Ammiraglio, una Hope 2.0, è sicura di quello che fa?










USS HOPE

presenta


USS HOPE

Ammiraglio, una Hope 2.0, è sicura di quello che fa?

Missione 06






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS HOPE,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS HOPE, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2018



www.starfleetitaly.it | USS HOPE








Equipaggio

Capitano Guardiamarina Ferris Bueller

Capo Sicurezza Cadetto IV Anno Lon Basta

Consigliere Guardiamarina Caytlin

Primo Ufficiale Guardiamarina Xyr del Clan Clos

Timoniere Cadetto IV Anno Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa

Guardiamarina
Ferris Bueller
Capitano

Cadetto IV Anno
Lon Basta
Capo Sicurezza

Guardiamarina
Caytlin
Consigliere

Guardiamarina
Xyr del Clan Clos
Primo Ufficiale

Cadetto IV Anno
Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa
Timoniere

Ufficiale Medico Capo Guardiamarina Melanne Graahn

Ufficiale Scientifico Capo Cadetto IV Anno Edison Ray Tucci

Ufficiale Tattico Capo Cadetto IV Anno Rest figlio di Retok

Guardiamarina
Melanne Graahn
Ufficiale Medico Capo

Cadetto IV Anno
Edison Ray Tucci
Ufficiale Scientifico Capo

Cadetto IV Anno
Rest figlio di Retok
Ufficiale Tattico Capo


USS HOPE

Autori

Capitano
Ferris Bueller
Franco Carretti

Capo Sicurezza
Lon Basta
nd nd

Consigliere
Caytlin
Vanessa nd

Primo Ufficiale
Xyr del Clan Clos
Massimo Gallo

Timoniere
Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa
Silvia nd

Ufficiale Medico Capo
Melanne Graahn
Maddalena Duci

Ufficiale Scientifico Capo
Edison Ray Tucci
Ermes Cellot

Ufficiale Tattico Capo
Rest figlio di Retok
Ilenia De Battisti






Sommario


Sinossi
06.00 - Preludio alla fase 2
06.01 - Risposta
06.02 - Tante variabili, un'unica soluzione
06.03 - Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere
06.04 - Qualcosa cui appartenere
06.05 - Il bivio
06.06 - L'Amor muove il sole e le altre stelle, ma io vado più veloce
06.07 - All-In
06.08 - Sex Appeal
06.09 - Scelte
06.10 - O tutti o nessuno

Sinossi

Gli esami all'Accademia sono terminati ed è arrivato il momento per gli uomini della Hope di prendere ognuno la propria strada. Ma il destino e l'Ammiraglio Lennox vogliono offrire ai giovani una possibile alternativa.



06.00 - Preludio alla fase 2

Autore: Guardiamarina Xyr del Clan Clos

Terra - New Orleans - 17 Luglio 2395 - Ore 22:45


La musica del sassofono faceva da sottofondo al vociare del locale.
Le luci erano basse e ogni angolo brulicava di persone.

Dal bancone del bar Rodriguez si avvicinò posando sul tavolo un grosso vassoio pieno di bevande.
"Il Longmorn scozzese?"
"Mio grazie." Doohan allungò una mano per afferrare il bicchiere.

"I due Cardassian Sunrise?"
"Quaggiù." Basta afferrò i due bicchieri offrendone uno a Graahn.

"La Birra Aldoriana per il nostro buon Tucci, il Tè jestral per la nostra affascinante Risiana e le Birre Romulane per me e la dolcissima Luna."
"Ti devo spezzare un braccio Rodriguez?"
"Ehm.... per il cadetto Jones." Luna afferrò il bicchiere sorridendo e alzandosi in piedi propose un brindisi.
"Alla Hope, 5 dei più bei mesi della mia vita."

Tutti alzarono i loro bicchieri in accordo.

Poco lontano dal tavolo Bueller osservava la scena appoggiato al bancone del bar.
Aveva appena finito di raccontare per l'ennesima volta a qualche cadetto curioso qualche aneddoto successo sulla Hope. Questa volta era toccato alla storia della navetta in sala macchine, anche se la sua preferita continuava ad essere quella coi Q.

Dal loro ritorno sulla Terra, ormai due mesi fa, erano diventati gli idoli della maggior parte dei cadetti dell'Accademia.

All'inizio la cosa lo aveva eccitato oltre misura. Aveva anche sfruttato la cosa a suo favore con un paio di cadette, non aveva remore nell'ammetterlo.
Col passare delle settimane però quella sensazione di euforia aveva lasciato il posto a un velo di malinconia.

La Hope gli mancava.

Tutto era ritornato alla normalità. Lo studio aveva riempito le sue giornate così come quelle degli altri del suo ex equipaggio.
Si ritrovavano spesso in questo bar di New Orleans dove qualche sera Xyr veniva a suonare. Era un modo come un altro per restare lo stesso tutti insieme. Fra 4 o 5 mesi, dopo il diploma, ognuno avrebbe preso la sua strada e quasi sicuramente non si sarebbero più rivisti.
L'Andoriana era sul palco proprio ora. Lui e Rest la stavano osservando suonare.

"Bella questa canzone."

"Body and Soul di John Coltrane. 23 settembre 1926 - 17 luglio 1967. Oggi sono 428 anni dalla sua morte. La storia lo ricorda come uno dei più grandi sassofonisti della storia del jazz... e il terzo tra i musicisti preferiti di Xyr."

Bueller guardò per un attimo il vulcaniano. Gli era sembrato di percepire un'esitazione nell'ultima parte del discorso. Sorrise tra sè.

Eccoli comunque tutti lì con le loro particolarità, con il loro unico modo di fare e con quella spensieratezza tipica della loro età.
Avevano affrontato 5 mesi di avventure che avrebbero messo in crisi equipaggi più esperti.

Anche la morte di un loro compagno era stata una prova che avevano dovuto affrontare. Forse troppo presto.

Era comunque orgoglioso di loro. Sarebbero stati ottimi ufficiali, sarebbero stati la crema del... del... del...

*ma quanto è bella quella?*

"Saaalve. Io sono Ferris, tu?"



Terra - San Francisco - Sala Mensa Accademia della Flotta Stellare - 9 Ottobre 2395 - Ore 11:15


"La so, la so. Se ipotizziamo che le particelle si muovano a velocità pari a ? e -?, dove consideriamo ? = v/c e quindi -? = -v/c e dove ovviamente c rappresenta la velocità della luce nel vuoto, possiamo dire che dal punto di vista di un osservatore la velocità relativa ?? sarà meno della velocità della luce."

Caytlin annuì leggendo la risposta sul PADD mentre Luna alzava la mano al cielo in segno di vittoria.

"Quell'esame sarà una passeggiata! Quello che mi preoccupa di più è quello di Geometria Subspaziale Avanzata. Mi viene mal di testa al solo pensiero."
"Hai già deciso se fare subito richiesta su una nave?"
"Non ci ho ancora pensato. Prima volevo finire qui e poi vedere. Certo che manovrare una nave, fosse anche quel ferrovecchio di una Miranda, mi ha cambiato prospettiva. Qui al simulatore non c'è realmente l'adrenalina ad aiutarti. Poi appena usciamo di qui, ci sbattono a pulire le gondole per anni, altro che pilotare una nave spaziale."

"Luna!!! Caytlin!!! È fatta!!!"

Rodriguez stava correndo verso di loro in preda all'euforia.

"Passato! Ne mancano due, ne mancano due!"
Dietro di lui un pacato Lon Basta lo seguiva dopo essere uscito da un'aula adiacente. Sul suo viso un accenno di sorriso.



Terra - San Francisco - Accademia della Flotta Stellare - 25 Ottobre 2395 - Ore 18:20


"Computer, avviare registrazione Xyr 2-56."

Lo schermo si accese. Le immagini riportarono una scena svoltasi presso l'Aula Cochrane.

"Certo, ha ragione Xyr, ma si ricordi che non sempre questa teoria è applicabile. Ci sono circostanze in cui..."
"Mi scusi lei Signore, ma se consideriamo l'interferenza allora il presupposto crolla. Una regola è una regola. Semplice e chiara. Se non possiamo basarci su qualcosa di concreto come si riesce a proseguire?"

"Xyr, ci sono tre varianti. Secondo il suo ragionamento quale dovrebbe essere quella che porta al miglior risultato?"
"Senza ombra di dubbio la seconda. L'articolo 248 esclude la prima a priori, mentre il trattato di Grayx VI rende la terza immorale secondo il consiglio Grayxiano."
"Ottimo Xyr, ottimo. Direi che non c'è nulla da aggiungere. Ci vediamo per l'esame finale fra due settimane."

L'andoriana si alzò, strinse la mano alla commissione in ordine di grado e si congedò.

"Computer, fine registrazione."

Un sospiro uscì dalle labbra dell'Ammiraglio Lennox.

"Saranno mai pronti?"

Il suo interlocutore, l'Ammiraglio Maelstrom, guardò i dati sullo schermo.

"Secondo le analisi Xyr ha ottenuto la risposta per deduzione. Bueller ha dato la stessa risposta corretta, ma poi ha ammesso di non aver idea di cosa fosse il Consiglio Grayxiano. Lui aveva percepito che la risposta potesse essere solo quella come per istinto. Ad ogni esame hanno ottenuto gli stessi risultati partendo da presupposti diametralmente diversi. Evelin, sei sempre della tua idea?"

"Abbiamo qualche alternativa? Reale alternativa? Chiamami sentimentale, ma da quando sono diventata responsabile di questo progetto ho imparato a conoscerli. Stanno migliorando, ma hanno bisogno di una piccola spinta."

"Piccola spinta? Beh, se questa per te è una piccola spinta non oso immaginare cosa potrebbe succedere con un sonoro calcio nel sedere."
"Entrerebbero in orbita senza nave. Finiamo di visionare i filmati degli altri del Progetto Hope, poi farò le mie valutazioni e ne parleremo alla riunione dell'Ammiragliato. Computer, accedi alla registrazione Graahn 3.84."



Terra - San Francisco - Accademia della Flotta Stellare - 19 Novembre 2395 - Ore 10:00


La piazza antistante il monumento dedicato a Zefram Cochrane era gremita di cadetti.
Il motto ex astris, scientia troneggiava dietro il palco.

"Cadetti. Siamo arrivati alla fine di un viaggio, non del vostro viaggio. Quello sta per cominciare e ve lo anticipo. Sarà fantastico. Ormai sie..."
Una lieve gomitata attirò l'attenzione di Lon Basta seduto tra gli altri cadetti.

"Certo che sei sempre un musone. Anche oggi che dovrebbe essere un giorno felice non ti riesce proprio di lasciarti andare."
Melanne sorrise nel pronunciare quelle parole.

Cercò i suoi amici in mezzo alla folla, erano tutti arrivati alla fine dei corsi. Chi alla fine dei 4 anni come Tucci, lo stesso Basta, Doohan, Rest, Rodriguez.
Altri avevano completato un percorso più lungo e avevano terminato il corso di Comando come Ferris, Xyr, Luna.
Caytlin i suoi due anni supplementari da Consigliere, mentre lei era ormai all'ottavo e ultimo anno in Medicina.

"... Cadetto Browning, ecco il suo diploma e i suoi nuovi gradi da Guardiamarina. Complimenti."

Era finita per tutti.

Cosa li aspettava da lì in poi era ancora un vero mistero. Lei si era guardata intorno, aveva fatto alcune ricerche e anche qualche timida richiesta su possibili assegnazioni.

"... Cadetto Tukesh, ecco il suo diploma e i suoi nuovi gradi da Guardiamarina. Complimenti."

Una nuova nave, magari una Stazione. Aveva anche pensato di restare sulla Terra al Centro Ricerche di Buenos Aires.

"... Cadetto Rest figlio di Retok, ecco il suo diploma e i suoi nuovi gradi da Tenente JG in quanto risultato uno dei 10 migliori del suo corso. Complimenti."

La cerimonia proseguì per altri 40 minuti con tutte le nomine di rito, sia per i cadetti sia per chi, come lei, terminava i corsi di specializzazione.

Il Capit... anzi, Ferris, li stava ora radunando.

Dopo alcuni minuti tutti furono raccolti attorno a quello che per pochi mesi li aveva guidati in alcune delle più assurde ed entusiasmanti missioni che dei cadetti potessero ricordare.

"Grazie e complimenti a tutti. Ce l'avete fatta, non ne ho mai dubitato, ma soprattutto che risultati! Siete stati tutti grandissimi. Vi ho riuniti un attimo perché ho ricevuto l'incarico da parte dell'Ammiraglio Lennox di invitarvi tutti ad una festa privata che si terrà questa sera verso le 21. Credo voglia ringraziarci personalmente per aver partecipato al Progetto Hope. Ci vuole in divisa, quindi la cosa sarà ufficiale. Ora, sciogliete le righe. Ci vediamo tutti stasera."



Terra - San Francisco - Sala d'attesa ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 19 Novembre 2395 - Ore 21:00


Rodriguez fu l'ultimo ad arrivare. Erano già tutti lì.

Bueller e Jones stavano corteggiando come sempre la bella Caytlin, Tucci e Doohan stavano leggendo qualcosa su un PADD, Lon Basta stava chiacchierando con la Dottoressa Graahn mentre Xyr e Rest stavano attendendo in silenzio in un angolo della stanza osservando alcune targhe appese.

Rodriguez si unì al suo ex facente funzioni di Capitano.

Qualche minuto dopo la porta dell'Ufficio di Lennox si aprì e l'Ammiraglio uscì sorridente e cominciò a stringere le mani a tutti.

"Benvenuti Signori. Grazie di essere tutti qui. Volevo festeggiare ovviamente, ma anche discutere con tutti voi un paio di cose. Non qui però. Prima di parlarvi volevo mostrarvi una cosa."

Lennox sorrise e toccò il suo comunicatore "11 da teletrasportare."

Il tipico pizzicorio del teletrasporto avvolse il gruppo che qualche istante dopo si trovò a bordo di una navetta in orbita attorno alla Terra.

Lennox appoggiò una mano sulla spalla del guardiamarina seduto al timone.

"Se ci siamo tutti possiamo procedere."

In pochi minuti la navetta li portò in orbita attorno a Marte e attraccò in una baia dei cantieri di Utopia Planitia.

La curiosità stava minando la tranquillità del gruppo.
Fu Bueller a cercare di ottenere qualche informazione, ma Lennox gli fece cenno di aspettare e di seguirla fuori dalla navetta.

Una decina di minuti dopo Lennox li radunò in un'ampia sala dove ad attenderli c'erano un paio di tavoli pieni di cibo e bevande, un altro tavolo coperto da un telo e alcuni Ufficiali.

"Capitano Strauss!"

"Bene bene bene, ci siete tutti. Finalmente siete veri ufficiali e purtroppo per voi siete entrati a pieno titolo nell'ingranaggio che porterà la Federazione ad affondare a causa del grande complotto."

Rodriguez sorrise.

"Siamo anche noi molto contenti di vederla Capitano".

Un cameriere distribuì a tutti un bicchiere di champagne con cui Lennox propose un brindisi.

"Bene, capisco la vostra curiosità e credo sia il momento di svelarvi perchè vi ho riuniti qui. Nicholaus, vuoi fare gli onori?"

Strauss posò il suo bicchiere e sollevò il telo che copriva il tavolo alla sua destra. Una serie di scatole porta medaglie apparve su un panno blu con il logo della Federazione. Lennox si avvicinò.

"Beh, direi di iniziare allora. Bueller, cominciamo da lei."

Ferris si guardò curioso attorno poi si avvicinò all'Ammiraglio.

"Con il potere che mi è concesso dal Consiglio della Federazione Unita dei Pianeti e con il beneplacito espresso da parte dell'Ammiragliato tutto, nomino per meriti sul campo Ferris Bueller al grado di Tenente. Le motivazioni complete di questa scelta e le referenze che ha ricevuto sono contenute nel file allegato. Si avvicini. Questa medaglia e questi gradi sono meritati. Complimenti."

Bueller prese dalle mani di Lennox il porta medaglia che conteneva il suo primo passo verso il futuro.

"Ora Tenente non si monti la testa. Tutti i presenti sono stati scelti per un motivo o per un altro a ricevere il suo stesso trattamento."

Un vociare cominciò a riempire il silenzio della stanza.

"E prima che lei lo chieda Xyr, ho controllato. Ho il potere di fare questo e altro. Ci sono articoli che solo un Ammiraglio conosce e che lei potrà visionare quando arriverà al mio grado. Se ne faccia una ragione."

Al termine della cerimonia 10 nuovi Tenenti si lustrarono gli occhi a vicenda con i loro luminosi gradi sul colletto.

Alcune pacche sulle spalle, qualche battuta e un paio di brindisi dopo, Evelin Lennox prese di nuovo la parola.

