L'albero dell'infinito










DS16GAMMA

presenta


DS16GAMMA

L'albero dell'infinito

Missione 12






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della DS16GAMMA,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della DS16GAMMA, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2021



www.starfleetitaly.it | DS16GAMMA








Equipaggio

Ambasciatore Romulano Ambasciatore Romulano Lamak K'Jad D'Kran

Ambasciatore Vulcaniano Ambasciatore Federale T'Lani

Capitano Capitano Sherja T'Jael Spini

Capo SEC/TAC Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Consigliere Tenente Shanja Xar

Ambasciatore Romulano
Lamak K'Jad D'Kran
Ambasciatore Romulano

Ambasciatore Federale
T'Lani
Ambasciatore Vulcaniano

Capitano
Sherja T'Jael Spini
Capitano

Tenente Comandante
Alessandro Riccardi
Capo SEC/TAC

Tenente
Shanja Xar
Consigliere

Ingegnere Capo Tenente Comandante Shivhek

Ufficiale Medico Capo Tenente Comandante Dal-amar Sonx

Ufficiale Scientifico Capo Tenente Comandante Khish Chelak

Tenente Comandante
Shivhek
Ingegnere Capo

Tenente Comandante
Dal-amar Sonx
Ufficiale Medico Capo

Tenente Comandante
Khish Chelak
Ufficiale Scientifico Capo


DS16GAMMA

Autori

Ambasciatore Romulano
Lamak K'Jad D'Kran
Enrico Malavasi

Ambasciatore Vulcaniano
T'Lani
Elena Fuccelli

Capitano
Sherja T'Jael Spini
Martina Tognon

Capo SEC/TAC
Alessandro Riccardi
Fabio Manuello

Consigliere
Shanja Xar
Sara Rinaldo

Ingegnere Capo
Shivhek
Travis Rex

Ufficiale Medico Capo
Dal-amar Sonx
Ermes Cellot

Ufficiale Scientifico Capo
Khish Chelak
Emanuele Oriano






Sommario


Sinossi
12.00 - Corrotti dal potere
12.01 - l'albero
12.02 - Messaggi nell'etere
12.03 - Reprise
12.04 - Sulle tracce degli scomparsi
12.05 - Fortunata ignoranza
12.06 - Andiamo avanti!
12.07 - Cavallo di troia
12.08 - A bordo
12.09 - Giocando con il fuoco...
12.10 - Voglio tornare!
12.11 - Destini!

Sinossi

Un pianeta lontano ed una piccola spedizione di scienziati che i rispettivi mondi considerano indesiderati...sarebbe tutto normale se non fosse per quelle antiche tecnologie...



12.00 - Corrotti dal potere

Autore: Tenente Comandante Shivhek

Quadrante Gamma - Sistema Terethus 5 marzo 2391 ore 07.30

La Fearless aveva da poco lasciato il molo d'attracco . Il comandante Auloh era seduta sulla poltrona a fianco al navigatore guardando stancamente lo spazio esterno proiettato sullo schermo frontale.
"Dovremmo essere a destinazione tra meno un'ora, comandante" disse con solerzia il tenente JG Fish, un ragazzone umano con un forte accento del Kentucky, troppo cresciuto per la sua giovane età e con lo sguardo un po' sperduto, tipico dei novellini usciti da poco dall'accademia.
"Bene" grugnì la klingon, assumendo una posizione sghemba sulla poltrona a fianco del timoniere.
Auloh sorniona osservò il giovane umano armeggiare sulla consolle comandi. La solerzia dell'uomo strideva con la apparente inerzia della klingon. La donna dentro di sé rimuginò sul beffardo destino che le era capitato.
Quando le proposero il posto da secondo su DS 16, accettò con entusiasmo, illusa in cuor suo che la fortuna una volta tanto le avesse arriso, visto il prestigio di cui godeva quella base. E questo non solo per le persone di alto profilo che vi erano di stanza, ma soprattutto per la fama che si era conquistata col tempo....insomma un posto di confine, dove si giocava una partita tanto complessa quanto foriera di gloria. Il posto ideale per esaltare l'indomito spirito che animava ogni guerriero klingon.
A dire il vero, a parte il recente passato scontro con il Branco, Auloh stava morendo di noia e si sentiva come un targh in gabbia, messo all'ingrasso per festeggiare la ricorrenza della vittoria di Khaless, contro Molor.
.
*Ma tu guarda cosa mi sono ridotta a fare. Una semplice missione di ricognizione, accompagnata da un ragazzino umano la cui bocca puzza ancora di latte, da un ingegnere vulcaniano, freddo come la lama di un menketh sepolto sotto i ghiacciai di K'toq e da un medico denobulano, preoccupato solo del fatto che verrà a fargli visita la sua terza moglie ...... E per fare cosa? Il controllo periodico obbligatorio di una spedizione archeologica su Terethus IV.*
Auloh si sollevo di scatto, come animata da una molla a lungo compressa sotto la sua poltrona e facendo sobbalzare il timoniere.
"...Signore - disse timidamente Fish - problemi? "
"No Fish, visto che siamo per arrivare a destinazione, vado a controllare i nostri amici nella stanza a fianco. Le affido la plancia."
"Signorsì" rispose automaticamente l'uomo che comunque aveva notato il nervosismo di Auloh, .
Era infatti la terza volta in due ore che la donna era andata a vedere cosa combinassero "là dietro" i suoi e Fish sembrò maturare la convinzione che Auloh fosse fin troppo nervosa per quella che aveva ritenuto una missione di routine.....

*Chissà....forse è una missione delicata....o meglio....segreta. Sì, segreta - gli occhi di Fish per un attimo si illuminarono di un lampo di sorpresa - così segreta che per passare inosservata siamo partiti quasi in sordina . *
Fish, solo al posto di comando iniziò a fantasticare, non avvedendosi del segnale acustico proveniente dalla consolle.
Fu in quel momento che dalla stanza a fianco sbucò l'ingegnere capo Shivhek.
"Signor Fish, secondo lei cos'è quel rumore insistente?"
"Ehm....signore.... io.....- balbettò l'uomo cercando la causa del rumore
"Glielo dico io tenente JG Fish. E' un allarme di prossimità corpi estranei, collegato ai sensori a corto raggio sulla prua. - Il viso imperturbabile del vulcaniano fissava l'umano - Questo dispositivo ci segnala che un corpo si sta avvicinando a noi.....oppure...."
L'uomo farfugliò qualcosa di incomprensibile mentre lo sguardo di Shivhek lo aveva quasi inchiodato alla poltrona, rendendolo incapace di fare qualsiasi cosa sembrasse avere senso.
"Oppure i sensori ci segnalano che ci stiamo avvicinando pericolosamente alla luna di Terethus IV"
"S...sì comandante" rispose l'umano che stava riprendendo coraggio.
"E sarebbe opportuno che lei correggesse la rotta, compensando la spinta inerziale"
"S...sì comandante..." balbettò Fish .
"Evitando possibilmente di indirizzare il vettore spostamento in direzione del punto lagrangiano tra il pianeta e la sua luna....- Aggiunse Shivhek - E sapendo di dover stazionare tra il pianeta e la sua luna, cosa dovrebbe impostare sul timone?"
L'umano diventò paonazzo in volto mentre Auloh rientrata da poco in plancia chiese in tono asciutto: "Situazione".

Shivhek, in quell'occasione secondo in comando, iniziò a ragguagliare il primo ufficiale.


"Capitano stiamo captando un segnale di soccorso " li interruppe il tenente Xar alla postazione delle comunicazioni.
"Origine e mittente"
Shanja esitò ed Auloh fece un cenno a Shivhek che senza battere ciglio armeggiò sulla consolle a fianco a quella del consigliere.
"Messaggio con credenziali federali.- rispose il vulcaniano - Provenienza: luna di Teretus IV. E' una richiesta automatica di soccorso, tipica delle boe di emergenza "
Shanja indirizzò un'occhiata in tralice al vulcaniano
"Problemi, tenente Xar?" chiese il vulcaniano
"Affatto, tenente comandante Shivhek! " rispose stizzita la trill.
"Andiamo a vedere" ruggì la klingon.


Flashback - DS 16 Gamma - 15 febbraio 2390 - Sala riunioni, tarda mattinata.

"........ Ed è con soddisfazione che salutiamo l'inizio di un nuovo corso, una nuova era di collaborazione tra gli scienziati federali, romulani e cardassiani, finalmente uniti nel perseguire quei risultati sicuramente forieri di quelle conquiste del sapere che arricchiranno in egual misura i nostri popoli."

Quasi non riuscì a terminare la frase che tutti i presenti applaudirono il professor Galen, probiviro e consigliere anziano del Daystrom Institute.

T'Lani, K'ooD, Lamak e Sherja sollevarono i calici verso il professor Galen, affiancato dai quattro scienziati, Yelath uno xenobiologo andoriano in passato molto osteggiato per la sua teoria dell'unicità delle specie senzienti l'archeologo romulano Merth noto per l'elaborazione di un rivoluzionario metodo di datazione e classificazione dei reperti, sospettato anche se mai dimostrato di aver appoggiato il golpe di Shinzon per ultimo ma non per importanza, il fisico cardassiano Resath, personaggio che in passato godeva di dubbia fama in quanto supposto creatore di armi sperimentali durante la guerra del Dominio, ora dedito allo studio della fisica del subspazio.

"Abbiamo il fior fiore dell'intellighenzia umanoide" disse Lamak con una punta di sarcasmo, rivolto ai colleghi mentre, non udito dagli scienziati, sollevava il calice verso di loro con uno dei suoi sorrisi delle grandi occasioni.
"Già - aggiunse K'ooD sebbene non provasse piacere nel dare ragione al suo omologo dal sangue verde - Sembra che siano riusciti a riunire Molor, il colonnello Green e Gul Dukat nella stessa stanza.... e che si facciano beffe di noi."
T'Lani sollevò un sopracciglio mentre allontanava dalle labbra il calice di champagne che aveva appena sfiorato, solo per dare l'impressione di averne bevuto il contenuto.
"Colleghi ambasciatori, questa spedizione è solo un tentativo di esiliare elegantemente dei personaggi scomodi del mondo accademico."
"Certamente Ambasciatrice - intervenne Sherja che iniziava a storcere il naso, infastidita dalle bollicine dello champagne - mi chiedo soltanto come siano riusciti a convincerli a collaborare."
"Capitano - rispose il klingon- da guerriero potrei convenire con lei, ma nella mia seppur breve carriera diplomatica, se paragonata a quella dei miei colleghi qui presenti, ho tratto una significativa lezione: la politica è l'arte di gestire eventi improbabili con tempi estremamente dilatati e tale da creare strani compagni di letto."
T'Lani sollevò un sopracciglio per l'inattesa riflessione del klingon alla quale Lamak rispose un uno sguardo torvo.
"Sarà come dice lei, ambasciatore - intervenne Sherja - in ogni caso questa spedizione scientifica è patrocinata dal Daystrom Institute ed è condotta in una zona che secondo il trattato di pace con il Dominio, ricade sotto il controllo federale - Sherja accennò a bere un sorso di champagne, non per necessità ma per studiare l'espressione degli ambasciatori - e quindi tutti i controlli medici, logistici e di sicurezza ricadono sotto la mia responsabilità."
"Così potrà sorvegliarli senza suscitare sospetti" ribatté Lamak mentre faceva un cenno in direzione di sua moglie, invitandola ad avvicinarsi.
"Sempre nell'interesse comune, Ambasciatore" rispose il capitano.
"Ovviamente, capitano....Nell'interesse comune." Chiosò Lamak porgendo la mano a Rain mentre indirizzava un sorriso sardonico verso K'ooD.


Sistema Terethus - 5 marzo 2391, ore 7.40


La Fearless si fermò tra il pianeta e la sua luna. Auloh diede l'ordine di scandagliare con i sensori sia il pianeta che la sua luna.

Shanja lavorava alacremente alla triangolazione del segnale, facendo appello a tutte le sue reminiscenze d'Accademia, sebbene quello non fosse realmente il suo lavoro. Non voleva assolutamente darla vinta a quell'irritante ed algido vulcaniano che poco prima l'aveva messa in cattiva luce davanti ad Auloh.
"Capitano - disse il consigliere - il segnale è quello di una boa di salvataggio, ma i sensori non rilevano la presenza fisica del dispositivo. Inoltre il segnale rimbalza da vari punti disseminati sia sul pianeta che sul satellite, con intensità sempre diverse. Sembra una pallina da squash impazzita".

Auloh guardò Shivhek che fece un cenno di assenso.

" Signor Fish, ci porti in posizione per scendere sul campo base, poi continuate le ricerche del segnale assieme al Signor Xar. Signor Xar chiami il campo base e riferisca che saremo da loro tra 10 minuti. Signor Fish le affido la plancia. In mia assenza mi manderà un rapporto ogni 30 minuti. Signor Shivhek, Signor Dal, voi scenderete con me sul pianeta. Equipaggiamento standard."

Auloh, seguita dal medico e dall'ingegnere si diressero verso la sala teletrasporto.


Teretus IV - Campo base di ricerca. Ore 8.00


L'aria era fredda e pungente ed il pallido sole sorto da poco più di un'ora non sembrava potesse contribuire ad migliorare la temperatura. Yelath si avvicinò all'uomo che si era materializzato sul piazzale del campo base, salutandolo con il palmo della mano rivolto verso l'ufficiale federale.

"Benvenuto a Campo Base, dottor Dal, giusto?...Mi pare di ricordare che lei sia Dal, od ho sbagliato? Ci siamo conosciuti su DS 16 Gamma circa un anno fa, ricorda? A dire il vero, non aspettavamo nessuno, se non tra una settimana.....ma è venuto solo? "

Dal si guardò intorno e non trovò i suoi due compagni di spedizione.

" Sì, sono Dal, ufficiale medico capo di DS16....mi scusi un momento"

=^= Dal a Fearless =^=
=^= Qui...Fe....§#@ ss .....%&? Xar.....=^=

=^= Fearless, mi sentite? =^=
=^= Qui...Fe....§#@ ss .....%&? Xar.....=^=

Dal tenne istintivamente premuto con forza il suo commbadge, come se la pressione potesse migliorare la ricezione

=^= Dal a Fearless... Fearless, mi sentite? =^=
=^= Qui...Fe....§#@ ss .....%&? Xar.....=^=


"Posso aiutarla, dottore?"
"Magari! Vorrei sapere che fine abbiano fatto i miei compagni e perché le comunicazioni sono così disturbate"

"Vuole dire che c'erano altre persone con lei?"

