze ma non vi trovò nessuno, e così a furia di cercare si ritrovò nel giardino sul retro dell'abitazione. Non che si aspettasse molto, il vecchio poeta non era tipo da uscire di casa di prima mattina ma non aveva altre idee su dove potesse essere.

Lentamente iniziò ad esplorare l'area avvicinandosi allo strano fossato voluto dal vecchio e a quella sorta di passerella: fu allora che lo vide. Il vecchio era riverso nel fossato, trafitto da un numero imprecisato di paletti aguzzi.

Nezien non se ne accorse neppure ma lanciò uno strillo acuto, poi arretrò faticando a staccare gli occhi da quello spettacolo macabro le ci volle qualche istante per rendersi conto di quanto era avvenuto, ma quando finalmente riuscì a muoversi si ritrovò a correre via da quel luogo di morte.



USS Hope, Ufficio del Capitano - 21/08/2399, ore 06.43


Strauss aveva scelto il tenente Rest per ricevere le informazioni che desiderava con la consapevolezza che in quanto vulcaniano avrebbe preso in modo letterario gli ordini ricevuti: gli era stato chiesto di dire tutto ciò che era successo e poteva esserne certo che lo avrebbe fatto in modo estremamente scrupoloso, senza omettere alcun particolare. Giunto alla fine rimase in silenzio per un po', fissando il tenente Rest che se ne stava in piedi di fronte alla scrivania era talmente incollerito dal stringere i pugni sino a farsi sbiancare le nocche.

"E tutto... tenente?" il tono del Capitano si era fatto via via più tagliente nel mentre procedeva con l'esposizione dei fatti

"In base alle informazioni pervenute ritengo di averle detto tutto, Capitano"

Nicholaus si prese qualche altro attimo limitandosi a fissare furioso Rest per poi sfiorare l'interfono =^= I tenenti Ferris, Xyr, Caytlin, Graahn e Doohan a rapporto immediatamente nell'ufficio del Capitano =^= poi alzò di scatto il volto notando il leggero movimento laterale di Rest "E lei dove pensa di andare?"

Rest inarcò il sopracciglio destro "Avendo lei richiesto la presenza di altri cinque ufficiali avevo dedotto che la mia presenza non fosse più necessaria"

"Ha dedotto male! Resti dove si trova!" Strauss incrociò le braccia al petto attendendo alla scrivania il sopraggiungere di tutti gli ufficiali chiamati.

I ragazzi non ci misero molto ad arrivare... tutti sembravano, a ragione, un po' stupiti di quella convocazione collettiva. Bueller, appena entrato ebbe quasi il moto di chiedere qualche spiegazione ma lo sguardo di Strauss ed il suo rapido gesto della mano lo fece desistere all'istante. Il Capitano, nel frattempo, stava cercando di ritrovare la calma prima di iniziare a parlare e gli ci volle un po' di tempo "Immagino che possiate almeno immaginare la motivazione per cui siete tutti qui"

Lo sguardo di Bueller passò fra i presenti soffermandosi su Rest, l'unico che non era inserito nella chiamata del Capitano "Si Capitano, qualche idea credo che ce la siamo fatta un po' tutti"

"Non faccia lo spiritoso, tenente!" la risposta di Strauss suonò particolarmente scocciata "Mi ritrovo a fare qualcosa che non mi piace ma che evidentemente è divenuto assolutamente doveroso, quindi mi sostituisco ai tenenti Bueller e Xyr che, evidentemente..." il Capitano calcò il tono sull'ultima parola "...sono troppo coinvolti per svolgere a pieno il loro incarico. Vi ordino di restare in silenzio sino a che non vi farò io qualche domanda. Questa non è una riunione e la vostra opinione in questo momento non mi interessa affatto" il Capitano prese un piccolo respiro prima di proseguire "Cercherò di non soffermarmi troppo sulla vostra prima visita sul pianeta non credo serva ricordare a nessuno di voi che l'utilizzo di strumentazione atta a disattivare i sistemi di allarmi non è legale, così come non è legare accedere di soppiatto in una scena del crimine. Ad ogni, seppure non apprezzi il modo non posso negare che i risultati ottenuti abbiano almeno in parte valso il rischio. Avete confermato le ipotesi di Rest, ossia che i responsabili conoscevano la casa, sapevano che non c'era un allarme ulteriore rispetto alle telecamere e conoscevano la posizione di ogni ospite perché dieci minuti non sarebbero stati sufficienti se fosse stato necessario cercare le persone da uccidere. Non riuscirebbe a mettere in piedi un piano del genere senza un informatore interno o vicino alle vittime o se non hai fatto un sopralluogo prima allo stesso modo la strumentazione usata non era delle migliori e questo fa pensare che il gruppo avesse delle risorse limitate per agire... possiamo escludere che vi siano implicate grandi organizzazioni interplanetarie"

"La missione non sarà stata ortodossa ma era stata ben curata e coordinata dalla nave, al primo pericolo i tenente Basta e Jones sarebbero stati portati via" intervenne Bueller

"Ed è per questo che sorvolerò sulla questione, ma non è stato l'unico episodio in cui avete indagato sul pianeta. Ci sono state altri due sbarchi ed è su questi che intendo discutere! Ma come diavolo vi è venuto in mente che far scendere tre ufficiali senza alcuna scorta sul pianeta a fare domande in un bar fosse un'idea geniale?!" la voce di Strauss non ammetteva replica, oltretutto non diede il tempo a nessuno dei giovani di prendere parola "E da quando le missioni di sbarco sono diventate delle gite fuori porta a cui qualsivoglia ufficiale annoiato può aggiungersi a suo completo piacimento? Dico, scherziamo?!"

Per qualche attimo scese il silenzio.

"Tenente Doohan, un passo avanti!"

James osservò per un attimo i colleghi per poi avanzare e scattare sugli attenti.

"Tenente, lei è stato fra i primi coinvolti in questi ultimi due sbarchi: il suo ruolo, in entrambi i casi, era quello di fungere da diversivo per la sua attitudine ad attirare le attenzioni femminili. È corretto?"

Il tenente Doohan si sentì piuttosto in imbarazzo ma, nonostante tutto, rispose con voce ferma "No, Capitano... ritengo la sua interpretazione non sia esatta... la nostra intenzione era..."
"Nostra? Non dica sciocchezze.. l'idea non è stata sua ed è stato messo in mezzo! Mi dica, si sente a suo agio in questa posizione?" Strauss pose la domanda ma non aveva alcun bisogno di ricevere qualche risposta "Non si è ancora stancato di farsi sfruttare?"
"Non mi sento a mio agio, ma si tratta dei miei colleghi. Credo che..."

Strauss tagliò corto proseguendo "Era a conoscenza del fatto che la sezione della sicurezza non sarebbe stata coinvolta nel primo sbarco e che nel secondo avrebbe partecipato anche l'ufficiale medico capo?"

"Beh, Signore... la prima volta che siamo scesi sul pianeta era per motivi più... ricreativi?" il tono di Doohan non sembrava molto convinto "La consigliera riteneva che nell'ultimo periodo mi fossi un po' troppo isolato e che la compagnia di nuove persone avrebbe aiutato la mia timidezza"

Strauss aggrottò le sopracciglia "E a questa storiella lei ci ha davvero creduto?"

"No, Capitano"

"Ecco, quindi non cerchi di rifilarmi questa stupidata! Sapeva che al secondo sbarco avrebbe partecipato la Graahn?"

"No, Capitano"

"Mi spiega perché non reagisce? Faccia rapporto o quanto meno impari a dire di no! Può andare tenente, ma la invito a riflettere sulle mie parole. In libertà!"

James salutò formale il superiore, non guardò nemmeno i colleghi e se ne uscì con espressione pensierosa. I restanti tuttavia non ebbero il tempo di parlare perché subito dopo Strauss riprese a parlare "Tenente Caytlin, un passo avanti!"

Caytlin avanzò senza esitazione, portandosi sugli attenti ed osservando Strauss in attesa.

"Lei è stata l'artefice del primo sbarco sul pianeta, corretto?"

"Sì, Capitano. Ad ogni modo voglio specificare che siamo andati solamente in un locale della colonia bajoriana, non si trattava di un luogo pericoloso. A parte l'episodio accaduto all'ammiraglio, la colonia è comunque tranquilla... non si sono registrati altri gravi episodi di violenza"

"Il fatto che vi fosse o meno pericolo è sindacabile, benché foste convinti di essere assolutamente al sicuro vi siete trovati dentro una rissa" Strauss anche in questo caso sembrò voler tagliare corto "Parliamo delle motivazioni che hanno portato ad escludere dalla predisposizione del primo sbarco la sezione sicurezza"

"La sezione sicurezza non ha collaborato ma la sezione tattica sì..." Caytlin rimase per un attimo in silenzio per poi annuire "Abbiamo preso in considerazione una serie di motivazioni che ci hanno portato a ritenere che non fosse necessaria la presenza della sicurezza. Oltretutto il regolamento non impone l'obbligo di informare la sicurezza di ogni singolo spostamento"

"Consigliere, non ci giriamo attorno... non siete scese a comprare delle scarpe nuove, ma ad indagare, quindi il giochino del non eravamo tenute se lo risparmi con me" Strauss in quel momento sembrava mantenere una calma invidiabile ma si avvertiva dal tono della voce che era parecchio arrabbiato "Perché è stata presa la decisione di scendere ad indagare senza la sezione sicurezza?"

"Beh, perché l'idea era scendere sulla colonia come tre colleghi innocui in libera uscita... e non intendo ingannarla, non era solo uno sbarco ricreativo... volevamo tentare un approccio più soft magari così saremmo apparsi più avvicinabili che una squadra della sicurezza"

"Questa sarebbe la motivazione più pregnante?" Strauss scosse il capo "Un approccio soft non esclude di fatto la presenza di ufficiali della sicurezza nella zona per assicurare la vostra incolumità. Gli ufficiali della tattica e sicurezza seguono dei corsi, non solo sul sistema di indagine, ma anche sul metodo per la predisposizione di operazioni sotto copertura"

"Con tutto il dovuto rispetto..." Caytlin non sembrava aver intenzione di arretrare dalle sue posizioni, da brava psicologa aveva intuito che l'atteggiamento di Strauss era dovuto al forte stress a cui era sottoposto ma non voleva fungere da suo personale sacco da boxe "La scorta mi sembrava un po' eccessiva, volevamo mantenere un basso profilo e dopotutto siamo in una colonia federale. il Tenente Bueller ha acconsentito ed era d'accordo con me che una squadra della sicurezza poteva peggiorare le cose. A ogni modo il tenente Xyr ha comunque insistito per preparare una squadra di pronto intervento, che era sulla nave pronto al teletrasporto... della questione se ne è occupato il tenente Rest"

"E il tenente Basta?"

"Poteva essere emotivamente coinvolto e abbiamo deciso di demandare la cosa all'ufficiale tattico"

Rest alle parole del consigliere parve via via irrigidirsi sempre più ma nessuno a parte Strauss sembrò notarlo, intanto il Capitano proseguì a parlare con la consigliera "Quindi la motivazione principale è che secondo lei i nostri ufficiali della tattica e sicurezza non siano adatti ad operare sotto copertura"

Caytlin proseguì con una certa convinzione "Non ho detto questo, abbiamo solo pensato che per via della loro rigidità e per l'aria da poliziotti che hanno potessero spiccare all'interno del pub... la soluzione di lasciarli sulla nave pronti ad intervenire sembrava più che sufficiente"

Strauss passò rapidamente lo sguardo su Bueller e Xyr che rimasero muti, poi proseguì "Consigliera, le sue parole di fatto si traducono nel confermare che, secondo lei, le sezioni tattica e sicurezza non sappiano svolgere al meglio il loro lavoro. Di conseguenza ciò comporta che i due ufficiali superiori, Rest e Basta, non sono stati in grado di preparare i loro uomini. E di fronte a due ufficiali superiori che rimangono del tutto silenti ad una simile osservazione non posso che prendere atto che anche per loro su questa nave vi sono due ufficiali superiori totalmente inidonei a svolgere i propri compiti. Signor Rest, alla fine di questa riunione provvederò ad esonerare sia lei che il tenente Basta dai vostri incarichi per incapacità a svolgere il lavoro assegnatovi!"

"No, un momento Capitano, lei sta travisando le mie parole!" la voce di Caytlin si alzò di un'ottava

"No Capitano, non abbiamo mai pensato che Rest e Basta non fossero in grado di svolgere il loro lavoro!" Bueller a sua volta scattò leggermente in avanti, facendo un piccolo passetto e allo stesso modo intervenne Xyr "Rest e Basta hanno sempre svolto i loro compiti in maniera encomiabile! Esonerare i tenenti dal loro incarico sarebbe scorretto ed oltretutto destabilizzante per le loro sezioni!"

Anche il tenente Graahn ebbe più volte l'impulso di intervenire ma venne sempre prontamente bloccata dal Capitano. Strauss ascoltò gli interventi dei presenti prima di tornare sulla consigliera "Forse è lei che non capisce le implicazioni di quanto da lei asserito, se effettivamente gli ufficiali di una sezione non risultano idonei a svolgere i propri incarichi i primi responsabili sono i loro superiori..." lo sguardo si posò su Bueller "E se gli ufficiali in comando di fronte a certe affermazioni non intervengono, di fatto avvallano tali affermazioni! Ma andiamo avanti! Lo sbarco si è concluso con un padd e l'invito ad un incontro sul pianeta in cui era richiesta la sua sola presenza, consigliera: per questa missione la squadra era, finalmente, accompagnata dagli ufficiali di scorta ma anche dalla dottoressa"

"Si, nelle missioni di sbarco la presenza di un medico non è obbligatorio ma consigliabile... in questo modo, qualora qualcuno resti ferito, potrebbe immediatamente intervenire in loco e..."