"Signori un attimo di attenzione per favore. Vi ho portati qui per un motivo specifico e credo sia il caso di mettere tutte le carte in tavola. Nicholaus puoi aprire per cortesia la copertura alle finestre? Vorrei che i presenti vedessero finalmente quello che abbiamo preparato."

Le paratie che coprivano un'intera parete cominciarono ad aprirsi verso un bacino di attracco dove una nave di Classe Intrepid era ormeggiata.

Bueller e Xyr si avvicinarono alla finestra.

"Scherza vero?"

"Nessuno scherzo Tenente Bueller. Può leggere per tutti noi quello che c'è scritto sulla prua?"

"USS Hope NCC 25122-A......"

"Ottimo. Ora, devo dire che la decisione non è stata facile. Ho dovuto convincere diverse persone che non ero completamente impazzita. L'appoggio da parte degli Ammiragli Crom e Maelstrom ha spostato gli equilibri a mio favore."

La Lennox posò il bicchiere che teneva in mano e intrecciò le mani dietro la schiena.

"Signori. Il Progetto Hope continua. La mia proposta è di riunirvi di nuovo tutti su una nave un po' più seria questa volta e di mandarvi fuori a farvi le ossa. Il Capitano Strauss sarà a capo della nave, ma si defilerà nella gestione del bar di prora, mentre Bueller e Xyr fungeranno da Primo e Secondo Ufficiale. In realtà facente Funzioni di Capitano e Primo Ufficiale. Tutti gli altri riprenderanno i vecchi ruoli che hanno ricoperto sulla prima Hope."

Strauss annuì prima verso Lennox poi verso i ragazzi presenti nella stanza.

"Ovviamente non è un ordine in questo caso. Se prima eravate tutelati, ora sarete molto più esposti e con gradi reali. Non voglio sia una decisione presa tanto per fare. La vostra carriera potrà bloccarsi o decollare. Potrete scegliere senza problemi di declinare la mia offerta e vi verranno comunicate altre assegnazioni. Da parte mia avrete una raccomandazione per qualsiasi vostra scelta."

Un boliano che di solito assisteva l'Ammiraglio diede ad ogni Ufficiale un PADD.

"Il mio assistente ha appena fissato 15 minuti domani con ognuno di voi nel vostro calendario. Su quei PADD l'assegnazione ufficiale che dovrete controfirmare per accettazione con i vostri compiti. Entro domani però voglio una vostra risposta. Positiva o negativa."

Con un gesto della testa salutò i presenti e uscì dalla stanza lasciando 10 giovani coi loro pensieri.


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06.01 - Risposta

Autore: Guardiamarina Xyr del Clan Clos

Marte - Cantieri Utopia Planitia - 20 Novembre 2395 - Ore 02:00


La sala riunioni dove si era svolta la festa era vuota da ore e completamente buia.
Le paratie alle finestre erano ancora sollevate.
L'unico barlume di luce arrivava dai fari che circondavano il profilo della nuova Hope attraccata a poche centinaia di metri fuori dalla stanza.
Xyr staccò per un attimo lo sguardo dalla nave e premette un tasto sul PADD.
La voce del dispositivo lesse per lei.
"Elenco promozioni Xyr del Clan Clos:
- Guardiamarina conseguito presso Accademia della Flotta Stellare
- Tenente JG conseguito come uno dei migliori cadetti nella specializzazione ruoli di Comando
- Tenente conseguito per meriti sul campo per aver guidato la nave Hope in situazioni di pericolo e menzione specifica da parte dell'allora facente funzioni di Capitano Ferris Bueller."
L'andoriana toccò un altro tasto sul PADD.
La voce riprese.
"Assegnazione USS Hope NCC 25122-A con la funzione di Secondo Ufficiale Esecutivo. Le sue mansioni saranno di geSRTTFTRcrraaackkk..."
Il PADD si frantumò con violenza contro il muro.
La rabbia aveva preso il sopravvento.
Tutto questo non aveva senso.
Si era impegnata al massimo delle sue possibilità. Aveva superato tutto e tutti. Aveva anche sopportato 5 mesi di pessima gestione sulla Hope. Eppure per la seconda volta avevano scelto lui e messo lei al secondo posto.
Forse si erano sbagliati la prima volta, ma ora sapevano con chi avevano a che fare. Sapevano che lei meritava quell'occasione.
Si incamminò furiosa verso la porta fermandosi sull'uscio.
Il PADD era a terra e piccole scintille provenienti dallo schermo ne determinavano la sua totale distruzione. Si avvicinò e si abbassò a raccoglierlo. Lo guardò ancora una volta e uscì dalla stanza.



Terra - Accademia Flotta Stellare - 20 Novembre 2395 - Ore 05:18


Era tornata sulla Terra da poche ore sfruttando una navetta che riportava indietro alcuni ingegneri addetti alle manutenzioni sui cantieri.
Aveva provato a fare due passi nel parco dell'Accademia, poi a riposare qualche minuto, ma nulla riusciva a rilassarla.
Alla fine aveva indossato abiti leggeri, si era chiusa in una delle sale ologrammi del Campus e aveva fatto partire un programma che ricreava un combattimento Ushaan andoriano.
Dopo un'altra ora dedicata a feroci scontri con diversi avversari aveva ceduto alla stanchezza e ai lividi.
Coricata a terra sul pavimento della sala ologrammi aveva ripreso a respirare regolarmente.
"Computer, accedi a file Xyr alfa 3.5 e contemporaneamente a file Starfleet Technical Reference sottosezione 97 paragrafo dal 12 al 46. Proiezione del primo file su schermo virtuale. Il secondo usalo come ambiente."
La sala dalle pareti a quadri iniziò a cambiare e fu sostituita dalla plancia di una nave classe Intrepid. Su uno schermo virtuale comparvero le informazioni del suo ex equipaggio sulla Hope.
Xyr cominciò a sfogliare i resoconti di quello che aveva raccolto durante i mesi sulla Hope mentre partì per il suo tour virtuale della nuova nave.



Terra - Accademia Flotta Stellare - 20 Novembre 2395 - Ore 11:07


"Programma attivo."
"Che programma? Questa sala ologrammi dovrebbe essere prenotata. C'è un'esercitazione fra 20 minuti. Computer sbloccare porta di accesso. Autorizzazione Hearth teta 5 sigma."
La porta della sala si aprì sotto l'ordine del professor Jonathan Hearth.
Una ventata di neve e una bassissima temperatura colpì l'attempato Ufficiale.
La stanza stava riproducendo un ambiente ostile coperto di neve e la cui temperatura era prossima ai - 25°C.
Un vento molto forte rendeva quasi impossibile la visuale.
L'ambiente lo aveva colto di sorpresa. Hearth socchiuse gli occhi e si mise una mano davanti al viso per proteggersi.
Ad una decina di metri davanti a sè intravide una figura seduta a terra con la schiena appoggiata ad una roccia ricoperta di neve.

"Ma che diavolo...."
Per un istante sembrò aguzzare la vista.
"Consolle."
Una piccola colonna con un display in cima comparve accanto all'uomo. Hearth digitò qualcosa sul display e l'ambiente attorno a sè mutò. Per un metro attorno alla sua figura la neve smise di scendere e la temperatura si assestò sui 23°C. L'uomo si mosse nella sua bolla di tranquillità verso la figura seduta.
"Xyr? Mi era sembrato fosse lei, ma con questo tempo non ne ero sicuro. Dove siamo?"

L'andoriana era appoggiata alla parete con gli occhi chiusi.
"A casa."
"Bel posticino. Chissà quanti ospiti."
Hearth guardò la giovane poi sospirò un attimo richiamando nuovamente la consolle. Digitò qualche comando sulla tastiera e una soffice poltrona comparve accanto a sè sempre circondata da una temperatura accettabile per la vita. Stava per chiudere la consolle poi ci ripensò e digitò qualche altro comando.
Un tavolino comparve vicino alla poltrona e sopra un grosso bicchiere contenente un liquido rossastro.
Un'altra breve esitazione, un altro veloce comando.
Nel bicchiere si materializzò un colorato ombrellino da cocktail. Soddisfatto dismise la consolle e si sedette sulla poltrona afferrando il bicchiere.

"Ora va meglio. Questa sala è prenotata, lo sa guardiamarina?"
Xyr non aprì gli occhi.
"Esercitazione di diplomazia su civiltà ostile. Corso propedeutico per cadetti secondo anno. Docente: Comandante Jonathan Hearth. 11:30 - 13:30 ora San Francisco."
Hearth annuì alla frase di Xyr, poi bevve un sorso dal suo bicchiere. Uno sguardo di soddisfazione gli illuminò il volto.
"Sono Tenente ora."
"Tenente? Ma non si è diplomata ieri? Voi giovani correte troppo. Chissà come sarà invidiosa la sua nemesi. Come si chiamava? Bueller, giusto? Ha intenzione di liberarmi la stanza di oggi?"

Xyr aprì finalmente gli occhi.
"Hanno promosso anche lui."
"Ah... beh, poco male. Fra qualche giorno vi manderanno su quadranti diversi e lei potrà rilassarsi mentre lui combinerà qualche danno su qualche nave. Ora possiamo liberare la stanza?"

"Ci hanno assegnati alla stessa nave."
Hearth bloccò il secondo sorso prima di completarlo.
"Oh... beh, vediamo il lato positivo. Potrà compilare terabyte di richiami ufficiali mentre lo beccherà a girare in mutande e calzini per i corridoi della nave. Tanto sarà in sezione cucina o pulizie come primo incarico."

"Facente funzioni di capitano."
Hearth tossì il liquido appena bevuto.
"Uh... beh, questa sarà bella da digerire. Beh magari non lo vedrà mai. Le navi sono spesso grandi come città. Per quel discorso di liberare la stanza?"

"Sarò il suo Primo Ufficiale."
"Coff coff oddio cough cough mi è finito pure nel naso coff coff!!! Ok, dopo questa direi che le lascio la stanza. Non si preoccupi, sposto il corso."
Hearth si alzò dalla sua poltrona imbottita e cominciò a dirigersi verso l'uscita.
Xyr lo guardò per qualche istante.
"Cosa devo fare professore?"

Il Comandante si fermò, incrociò le mani dietro la schiena.
"Xyr, cosa le ho sempre detto quando veniva da me con dei dubbi?"
L'andoriana piegò le gambe e le strinse al petto.
"Di fare quello che mi diceva l'istinto o il cuore."

"E quando mi rispondeva che l'istinto o il cuore non sopperiranno mai ad una sana e chiara regola?"
"Che non avrei mai dovuto rinunciare ai miei valori più profondi, anche se sepolti sotto noiose ed inutili scartoffie."
"E quando mi faceva notare che le scartoffie non erano mai inutili perchè portavano a vivere nell'ordine?"
"Che era ora di andare a prendere un brandy sauriano perchè con me non c'era speranza e cominciava ad avere mal di testa?"

Hearth si voltò verso Xyr.
"Davvero? Dicevo sempre così?"
Xyr annuì.
"Mmm... Beh, allora è tutto risolto."

Xyr guardò per un attimo il suo superiore, poi le sfuggì una piccola risata.
"Grazie professore."
Hearth le fece un inchino.
"Xyr, lei sarà un grande Ufficiale. Lo pensiamo in molti qui dentro e se l'hanno scelta per il Progetto Hope ci sarà una ragione. Deve solo ricordarsi che le cose vanno affrontate anche da un altro punto di vista. Uno meno sicuro. Le Regole la rendono sicura e forte. La proteggono, la rendono quello che è. Non la devono rendere quello che può essere. Si ricordi che anche nel disordine si può trovare l'ordine supremo."

Xyr guardò Hearth con un viso pensieroso.
"Licanio il Censore di Solertex III?"
"Chi? No, l'ho letto in quei biglietti che ti danno mentre mangi quei dolci al bar dell'Accademia. Beh, buona fortuna."
La porta si aprì e poi si chiuse appena Hearth uscì dalla stanza.



Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 - Ore 14:59


"È in anticipo Tenente." L'Ammiraglio si alzò per stringere la mano a Xyr.
"Prego si sieda. Gradisce qualcosa da bere?"

L'andoriana rimase in piedi immobile.
"No Signore, grazie. Non mi tratterrò molto."
"Diretta come sempre. Come preferisce. Bene allora, la sua risposta?"

Xyr guardò i due PADD che teneva in mano. Forse per qualche secondo di troppo.
"La mia risposta è no. La ringrazio per l'opportunità, ma preferisco essere assegnata ad un'altra nave. Su questo PADD troverà le mie richieste. C'è un posto libero sulla USS Warpath come responsabile dei contatti con la Federazione e uno sulla USS Bethany come Coordinatore turni."

Lennox guardò il PADD.
L'andoriana proseguì.
"Questa invece è una richiesta. Potrebbe far avere al Capitano Strauss e al Tenente Bueller questo PADD? Ho raccolto tutte le informazioni relative ai futuri membri dell'equipaggio della Hope. Ho analizzato gli ambienti tramite una simulazione e evidenziato pro e contro di ogni membro. Troveranno delle indicazioni per poter aumentare l'efficienza di ogni sezione. Ci sono anche suggerimenti su diversi spostamenti di funzione rispetto al primo imbarco sulla Hope."

Lennox sfogliò le informazioni sul PADD.
"Mmm... Bueller l'ha lasciato al ruolo di... diciamo... Capitano con un ottimo giudizio espresso su un'intera pagina."
"La prego di andare alla pagina successiva."

Lennox toccò il PADD.
"Ah ecco... mi pareva. Addirittura? Xyr!!"
L'andoriana assunse una posa marziale.
"Con il suo permesso Ammiraglio vorrei congedarmi fino a nuovi ordini."
Lennox unì le mani e le poggiò sulla scrivania.
"Può andare..."
Xyr salutò ed uscì dalla stanza.

Evelin Lennox si appoggiò allo schienale della poltrona.
"...per ora."


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06.02 - Tante variabili, un'unica soluzione

Autore: Cadetto IV Anno Rest figlio di Retok

Sol III - San Francisco (Accademia Flotta Stellare - Alloggio del tenente full grade Tmant) - 20/11/2395 ore 06.15


Trovare un passaggio in fin dei conti fu meno difficile di quanto avesse pensato, viceversa prendere la propria decisione sembrava farsi via via più ostico: aveva meditato per tutta la notte ma ancora non voleva ammettere neppure con se stesso di aver raggiunto una decisione. Arrivato finalmente nell'area adibita agli alloggi dell'accademia si arrestò di colpo, sentiva di aver stranamente la necessità di un confronto per dipanare le proprie idee, ma aveva bisogno di qualcuno che potesse seguire la sua logica senza tentare di influenzarlo con patetici slanci emotivi: voleva parlare con un vulcaniano.
Era ancora piuttosto presto, Rest si rendeva conto che probabilmente poche persone lo avrebbero potuto aiutare a meditare in quel momento: la maggior parte delle persone stavano ancora dormendo, ma questo discorso non valeva per il tenente full grade Tmant, l'unico assistente del corso di strategia vulcaniano in grado di lavorare anche per tutta la notte e svegliarsi nonostante tutto alle 4.15 della mattina per i propri esercizi meditativi: T'Mant era un professionista la cui puntigliosità, unita alla totale mancanza di empatia, lo rendeva odiato da tutti fuorché da Rest.
Si avvicinò a passo spedito verso i suoi alloggi, e la luce che proveniva dall'interno del suo studio gli confermò che il tenente stava già lavorando: si osservò per un attimo l'uniforme, l'ultima volta che si erano incontrati il loro rapporto era ancora quello tra istruttore ed allievo, ora per la prima volta si trovavano ad essere quasi pari grado. Suonò all'interfono ed attese che le porte si aprissero.

Tmant indossava a sua volta l'uniforme "Mi aspettavo fosse lei, Rest. Considerata l'ora e la mia scarsa propensione sociale vi era una percentuale dell'88,34% che fosse lei."
Rest non si scompose affatto "Disturbo?" il tuono era neutro, senza inflessioni particolari.

Tmant si spostò un po' dalla porta per permettere a Rest di entrare "Stavo lavorando, ma posso prendere una piccola pausa" fece una pausa indicando il terminale "Ritengo che la simulazione fissata per domani debba essere revisionata, la grandezza delle navi è errata dello 0,000456% rispetto alla grandezza corretta, inoltre vi è una percentuale del 0,00076% che gli studenti possano trovare una soluzione sfruttando un bug di programmazione. Desidero sistemare i problemi prima che la prova possa divenire inutile, lei era molto capace nella correzione dei bug, vuole unirsi a me in questo lavoro?"
Rest annuì con un movimento quasi impercettibile del capo "Si, ma sono qui per chiederle un consiglio."