Dal per un attimo ebbe il sospetto che Yelath fosse uno stupido che vive in un mondo tutto suo, ma ciò non corrispondeva di certo al profilo psicologico che aveva letto nelle cartelle che il consigliere di bordo aveva redatto come da regolamento, per tutto il personale civile delle missioni scientifiche.
Sebbene trovasse istintivamente antipatico l'andoriano, il denobulano fece appello a tutta la sua diplomazia,.
"Professor Yelath, sicuramente una missione di controllo non prevede un solo ufficiale."

"Oh sì, ha ragione. Deve scusarmi ma io sono un uomo di scienza e non un militare - le antenne di Yelath sembravano muoversi a scatti, come a tradire una sorta di disagio- però pensavo che avessero mandato solo lei per verificare agenti patogeni o malattie negli uomini della nostra spedizione. Poi sarebbero scesi gli altri, in assenza di pericoli medici - Yelath fissò intensamente il medico mentre le sue antenne ora erano quasi immobili tese verso il federale - ma evidentemente non è così....."

"Già - rispose stizzito Dal - Professore, posso usare la vostra radio?"
L'andoriano fece cenno di seguirlo verso i baraccamenti del campo base, ricavati dai container spediti con l'attrezzatura scientifica. "Oh certo, si accomodi pure, ma abbiamo scoperto che spesso le onde radio e le armoniche subspaziali rimbalzano sull'atmosfera e non riusciamo a capirne il motivo ...."

"Allora, come siete riusciti a mandare i rapporti a DS 16?"
"Come le dicevo, dottore, spesso la radio non funziona per poi tornare a funzionare di colpo. Nei periodi di funzionamento riusciamo a spedire i rapporti. Sinceramente non siamo riusciti a capire i motivi di queste disfunzioni, visto che il dispositivo ci sembra in perfetto ordine. A dire il vero - l'andoriano aprì la porta del container/abitazione per far entrare Dal - speravamo che venisse con lei anche un ingegnere, per capire se il malfunzionamento dipenda da qualche altro motivo.."
L'andoriano si avvicinò al replicatore da campo ed ordinò un raktajino. Poi si voltò verso il denobulano e disse :" Gradisce qualcosa, dottore?"

"No grazie. Vedrò di capirci qualcosa" ed iniziò ad armeggiare sulla radio.


Da qualche parte, sempre su Terethus IV


Auloh e Shivhek si ritrovarono in piedi, legati a due pali con le mani dietro la schiena.
L'ambiente era freddo ed in penombra.

"Shivhek, mi sente?" chiese Auloh

"Sì comandante. Non nego che la situazione sia strana. Ancora non sappiamo chi siano i nostri carcerieri e siamo ovviamente privi dei nostri commbadge e dell'attrezzatura"

"Da quanto siamo qui ?"

"Da 32 minuti e 15 secondi" disse il vulcaniano in modo poco interessato, come se la sua attenzione fosse focalizzata verso qualcos'altro.

"Dobbiamo liberarci, fuggire e capire cosa stia succedendo qui"
"Ogni mio sforzo, mentre lei era svenuta, comandante, è stato vano....."
"Io NON ero svenuta - sibilò la klingon intenta a divincolarsi dalle costrizioni - mi avranno preso a tradimento e tramortita."
"Certo, Comandante....mi scusi ma questi simboli......"
"In questa situazione, Lei pensa ai simboli?? Che diavolo di guerriero è??"
Mentre Auloh si sforzava senza successo, entrarono due figure umanoidi incappucciate e vestite con due tuniche viola sulle quali erano ricamati in oro simboli simili a quelli della stanza.

"Benvenuti su Terethus IV, signori."

"Benvenuti? - ruggì Auloh - perché ci avete imprigionati? Cosa volete da noi, dannati ptak?"

Uno dei due figuri si avvicinò alla donna e le mollò un sonoro ceffone, da farle piegare in capo di lato.
Auloh non emise nessun suono, sputò per terra e tornò a guardare la figura che l'aveva schiaffeggiata. "Spero per te che fosse un'avance sessuale - mostrando i denti acuminati verso il suo antagonista - altrimenti, non appena mi libererò ti strapperò il cuore con le mie mani, anche se sarà l'ultima cosa che farò nella mia vita"

Lei non è il mio tipo, comandante Auloh. Voi Klingon siete ancora troppo barbari....ed aggiungo senza speranza di migliorare dalla vostra condizione che vi rende più simili alle bestie che ad esseri senzienti. Siete un virus....e noi ora abbiamo i mezzi per liberare la galassia da questo immondo virus che è l'impero klingon."

Auloh rispose con una serie di irripetibili imprecazioni nella sua lingua.

"Sbraiti quanto vuole, comandante - intervenne il secondo che fino a quel momento era stato in silenzio e a pochi passi dietro al suo compagno - per ora ci interessa di più l'ingegnere vulcaniano. Abbiamo del lavoro per lei, Shivhek. Noi la libereremo, ma prima le metteremo questo collare."

L'umanoide si avvicinò e appose al collo di Shivhek una fascia iridescente che si saldò intorno al collo del vulcaniano quasi per magia e senza lasciare tracce di saldature o chiusure.

"Questo è il collare dell'obbedienza. Se non rispetta un nostro ordine o ci aggredisce, lei patirà atroci sofferenze. Le chiederemo di analizzare alcune cose per noi. Se qualcosa non funzionerà come noi desideriamo, lei verrà punito".

"Cosa dovrei fare di preciso?"

" Bene . Questo è il comportamento che mi aspetto da lei. Collaborazione e non resistenza. In ogni caso, lo saprà a tempo debito. Per ora, tanto per farle capire che con noi non si scherza, le mostrerò cosa si provi con la punizione a minima intensità"

L'umanoide toccò un bracciale identico al materiale del collare sul sui polso destro e Shivhek iniziò a tremare come se fosse stato attraversato da una scossa elettrica.

" L'esempio insegna le cose. - Un suono simile ad un cicalino li interruppe. I due figuri si girarono e si diressero verso l'uscita - Torniamo subito, non andate via, mi raccomando." Ed uno dei due scoppiò in una risata soffocata dal cappuccio.




"Come si sente Shivhek?" chiese Auloh.
"Un esperienza che non auguro a nessuno, comandante."
"Per Khaless! Le ho chiesto come si sente, non se auguri l'esperienza ad altri. Bah.... cosa pensa che ci sia sotto, Shivhek?"
" E' evidente che hanno bisogno di un ingegnere, forse per far funzionare qualcosa qui dentro di cui non capiscono l'impiego. E' logico per ora assecondarli, così potrò capire meglio come disattivare questo collare, liberarla e far ritorno alla Fearless."

"Già....la Fearless. Dal....chissà che fine avrà fatto. A dire il vero, se è passata mezz'ora e non riuscendo a contattarci, la Fearless inizierà a ricercarci. Così anche Dal se non è stato fatto prigioniero. Ci troveranno e ci libereranno" ghignò con soddisfazione Auloh.

"Le probabilità a nostro favore sono veramente poche, nell'ordine del...."
"SHIVHEK! Per ora non m'interessa il suo calcolo delle probabilità. Vediamo di salvare la pelle e di ripagare quei ptak con la stessa moneta che hanno usato con noi!"

"E' quello che sto cercando di fare, comandante. Ognuno ha i propri metodi. - rispose l'imperturbabile ingegnere - E da quello che vedo...."

"Cosa?...... "

"Questo posto, questi simboli, vorrei sbagliarmi comandante....

"Parli, per la spada di Khaless!"

"Potremmo essere dentro un avamposto iconiano."





Nella stanza a fianco, intanto


=%= Merth, Resath com'è andata? =%=

=%= Carico arrivato e sistemato. Invece tu, Yelath? =%=

=%= Ho ricevuto anch'io.....non capiscono i motivi del blocco delle comunicazioni - l'andoriano sogghignò- ho detto che eravate fuori per rilievi, ma sarebbe il caso che fra un po' vi faceste vedere al campo base.....=%=

=%= Sì ma non possiamo lasciare solo il "carico"....verremo uno alla volta, dandoci il cambio. Almeno uno di noi deve sorvegliare il "carico" =%=

=%= Certo....basterà dire che siamo impegnati in scavi e rilievi su tre diverse zone. Il dottore è un sempliciotto....vedrete che ce la faremo. Chiudo. =%=


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12.01 - l'albero

Autore: Tenente Comandante Dal-amar Sonx

Teretus IV - Campo base di ricerca - Ore 08.20


Dal-amar si era messo ad osservare la trasmittente in dotazione al campo dei
ricercatori, *sono un medico non un ingegnere * , pensò mentre studiava dove
mettere le mani sullo strumento che aveva di fronte.
*Se mio figlio Reix fosse qui capirebbe cosa non va in questa radio in cinque,
minuti... ha la passione di sua madre La-ur per la tecnologia*
Il dottore attivò il tricorder standard e lo passò sopra e ai lati del
dispositivo
alcune *beep* e una serie di diagrammi indicarono che la scansione effettuata
era in corso di elaborazione, mentre attendeva si voltò verso l'andoriano.
Yelath con in mano la tazza di raktajino lo stava fissando, Sonx appoggiò il
tricorder e si alzò in piedi: le antenne dell'andoriano iniziarono a muoversi
nuovamente a scatti. "Allora mi dica professore" esordì il denobulano "di cosa
vi occupate qui su Teretus IV? Purtroppo sulla stazione non sono riuscito a
parlarvi come si deve durante il ricevimento..ed è passato più di un anno"
Il ricercatore parve rilassarsi e le sue antenne tornarono a muoversi
normalmente,
l'occhio clinico del dottore non aveva mancato di rilevare quel comportamento
*Sembra nervoso* pensò Sonx *temo che qui ci sia qualcosa che non va... e dove
sono gli altri due scienziati?*
"Bhe" rispose Yelath "la nostra è una spedizione scientifica sponsorizzata
dall'istituto Daystrom, da più di un anno io ed i miei colleghi abbiamo raccolto
informazioni e campioni su questo pianeta, io in qualità xenobiologo,
sono quello
che ha tratto maggiori soddisfazioni da questo soggiorno"
"Davvero? Avete trovato qualche nuova forma di vita?"
"Solo vegetale purtroppo e qualche piccolo mammifero, ma niente di intelligente,
per così dire, ma comunque il tempo è volato..."
"Niente vita intelligente?" lo interruppe il denobulano "eppure ero convinto di
aver letto in uno dei vostri rapporti, di qualche ritrovamento di manufatti.."
Le antenne si mossero di nuovo a scatti "Ahh sì, bhe... non credo che si possano
definire manufatti, non in senso stretto almeno, ma qui vicino in alcune grotte
abbiamo trovato dei resti di quelli che si potrebbero considerare dei graffiti,
purtroppo un mese dopo il ritrovamento a causa delle piogge insistenti
c'è stata una frana che ha completamente sommerso il sito in questione, e non
avevamo i mezzi per rimuoverla" sospirò "temo che non potremo mai verificare
se si trattasse veramente di un 'manufatto'".
Una folata di aria gelida entrò dalla porta del container, una figura ammantata
si stagliò sull'uscio.
"Merth!" salutò l'andoriano "Vieni questo è il dottor Dal"
Il romulano chiuse la porta e abbassò il cappuccio e si avvicinò ai due, Sonx
allungò la mano nel tipico gesto umano di saluto "Veramente il nome completo è
Dal-amar, ma può chiamarmi Sonx" il nuovo venuto non strinse la mano al dottore
e si limitò ad un cenno col capo "Piacere, dottore" poi guardandosi attorno
posò di nuovo lo sguardo sul denobulano "dov'è il resto della sua squadra?E'
venuto da solo?" nulla, che tradisse le sue false preoccupazioni, trasparì dal
suo comportamento.
"Credo ci siano stati dei problemi" disse Sonx "sto ancora cercando di
contattare
la nave in orbita..."
Merth lo interruppe rivolgendosi all'andoriano le cui antenne si
stavano di nuovo
muovendo a scatti da quando il romulano era entrato nella costruzione "Yelath, è
meglio che tu vada al sito 47-I Resath ha bisogno di aiuto, già averlo lasciato
solo per venire fino a qui non rientra nel protocollo di sicurezza, non ci sono
pericoli ma è meglio non correre rischi"
L'andoriano non aspettava altro, posò la tazza con la bevanda replicata, e si
diresse verso la porta "Dottore la saluto ci vediamo più tardi, il dovere mi
chiama" con sorriso nervoso lo xenobiologo uscì.
Alcuni istanti dopo un [beep'> proveniente dal tricorder di Sonx richiamò
l'attenzione del dottore e dell'archeologo, il medico lo raccolse dal tavolo e
diede uno sguardo veloce al display poi chiuse il dispositivo.
"Problemi?" chiese il romulano
"No niente di che, mi dimentico sempre in giro questo aggeggio" Dal-amar batté
un colpo sul tricorder che aveva riappeso alla cintura "E la cosa buffa è che
non lo so nemmeno usare...lo confondo sempre con quello medico!!" indicò
l'analizzatore leggermente più piccolo che portava al fianco sinistro, Merth
non era l'unico bravo a dissimulare le proprie emozioni.



Teretus IV - Da qualche parte - Ore 08.45


Shivhek osservava il dispositivo che aveva di fronte, almeno pensava di avere
a che fare con un dispositivo: un enorme albero simile ad un salice si stagliava
di fronte a lui.
Parte della corteccia e diversi rami avevano innesti di tecnologia, era un po
come osservare un vegetale assimilato dai borg, questo pensiero fece fare un
passo indietro al vulcaniano, non aveva esattamente paura, ma essere cauti era
la scelta più logica.
"Allora che ne pensa?" chiese una voce alle sue spalle.
"Interessante" la secca risposta.
"Credo che per voi vulcaniani la parola 'interessante' sia la più inflazionata"
I rami di fronte all'ingegnere ondeggiarono, alcuni si intrecciarono
formando dei
piccoli canestri, dopo alcuni secondi questi si scioglievano e i rami tornarono
ad ondeggiare.
Guardandosi attorno il vulcaniano riconobbe i simboli che si trovavano sulle
pareti e sul pavimento tutto attorno all'albero "Mi corregga se
sbaglio ma questi
sono inscrizioni Iconiane"
"Finalmente inizia a far lavorare quella sua mente, comunque sì, al
novantacinque per
cento siamo certi che siano iconiani, ma forse una qualche sorta di dialetto o
addirittura un pre-iconiano"
"Siete riusciti a tradurli?"
"Siamo sulla buona strada"
"Allora a cosa vi servo io?"
Resath toccò il proprio bracciale per una frazione di secondo, un
breve ma intenso
dolore percosse l'ufficiale federale fino a farlo inginocchiare "LEI FA TROPPE
DOMANDE!" urlò il cardassiano "comunque" la sua voce si fece improvvisamente
calma e rilassata "vogliamo che lei cerchi di capire come la parte biologica e
la componente tecnologica convivono in questa pianta, e quando sarà il momento
dovrà essere in grado di interagire con esse. Ora... " disse porgendo
un tricorder
scientifico "...si dia da fare, e non provi a fare nulla di poco logico" così
dicendo indicò il bracciale che aveva al polso ed era collegato al collare di
Shivhek.