"Consigliere! Sappiamo bene tutti quanti che la motivazione è ben più futile, quindi mi dica... secondo lei era perfettamente normale ed accettabile la decisione di auto invitarsi in missione allo scopo di estromette dal suo ruolo il tenente Basta?"

"No, non è esatto! Non so cosa le sia stato rapportato ma le cose non mi sembrano andate come le sta descrivendo lei, signore. Fin dalla prima missione non eravamo da soli su quel pianeta. Ho personalmente avvertito il tenente Rest, che è comunque l'ufficiale capo della sezione tattica, e Xyr quale ufficiale in comando della nave e anello di congiunzione fra equipaggio e Capitano, ossia Bueller. Di conseguenza lo stesso Bueller è stato informato, ha approvato la prima discesa e ha concordato con me che la sicurezza non fosse necessaria... per quanto riguarda la seconda visita al pub so che lo stesso tenente Basta ne fosse stato informato, ha organizzato lui la scorta solo che è invitato a non farne direttamente parte ma di coordinare i propri uomini dalla nave!" gli sguardi dei giovani si spostarono su Rest, ritenendolo il primo responsabile delle loro sventure. In tutti il dubbio che quel maledetto orecchie a punta li avesse venduti a Strauss per fare bella figura si stava via via rafforzando.

Strauss rimase per un attimo in silenzio, poi si voltò verso il vulcaniano "Signor Rest potrebbe fare un riassunto di quanto occorso alle due visite al pub? Vediamo di mettere in chiaro a tutti di cosa stiamo parlando..."

Rest sembrava molto più rigido del solito, per quanto come vulcaniano fosse abitato a non lasciar trasparire alcuna emozione era evidente che nessuno di loro fosse a suo agio quella situazione, ma in primis lui. Aveva lavorato molto su se stesso, aveva accettato che avrebbe dovuto iniziare ad apprezzare l'emotività delle altre razze se voleva essere accettato ed ora era tornato ad essere ciò che era un tempo. Era di nuovo il tenente che sarebbe stato isolato e detestato dall'intero equipaggio.

"Sono stato informato dal tenente Caytlin della sua idea di scendere sul pianeta, la sua intenzione era quella di raggiungere un pub per avere sentore di quale fosse lo stato della colonia e quali fossero le loro reazioni di fronte alla presenza di ufficiali federali... la presenza nella squadra della dottoressa e l'idea di poter ricavare maggiori informazioni solo se non fosse stata coinvolta la sezione sicurezza aveva portato a optare per un piano alternativo alla presenza di una scorta"

"E su cosa si basava l'idea di poter ricavare maggiori informazioni solo se non fosse stata coinvolta la sezione sicurezza?"

"La decisione si è basata su motivazioni emotive e personali sulle quali non ritengo essere il soggetto migliore per fare rapporto..."

"E la cosa per lei era perfettamente normale, giusto tenente Rest?"

Rest si bloccò per qualche attimo "No signore, ma ho ritenuto che fosse il caso di sottoporre la questione agli ufficiali superiori lasciando a loro la scelta di come operare in un simile contesto" Dato che la situazione esulava il normale iter di indagine, la questione è stata demandata al tenente Bueller che ha chiesto al presente una stima sulla possibilità che la missione potesse finire con qualche esito infausto. Da una valutazione in generale, utilizzando i dati a mia disposizione, la visita al pub con il 78,65% di probabilità si sarebbe risolta senza alcun rischio per il personale coinvolto anche se di fatto le probabilità di ricavare qualche informazione utile era solo del 21,15%. Dato che i pericoli erano comunque presenti è stato predisposto su richiesta espressa del tenente Xyr una squadra di ufficiali di pronto intervento già in sala teletrasporto che sarebbero scesi al primo accenno di pericolo... inoltre, era stato predisposto un teletrasporto di emergenza collegato ai loro segni vitali in modo da portare la probabilità di pericolo per i tenenti coinvolti ad un 2,89%. Tale percentuale è ritenuta accettabile dai manuali della Flotta Stellare"

"Non mi pare che siano riusciti a prevedere ed evitare la rissa... corretto?"

"Sì, Signore... corretto. Ad ogni modo il danno sofferto dalla dottoressa è stato minimo e la rissa è stata presto placata dall'intervento dei nostri uomini"

"Passiamo al secondo sbarco

Strauss gli fece motto di accelerare e Rest si irrigidì ulteriormente continuando la sua esposizione "Al termine della prima visita al pub, al consigliere era stato consegnato un padd contenente la richiesta di avere un altro incontro per consegnare importanti informazioni sull'indagine. Data la penuria di informazioni in nostro possesso è stato ritenuto necessario consentire alla consigliera di scendere nuovamente sul pianeta ma, per prevenire ulteriori rischi, si è optato per la presenza di una nutrita squadra della sicurezza come scorta"

"E della dottoressa Graahn come studentella in gita?"

"No signore, il piano originario non prevedeva la presenza del Tenente Graahn ma del Tenente Basta"

"E a lei questa sostituzione del tutto immotivata è sembrata coerente?"

"No Signore, ma ho ritenuto che per non esacerbare la situazione ed evitare il rischio che la dottoressa avesse una risposta emotiva ancora peggiore fosse il caso di sottoporre la questione agli ufficiali superiori lasciando sempre a loro la scelta definitiva"

"Risposta emotiva peggiore?" la domanda della Graahn fece voltare Rest

Rest si voltò verso la collega "Ho ipotizzato con una probabilità del 64,56% che, qualora le foste stato impedito di partecipare, ciò l'avrebbe spinta ad optare per proseguire le indagini in solitario, senza dunque informare nessuno ed esponendola di fatto a molteplici rischi"

"Anche questa questione è stata demandata al tenente Bueller. Dopo l'esposizione delle idee della dottoressa, gli ufficiali Ferris e Xyr hanno dato il permesso al tenente Graahn di scendere sul pianeta ma il tenente Xyr le ha comunque richiesto di avvertire Basta, in quanto ufficiale che stava predisponendo le squadre di scorta. Ho ritenuto con una probabilità del 90,34% che la dottoressa non avrebbe avvertito il tenente e per questo ho provveduto personalmente a contattarlo, informandolo che la dottoressa sarebbe scesa sul pianeta e informandolo che non era prevista la sua partecipazione diretta. Nel mentre lo informavo è giunta anche il tenente Xyr che a dato ordine di non interferire con il piano ma di limitarsi a coordinare le squadre dalla nave. Di fatto la visita al pub si è conclusa senza incidenti di sorta e con la possibile scoperta di un soggetto informato sui fatti interessato ad avere un incontro con il capitano"

Bueller finì sorprendentemente per annuire al rapporto "Quindi, come affermato dallo stesso Rest i rischi erano minimi e tutto è andato bene!"

"Non va bene per nulla tenente!" la voce di Strauss era decisamente più alta del solito "Non sono queste le premesse con cui si organizza un'indagine ed il fatto che ciascuno di voi si sia prestato a tutto questo senza minimamente mettere in dubbio che tutto ciò va contro al regolamento mette in dubbio che voi siate realmente pronti ai ruoli che occupate!" Nicholaus non attese alcuna risposta per poi tornare sul tenente Rest "Lei era sempre stato un ufficiale ligio in maniera quasi maniacale al regolamento, nel suo primo periodo di incarico il numero dei rapporti da lei stillati nei confronti dei suoi colleghi e sottoposti era di poco inferiore a quello del tenente Xyr... ha fatto rapporto per cose molto inferiori a quanto accaduto in questo caso, ma nell'ultimo periodo le cose sono cambiate, improvvisamente sembra che l'intero equipaggio sia diventato un modello di efficienza. Dato che ne dubito mi chiedo, perché non ha fatto rapporto sull'accaduto? Da quando una insulsa motivazione emotiva è ritenuta accettabile da un vulcaniano?"

"Come ho già detto non ritenevo che fosse corretto estromettere il tenente Basta da una partecipazione diretta, ho fatto notare tale incoerenza e ho lasciato che gli ufficiali superiori prendessero una decisione"

"Quindi ha fatto quantomeno annotare la sua contrarietà sul giornale di bordo... giusto?"

La domanda di Strauss prese alla sprovvista Rest che, tuttavia, rispose prontamente senza lasciare trapelare le sue emozioni "No, non l'ho fatto"

"E di grazia, perché?"

"Ho ritenuto che nonostante tutto l'annotazione sul libro giornale delle reali motivazioni sul perché il tenente Basta avesse ricevuto l'ordine di coordinate il lavoro sulla nave avrebbe comportato, in caso di una rilettura dei giornali di bordo a domande da parte del Comando, l'insorgere di dubbi sulle decisioni prese dagli ufficiali superiori della Hope... viceversa, dalle mie ipotesi non sarebbe stato necessario redigere alcun rapporto perché i rischi erano tutto sommato accettabili"

"Volevi parare il culo ai tuoi compagni, una decisione emotiva tenente... insolito per un vulcaniano"

Per un vulcaniano non c'è insulto peggiore che sentirsi dire di non essere in grado seguire la sola logica "Non è esatto capitano, la decisione era prettamente logica. Ritengo che un richiamo in questo caso avrebbe solo avuto l'effetto di..."

"Non sono qui per sentire le sue motivazioni tenente, ma per informarvi entrambi..." lo sguardo passò fra Rest e Caytlin "...che prenderò provvedimenti. Non siete più in accademia dove vi potete permettere di fare comunella e buttarvi all'avventura! Ci sono dei doveri e delle regole da rispettare quando indossate l'uniforme e se non siete disposti ad onorarli vi consiglio caldamente di cambiare mestiere! Ed ora fuori da qui, in libertà!"

Anche i tenenti Rest e Caytlin lasciarono la stanza, mentre l'aria sembrava farsi via via più opprimente per i rimanenti ragazzi "Tenente Graahn, passiamo a lei. Il tenente Rest non ha voluto esplicitare in maniera più dettagliate le sue motivazioni ma francamente non è necessario passo tutto il mio tempo nel bar della nave conosco ogni singolo aneddoto su di lei ed il tenente Basta... La vostra estrema teatralità ha fatto sì che soppiantaste i vari pettegolezzi che riguardavano Rest e Xyr o Bueller e Xyr, a seconda del caso. Non so se complimentarmi o cosa... ad ogni modo le faccio due domande a cui mi aspetto una risposta secca, sì o no. Da ufficiale di un vascello federale, ritiene davvero che l'ammonizione rivoltale dal capo della sicurezza sulla necessità di operare sempre predisponendo un piano in caso di pericolo sia del tutto errato?"

"No Signore"

"Ritiene davvero che l'agire al fine di fare una ripicca ad un collega sia un comportamento consono al ruolo di un capo sezione?"

"No Signore"

"Sarò assolutamente onesto con lei, non mi interessa se per provocare qualche scenata di gelosia lei decide di avere incontri intimi con il primo ufficiale timoniere, così come non è mio interesse se voglia o meno trascorrere del tempo con la consigliera. Quello che fate nel vostro tempo libero... e con questo intendo quando non siete in servizio..." Strauss rimarcò nuovamente il concetto "Non solo non mi interessa ma non mi deve interessare. Se però diviene di dominio pubblico che due ufficiali superiori si sono messi a litigare in un ufficio e successivamente mi giunge un rapporto in cui, guarda caso proprio, uno di questi due ufficiali viene estromesso dalla partecipazione ad uno sbarco per far posto ad un collega meno competente in quello specifico campo... questo si, questo mi interessa eccome! Non prendiamo in giro, lei in quella missione era inutile mentre Basta con la sua preparazione ed il suo istinto avrebbe potuto fare la differenza fra la vita e la morte dei suoi collegi! Quando indossa l'uniforme lei rappresenta la Flotta Stellare, con tutto ciò che comporta come ho già detto ai suoi colleghi, lei non è più all'Accademia e non può più permettersi di comportarsi come un adolescente offesa, le ripicche non solo tollerate. Sono stato sufficientemente chiaro?"

"Sì signore"

"Molto bene, valuterò quali provvedimenti prendere ma per ora le ordino, anche se francamente dovrebbe farlo di sua spontanea volontà, di porgere le sue scuse al tenente Basta per il suo comportamento immaturo e del tutto fuori luogo. Si ricordi bene una cosa, non mi interessa quanto tutti i suoi colleghi si impegneranno a pararle il fondo schiena da oggi in poi, se vengo a sapere che nuovamente si è dimostrata incapace di dividere i suoi problemi emotivi dal lavoro la rispedirò così rapidamente in fondo alla catena di comando di un'altra unità che le sembrerà di essere tornata al primo anno di Accademia. I suoi problemi emotivi li tenga separati dal suo incarico! Ed ora fuori di qua, in libertà dottoressa!"

Uscita anche la Graahn nella sala scese il silenzio per un paio di minuti, il Capitano stava digitando qualcosa al terminale e Bueller con Xyr continuavano a lanciarsi degli sguardi, indecisi se prendere o meno la parola.

"Tenente Xyr... non le chiederò nemmeno se ritiene che la prima visita al pub rispetti tutte le norme del regolamento, sappiamo entrambi che non è così. Piuttosto, mi parli della parte del regolamento relativo al comportamento degli ufficiali della Flotta Stellare"

Xyr fece un passo avanti iniziando a recitare il regolamento a memoria "L'ufficiale della Flotta deve in ogni circostanza tenere condotta esemplare a salvaguardia del prestigio della Flotta stellare Stessa..."