Tmant indicò con la mano un semplice divanetto per poi dirigersi verso il replicatore, materializzando due tazze di tè vulcaniano "Devo farle le congratulazioni per la sua promozione agli esami e per il raggiungimento del grado di tenente junior grade, anche se si tratta di risultati scontati."
"La possibilità che potessi non superare gli esami era nell'ordine dell'1,3%, la possibilità che non rientrassi fra i primi dieci saliva al 9,7%" rispose impassibile Rest.
"Corretto" si limitò a rispondere in modo laconico Tmant.

"Questa sera ho ricevuto una proposta di assegnazione, l'incarico che mi viene offerto è quello di ufficiale tattico capo sulla USS Hope, una classe Intrepid attualmente ancorata ai cantieri di Utopia Planitia" la voce di Rest era piatta, priva di emozioni, ma per un attimo Tmant ebbe l'impressione che negli occhi di Rest apparisse una seppur flebile traccia di emozione, il dubbio.

"La scelta di un'assegnazione richiede la verifica di una serie di variabili, la prima è legata al ruolo che occuperebbe nella nave. Un incarico di ufficiale superiore subito dopo l'accademia è una possibilità tanto remota da rasentare lo 0%" Tmant porse la tazza a Rest
"Me ne rendo conto" Rest prese in mano la tazza "Ma vi sono molte altre considerazioni da fare"
Tmant si sedette sulla sedia poco distante "Quali sono le variabili che ha preso in considerazione?"
Rest osservò in volto Tmant "Attuale situazione nella nave e prospettive future di carriera, sia nel caso in cui accettassi o meno l'incarico offertomi" Rest sorseggiò un po' del proprio tè caldo, poi proseguì con il suo solito tono piatto "Accettare comporterebbe raggiungere immediatamente l'incarico di ufficiale tattico capo, e ciò potrebbe far sembrare la scelta estremamente semplice, ma non credo ci si possa soffermare ad un'analisi superficiale del problema. Non posso ignorare come un ritorno sulla nave con l'attuale equipaggio riaprirebbe nuovamente la questione su quale ufficiale dovrebbe avere il comando della tattica e sicurezza. Anche Lon Basta è rientrato tra i primi dieci del suo corso, e questo lo pone nuovamente ad occupare la posizione di mio pari grado: non è al mio livello all'interno della sezione, ma non posso non considerare come difficilmente Bueller darà importanza alle mie osservazioni sulla sua eccessiva emotività: le probabilità che il tenente Bueller consideri le mie obiezioni sull'importanza che gli ufficiali superiori siano scelti in base alla capacità di soffocare le emozioni si posiziona attorno al 6,35%. Del resto lo stesso tenente Bueller, da quanto ho potuto appurare nei cinque mesi in cui sono stato sulla Hope, tende a seguire più il proprio istinto piuttosto che la perfezione della logica, ne è una riprova il continuo utilizzo di metodi irruenti e poco inclini al rispetto dei regolamenti di Flotta."

"La cosa è disdicevole ma non così strana, le altre razze umanoidi non hanno mai appreso la perfezione della logica, è qualcosa con il quale ogni vulcaniano entrato nella Flotta deve fare i conti"
Rest annuì "Ma in questo caso potrei trovarmi a dover essere costretto per incarico a seguire le indicazioni di ufficiali fin troppo emotivi, in particolare il tenente Basta. Nei cinque mesi in cui sono stato sulla Hope ho potuto appurare che il tenente Bueller tenda ad ignorare la maggior parte delle violazioni del regolamento, in parte perché commesse dallo stesso tenente ed in parte perché probabilmente le riteneva una semplice seccatura."
"Mi faccia un esempio" la voce di Tmant era come al solito atona, entrambi i presenti sembravano aver di fronte la risoluzione di un problema teorico trovato su di un libro dell'accademia piuttosto che una delle più importanti scelte per la vita di Rest.

"Tutta la nave era a conoscenza del pugno che il tenente Lon Basta ha dato al sottoscritto sullo sfogo di uno scatto emotivo legato ad una mia richiesta di demerito. Le possibilità che il tenente Bueller ne sia rimasto all'oscuro si attestano attorno al 1,23%. Dato che non vi sono stati provvedimenti posso ipotizzare che vi sia un 18,36% di possibilità che il tenente Bueller fosse d'accordo con i metodi del tenente Basta, ed un altro 80,41% che in realtà abbia semplicemente preferito non lasciar trapelare la questione al di fuori della nave" Rest fece un'altra pausa "Devo considerare anche che su questa nuova nave il reale Comandante del vascello sarà il Capitano Strauss, ma ho avuto modo in più occasioni di constatare come non apprezzi appieno neppure lui i miei metodi. Ha sottolineato varie volte la mia incapacità, almeno secondo i suoi canoni, di considerare con abbastanza importanza i miei colleghi."

Tmant continuava a sorseggiare il proprio tè in silenzio, l'espressione sempre priva di ogni emozione "Avevo già la convinzione che saresti diventato un ottimo tattico, così come sapevo che il tuo più grande problema sarebbe nato con il lavoro di squadra con specie diverse dalla nostra. L'emotività è un fattore che noi vulcaniani siamo in grado di tenere a bada, le altre specie non hanno questa nostra dote" mosse appena una mano "Ad ogni modo, prosegui. Quali sono le prospettive future da considerare?"
Rest osservò per qualche attimo la propria tazza "Nel caso in cui accettassi l'incarico dovrei tener conto delle parole dell'Ammiraglio Lennox. Questa assegnazione non è un ordine, ma una nostra scelta: conseguentemente se prima potevamo ritenerci tutelati, ora saremmo molto più esposti e con gradi reali. Si tratta di un progetto sperimentale che potrebbe far decollare o bloccare la carriera dei suoi partecipanti, per questo viene data la possibilità a tutti di accettare o declinare la proposta."

"Non si ritiene all'altezza?" la domanda di Tmant fece sollevare il volto di Rest "Lei è uno dei migliori del suo corso"
"Non ho dubbi delle mie capacità nettamente superiori alla media, ma non ritengo che i miei compagni possano dire altrettanto. In una situazione simile è la capacità di risoluzione delle missioni che farà da spartiacque fra successo o fallimento del progetto, non le peculiarità dei singoli. Ho già avuto modo di constatare con l'abbordaggio della Hope come difficilmente il tenente Bueller prenda a pieno in considerazione le mie tattiche... il mio piano, come era ovvio, ha funzionato, ma avremmo decisamente limitato i danni se il tenente avesse immediatamente messo in atto le mie indicazioni piuttosto di lasciarsi andare in un emotivo tentativo di impedire agli avversari di prendere possesso dell'hangar della nave." Rest fece una pausa prima di riprendere "L'unico ufficiale che a mio avviso potrebbe fare realmente la differenza in positivo è il tenente Xyr, ma secondo le mie ipotesi vi è un 78,89% di probabilità che a sua volta rifiuti l'incarico" per un attimo Tmant ebbe l'impressione che la voce di Rest si fosse incrinata, come se vi fosse un sentimento a livello subconscio che tentasse di trapelare, ma fu solo per un istante "D'altro canto questa è un'occasione per poter avere immediatamente il ruolo di ufficiale superiore..."
"Cosa che non potrebbe accadere con nessun'altra assegnazione" terminò la frase Tmant
"Esatto. Anche se le mie doti innate mi porterebbero ad occupare quell'incarico in un paio d'anni, al massimo quattro. In quel caso sarei ufficiale superiore in una nave con membri con maggiore esperienza, il che comporterebbe un 76,23% di probabilità che mi ritrovi con soggetti meno emotivi"
Tmant annuì quasi impercettibilmente "A questo punto non credo vi sia altro da dire" si alzò prendendo un padd e consegnandolo a Rest "Ecco a lei, glielo avrei inviato questo pomeriggio ma a questo punto posso darglielo immediatamente"
Rest osservò per qualche attimo il padd "Di cosa si tratta?"
"Alternative" Tmant indicò il terminale "Ora, se vuole darmi una mano con le correzioni della simulazione direi che è il caso di metterci al lavoro"



Sol III - San Francisco (Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox) - 20/11/2395 ore 15.15


L'Ammiraglio Lennox era seduta alla propria scrivania con espressione pensierosa, alzò di poco il capo nel veder entrare Rest e gli indicò una poltroncina con un movimento lento della mano "Prego, si accomodi pure"
"Se per lei non è un problema preferirei restare in piedi" la voce di Rest, atona ed impersonale, fece alzare lo sguardo all'ammiraglio.

"Anche lei diretto al punto. Molto bene, come preferisce. La sua risposta alla proposta qual'è?"
"Ho deciso di rifiutare, ammiraglio" Rest fece una piccola pausa, come per dare il tempo alla Lennox di assimilare la sua scelta "Mi sono preso la libertà di portarle questo padd ottenuto dal Tenente Tmant, si tratta di un elenco di navi che ricercano equipaggio. Si tratta di incarichi che ritengo possano essere più calzanti sulla mia persona."

L'ammiraglio Lennox prese il padd "Non è il primo della giornata ad essersi preso tale libertà" osservò per qualche attimo la stringata lista di navi per poi tornare ad osservare Rest "Ma si tratta di tutte navi in cui la maggior parte degli ufficiali superiori sono vulcaniani!"
"Esatto, ritengo che le mie peculiarità possano essere più apprezzate su di una nave in cui gli ufficiali superiori possano comprendere l'assoluta inutilità del fattore emotivo all'interno delle scelte tattiche. In particolare, potendo scegliere, sarei propenso per l'incarico di tattico sulla USS Rubbia"

L'ammiraglio osservò per qualche altro attimo Rest "E' la sua scelta definitiva?"
Rest annuì impercettibilmente "Si ammiraglio"

L'ammiraglio Lennox sospirò "In questo caso vada pure, le farò sapere quanto prima del suo incarico. In libertà.." osservò Rest uscire e poi gettò il padd sulla scrivania "...per ora".


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06.03 - Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere

Autore: Guardiamarina Caytlin

Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 - Ore 12:19


=^=Il Tenente JG Caytlin è arrivata Ammiraglio... ha richiesto di poter avere ora il colloquio. Ho provato a dirle che è occupata, ma ha insistito.=^=
"La faccia passare e comunichi al Capitano Strauss che ritarderò di quindici minuti il nostro appuntamento per il pranzo."
=^=Come desidera=^=

Evelin Lennox era sinceramente incuriosita. Si sarebbe aspettata una visita anticipata della Klingon Jones o del sempre imprevedibile umano Bueller, non certo della Risiana Caytlin.
Dall'esame delle registrazioni analizzate era una degli ufficiali che era cresciuta forse di meno o semplicemente fra le meno apprezzate da Strauss. L'approccio mentale così poco incline al paranoico aveva sicuramente poco allettato l'interazione fra il Capitano e la giovane neo Tenente JG.
Eppure era stata un buon collante per il resto dell'equipaggio. E fondamentalmente l'aspetto mentale era la priorità di ogni buon Consigliere. Che i suoi approcci fossero del tutto anomali rispetto a certe prassi consolidate era senza ombra di dubbio veritiero, ma non erano certo peggiori di tanti omologhi che invece erano del tutto asettici e si limitavano a svolgere il loro incarico quasi del tutto svuotati di ogni tipo di passione.
Il trillo della porta d'accesso al suo ufficio attirò la sua attenzione: dietro all'importante stazza del suo assistente Boliano, fece capolino Caytlin.
La rossa indossava la nuova uniforme coi gradi appena conseguiti e teneva in mano il padd con la sua assegnazione.
Dall'impeccabilità dell'uniforme, Evelin poteva quasi supporre che la Risiana fosse rimasta in stasi dalla sera precedente.
L'aura emanata dalla giovane non era di incertezza, ma sicuramente di turbamento, mista ad eccitazione ed adrenalina.

"Prego, si accomodi Tenente"
"Grazie Ammiraglio... io... si... ehm..."
"Vuole un bicchiere d'acqua?"
"Oh? No grazie davvero Ammiraglio... è solo che non so come porre la questione nei termini corretti."
*Sei ancora insicura ragazza*

Lo sguardo della Lennox non lasciava trasparire nulla, ma con un gesto della mano cercò di rassicurare la giovane a continuare.
"Dunque... nei mesi trascorsi sulla USS Hope... dovrei dire sulla vecchia USS Hope... ho compilato numerosi resoconti riguardo i miei compagni di avventura... perché di questo si è trattato. La proposta che ci ha fatto ieri sera è stata stupefacente e magnifica e ciò mi ha portata a riflettere sul mio ruolo."
"Mi dica Tenente."
"Se lei permette, non mi ritengo idonea a svolgere la mansione propostami!"
"Motivazioni?"
"Non sono all'altezza! Nei rapporti inviati nei cinque mesi a bordo della Hope come facente funzioni di Consigliere Capo di bordo mi sono concentrata a vedere il buono in ciascuno dei miei compagni e ho rendicontato solo quello."
"Vuole rettificare qualcuno dei suoi rapporti?"
"No signora. Ma non rispecchiano la realtà delle cose. La mia indole ha voluto che io vedessi solo i progressi e non le lacune e le tare portate avanti non solo dai miei colleghi, ma in primis dalla sottoscritta."
"Mi faccia degli esempi"
"Non ho dato abbastanza risalto all'impulsività di Bueller, alla sua abituale mancanza di applicazione di qualsivoglia tipo di regolamento, dovuti non a non conoscenza degli stessi, ma ad una spiccata preferenza ad agire d'istinto. Mi sono limitata a descrivere i suoi progressi nel gestire nave e uomini in situazioni di crisi, a sfruttare appieno le abilità dei suoi compagni, in maniera diretta, ossia dietro suo ordine, oppure approfittando di iniziative personali degli altri ufficiali. Non ho dato importanza ad una spaccatura lieve, ma presente fra il partito dei sostenitori di Bueller e quelli di Xyr, a cui si aggiunge una terza forza di impermeabili ad entrambe le fazioni... ma impermeabilità non sempre vuol dire imparzialità, spesso è disinteresse... mancanza di attaccamento."

"Come lei dovrebbe sapere Tenente, nessun manuale può insegnare a gestire bene una nave la si apprende tramite l'effettiva esperienza. In servizio attivo si possiede solo ciò di cui si è fatto esperienza nelle assegnazioni precedenti... sulla propria e su quella dei colleghi."
"Concordo con lei, Ammiraglio. In questi cinque mesi, tuttavia, nessuno di noi ha maturato un'esperienza tale da essere in grado di gestire pienamente ed in autonomia una nave in servizio attivo. Bueller è migliorato notevolmente e non lo nego, ma non è pronto per assumere il Comando a tutti gli effetti."
"Dal punto di vista regolamentare, il Comando sarà del Capitano Strauss."
"Che si eclisserà al Bar di Prora, come d'abitudine... la poltrona in plancia sarà di Bueller."
"Concordo, ma dal punto di vista del regolamento è solo il Primo Ufficiale."
"Un ottimo Primo Ufficiale, signora, ma inadatto al Comando se al suo fianco non ha una figura a lui diametralmente opposta in grado di far funzionare al meglio la nave non solo nei momenti di crisi, ma anche nella quotidianità... una figura che non solo conosce i regolamenti, come Bueller, ma che anche li applichi e li faccia applicare."

"Una figura come l'Andoriana Xyr? Le è stata formulata la proposta come Secondo Ufficiale... non so se l'abbia saputo dalla collega."
"No, non ci siamo parlate, ma l'ho incrociata per caso e dalla sua andatura furiosa dubito che fosse soddisfatta. La sua glacialità è in antitesi con la passione di Bueller. Ciò nonostante sono imprescindibili l'uno dall'altra. Senza il primo, la nave rischierebbe un'implosione dovuta ad applicazioni ossessive di istruzioni regolamentari. Senza la seconda, si rischierebbe un'anormale attuazione anche delle più elementari norme a bordo, a partire dalla turnazione."

"Non le pare di esagerare Tenente?"
"Può darsi, Ammiraglio. Ma se con Bueller ho fallito per alcuni motivi, ho altrettanto fallito per altri con Xyr. L'Andoriana nutre nei miei confronti un atteggiamento bipolare: una forma lieve di affettività shakerata a profondo fastidio su alcuni miei modi di essere e di agire. Ha fatto notevoli progressi dal punto di vista relazionale, riesce a covare qualche dubbio sull'effettiva ossessiva applicazione intransigente delle regole, ma non si mette in gioco. Solo all'interno della sua struttura preordinata si sente al sicuro e pienamente appagata. Questo traspare anche nelle relazioni interpersonali: non si fida degli altri. Ha paura a legarsi e tende ad appoggiarsi a coloro che dal punto di vista professionale sa che sono al limite dell'impeccabilità come il Vulcaniano Rest, oppure che fanno il loro in maniera egregia senza particolari picchi di protagonismo, come il Capo Ingegnere Doohan. Eccezion fatta, forse, per la timoniera Jones: la apprezza per i risultati ottenuti in consolle navigazione, pur essendo consapevole e terribilmente infastidita riguardo la sua tendenza abituale a violare ogni protocollo di sicurezza."