Teretus IV - Campo base di ricerca - Ore 08.50


Sonx provò di nuovo a contattare la Fearless col proprio comunicatore ma le
trasmissioni erano ancora più disturbate di quando era arrivato, tanto che non
riuscì nemmeno a contattare l'astronave.
"Ma è sempre così?" chiese il dottore
"No va a giornate" rispose Merth "e dai disturbi temo che ci vorranno un paio di
giorni prima che le sia possibile contattare i suoi compagni"
"Giorni?Io speravo in ore sono preoccupato per il resto del nostro team di
sbarco, magari sono rimasti sulla nave o magari sono finiti da qualche parte
sulla superficie"
"Non credo, penso sia più probabile siano ancora a bordo della...."
"Fearless" lo aiutò il denobulano.
"..si della Fearless, se il teletrasporto ha avuto problemi nella trasmissione
sicuramente sarà andato in protezione e non ha completato il trasporto, quindi
con ogni probabilità i suoi compagni sono in orbita e attendono una finestra
per raggiungerla"
Sonx non era molto convinto c'era qualcosa nel comportamento dei suoi ospiti
che non lo rassicurava "Bhe allora tanto vale che iniziamo quello per cui
sono venuto"
"Cioè?"
"Come da protocollo, ad un anno di distanza tutte le spedizioni di ricerca
su pianeti alieni, devono sottoporsi a controlli medici per evitare
contaminazioni
ecc. ecc. Se vuole le faccio avere tutta la documentazione" sorrise
"No, non è necessario di che tipo di esami si tratta?"
"Niente di invasivo le solite registrazioni e analisi con tricorder medico,
diciamo piu' una formalità che un vero e proprio esame"
"Quando pensa di iniziare?"
"Anche subito, non ho nulla da fare al momento" poi concluse la frase
mentalmente *Se non capire perché la vostra trasmittente genera dei segnali
di distrubo, almeno secondo il tricorder... Non sarò un ingegnere ma non sono
neanche un medico ignorante*
"Cosa devo fare?" chiese il romulano
"Si sieda, lasci fare a me" Sonx estrasse il suo tricorder medico.


Teretus IV - Orbita planetaria - Ore 09.00


La Fearless si trovava in orbita geostazionaria sopra il campo base dei
ricercatori.
"Niente!" Xar "Non riusciamo a contattare il campo base o la squadra di sbarco!
Possibile che non riusciamo a bypassare le interferenze? Almeno per ristabilire
le comunicazioni! Fish?"
"Ancora niente, e stiamo anche cercando di rintracciare la fonte del messaggio
di soccorso"
"Lasciate perdere il segnale e la boa date priorità alle comunicazione e al
teletrasporto"
"Ricevuto, devio l'energia dei sensori verso gli analizzatori di campo"


Teretus IV - Da qualche parte - Ore 09.15


Shivhek rientrò nella camera dove si erano ritrovati dopo il loro teletrasporto,
Auloh si trovava ancora immobilizzata, la klingon appena lo vide gli lanciò
una occhiata piena di domande.
Il vulcaniano fece un cenno con il capo come a dire che ora non era il momento
di parlare.
"Ora riposatevi comandante" disse Resath osservando l'ingegnere, senza
degnare di
uno sguardo il comandante della Fearless "per un paio di ore analizzeremo i dati
da lei rilevati, non tentate nulla di stupido siete osservati"
Shivhek una volta che il cardassiano uscì dalla porta si avvicinò alla donna
"Tutto a posto?Siete ferita?"
"Sono solo molto arrabbiata da quando ci hanno preso mi hanno lasciata appesa
qui e non mi hanno degnato nemmeno di un interrogatorio!"
"Meglio così" fu il laconico commento dell'ingegnere
"A lei come è andata?"
"Mi hanno messo a lavorare su un manufatto alieno" fece una pausa "Iconiani..."
"Iconiani?Allora ci sono guai su questo pianeta, speriamo che la Fearless ci
rintracci, Sonx non credo sia qui, presumo si trovi a bordo avrà dato
sicuramente l'allarme, qualcuno verrà."
"Si è logico"


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12.02 - Messaggi nell'etere

Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi

USS Faerless, plancia - ore 10:30

Il guardiamarina T'Noll entrò in plancia velocemente e, raggiungendo
la poltrona del capitano, disse:"ehm... mi scusi capitano."
Xar ruotò rapidamente la testa verso il sottoposto e, notando
l'agitazione del sottoposto, fece un sorriso rassicurante e
rispose:"Mi dica signor T'Noll."
Il benzite si fece forza e, avvicinandosi ulteriormente, iniziò a
parlare a raffica:"Ho eseguito diverse analisi sul teletrasporto e non
ho rilevato malfunzionamenti ... sembra che il teletrasporto sia andato
a buon fine, la squadra di ricognizione si è materializzata sul
pianeta. Ma ... ."
"Ma?"
T'Noll fece un lungo respiro agitato, serrò i pugni e ricominciò a
parlare a raffica:"Nelle bobine ho rilevato una traccia residua di
radiazione verteronica che fa polarizzato il rag..."
"In poche parole." Ordinò senza scomporsi il tenente Xar.
L'ingegnere annuì, si avvicinò alla trill e ricominciò a parlare:"Il
raggio del teletrasporto è stato intercettato e la squadra di
ricognizione si è materializzata in una posizione differente da quello
che ho impostato."
Xar annuì, si alzò dalla poltrona, fece alcuni passi verso lo schermo
e, dopo essere rimasta alcuni secondi a pensare, disse:"Bene signor
T'Noll, bel lavoro. Ritorni nella sala del teletrasporto e cerchi di
capire dove è stata dirottata la squadra di ricognizione."
"Ricevuto." Rispose sollevato il guardiamarina, per poi congedarsi.
Xar salutò il sottoposto e ritornò al suo lavoro quando si accorse che
il sottotenente Sanders la stava fissando come per cercare di dirle
qualcosa.
"Mi dica Sanders."
"Abbiamo delle novità. A causa dei disturbi atmosferici i nostri
sensori non riescono ad eseguire delle misurazioni precise, ma con
un'analisi EM multi banda ho individuato il dottor Dal-amar." Spiegò
l'ufficiale scientifico.
"Dove?" Xar sorpresa si alzò in piedi e si avvicinò alla consolle.
"L'ho localizzato nella base della squadra scientifica, la possibilità
di errore è di 1 su settecento mila." Spiegò il sottotenente.
Xar sorrise sollevata e iniziò a pensare ad alta voce:" Quindi
sappiamo che solo il dottore è arrivato, dobbiamo presumere che il
comandante Shivhek e il comandante Aulon sono stati teletrasportati in
un'altra posizione."
Il giovane timoniere, il tenente JG Fish si alzò in piedi di scatto e,
apparendo un gigante pronto alla battaglia, propose:"Recuperiamo
subito il dottore, potrebbe essere in pericolo."
"No. E' la cosa peggiore che possiamo fare. A meno che il dottore non
sia in pericolo, non voglio cercare di teletrasportalo sulla nave.
Non voglio che anche questo segnale venga deviato altrove e nemmeno
allertare un eventuale aggressore." Rispose con aria calma il tenente
Xar poi, rivolta verso gli ufficiali di plancia, aggiunse:"Ora l'unica
cosa da fare è raccogliere informazioni. Un membro della squadra di
ricognizione è stato localizzato ora dobbiamo localizzare gli altri e
capire cosa è successo."
I presenti annuirono.
"Bene, al lavoro." Poi aggiunse verso Sander:"Scansioni ad ampio
raggio,cerchi di capire cosa sta succedendo sul pianete e riprovi a
triangolare i segnali di disturbo."
"Ricevuto, capitano"
Poi Xar si diresse verso l'ufficiale alle comunicazioni dicendo:"Mandi
un messaggio su banda criptata alla stazione."


Teretus IV, zona sconosciuta-Ore 12:30

Il comandante Aulon diede l'ennesimo strattone alle manette ma per
l'ennesima volta rimasero intatte.
*Ptag, giuro che mi vendicherò per questo.*
Una risata maligna risuonò nel locale, poi una figura incappucciata
usci dalle ombre dicendo:"Piccola Klingon, sei arrabbiata?"
Aulon diede un'ulteriore fortissimo strattone alle manette che la
bloccavano per dissipare la rabbia che aveva invaso il suo corpo.
"No, ti sbagli."
Il cardassiano rise ancora e si avvicinò ulteriormente. Un debole
raggio luminoso illuminò una piccola porzione del suo volto.
"Bè, che vuoi?"
Il cardassiano non disse nulla, rimase fermo ad osservare la prigioniera.
Aulon sforzò ulteriormente le manette, come atto di forza, ma il
cardassiano rimase impassibile.
*La forza non funziona, meglio usare l'arma dell'intelligenza e far
parlare questo ptag.*Dopo qualche istante di pausa disse:"Allora,
avete rapito Shivhek perché vi serviva un ingegnere capace, ma avete
lasciato libero il dottore. Devo presumere che i suoi servigi non
servano, giusto."
Una voce divertita uscì da sotto il mantello:"Giusto"
"Allora io cosa vi servo? Non vedo nemici da uccidere."
Il cardassiano scoppiò a ridere malignamente per poi sparire nell'oscurità

DS16-Laboratorio 2-ore 14:00

Il comandante Riccardi rimase molto sorpreso nel surreale silenzio del
laboratorio. Guardandosi intorno fece alcuni passi nel locale, poi,
dopo aver localizzando il suo obbiettivo, si diresse a tutta velocità
verso l'unica scrivania illuminata.
"Allora sei pronto?"
Kish alzò lo sguardo dal data padd che stava esaminando e vendendo il
collega scoppiò a ridere.
"Ma come ti sei vestito?"
"Non ti ricordi? Ho prenotato la sala ologrammi per oggi pomeriggio,
subito dopo il mio e il tuo turno della mattina..." Ringhiando
aggiunse:"Ora devo a quel dannato Ferengi un favore e verrà
sicuramente a chiedermi di restituirglielo."
L'ufficiale scientifico osservò meglio gli scarponi in cuoio, la tuta
marrone con strani gradi dorati e il casco in acciaio, poi, drizzando
le antenne, esclamò"No! Mi sono dimenticato: la traversata di
Guinteran!"
"Si, vedo che la memoria è ritornata." Rispose il tattico e, sedendosi
accanto al collega, aggiunse eccitato:"Kiem Nollan e Guistrim
Merristan, due eroi, che hanno trasportato un messaggio di pace tra
due imperi in guerra attraversando una catena montuosa alta 4000 metri
con un velivolo bimotore appena stabile con tangenza a 3500 metri."
"Dovremmo schivare delle montagne innevate in mezzo alla nebbia?"
"Non solo, dovremmo schivare anche le pallottole di circa 300 caccia
intercettatori schierati a difesa di quella zona."
L'andoriano sorrise e aggiunse:"Eh sia! Non vedo l'ora di buttarmi in
quel muro di roccia innevata e piombo calibro 50. Controllo questi
dati e arrivo."

Base archeologica-Teretus IV- ore 14:15

Il dottor Dal-amar era seduto su una roccia vicino al campo.
*Sono un dottore non ingegnere. E nemmeno una spia o un navigatore o
un telegrafista... .Accidenti sto parlando come un MOE!* Rise
mentalmente pensando al medico olografico di emergenza e alle sue
scontate battute mentre provava, per l'ennesima volta, ad inviare un
segnale verso la Faerless.
Era così impegnato a preparare un segnale che non si accorse della
presenza del professor Yelath.
"Salve dottore." Disse l'archeologo avvicinandosi.
Il denobulano trasalì e rispose rapidamente:"Oh salve."
L'andoriano si sedette accanto a Dal-amar dicendo:"Cosa sta facendo?"
L'ufficiale sorrise e, dando prova di eccellenti abilità di attore,
rispose:"Stavo controllando i dati delle prime analisi mediche sui
membri della squadra scientifica."
"Ah, pesavo che fosse venuto qui per lo spettacolo"
"Lo spettacolo?"
"Si, stanno per sbocciare."
Qualche minuto dopo un gruppo di fiori a pochi metri da loro esplose,
emettendo una raffica di strani cristalli in tutte le direzioni. Il
debole sole illuminò i frammenti e, per un istante, sembro che il
cielo fosse squarciato da una raffica di lampi color arcobaleno.
"impressionante, vero?" Chiese l'andoriano senza spostare gli occhi e
le antenne da quello spettacolo.
"Si, molto." Rispose Dal-amar impressionato.
"Serve per la riproduzione, ogni due settimane i fiori emettono i semi
i quali si diffondono in tutte le direzioni." Spiegò Yelath detto ciò
si allontanò lasciando solo il dottore ad armeggiare con il data padd.


DS16, ufficio del capitano Spini-ore 14:15

Il capitano Spini sorrise verso il suo interlocutore dicendo:"No."
"No?" Kimmar era esterrefatto, non riusciva a capire il motivo e,
quasi balbettando, chiese:"Ma perché? Aumenterebbe i miei guadagni."
"Ah questo cambia tutto." Aggiunse il capitano con un pizzico di sarcasmo.
"Davvero? Allora posso?" Chiese il ferengi con un pizzico di speranza.
"No."
"Ma lei ha appena detto..."
"Kimmar, il commercio delle baurelite non è vietato dalla Federazione,
ma è vietato dai Romulani." Spiegò pazientemente il capitano Spini.
"Ma questa stazione è a gestione federale."
Il capitano annuì e, comprendendo quello che voleva dire il ferengi,
aggiunse:"Lo so, la gestione è federale, ma DS16 è territorio comune
tra i Klingon, la Federazione e l'Impero Romulano. Quindi anche loro
possono decidere cosa può transitare per la staz..."
Un improvvisa voce risuonò nello studio:=^=Capitano, abbiamo ricevuto
un messaggio ad alta priorità dalla Faerless.=^=
Spini toccò il comunicatore e disse:=^=Ricevuto, trasferite il
messaggio nel mio ufficio.=^=
Il capitano si alzò dalla poltrona, fece alcuni passi verso Kimmar
invitandolo ad alzarsi. "Ora se mi vuoi scusare ho del lavoro da fare.
Ma posso assicurarti che parlerò con l'ambasciatore Lamak e, magari,
troveremo una soluzione."
Kimmar si alzò e si diresse alla porta dicendo:"Ricevuto, grazie
comunque. Arrivederci."
Spini osservò il Ferengi uscire e, appena le porte automatiche si
chiusero, si diresse alla scrivania, inserì il codice di comando per
sbloccare il messaggio e iniziò a leggere.
*Una situazione strana.* Pensò. Rimase alcuni secondi a ragionare su
cosa doveva fare e infine si toccò il comunicatore.
=^=Ambasciatrice T'Lani?=^=
La debole voce della vulcaniana risuonò nel locale:=^=Mi dica capitano.=^=
=^=Potrebbe venire nel mio ufficio? Dovrei parlarle.=^=
=^=Arrivo subito.=^=

USS Faerless, plancia - ore 14:30

Il tenente JG Fish era intento a controllare gli strumenti, quando
una spia luminosa si attivò sulla sua consolle.
Prontamente digito alcuni comandi, poi, leggendo i risultati,
disse:"Capitano, ho rilevato qualcosa."
"Che cosa?" Chiese Xar incuriosita.
"Una specie di impulso sul disco del deflettore." Spiegò il giovane.
"Lo identifichi."Ordinò prontamente il consigliere.
"Si." Rispose prontamente il timoniere. Poi, dopo qualche istante di
lavoro, disse:"L'impulso contiene un breve messaggio... ed è federale."
"Lo proietti sullo schermo."
Un breve messaggio comparve sullo schermo principale, Xar lo lesse e
alla fine esclamò:"Bravo dottore!"