"Sa perfettamente a cosa mi riferisco tenente, non ci giri attorno"

Xyr si fermò per un istante e poi riprese "Il personale della Flotta Stellare deve improntare il proprio contegno ai doveri di mantenere, anche nella vita privata, una condotta seria e decorosa, osservare i doveri del suo stato, anche nel contrarre relazioni o amicizie e salvaguardare nell'ambito della propria unità la serenità e la buona armonia, anche nell'interesse del servizio"

"Mi faccia capire, lei ritiene che aver estromesso senza giustificato motivo un ufficiale superiore al fine di permettere alla dottoressa di fargli una ripicca sia un comportamento accettabile oppure è convinta che una simile perdurante situazione fra due ufficiali non vada a ledere la serenità e la buona armonia fra gli ufficiali superiori? Quale delle due opzioni?"

Xyr guardò sorpresa Strauss "Nessuna delle due Capitano!"

"Bene, quindi perché non si è opposta alla decisione del suo ufficiale superiore? Dov'è il suo rapporto in cui indica con dovizia di particolare tutti i punti del regolamento che sono stati violati? Insomma... che diavolo avrebbe fatto per far notare l'atteggiamento assolutamente fuori luogo della dottoressa?"

"Non ho fatto rapporto, ho ritenuto come il tenente Bueller che in fondo i rischi fossero quasi trascurabili e, anche se in effetti non è stato del tutto corretto verso il tenente Basta, lo stesso di fatto non è mai stato escluso dai propri compiti ma gli è stato semplicemente chiesto di agire restando sulla nave. Inoltre avevamo ipotizzato che i due ufficiali avrebbero avuto modo di chiarirsi tra loro in seguito..."

"Xyr, ma che diavolo le sta succedendo? Lei su questa nave aveva un ruolo ben preciso... lei era l'ufficiale che completava le abilità del tenente Ferris. La sua logica ed il suo rigore permettevano al suo collega di non prendere decisioni impulsive violando il regolamento, ma adesso non la riconosco più! Si è totalmente adagiata, accetta passivamente le decisioni di Bueller senza tentare neppure di opporsi"

"In verità sia Xyr che Rest mi avevano indicato che vi era un atteggiamento scorretto da parte del tenente Graahn, la decisione finale è stata mia" intervenne Bueller "Me ne assumo la responsabilità"

"Sta di fatto che tutti coloro che avrebbero dovuto imporsi per il rispetto del regolamento non l'hanno fatto... e questo dovere ricadeva in primis proprio su di lei Xyr! Sembra quasi che si sia annullata... si svegli! Le faccio presente che un primo ufficiale che si limita semplicemente a dare ragione al proprio ufficiale in comando non serve assolutamente a nulla, quindi se vuole rimanere ad occupare la sua posizione riprenda ad avere una qualche utilità e ritrovi la sua spina dorsale! Ovviamente rifletterò su quali conseguenze prevedere anche per il suo comportamento ed ora fuori! In libertà!"

Anche Xyr scattò sull'attenti ed uscì con espressione profondamente turbata, lasciando alla fine Bueller completamente da solo con Strauss "Mi scusi, Capitano... non le sembra di avere esagerato?"

Nicholaus spense il terminale per poi tornare a guardare Bueller "Sa a cosa pensavo ieri sera? Mi stavo domandando se non foste arrivati al punto di poter camminare da soli... se la vostra crescita fosse arrivata al punto di non avere più bisogno di una baby sitter perché oramai in grado di svolgere a pieno il ruolo di ufficiali superiori." sospirò pesantemente "Ma voi non siete affatto cresciuti, continuate a comportarvi come se foste compagni di classe alla Accademia... fate combriccola, vi comportate in maniera infantile e vi coprite a vicenda le varie marachelle sperando di non venir scoperti. Non è questo che ci si aspetta da un ufficiale superiore"

"Signore, questo non è corretto. Tutti i miei colleghi hanno fatto grandi passi avanti, sono diventati un equipaggio unito smussando i loro caratteri ed imparando a lavorare assieme"

"Si, ma di base siete tutti ancora i ragazzotti che sono saliti il primo giorno sulla Hope... mi aspettavo foste diventati ufficiali e invece non è così. Prendiamo in considerazione lei e mi faccia indovinare... questi due sbarchi le sono stati presentati dalla bella consigliera. Caytlin le ha fatto gli occhi da cerbiatta e improvvisamente tutto le è sembrato assolutamente accettabile... ma non è stanco di farsi manipolare così facilmente? Ritiene davvero che un ufficiale in comando possa comportarsi come un adolescente in crisi ormonale?"

"Questo non è..."

"Non cerchi di negarlo, l'ho vista di persona come lei riesca a sciogliersi come neve al sole ad un solo sguardo di quella giovane risiana e quel che è peggio lo ha visto tutto l'equipaggio! Sul punto vale lo stesso discorso che ho fatto anche alla dottoressa... vuole avere incontri intimi con la consigliera? Siete entrambi giovani, divertitevi! Ma quando lei indossa l'uniforme gli ormoni li metta a riposo!" Strauss si sporse un po' più in avanti "Voglio ricordarle una cosa, tanto perché la situazione le sia chiara. Sino a non molto tempo fa nessuno di noi poteva essere trasferito, questo è stato il motivo per cui sono state tollerate varie situazioni di palese conflittualità come quella fra Rest e Basta... il motivo è oramai noto a tutti noi, avevamo all'interno di noi un essere e non potevano dividerci. Ora che Hope è all'interno della nave non c'è più l'obbligo di tenervi tutti uniti in un'unica unità quindi se sbagliate ora gli errori li pagate, crede di aver compreso?"

Bueller serrò un po' la mascella "Si Capitano"

Nicholaus scosse il capo "Alla fine comunque il più responsabile di tutti resto io, vi ho dato abbastanza corda per tentare di impiccarvici... vi credevo cresciuti ma siete ancora dei ragazzi e di conseguenza fate una valanga di cazzate. Solitamente sono un tipo che vi lascia fare attendendo che vi accorgiate da soli dei vostri errori e troviate il modo di tirarvene fuori, ma non adesso! La posta in gioco è troppo alta per lasciarvi dar sfogo alla vostra immaturità! D'ora in poi seguirò la cosa di persona e mi aspetto di essere informato su tutto ciò che accade, sono stato chiaro?"

Bueller si limitò ad annuire nuovamente "Sì Signore"

"Bene, come per gli altri deciderò il da farsi con calma, dopo che avremo lasciato questa colonia. Per quanto riguarda l'incontro con l'informatore, essendomi presentato io come capitano del vascello sul pianeta è possibile che si aspettino di vedere me, valuterò chi dovrà scendere. E' libero di andare ma prima non pensi che non comprenda la sua posizione... sente il bisogno di difendere i suoi uomini ad ogni costo, non è così strano dopotutto... ma la pregherei di riflettere su una cosa un buon ufficiale in comando è quello che riesce con il suo esempio, le sue scelte e le sue decisioni a far migliorare il proprio equipaggio rendendoli ufficiali migliori. Lei è davvero convinto che limitandosi a parargli il fondo schiena li stia rendendo migliori? In libertà!"

Il tenente Ferris salutò formalmente ed uscì a sua volta. Strauss diede un pugno alla scrivania per poi alzarsi e andare ai finestroni ad osservare il pianeta che se ne stava placido sotto di loro: che abbia veramente esagerato? A questo non sapeva rispondere ma la speranza era che tutto ciò permettesse a quei ragazzi di crescere.



TOOL III, Colonia Tahzot, Anatolj Kasparov Cottage - 21/08/2399, ore 10.16


L'ispettore Nappi stava seguendo da vicino il proseguo delle indagini sulla morte di un vecchio poeta senza n briciolo di interesse. Gli era bastato uno sguardo per classificarlo un semplice incidente ed il fatto che la sua collega volesse ostinatamente continuare a cercare misteriose prove lo stava rendendo nervoso.

"Alapha..." l'ispettore guardò l'ora

"Non ho ancora finito Kurt, mettiti l'anima in pace"

"Ascolta, vuoi mettertelo in testa che qui non c'è nulla da cercare? Guarda... ti descrivo la scena. Questo stordito era nel suo appartamento quando ha sentito un rumore. Essendo un bajoriano della prima guardia avrà immediatamente immaginato che qualcuno fosse venuto a prenderlo, magari un cardassiano... i vecchi rivangano con fin troppa facilità il passato e non si rendono conto di apparire soltanto ridicoli" fece una breve pausa "Quindi, armato alla bene o meglio è uscito di casa dove non contento ha attraversato il fossato... una delle trappole predisposte dallo stesso per tenere lontano il nemico. Resosi conto che non c'era nulla è tornato indietro ma le travi ormai marce non hanno retto il peso e tanti saluti al vecchio decrepito. E' una tragedia? Possibile... ci riguarda? No!"

"Se è uscito armato alla bene o meglio è possibile che ci fosse qualcosa!"

L'ispettore Nappi tornò a sbuffare osservando l'ora "Il vento, un animale selvatico, una coppietta di adolescenti che cercava un angolino appartato per darci dentro come animali... oppure ancora più probabilmente è stato il parto della mente di un uomo solo, vecchio e triste con deliri di persecuzione"

Alapha si rialzò dal margine del fossato ed annuì fissando il collega "Beh, ottima ricostruzione. C'è solo un piccolo problema... quel parto della mente di un uomo solo, vecchio e triste con deliri di persecuzione a quanto pare è sceso nel fossato a verificare che il derelitto fosse morto"

L'ispettore si sporse verso il bordo restando a fissare per qualche attimo alcune impronte sul terreno "Lo ammetto, sono incompatibili con la caduta e sembrerebbero fresche..." fece una smorfia osservando lo guardo tronfio della donna e riprese "Strana la suola, quell'impronta ha un taglio militare che mi ricorda qualcosa"

La donna annuì per poi aggiungere "Sono le stesse impronte che avevamo viste in questura... sono gli scarponcini usati dalla Flotta Stellare" alzò una mano per fermare le proteste del collega "Dammi della complottista ma per me dobbiamo cercare fra i nostri ospiti federali l'assassino di quest'uomo".


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14.07 - Degni della propria divisa

Autore: Tenente Ferris Bueller

USS Hope, Plancia
21/08/2399, ore 11:00


"Signore, una chiamata dal pianeta... è un certo ispettore Nappi della polizia della colonia."
"Lo passi nel... suo ufficio... pensavo che si fossero dimenticati di noi ormai. Notizie dalla Phoebe?"
"Stavano seguendo il cargo bajoriano, l'ultima nave che si è allontanata dal pianeta, ma secondo i rapporti è stato un nulla di fatto. Saranno di ritorno fra sei ore."

Bueller fece un cenno di assenso e si diresse verso l'ufficio del Capitano, quando le porte si aprirono Strauss, in divisa da Capitano, alzò la testa per lanciargli uno sguardo interrogativo.

"Ispettore Nappi della polizia, forse hanno novità."
"Ispettore, sono il Capitano Strauss della USS Hope, come possiamo aiutarla?"
"Strauss? A me risulta un Capitano Ferris Bueller."
"È una lunga storia ispettore, sono io Bueller." disse il giovane mostrandosi sul monitor.
"Vorremmo avere una lista di tutti coloro che sono scesi sul pianeta nelle ultime 24 ore."
"Il motivo?" chiese Strauss guardando Ferris con sguardo interrogativo.
"Mi dispiace ma non possiamo rivelarlo, sono in corso delle indagini."
"Ispettore Nappi, al momento siamo..." Ferris poggiò una mano sul braccio del suo capitano e si intromise nella conversazione "Certamente ispettore, porterò io stesso quello che ha chiesto in questura. Saremo lì fra un'oretta... Bueller chiudo."

"Non abbiamo tempo da perdere Signor Bueller!" Strauss pareva irritato e stanco
"Non le pare strano che qualcuno non legato alle ricerche dell'Ammiraglio Lennox ci abbiamo contattato? Se era qualcosa relativo al nostro caso ci avrebbe contattato il questore."
"Se non è una cosa relativa al rapimento di Evelin allora non ci interessa."
"Finché non ne parliamo con loro non sapremo se è legato in qualche modo al caso." rispose Bueller con un tono calmo e gentile che un domatore avrebbe usato con le sue tigri.
"Visti i tipi e come si sono comportati con noi sarà una perdita di tempo, non le diranno niente." borbottò Nicholaus
"Oh parleranno, ho intenzione di portare l'artiglieria pesante con me." Bueller sorrise e Strauss lo guardò confuso.
"Bueller a Rodriguez, fra dieci minuti in sala teletrasporto uno."
=^=Ricevuto... ehm... dove andiamo?=^=
"A metterci nei guai con la polizia."
=^=Un normale sabato. Arrivo.=^=



TOOL III, Colonia Tahzot, Questura
21/08/2399, ore 12:00


"Capitano Bueller... è più giovane di quanto immaginassi." commentò Nappi dopo aver stretto controvoglia la mano dell'umano.
"Al momento sono tenente... come ho detto è una lunga storia. Questo è il tenente Rodriguez, il capo operazioni della Hope. Lui potrà fornirle tutte le informazioni che desidera."
"Piacere signore, se mi da accesso ad un computer le posso fornire tutti i dati. Immagino che se trova quello che cerca avrà bisogno delle nostre schede del personale... di solito non le forniamo, ma il questore è stato molto gentile nei nostri confronti quindi faremo il possibile per aiutarla."
"Ah... non mi aspettavo così tanta disponibilità. Alapha, fai compagnia al... tenente Bueller e assicurati che non vada in giro per la questura e si perda."
"Ok." borbottò la donna. Bueller le sorrise e lei gli lanciò uno sguardo accigliato.