"Dove vuole arrivare?"
"Xyr difficilmente potrà accettare di svolgere la sua mansione a fianco di Bueller. Richiederà un nuovo incarico altrove. Questo priverà la nuova unità di una figura imprescindibile. E' stato il dualismo fra i due ufficiali in comando a permettere al Progetto Hope di avere una riuscita. Senza Xyr, Bueller avrà eccessiva libertà di azione e non è detto che ciò sia un bene."
"Un Kirk senza il suo Spock?"
"Con notevoli differenze, signora. Kirk imparò da Spock e Spock imparò da Kirk. Nessuno dei due aveva preclusioni mentali a riconoscere i meriti dell'altro, almeno da ciò che ci è stato tramandato. Bueller tende ad ignorare Xyr, sebbene non sia sordo alle sue osservazioni. Dal canto suo, Xyr tende a comportarsi come se Bueller non esistesse: un moscerino sul parabrezza della sua carriera. Lo rispetta solo per via del grado e della sua profonda religiosità nell'applicazione del regolamento... in caso contrario, lo avrebbe eiettato nello spazio... e viceversa"

"Uhm... ottimi spunti di riflessione, Tenente... ne ha altri?"
"La presenza di Xyr a bordo serve anche per tenere a bada il Timoniere Jones. Il profondo legame di amicizia che la lega a Bueller e la similare tendenza ad ignorare l'applicazione di norme di protocollo di sicurezza, potrebbero portare entrambi a compiere una valutazione errata delle proprie possibilità e ciò causare dei problemi alla nuova unità."
"Ritiene di avere fallito anche con la Klingon?" la interruppe Evelin
"Oh no signora, Luna... ehm volevo dire il Tenente JG Jones ha con me un ottimo rapporto, tende a condividere le sue emozioni ed aprirsi in maniera molto confortante... in tutti i sensi è un'ottima interazione, ma nella sua indole ha una passione verso l'avventura che potrebbe portarla a compiere errori di valutazione... occorre che abbia sempre una valvola di sfogo nei momenti di quiete."

"Molto bene, continui pure..."
"Ehm... ok... dunque la partenza di Xyr porterebbe alla quasi certa richiesta di altra assegnazione del Vulcaniano Rest. Non ha stabilito alcun legame. Non ha voluto farlo e non si è messo in gioco. Nutre però un'affezione latente verso Xyr. Ben nascosta, visto l'indole propria della sua razza. Ma è presente. Affezione professionale, s'intende. Il resto non è dato comprendere. In cinque mesi credo abbia legato a malapena con cinque o sei cadetti oltre all'Andoriana... nel suo caso, ho fallito, ma non mi sento in difetto con la mia coscienza. È una sfida che vorrei essere in grado di vincere, ma dubito di riuscirci mai."

"Credo di comprendere, ma questi rapporti avrebbe potuto esplicitarli per iscritto, come suo dovere... perché non l'ha fatto?"
"Il richiamo dopo la missione su Crellia mi ha sorpresa. Sono rientrata a Betazed a finire la specializzazione, prima di tornare sulla Terra per la cerimonia. Consideravo il Progetto Hope una bellissima opportunità, non immaginavo finisse allora, ma nemmeno mi sarei immaginata che sarebbe potuto continuare dopo la conclusione del periodo di Accademia. Ho stilato rapporti di cui sono responsabile e in cui nulla di ciò che ho detto prima in maniera più esplicita è stato nascosto... semplicemente l'avevo messo in secondo piano al fine di evidenziare i pregi ed i progressi di ciascuno, non i difetti. Per la loro carriera e probabilmente per nascondere a me stessa il fallimento della mia mansione. Ora però sono state prese decisioni, forse anche in virtù di quei rapporti, che porteranno dei neo diplomati alla guida di una nave in posizioni di comando. Era già successo in passato, ma si trattava di navi minori e di casi isolati per colleghi particolarmente brillanti. Ora invece si parla di una grande quantità di ufficiali neo diplomati sulla stessa nave. Ne abbiamo passate tante in cinque mesi, ma eravamo sotto tutela. Ora ognuno di noi affronterà pienamente ciò che implica il grado che portiamo. Non sarà finzione, non avremo paracadute."

"Questo la spaventa Tenente?"
"Certamente sì... sono qui apposta per rendere partecipe lei Ammiraglio dei miei errori e..."
"Sì ho capito... lei sostiene che la continuazione del progetto Hope sia stata decisa senza tutti gli opportuni elementi e che sia da fermare?"
"Fermare forse no, Ammiraglio, ma o restano tutti o gli equilibri precari ottenuti in quei cinque mesi verranno a mancare e bisognerà riformulare assegnazioni in modo tale che bilanciare eventuali comportamenti che non sono stata in grado di affrontare."

"Restano? Lei non vuole più far parte del Progetto?"
"Ho fallito signora, credo sia necessario qualcuno al mio posto di più idoneo e..."
"Ho capito, basta così. I mestieri più difficili in assoluto sono nell'ordine il genitore, l'insegnante e lo psicologo. Deve considerare la psicoanalisi come un'opportunità continua... un'opportunità di ripartire ogni volta. Lei dice di aver fallito, Tenente, per me non è così. Ha fatto quello che la sua coscienza riteneva più giusto per tutelare il suo equipaggio. Sì dico il suo, perché è da lei che dipendono dal punto di vista emotivo e psicologico. In quei cinque mesi ha imparato a conoscere i suoi compagni di avventura. Ne ha evidenziato i pregi e, come dimostratomi in questo colloquio, sa quali siano i loro difetti. Ha l'occasione di continuare a lavorare per far emergere i primi e correggere i secondi. Perché andarsene?"

"Non mi ritengo all'altezza, Ammiraglio"
"Paura di fallire? Insicurezza? Una delle più grandi scoperte che ogni generazione rielabora e scopre sulla sua pelle è che gli esseri senzienti, di qualsiasi provenienza siano, possono cambiare le loro vite cambiando le abitudini mentali. Sappiamo ciò che siamo, ma, se nessuno ci guida, non sapremo mai quello che potremmo essere. I suoi colleghi del Progetto non hanno bisogno di un mentore, di un consigliere oratore o predicatore, hanno bisogno di una collega, di un'amica con cui confidarsi perché vogliono farlo, non perché debbono farlo... li vuole abbandonare?"
"No certo che no... però... cioè... insomma non saprei! Sono praticamente certa che i Tenenti Xyr e Rest non accettino di avere come responsabile in comando Bueller. Allo stesso tempo, con Xyr al comando, fuggirebbero quasi tutti gli altri tranne il Vulcaniano e Doohan. In entrambi i casi, il Progetto Hope 2.0 sarebbe fallito. Passione senza raziocinio o intelletto senza emozioni non porterebbero ai risultati insperati ottenuti nei cinque mesi di esperimento iniziali!"
"Uhm... comprendo la sua posizione. Il suo era l'ultimo colloquio previsto per la giornata odierna, l'ha voluto anticipare per i motivi che mi ha spiegato. Ora le consiglio di andare a mangiare qualcosa, a dormire qualche ora e tornare nel mio ufficio secondo l'appuntamento stabilito dal mio assistente. Le riferirò gli esiti dei colloqui e mi dirà se vuole restare parte integrante del Progetto oppure se preferisce andarsene. Da questo momento la sua è una accettazione con riserva. La può sciogliere con un sì o con un no stasera. Se non avrò sue notizie, sarà assegnata alla USS Hope 25122-A con effetto immediato"
"Va bene Ammiraglio, grazie signora"
"Ora, se permette, si è fatto tardi e ho dannatamente fame. Può andare Tenente... a stasera!"


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06.04 - Qualcosa cui appartenere

Autore: Cadetto IV Anno Lon Basta

Punto di Imbarco - Cantieri di Utopia Planitia- 20 Novembre 2395 - Ore 00:01


Sapeva che l'avrebbe trovata lì ad osservare la nave che sarebbe potuta diventare la sua nuova casa, la loro nuova casa. Ascoltò il rumore del mare increspato che erano i sentimenti di lei e per un secondo valutò l'idea di restare così, semplicemente a guardarla e basta, ma sarebbe stato da vigliacchi spiare, perciò si avvicinò.

"Cos'hai intenzione di fare?" Nessuna sorpresa nella voce di lei, come se si fossero dati un appuntamento. Lon Basta si appoggiò al corrimano osservando le linee eleganti dell'astronave e strinse le spalle. Era sempre stato così con l'adesso 'tenente Junior Grade Melanne Graahn', se non sapeva come risponderle, si limitava a stare zitto piuttosto che fingere sicurezze che non aveva. Non mentiva, non con lei.

"Tu?"

Il pugno lo colpì sulla spalla strappandogli un sorriso. "L'ho chiesto prima io!"

Lon prese tempo. Aveva sempre dato per scontato che una volta diplomati avrebbero preso strade diverse, non si era mai concesso il lusso di credere che sarebbe stato altrimenti ed era rimasto totalmente spiazzato dal miscuglio di sentimenti che l'aveva investito all'annuncio dell'ammiraglio: Si girò a guardarla.

"Non lo so", rispose onestamente. Non so cosa farai tu, voglio che tu me lo dica così sarà più facile per me scegliere, aggiunse solo nella sua testa.

L'increspatura del mare si trasformò in tanti torrenti che percorrevano strade diverse, piene di possibilità, Melanne sospirò fissandosi le mani. Lon cercò di non farsi spaventare da quel mare.

"Hai sempre detto di volere un'assegnazione in prima linea", mormorò lei dopo qualche secondo, "la Hope non è certamente quello cui aspiravi".

"Scherzi? Con Bueller come capitano finiremo nei guai nemmeno un'ora dopo aver lasciato il cantiere".

Melanne sorrise.

"Il problema non è lui", continuò Lon esitando impercettibilmente prima di aggiungere "ma chi altro deciderà di accettare..."

"Intendi Rest?"

No! Ma ora che lei l'aveva nominato si rese conto che c'era la possibilità che, se avesse scelto la Hope, avrebbe avuto ancora a che fare con il vulcaniano. Non aveva dimenticato come Rest l'avesse manipolato e la cosa gli bruciava ancora parecchio. Strinse le labbra incupendosi.

"L'universo è pieno di persone ambiziose", lo sgridò Melanne, "il tenente Rest non sarà il primo ne l'ultimo che attraverserà la tua strada".

Lon rispose con una smorfia infastidita, "posso rimettere al loro posto persone come lui, l'ho fatto già molte altre volte".

"Non puoi sempre usare i pugni".

"Perché no? Funzionano".

"Sei un ufficiale adesso".

"Non significa che io indossi i guanti".

"Ma rischi molto di più di una reprimenda!"

"Sei preoccupata per me?" Le chiese con un sorrisetto provocatorio.

"No! Certo!"

"Non farò nulla di stupido".

"Ah!"

I torrenti erano sempre li, ma nel cielo era spuntato il sole.

Lon sorrise divertito, Melanne sbuffò.

"Sarai a bordo della Hope?" Le chiese a bruciapelo

"Tu?"

"L'ho chiesto prima io stavolta".

"La Hope è una possibilità intrigante, ce ne sono molte altre però".

Lon nascose la propria irritazione per quella risposta. Non poteva costringerla a scegliere, ma sarebbe stato di gran lunga molto più semplice per lui se lei l'avesse fatto.

"Vero", annuì alla fine senza aggiungere altro.



Terra - San Francisco - Complesso Residenziale "Last Hope" - 20 Novembre 2395 - Ore 03:00


Nuvole nere minacciose illuminate da lampi improvvisi del colore della passione che non rischiarano nulla dando solo un sollievo temporaneo. E poi un tuono di una tale potenza da scuotere la terra che si ripercuote nel corpo. Uno solo, sufficiente ad affrettare il respiro e a trattenere un grugnito di soddisfazione che si conclude con un ansimare soddisfatto.

"E' stato fantastico".

Lon aprì gli occhi per fissare incredulo quelli scuri della donna seduta a cavalcioni su di lui. Falso, ma era brava a mentire, qualcuno diverso da lui ci sarebbe cascato. Girò la testa per evitare le labbra di lei e allungò la mano per recuperare il bicchiere. Lei interruppe il gesto con una smorfia seccata che scomparve immediatamente quando lui tornò a guardarla. Lon sapeva che avrebbe dovuto darle qualcosa di più, ma non era nelle sue corde, soprattutto non quella notte. Rimasero perciò così, in silenzio, ancora per qualche secondo: il betazoide che beveva lentamente e la terrestre che lo fissava accarezzandogli il collo. Le nubi erano scomparse lasciando solo il buio della notte in cui non comparivano stelle, nemmeno quella di lei, che aveva brillato in maniera accecante quando l'aveva vista. Lon le passò due dita sul viso cercando di nuovo quello splendore, ma si rese conto che era stata solo un'illusione.

"Devo andare", con un gesto quasi infastidito si staccò dall'abbraccio e la spinse all'indietro.

"Di già?"

"Già", rispose fingendo di non vedere la delusione sul volto della ragazza.

"E' ancora buio fuori", protestò lei, "avevi detto di avere tempo fino a domani mattina!"

"Non ho fatto alcuna promessa", ribatté in tono calmo Lon mentre si rivestiva ignorando deliberatamente l'improvviso agitarsi della nebbia che ora la rappresentava. L'espressione di lei non corrispondeva affatto a quello che pensava veramente, nulla di lei, lo faceva. Lon l'aveva capito non appena l'aveva vista e gli era andata bene così. Non cercava onestà, solo sesso. Con un sorriso cinico le accarezzò nuovamente il viso.

"Troverai di meglio".

"Non come te" falso, di nuovo, ma comunque gratificante. Il sorriso di Lon si addolcì leggermente, "non siamo andati oltre la cucina", si lamentò lei.

"Non è poi andata così male, in cucina". Ironizzò lui.

A quella battuta lei storse il naso, "sei incredibilmente irritante per essere un betazoide".

"Sono fatto così".

Lei sbuffò mentre lui recuperava la giacca da terra. "Prima o poi qualcuno ti strapperà dal viso quell'aria da duro".

"Non mi sembra che ti sia dispiaciuta poi così tanto prima", ribatté Lon afferrandola per la vita.

"Non dovevi andare?" Nella nebbia si accesero deboli luci di speranza, ma Lon le scacciò via con un bacio prepotente che sapeva di addio, poi la lasciò di botto.

"Esatto".

Non attese di sentire la porta chiudersi alle sue spalle per allontanarsi dal grigiore che minacciava di avvolgerlo e catturarlo, il rumore di qualcosa che andava in pezzi portò con se anche un vago senso di colpa che lui si affrettò ad allontanare infastidito. Sarebbe stato facile per lui nascondersi in quel mare di nebbia che rappresentava le emozioni della ragazza e dimenticare chi era ancora per qualche ora non era la prima volta che lo faceva e non sarebbe stata l'ultima. Non era così però che avrebbe preso la sua decisione.

Mentre l'ascensore lo portava al piano terra, le luci della città disegnarono sul suo viso combinazioni di colori che andarono a fondersi con quelli che gli affollavano la testa. Li allontanò con un gesto irritato.

Se Melanne gli avesse risposto invece di batterlo al suo stesso gioco non avrebbe vagato per San Francisco in preda alla frustrazione e non avrebbe cercato qualcuno con cui sfogarla. Inutilmente. E ora non sarebbe stato ancora nell'incertezza.

Aveva sempre saputo che una volta diplomati avrebbero intrapreso strade diverse, solo ora si rendeva conto però che avrebbe potuto non vederla per mesi, anni, mai più e questo non gli piaceva per nulla. Idiota.

Alzando il bavero della giacca si incamminò lungo la strada sotto il cielo di un mattino che sapeva ancora di notte.

Melanne era stata la sua prima vera amicizia in accademia, l'unica vera amicizia. C'erano state persone con le quali aveva legato, ma senza mai arrivare a più di qualche battuta. Lui poneva i confini e lui decideva fino a che punto potevano spingersi gli altri. Certe volte pensava che se non ci fosse stato quell'incidente durante l'addestramento, se loro due non si fossero trovati da soli a dover risolvere una situazione drammatica e lei non gli avesse gridato di smettere di fare lo stupido e collaborare con lei, non sarebbero mai diventati amici. Sarebbe stata una perdita davvero enorme per lui. Enorme.

Poteva continuare senza di lei?