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12.03 - Reprise

Autore: Tenente Comandante Khish Chelak

USS Fearless - Plancia - Ore 14:30-

Shanja sedeva sulla poltroncina del capitano, senza proferire parola,
considerando il laconico messaggio del dottore. I display sul
bracciolo le ripetevano gli altri elementi essenziali: nessuna
risposta dal campo base della spedizione archeologica, nessuna
risposta dai membri della squadra di sbarco, e tanto per completare il
quadro nessuna triangolazione utile sul segnale della supposta boa di
salvataggio.

*Dovrebbero esserci Riccardi o Khish, qui* pensò. *Alessandro saprebbe
come organizzare la ricerca e salvataggio della squadra, e Khish
saprebbe trovare un modo per contattarli.*

Fish si appoggiò all'indietro sullo schienale della poltroncina,
lasciando uscire un profondo sospiro. Poi si girò con aria a metà tra
il rassegnato e il frustrato.
?Niente altro, Tenente. A parte la portante principale, e il debole
segnale sul canale fisiologico del dotor Sonx, niente. Statica e
soltanto statica.?

Pausa.

?Cosa facciamo, signore??

Prima che il silenzio si facesse imbarazzante, Shanja prese la sua decisione.

?Rotta su DS16, Fish. Rientriamo alla base.?


Deep Space 16 gamma ? Sala ologrammi ? Ore 15:00


Il velivolo diede una sgroppata, tuffandosi per l'ennesima volta in
una nuvola densa e appiccicosa.

?Stiamo avvicinandoci ai primi contrafforti. Salgo a 2500.?

Alle parole dell'andoriano, Riccardi si fregò le mani, fece crocchiare
le nocche, poi impugnò risolutamente il volantino. ?È ora di spegnere
il radar e il transponder.?

Khish premette due pulsanti illuminati al centro del pannello
controlli. Il quadrante color ambra che avevano usato per
l'avvicinamento si spense, lasciando per qualche istante un punto
luminoso centrale. Il ronzio elettronico forte e costante che li aveva
accompagnati dal momento del decollo lasciò il posto al rombo sommesso
dei motori.

?Questo catenaccio fa tanto rumore che ci sentiranno da terra...?
borbottò l'ufficiale scientifico, senza distrarre gli occhi dal
parabrezza.

?...specialmente se sbagliamo rotta!? ribattè il capo della sicurezza.

Khish non raccolse. Riccardi proseguì: ?Accendo le telecamere esterne
e i sensori passivi all'infrarosso.?

?Non servirà a gran che. Non si vede proprio niente.?

?Io intanto le accendo.?

?E io mi preparo alla mosca cieca.? Con queste parole, l'andoriano
afferrò una valigetta da sotto il sedile e ne tirò fuori un primitivo
calcolatore portatile, grande quanto una mezza dozzina di PADD.

Dopo mezzo minuto, Riccardi chiese: ?...manca molto??

?Sta avviandosi.?

?Ma come diavolo funziona? ...a vapore????

Khish sospirò. ?Aspetta che lanci i programmi di cartografia... allora
sì che ci divertiremo!?

Una musichetta incongrua segnalò la fine dell'attesa.

Riccardi alzò gli occhi al tettuccio, ma immediatamente riprese a
scrutare l'interno della nuvola.


Teretus IV - Località imprecisata - Ore 15:20


La consolle da campo alla quale sedeva Shivhek era una versione in
scala ridotta delle potenti postazioni di lavoro alle quali era
abituato alla base, e persino di quelle, necessariamente più spartane,
con le quali lavorava a bordo della nave appoggio.

Il vulcaniano era ben consapevole delle limitazioni di una simile
apparecchiatura, che si poteva considerare come poco più di un
tricorder con maggiore potenza di elaborazione.
Tuttavia era ben contento di disporne oltre a dargli modo di
esaminare meglio quella strana forma di vita biocibernetica, poteva
forse anche offrirgli una via di fuga, o quantomeno di contatto.

?Ho completato un ciclo di analisi primaria? disse senza voltarsi.

Yelath gli fu subito accanto. ?Risultati??

?Ho identificato alcune interfacce. La cosa interessante è che
anch'esse sono biocibernetiche: la connessione è a umido, parallela e
massicciamente ridondante, ma con un feedback di natura positronica
per la correzione degli errori e la gestione del flusso dati.?

L'andoriano si leccò leggermente le labbra. ?Possiamo... possiamo collegarci??

Shivhek, imperturbabile, giocò la sua carta.

?No. Non ho con me gli strumenti adatti.?

Una lama d'acciaio gli si posò a lato del collo. ?È un vecchio trucco,
orecchie-a-punta... non ci casca più nessuno.?

Senza spostarsi di un millimetro, Shivhek sospirò. ?Perché non chiede
al dottor Resath, se non mi crede? L'unica tecnologia vagamente simile
disponibile nel nostro quadrante è quella dei pacchetti di gel
bioneurale, e non mi consta che voi signori abbiate un'astronave dalla
quale prelevarne un paio.?

Yelath non ripose l'arma, ma il braccio che la reggeva si rilassò appena.

Poi commentò: ?Noi no... ma voi sì.?

Shivhek non era tipo da esultare, nemmeno se la situazione lo avesse
consentito. Si limitò ad annuire.


Deep Space 16 gamma ? ore 16:10 ? Ponte di passeggiata


Il colloquio con la Spini non era stato facile per Shanja. Il lato
vulcaniano del capitano aveva capito benissimo la situazione:
l'assenza di ufficiali superiori con qualifiche tecniche adeguate, la
carenza di personale a bordo, la vicinanza alla base... nemmeno per un
momento /T'Jael/ aveva sollevato obiezioni.

/Sherja/, però, si era fatta sentire, e come! Le guance del
consigliere erano ancora imporporate dal cazziatone subito per aver
?abbandonato tre colleghi in pericolo?, e sentiva l'impellente
necessità di calmarsi e ritrovare l'equilibrio interiore. Quasi senza
rendersene conto, i suoi passi la portarono sul ponte 4, di fronte a
una doppia porta con la scritta ?SERRA?.

Seduta in una delle numerose nicchie nelle pareti, era intenta ad
ascoltare il lieve mormorio dell'acqua nei moduli idroponici,
assaporando ad occhi chiusi l'odore umidiccio rilasciato dai muschi e
quello, più pungente, delle erbe aromatiche prima che il
condizionamento ambientale riuscisse a dissiparli, quando percepì di
non essere più sola. Stette ancora immobile per qualche attimo, ma già
sapeva di chi si trattava.

Un fruscio, e davanti a lei c'era Khish, accosciatosi per guardarla
negli occhi, con un mezzo sorriso in faccia e le antenne protese in
avanti. Indossava un'incongrua uniforme, ma Shanja non ci badò.

?Tutto a posto?? le chiese. ?Quando ho saputo che la Fearless era
tornata così presto, ho immaginato che dovesse essere successo
qualcosa.?

Sospiro. ?Hanno mandato una ragazzina a fare il lavoro di un adulto.?

L'andoriano alzò le sopracciglia e le antenne. ?Come, scusa??

Shanja fece una falsa partenza, con la voce che le s'incrinò.
?...voglio dire che avresti dovuto esserci tu, o magari Riccardi. Io
non sono fatta per comandare un'astronave! Io sono...?

?Tu sei? la interruppe Khish ?un ufficiale della Flotta Stellare,
altamente addestrata per svolgere una specifica mansione, né più né
meno di me o Riccardi o Shivhek. E una donna intelligente.?

?A volte me lo chiedo.?

Il sorriso era scomparso dal volto di Khish. ?Consigliere, tu hai
bisogno di un Consigliere. Davvero basta una girata della Spini a
ridurti uno straccio??

?Abbracciami, ti dispiace? Solo un momento, poi mi passa.?

Khish le si sedette accanto e le passò un braccio dietro la schiena,
dandole un'affettuosa strizzata. Shanja poggiò la testa sulla spalla
di lui, e due gocce gemelle andarono a cadere sul pettorale
dell'uniforme dell'ufficiale scientifico.

L'andoriano tacque.


Xaraan Chu ? Fuori dal tempo


?FERMALI!? aveva gridato, e il silenzio era stata l'unica risposta.

Questo era successo tempo fa. Quanto? Shade sbuffò. Un minuto, forse
forse un decennio. La mancanza di qualsiasi riferimento, sia esterno
sia interno, rendeva assurdo cercare di misurare il tempo.
L'eterno presente ovattato in cui si trovava non cambiava
l'impressione era che non potesse cambiare.

Però, ormai da un po', McCain sentiva come una tensione, quasi
impercettibile, che rompeva l'uniformità. Sì, l'ovatta aveva ora un
verso. L'ufficiale si incamminò 'in direzione' della tensione. Tanto,
non aveva nulla di meglio da fare.

?Mi stupisce che tu riesca a percepire il flusso.?

?Voce??

?I tuoi organi di senso non sembrano in grado...?

?Dimmi cos'è successo alla base!?

?Non è semplice per me esprimermi coi tuoi termini. I Portatori di
Caos e Morte hanno percepito la fine del contatto.?

?Sì, ma perché è finito il contatto? Hanno distrutto la base??

?Il contatto è finito perché io l'ho interrotto, come volevi. Altro non so.?

La frustrazione di McCain era quasi palpabile.

?I tuoi organi di senso non sembrano in grado di captare il flusso.?

?Non so cosa sia questo 'flusso' di cui parli, ma non so neanch'io
cosa sento. Mi sembra di procedere in discesa, solo che il mio senso
dell'equili brio mi dice che sono diritto e cammino in piano...?

?Sei sicuro di non essere un iconiano? Dai prova di essere
notevolmente sintonizzato sui loro apparecchi.?

McCain si fermò di colpo.

?Un altro reperto iconiano??

?Questo ha una matrice completamente diversa.?

*Questo non russa* pensò McCain.


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12.04 - Sulle tracce degli scomparsi

Autore: Ambasciatore Federale T'Lani

Teretus IV ? Campo base Ore 14:30


Yelath si era allontanato. Non si vedeva nessuno in giro. Il campo
base, almeno da dove si trovava in quel momento, sembrava
completamente deserto. E naturalmente, al dottor Sonx andava bene
così. L'ultima cosa che voleva, era stare troppo a contatto con lo
scienziato andoriano. Un medico non dovrebbe giudicare i propri
pazienti, pensò, ma non poteva fare a meno di avvertire una spiacevole
sensazione di viscido in quell'uomo.
Dal'Amar Sonx abbracciò con lo sguardo la vallata. Il campo base ?
pochi moduli prefabbricati di colore avorio chiaro, d'aspetto
piuttosto logoro - era stato posto in posizione riparata, vicino alle
pendici di una piccola collina erbosa, punteggiata di fiori simili a
quelli che aveva visto sbocciare poco prima. L'aria era tersa, e la
temperatura era quella che un denobulano come lui trovava molto
piacevole ? anche se l'andoriano, durante il suo esame medico, si era
più volte lamentato per il caldo che aveva sofferto su quel pianeta.
Girò le spalle al campo base, ed iniziò a fare qualche passo in
direzione della vetta.
Non poteva sapere se la Fearless avesse ricevuto o no la sua
trasmissione, o se fosse in grado di tracciare i suoi segni vitali
attraverso il campo di smorzamento... Perché era fin troppo chiaro che
su quel pianeta qualcuno ? i tre scienziati, certo, chi altri? - aveva
installato un campo di smorzamento, da qualche parte, per disturbare
le trasmissioni.
I suoi passi affondavano nell'erba alta. Si chinò a raccogliere uno di
quei fiori d'aspetto cristallino, senza realmente guardarlo.
Che cosa avrebbero fatto adesso, dalla sua nave? Difficilmente
avrebbero organizzato un altro teletrasporto, per ricercare gli
scomparsi. Troppo pericoloso... Più probabilmente, sarebbe arrivata
una squadra a bordo di una navetta. Una squadra molto bene armata.
Il campo base sparì dietro uno sperone di roccia. Nella parte battuta
dal vento, la collinetta diventava più spoglia. Dal'Amar si inerpicò
appoggiandosi alla parete, per guardare il panorama sotto a lui. La
collinetta era in realtà la prima propaggine di una intera catena
rocciosa, molto piu' alta, che sembrava estendersi verso nord, al di
là di una valletta alluvionale, percorsa dal tracciato di un
torrentello in secca. La vetta della montagna più lontana aveva una
spruzzata di neve. Yelath avrebbe potuto costruirsi il proprio
alloggio sopra quella montagna, pensò Dal'Amar.
Nessuna costruzione in vista. Nessuna traccia di manufatti.
Dov'era andato Yelath? Dov'erano gli altri due scienziati? Dove erano
andati a finire Shivhek ed Auloh? Qualcosa gli diceva che tutte le sue
domande avevano in realtà la medesima risposta, anche se un vulcaniano
come Shivhek non avrebbe capito la logica alla base delle sue
sensazioni. Anche perché non avevano alcuna logica, sogghignò
Dal-Amar, appoggiandosi alla roccia.
Le sue dita tamburellavano sul DiPad medico con il quale lo aveva
esaminato. I segni vitali dell'andoriano erano conservati là dentro.
Peccato che l'arnese avesse una portata così limitata...
Colse un movimento con la coda dell'occhio e si irrigidì,
schiacciandosi alla parete.
Almeno una risposta alle sue domande, pensò, riconoscendo in distanza
il fisico di Yelath. L'andoriano era spuntato alla base della
collinetta, e stava camminando lungo il greto del torrente.
Dopo qualche istante l'uomo sparì, come era comparso, dietro un
mucchio di cespugli. Dal'Amar esitò un istante, poi decise.
?Boh, tutto sta ad andare a vedere!? - mormorò a sé stesso, iniziando
a scendere dalla roccia.