TOOL III, Colonia Tahzot, Pizza Luis Gargoth
21/08/2399, ore 14:00


Bueller scansò il piatto soddifatto e si pulì la bocca sul tovagliolo, Rodriguez continuò a gustare la sua insalata mentre leggeva il pad.
"Secondo quello che dice qui, il Vedek Anatolj ormai in pensione, è stato trovato morto in data astrale 76636.33 dalla sua badante barra domestica Nezien. All'inizio si pensava che fosse stato un semplice e tragico incidente ma la tua nuova amica Alapha ha scoperto tracce di stivali nel fossato che inducono a pensare che la passarella su cui camminava il sant'uomo fosse stata sabotata e chiunque sia stato ha controllato che fosse morto. A proposito, come hai fatto a farti dare il numero da quella glaciale donna poliziotto?"
"Tu come hai fatto a scaricare i database della polizia coloniale sotto gli occhi attenti di Nappi?" ribattè Bueller
"Segreti del mestiere..." rispose Paulo dopo averci pensato un attimo.
"Idem come sopra." concluse Ferris sorridendo "Torniamo all'omicidio... perché hanno chiesto di noi?"
"A quanto pare le impronte trovate nel fossato corrispondono alle suole degli stivaletti in dotazione alla flotta." rispose il capo operazioni.
"Qualcuno dei nostri è sceso in quella zona?"
"Assolutamente no e nemmeno gente della Phoebe. O almeno non risulta dai registri."
"Che possono essere falsificati..." aggiunse Bueller anche se era sicuro al cento per cento che nessuno dei suoi avrebbe fatto una cosa del genere.
"Sulla nostra nave no, sarebbe impossibile manometterli, ma noi abbiamo Hope che vigila e ci avrebbe avvertito. Sulla Phoebe non possiamo esserne certi, ma direi di escludere anche loro, dopotutto erano pronti a partire proprio quando è accaduto l'evento."
"Quindi è un caso, qualcuno che si è replicato degli stivaletti come i nostri."
"È quello che ha detto l'ispettore e io ho avvalorato la sua idea... ma non ne sono così sicuro." borbottò Rodriguez pensieroso.
"In che senso?"
"L'Ammiraglio Lennox rapita, quattro leader della colonia uccisi. Nessuno a chiesto un riscatto... perché? Sono passati già quattro giorni. La tengono per collezione?"
"La vogliono usare in qualche modo?"
"Un ammiraglio della Flotta Stellare? È come tenere in tasca una bomba nucleare... nemmeno i nausicaani sarebbero così stupidi. E loro non brillano certo per l'acume delle loro menti. Solo per trovarla sono state inviate due navi stellari."
"Andiamo un po' a ritroso... un team è stato inviato per uccidere i leader della colonia, tralasciamo il fatto che l'ammiraglio Lennox sia stata rapita, quale sarebbe stata la risposta della Flotta Stellare."
"Credo che almeno una nave sarebbe stata inviata, forse la stessa Phoebe. Quindi noi siamo in più e non eravamo previsti."
"Ma il loro piano non può finire qui. Non hanno mai rivendicato l'assalto..." una luce di comprensione si accese negli occhi del capo operazioni "Probabilmente non è ancora finita."
"E forse il loro piano era proprio quello di far intervenire una nave federale..."
"E magari volevano proprio catturare il Capitano Givens della Phoebe..." Rodriguez battè il pugno sul tavolo "Anche l'uccisione del Vedek deve aver a che fare con tutto questo, forse le false tracce servono a rendere colpevole la flotta agli occhi della popolazione... anche se delle semplici impronte di stivali non sembrano una gran prova, ma certamente rallenterebbero le indagini."

"Strauss!" esclamò Bueller alzandosi di scatto "Doveva incontrare l'informatore proprio adesso e se pensassero che è lui al comando della Phoebe? Bueller a Xyr!"
=^=Mi dica tenente...=^= la voce dell'andoriana era atona e fredda, sembrava la Xyr dei primi giorni sulla Hope.
"Deve fermare il Capitano Strauss immediatamente, sta cadendo in una trappola!"
=^=Cosa? Aspetti...=^= la comunicazione fu interrotta. Rodriguez e Bueller si guardarono tesi come due cerbiatti nella savana.

=^=Il Capitano Strauss è sceso sul pianeta insieme a Basta. Non abbiamo più contatti con loro... cosa sta succedendo?=^=
"Lunga da spiegare adesso. Voglio una squadra pronta sulle coordinate dove è sceso Strauss e ci faccia risalire immediatamente!"
=^=Si... Capitano.=^=



TOOL III, Colonia Tahzot, Colline ad est
21/08/2399, alcuni momenti prima


"La virtù ha molti predicatori e pochi martiri." commentò Basta osservando con attenzione la zona attorno a loro.
"Come scusi?" chiese Strauss strappato dai suoi pensieri.
"Un proverbio betazoide... credo che corrisponda al vostro 'predica bene e... raspa? male'. Rest mi ha ripetuto esattamente quello che lei ha detto durante la riunione... e quando dico esattamente intendo alla lettera. Ci ha accusato di agire da incoscienti e poi si ostina a venire in questo posto solo con me come scorta... nonostante le abbia consigliato di far scendere una squadra." nella voce di Lon non c'era nessuna nota di 'vendetta' per quello che era successo quella mattina, stava solo esponendo un dato di fatto.

Strauss sospirò tergendosi la fronte sudata con la mano. Attorno a loro c'erano solo radi boschi e una fattoria a qualche decina di chilometri, verso ovest invece si vedeva chiaramente la città principale della colonia.
"Ha ragione signor Basta." commentò dopo qualche momento di silenzio "Ma gli altri hanno esagerato questa volta."
"Concordo... siamo stati troppo fortunati in questi anni e ci siamo convinti di essere dei grandi ufficiali della Flotta... ma siamo solo dei ragazzi cresciuti troppo in fretta e troppo protetti."
"Non mi pare che le vostre missioni fossero tutte bibite e zucchero filato. Avete affrontato situazioni inaspettate molto pericolose. Anche ufficiali più esperti avrebbero avuto difficoltà." Strauss sembrava tutta un'altra persona rispetto ad alcune ore prima.
"Eppure è bastata una sciocchezza per farle perdere fiducia in noi." La frase di Basta fu un macigno che infranse le convinzioni di Nicholaus.
"Da quando Signor Basta è diventato un consigliere di bordo?" chiese il Capitano della Hope dopo assersi sfogato con una risata liberatoria.
"Le ricordo che sono empatico Capitano, nemmeno lei era convinto di quello che ci ha detto, ma abbiamo troppo rispetto di lei per darle un cazzotto." un pallido sorriso increspò le labbra di Basta.

Doveva ammettere che Strauss aveva avuto ragione per alcune cose, ma se l'Ammiraglio Lennox non fosse stata rapita, il Capitano avrebbe solo dato loro degli stupidi per poi mettersi a pulire i bicchieri del bar. La commistione dei due eventi però aveva scatenato la rabbia dell'uomo e loro ne avevano fatto le spese più del dovuto.

"Vedrò di riparlare con tutti, ma lei e la dottoressa Graahn dovreste fare pace col cervello. Sembrate Romeo e Giulietta in versione klingon."
"Già... riguardo a questa cosa siamo proprio dei ragazzini ed entrambi molto inesperti. Alle volte invidio Ferris per la sua nonchalance con le donne..."
"Doohan sta messo peggio di lei se è per questo." commentò l'uomo non senza un sorriso.
"Eppure non è come i primi tempi... usarlo come esca per le donne, come dice lei, ha sortito il suo effetto. Adesso riesce a parlare con gli ufficiali donne senza impappinarsi. E poi... mica lo buttiamo in una fossa di leoni, nessuno è mai stato ferito dal bacio di una ragazza. Quando se ne renderà conto anche lui le cose cambieranno... su questo io sono d'accordo con Bueller e Caytlin.

La conversazione si era fatta sempre più tranquilla, senza volerlo Basta aveva spinto Strauss a rivalutare i fatti precedenti. La sua ramanzina sembrava essere stata più un danno che altro e se ne rendeva conto. Certo si erano comportati da ragazzini ma dopotutto lo erano, soprattutto perché li avevano trattati come tali. Ai suoi occhi erano come dei bambini che giocavano, ma a pensarci bene si era reso conto che quei bambini erano dei professionisti altamente addestrati... quando lui era uscito dall'accademia non era nemmeno paragonabile a loro. Lui avava avuto il suo primo capitano ad instradarlo verso la serietà che la sua divisa richiedeva e loro invece chi avevano avuto? Lui... e non aveva fatto nulla per insegnare loro certe cose, li aveva solo lasciti fare quello che volevano... aveva predicato bene e razzolato male.

Fu in quel momento che Basta lo spinse con violenza a terra. Per un attimo rimase basito dalla sorpresa, poi vide che l'uomo che si era lanciato su di lui si stava rialzando da terra frastornato.
Quindici uomini con passamontagna si gettarono su di loro costringendoli a un feroce corpo a corpo. Erano tutti armati con manganelli. Basta fece in tempo ad estrarre il phaser e far fuoco una volta prima di essere disarmato da un forte colpo alla mano.

Lo scontro fu violento. I due ufficiali della flotta, sebbene ben addestrati non potevano resistere per molto. Basta in casi analoghi aveva una sua strategia, messa a punto durante interminabili sessioni di allenamenti in sala ologrammi: l'unica strategia applicabile. Uccidere.
Uccidere il proprio avversario era l'unico modo per resistere ad uno scontro contro molti avversari... stordire solamente serviva solo a far sostituire un avversario con un altro e dare tempo alla prima vittima di riprendersi.
Ma il suo istinto gli diceva che uccidere in quel caso non era utile. Erano armati di manganelli e quindi volevano il Capitano Strauss vivo, forse il farsi catturare era la scelta migliore? Lo avrebbero portato dall'Ammiraglio Lennox?

"Catturate l'uomo e ammazzate il ragazzo!" urlò uno degli aggressori. Non andava affatto bene per lui, già in quattro avevano afferrato Strauss gettandolo a terra con il proprio peso e lui era riuscito a menomare solo tre avversari che ora si dibattevano a terra con braccia slogate o addirittura spezzate.
Quando il primo di loro tirò fuori un coltello capì che la situazione stava degenerando e le sue scelte erano ridotte.
Fuggire? Da escludere. Anche se fosse stata la scelta migliore non avrebbe abbandonato mai e poi mai uno degli uomini che doveva proteggere, figuriamoci il suo Capitano. Parò il fendente dell'uomo davanti a lui e lo colpì con violenza al volto poi dette un calcio in faccia a quello che tentava di sparare con il suo phaser con scarsi risultati.
Si voltò per guardare il Capitano Strauss ma era già stato legato con fascette ai polsi. Stava ancora ruggendo maledizioni all'indirizzo degli avversari ma non poteva aiutarlo.

La prima coltellata lo raggiunse al fianco strappandogli un grugnito sorpreso. Non sentiva troppo dolore. L'adrenalina aveva fatto il suo lavoro.
La bastonata sotto l'orecchio gli impedì di parare il secondo affondo e la coltellata lo raggiunse allo stomaco.
D'improvviso si sentiva stanco, le gambe cedettero sotto il suo peso e si ritrovò in ginocchio. Il sangue gli impediva di respirare, un nuovo colpo lo raggiunse alla testa... sentì distintamente il suono di qualcosa che si rompeva, poi tutto si fece buio.



TOOL III, Colonia Tahzot, Colline ad est
21/08/2399, ore 14:30


"Oddio Lon!" il grido di Melanne era permeato di orrore. Nel momento in cui l'awey team si era teletrasportato a terra, la giovane si era trovata davanti agli occhi l'uomo che amava in un lago di sangue.
"Cazzo!" borbottò Bueller lanciandosi verso il collega insiema alla dottoressa.

"È ancora vivo ma è molto grave!" nonostante il terrore che provava l'addestramento aveva preso il sopravvento. "Lacerazioni multiple, gravi traumi cranici... un polmone è collassato." Un fiotto di sangue uscì dalla bocca del betazoide. "Non sento più il battito!"
"Portalo via di qui!"

Melanne si era messa a cavalcioni del corpo inerte di Basta, le sue mani ne stavano spingendo con forza il torace cercando di riattivarne il cuore.

"Emergenza medica! Agganciate immeditamente la dottoressa e chiunque sia con lei!" ordinò Bueller attraverso il comunicatore. Un attimo prima di sparire vide lo sguardo atterrito di Melanne.

"Signore, nessuna traccia del Capitano Strauss." Gli uomini di Basta erano pieni di rabbia per quello che era successo al loro superiore.
"Segni dei loro avversari?"
"Devono essere stati teletrasportati da poco. Sunak ha trovato tracce del loro arrivo in una conca a duecento metri da qui, ma non c'è segno di navette e nemmeno loro sembrano essere tornati alla conca. Devono averli teletrasportati là per preparare l'agguato e poi sono fuggiti allo stesso modo."
"Torniamo alla nave, qui c'è poco da fare.



TOOL III, Colonia Tahzot, Base segreta
21/08/2399, ore 14:40


Strauss riaprì gli occhi. Sentiva un forte dolore alla testa e delle fitte nei punti dove era stato colpito. Quando la vista si fece più nitida vide il volto della donna che lo guardava accigliata.

"Che ci fai tu qui?" chiese Evelin contrariata
"Sono contento anch'io di vederti." rispose lui come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno.
"Perché sei solo e ridotto in questo modo?"

Strauss si alzò di scatto atterrito "Dov'è Basta?"
"Non l'hanno portato qui con te! Cos'è successo!"

"Il vostro uomo è morto." rispose uno dei rapitori, quello che la donna aveva imparato a conoscere come capo della banda.

L'Ammiraglio Evelin Lennox si alzò lentamente e si avvicinò alle sbarre. "Se Lon è davvero morto non ci sarà pianeta della galassia dove ti potrai nascondere da me..."

Involontariamente il capo degli zeloti fece un passo indietro.



USS Hope, Corridoio ponte 5
21/08/2399, ore 14:50


"Ce l'ho! Ce l'ho! Ce l'ho!" Tucci correva gridando lungo i corridoi diretto verso l'infermeria. Nessuno lo aveva ancora avvertito degli eventi appena accaduti... o forse si e non se ne ricordava. Ma era riuscito a fare quello che Basta voleva e ora stava correndo proprio verso il suo amico... Hope aveva detto che si trovava in infermeria. Forse stava di nuovo litigando con Melanne... sperava di no.