Si fermò in mezzo alla strada improvvisamente nuovamente conscio della città attorno a se. Certo che si, concluse seccamente riprendendo a camminare e si fermò di nuovo. Certo che no. Ammise. Non come era stato finora, si corresse. Inspirò a fondo e chiuse gli occhi lasciando per un istante che la tavolozza di colori che era San Francisco lo riempisse di nuovo. Sarebbe stato solo.

Certo che no. Aprì gli occhi di scatto sorpreso.

Nel momento stesso in cui aveva legato, seppur in modo strano, con Tucci quando aveva coperto Rodriguez proprio all'imbarco sulla Hope ammirato silenziosamente l'abilità e la spavalderia di Luna continuato a sfuggire all'attenzione del consigliere Caytlin, pur tenendola d'occhio quando si lanciava nelle sue intuizioni. Quando si era stupito per le capacità di Doohan ed aveva imparato a rispettare la serietà e la forza di Xy persino nell'accettare i folli piani di Bueller, aveva di fatto smesso di essere solo.

In quell'anno a bordo della Hope aveva, volontariamente o meno, ammesso altre persone nella sua cerchia ristretta, che loro lo sapessero o meno. Il suo baricentro si era semplicemente spostato da se stesso alla nave.

La nave.

Si accigliò.

No, non sarebbe stato solo se avesse scelto di tornare sulla Hope, non del tutto almeno. Certo, c'era anche la possibilità che nessuno degli altri avrebbe accettato l'offerta dell'ammiraglio. Un sorriso scettico gli si disegnò sul viso: figuriamoci se Bueller avrebbe rinunciato ad un'occasione del genere, fresco d'accademia e già capitano. No, lui era quasi una certezza, come probabilmente Luna. Riprese a camminare.

Il punto non era se avrebbe ritrovato le stesse persone, ma se avrebbe sentito lo stesso senso di appartenenza su un'altra nave. Anche se, concluse con una smorfia mentre accelerava il passo, se almeno avesse avuto la certezza che Melanne sarebbe stata a bordo, la sua decisione sarebbe stata molto molto più facile.



Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 - Ore 09:00


Lon Basta fissava l'ammiraglio Lennox cercando di farsi largo fra i rami che formavano intrecci impossibili nella sua mente. Erano solo le nove del mattino e già era a quel livello di concentrazione? Si chiese stupito cercando di mantenere la sua espressione impassibile.

"Signor Basta, si accomodi".

Lon obbedì, suo malgrado intrigato, continuando ad osservala mentre lei posava il padd che aveva tenuto in mano e gli sorrideva. Quello sguardo gli parlò all'improvviso di Betazed, silenzi, parole non dette, unione, casa, ma fu un attimo poi il complesso intreccio di rami tornò quello che era e lui si ritrovò nuovamente davanti ad un superiore con un'improvvisa nostalgia.

"La sua decisione?" Gli chiese l'ammiraglio senza preamboli.

"Accetto l'incarico", rispose lui altrettanto rapidamente.

L'ammiraglio annuì senza dire altro. Non serviva, entrambi sapevano che se lui avesse voluto aggiungere qualcosa l'avrebbe fatto e che se lei avesse voluto sapere qualcosa di più non avrebbe dovuto che chiederlo. "Può andare tenente".

"Grazie signore", Lon si alzò andando verso l'uscita.

"Tenente?"

"Si ammiraglio?"

"Chiami i suoi parenti ogni tanto".

Basta fece per dire qualcosa, poi chiuse di scatto la bocca ed uscì.


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06.05 - Il bivio

Autore: Guardiamarina Melanne Graahn

Punto di Imbarco - Cantieri di Utopia Planitia- 19 Novembre 2395 - Ore 23.51


Non sarebbe riuscita a dormire, lo sapeva già.
Non sarebbe nemmeno valsa la pena di provarci. Così, dopo la cerimonia delle promozioni e la festa che ne era seguita, aveva evitato sia di prendere la navetta che l'avrebbe ricondotta in Accademia sia di ritirarsi a dormire nel piccolo alloggio che ad ognuno di loro era stato messo a disposizione. Melanne si era diretta invece ad una delle ampie finestre panoramiche e aveva osservato per un po' la nuova Hope senza realmente vederla.

L'annuncio della Lennox era stato stupefacente per tutti, non era necessario essere un telepate per capirlo. Ma non quanto avrebbe dovuto, almeno non per lei.
Se le avessero chiesto di prevedere una cosa del genere, naturalmente, non ci sarebbe mai riuscita. Ma dopo averlo sentito, per un momento, le era parso di averlo sempre saputo.
Il progetto Hope era costato tempo e fatica, nonchè innumerevoli mal di testa ai suoi responsabili, e, nonostante tutto, sembrava essere riuscito perfettamente. Era difficile giudicarlo dall'interno, ma se così non fosse stato dubitava che li avrebbero addirittura premiati invece che limitarsi a farli diplomare per poi spararli in qualche sperduto avamposto di comunicazione, probabilmente privo delle più elementari norme igieniche e di qualsivoglia interesse. Alla luce di un tale successo, le sarebbe sembrato un po' stupido da parte del comando lasciar cadere i risultati positivi ottenuti. Dopotutto, se il paziente risponde bene alla cura prosegui con la terapia, non lo dimetti con l'indicazione di bere molta acqua e non mettersi nei guai.
Aggrottò la fronte mentre le dita tamburellavano sul corrimano. Come le era venuto un simile paragone? Nemmeno i pazienti fossero loro...
Scosse leggermente la testa, ricacciando quel pensiero inopportuno da dove era venuto. L'esperimento sarebbe proseguito, addirittura con loro nei ruoli di ufficiali superiori. Si trattava di un'occasione che, ad essere ottimisti, non avrebbero rivisto che tra svariati anni.
La domanda, l'unica a contare davvero, era se lei vi avrebbe partecipato.

Melanne sospirò appena.
Il tempo che aveva passato a bordo della Hope era stato per lei... destabilizzante, ecco. Probabilmente non era il termine che ci si sarebbe aspettati, ma lei non possedeva l'allegria e l'irruenza di Bueller e Luna, né era completamente estranea alle emozioni come sembravano esserlo Xyr, Rest e persino Tucci. Non l'aveva vissuta nè come un'avventura meravigliosa, nè unicamente come una possibilità di crescita professionale.
La verità era che lei aveva avuto paura.
Sempre, in ogni singolo istante, ogni volta che era risuonato un allarme, che il ponte dell'infermeria le era tremato sotto i piedi, che avevano rischiato di morire. Fece un rapido calcolo mentale sul numero di situazioni del genere in cui erano incappati e sospirò depressa. Praticamente sempre.
E in ogni occasione lei non aveva avvertito l'eccitazione del rischio, più che altro un'insopprimibile voglia di vomitare e rintanarsi in qualche angolino.
Ma naturalmente, non l'aveva fatto. Dopotutto, aveva ricevuto il migliore degli addestramenti e aveva imparato nel corso del tempo ad essere preparata per ogni eventualità con un piano A, un piano B e spesso un piano F. Aveva sempre reagito e svolto bene il suo compito, non di meno era stata spesso terrorizzata.
A darle sicurezza era stato il pensiero che, se fossero sopravvissuti, la sua prossima assegnazione l'avrebbe portata sotto il comando di personale anziano ed esperto, che avrebbe potuto insegnarle ciò che a lei ancora mancava oltre alla pura competenza professionale. La loro esperienza sulla Hope era stata una specie di rischiosissima gita scolastica. Ma imparare con degli insegnanti a guidarti è diverso che farlo in una classe abbandonata a sè stessa.
Era stato quel pensiero a sostenerla. Quello e la presenza di Lon.

Nemmeno i suoi pensieri l'avessero evocato, sentì dei passi e capì che era lui. Chi altri avrebbe potuto raggiungerla lì, dopotutto, invece che rimanere a festeggiare? Non si voltò.
"Cos'hai intenzione di fare?" gli chiese subito. Era inutile girarci intorno. Era chiaro che anche lui ci stava pensando, tutti loro lo stavano facendo, e nel loro rapporto i giri di parole erano sempre stati inutili.
Lon scrollò le spalle, senza rispondere. Forse era persino più preoccupato di quel che lei aveva pensato."Tu?" le chiese di rimando..
*Eh, no, non puoi girare la cosa in questo modo. Devi dirmi cosa vuoi fare!*
Nei suoi pensieri la frase assunse un che di lievemente isterico, ma esternamente si limitò a mollargli un pugno sul braccio, strappandogli un sorriso. "L'ho chiesto prima io!"
Lon non rispose subito, rimanendo in apparente riflessione. In cuor suo Melanne temeva che avesse già deciso. Deciso di lasciare la Hope. Di lasciare lei.
Tra loro non c'era mai stato niente di romantico, nè mai ci sarebbe stato. La loro amicizia funzionava proprio dietro a quel limite e nessuno dei due aveva mai pensato di oltrepassarlo, tanto che entrambi avevano sempre assecondato le proprie necessità con altre persone. Lei non aveva mai nemmeno pensato alla possibilità di ottenere un'assegnazione comune, rassegnandosi al fatto che probabilmente non si sarebbero rivisti per anni. Ma ora che la possibilità era stata ventilata, qualcosa era cambiato: era inutile far finta di niente, se lui avesse deciso di restare lo avrebbe fatto anche lei. E tanti saluti agli esperti ufficiali superiori che aveva sempre sognato.
Passò qualche attimo di assorto silenzio.
"Non lo so", rispose lui infine.

Melanne sospirò fissandosi le mani. *Sì, che lo sai.* Lo pensò ma non lo disse, limitandosi ad affermare ciò di cui tutti e due erano già a conoscenza. "Hai sempre detto di voler un'assegnazione in prima linea. La Hope non è certamente quello cui aspiravi".
"Scherzi? Con Bueller come capitano finiremo nei guai nemmeno un'ora dopo aver lasciato il cantiere".
Melanne sorrise.
"Il problema non è lui", continuò Lon esitando impercettibilmente prima di aggiungere "ma chi altro deciderà di accettare..."
"Intendi Rest?"
Certo, non aveva valutato l'idea di Rest. Melanne non era sicura che il vulcaniano avrebbe accettato, ma se lo avesse fatto la sua ambizione li avrebbe portati a scontrarsi ancora. E una guerra sotterranea fra ufficiali superiori del tutto inesperti non è il massimo a bordo di una nave stellare in servizio attivo, per nessuno di quelli coinvolti. Tuttavia...
"L'universo è pieno di persone ambiziose", cominciò lentamente, "il tenente Rest non sarà il primo ne l'ultimo che attraverserà la tua strada".
Lon rispose con una smorfia infastidita, "posso rimettere al loro posto persone come lui, l'ho fatto già molte altre volte".
"Non puoi sempre usare i pugni".
"Perché no? Funzionano".
"Sei un ufficiale adesso".
"Non significa che io indossi i guanti".
"Ma rischi molto di più di una reprimenda!"
"Sei preoccupata per me?" Le chiese con un sorrisetto provocatorio.
La risposta sincera era sì, ma lei non lo disse. "No! Certo!" protestò invece.
"Non farò nulla di stupido".
"Ah!" *Questa l'ho già sentita...* aggiunse tra sè e sè con un sorrisetto mentale. *Come quando hai dato un pugno a Bueller, immagino...* La sincerità tuttavia non le sembrò la politica migliore in quel momento. Si limitò a sbuffare. Lon sorrise.
"Sarai a bordo della Hope?" Le chiese a bruciapelo.
Melanne non voleva rispondere. Se gli avesse detto che sarebbe rimasta, se gli avesse detto di rimanere, lo avrebbe influenzato indebitamente, forse verso una scelta che avrebbe rimpianto e che avrebbe finito per compromettere la sua carriera. "Tu?"
"L'ho chiesto prima io stavolta".
"La Hope è una possibilità intrigante, ce ne sono molte altre, però". Una risposta scontata e vaga, l'unica che lei potesse permettersi di dargli.
"Vero", annuì alla fine Lon senza aggiungere altro e sembrando vagamente contrariato.
Qualunque sarebbe stata la loro decisione, entrambi avrebbero dovuto prenderla da soli. Tutti e due lo sapevano. Dopo qualche istante Lon se ne andò. Lei riportò lo sguardo sulla finestra davanti a loro sulla nuove Hope al di là di essa.



Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 - Ore 14:18


Aveva dodici minuti di anticipo rispetto all'appuntamento fissato con la Lennox, ma il gigantesco boliano che le faceva da assistente la fece passare comunque.
Fece il suo ingresso in ufficio a passo lievemente rigido, salutò come dovuto e accettò di prendere posto in una delle due poltroncine di fronte alla scrivania.
L'ammiraglio le sorrise.

"Allora, dottoressa, ha preso una decisione?"
Melanne annuì. "Sì, Signora."
La Lennox battè appena le palpebre. "Posso sapere qual è?"
L'altra fece scivolare il padd sul piano della scrivania verso di lei.
Non ci furono discussioni, nè richieste di consigli.
L'ammiraglio lesse quanto riportato sul dispositivo e annuì. "Capisco. Ha altro da comunicarmi?"
"No, nient'altro."
"Allora può andare."
Melanne annuì e la Lennox la osservò alzarsi e lasciare la stanza.
*E due...* pensò.


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06.06 - L'Amor muove il sole e le altre stelle, ma io vado più veloce

Autore: Cadetto IV Anno Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa

Terra - Arizona - Complesso Flotta Stellare "Amelia Earhart", Hangar 2 - 19 Novembre 2395 ore 23:47


Dopo l'annuncio dell'Ammiraglio Lennox la festa aveva perso ogni attrattiva e aveva colto la prima occasione per andarsene. Aveva sopportato anche un rientro sulla Terra con un ingegnere boliano dalla voglia irrefrenabile di raccontarle il perché e il percome dell'uso di una moquette in lana arkoliana rispetto ai soliti materiali utilizzati per gli interni delle navi della Flotta non che l'avesse realmente ascoltato. Un impulso incessante di liberare il suo armadietto al centro di volo della Squadra Rossa l'aveva condotta li e ora Luna stava contemplando la fila di navette prototipo di classe Interceptor. Prima di salire sulla Hope non avrebbe mai pensato di poter neanche solo comparare una Miranda con la gioia di pilotare quei piccoli gioielli di tecnologia federale. E invece...

"Cadetto Jones! Che ci fa qui?"

I suoi pensieri vennero interrotti dalla calda e virile voce del Tenente Comandante Marcus, l'istruttore di volo dell'Accademia della Flotta che soprintendeva i voli della Squadra Rossa e Collaudatore Capo del progetto Interceptor.

Luna si girò sorridendo

"Tenente Jr Jones, adesso, signore" disse indicando i gradi sul colletto

"Lo sapevo... l'Ammiraglio Lennox mi ha informato, volevo solo prenderla in giro... le congratulazioni sono d'obbligo " rispose amabilmente stringendole la mano "Allora... stava ammirando le navette? Ha notato quel deflettore sotto la carlinga?"

"Sì, quindi i miei appunti hanno convinto i progettisti..."

"Aveva ragione, stabilità del campo di curvatura aumentata e manovrabilità con vettori superiori a 90° migliorata del 36%"

"Sono cose che o si fanno o non ci si pensa"

"Ha proprio ragione... non dovrei dirglielo, ma ho chiesto all'Ammiraglio Lennox di assegnarla qui come collaudatrice, ma immagino che abbia molte opzioni al momento"

"Collaudare queste meraviglie?! Grazie per aver pensato a me Signore... solo..." disse Luna sinceramente stupita

"Lo so, lo so... è giovane e talentuosa e i timonieri con queste caratteristiche sono molto richiesti. Basta anche un grado inferiore al suo, ma un grande talento, per essere messi a pilotare anche le navi ammiraglie, cosa che non accade con altri ruoli. Quindi le chiedo solo di pensarci, noi saremmo felici di averla qui... La lascio ai suoi pensieri. Ancora congratulazioni tenente"



Terra - Arizona - Route 66 - The Old And The New Pub & Grill - 20 Novembre 2395 ore 01:17


Luna spense la moto antigravitazionale nel parcheggio del pub. Si era spinta a massima velocità costeggiando il Grand Kanyon, poi era rientrata nel sistema stradale godendo della pressione dell'aria a 300km/h sul suo corpo. Un giro a vuoto, così tanto per fare, unicamente per il piacere di farlo.

Altre moto e veicoli terrestri erano parcheggiati. Il locale era sempre aperto e lei lo aveva sempre apprezzato da quando vi aveva messo piedi per la prima volta con i suoi colleghi della Squadra Rossa. La distanza dalla base non era infatti proibitiva ed era sicuramente caratteristico.