USS Fearless
Plancia- Ore 19:00



?Ci sono novità?? - domandò nervosamente Shanja Xar. Fish si sporse a
controllare i monitor delle postazioni accanto, prima di rispondere
scrollando le spalle:
?No... O meglio, non so se si tratta di una novità o no. La posizione
dei segni vitali del dottore sembra muoversi sulla superficie. Non a
grande distanza dal campo base, però.?
?Continuate a seguirlo, ed a sondare il territorio del pianeta -
ordinò Shanja. Per un lungo istante, in plancia si udì solo il
ticchettio degli strumenti ed il respiro degli uomini.
?Stiamo ricevendo un segnale dalla Koraga, su canale protetto. Sono
pronti!? - disse Fish.
?Sullo schermo!?
Il tenente Fish le scoccò un'occhiata interrogativa. Shanja aggiunse:
?Si, lo so che sono in occultamento. Metta sullo schermo il settore di
spazio da cui viene il segnale della Koraga?
Fish tornò a chinarsi sulla sua consolle. Sul monitor centrale la
sagoma ormai familiare di Terethus IV si scostò, per venire
rimpiazzata da una zona di spazio apparentemente sgombra, appena
lambita dal cerchio azzurro dell'atmosfera sopra i poli. Shanja fissò
lo schermo, cercando di intravedere qualcosa che le facesse capire la
posizione della nave klingon, finché non le parve di percepire un
tremito, appena un battito di ciglia, talmente rapido che si chiese se
non avesse semplicemente creduto di vederlo.
?La Koraga sta comunicando di avere appena lanciato le navette con le
squadre di sbarco? - disse Fish.
?Capisco... - mormorò Shanja - Si sono posizionate ai poli magnetici
in modo da avere il più a lungo possibile l'effetto sorpresa?
?Se riescono ad entrare nell'atmosfera mantenendo la posizione sul
polo magnetico abbastanza a lungo, possono arrivare fino a sfiorare il
terreno e quindi sfuggire ai classici sistemi di sorveglianza
terrestre? - confermò il tenente Fish - ?E' una tattica consolidata,
ce l'hanno spiegata all'Accademia?
?E allora speriamo che i tre scienziati non abbiano mai letto dei
testi tattici dell'Accademia della Flotta Stellare? - borbottò Shanja,
cincischiando con i pulsanti della poltrona centrale. Era molto più
scomoda di quanto si pensasse, quella poltrona, pensò la trill.
Sentiva su di sé gli sguardi pesanti del personale di plancia.
Dovevano chiedersi se lei era veramente in grado di comandare quella
nave, si disse Shanja. Se lo chiedeva anche lei.
?Anche se fosse...? - iniziò Fish. Shanja lo fissò con uno sguardo che
voleva essere gelido. L'uomo si interruppe mordendosi le labbra -
?Cioè, volevo suggerire... Che comunque, anche se li avessero letti,
laggiù...? - accennò allo schermo centrale, che era tornato ad
inquadrare il profilo azzurro del pianeta - ?Laggiù, dicevo, sono solo
in tre. Non possono... Non hanno la possibilità materiale... Di
opporsi a squadre di assalto klingon e federali! Voglio dire...?
?Ho capito benissimo quello che lei vuol dire, tenente? - ribatté,
fredda, Shanja Xar - ?Ma è proprio questo che mi inquieta...
Qualunque cosa sia successo su quel pianeta, era ovvio a chiunque
possieda un minimo di raziocinio che l'azione avrebbe avuto
conseguenze. E quali sono le conseguenze più ovvie, non voglio dire ad
un sequestro, ma anche solo ad una sparizione non dovuta ad una
qualunque volontà aliena? - non attese che Fish le rispondesse, ed
alzò una mano per impedirgli di interloquire ? Appunto. L'invio di
squadre di ricerca, esattamente come abbiamo fatto... Abbiamo seguito
la strada più ovvia. E mi sto chiedendo se questo non sia stato un
errore. Ma se così fosse... Ho paura che lo scopriremo molto presto? -
la voce di Shanja morì in un sussurro. Si riprese:
?In ogni caso lo vedremo. Schermo sul pianeta, inquadrare la zona
fissata per lo sbarco.?



Terethus IV
Navetta Klang
Ore 19:05



La navetta penetrò nell'atmosfera in una perpendicolare quasi
perfetta, incanalandosi in uno stretto corridoio che, Riccardi lo
sapeva, era solo un tracciato immaginario costruito sulle emissioni
magnetiche dei poli. Dietro di loro, altre navette seguivano lo stesso
percorso protetto.
Appena passate le fasce di Van Allen, il pilota spense i motori e la
navetta parve stallare, mentre precipitava in direzione dei ghiacci
del polo. La temperatura esterna cominciò ad aumentare, compensata
solo parzialmente dalla schermatura. All'interno, il respiro pesante
degli uomini si mischiò all'odore di sudore e di paura. Le divise
diventarono improvvisamente pesanti ed insopportabili, mentre lo
sbalzo di gravità faceva salire lo stomaco in bocca. Riccardi chiuse
gli occhi, imponendosi di ignorare i rumori degli uomini che
rimettevano. Per distrarsi, si impose di pensare ad altro. Stavano
attraversando la troposfera. Dopo veniva la stratosfera. Poi la
mesosfera. Come una cantilena, continuò a ripetere quei nomi.
Troposfera. Stratosfera. Mesosfera. Termosfera. Ionosfera. Esosfera.
Di nuovo. Troposfera. Mesosfera...
?Terra!? - qualcuno urlò. Riccardi riaprì gli occhi, in tempo per
vedere il pilota Klingon sogghignare guardandoli. La donna stava con
le braccia conserte, voltata ostentatamente verso il centro della
navetta. Alle sue spalle, attraverso il campo di forze, si vedeva il
ghiaccio dei poli che si avvicinava a velocità terrificante. Doveva
riaccendere i motori, compensare la caduta, o...
?Cosa credi di fare, di stare giocando?? - sibilò Riccardi. Quanto
mancava a terra? Duemila metri? Di più?
?Io? - rise la klingon ? Siamo ancora troppo lontani. Non voleva
evitare il rischio di essere intercettato da eventuali sistemi di
ricognizione??
?Cos'è, una di quelle stupide prove di coraggio da liceali? - ribatté
l'umano. Il pack era vicinissimo - Voglio anche evitare di morire in
maniera stupida, schiacciandomi a terra prima di poter far vedere il
mio valore in battaglia!?
La Klingon sogghignò ancora, quindi senza neanche guardare, sporse un
dito alle sue spalle, premendo un pulsante. I motori si riaccesero, e
Riccardi avvertì sul petto la pressione delle cinture di sicurezza
mentre la navetta rallentava. Quindi la Klingon si girò di nuovo,
canticchiando una canzone da operetta, e rimise in assetto il
velivolo.
*Appena in tempo!* - pensò Riccardi, infuriato. Metà dei suoi uomini
sarebbe atterrato sentendo le gambe molli per colpa di quella dannata
pilota Klingon. Non sapeva il suo nome, ma stesse tranquilla, che le
avrebbe fatto imparare il suo, non appena fossero stati a terra! Si
distrasse a guardare le distese di ghiaccio che adesso apparivano
anche attraverso i finestrini laterali. Erano a non più di una ventina
di metri dal suolo. Sul pack intravide i movimenti di un qualche
animale che si gettò in acqua al loro passaggio.
?Quanto manca al punto di rendez-vous?? - domandò.
?T meno cinque? - rispose indifferente la Klingon.
Il pack lasciò il posto ad una distesa d'acqua, quindi ad una terra
dall'aspetto brullo ed inospitale, che a poco a poco iniziò a coprirsi
di erba rada, quindi più folta.
Mancava poco al campo base.
La navetta rallentò, riportandosi in formazione con le altre due della
squadra, quindi poggiò lentamente a terra. Si udirono i respiri di
sollievo degli uomini mescolati al rumore delle armi che venivano
approntate e delle cinture di sicurezza che venivano sganciate.
?Niente in vista - disse la pilota, con tono deluso ? Nessuna
opposizione. Se va tutto così liscio, non ci sarà da divertirsi...?
?Adoro annoiarmi? ribatté Riccardi, sganciando a sua volta la cintura
di sicurezza. Si alzò, controllando il fucile faser, quindi andò ad
aprire il portellone. Lo investì un fiotto d'aria limpida
?E adesso, ragazzi, andiamo ad annoiarci un po'?


Terethus IV - Località imprecisata - Ore 19:05


Dal non aveva bisogno di guardare per sapere che quella era la strada
giusta. Bastava seguire la traccia dei suoi segni vitali. Come in quel
terrificante libro di fiabe terrestri che aveva letto tanti anni
prima, quando ancora stava imparando il federale standard. Come si
chiamava? Non riusciva a ricordarlo, ma non importava. Avrebbe
guardato nei database appena tornato a bordo della sua nave, se si
fosse ricordato del suo dubbio... Adesso, quello che importava, era
continuare a seguire la traccia di Yelath. Il greto del torrente in
secca mostrava ampie tracce del suo passaggio... O forse di ripetuti
passaggi in un periodo di tempo abbastanza lungo, visto che alcune
tracce erano piuttosto degradate, secondo quanto gli segnalava il suo
tricorder medico. Le tracce si mischiavano a microscopiche particelle
di DNA romulano e cardassiano. Non ci voleva un asso
dell'investigazione per capire che l'archeologo Merth ed il fisico
Resath facevano spesso quella strada. Un asso dell'inv!
estigazione, a questo punto, probabilmente avrebbe già capito perché,
pensò Dal con autoironia. E questo dimostra che io non lo sono...
Il tricorder ticchettò, rivelando che le tracce di DNA si stavano
facendo sempre più fitte. Yelath doveva aver abbandonato il greto del
torrente. L'erba che spuntava ancora fitta sulle rive del torrente in
secca, in quel punto era schiacciata, mostrando una sorta di
sentierino che si inerpicava verso la montagna.
*Però, sto migliorando!* - pensò, seguendo la traccia.
Il sentiero era breve. Si fermava all'improvviso, di fronte ad una
lunga parete rocciosa che chiudeva completamente la strada. Il dottore
si bloccò, perplesso. Yelath non era tornato indietro sul sentierino,
perché lo avrebbe incrociato. Lanciò un'occhiata sulla parete
rocciosa, che si stendeva quasi senza asperità per parecchi metri.
L'andoriano non aveva degli stivali antigrav addosso quando si era
allontanato dal campo base... Se ne sarebbe accorto.
Dal riprese in mano il tricorder, ed iniziò ad esaminare la roccia.
Granito, basalto, tracce di DNA, ancora basalto...
Niente?
Dal scosse il tricorder. Basalto. Basalto. E poi... ? Non registrava
più nulla, come se la roccia di fronte a lui non esistesse. Eppure, da
un certo punto in poi, il tricorder ricominciava a funzionare. Saggiò
la roccia con la mano. La mano penetrò senza alcuno sforzo. Alla
cieca, seguì il bordo di quello che sembrava lo stipite di una porta,
che partiva da circa quaranta centimetri da terra.
Si morse le labbra, incerto se provare ad aprire quella porta oppure fermarsi.
?Non sono arrivato fin qui per fermarmi!? mormorò fra sé.
Spense il tricorder ed avanzò.


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12.05 - Fortunata ignoranza

Autore: Capitano Sherja T'Jael Spini

Xaraan Chu - Fuori del tempo

"Il tempo si modifica."

McCain si riscosse.
Quando la Voce stava in silenzio poteva quasi pensare di essere ad un
passo dalla follia.
Poi la Voce tornava.

"Il tempo? Come può il tempo modificarsi?"
"Il tuo tempo è lineare no?"
"Questa è un'altra domanda... che non risponde alla mia."
"Non tutti i tempi sono lineari. Il mio non lo è. Così come non lo è
quello di quelli che tu conosci come 'profeti'."

Nella mente di Shade un lampo di acuto dolore spezzò il suo tempo.
Immagini una sopra l'altra in un'accozzaglia inutile.

Il suo alloggio.
Il bar sulla passeggiata.
Il Capitano Spini.
Sorik O'Riordan...

"Il tempo non è sofferenza è pace."
"Per te forse... - poi si riscosse - ...spiegami cosa vuol dire che ora si
sta modificando!"
"Siamo ad un incrocio di eventi. Il Catalizzatore sta arrivando."
"Il Catalizzatore?"

Silenzio.

"Voce?"

Silenzio.

McCain scosse il capo impotente e decise di riflettere su
quell'assurdo scambio di battute che era appena intercorso tra lui ed
il suo eterno compagno.


Terethus IV - Località imprecisata - Ore 19:10

"Tra poco avremo quello che ti serve vulcaniano."

La voce era più limpida del solito. Non la riconobbe ma proprio quella
limpidezza gli fece pensare che il volto non fosse del tutto coperto.
Shivhek avrebbe voluto voltarsi, ma sapeva che sarebbe stato
controproducente per lui tanto quanto per Auloh.
Dubitava sinceramente che la donna avesse necessità, o desiderio, che
un misero sottoposto e per di più vulcaniano si occupasse della sua
situazione e si desse da fare per salvarle la vita.
Ma così era.
Lo avevano 'responsabilizzato' chiaramente con le loro spiegazioni.
Tutto dipendeva da lui.
Ovviamente non era così sciocco da non capire che, in un modo o
nell'altro, lui era solo uno strumento e di conseguenza non c'era da
aspettarsi la libertà come ringraziamento.
Il padrone difficilmente libera lo schiavo.

"Davvero?"
"Non mento mai..."

La voce si era fatta di nuovo ovattata e Shivhek si azzardò a voltare
leggermente lo sguardo di traverso.

"Se tu non fossi un orecchie-a-punta oserei definirti curioso."
"Non credo che curioso sia il termine più adeguato a definire il mio
stato attuale."
"Allora dimmi orecchie-a-punta... - Shivhek colse con la coda
dell'occhio il brillio di una lama - ...perché con tutta la tua 'logica'
sei sicuramente in grado di dirmelo... come ti senti??"

Era riuscito ad irritarlo.
Il che era un male a breve termine. Ed era un bene a lungo termine.
Più quell'umanoide si irritava con lui, più era probabile che
commettesse degli errori.

"Non provo sentimenti particolari. La curiosità che tu mi attribuisci
sarebbe legata all'emotività della situazione. Io provo solo curiosità
scientifiche, se così vogliamo chiamarle. Al momento sto solo
raccogliendo informazioni, tutte quelle che possono anche sembrarmi
insignificanti, ma che successivamente possono diventarmi utili."
"Bah! - il tono era chiaramente dispregiativo - Vulcan!!!"