Le porte si aprirono proprio mentre Rest usciva. Il volto del vulcaniano era tirato, sembrava una statua di marmo... una statua ad un passo dalla follia omicida.

"Ce l'ho Rest!" esclamò con un sorriso sventolando un dpad sotto il naso dell'ufficiale tattico.
"Cosa ha Signor Tucci?" chiese cercando di riprendere il controllo.
"Devo dirlo al Tenente Basta, mi segua!" il giovane ufficiale scientifico entrò immediatamente nell'infermeria senza dare tempo a Rest di spiegargli la situazione.

L'infermiera Nudges stava raccogliendo da terra una divisa gialla coperta interamente di sangue. Tucci deglutì e rimase bloccato con il dpad ancora in mano. L'infermeria era piena di gente: Doohan, Luna, Caytlin, Ferris, Xyr, Rodriguez... tutti erano davanti allo schermo opacizzato che dava sulla sala operatoria.

Luna teneva una mano sulla spalla di Bueller e Xyr teneva le braccia conserte sotto il seno per evitare che gli altri la vedessero tremare.

"Cosa... che succede?" Balbettò Tucci guardando i compagni. I loro sguardi erano colmi di preoccupazione.
"Lon è stato ferito..." Caytlin si avvicinò al giovane e gli prese la mani "È grave..." lo disse quasi con un sussurro, come per non farsi sentire da Melanne che in quel momento, dall'altra parte del vetro, stava lottando per tenere in vita il suo amico più caro.
"Non è possibile, io ho fatto quello che Lon voleva. Ce l'ho, non può andare così."
"Cos'hai Edison?" chiese la risiana cercando di togliere il dpad dalle sue mani.
"Ho il luogo dove tengono il capitano Strauss e forse l'Ammiraglio Lennox..." rispose lui atterrito.

"Come scusa?" Bueller si avvicinò insieme a Xyr "Raccontaci tutto per filo e per segno."
"Lon mi aveva detto che poteva perdere il Capitano Strauss e gli serviva un modo per rintracciarlo in quel caso."
"Il tenente Basta aveva pensato a questa eventualità?" chiese Xyr guardando prima Bueller e poi Rest ma entrambi parevano cadere dalle nuvole.
"Ho usato dello iodio-131 sulla divisa del Capitano Strauss."
"È un radioisotopo radioattivo... l'avete usato come segnalatore sul Capitano Strauss?" chiese Rest
"Sì, è stato trattato tramite un gel che assorbe le radiazioni nocive ma i sensori di Hope hanno potuto seguire la sua traccia."
"Quindi sai dove è stato portato Strauss e forse dove tengono prigioniera l'Ammiraglio Lennox." affermò sicura Xyr dando una pacca sul braccio dello scienziato "Ottimo lavoro Signor Tucci!"
"Ma Lon..." mugolò lui guardando la finestra opacizzata.
"È nelle mani di Melanne e lei lo salverà anche a costo di ricostruirlo molecola per molecola. Adesso dobbiamo salvare Strauss e l'Ammiraglio Lennox e ci servono quelle informazioni!" Bueller lo trasse a se facendo in modo che solo la sua faccia fosse nel suo campo visivo "Dove si trovano Edison?"

"Dieci chilometri sotto la Colonia Tahzot. Devono esserci delle caverne naturali... non ho trovato nessuna via d'accesso."
"Tranquillo hai fatto il tuo lavoro, adesso sta a noi. Caytlin occupati di lui - le disse spingendo Tucci nella sua direzione - Xyr contatta la Phoebe e riferisci tutto quello che sappiamo. Rodriguez scava nel passato del Capitano Givens e scopri se c'è un motivo per cui possano avercela con lei. Rest inventati un sistema per mappare quelle caverne. Gli altri tornino ai propri posti. Dimostriamo a Strauss che siamo degni della divisa che portiamo!"


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14.08 - Riscatto

Autore: Tenente JG Lon Basta

Da qualche parte sulla Colonia Tahzot e in orbita attorno a Tool III
21/08/2399, ore 02:01


Era una di quelle notti così buie da far credere che non esistano le stelle, ma non pioveva. E questo forse era peggio perché l'umidità schiacciava al punto da togliere il respiro fino al punto in cui si desiderava solo che quella dannata acqua cadesse dal cielo. Non c'era nemmeno vento, per cui il sudore scendeva lungo la fronte e colava lungo le gambe provocando un'irresistibile voglia di passarsi le mani sul viso e sui polpacci. E fastidio.

Rest era abituato al caldo secco, quello umido lo sentiva tutto e non gli piaceva. Non che questo si vedesse dalla sua espressione, era intuibile solo se lo si conosceva bene dal modo in cui studiava la mappa, come se il suo continuo consultarla gli servisse per combattere la tensione e il fastidio. I suoi occhi scorrevano sullo schermo, la cui luminosità era così bassa che difficilmente sarebbe stata vista da eventuali sentinelle, quasi questo potesse parlargli. Accanto a lui Rodriguez e Doohan attendevano insieme agli uomini della squadra, meno professionali di quanto lui avrebbe voluto, ma il loro compito non era quello combattere. Quello spettava a Rest e lo faceva nell'unico modo che conosceva: con adamantina efficienza.

Quello che invece proprio Rodriguez non sapeva fare era aspettare. Ogni fibra del suo corpo, ogni singolo tic della sua faccia, ogni tamburellare silenzioso dell'indice, tradivano la necessità di agire. Era sempre stato un tipo iperattivo il capo operazioni: sempre alla ricerca di qualcosa da fare, mai fermo, all'inseguimento di idee e metodi e, perché no, anche problemi. Il consigliere Caytlin gli aveva chiesto una volta cosa sarebbe successo se si fosse fermato, anche solo per qualche secondo a tirare fiato. Rodriguez aveva risposto di essere talmente disabituato a farlo, che sarebbe morto perché non ricordava più come si facesse a respirare. Ora per esempio, aveva entrambe le mani strette a pugno e posate sulle cosce, per impedirsi di muoverle. Aveva assunto quella posizione quando Doohan, esasperato, gli aveva dato una manata sulla spalla per farlo smettere di agitarsi.

Il capo ingegnere sudava esattamente come tutti gli altri membri della squadra (ad eccezione di quelli con metabolismo diverso o che non sapessero nemmeno cosa significasse sudare), ma su di lui faceva tutto un altro effetto che su Rodriguez. Eppure, quando in altre occasioni questo avrebbe portato qualcuno a guardarlo con ammirazione e invidia e anche un bel po' di attrazione, ora non suscitava nessuna di quelle emozioni. Doohan era cambiato, sottilmente, lentamente, senza che nessuno se ne accorgesse e ora la sua espressione determinata, la mascella tesa per la tensione e le labbra tirate in una linea sottile, non facevano voglia di confortarlo, ma di stargli lontano. Era come se l'aria da eterno ragazzino fosse del tutto scomparsa per lasciare posto ad un uomo deciso, che non aveva tempo da perdere in stupidaggini come imbarazzarsi perché attirava l'attenzione indesiderata di qualcuno.

Molto più su, sopra di loro, seduta alla sua postazione in plancia, il tenente J. G. Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa, teneva una mano appoggiata sulla console con le dita aperte sui comandi senza sfiorarli. Un osservatore di passaggio avrebbe potuto pensare che stesse svolgendo un normale turno di routine, in cui tutto quello che Luna doveva fare era tenere d'occhio la posizione della nave nell'orbita di Tool III per poi, una volta finito, andare al bar a bersi qualcosa. Eppure Xyr, che era ben conscia del fuoco che muoveva Luna, era sicura che l'apparente posizione rilassata della pilota fosse in realtà un segno di rabbia impotente, così come era certa che nonostante Luna avesse preferito di gran lunga essere su Tool con la squadra, e avesse protestato a lungo perché così fosse, sapesse benissimo che in quel momento lei fosse più utile alla sua postazione, pronta ad agire qualora fosse stato necessario: questo non voleva dire che le piacesse. Anche Xyr avrebbe voluto essere su Tool, a sfogare la sua rabbia, passione e frustrazione, ma aveva visto il filmato dell'omicidio, purtroppo, e aveva riconosciuto suo cugino Aser. Aser. Che cosa hai combinato Aser!

Poco distante, seduto nella poltrona del capitano, in quello che aveva iniziato a considerare il suo ufficio ma che ultimamente non era più stato così sicuro di meritare, il tenente Ferris Bueller fissava l'espressione seccata del capitano Givens che aveva eretto un muro di ostilità impenetrabile non appena aveva capito che la convocazione sulla Hope non era venuta per ordine di Strauss. A dirla tutta a Bueller, in quel momento, non importava nulla dell'atteggiamento del capitano Givens, era determinato a smantellare ogni singola pietra di quel muro a costo di usare un martello per farlo. Al diavolo le conseguenze.

Bueller era arrabbiato con diverse persone: con il capitano Strauss per avergli dato sicurezza e avergliela poi strappata brutalmente per colpa delle sue stesse paure con Basta per non essersi opposto agli ordini e non aver pensato a digli nulla prima di scendere su Tool con sé stesso per il continuo costante lottare per convincersi di essere veramente adatto al ruolo che sapeva essere destinato a lui e per aver permesso che gli fosse strappato via. E questa rabbia lo definiva trasformando la sua espressione, cancellando l'aria da ragazzino che aveva permesso a Strauss prima e Givens poi di 'rimetterlo al suo posto'.

Nell'ufficio dell'ufficiale scientifico capo, il consigliere Caytlin osservava Tucci. La risiana non aveva detto una parola quando erano tornati nella sezione scientifica e il suo atteggiamento tranquillo sembrava aver avuto su Tucci lo stesso effetto che aveva Basta al punto che il consigliere l'aveva lasciato al suo lavoro per poi tornare più tardi a vedere come andava. Ora lo studiava lavorare occupando inconsapevolmente la stessa posizione che Basta assumeva quando faceva compagnia all'ufficiale scientifico mentre seguiva i suoi ragionamenti. Solo che Caytlin non era affatto calma, era molto brava a nasconderlo grazie alla sua professione, ma dentro ribolliva. La sua mente continuava ad esaminare ogni singolo evento che si era verificato nel corso della missione accompagnando ogni momento con domande, dubbi, ripensamenti. Se non fossero sbarcati la prima volta? Se non avessero trovato l'informatore? Se lei avesse capito prima che Strauss era sul punto di scoppiare? Se si fosse presentato un suo paziente con i suoi stessi dubbi, Caytlin gli avrebbe detto che mettere in dubbio le proprie decisioni era sano, ma farsi divorare dal rimorso era sbagliato. La risiana però non era paziente di sé stessa e, se lo fosse stata, sarebbe stata una pessima paziente.

Tucci, dal canto suo, percepiva la presenza di Caytlin nell'ufficio come un elemento disturbante. Non era tanto il suo atteggiamento, che era quello giusto, simile a quello di Basta, quanto il silenzio. Il betazoide sembrava sapere quando introdursi nei suoi ragionamenti, quando offrire suggerimenti e quando stare semplicemente zitto. L'ufficiale scientifico capo una volta aveva visto un balletto, un duetto per essere precisi, ed aveva sempre pensato alle interazioni fra lui e Basta in quel senso: il capo della sicurezza offriva opinioni come un ballerino interveniva al momento giusto per sostenere l'altro. Era una sorta di danza la loro e ora con la consigliera non c'era equilibrio, o per lo meno non del tutto. Tucci non sapeva bene come interpretare questa sensazione, tutte le volte che la tensione cresceva o che i suoi sentimenti erano coinvolti era il lavoro a dargli rifugio, i calcoli, la splendida struttura della natura, la perfezione delle le formule. Ora però non ci riusciva, era come se gli mancasse qualcosa. Per questo si fermò, si girò a guardare Caytlin e corrugò la fronte: "ho bisogno del tenente".

L'ufficiale medico capo Melanne Graahn fissava il vuoto. Fino a pochi istanti prima aveva guardato il monitor e, prima ancora, altro fino a quando non ce l'aveva fatto più a fissarlo perché se avesse continuato a guardarlo non sarebbe riuscita ad evitare di schiaffeggiarlo e non sarebbe riuscita a trattenere lacrime di frustrazione. Non sapeva nemmeno lei come avesse fatto ad operarlo. Prima di iniziare le mani le erano tremate così tanto che Caytlin gliele aveva afferrate e l'aveva fissata chiedendole in un sussurro se fosse in grado di farlo. In quel preciso istante una calma gelida era scesa su di lei e senza rispondere aveva stretto i pugni, inspirato e lasciato che la sua espressione dicesse tutto al consigliere. Nessun altro oltre a lei avrebbe operato Lon, nessuno l'avrebbe toccato, solo lei. Solo lei. Come attirato da una calamita il suo sguardo tornò sul betazoide. Stupidi! Che stupidi erano stati. Quanto tempo sprecato inutilmente! "I terrestri sono talmente abituati a vivere con la loro mente, da riuscire ad accettare la solitudine. Un betazoide non è mai solo, per questo siamo spaventati dall'eccesso di silenzio", le aveva detto una volta Lon. E non avevano capito che loro due erano già la risposta a quel detto. Si erano rifiutati di vedere la verità rifugiandosi dietro parole e scuse che avevano retto anche quando c'era stato il rischio di finire su due navi diverse. Era ora di aprire gli occhi, di finirla con le bugie, decise passando una mano sulla fronte del betazoide per scostare una ciocca di capelli. Era ora della verità.

La porta dell'infermeria si aprì per lasciar passare Tucci seguito da Caytlin che strinse le spalle al suo sguardo interrogativo. L'ufficiale si fermò accanto al letto e annuì. "C'è una console che posso usare per lavorare?" le chiese come se fosse la cosa più naturale del mondo.