Entrando nel locale il suo istinto la fece subito scansare una coppia di avventori che si stava azzuffando. La musica alta copriva solo parzialmente il rumore della rissa. Le scazzottate erano all'ordine del giorno e nessuno si formalizzava troppo, anzi facevano parte dell'esperienza. Una zona senza troppe leggi e regolamenti, ma sufficientemente controllata da non destare la preoccupazioni né delle autorità civili, né della Flotta Stellare. In nessun altro posto sulla Terra Luna aveva sentito quell'atmosfera da nave da guerra klingon. L'aveva amato sin dal primo momento ed era diventato il suo rifugio. Il fatto che fosse pieno di cameriere in abiti discinti e che il proprietario fosse una andoriana con curve mozzafiato e un atteggiamento da dura erano la ciliegina sulla torta. Questo prima della Hope, ovviamente. Sembrava passata un'eternità.

"EHEEEHI! FERMI TUTTI!!!" tuonò Seraht

Ogni movimento si fermò. Un Capo della Flotta rimase con il pugno in posizione tenendo per il colletto uno ktariano che non fece nemmeno un tentativo di spostarsi. Quando l'andoriana parlava era il momento di fermarsi.

"Signore e Signori, Luna della Casata di Klaa è tornata!"

Un boato la accolse e tutti gli habitué si affannarono per andare a salutarla. Solo dopo qualche minuto riuscì finalmente a sedersi al bancone.

"Allora... Tenente...non è che vai un po' troppo di corsa... ragazzina?" commentò Saraht mettendole davanti una birra andoriana della sua riserva personale e servendosene una anche per sé.

"Naaa... questo è il mio passo normale... come va Seraht?"

"Tutto uguale come sempre. Brindiamo al tuo brillante futuro... cosa farai adesso ? hai già una assegnazione?"

"Forse... mi hanno fatto un paio di proposte. Ma ci sto pensando"

"Deve essere una cosa seria se la testa più matta che abbia mai conosciuto si ferma a pensare"

"Già" rispose laconicamente Luna bevendo un sorso di birra

"Luna non mi saluti neanche più?" disse una voce alle sue spalle. La riconobbe subito e ogni sua cellula vibrò di eccitazione.

"Non dovresti stare in cucina? Il turno non è ancora finito" commentò l'andoriana seccamente

"Dai mamma, fammi salutare almeno" rispose la voce.

Luna buttò giù la birra in un sorso e si girò.

Senal, figlia di Seraht e di un terrestre, Kwatoko, un nativo americano di discendenza Navajo, era una delle ragazze più belle che avesse mai visto. Occhi di un blu talmente scuro da sembrare profondità oceaniche su un viso perfetto e zigomi alti. Un corpo sinuoso e sensuale di un blu tendente al violetto. Un fiore di ragazza, di sangue misto come lei, di cui Luna era innamorata dal primo secondo. Un amore ricambiato, ma mai concretizzato. Un amore che cercava di dimenticare tra le lenzuola di altre ragazze perché non sarebbe mai riuscita a fermarsi. La vita che aveva scelto, la sua passione per il rischio e l'avventura l'avevano sempre attirata lontano. Una vita di casa sarebbe stata una prigione. Ma ora... che fosse possibile unire le cose? Collaudare prototipi poteva essere una vita lavorativa sufficientemente rischiosa e sarebbe potuta restare sulla Terra. Senal avrebbe potuto aprire il suo ristorante... forse avrebbe potuto funzionare.

"Sei sempre più bella" fu l'unica cosa che riuscì a dire

"Lo so!" rispose la facendo l'occhiolino "Mi aspetti? Esco tra un'oretta"

"Si, mi faccio qualche birra nel frattempo"

"Perfetto" disse lei allontanandosi continuando a guardala negli occhi. Luna sostenne lo sguardo fino a che non sparì dietro la porta della cucina. Dopodiché si girò e trovò a un palmo il viso della andoriana.

"Ragazzina... non è una ragazza come le altre e so che è innamorata. Decidi alla svelta quello che vuoi fare nella vita e se non hai intenzione di restare è meglio che tu non sia più qui quando finirà di lavorare. Mi piaci e so che sei una brava ragazza, sotto sotto, ma sono pronta a usare il mio ushaan-tor per rompere la tua testa se la farai soffrire."



Terra - L'Avana - 20 Novembre 2395 ore 05:47


Una gradevole brezza riempiva di profumo del mare, di palme e orchidee le strade deserte de L'Avana costeggiando le case multicolore. Le stesse strade che fino a qualche ora prima erano state piene di quella fiumana di persone che dai locali ai fuochi in spiaggia si divertiva, mangiando, bevendo e ballando le mille varianti della salsa. Ora tutte quelle persone o dormivano o erano impegnate nel dolce atto dell'amore. Solo pochi erano svegli a quell'ora e quei pochi perlopiù stavano tornando a casa. Gli orari lavorativi erano da sempre spostati in avanti in quell'angolo della terra.

Camminando per quelle strade Luna avrebbe dovuto sentirsi a casa: in fondo ci aveva passato la sua prima infanzia. Ma nonostante il calore vibrante dell'umanità, quei luoghi non erano veramente casa sua. Troppa... felicità? Pace? Dietro la patina di vitalità delle serate sulla spiaggia a base di sesso e sintalcol, c'era una realtà basata di noiosa routine. Niente a che vedere con l'emozione che provava sulle navi stellari. C'era un motivo per cui aveva passato buona parte della sua vita su una nave stellare, anche se priva di ogni comodità come un vascello klingon.

E allora cosa ci faceva li? Cosa c'era di tanto sbagliato in lei da andarsene così... in sella ad una moto a tutta velocità per tornare a San Francisco e da li a L'Avana via teletrasporto? Cosa non andava in quella prospettiva di una vita lavorativa e sentimentale appagata? In quel momento poteva essere con Senal a divertirsi: le andoriane, per quanto lei lo fosse solo per metà, sembrano tanto fredde fuori, ma sono molto calde a letto... quasi come le klingon. Pensando queste cose sorrise tra sé leggermente a disagio. Non era abituata a pensare alle cose: Luna seguiva sempre e costantemente il proprio istinto. Seguendolo se ne era andata dal locale, aveva preso la moto e guidato per ore fino a e in quel momento le sue gambe la stavano portando in una delle vie laterali della città, meno frequentate dai turisti, ma non per questo meno suggestive.

Ancora un angolo.

La casa era sempre li: il cancello di legno smaltato di bianco, il giardino pieno di orchidee in fiore e il magnifico albero di avocado piantato da un antico avo della famiglia di sua nonna oltre trecento anni prima. Le pareti esterne di legno fucsia pallido e le tende bianchissime. Superato il cancello e il tavolino esterno accanto al forno a induzione di plasma (una sostituzione rispetto al tradizionale forno a legna per conformarsi alle rigide normative in tema di emissioni voluto dal Governo Terrestre) Luna si trovò a bussare alla porta.

Dopo qualche minuto, Marysol della Casata di Klaa apparve da dietro la tendina e il volto da stropicciato di sonno, si illuminò di gioia.

"Catalunya! Dios Mios!"

Aprì rapidamente la porta e la tirò dentro casa abbracciandola.

"Cosa ci fai qui? Torni adesso dai festeggiamenti? Pensavo che saresti tornata sull'Akesh...ma hai fatto bene vieni siediti" detto questo andò subito al replicatore.

"Latte e caffè, 38°" disse mentre tagliava una fetta di torta evidentemente non replicata.

"Tieni cara, mangia."

"Wow, hai fatto la torta di sangue de anjonjolì. Devi essere proprio contenta!" disse Luna con un sorriso prendendo la forchetta (ndr. trattasi di una delle tipiche ricette fusion creolo-klingon ideate da Marysol per unire la tradizione alimentare cubana con quella klingon. Nel preparare la torta di sangue, Marysol addensa gli ingredienti classici della torta di sangue con il boniato -la patata dolce- lo sciroppo di canna da zucchero e l'orzata di sesamo. La preparazione di questo dolce, rigorosamente non replicato, richiede alcune ore).

"Ma certo che lo sono! Mia nipote si è diplomata tra le prime del suo corso ed è un Tenente della flotta stellare!"

"Un Tenente jr" corresse Luna continuando a mangiare.

"E' uguale... allora... non mi hai risposto... perché sei qui?"

"Non lo so... so che dovevo venire a trovarti... nonna..."

"Dimmi cara"

"Non so cosa fare... ho l'opportunità di fare il lavoro che ho sempre voluto fare, almeno fino all'anno scorso, e allo stesso tempo di poter frequentare una ragazza speciale..."

"Una ragazza?! E chi sarebbe?" interruppe Marysol

"Si chiama Senal, è bellissima e fa la cuoca"

"Sposala! Guarda che sto diventando vecchia e la casata di Klaa reclama nipotini"

"Nonna ti prego! Ascoltami... per quanto questa prospettiva di vita sia fantastica, sento che qualcosa non va e che il mio futuro è lassù" disse indicando il cielo "L'Ammiraglio Lennox mi ha proposto di diventare il timoniere di una nuova nave, una nuova Hope... con l'equipaggio della vecchia..."

"Come tuo nonno, come tua mamma... avete l'avventura nel sangue. Se sei qui è perché vuoi partire e allora vai e se questa ragazza è davvero speciale ti aspetterà...o forse no, ma il rischio è quello che ci permette di assaporare ogni cosa con più intensità, di vivere la vita al 110%. È quello che mi ha conquistata di tuo nonno e a me ha portato bene. È quello che ha seguito tua mamma e a lei sfortunatamente no... ma se si fosse accontentata, se non avesse seguito il suo cuore e fatto quello che realmente voleva, allora avrebbe solo sprecato la sua vita. Vai, io e tuo nonno saremo sempre vicini a te. E ora vai a dormire che sembri stanca. Ci penso io a svegliarti"



Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 ore 16:00


=^=Il Tenente JG Jones è arrivata Ammiraglio... =^=
"La faccia entrare."

*in perfetto orario... questa ragazza è universalmente conosciuta come una casinista, ma è tra le poche persone al mondo che può andare d'accordo sia con Bueller che con Xyr... chissà*

Tolta la divisa perfettamente stirata e immacolata, ogni altro particolare del giovane tenente, tra cui i capelli ribelli e spettinati, dava l'impressione che avesse fatto una corsa sul filo del rasoio per essere lì puntuale.

"Prego Tenente, si accomodi"

"Grazie, Ammiraglio... " disse Luna sedendosi e riprendendo fiato

"Vuole un bicchiere d'acqua?"

"Grazie, signore... frizzante se possibile"

L'ammiraglio si alzò e andò verso il replicatore

"Acqua fredda frizzante... allora Tenente ha preso una decisione?" disse passando il bicchiere a Luna che lo bevve d'un sorso. Poggiò il bicchiere

"Ho saputo che ci sarebbe una posizione come pilota di collaudo per la classe Interceptor"

"Il Comandante Marcus ha la lingua troppo lunga, ma è vero. Quell'incarico sembra fatto apposta per lei... quindi immagino che intenda rifiutare la proposta"

"No... si sbaglia. Accetto" disse passando il padd di incarico controfirmato

"E quell'altro padd?" disse Evelin indicando il padd che era rimasto in mano a Luna

"Ehm... delle piccole richieste"

"Mi sembra giusto, mi faccia vedere" l'Ammiraglio prese il padd e cominciò a leggerlo "...mmmh beh certamente potrà portare il suo B'rel, non ho alcuna intenzione di passare la prossima settimana a sentire le proteste di suo nonno...ah! non posso far imbarcare un prototipo della Flotta, non può mettere i piedi in scarpe diverse, ma posso farle avere gli schemi e il programma di simulazione olografica delle Interceptor, se nel suo tempo libero ha voglia di dedicarsi a tale progetto..." Evelin appoggiò il padd sulla scrivania e guardò la giovane divertita "Tenente... gli Ufficiali superiori non condividono l'alloggio e non posso metterla nella stessa stanza del consigliere Caytlin."

"Ci ho provato..."

"Buona fortuna tenente... ah e veda di non riportarmi la Hope nelle condizioni della sua predecessora. Può andare."


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06.07 - All-In

Autore: Cadetto IV Anno Catalunya "Luna" Jones della Casata di Klaa

SOL IV - Cantieri Utopia Planitia - Sala Ricevimenti - 19 Novembre 2395 ore 21:31


Paulo non credeva alla sua fortuna. La proposta fatta dall'Ammiraglio Lennox era un'occasione unica, spettacolarmente ghiotta: il piatto finale da centinaia di barre di lathinum. E lui si era trovato servito di una scala reale.

Si guardò furtivamente intorno. Tutti i suoi amici e colleghi erano rimasti folgorati dalla notizia e ad ogni secondo che passava li vedeva sempre più presi nel capire i riflessi delle conseguenze della decisione che avrebbero dovuto prendere. E quella loro indecisione equivaleva istantaneamente alla sua ferma posizione. Per lui nessun dubbio...non solo sarebbe salito su quella nave, ma lo avrebbe fatto rilanciando.

Con l'esperienza accumulata approfittò dello smarrimento generale per interpretare i segnali. Nessun dubbio sul fatto che Bueller avrebbe accettato, anche lui era un giocatore in attacco. E con Bueller contava Luna, un'altra giocatrice di rischio. Contava anche sul chip della dottoressa e conseguentemente di Basta, nonostante fossero giocatori relativamente avversi al rischio il loro sarebbe stato un partecipare per evitare rischi maggiori. Tucci? Ininfluente, almeno per i suoi scopi. Nel lampo di furia che colse negli occhi dell'andoriana, percepì il fold. E senza Xyr, anche Rest sarebbe uscito di scena. La partita si metteva sempre meglio. Doohan? Giocatore costante, avrebbe pagato il buio.

Era il momento di andare All-In e mettere sul piatto tutto quello che aveva.



SOL IV - Cantieri Utopia Planitia - Dock 3 - USS Hope NCC-25122-A - 19 Novembre 2395 ore 23:31


Come previsto superò ogni controllo, la tuta della manutenzione che stava indossando e la cassetta di strumenti di revisione erano il lasciapassare migliore che poteva procurarsi a quell'ora di notte. Perché disturbare un tecnico che aveva avuto la sfortuna di essere assegnato al turno gamma?

Per prima cosa effettuò un accesso al computer e scaricò i dati delle operazioni di bordo su un padd, insieme agli schemi tecnici e stato della nave. Li avrebbe analizzati successivamente: ciò gli avrebbe dato il vantaggio di sapere in anticipo i fabbisogni della nave e soprattutto cosa sarebbe riuscito a contrabbandare. Poi caricò un programma di sua invenzione che gli permetteva di inserirsi nelle stringhe di comando dei rapporti di lavorazione e di approvvigionamento.

La sua incursione era durata meno di 15 minuti.

*fase 1 completata* pensò soddisfatto



SOL III - Attracco Spaziale Terrestre, Anello 21 - 20 Novembre 2395 ore 00:16


Dopo essersi cambiato e ripresa la divisa da tenente, aveva salutato tutti i presenti alla festa e una navetta lo aveva portato all'Attracco. Nonostante l'ora centinaia di persone occupavano i ponti e la maggioranza delle attività erano ancora aperte. Decine di navi arrivano e partivano ad ogni ora si vedevano equipaggi di ogni razza del quadrante. Camminando velocemente Paulo stava andando verso il Bar di Jelloc, il miglior posto per i suoi affari.

"Ehi Rodriguez, hai qualcosa per me?" disse un guardiamarina fermandolo all'improvviso

"Oh, Jimmond. Quel programma olografico mi deve ancora arrivare. Ti avevo detto che ci sarebbe voluto un po'. Quando ti serve?"

"La Paul Klee parte tra tre giorni, ce la fai? Otto mesi a mappare nebulose sono lunghi"

"Vedrò di fare il possibile, ma ci sarà un sovrapprezzo"

"Un altro?"

"Se trovi qualcun altro accomodati"

"Ok ok, fammi sapere"

"Lo avrai per tempo"

Fatti gli ultimi passi entrò nel bar e andò al suo solito posto.

"Allora... la solita birra romulana... Tenente?" disse il denobulano avvinandosi

"Ci puoi scommettere Jelloc. È arrivato Cartiz?"

"Sì è sul retro"

"Mandamelo"

"Subito"

Il denobulano sparì rapidamente dietro il bancone del bar e dopo poco un umano uscì dal retrobottega e andò a sedersi davanti a Rodriguez.

"Allora capo?"

"E' arrivata l'occasione che stavamo aspettando. Da domani sarò a capo delle operazioni di bordo di una nave di classe Intrepid"

"Ma non ti sei diplomato oggi?"

"Un colpo di fortuna. Riprendiamo da dove c'eravamo interrotti a Marzo, anzi meglio. Con sistemi migliori rispetto ad una vecchia miranda potremo far girare molta più merce. A proposito il programma olografico per Jimmond?"

"E' pronto da ieri"

"Ok, allora portaglielo dopodomani e fatti dare il 25% in più. Ci servirà..."