Terethus IV - Poco distante - Contemporaneamente

* Che silenzio innaturale... fischietterei se non fossi 'in missione'... *

Il Dottor Sonx stava camminando lentamente immerso in un silenzio
quasi doloroso.
In quella calma totale persino il suo lieve respiro sembrava fare più
rumore del vento tra le fronde di un albero. Si sentiva un totale
idiota per essersi ficcato in quella situazione.
Qualunque altro saggio medico della Flotta Stellare si sarebbe
limitato ad aspettare l'intervento di gente più esperta in quel genere
di... cose...
Lui no.
Lui ovviamente doveva mettersi nei guai.

* E chi lo spiega alle mie mogli che sono morto perché ero un
irresponsabile idiota che presumeva di poter salvare due esperti
ufficiali? *


Xaraan Chu - Fuori del tempo

"Non credevo fosse lui."
"Bentornata Voce."
"Io non vado mai via, quindi non torno."

A volte Shade avrebbe voluto lasciarsi innervosire da quell'essere, ma
poi rammentava a sé stesso che era la sua unica compagnia in... beh...
ovunque fossero.

"Lui chi?"
"Il Catalizzatore."
"Questo l'avevo intuito... ma lui chi..."
"Sei strano. A volte i tuoi limitati sensi percepiscono le cose
intorno. Molto più spesso sei cieco come una larva seppellita nel
terreno."

Shade sbuffò.

"Oramai lo dovresti sapere che ho i miei difetti. Quindi? Il
Catalizzatore non è LUI?"
"Oramai mi è abbastanza chiaro che è lui. Ma lui non ha le capacità
per esserlo. Mi aspettavo un altro. Mi aspettavo una donna."
"Questo vuol dire che anche il tuo tempo è un po' lineare eh Voce?"
"No... sì... no..."


Terethus IV - Località imprecisata - Ore 19:30

"Non dovevamo rapire lei lo sai. Quella femmina klingon è troppo
pericolosa qui. Dovevamo usare il Dottore come arma di ricatto per il
vulcaniano."
"Non è andata come volevamo quindi dobbiamo adattarci agli eventi."
"La Fearless è lì fuori... dobbiamo farla contattare dal Comandante Shivhek."
"Sì... ci servono quei biopack."
"Sempre se lui non ha mentito..."

Un sorriso sardonico tese le labbra dell'andoriano.

"Ma non lo sai? I vulcaniani non mentono MAI!"

Nessuno dei due scienziati sapeva che delle truppe erano scese sul pianeta.
Nessuno dei due scienziati lo aveva previsto, nella loro ignoranza militare.
Nessuno dei due sapeva quanta fortuna stavano per avere, nella loro
ignoranza di quanta protezione avevano da quello che stavano
studiando.


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12.06 - Andiamo avanti!

Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi

In nessun luogo

L'istinto lo mise in allarme. Mc Cain percepiva qualcosa attorno a lui,
portò i suoi sensi in massima allerta ma non sapeva se i suoi sensi
esistevano ancora. L'esperienza gli urlava di mettersi al riparo e
cercare qualcosa per difendersi ma in quella realtà fatta solo di
oscurità gli era impossibile.
Un dardo invisibile gli passò accanto o almeno così parve a Mc Cain, in
ogni caso bastò a mettere l'umano ulteriormente in agitazione.
Una mano invisibile lo afferrò, spire invisibili e mortali si gli
avvinghiarono penetrandogli sia la carne sia l'anima. Sentendo che
quella cosa stava violando la sua mente, Mc Cain provò a respingere
l'attacco ma fu tutto invano.
Poi una voce fragorosa e potente risuonò nel nulla. "LASCIATELO STARE."
L'attacco cessò subito dopo, lascando Mc Cain stordito, spaventato ma salvo.
"Sei salvo ora."
"Che... che cos'era?" Chiese Mc Cain.
"Loro sono... non hanno nome o, meglio, un nome come lo intendete voi.
Sono esseri antichi e potenti." Spiego la voce con tono calmo e
rassicurante.
"Ma cosa vogliono?"
"Generare il caos."


Campo base della squadra scientifica, ore 19:18


"Abbiamo trovato le loro tracce." Disse un ufficiale della Flotta Stellare.
"Dove?" chiese rapidamente Riccardi.
"vicino a quella pietra."Rispose l'ufficiale delle squadre da sbarco.
I due raggiunsero un gruppo di soldati intenti ad analizzare delle impronte.
"Abbiamo trovato delle tracce di stivali che putano verso le montagne."
Spiegò un membro della squadra di sbarco mentre rilevava le impronte
nella sabbia con una specie tricoder.
Un membro della squadra Klingon, un veterano di mille battaglie,
aggiunse dopo aver terminato delle analisi con uno strumento
tubiforme:"Signore, ho rilevato delle tracce di dna denobulano e, più
lievi, di un andoriano, di un cardassiano e una forma di vita umanoide
non identificata. Tutti questi segnali puntano verso le montagne."
"Grazie signor Krinmar." Rispose Riccardi soddisfatto, poi verso a tutti
i membri della squadra disse:"Gruppo 1, voi rimarrete all'accampamento
fortificando la zone. Voglio che cerchiate delle prove o tutto cosa può
esserci utile per capire cosa sta succedendo in questo posto. Gruppo 1 e
2, voi con me andremo sulle montagne a liberare i nostri compagni.
Partenza tra 2 minuti."


Grotta sconosciuta, ore 19:23


Il dottore fece alcuni passi nella grotta. Si muoveva lentamente
cercando di fare il minor rumore possibile, ma i cocci e le pietre
rumoreggiavano a ogni suo passo. Schivò una piccola formazione di
stalattiti e stalagmiti, fece alcuni passi e si trovò davanti ad un bivio.
Il denobulano guardò le tre possibili scelte tornare indietro non aveva
senso, almeno uno degli scienziati era in uno di quei cunicoli ed era
molto probabile che in quel posto fossero tenuti prigionieri anche il
comandante Shivhek e il comandante Aulon. Il problema era scegliere in
quale cunicolo andare: erano identici e non c'erano tracce evidenti nei
rispettivi ingressi.
Poi il dottore si ricordò delle strane piante cristalline che circondano
il campo base. Dal-amar sapeva che queste piante avevano un particolare
polline che, se illuminato con una particolare lunghezza d'onda,
generavano un effetto simile alla fosforescenza. Dato che quei fiori
fiorivano una volta al giorno era probabile che gli scienziati ne
fossero impregnati ed era possibile che ci fossero delle tracce di quel
polline nella grotta in cui andavano più spesso.
Non avendo altre alternative, il dottore prese il tricoder medico e gli
fece emettere la particolare radiazione luminosa. Sulla parete e sul
pavimento del cunicolo di sinistra provenivano deboli tracce mentre da
quello di destra la luce era molto intensa.
Dal-amar spense il tricoder e entrò nel cunicolo di destra soddisfatto
per aver scoperto la strada giusta e, dato che c'era una forte
luminescenza, aveva le prove che in quel luogo i tre scienziati andavano
spesso.


Portale 2C-nello stesso momento


In caso di rapimento il primo dovere di un ufficiale è fuggire ma la
logica suggeriva a Shivhek che l'approccio migliore era continuare a
lavorare. Più aiutava gli scienziati più avrebbe scoperto informazioni
sui loro piani e più lavorava sul macchinario più facilmente avrebbe
potuto prenderne il controllo o disabilitarlo. Purtroppo non era
riuscito a scoprire molto dagli scienziati a ogni domanda loro
rispondevano in maniera vaga e accompagnavano sempre le loro risposte
con una scarica dal collare.
Anche il macchinario era un mistero, era certamente una tecnologia molto
avanzata composta da tantissimi componenti interconnessi. A preoccupare
di più l'ingegnere era l'elevatissimo livello di energia che scorreva
nei collegamenti: secondo le letture c'era sufficiente energia per
vaporizzare il continente.
"Ha terminato?" Chiese improvvisamente uno degli scienziati.
Shivhek mosse lentamente la testa, vide un umanoide incappucciato e,
ipotizzando che il nuovo arrivato fosse uno dei suoi rapitori,
rispose:"Devo solo modulare il controllore al sistema secondario."
"Bene." Rispose rapidamente lo scienziato, poi, con la tipica voce di
chi ama torturare le persone, aggiunse:"Faccia in fretta. Sa che posso
aiutarla ad accelerare i tempi."
Cercando di non dare un motivo al suo carnefice di folgorarlo
ulteriormente, il vulcaniano rispose:"Si, certo. Ho quasi finito."
E fu vero, pochi secondi dopo la parete si accese con un rumore cupo e
strani lampi azzurri scaturirono da una specie di emettitore.
L'umanoide si avvicinò al vulcaniano e, sussurrandogli all'orecchio,
disse:"Si avvicini all'emettitore."
"Quello non è un emettitore." Rispose il vulcaniano.
"Lo so." Disse lo scienziato, poi, con aria divertita, aggiunse:"Sai che
cos'è?"
"Si."
"Dillo."
"E' un terminale secondario multispettral..." Una scarica elettrica bloccò
la frese del vulcaniano.
"No, no, no. Non è cosi che si chiama. Dillo in un altro modo."
"E' l'uscita di un portale multidimensionale."
Lo scienziato sorrise, anche se nessuno poteva vedere il suo ghigno
sotto il cappuccio, si avvicinò ulteriormente al vulcaniano e
aggiunse:"Allunghi la mano verso il raggio azzurro."
Shivhek rimase immobile.
"ALLUNGHI LA MANO."
Lentamente il vulcaniano avvicinò la mano destra al raggio e per qualche
secondo non capitò nulla. Poi una specie di tentacolo uscì dal raggio
azzurro e con uno scatto avvolse la mano.
A Shivhek sembrò che gli avessero versato dell'acido sulla mano, un
dolore fortissimo risalì l'arto e avvolse il corpo dell'ingegnere. Il
controllo delle sue emozioni collassò poco dopo e il vulcaniano generò
un urlo di dolore, paura e disperazione.
Lo scienziato scoppiò a ridere soddisfatto, spense temporaneamente il
collegamento e disse ad un comunicatore:"Portatemi la Klingon."
Poi fece alcuni passi verso Shivhek e con aria sempre più divertita
aggiunse:"Quello che hai appena visto e provato è relativo ad un piccolo
portale laterale, pensa a cosa succederà quando apriremo il portale
principale."
Detto ciò fece alcuni passi,posò la mano sul macchinario,
dicendo:"Quando avremo dai suoi colleghi i gel pack bioneurali, potremmo
finalmente aprire il portale principale e... SARA' UNA NUOVA ERA!"


Sentiero sulle montagne-19:25


Tre scout aprivano la strada muovendosi nella sterpaglia in modo da dare
copertura al gruppo principale che procedeva sul sentiero. I soldati si
muovevano cauti stando attenti a non farsi vedere da eventuali
sentinelle e con i tricoder tattici e sistemi di jamming si tenevano
pronti a bloccare eventuali sistemi di rilevamento automatici. La
squadra si muoveva rapidamente e in poco tempo raggiunsero la parte
rocciosa.
Con un gesto secco Riccardi ordinò alla squadra di appiattirsi contro la
parete. Rapidamente i soldati eseguirono l'ordine poi metà di loro
estrasse sistemi di rilevamento tattici e l'altra si appostò in modo da
coprire i primi con i phaser.
"Devo chiederle un cosa."Chiese Krinmar secco.
"Mi dica." Rispose secco l'ufficiale tattico.
"Siamo in venti per combattere tre soli scienziati, perché un simile
dispiegamento di forze."
"Non mi piace questa situazione, i tre scienziati sapevano che a seguito
di un rapimento avremmo risposto con la forza e malgrado ciò hanno
agito. Questo significa una cosa sola:hanno un piano e ciò non mi
piace." Rispose Riccardi a bassa voce.
Il Klingon sorrise e, dopo aver sistemato l'armatura, aggiunse:"E' la
stessa conclusione al quale sono arrivato anche io."
Un sottufficiale si avvicinò strisciando contro la parete e, mostrando
un dpadd ai due ufficiali, spiegò:"Signori, ho rilevato una caverna
occultata a 50 metri da noi."
Riccardi e Krinmar annuirono e si scambiarono un'occhiata d'intesa.

USS Faerless ore 19:25


"Allora?" Chiese Xar ruotando la sedia verso la consolle scientifica.
"Non saprei... è durato un istante. Pochi minuti fa ho rilevato un picco
di radiazioni multi spettrali nelle montagne, ma ora è sparito." Rispose
confuso l'ufficiale scientifico.
Xar rivolse la sedia verso lo schermo principale e si mise a ragionare
ad alta voce:"Doveva essere un segnale molto potente per superare il
campo di mascheramento presente sul pianeta." Poi verso l'ufficiale alle
comunicazioni aggiunse:"I Klingon cosa dicono?"
Prontamente il giovane addetto alle comunicazioni rispose:"Ne sanno
quanto noi. Anche se sono in posizione ottimale per un rilevamento, non
riescono ad oltrepassare il capo di mascheramento con i sensori. In ogni
caso continueranno a provare e se ci sono novità ci manderanno le loro
analisi."
Passarono alcuni interminabili secondi di silenzio, poi l'ufficiale
scientifico disse:"Forse possiamo lanciare una microsonda tipo 3 sulla
superficie. A quota zero il campo di mascheramento è praticamente
nullo, ciò ci permetterà di realizzare rilevamenti di precisione."
"Eh, una sonda che atterrà sulla superficie potrebbe essere rilevata con
facilità." Protestò il tenente Fish.
"La microsonda tipo 3 è progettata per essere difficilmente rilevabile,
considerando che sul pianeta è presente un campo di disturbo, i sensori
nemici non potranno rilevarla." Rispose secca Xar per zittire il
timoniere, poi si rivolse verso l'ufficiale scientifico e aggiunse:"Vada
a preparare la sonda e si faccia aiutare anche dall'OPS."
I due ufficiali annuirono, si alzarono rapidamente e raggiunsero il
turbo ascensore ma, prima che le porte si aprissero, Xar
aggiunse:"Installate anche degli amplificatori del teletrasporto nella
sonda."
L'ops annuì e rispose:"Vuole creare un'uscita secondaria per le squadre
sul pianeta."
"Esatto."
L'ufficiale scientifico si portò la mano sinistra al mento, rimase
qualche istante a ragionare e rispose:"Sarà difficile superare il campo
di mascheramento, anche con degli amplificatori potenti...ma faremo del
nostro meglio."
"Non mi aspetto di meno." Xar rimase sorpresa dalle sue parole, era
come se in lei si fosse acceso l'istinto del comando. Decisa a
continuare su questa strada, aggiunse:"Signor Fish, cerchi nel database
di navigazione e cerchi un asteroide di piccole dimensioni."
Il navigatore annuì e, digitando rapidamente dei comandi sulla consolle,
disse:"Di che dimensioni?"
"Più o meno quelle della sonda." Rispose il comandante della nave, poi,
per aggiornare gli occupanti della plancia delle sue intenzioni,
aggiunse:"La sonda potrebbe essere rilevata durante la discesa in
atmosfera. Perciò se un piccolo asteroide l'accompagna possiamo
mascherare questa fase."