USS Hope, Ufficio del Capitano
21/08/2399, ore 02:10


"Il capitano Strauss è stato rapito," disse Bueller deciso a non perdere tempo, "e un mio uomo è in fin di vita. Non abbiamo rilasciato la notizia perché prima voglio sapere tutto, e intendo tutto capitano, su suo marito e sulla sua posizione che occupa nel consiglio dei Vedek e perché un gruppo di terroristi avesse tutte le intenzioni di rapirla".



TOOL III, Colonia Tahzot, Base segreta
21/08/2399, ore 02:30


Il capitano Nicholaus Strauss era seduto a terra con le mani nei capelli e la testa talmente piena di sensi di colpa che l'ammiraglio Evelin Lennox gli aveva dovuto dire di piantarla perché stava cominciando a darle sui nervi. La risposta era stata quasi un ringhio che la betazoide aveva deciso di ignorare perché era arrabbiata e le emozioni di Nicholaus, se l'avesse permesso, avrebbero alimentato le sue, cosa che in quel momento non le serviva affatto. Appoggiata al muro studiò le guardie, non aveva più visto il giovane andoriano che conosceva Xyr e questo non era affatto un buon segno. Il capo aveva sicuramente un piano per lui. Era ora di fare qualcosa.

"Ehi!" chiamò la guardia e quando questi si girò a guardarla aggiunse: "ora che avete ucciso un ufficiale della flotta, quanto credete che la passerà prima che piombino su di voi?" la sua espressione era tutta preoccupazione e ansia, il nervosismo dell'uomo le arrivò centuplicato. "fossi in voi penserei a salvarmi. Se non avete preso parte all'omicidio siete ancora in tempo ...."

"Evelin!" Esclamò Nicholaus sollevando la testa per guardarla.

"Non zittirmi, Strauss." Ribatté l'ammiraglio assicurandosi che sentissero bene il suo nome, "so benissimo chi sei e cosa fai, ho indagato su di te. E li ho avvertiti."

"Evelin..." ripeté minaccioso il capitano tirandosi su e per reazione lei si tirò indietro allontanandosi da lui.

"Non permetterò il ripetersi di August IV! Non di nuovo!" gli sibilò contro accertandosi che le due guardie la sentissero bene. Strauss fece un altro passo nella sua direzione e lei sollevò di scatto le mani come per proteggersi da un colpo. Il capitano colse al volo il suo gesto e si lanciò verso di lei. "Ho detto che devi stare zitta! Gridò.

"Ehi!" Urlò una delle due guardie. "Fermo! Ho detto fermo!"

"Vi prego! Portatemi dal vostro capo! Prima che sia troppo tardi!" Li implorò l'ammiraglio aggrappandosi alle sbarre, Nicholaus l'afferrò per i capelli trascinandola insieme. Mentre gridava di dolore, le guardie aprirono la cella e si scagliarono contro Strauss. Senza esitare Evelin si girò verso di loro, mentre Nicholaus, lasciata la persa sui suoi capelli, si lanciava su quello di sinistra. L'ammiraglio colpì all'altezza dei reni quello più vicino a lei e poi concluse il lavoro con una ginocchiata al mento.

"Non ho più l'età per queste cose," commentò la betazoide ansimando con una mano sul fianco, mentre il capitano si assicurava che le guardie fossero entrambe prive di sensi.

"August IV?" Le chiese con un sorriso divertito dopo averli legati e imbavagliati.

"Per un attimo ho temuto non te ne ricordassi," ribatté lei afferrando l'arma che lui le porgeva mentre usciva dalla cella.

"Come potrei scordarmi di August IV?!" esclamò lui seguendola, "certe cose non si dimenticano." si scambiarono un sorriso poi l'espressione di Strauss si fece cattiva, "andiamo a mettere un po' di paura al resto della banda."



TOOL III, Colonia Tahzot, Antiche Miniere
21/08/2399, ore 02:33


L'immagine sullo schermo cambiò all'improvviso dal giallo indeciso ad un verde implacabile. Rest passò in rapida rassegna la squadra che si stava già preparando all'azione. Doohan, con la schiena appoggiata alla roccia sollevò la mano con le cinque dita spalancate, lo sguardo fisso sul suo tricorder. Il pollice si chiuse sul palmo della mano.

Poco più avanti, Rodriguez iniziò a muoversi in direzione della parete accompagnato da un membro dell'away team di Rest. I due si fermarono accanto a quella che sembrava una spessa parete rocciosa.

Le dita di Doohan formarono il numero tre.

Rest sollevò il phaser puntandolo davanti a sé, il resto della squadra occupò le posizioni assegnategli.

Indice e medio sollevati.

Rodriguez posizionò il pollice sullo strumento che teneva stretto nella mano destra e annuì.

Doohan sollevò il pollice.



Plancia, USS Hope
21/08/2399, ore 02:33


"Ora," ordinò Bueller dalla poltrona del capitano e le dita di Luna iniziarono a volare sulla console.


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14.09 - Una verità inaspettata

Autore: Tenente JG Caytlin

***FLASHBACK***
Luogo sconosciuto
06/07/2399, ore 12:26


Non sapeva dove si trovava, né esattamente perché era lì.

L'unica cosa di cui era a conoscenza, era che quell'incontro sarebbe stato rivelatore su come ottenere il successo sperato.

Quale sarebbe stato il posto ed il momento propizio.

Aveva addestrato più ragazzi, per lo più emarginati o con caratteri borderline, facili da plasmare e da illudere.

Ne avrebbe selezionati un piccolo gruppetto per far ciò che doveva fare: eliminare i capi della colonia Bajoriana di Tahzot.

Non importava l'etnia, quanto che fossero utili alla causa.

Si sarebbero anche dovuti mettere in contatto con un'organizzazione sovversiva già presente in loco, sebbene con finalità del tutto diverse dalla loro.

L'obiettivo era duplice: individuare un capro espiatorio che nulla sapesse della vera missione e sradicare quella feccia, guidata da Piba Kyzk, che poteva ostacolare la presa di potere.

Nel giro di due o tre mesi, Tahzot avrebbe cambiato padrone.



***FLASHBACK***
TOOL III - Colonia Tahzot
17/08/2399, ore 23.09


Il suo informatore non aveva mai accennato neppure lontanamente alla possibilità che ci fosse una quinta persona presente alla villa quella notte.

L'obiettivo dichiarato e principale era il vecchio Kolose.. combattente prima, politico con una passione estrema per il giardinaggio poi.. era rinomato per la sua saggezza e poteva facilmente con una sola parola convincere più gente di un plotone coi phaser spianati.

Ucciso lui ed eliminata la restante combriccola dei leader di quella insulsa colonia, rimaneva il pavido Questore che, però, sapeva bene come muoversi per non pestare la deiezione di qualcuno di potente di lui.

La stessa polizia si sarebbe prima dannata l'anima per trovare un colpevole, ma, finita la buriana iniziale, avrebbe dimenticato facilmente. Nuove elezioni, nuovi leader da servire e proteggere, nuove priorità e nuovi fondoschiena da oliare per ottenere premi e promozioni.

La presenza di quella donna, pertanto, fu una doccia gelata per tutti, ma lui doveva mantenere la calma ed il sangue freddo per evitare che qualcuno, specialmente quella sottospecie di Andoriano, si facesse prendere dal panico.

Chiunque fosse, occorreva valutare in pochi secondi se fosse opportuno ucciderla o prenderla prigioniera.

Fortuna volle che, nella penombra, vide il suo volto e lo riconobbe: niente meno che Evelin Lennox, Contrammiraglia della Flotta Stellare.. un premio ambito per qualsivoglia organizzazione terroristica o sovversiva.

Aveva addestrato i suoi seguaci nell'ottica di alimentare in loro il fanatismo e la cieca fiducia nelle capacità del loro capo. Tutti erano convinti di essere lì per eliminare i leader della colonia, rei di preferire la lealtà alla Federazione piuttosto che quella verso il popolo Bajoriano.

Portare in dono a Piba Kyzk, sedicente leader della rivolta, quattro adepti ed una prigioniera del calibro della Lennox, rappresentava per lui un ottimo biglietto da visita e preziosa merce di scambio per ottenere una via di fuga sicura.

Ucciderla sul posto, pertanto, sarebbe stato solamente uno spreco inutile di risorse.



***FLASHBACK***
TOOL III - Colonia Tahzot
Questura - 19/08/2399, ore 11.07


L'arrivo a passo di carica del Capitano Strauss e di quell'imberbe che pareva fungergli da Primo Ufficiale le aveva fatto storcere il naso. Non li aspettava prima di ventiquattro o quarantottore.

Veramente non aveva previsto nemmeno il rapimento di un Contrammiraglio della Flotta Stellare.

Poco male, la USS Phoebe era comunque l'unità più vicina e sarebbe stata, in ogni caso, la prima a poter arrivare in loco.

Al suo arrivo, dopo un rapido passaggio alla villa del quadruplice omicidio, a lei ed ai suoi uomini era stato caldamente invitato di recarsi dal Questore.

Quell'essere era poco meglio di un viscido verme, ma sapeva sempre fare un'ottima impressione con chiunque.

Avrebbe voluto parlargli di persona, senza troppe orecchie indiscrete, ma avrebbe allarmato sia quell'enorme armadio del Comandante Douglas, a capo della sicurezza della sua nave, sia quella piccola viscida serpe di Caseras.. sempre smaniosa di dimostrarsi migliore degli altri, pur essendo poco più che una poppante.

Ogni giorno che passava, portare quell'uniforme per Robin Givens diventava sempre più pesante.

C'erano norme, codici, etichette, regolamenti, direttive.. una variopinta e pressoché infinita sfilza di regole e codicilli che impedivano di muoversi a piacere.. di mettere davanti il giusto.. troppe volte aveva dovuto scegliere fra rispettare i dettami imposti e fare cosa le diceva il cuore.

Aveva vissuto con dolore l'inazione della Federazione in supporto a Bajor ed all'occupazione Cardassiana.

Ogni anno, il marito ricordava i propri caduti.. l'intera famiglia o quasi era stata sterminata in quarant'anni di occupazione.

Lui era poco più di un ragazzino, ma ricordava perfettamente botte, percosse, uccisioni, risate..

Aveva covato rabbia e sete di giustizia per anni. Per anni aveva sperato in un aiuto, nell'aiuto che la Federazione poteva fornire loro, ma solo quando la Federazione stessa è stata attaccata dal Dominio con la complicità dei Cardassiani, la Flotta Stellare è stata inviata seriamente in loro supporto.

Forse non era una ricostruzione del tutto attendibile o corretta, ma sicuramente in un periodo di pace come quello, vi erano stati fin troppi compromessi e trattative fra l'Impero Cardassiano e la Federazione.

Una cosa che il marito e molti altri reduci come lui vivevano costantemente come coltellate al cuore.

Lei non poteva vederlo così.. aveva cercato aiuto nel fratello più grande di lui.. un esperto combattente della resistenza Bajoriana, unico superstite maschio assieme al marito della sua famiglia.

Il carattere forte, ma scaltro, la fisicità assieme a quel fascino di mistero, l'aveva fatta innamorare.

Amava il marito, ma era un debole.. amava il fratello di lui, che era un forte.. entrambi la completavano, tutti e tre formavano una cosa sola.. una famiglia.. una famiglia che lei non avrebbe permesso a nessuno di mettere a rischio.

Col marito aveva avuto due splendide figlie, col cognato un figlio robusto e coraggioso.

Robin Givens non voleva e poteva rischiare nuovamente che scelte sbagliate della Federazione distruggessero ciò che faticosamente aveva costruito.

Tahzot era una colonia Bajoriana, abitata per quasi la totalità da Bajoriani, eppure i propri leader si facevano comandare a bacchetta dai diplomatici federali.

Era ora di fare pulizia, di rinforzare le difese, di addestrare i contadini alla guerra, di essere pronti a combattere in caso di necessità.

I quattro leader uccisi erano inutili.. il sedicente capo sovversivo della rivolta, un adatto fantoccio dedito alla causa.. il cognato aveva addestrato bambocci scapestrati per far il lavoro sporco.

Tutto era andato come doveva.. tranne quella maledetta Evelin Lennox fra i piedi.

Ed ora arrivavano i rinforzi: il paranoico ed il poppante.

L'afroamericana si sforzò di sorridere ed infondere tranquillità e completa padronanza della situazione: "Sono il Capitano Robin Givens, lei deve essere il Capitano Strauss"



***FLASHBACK***
TOOL III - Colonia Tahzot
19/08/2399, ore 16.02


Per quanto apparentemente fanatico alla causa, Piba Kyzk non era uno sciocco. Sapeva bene che i fratelli Yuteca erano coinvolti entrambi in quel casino. Padi e Paji, per quanto caratterialmente agli antipodi, avevano le stesse ambizioni, aspirazioni e gusti in fatto di donne.

Padi era più debole di fisico, meno prestante e decisamente religioso. Paji era alto quanto il fratello più giovane, ma era ben definito dal punto di vista muscolare, più pragmatico e meno legato ai dettami dei Profeti.

Se Paji era il responsabile dell'uccisione di Kolosa e degli altri tre leader alla vigilia di importanti elezioni, fra cui quella del Questore, il Vedek Padi si sarebbe prima o poi mosso per proporsi come nuovo leader.

Non l'avrebbero seguito in molti, ma con i giusti agganci, avrebbe potuto ottenere un numero di voti necessari per ottenere la poltrona. E da lì aumentare il proprio potere grazie alle attività sotto traccia del fratello maggiore che, sicuramente, avrebbe ottenuto la carica di Questore.

Se quello era il piano.. ed era abbastanza evidente comprenderlo, cosa sarebbe rimasto a Kyzk ed ai suoi accoliti?