"Ottimo"

"Appena hai fatto prendiamo tutto quello che abbiamo guadagnato in questi anni e lo investiremo nuovamente in ogni genere di tecnologia e risorsa"

"Non è un po' rischioso?"

"E' il momento di osare il tutto per tutto. Ho controllato le stive della nuova Hope... ci può stare molta roba"



SOL III - Accademia Flotta Stellare - Alloggio del Tenente JG Rodriguez - 20 Novembre 2395 ore 01:11


Tutto era sistemato.

Aveva fatto presto a radunare la sua roba e ora era sul letto a guardare la lista delle lavorazioni della Hope, inserendo da remoto nuovi controlli e nuove disposizioni di carico. Installazione di nuovi apparati difensivi e offensivi. Quella nave sarebbe diventata un gioiello. Poggiò il padd sul comodino e spense la luce.

Si addormentò con il sorriso sulle labbra.



SOL III - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 ore 14:30


Un impeccabile Rodriguez si presentò davanti all'ammiraglio Lennox. Nonostante fosse pronto sin dal mattino, aveva aspettato e deliberatamente arrivato con qualche minuto di ritardo. Non farlo sarebbe sembrato sospetto, almeno per lui.

"Prego Tenente, si accomodi. Allora... è giunto a una decisione?"

Rodriguez si sedette lentamente e rispose in modo leggermente teatrale

"Le dirò Ammiraglio. Non è stata una decisione facile. All'inizio della mia carriera non vorrei fare la scelta sbagliata e non le nego che questa notte non ho chiuso occhio pensando alle mille alternative che si aprivano di fronte a me, ma ho pensato che squadra che vince non si cambia e spero che i miei colleghi abbiano fatto e facciano la mia stessa scelta. Accetto con entusiasmo questo incarico" disse passando il padd

"Ottimo, Tenente, può andare" disse Lennox percependo grande soddisfazione da parte di Rodriguez.

*All-in* pensò Rodriguez


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06.08 - Sex Appeal

Autore: Cadetto IV Anno Lon Basta

Terra - Mensa dell'Accademia della Flotta Stellare - 20/11/2395 ore 01:10


"Ciao James..."

James Doohan II si alzò di scatto, sbatté la testa con la parte superiore del replicatore, si portò una mano alla nuca con un 'Ahi!' e rischiò di rovesciarsi addosso il contenuto del bicchiere mentre si girava verso la fonte del saluto.

"Kr'eth..." Balbettò arrossendo fino alla radice dei capelli e oltre.

"Tenente", la caitiana sorrise, gli occhi che brillavano divertiti, "volevo farti i complimenti per la tua promozione".

James aprì la bocca per rispondere, la richiuse, studiò il contenuto del suo bicchiere, sollevò nuovamente lo sguardo su di lei, iniziò a contare fino a dieci per non farsi prendere dal panico, arrivò a tre, bevve tutto d'un sorso il tè, balbettò un "grazie" e si allontanò di gran fretta verso l'uscita della mensa.

Appena raggiunta la relativa sicurezza del corridoio, si concesse un sospiro di sollievo, poi si maledisse, si girò per tornare sui suoi passi, si fermò stringendo il bicchiere, fece una giravolta riprendendo a camminare e andò a sbattere contro il cadetto Melissa Meyel.

"James!" Esclamò la ragazza appoggiandosi a lui per evitare di cadere, "che fretta! Ti stavo cercando".

"Davvero?" Lui la fissò sbalordito mentre lei gli sorrideva timidamente passandosi una mano fra i capelli neri senza accennare a staccarsi da lui.

"Sei tenente adesso!" Melissa sgranò li occhi più di quanto lui credesse possibile passandogli un dito sui pin del colletto e sbattendo le ciglia più volte.

"Er... io. Si", come al solito la voce gli mancò all'improvviso e le guance, che avevano appena ritrovato il loro colore originario ripresero a bruciargli. Più bruscamente di quanto avesse voluto si staccò da lei, "da poco", biascicò.

Lei portò le mani dietro la schiena e si mordicchiò il labbro inferiore fissandolo con un'intensità che lo mise ancora più a disagio, "non festeggi?"

Per tutta risposta James scosse più volte la testa accompagnando il gesto da un "nononononono" che non prevedeva che lui prendesse fiato mentre arretrava di un paio di passi. "Io, ehm, non ho tempo, cioè, mi aspettano, domani, non oggi, ma comunque devo andare perché il tempo è poco e l'ammiraglio mormora".

Melissa sollevò un sopracciglio perplessa e fece un tentativo di fermarlo, ma prima che ci riuscisse James Doohan II si era già mosso lanciandole un "ciao!" che capì solo perché lui fece una specie di gesto con la mano accanto al viso agitando il palmo.

Il silenzio del suo alloggio vuoto lo accolse come un abbraccio. Appoggiato alla porta come se temesse che qualcuno arrivasse da un momento all'altro a sfondarla, James attese qualche secondo fino a quando non fu certo che nessuno lo aspettava nascosto nella stanza, poi con un sospiro di sollievo raggiunse il letto e ci si lasciò cadere sopra.

Potevano sparargli addosso, il motore a curvatura minacciare di fondersi da un momento all'altro, potevano addirittura chiedergli riparazioni impossibili e lui non perdeva il sangue freddo, mai. Una ragazza, di qualsiasi razza fosse, basta che appartenesse al genere femminile, gli rivolgeva la parola e lui andava nel panico. La mente semplicemente gli andava in corto circuito. Per fortuna che non gli succedeva quando lavorava altrimenti non si sarebbe mai diplomato e ora non sarebbe tenente per i meriti acquisiti sul campo. Un sorriso soddisfatto gli comparve sul viso mentre portava la mano ai pin. Se lo era meritato per tutto l'ottimo lavoro svolto sulla Hope, così gli aveva detto l'ammiraglio, che essendo donna normalmente gli avrebbe causato problemi, ma essendo ammiraglio rientrava automaticamente in una casella che gli consentiva di non vederne il sesso.

Ci mancava soltanto che se la immaginasse in abiti normali che sorrideva! Abiti civili, sorriso, donna...

Colto dal panico James scosse la testa affrettandosi a far rientrare l'ammiraglio nella sua tranquilla casellina di 'ufficiale superiore, comandante in capo, asessuato'. Ci mancava solo quello!

Il suono di un messaggio in arrivo gli consentì di concentrarsi su altro, si sollevò sul letto per attivare il visore.

Che poi, rifletté mentre scorreva i diversi messaggi, non era che non gli piacessero le donne, solo che quando ne aveva una davanti era totalmente, completamente, irrevocabilmente incapace di interagire. Diceva sempre la cosa sbagliata, o faceva qualcosa per la quale lei lo trovava incredibilmente 'adorabile' e lui, invece, si sentiva un totale idiota. E quando non erano le parole, il suo arrossire gli procurava sospiri, ammiccamenti e mani che si appoggiavano sulla sua spalla con un 'ohh' intenerito.

Deteneva il record di conquiste dell'accademia, senza aver mai fatto nulla per ottenerlo.

O goderselo.

Non che non avesse avuto esperienze, ma c'era voluta tutta la determinazione di una klingon per farcela e non è che in quelle occasioni a lui fosse stata data la possibilità di dire la sua.

Et'essa Vrocos era stata... impositiva.

Sua madre era orgogliosa di lui, congratulazioni da amici vari, qualche messaggio di ammirazione che scartò con uno sbuffo infastidito. Si raddrizzò sul letto, incrociò le gambe e portò le mani ad intrecciarsi davanti a lui. Svuota la mente James, si disse, pensa al futuro.

C'erano volte che avrebbe dato chissà che cosa per avere la sfacciataggine di Bueller: il capitano decideva che cosa voleva, si avvicinava alla prescelta e voilà era fatta.

James non decideva cosa voleva, la prescelta si avvicinava e lui scappava. Voilà.

Riaprì gli occhi.

Nemmeno tutta la meditazione del mondo, che aveva imparato su Vulcano, era in grado di aiutarlo. Pace interiore e sicurezza relativa sfumavano nemmeno due secondi dopo che posava gli occhi su una ragazza.

Era un caso disperato.



Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 - Ore 16:20


James Doohan II entrò nell'ufficio guardandosi alle spalle come se temesse che qualcuno lo seguisse li dentro e, quando si girò verso l'ammiraglio, rosso in viso ed evidentemente imbarazzato balbettò un "Ha cambiato assistente signore?"

"No, il guardiamarina Fretter lo sostituisce solo temporaneamente tenente".

"Ah".

Notando il sopracciglio sollevato dell'ammiraglio Lennox, James si affrettò a ricomporsi, portò le mani dietro la schiena, fece un passo avanti, pensò 'ufficiale superiore, comandante in capo, asessuato' e dalla sua mente riuscì ad allontanare le immagini fastidiose che avevano iniziato ad affollarla. Sotto lo sguardo della betazoide il suo viso si distese, l'espressione si fece decisa e ogni traccia di panico svanì dai suoi occhi.

"Mi scuso per il ritardo, ammiraglio, ma sono rimasto invischiato in una", si schiarì la voce, "festa a sorpresa e ho avuto qualche difficoltà a liberarmi".

"Si accomodi tenente".

"La ringrazio signore", James si affrettò ad obbedire.

"Non sono solita scusare i ritardi, ma posso capire che i suoi colleghi non sapessero dell'appuntamento che aveva con me, non ha avuto molto preavviso".

"Già, le ragazze", un lieve rossore comparve sulle guance di Doohan, "non sapevano".

L'ammiraglio Lennox si accigliò leggermente, sembrò essere sul punto di fare una domanda, ma evidentemente ci ripensò.

"Non ha cambiato decisione immagino".

"No ammiraglio, è sempre la stessa di ieri", rispose deciso James, "è stato amore a prima vista".

Si fissarono per qualche istante in silenzio prima che lui aggiungesse, "anche se, questa è la seconda versione se si vuole essere precisi".

Trascorse qualche altro secondo di silenzio.

"Può andare tenente".

"Si signore, grazie ammiraglio per l'opportunità". Un sorriso affascinante gli illuminò il viso coinvolgendo anche Evelin Lennox che lo ricambiò.



Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 ore 16:30



=^=Ammiraglio, il suo prossimo appuntamento è arrivato.=^=

"La ringrazio guardiamarina, per favore lo faccia attendere e mi chiami il capitano Teskara".

Evelin Lennox rimase in attesa fissando la porta dalla quale era appena uscito il tenente James Doohan. Dopo pochi istanti sul terminale comparve il volto della grazerita.

"Tes? Ti ricordi quella scommessa sul cadetto timido e se sarebbe stato imbarazzato con qualsiasi tipo di donna? Ho un'assistente di Kasheeta, credo di aver vinto."


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06.09 - Scelte

Autore: Cadetto IV Anno Edison Ray Tucci

Terra - Residenza della famiglia Tucci - 20 Novembre 2395 ore 04:00


Edison non riusciva a prendere sonno, non sapeva esattamente perché: da giorni non riusciva a completare quei test sul teletrasporto tramite laser, voleva a tutti i costi finalizzare la sua relazione entro la fine del mese. Ma non era certo fosse quello il motivo. Si alzò e decise di andare a bere un po' di acqua.

Scese lentamente le scale, non voleva svegliare i suoi. Era tornato a casa dei propri genitori per qualche giorno, gli mancavano dopo aver trascorso molto tempo sulla Hope, e dato che la loro abitazione si trovava vicino all'accademia aveva preferito stabilirsi da loro piuttosto che negli appartamenti tutti uguali del convitto dell'accademia.
Arrivato in cucina prese un bicchiere e lo riempì di acqua, si sedette su una delle sedie che circondavano l'isola posta al centro della stanza, lasciò vagare il suo sguardo finché i suoi occhi non si posarono sulle due targhe commemorative appese al muro, una era la targa della USS Bengasi dove suo padre aveva prestato servizio, l'altro era un attestato di merito della Avio Space per il lavoro di
ricercatrice della madre.

"Qualcosa non va?" chiese una voce alle sue spalle. Edison fece uno scatto per la sorpresa, rischiando di far cadere il bicchiere che teneva in mano.
Una risata. "Non volevo spaventarti, scusa piccolo" sua madre si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.
"Mamma" sbuffò il neo tenente "Non chiamarmi 'Piccolo' non lo sono più da quando avevo cinque anni!"

La donna gli sorrise mentre gli sedeva accanto "Oh ma tu sarai sempre il mio 'Piccolo'" con una mano gli sfiorò il viso come per accarezzarlo, ma poi ritrasse la mano.
"Allora, come mai non stai dormendo?"
"Non lo so"
"Ancora quella relazione sugli esperimenti che stai facendo in facoltà?"
"Non lo so"
"Mmm" la donna fissò il figlio "E la proposta che ti hanno fatto dalla Flotta?"
"No. Sai già cosa ho deciso."
"Sei sicuro che non sia quello?"
Ray ci pensò su un attimo "Non lo so" rispose sospirando.
Sua madre non disse nulla, aspettò.
"...e se avessi fatto un errore nella mia scelta?"
"Non credo proprio, tu hai fatto una scelta di cuore e per una volta hai lasciato da parte il cervello, stando a quello che mi hai raccontato sulle vicende avvenute sulla Hope, hai provato paura, sei rimasto ferito, hai rischiato..."
"Sì ma ho trovato dei compagni, persone che mi capiscono, amici..."
"Allora figlio mio, non hai sbagliato a scegliere."
"No" Edison scosse la testa "Allora deve trattarsi di quei maledetti test" esclamò il giovane.
"Sì" disse la madre, trattenendo una lacrima d'orgoglio e sussurrando un 'Piccolo mio' senza farsi sentire.



Terra - Accademia Flotta Stellare - Laboratori - 20 Novembre 2395 ore 13:00


Anche se aveva dormito poco era arrivato presto al centro di ricerca della Flotta.
Come sempre si era buttato a capofitto nel lavoro, la sua concentrazione lo escludeva, letteralmente, dal mondo:stava re-impostando i test dal duecentotre al duecentoquattordici, ogni volta fallivano il trasferimento dati, doveva esserci qualcosa nella matrice di recupero del software che non andava, aveva scritto lui stesso il programma sicuramente gli era sfuggito qualcosa, o quello oppure il cristallo del laser era incrinato.

"Il cristallo" disse mentre consultava la lista dei componenti "No, non può essere è certificato secondo il protocollo SER-142V"
Lanciò una diagnostica sul dispositivo e attese i risultati.
Era passata quasi mezz'ora da quando aveva iniziato la verifica del dispositivo e nel frattempo aveva riportato alcuni dei suoi appunti nella relazione che dava compilando, quando il suo comunicatore personale trillò, premette il pulsante non prima che fossero passati almeno venti secondi, se non fosse stato importante avrebbero richiamato più tardi.
"Qui Tucci"
=^=Ehi tenente Tucci=^= la voce calorosa di Lon Basta irruppe tramite il comunicatore.
"Oh tenente, mi dica"
=^=Ehi te lo ricordi che tra tipo quindici minuti, devi essere nell'ufficio di Lennox, o ci sei già stato?=^= domandò il betazoide.
"Mmm perchè dovrei andare dall'ammiraglio?" domandò lo scienziato mentre continuava a trascrivere i suoi appunti.
=^=Ehi Ray!! C'è nessuno in casa? Hanno fissato un colloquio a tutti noi... sai per confermare, o meno, quella piccola questione del nuovo imbarco...=^=
Silenzio.
=^=Edison? Rispondi...=^=
Silenzio.
Nel laboratorio l'unico suono che si sentì fu un 'beep' a conferma della fine della diagnostica impostata, ma Edison Tucci non era più lì: stava correndo a perdifiato lungo i corridoi del centro ricerca in direzione dei teletrasporti.



Terra - Accademia Flotta Stellare - Ufficio Ammiraglio Evelin Lennox - 20 Novembre 2395 ore 14:00


Trafelato era arrivato davanti alla porta dell'ufficio dell'ammiraglio Lennox un minuto prima del suo appuntamento. Era sudato, scapigliato e in disordine *Ottima presentazione* pensò tra se. L'assistente della Lennox attese che il giovane riprendesse fiato e si sistemasse al meglio delle possibilità.
"Tenente Tucci" disse il boliano "Quando è pronto l'ammiraglio può riceverla, è pronto?"
L'agitazione lo stava per raggiungere, ma inspirò ed espirò un paio di volte, ripetendo mentalmente un piccolo mantra che Basta gli aveva insegnato, e l'agitazione iniziò a placarsi fino a quando nella sua mente visualizzò le sponde di un lago le cui acque erano perfettamente piatte.