In nessun luogo


"Voce, sono pronto." Disse Mc Cain con voce carica d'ansia.
"Vorrei che ci fosse un'scelta, mi spiace." A Mc Cain sembro che il tono
della voce fosse rassegnato e impaurito, da quando era in quell'universo
sconosciuto, non aveva mai sentito quell'entità parlargli con un simile
tono.
"Lo so." Una certa inquietudine si generò nell'animo dell'ufficiale.
"Iniziamo allora."


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12.07 - Cavallo di troia

Autore: Tenente Comandante Shivhek

[Flashback'>
Deep Space 16 - 5 marzo 2391 ore 17,30 - ufficio del capitano Spini.


Sherja e T'lani rimasero sedute in silenzio, sorseggiando ognuna la
loro tazza di the, guardandosi l'un l'altra: entrambe attendevano che
l'altra dicesse qualcosa, così come in una partita di kal-tok si
attendeva che qualcuno iniziasse ad aggiungere od a spostare una
tessera.

Alla fine di un lungo sorso di thè alla vaniglia, Sherja cedette,
forse mossa più dalla sua parte umana, dicendo: "Ambasciatrice, devo
confessarle una cosa"
"La ascolto" rispose T'Lani
"Siamo saltati troppo in fretta alle conclusioni durante la riunione.
Non abbiamo dati sufficienti per poter affermare con certezza che
Shivhek ed Auloh siano stati rapiti, che i tre scienziati siano
responsabili del rapimento e non ultimo che, come ipotizza Xar,
abbiano trovato chissà quale arma od abbiano fatto quale
scoperta....."
"Ne sono convinta anch'io capitano."
Sherja corrucciò lo sguardo "Ed allora perché ci ha assecondati?"
"Per i suoi stessi motivi, capitano. Solo che lei non vuole ammetterlo
e vuole che io la giustifichi."
"Mi spieghi, allora."
T'lani si concesse una piccola smorfia per celare un sorriso. "Primo:
lei sta dando fiducia ad un ufficiale poco dotato nel comando e
nell'investigazione. Le lascia la gestione della missione,
affiancandole però ufficiali come Riccardi , così come in passato lo
stesso Khish, che già possiedono quelle qualità e possono prendere in
mano la situazione in caso degeneri."
"Questo lo avrei fatto comunque, indipendentemente dalla missione specifica."
"Secondo, lei non è del tutto convinta delle conclusioni di Xar,
perché dettate forse più da quelli che io chiamerei 'desideri di
avventura' e non da dati inconfutabili a maggior ragione ha inviato
con lei Riccardi che sa mantenere i piedi per terra".
"Ammesso che sia tutto vero, perché lei non ha sollevato obiezioni
durante la riunione?"
"Eravate tutti presi dalle vostre emozioni. Lamak e K'ooD avrebbero
inviato comunque le loro navi a verificare. Non aspettavano altro -
T'Lani sorseggiò il suo thè per togliersi un incipiente arsura nel
cavo orale che da qualche giorno la affliggeva - E lei, come me,
l'aveva capito subito che dobbiamo far pesare sempre la presenza della
Federazione, anche se si tratta di una missione congiunta di
salvataggio o di semplice investigazione."

"E se fosse tutto un buco nell'acqua, potremmo dire che le operazioni
di routine devono essere condotte dal presidio federale della base. In
futuro potremo semmai citare questo precedente rimarcando l'eccessiva
ingerenza romulana o klingon nelle operazioni routinarie,
permettendoci di agire più liberamente - T'lani prese un altro sorso
di thè - e se invece fosse una cosa seria, allora potremo sfruttare
il loro appoggio e la loro presenza per predisporci al peggio."

Sherja si concesse un mezzo sorriso che suscitò la curiosità
dell'ambasciatrice.
"Capitano, cos'è che la fa' sorridere?"
"Niente di importante, ambasciatrice. Gradisce un'altra tazza di the?"
"No grazie però ci terrei a conoscere i motivi della suo accenno di
ilarità. Non credo sia dettato dal fatto che l'ultima parte del mio
ragionamento sia un "cavallo di Troia" politico....."

"Ne è una conseguenza e mi ha rammentato un'affermazione di un
politico terrestre di tre secoli fa"
T'lani fece un cenno d'assenso con il capo
"Con il dovuto rispetto, Ambasciatrice, non vorrei ....."
"La prego, capitano....."
"Un politico è una persona che se si china ad accarezzare un bimbo,
lo fa' solo per rubargli le caramelle."
"Ci ho ripensato, Capitano.....Potrei avere un'altra tazza di thè?
Vorrei approfondire alcuni aspetti di teoria e dottrine politiche con
lei.....Questa discussione si sta rivelando più interessante di quanto
mi aspettassi...."


Terethus IV - Rifugio sotterraneo 5 marzo 2391 . ore 19,50

"Sei uno stupido, numero 2! - Esclamò uno dei tre umanoidi in tunica
viola, verso il suo vicino che indietreggiò- I tuoi risentimenti
verso i vulcaniani sono irrilevanti. Non perdere mai di vista il
nostro scopo finale."
"Tu non puoi darmi ordini, numero 1".
"Non m'interessa darti ordini, mi interessa il risultato finale. E non
si ottiene con i tuoi metodi."
"Ma.."
Colui che era stato indicato come numero 1 lo inerruppe : " Basta!
Guardate qui. Queste fluttuazioni nel campo di smorzamento...."
"E' un effetto collaterale del portale" disse il numero due.
"Niente affatto. Si vede che sei un archeologo. La distribuzione è
puntiforme e non concentrata. Queste potrebbero essere delle sonde."
"Abbiamo il campo di smorzamento, oppure le tue precauzioni si stanno
rivelando inefficaci?"
"Affatto, ma meglio eccedere in prudenza ampliamo lo spettro e le
frequenze di azione delle nostre contromisure."
"M.a diventeranno meno efficaci, un po' come un medicinale ad ampia
azione antivirale" aggiunse il numero 3.
"Lo so benissimo - rispose il numero 1 - ma non voglio trovarmi con i
federali addosso. E tu, vulcaniano, riprendi il tuo lavoro."
Shivhek che stava osservando in disparte i tre litigare, cercando di
riaversi dallo choc della scarica del portale, disse : " non posso
fare altro senza gel bioneurali e voi lo sapete."
Un altro allarme si accese sulla consolle di controllo.
"Intrusi!" disse il numero due
"Cooosa?? Fai vedere." il numero 1 spostò con una manata il numero 2
dalla consolle.
"Truppe federali e klingon nel cunicolo. Come accidenti hanno fatto?"
"Credo che sia ora di usare la gas-tossina "
"Perchè invece non facciamo intervenire chiamiamo i mercenari
nausicaani che abbiamo assoldato? Sono accampati poco distante dal
cunicolo "
"Guardate qui! Perfino il nostro campo base è presidiato dai federali!"
"Mandiamo allora i mercenari al campo base, così gli intrusi andranno
in soccorso dei loro commilitoni."

Mentre discutevano tra loro un altro allarme suonò.
"Che diav....Guardate qui - il numero uno mostrò le immagini agli
altri. - Il medico ficcanaso....Sonx! Ecco qui il nostro jolly."
L'umanoide incappucciato toccò un controllo ed un raggio violaceo
colpì il dottore che cadde a tramortito a terra.
"Che vuoi fare di lui?"
"Conosco i federali, non cederanno mai ad un ricatto e quindi
dobbiamo agire d'astuzia. Condizioneremo mentalmente il dottore per
fargli rubare i gel bioneurali e consegnarceli in un luogo stabilito
dopodiché faremo in modo che le truppe nel cunicolo lo trovino, magari
con un paio di ferite che non possono essere curate con un kit di
emergenza. Se il loro teletrasporto funzioni o meno, dovrà risalire
sulla loro nave appoggio....mi pare che si chiami Fearless e qui il
nostro bravo dottore "cavallo di troia" ci farà avere ciò che ci
serve."
"Possiamo fare fuori la klingon, allora...."
"Non subito. Voglio sperimentare gli effetti del portale sulla
fisiologia klingon, d'altra parte sono un genetista e xenobiologo"



Terethus IV - Grotta vicino il campo base - Ore 20,20.

"Da questa parte....ho trovato un passaggio. Disse Krinmar.
Gli occhi del Klingon sembrarono scrutare l'oscurità.
Annusò l'aria.
L'odore di stantio pervase le sue narici.
Sputò in terra.

Nel mentre Riccardi, che stava quasi maniacalmente controllando il
dispiegamento degli uomini e degli enfatizzatori di segnale, tornò
verso l'avanguardia, facendosi strada con forza tra i Klingon ed i
suoi. Il fatto di essere capo della sicurezza aveva acuito in lui la
necessità di dover essere sempre in prima fila.

"Allora?"
"Qui non c'è niente se non il fetore di stantio....sembra la tana
abbandonata di un targh."
Gli altri klingon sogghignarono.
"Silenzio" sibilò l'umano.
Accese i led del suo fucile.
Alto, basso ,sinistra, destra.
Niente....
"Libero"
fece un cenno della mano ed un uomo si posizionò poco più avanti sulla
parete alla sua sinistra.

Il klingon fece lo stesso

Alto, basso ,sinistra, destra.
Niente....
"Libero"

Gli uomini avanzarono.

Ad ogni posizione guadagnata Riccardi, non volendosi affidare
totalmente alla cartografia, lascia va un segno sulla roccia.

Grotta sotterranea, ore 20,30

Yelath aveva terminato l'impianto del chip ad induzione a contatto
dell'osso mastoideo di Sonx sedato e drogato.
"Hai calcolato bene la dose della droga?" Chiese Merth.
"Certo! Non è la prima volta che lo faccio....non sono mica un
archeologo IO...."
"Smettila di provocarmi! Se non fosse stato per i miei studi, non
avreste mai trovato questo posto"
"E tu non sapresti come sfruttarlo, ecco perchè ti sei rivolto a noi."
"Smettetela! - li interruppe Resath - litigare tra noi è
controproducente. Tenete sempre in mente l'obiettivo finale. Il
ficcanaso è pronto"
"Direi di sì" rispose Yelath
"Dove sono i federali?"
Merth armeggio nella consolle " A 500 metri dall'entrata del cunicolo.
Gli idioti non si sono accorti che stanno girando in tondo -
Sogghignò -
"Allora teletrasportiamolo ad un centinaio di metri avanti alla
posizione all'entrata del cunicolo".
"Non sarebbe meglio provare prima se la droga abbia fatto effetto?"
"Giusto! Mettiamoci i cappucci, non voglio rischiare in ogni caso."


Cunicolo - ore 20,40


"Capo Vath, posizione?" chiese Riccardi al sottufficiale addetto ai rilievi.
Stiamo percorrendo un cunicolo in pendenza 5% verso il basso,
direzione stimata nord - nord est.
"Faccia vedere - Riccardi prese il padd - c'è qualcosa che non mi convince".....
Riccardi esaminò i dati alla luce di una lampada a led. Guardò Kinmar
che ricambiò il suo sguardo interrogativo. Poi di colpo esordì : " I
sensori? Gli scanner? Fate attenzione alle tracce di energia, non
vorrei che ci fossero cunicoli occultati. Continuiamo ad avanzare".



Xaran Chu - in nessun tempo.

"Ironia della sorte.....il mio soprannome era Shade...Ombra...ed ora
io sono immerso nelle ombre, quasi a confondermi con loro"

"Diventerai parte di loro" - La voce risuonò nella sua testa od almeno
in ciò di cui McCain aveva percezione di essere la propria testa.

"Perché proprio io? Perché il caos?"

"Perché non potevamo fare a meno di te. Forze di cui non puoi nemmeno
immaginare la potenza hanno manipolato le linee delle varie dimensioni
per poter finalmente tornare dal loro esilio. Tu sei una pedina come
gli altri prima di te"

"Ci sono degli altri?"
"C'erano, ci sono, ci saranno. Questo è irrilevante. Non pensare in
termini temporali. Se capirai in che modo la realtà è .....come posso
dirtelo? Non esiste un vocabolo adatto alla tua comprensione....."

"io ho capito solo una cosa...."
"Cosa?"
"Che sono un fantasma....."
"Definizione inadeguata, banale e fuorviante"
"Sai cos'è un fantasma? Un evento terribile condannato a ripetersi
all'infinito. Forse solo un istante di dolore, qualcosa di morto che
sembra ancora vivo, un sentimento sospeso nel tempo come una
fotografia sfuocata, come un insetto intrappolato nell'ambra, un
fantasma, questo sono io.

"Smettila di pensare in termini temporali e prova a pensare alla
realtà, alla TUA realtà come una vibrazione e forse capirai....."


Cunicolo sotterraneo, ore 20,50

"Contatto visivo- esclamò Krinmar - Sagoma umanoide distesa a 150 metri".
"Vado avanti io - disse Riccardi - Copritemi."
"Vengo con lei, comandante.- Disse Krinmar - Non permetterò che si
prenda tutti i meriti"
"Andiamo allora."- Alessandro mollò una sonora pacca sulla spalla del
Klingon, sollevando dalla sua armatura un po' di polvere cristallina
che vi si era depositata .

Kinmar avanzò cautamente sentiva ora che l'aria di faceva più fresca.
Annusò tre volte.
"Credo che stiamo arrivando ad un'apertura. Sento puzza di trappola"
disse il klingon
"Il primo modo per evitare una trappola è immaginarne l'esistenza"
ribatté l'umano.
Kinmar puntò la luce led verso il "bersaglio" ed abbassò di poco
l'arma ad energia.
"Riccardi, questo è uno dei suoi...... dev'essere svenuto per la
paura!" Non riuscì a trattenere una fragorosa risata.
"SONX!" esclamò Alessandro chinandosi verso il dottore.
Accostò il volto a quello del denobulano.
Respirava, sebbene avesse delle bruciature in corpo.
Prese il tricorder medico e lo analizzò. Non era grave ma necessitava
di cure che non potevano essere prestate con il kit medico
d'emergenza.
Il capo della sicurezza si alzò e fece cenno agli altri di avanzare,
ordinando a due uomini del gruppo di tornare indietro e portare fuori
il medico.
Poi vide il proprio segno sulla parete ed imprecò .
"Contrordine. Uscite da qui - indicando il cunicolo alla sua
sinistra.- Siamo al punto di partenza. Abbiamo girato in tondo!"