A lui del rientrare nella stretta cerchia dei Vedek importava poco, ma, se il potere, quello vero, se lo volevano spartire gli Yuteca, a lui cosa restava?

L'incognita della prigioniera rientrava perfettamente in quel ragionamento.

Secondo Paji Yuteca, che gliela aveva consegnata, era un'ottima arma di ricatto nei confronti della Federazione, ma, di compenso, la Flotta Stellare aveva inviato due unità alla ricerca del suo ufficiale superiore, una delle quali, guarda caso guidata dalla moglie del Vedek Padi.

Quando si diceva, lavare i panni in famiglia.

Quella triade era pericolosa, il Questore un incapace e la situazione ingarbugliata.

Aveva esaminato il modo in cui il maggiore dei fratelli Yuteca aveva agito assieme ai suoi quattro ragazzini burattino.. tutto era stato studiato per far credere all'azione di un'organizzazione radicata nel territorio, ma con scarsi mezzi.. proprio come quella che lui stava guidando.

Non erano mai stati la maggioranza nella popolazione e non godevano di molto richiamo.. gli abitanti di Tahzot erano per lo più pacifici.. lavoratori pronti a menare le mani in una rissa, ma non ad imbracciare armi per una ribellione.

Lui stesso usava il fanatismo dei suoi per arricchirsi ed accumulare potere, non certo per portare avanti piani rivoluzionari di pulizia razziale ed alta fedeltà ai precetti dei Profeti.

Doveva trovare il modo di uscirne, il più pulito possibile.



***FLASHBACK***
TOOL III - Colonia Tahzot
20/08/2399, ore 05.30


Quella donna, quella maledetta Betazoide lo metteva in soggezione.

Continuava a fissarlo e sorridere.

Più che sorridere, sogghignare.

E quando non lo stava facendo, sembrava fissarlo con amarezza e compassione.

Lui non aveva bisogno di compassione, lui era Aser del clan Clos e presto avrebbe avuto donne in abbondanza, onori e prestigio, avrebbe servito nell'Ahm Tal, i servizi d'intelligence Andoriani, e sarebbe stato rispettato da tutti.

Beh.. non tutti forse.. Xyr non l'avrebbe presa benissimo.

La cugina era una macchina da regolamenti, con un carattere intransigente e spigoloso.

Avrebbe fatto di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote, per fargli cambiare idea.. per farlo smettere di sognare la propria grandezza.

L'avrebbe fatto non per invidia, ma perché non era giusto.

Proprio lei parlava? Che aveva avuto sempre tutto?

Non avrebbe cercato l'approvazione di Xyr, come non voleva né la derisione né la compassione di quella vecchia Betazoide.

Gli sarebbe bastato essere amato a sufficienza e non deriso.

Ma ormai era tardi.. troppo tardi.. aveva appena ammazzato una persona ed ogni notte riviveva quella scena, come in un incubo continuo.

Non era stata un'uccisione onorevole, ma nei servizi, anche quelle erano uccisioni degne di essere perpetuate, in quanto volte al raggiungimento di obiettivi superiori.

Non che Aser condividesse il fanatismo verso i Profeti e verso la superiorità del Popolo Bajoriano, ma condivideva che dovessero essere gli abitanti di Tahzot a decidere chi li governasse e perché.. finora, invece, tutto era in mano a dei vecchi che per sentimenti di riconoscenza verso la Federazione, si erano fatti mettere i piedi in testa.

Un po' come era successo a lui per tutta la vita: non aveva mai potuto scegliere.. gli altri avevano scelto per lui o lui era stato costretto a scegliere qualcosa che non desiderava perché rifiutato laddove invece voleva stare.

Quella Betazoide pareva leggergli l'anima.. e la cosa non gli piaceva.



***FLASHBACK***
TOOL III - Colonia Tahzot
20/08/2399 - ore 07.00


Piba Kyzk si accorse troppo tardi dell'errore commesso.

Qualcuno dei suoi lo aveva tradito.

O addirittura potevano essere stati quelli della Flotta Stellare.

Aveva mandato un suo accolito a prendere contatti con qualcuno dell'equipaggio della USS Hope.

Dopo qualche tentativo andato a vuoto, aveva trovato in un pub un terzetto di giovani ufficiali che sembravano ragazzini in gita scolastica.

Più inoffensivi non potevano essere ed il suo seguace aveva consegnato loro il messaggio, approfittando di una rissa nata per caso.

Avrebbe fornito loro informazioni preziose per mettere nei guai i fratelli Yuteca.

Arrivato nel suo alloggio alla vecchia miniera, aveva trovato il suo uomo sgozzato, mentre Paji Yuteca lo osservava come se fosse stato improvvisamente colpito da una verità impossibile da comprendere, da sostenere, da accettare.

Kyzk mangiò la foglia immediatamente e tentò di girarsi dove sapeva di tenere un vecchio fucile disgregatore.

Non lo trovò, ma fu affrontato da quel giovane Andoriano con gli occhi spiritati di odio.

In un attimo fu trafitto.

Non in maniera brillante, non da guerriero, ma da giovane macellaio che non sapeva nemmeno bene usare l'arma che aveva in mano.

Ebbe così tempo di ripensare che aveva fatto bene a far avere, ad un vecchio Vedeka ormai svitato dedito alla poesia, copia delle stesse informazioni che voleva fornire alla Flotta Stellare.

Era un brav'uomo sotto vari punti di vista, non uno stinco di santo.. ma avrebbe fatto il suo.

Avrebbe scritto una poesia.. un motivetto.. qualcosa di criptico, ma di sufficientemente chiaro da attirare l'attenzione e far scoprire la verità.

Tutto si spense attorno a lui, tranne uno sghembo sorriso che si dipinse sulle sue labbra.



***FLASHBACK***
TOOL III - Colonia Tahzot, Anatolj Kasparov Cottage
20/08/2399, ore 23.28


Il vecchio Vedek era ormai coi Profeti, così come quella serpe di Poba Kyzk.

Il piano stava procedendo a gonfie vele.

Occorreva finire di sistemare i dettagli: apporre l'orma di uno stivaletto della Flotta Stellare, annacquare le informazioni del Questore, creare zizzania fra l'equipaggio della USS Hope, possibilmente decapitandone la testa.

Una nave senza Capitano piena di giovani alle prime armi si sarebbe dovuta, per forza di cose, attenere a quanto deciso dall'Ufficiale in Comando più anziano presente in zona.

La USS Phoebe sarebbe tornata dalla sua ispezione finita in un buco nell'acqua.. e la Givens avrebbe avuto due unità della Flotta da gestire a proprio piacimento seguendo i loro scopi.



***FLASHBACK***
USS Phoebe - Ufficio del Capitano
21/08/2399, ore 14:59


"Come sta il ferito?"

=^=Presentava lacerazioni multiple, gravi traumi cranici e compromissione polmonare.. uno dei due polmoni pare collassato. La nostra equipe medica è al lavoro per salvargli la vita=^=

"Dove si trovano gli assalitori?" domandò la donna, senza prestare particolare attenzione allo status clinico di Basta
=^=Dieci chilometri sotto la Colonia Tahzot. Devono esserci delle caverne naturali... non abbiamo trovato nessuna via d'accesso=^=
"Capisco, agiremo di conseguenza.. fatemi sapere se ci sono novità"

Robin Givens chiuse la comunicazione in maniera seccata.

Le Antiche Miniere di TOOL III non erano molto conosciute, anzi venivano considerate quasi leggendarie.

Il loro punto di accesso era talmente in profondità nel sottosuolo planetario che si raccontavano strane storie su apparizioni mistiche e creature alate.. come se fossero draghi terrestri.

Sapeva che Piba Kyzk adorava quelle grotte.. l'aveva lui stesso portata quando erano innamorati.. era passata una vita, ma poi lei aveva preferito colui che sarebbe diventato il suo futuro marito, Padi Yuteca.

Kyzk non l'aveva presa benissimo.. aveva aderito alla causa della pura razza Bajoriana proprio per vendicarsi di lei, non sapendo che, dopo anni, le stava facendo un enorme favore.

L'eliminazione di Kyzk e del vecchio Anatolj consentivano, senza ombra di dubbio, l'invio urgente di un Vedek di grande religiosità su TOOL III.

Erano già d'accordo sulla scena madre che il marito Padi avrebbe recitato nell'Assemblea dei Vedek e non vi erano possibilità per cui non venisse scelto proprio lui.

Come Vedek, avrebbe prima orientato le votazioni per il nuovo Questore, ove sarebbe stato scelto Paji.. e poi grazie ai buoni uffici di quest'ultimo presso le forze militari e di polizia della Colonia, alle nuove elezioni per scegliere il leader della Colonia, tutti si sarebbero rivolti supplicanti al saggio Vedek Padi.

E lei.. finalmente.. avrebbe potuto lasciare quella divisa che ormai non sentiva altro che come una prigione. Sarebbe scesa al fianco del marito per sgominare i fanatici e fondamentalisti autori dei recenti assassinii e la presa di potere sarebbe stata completa.

L'intervento della Hope e la scoperta delle grotte era un intoppo nel suo piano: gli sgherri di Kyzk dovevano rapire Strauss per metterlo fuori gioco, non farsi beccare da quella banda di poppanti.

Doveva avvertire Paji: avrebbe avuto ospiti inattesi.. e doveva studiare una strategia per gestire quell'imberbe di Bueller.



***FLASHBACK***
USS Hope - Infermeria
22/08/2399, ore 02:01


C'è una console che posso usare per lavorare?" le chiese come se fosse la cosa più naturale del mondo.

La domanda era rivolta a Melanne che si limitò a guardare dietro le spalle di Tucci e Caytlin le fece un cenno col capo.

La dottoressa acconsentì.. non aveva la forza di chiedere il perché ad Edison.. dopo aver operato Basta non aveva fatto altro che pensare a lui, al loro rapporto, a cosa avrebbe dovuto dire, potuto fare, agli errori suoi ed alla stupidità di quel Betazoide.. avevano perso tempo prezioso.. avevano perso occasioni.. la loro lotta continua fra cane e gatto, li aveva fatti allontanare e riavvicinare pericolosamente.

Ed ora rischiava di perderlo. Lei voleva essere amata e rispettata come donna libera di agire e sbagliare, in grado di difendersi da sola, di sapersi assumere rischi e responsabilità.. e lui.. beh lui sopra tutto voleva proteggerla.. avevano entrambi agito in maniera stupida, ma si volevano bene..

Lo amava e non poteva dirglielo e sentirglielo dire.

All'improvviso, Melanne sentì una mano sulla spalla da parte di Caytlin.

Tremò all'instante rendendosi conto di non aver più osservato da una manciata di secondi i display del suo paziente preferito. Temeva di essersi persa qualcosa di fondamentale.

Si precipitò sui macchinari, così come avrebbe fatto Tucci alle prese con una scoperta improvvisa. Ma niente.

Tutto era in ordine.

Si voltò verso Caytlin che le sorrise, facendole cenno di stare in silenzio.

La Risiana si avvicinò a Tucci e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

Edison ebbe un sussulto, come colto da una scossa elettrica.

Fissò la Consigliera di bordo per mezzo secondo e poi si buttò virtualmente su Basta.

Ma il suo amico non dava segni di ripresa.

C'erano parametri in miglioramento ed un'espressione più serena sul volto, come se sentisse meno male di prima.. ma nulla era cambiato.. eppure Caytlin gli aveva detto quello che lui si sarebbe aspettato da Basta.

Una cosa che solo il suo amico sapeva.

Una cosa che solo lui utilizzava per spronarlo.

Edison, di fronte allo sguardo stralunato di Melanne, si buttò a capofitto sulla consolle in un raptus creativo.

Come se stesse cercando qualcosa.

"EUREKA!" esclamò alla fine, indicando qualcosa a Caytlin

La Risiana gli stampò un bacio sulla fronte e si allontanò.

Sulla porta dell'infermeria, si girò indietro sorniona:

"Signor Basta, se non le dici ora che la ami, quando torno vedi che ti combino!"

Una serie di tintinni elettronici iniziarono a rimbombare in infermeria, mentre sul volto del Betazoide apparve un sorriso.

Tucci iniziò a saltare come un bambino.

Melanne a piangere ed a dar baci al suo Lon.

In un altro momento, lo avrebbe rimproverato aspramente per aver anteposto il dovere al suo diritto di saperlo vivo.. ma sapeva che Basta era così.. doveva iniziare ad accettare i suoi difetti, come lui doveva imparare a convivere con quelli della dottoressa.



***FLASHBACK***
USS Hope - Ufficio del Capitano
22/08/2399, ore 02:10


"Il capitano Strauss è stato rapito," disse Bueller deciso a non perdere tempo, "e un mio uomo è in fin di vita. Non abbiamo rilasciato la notizia perché prima voglio sapere tutto, e intendo tutto capitano, su suo marito e sulla sua posizione che occupa nel consiglio dei Vedek e perché un gruppo di terroristi avesse tutte le intenzioni di rapirla".

Il volto della Givens divenne di pietra e lo sguardo cattivo.

"Punto primo, Tenente.. il fatto che il Capitano Strauss sia stato rapito credo fosse di primaria importanza.. ben superiore al raccontarmi che una vostra squadra sul pianeta, guidata dal vostro ufficiale in comando, fosse stata attaccata dai terroristi.. mi avete raccontato solo metà degli avvenimenti.. e questo, già di per sé, non lo ritengo accettabile"

Bueller la lasciò parlare

"La USS Phoebe è stata incaricata delle indagini.. la USS Hope doveva fungere da supporto.. non intralciare le indagini o mettere a repentaglio la vita di un altro ufficiale superiore dopo l'Ammiraglio Lennox"

"Non potevano esimerci da svolgere indagini.."