"Sì, sono pronto andiamo".
Al neo tenente Edison Ray Tucci bastarono meno di due minuti per firmare, davanti all'ammiraglio Evelin Lennox, l'accettazione della nuova assegnazione sulla USS Hope NCC 25122-A.
Quando l'uomo lasciò il suo ufficio, Evelin sorrise guardando il PADD firmato e la scheda di Tucci che aveva richiamato sul su terminale *Bhe a quanto pare qualcuno ha fatto progressi, dovremo tenerlo d'occhio ma quel ragazzo è promettente* poi aprì l'agenda elettronica *Ora a chi tocca?* pensò mentre scorreva l'elenco dell'equipaggio della nuova Hope.


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06.10 - O tutti o nessuno

Autore: Guardiamarina Ferris Bueller

Marte - USS Hope NCC 25122-A - 20 Novembre 2395 ore 04:12


Non era stato difficile per lui arrivare a bordo della nuova Hope, dopotutto era stato assegnato proprio li.
Il personale del turno di notte, che si occupava di terminare una serie di controlli prima del varo, era stato accondiscendente e un vecchio Tenente, capo del gruppo di ingegneri, aveva acconsentito in modo burbero ad accompagnarlo in plancia.
Ferris non si era seduto sulla poltrona di comando, aveva preferito sedersi a terra appoggiandosi alle sbarre di ferro che circondavano le poltrone e ne delimitavano l'accesso.

La pallina di gomma compì un nuovo arco e rimbalzò contro il sostegno delle poltrone, tornado poi obbediente nelle sue mani.
Erano ore che quella pallina rimbalzava e tornava nelle sue mani, come se avesse vita propria e lui si limitava a fissare in silenzio la poltrona di comando.
Ma dentro di se Ferris era un tumulto di emozioni e di pensieri. E in quella tempesta, i volti dei suoi compagni nei cinque mesi passati, si susseguivano incessanti.

Edison Ray Tucci... lo strano, divertente e folle Tucci.
Nonostante lui stesso non fosse uno stupido, non riusciva mai a capire nessuna delle sue intuizioni o dei suoi ragionamenti. Certo doveva essere spinto in una direzione e adeguatamente seguito, ma era indubbio che fosse uno degli scienziati più dotati della federazione.
Tremava al solo pensarlo perso nei meandri di qualche enorme nave spaziale a pulire ampolle o catalogare dati. Da solo non ne sarebbe mai uscito, troppo perso dal suo mondo per uscire dalla massa di collaboratori, alcuni anche inutili, che orbitavano attorno al capo ufficiale scientifico di una nave stellare.
Tucci sarebbe appassito senza la Hope e nessuno ne avrebbe, molto probabilmente, più sentito parlare.

Melanne Graahn... una delle molte luci che avevano illuminato il suo mondo nei cinque mesi passati.
Non aveva legato molto con lei. La sentiva distante, timida... come un fiore che non è certo di voler sbocciare. Nonostante questo la sua fiducia in quella splendida e capace dottoressa non aveva mai vaccillato un momento. Tutti i dubbi che lei pareva avere su di se, non lo avevano mai impensierito, perchè sapeva che quella giovane avrebbe fatto il suo dovere nonostente tutto.
E nonostante la sua proverbiale insicurezza, lei era forse l'unica che poteva mostrare le sue capacità anche nella massa. Dopotutto la medicina era un mestiere nel quale era facile tenere il punteggio... vinci finché tieni gli altri vivi.

Caytlin... capelli rossi come il fuoco, occhi grigi come il duranio.
La prima volta che l'aveva vista aveva notato solo il suo bel faccino e il fisico da urlo. La prima volta che ci aveva parlato aveva notato la sua simpatia e la sua intelligenza. La prima volta che aveva avuto bisogno dei suoi consigli aveva notato quanto fosse saggia per essere così giovane.
Si dice comunemente che nessuno è perfetto... lui ne era la prova vivente dopotutto. Tutti a bordo della Hope ne erano la prova. Eppure doveva ammettere che la bella risiana era forse la persona più vicina a tale perfezione... forse non la conosceva abbastanza, ma sicuramente era una persona rara e indispensabile a bordo della nuova Hope.

James Doohan... l'uomo che in silenzio aveva tenuto insieme la nave senza mai un lamento, senza mai una discussione. Anche lui, come Tucci, avrebbe avuto problemi a uscire dalla folla dato che sembrava un tipo molto introverso. Certo, tutti cambiano nel corso del tempo e alcuni hanno la fortuna di trovare un'ala protettrice sotto la quale mostrare le sue capacità. Poteva andargli bene su qualsiasi nave, ma poteva andargli molto male e restare un semplice meccanico a vita come quel burbero tenente che lo aveva accompagnato in plancia. James era uno di quelli, insieme a Tucci, che aveva bisogno della nuova Hope e delle sue infinite possibilità.

Paulo Rodriguez... Ferris lo riteneva uno dei punti di forza della Hope. Qualcosa che nessuna altra nave della Flotta aveva: un baro, un farabutto, un ladro, un bugiardo... eppure con un cuore enorme. Probabilmente avrebbe avuto un futuro in qualsiasi nave della Federazione. Almeno per un po'... poi sarebbe stato arrestato e processato dalla corte marziale. Paulo aveva bisogno di un capitano che sfruttasse al meglio le sue capacità e chiudesse un occhio sulle sue tante marachelle.

Lon Basta... l'ombra della dottoressa Graahn. Altro personaggio importante per la nave. Cupo, introverso eppure estremamente competente. Da quando Lon l'aveva preso a pugni durante un test, Ferris aveva visto in lui un animo forte e una persona di cui fidarsi. Non era stata un pugno dettato dalla rabbia, ma dovuto alla necessità e al desiderio di mettere al sicuro un suo collega. Certo poi c'era stato quell'episodio con Rest, ma andiamo... chi sulla Hope non avrebbe preso a pugni quel vulcaniano borioso?

Catalunya Jones... la sua amica, la sua valvola di sfogo. Nonostante fosse testarda e propensa, come lui, a cercare guai ovunque, si erano ripromessi di guardarsi le spalle a vicenda e darsi l'alt quando uno dei due avesse rischiato di andare fuori di testa. Certo il ruolo del timoniere poteva essere preso da chiunque. Erano moltissimi a sapere pilotare una nave stellare, anche se Luna rimaneva il miglior pilota che avesse mai visto, ma lei non era un semplice pilota. Era una roccia alla quale lui stesso si appoggiava nei momenti difficili. Era convinto che un giorno sarebbe stata un ottimo capitano e come Rodriguez aveva la necessità di qualcuno che le coprisse le spalle finchè quel momento non fosse arrivato.

Rest figlio di Retok...
Bueller si mosse a disagio sul pavimento della plancia e lanciò di nuovo la pallina.
Rest figlio di Retok... inutile girarci attorno. Era un vulcaniano e come tale una spina nel fianco. In più, come molti della sua razza, era egocentrico e trattava tutti con sufficienza ritenendo la razza vulcaniana l'unica razza che avesse il diritto di navigare nello spazio. Considerava il 90% degli uomini della Hope delle scimmie senza peli che tentano di fare cose che non sono in grado di fare... come avrebbe detto Quoo.
Il problema era che molto probabilmente aveva ragione. Era solo grazie a lui che la Hope si era salvata durante lo scontro con i romulani e solo per questo Ferris si sentiva in debito con lui. Il problema era che questa sua mancanza di rispetto verso i suoi stessi compagni potevano 'sfasciare' i legami necessari a compiere le missioni della nuova Hope. Eppure nonostante quel Rest lo facesse imbestialire, lo riteneva assolutamente necessario per il bene della nave.

Xyr del Clan Clos...
E qui veniva il dilemma. Lei era geniale, preparata e altamente professionale. Il problema era che tutte le sue notevoli capacità venivano fagocitate da tonnellate di regolamenti, codicilli e postille. Non aveva idea come non riuscisse a rimanere bloccata delle ore mentre vagliava tutte le possibili regole della flotta. Che magnifico Capitano potrebbe essere se pensasse anche un po' con il cuore! Se i suoi complimenti ad un membro dell'equipaggio fossero anche dettati dalla simpatia e non semplicemente dal fatto che indossa la divisa con la giusta piega. Se non fosse per la sua bellissima pelle azzurra sarebbe indistinguibile da un vulcaniano. Eppure, nonostante le tonnellate di rapporti che aveva fatto su di lui, soprattutto contro di lui, non riusciva ad immaginarsi sulla nuova Hope senza di lei. Certo sarebbe potuta andare su qualsiasi nave della flotta, ma come gli altri avrebbe iniziato dallo scalino più basso della gerarchia... il che probabilmente l'avrebbe distrutta.
Come la missione con la USS Ammard aveva dimostrato, su ogni nave gli ufficiali erano capaci di capire quando il regolamento doveva essere applicato e quando si poteva aggirarlo. Ovunque fosse andata, Xyr avrebbe fatto applicare i regolamenti alla lettera e questo l'avrebbe resa impopolare fra i colleghi, probabilmente rallentandone la carriera. Caspita persino lui avrebbe voluto lanciarla nello spazio un paio di volte!

Infine Ferris Bueller...
Si sarebbe definito un buon Capitano, per lo meno decente... almeno fino all'ultima missione e la morte del cadetto Xhe'lev. Quando si era accorto di non aver la più pallida idea di chi fosse si era sentito davvero male.
Poteva elencare tutti i nomi del personale femminile della Hope e, per alcune, anche le misure. Ma non riusciva a ricordare il volto di un ragazzo che era sotto il suo comando. Questo l'aveva distrutto nonostante mantenesse questa sua aria canzonatoria davanti agli altri. Anche se Caytlin aveva iniziato a lanciargli delle occhiate sospettose.
Al ritorno sulla terra, subito dopo l'ultima missione, aveva fatto espressamente richiesta all'ammiraglio Lennox di andare a parlare lui stesso con la famiglia del giovane. Era rimasto con la madre del ragazzo tutto il giorno, aveva parlato con i suoi fratelli e giocato con la sorellina più piccola finchè distrutto non era tornato a casa e si era sfogato prendendo a pugni un sacco fino a cadere a terra sfinito dalla fatica.

Non era per nulla facile fare quel lavoro... si disse lanciando di nuovo la pallina che per una volta rimbalzò male e si perse fra le consolle in plancia.



Terra - Alloggi dell'Accademia della Flotta Stellare - 20 Novembre 2395 ore 17:00


=^=Egregio Ammiraglio, le invio la risposta alla sua richiesta direttamente via mail così che possa annullare il nostro appuntamento delle 18:00 e usare quel tempo per altri impegni.
Sono le cinque del mattino, e nonostante la notte in bianco e l'euforia della giornata mi sento profondamente sicuro della mia decisione e quindi mi sembrava inutile farle perdere del tempo prezioso.

Sono dolente di comunicarle che rifiuto l'incarico.

Le mie motivazioni sono semplici. Ritengo che il progetto Hope sia importantissimo per molti dei cadetti, ora ufficiali, che vi hanno partecipato. Molti di loro potrebbero non avere speranze se lasciati in balia della vita su altre navi, altri eccellerebbero anche se gettati in un frullatore.
Ed è proprio la necessità della Hope, per alcuni di loro, che mi costringe a non accettare l'incarico. So bene che alcuni validi, ma soprattutto indispensabili, membri dello staff fra gli ufficiali superiori non accetterebbero di continuare a lavorare con me come Capitano, ma loro sono insostituibili... io no.
Il Capitano Strauss potrà prendere realmente il comando senza doversi addossare l'ingrato compito di farmi da babysitter e il Tenente Xyr potrà crescere, come Primo Ufficiale, oltre le sue già notevoli capacità, se guidata da un ufficiale di cotale esperienza. Così come il Signor Xyr anche il Signor Rest sarà necessario alla nave, la prego di far appello alla sua logica e convincerlo che le sue capacità saranno necessarie negli anni a venire per dare supporto al Primo Ufficiale della Hope.
Sono sicuro che il suo rispetto nei confronti del Tenente Xyr, lo spingeranno a prendere di nuovo in esame l'assegnazione (che sicuramente avrà declinato).
Faccia in modo che nessuno di loro rifiuti l'incarico... so che non ho diritto a chiederglielo. Solo Dio e Xyr sannò quanti guai le ho combinato in cinque mesi, ma sono certo che lei capisca quello che sto dicendo... bla bla bla firmato Ferris Bueller.=^=

L'Ammiraglio Lennox guardò Xyr attraverso il monitor ma non le dette il tempo di pensare.

=^=Adesso capisce Signor Xyr perchè ho scelto Bueller come ufficiale in comando?=^= fu la lapidaria domanda della donna.

"Perchè lui ha pensato prima di tutto ai membri dell'equipaggio..." leggere la lettera di Bueller l'aveva fatta sentire inadeguata. Lei stessa aveva consegnato all'Ammiraglio una serie di miglioramenti da apportare per rendere l'equipaggio della Hope ancora più efficiente, però non si era preoccupata di pensare a cosa sarebbe successo una volta partiti.
Era così certa che Bueller avrebbe accettato l'incarico che non si era preoccupata del dopo... sapeva che tanto c'era lui. Il che le dava molto su cui ponderare: voleva dire che non le importava di loro o che nonostante tutto si fidava di Bueller?
Represse un brivido di terrore riguardo l'ultima eventualità e lanciò un'occhiata al Consigliere Caytlin che la osservava con un sorriso dall'ufficio dell'Ammiraglio Lennox.

Per un attimo le era venuto voglia di salire di un piano e sfondare la porta della camera di quell'umano fastidioso che si era permesso di... di cosa? Di sacrificarsi per tutti loro?
Più di una volta Bueller si era preso l'impegnio di prendersi la colpa di qualsiasi scelta fatta a bordo della Hope. Certo da regolamento era lui il responsabile, ma il rispettare un regolamento non lo metteva al sicuro dagli errori umani. Eppure lui aveva accettato questo dovere senza battere ciglio... senza preoccuparsi delle macchie sul suo curriculum.
A differenza sua che lo voleva perfetto e lindo.
Conosceva le tare di ogni membro della Hope come le conosceva Bueller e come lui sapeva che, alcuni di loro, non ce l'avrebbero fatta. Non perchè incapaci, ma perchè non in grado di adeguarsi allo standard. Sapeva che molti di loro avrebbero avuto una carriera folgorante se solo avessero avuto degli ufficiali adatti. Ma come Buller aveva detto, solo loro erano in grado di capirli, altri li avrebbero semplicemente relegati a mansioni più semplici e li avrebbero lasciati li.
Era il dovere del Capitano e del Primo Ufficiale, prendersi cura del proprio equipaggio fino ad un nuovo incarico e tecnicamente lei non aveva ricevuto nessun nuovo incarico ancora. In definitiva lei aveva fallito proprio dove riteneva di essere più preparata, in quei regolamenti che tanto amava. E Bueller aveva dimostrato di essere quello che ogni Capitano doveva essere.

Xyr abbassò il capo guardandosi le mani affusolate.

=^=Tenente, le ripropongo la richiesta come formulata dal suo precedente Capitano. E lo faccio solo perchè ritengo che le parole del Signor Bueller siano veritiere e che l'equipaggio della Hope abbia necessità di continuare quella strada insieme:
è disposta a prendere il comando come Primo Ufficiale della Hope sotto il diretto comando del Capitano Strauss?=^=

Xyr sospirò e continuò a guardarsi le mani ancora per qualche secondo poi alzò gli occhi per guardare l'Ammiraglio Lennox.

"Signor no, signora..." disse dopo un paio di tentativi andati a vuoto.

=^=Mi ha deluso Tenente...=^= mormorò con durezza l'Ammiraglio.

"Mi rifiuto di imbarcarmi sulla Hope senza il Tenente Bueller... come ha detto lui: o tutti o nessuno, Ammiraglio." disse infine dopo un sospiro finale pieno di frustrazione. Oltre lo schermo, sulla bocca di Caytlin, si dipinse un sorriso.

=^=Signor Xyr ritengo che lei abbia fatto la scelta migliore sia come ufficiale che come persona... adesso vada a far cambiare idea a quel testone di un Vulcaniano, so che a lei darà retta e questo è un ordine!=^=

"E il Signor Bueller?"

=^=Tranquilla, ho mandato il Tenente Jones a recuperare quell'idiota di Bueller in qualsiasi buco si sia infilato per commiserarsi o per dirsi quanto è stato eroico... o forse entrambe le cose. Lei ha l'ordine di farlo rinsavire a colpi di bat'leth se necessario. Le assicuro che avrà il suo Capitano a bordo quando salperete... magari lui avrà bisogno della dottoressa Graahn, ma cambierà sicuramente idea! Si muova!=^=

Xyr si alzò di scatto e sparì dalla sua stanza diretta verso gli alloggi di Rest, senza vedere il sorriso dell'Ammiraglio Lennox mentre chiudeva il contatto.


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FINE MISSIONE