"Infatti non ve l'ho impedito Bueller! Ma ora, se permette, l'unica col grado reale di Capitano qua sono io e quindi lei mi starà a sentire.. se non è abituato a ricevere ordini da Strauss li riceverà da me.. e se non di suo gradimento, li metteremo per iscritto nel diario di bordo e li inoltreremo al Comando di Flotta, una volta finito tutto questo pasticcio! Sono stata abbastanza chiara?"

"Certo.. ma, come ho detto, non potevamo diffondere la notizia del rapimento di Straus anzitempo.. né attraverso normali canali di comunicazione.. non sappiamo chi sta dietro a questa storia né se sono in grado di intercettare le nostre trasmissioni.. ed è per quello che l'ho convocata qua"

"Mi ha fatto chiamare nel cuore della notte a rapporto... nella comunicazione veniva esplicitato che la richiesta arrivava dal Capitano della USS Hope.. e per quanto a lei piaccia fregiarsi del titolo, è poco più che un ragazzino a cui è stata data il permesso di essere un facente funzioni.."

"Cosa la innervosisce, Capitano? Non mi pare sia particolarmente preoccupata della sorte di Strauss.."

"Non dica stupidaggini Bueller! Non glielo consento.. dal suo precedente rapporto sono passate dieci ore.. dieci ore perse!"

"Beh.. veramente non le abbiamo perse.. a breve faremo irruzione nel covo dei terroristi, ma non prima che lei mi abbia risposto alle domande di poco fa.."

"Fare indagini senza motivazione sul conto di un ufficiale superiore di un'altra unità esula dalle vostre competenze e non è né consentito né eticamente corretto.. senza contare che bastava chiedere, senza agire di soppiatto"

"Quindi?"

"Mio marito è un Bajoriano, non è un segreto per nessuno.. con quello che ha passato lui e la sua famiglia, l'unica cosa che gli ha permesso di andare avanti dopo la devastazione Cardassiana è stata la sua incrollabile fede nei Profeti.. ed è per quello che ha scelto il percorso spirituale che l'ha portato ad essere un Vedek pacato e rispettato. Non avrà grande eloquenza e carisma nel parlare, ma le sue idee sono tenute in grande considerazione dall'Assemblea ed io mi sento molto onorata per essere sua moglie.."

"Ma non mi ha risposto.."

"Non ancora.. ma tutto quello che avete ricercato sono informazioni pubbliche e la mia scelta matrimoniale oltre ad essere irrilevante, non è affar né della USS Hope né della Flotta Stellare che servo con onore da trent'anni"

"Vero, ma.."

"Nessun ma.. Tenente! Quanto faccia mio marito come Vedek non ha mai influito sul mio lavoro come Capitano.. solamente mi ha resa più preparata e emotivamente perspicace nel trattare con il popolo Bajoriano.. credo sia per questo che hanno inviato la USS Phoebe, oltre al fatto che eravamo la nave più vicina"

"Quindi sta dicendo, fra le righe, che potrebbero aver cercato di rapirla per far pressioni sui Vedek in qualche diatriba tutta interna ai Bajoriani? Sfruttando l'appoggio incondizionato che avrebbe fornito suo marito ed alle sue capacità di dialogo con le varie anime interne al popolo Bajoriano?"

"Non posso affermarlo con certezza, ma è una possibilità.."

Un trillo nel comunicatore di Bueller interruppe la conversazione.

"Se mi vuole scusare, Capitano, ora dobbiamo stanare i terroristi.. le prometto che d'ora in avanti le fornirò ogni informazione necessaria e la contatterò affinché sia lei a condurre gli interrogatori, assieme ai miei uomini ed alla polizia del Questore.."

Un sorriso apparve sul volto della Givens

"Mi perdonerà se la faccio teletrasportare immediatamente sulla USS Phoebe, ma siamo pronti all'azione"

L'afroamericana non ebbe tempo di ribattere che il suo corpo di dissolse in particelle e fu trasferito a bordo della sua unità.



USS Hope - Plancia
22/08/2399, ore 02:33


"Ora" ordinò Bueller dalla poltrona del capitano e le dita di Luna iniziarono a volare sulla console.

La Hope iniziò a compiere una manovra improvvisa a bassa orbita, inviando un impulso con il deflettore ad alta frequenza estremamente breve nel tempo. Pochi decimi di secondo furono sufficienti.

Le attrezzature, divise comprese, delle squadre guidate da Rest erano state opportunamente schermate, ma chiunque non avesse preso adeguate contromisure avrebbe patito una momentanea perdita di conoscenza.

Oltre a ciò, tutti gli apparecchi elettronici o i sistemi dotati di qualche tipo di tecnologia sarebbero stati disattivati.. per un tempo non elevato, ma sufficiente per far agire l'away team in tranquillità.

La scelta di far scendere Doohan sul pianeta era rivolta proprio a gestire ogni piccola anomalia tramite il tricorder. Poteva settare i parametri dell'impulso per renderlo efficace alla situazione delle grotte.

Era una mossa che non avevano comunicato a nessuno: innanzitutto perché sarebbero stati rimproverati. Né la Lennox né Strauss sarebbero stati immuni dal momentaneo malessere ed agire in quel modo con dei prigionieri non era certo la tattica migliore. In secondo luogo, la Givens non avrebbe mai autorizzato.. ma Rest aveva dato ampie garanzie sull'efficacia dell'azione e la Capitana della Phoebe non era apparsa limpida nel loro incontro a quattr'occhi.

Secondo le percentuali di Rest, avrebbero avuto il massimo risultato con perdite tendenti allo zero e per Bueller e Xyr era stato sufficiente per dar via alle operazioni di salvataggio



TOOL III - Colonia Tahzot, Antiche Miniere
Pochi attimi dopo


Il Capitano Strauss e l'Ammiraglio Lennox stavano vagando senza una meta precisa. Il luogo della loro prigionia si era rivelato essere all'interno di un complesso reticolo di gallerie sotterranee che non avevano mai visto prima.

Dalla sua cella, Evelin non aveva visuale su quei tunnel e si stavano muovendo, pressoché, alla cieca.

Poche erano le guardie.. meno che il normale.. alcune le avevano stordite, altre uccise.. i phaser avevano poche batterie, mentre abbondavano vecchi disgregatori di origine Klingon o Romulana.

All'improvviso, la Lennox si fermò e tornò leggermente indietro sui suoi passi: la sua attenzione era stata attratta da alcune casse.. piccole ma poste sotto alcune strette colonne di roccia che fungevano da sostegni all'area di sosta su cui si trovavano ed in cui terminavano alcune gallerie della miniera.

Fece cenno a Strauss che sbiancò: erano senza ombra di dubbio piccole bombe, con timer inserito.

Non avrebbero mai fatto in tempo a fuggire.

Nicholaous abbracciò Evelin in uno slancio di affetto imprevisto persino per la Betazoide.

Attesero qualche secondo, poi, si trovarono improvvisamente entrambi a terra a carponi.. con la testa rimbombante e martellante, ma vivi.

Guardarono, o almeno ci provarono, le piccole bombe, ma erano intatte.

Faticarono ad alzarsi, quando udirono dei passi di corsa.

Apparve Aser: Strauss prese la mira o tentò di farlo, ma fu fermato dalla Lennox.

"È il cugino di Xyr! Aspetta!"

Il giovane era stravolto: il mondo in cui credeva era crollato.. avevano lasciato lui a sorvegliare i prigionieri assieme ad altri come lui.. ma i due ufficiali erano liberi.. gli uomini di Kyzk se n'erano andati nei piani più in alto.. il loro capo, quello che li aveva condotti fino alla villa dei vecchi Bajoriani era sparito.

Tutto stava vorticando attorno a lui.. la sua testa era come presa a cazzotti e coloro cui voleva far la pelle, ora lo stavano risparmiando.. cosa stava succedendo?



TOOL III - Colonia Tahzot, Antiche Miniere
22/08/2399, ore 02:53


=^=Situazione? Signor Rest?=^=

"Nessuna perdita. Rivoltosi catturati: 63.. terroristi uccisi 11"

=^=I Capi?=^=

"Uno risulta essere stato eliminato già nei giorni scorsi, l'altro, al momento, non si vede.. secondo i suoi sgherri non riusciremo mai a prenderlo e lui perpetuerà la lotta per la liberazione del popolo Bajoriano dalla dominazione straniera, sia essa Cardassiana, Federale o di qualunque altra fazione" intervenne Rodriguez

=^=Avete informato Alapha della Polizia Planetaria?=^=

"Signorsì, è in arrivo assieme al Questore in persona ed all'Ispettore Nappi"

=^=Quei due sono assolutamente inutili, ma fa parte del gioco..=^=

"Mi fa piacere che si preoccupi molto della nostra incolumità signor Bueller" esclamò la Lennox

=^=Oh.. ammiraglio, ma che piacere risentirla.. anche lei qui? Che piacevole combinazione=^=

"Di che diavolo sta blaterando Bueller?" intervenne anche Strauss

=^=Oh niente.. solo che non mi aspettavo che il Contrammiraglio Lennox fosse già lì coi nostri e pronta all'azione.. l'avremmo proprio bisogno sulla USS Phoebe nel pieno delle sue capacità fisiche e mentali=^=

"Per quale motivo?"

=^=Dovrebbe chiederlo alla Consigliera di Bordo.. al momento è sulla USS Phoebe, con la gentile collaborazione dell'ufficiale scientifico di quell'unità, il Tenente Caseras, assieme ad un piccolo, ma agguerrito gruppo di energumeni delle squadre di Basta.. sa quei tipi per cui Caytlin sosteneva che non potessero passare inosservati al pub? Beh li ha scelti tutti grandi e grossi..=^=

"Che diavolo ha in mente quella ragazza? Non le avevo già fatto una ramanzina?"

=^=Signorsì, ma questa volta ha tutta la mia approvazione, quella del facente funzione Xyr, quella di Rest e, sono sicuro anche di Basta e vostra, miei signori.. ma l'azione della Lennox potrebbe essere risolutiva=^=

"Voglio delle spiegazioni"

=^=Il tenente Caseras, su nostro gentile invito, ha verificato che ci sono state parecchie comunicazioni fra la USS Phoebe e TOOL III ben prima degli omicidi. Inoltre, con la scusa di aspettare il ricambio di alcuni ufficiali, fra cui il secondo della Givens ed il capo ingegnere, la USS Phoebe è rimasta in un'area dove sarebbe stata facilmente dirottata ad affrontare la situazione contingente. . dai dati riportati al Comando di Flotta, avrebbe dovuto dirigersi verso una base stellare per una riparazione urgente, cosa che non ha mai fatto.. riparazione che di colpo pare essere stata considerata non più di primaria importanza, quando è arrivata la comunicazione del rapimento della Lennox=^=

"Prove indiziarie, niente di utilizzabile seriamente"

=^=Il signor Tucci ha scoperto teletrasporti anomali: sono state inviate alle grotte dei piccoli pacchetti, presumiamo di esplosivo, ed è stato teletrasportata a bordo una persona.. crediamo il capo mancante di questa combriccola.. per essere sicuri di non aver preso un abbaglio, abbiamo mandato Caytlin e la squadra di Basta con il medesimo trucco. Visto che non abbiamo alcuna notizia dalla USS Phoebe, direi che non siano scattati gli allarmi della sicurezza né sono arrivate richieste di spiegazione dalla Givens.. se l'Ammiraglio permette, invieremmo sia lei, con Rest ed una squadra, a bordo della USS Phoebe.. questa volta in maniera tradizionale=^=



USS Phoebe - Sala Ologrammi, Riproduzione Alloggio del Capitano
22/08/2399, ore 03.20


"A quest'ora, tutto dovrebbe compiersi amor mio"

"Appena possibile, ti rimanderò sul pianeta.. finita la tempesta, da Bajor arriverà tuo fratello coi nostri figli e tutto potrà avere un nuovo inizio"

"La USS Hope?"

"Senza il loro prezioso Capitano, senza l'Ammiraglio Lennox, persa quell'aura di invincibilità di Bueller, la sua vice, l'Andoriana Xyr, anche per tentare di salvare l'onore infangato dal cugino Aser, asseconderà ogni mio ordine. Verranno richiamati al Comando di Flotta, subiranno una corte marziale e la loro combriccola verrà sciolta. Ognuno sarà assegnato ad una nave differente o messo a terra. Le loro carriere subiranno un arresto così lungo che quando ricominceranno, beh saremo entrambi troppo vecchi per preoccuparcene"

Robin Givens baciò il cognato nonché amante e fu lì che se ne accorse.

Chiunque fosse con quell'aspetto, non era Paji.

Un applauso prima sommesso, poi sempre più acuto provenne da un'area della stanza in completa ombra.

La Givens ordinò al computer di bordo di accendere le luci.

Senza effetto.

Il risultato avvenne quando la voce tonante del Comandante Douglas provenne dalla zona in ombra.

In un attimo, la stanza si illuminò a giorno.

Seduta su una poltrona, vi era la Consigliera della USS Hope. Quella ragazzina stava a gambe incrociate degustandosi un Dom Perignon della sua riserva.

Dietro di lei, a destra, sorrideva sfacciatamente quell'impertinente della Caseras, mentre, a sinistra, la massa imponente e lo sguardo glaciale del Comandante Douglas.

Dal bagno uscì, privo di sensi, Paji Yuteca trascinato a forza da due energumeni non facenti parte del suo equipaggio.

Dalla porta di accesso, altrettanti elementi più simili ad armadi a due ante che a persone.

In nessuno di loro vi era un briciolo di umana compassione.

=^=Plancia a Comandante Douglas, l'Ammiraglio Lennox chiede di salire a bordo tramite teletrasporto=^=

"Permesso accordato, la faccia apparire direttamente nell'alloggio del Capitano Givens.. ci dovrà fornire parecchie spiegazioni"


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FINE MISSIONE