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12.08 - A bordo

Autore: Tenente Comandante Dal-amar Sonx

Cunicolo sotterraneo - ore 20,55

"Contrordine. Uscite da qui!"
Riccardi fece ritirare dalla zona tutte le squadre sia federali che klingon.
"Cosa succede federale?" chiese Kinmar

"In qualche modo abbiamo girato in tondo, avevo lasciato dei segni sulla parete
per segnare i nostri passaggi, e sulla roccia vicino a dove abbiamo trovato il
dottore, c'era uno dei miei segni"
"Il vostro dottore come sta?"
Riccardi si volse verso il denobulano "Non molto bene ma penso se la caverà, le
ustioni che ha sul corpo sembrano dolorose ma non mortali, comunque ho preferito
allontanare i nostri uomini"
Il klingon vece un leggero cenno di assenso col capo.
"Kinmar, vuole prendersi l'incarico di organizzare delle squadre di ricerca per
capire se quei tunnel hanno qualcosa di 'strano', e capire come abbiamo fatto a
girare in tondo?"
"Sicuramente sono pericolosi" si volse un attimo verso Sonx "... ma si sa che noi
klingon non abbiamo paura di niente!" sorrise mostrando i suoi denti aguzzi "mi
dia dieci minuti e preparerò due squadre"
"La ringrazio, io vedrò di organizzare un recupero per il nostro dottore"



Campo base dei ricercatori - ore 21,20


Il sottoufficiale della flotta di pattuglia lungo il perimetro intimò l'alt al
gruppo che gli si faceva incontro poi riconobbe il capo della sicurezza
"Ehm ... mi scusi signore"
"Niente scuse, e continua così, quando fai il tuo dovere non sbagli mai"
Leggermente imbarazzato, ma al contempo gratificato, riprese il suo compito di
sorvegliare l'area esterno del campo base dei tre scienziati, durante tutta
l'assenza di Riccardi e dei klingon, nessuno era tornato al campo o si era
avvicinato.
Alessandro si trovava al fianco della barella su cui era agiato Sonx, lo aveva
vegliato per tutto il tragitto di ritorno dalle grotte, il denobulano però non
aveva dato segni di ripresa anche se il tricorder medico continuava a
visualizzare
diagnosi non preoccupanti, l'umano però non si fidava dello strumento come il
teletrasporto magari il campo di disturbo che avvolgeva il pianeta stava in
qualche modo interferendo con il dispositivo medico.
"Signor Ross!"
"Eccomi signore" l'ufficiale alle comunicazioni rispose subito alla
convocazione.
*Mi piace il personale della flotta ... sempre efficiente in tutte le situazioni*
pensò Riccardi mentre l'uomo si presentava a rapporto.
"Come è lo stato del teletrasporto? Dobbiamo riportare a bordo il dottore quanto
prima"
"Mi spiace signore ma non ci sono stati cambiamenti da quando siamo arrivati ..."
"Maledizione. Contatti la Fearless, gli faccia sapere quali sono le
nostre priorità,
non mi fido del tricorder medico e sicuramente Sonx ha bisogno di aiuto"
Mentre l'ufficiale dispensava gli ordini il suo badge trillò con il
consueto suono
di una trasmissione in arrivo.
=^= Qui la Fearless, Riccardi mi riceve? =^=
"Si consigliere mi dica"
=^= Comandante, i nostri sensori hanno rilevato una finestra di 'non
disturbo' se
così la vogliamo chiamare, abbiamo una limitata area di scansione per
i sensori e
a quanto pare anche per il teletrasporto. Com'è la situazione lì a terra? =^=
Dopo un paio di minuti Alessandro aveva fatto un rapporto piuttosto esaustivo
della situazione.



Portale 2C - alcuni secondi prima


"Yelath, pensi sia un bene ridurre il campo di disturbo del teletrasporto?"
chiese Merth.
"Se aspettiamo che organizzino un trasporto navette per riportare il nostro
'cavallo' a bordo, rischiamo che la droga e il chip non facciano il loro lavoro.
Ci servono i gel della Fearless, prima è meglio è"
I due guardarono di nuovo gli schermi della sicurezza.
"E a proposito di loro che mi dici?"
L'andoriano osservò il monitor 2 "Lasciamoli girare in tondo, è praticamente
impossibile che quei barbari klingon riescano a trovarci!"



USS Fearless - Infermeria - ore 21,40


Il sottoufficiale medico aveva attivato il M.O.E. della nave in attesa che dalla
sala trasporto trasportassero lì il suo diretto superiore.
"Prego, specificare l'entità dell'emergenza medica"
"ehm ... 'dottore' non lo so ancora siamo in attesa del paziente"
Stizzito il medico olografico di emergenza guardò Mbeke "Cos'è il tono
con cui ha
pronunciato il termine 'dottore'?Lei mi sta mancando di rispetto, non
credo che ..."
Il blaterare del M.O.E. venne interrotto dalle porte che si aprivano per far
entrare la barella con a bordo Sonx, i due non continuarono il loro battibecco
ma si misero ai lati del lettino gravitazionale e tricorder medici alla mano
iniziarono le loro analisi.



USS Fearless - Infermeria - ore 22,04


Dal-amar si mise a sedere, aveva l'impressione di essere reduce di una sbornia ...
peccato che lui non ne avesse mai avuta una.
Alcuni istanti dopo le luci sopra il suo letto medico aumentarono di intensità,
a ruota fece capolino il volto di Mbeke.
"Dottore!Ben tornato fra noi"
Sonx si guardò un po' attorno, non sembrava molto convinto "Ma non mi trovavo
su un pianeta?"
"Sì, ma è rimasto vittima di un incidente, o qualcosa di simile, e siamo
riusciti a riportarla a bordo"
"Diagnosi?"
"Aveva diverse ustioni di terzo grado su mani, braccia e volto. Ma abbiamo
sistemato tutto non si preoccupi"
Il denobulano si era subito guardato le mani.
"Prognosi?"
"A parte gli ordini del capitano Xar ..."
"Capitano Xar?! Ma quanto ho dormito?!"
"Bhe è il consigliere al comando, quindi le spetta il titolo di capitano"
"Dettagli, prosegua ..."
"... dicevo a parte gli ordini del capitano di tenerla qui, lei non ha nulla
che non va"
"Non mi serve sapere altro" così dicendo il dottore saltò giù a piè pari dal
letto, dirigendosi al proprio ufficio dove al sulla sua poltrona si trovava
il M.O.E. lo osservò per un attimo "Computer disattivare il medico olografico
di emergenza. Autorizzazione Sonx-Beta-2."
All'istante l'ologramma sparì.



Portale 2C - nello stesso momento


"E' a bordo Yelath"
"Bene invia il segnale e monitorizza la posizione del dottore e il suo segnale
di recupero, dovremmo disattivare nuovamente il campo di disturbo"
Merth premette alcuni pulsanti "Impulso inviato"



USS Fearless - Infermeria - ore 22,10


Sonx rimase immobile per alcuni istanti. Poi improvvisamente il dottore si
mise a lavorare sulla consolle della sua scrivania.
Mbeke lo raggiunge "Dottore dovrebbe riposarsi, non mettersi al lavoro"
Il denobulano guardò il suo assistente, poi digitò altri comandi, una volta
terminato raggiunse il ripiano degli ipospray ne impostò uno, e tornato nel
suo ufficio, lo premette sul collo dell'assistente "Dormi ora, e lasciami
fare il mio lavoro" detto questo iniziò ad armeggiare con uno dei pannelli
vicino al replicatore "Oh eccovi qui" il suo sorriso andava, letteralmente,
da una parte all'altra del suo volto mentre guardava i gel pack bioneurali
collegati al sistemi della Fearless.


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12.09 - Giocando con il fuoco...

Autore: Ambasciatore Romulano Lamak K'Jad D'Kran

USS Fearless, plancia - 5 marzo 2391, ore 22:15

L'allarme proveniente dalla sua consolle fece quasi balzare dalla sedia il
tenente Fish
"Capitano, si è appena verificato un calo di potenza nei sistemi
dell'infermeria" annunciò, armeggiando con i controlli "il replicatore e
metà dei sistemi medici risultano offline"
Xar si accigliò: anche se sapeva che al dottor Sonx erano già state prestate

tutte le cure del caso, un istinto che nemmeno sapeva di possedere la
avvertiva che quello che era appena successo non era un semplice guasto
tecnico, ma qualcosa di molto più grave.
=^= Plancia a infermeria. Che succede?=^=
Nessuna risposta
=^= Plancia a infermeria. Dottor Mbeke, dottor Sonx, mi sentite?=^=
Ancora nessuna risposta.
"Computer, localizzare il dottor Mbeke e il dottor Sonx"
=^=Il dottor Mbeke si trova in infermeria. Posizione del dottor Sonx
sconosciuta=^= La informò la fredda voce del computer. Shanja imprecò tra
se: ma certo, il denobulano era stato ritrovato senza comunicatore e nessuno

si era preso la briga di dargliene un altro da quando era tornato a bordo.
"Che dicono i sensori interni?" chiese al timoniere
"Non sono operativi a causa del calo di potenza."
"Mandi una squadra di sicurezza in infermeria, io li raggiungerò sul posto"
Ordinò la trill "A lei la plancia, tenente."

USS Fearless, infermeria - poco dopo

Shanja entrò nella stanza e immediatamente notò il corpo dell'umano a terra.

"Sembra sia stato sedato" la informò il sottufficiale a capo della squadra
di sicurezza andandole incontro "abbiamo trovato questo ipospray a terra
poco lontano dal corpo."
"Il dottor Sonx?" chiese la trill, e non avrebbe saputo dire nemmeno lei se
stesse chiedendo informazioni sulla sorte del denobulano o una conferma
della sua colpevolezza.
"E' probabile" le rispose il sottufficiale, optando senza esitazioni per la
seconda ipotesi "lo stiamo già cercando in tutta la nave"
=^=Plancia a infermeria, abbiamo rilevato un teletrasporto non autorizzato
verso la superficie del pianeta=^= la voce del tenente Fish era piena di
rammarico =^=Non siamo riusciti a fermarlo=^=
A Shanja Xar occorsero un paio di secondi per incassare il colpo: =^=
Capisco, tenente. Provveda a informare la squadra di sbarco delle novità=^=
poi si volse verso il sottufficiale al suo fianco e disse "Faccia sospendere

le ricerche, capo, non sono più necessarie."

Superficie di Terethus IV, sala del portale - poco prima

La luce che si accese sulla consolle fece sorridere gli scienziati sotto al
cappuccio, poi uno di loro premette un pulsante, e lo sfarfallio familiare
di un teletrasporto comparve nella stanza.
"Bene bene" disse uno di loro "Il nostro fattorino è tornato col pacchetto"
"Vado a recuperare il vulcaniano" disse un altro "E' tempo che si rimetta al

lavoro"

Xaraan Chu - in nessun tempo

"Non c'è più tempo." La Voce ora era dura, come quella di un mastro
costretto a ripetere per l'ennesima volta la spiegazione ad uno studente
poco intelligente.
"Allora spiegami chiaramente cosa devo fare!" Shade sentì montare una rabbia

improvvisa e bruciante "Capisco che sono solo un povero stupido umano, ma
prova a spiegarti! Se vuoi che impedisca la fine dell'universo, spiegati!"
"E' inutile, tu non capisci..."
McCain avrebbe voluto il suo interlocutore tra le sue mani - se avesse
saputo dov'erano! - per strangolarlo, ma non riuscì a ribattere a tono
perché proprio in quel momento si scatenò un... Terremoto... Non avrebbe saputo
trovare un vocabolo migliore... Nel centro esatto delle sue percezioni. Shade
cacciò un urlo di puro dolore, mentre si sentiva come un relitto trascinato
da un uragano, sballottato in ogni direzione e spinto sempre più verso la
pazzia. Proprio quando pensava che non sarebbe riuscito a resistere un
secondo di più, il "terremoto" si placò istantaneamente com'era cominciato,
lasciandolo stordito e tremante.
"Era... Questa... La vibrazione a cui dovevo pensare?" chiese quando fu in grado

di articolare nuovamente un pensiero coerente.
"Queste erano le catene che si spezzano, il Caos che ritorna..." rispose la
Voce "Se vuoi davvero impedirlo devi capire. Ora."
"E' quello che sto cercando di fare da quando sono qui! Ma tu..."
Un'improvvisa percezione bloccò a metà la tirata di McCain: l'immagine di
una stanza che non gli era affatto familiare, e una figura china su se
stessa che invece sembrava... Durò solo un istante, ma Shade era certo che
fosse...
"Voce, quello che ho appena 'visto' era per caso...?"
"Forse cominci a capire..."

Superficie di Terethus IV, grotte - ore 23:15

Kinmar era ormai arrivato al limite della sua scorta personale di pazienza
klingon. Aveva perlustrato due volte con i suoi uomini i cunicoli,
sondandoli palmo a palmo senza riuscire a trovare il benché minimo indizio
di un qualche tipo di campo di occultamento, di emettitore olografico,
insomma di un qualsiasi tipo di tecnologia che spiegasse perché stavano
girando in tondo da ore: infine, scagliò disgustato il suo tricorder
mandandolo a fracassarsi contro una parete di roccia.
"Basta!" Tuonò "ora si fa alla vecchia maniera: due squadre da tre,
distanziate non più di 3 metri una dall'altra, e usate gli occhi questa
volta, non questi dannati aggeggi!"
I klingon si avviarono per l'ennesima volta all'interno delle grotte, con
gli occhi incollati al suolo e lungo le pareti come segugi che annusassero
il terreno in cerca della preda chi avesse visto la scena dall'esterno
avrebbe forse potuto trovarla comica, ma qualsiasi ilarità sarebbe svanita
non appena avesse visto le espressioni sui loro volti: i tre scienziati non
avrebbero ricevuto nessuna pietà una volta che fossero stati nelle loro mani


Dopo circa venti minuti di infruttuosa esplorazione, i klingon giunsero nel
cunicolo nel quale era stato ritrovato il medico denobulano e Kinmar era
all'erta, con i sensi tesi al massimo: il suo istinto di guerriero gli
diceva che nella roccia davanti a loro si trovava la chiave di quella
missione. Giunto nel punto esatto in cui avevano rinvenuto il dottor Sonx,
il klingon si inginocchiò a studiare il terreno.
"Qui c'è qualcosa che non va" mormorò, e dovette fare uno sforzo per non
insultarsi mentalmente per non averlo notato prima. Il pavimento della
caverna era pieno di una sottile polvere di qualche tipo di cristallo, sulla

quale erano ben visibili sia la sagoma del corpo disteso del denobulano, sia

le impronte degli stivali dei suoi soldati: quello che invece mancava
completamente erano le tracce che il denobulano stesso, ferito, avrebbe
dovuto lasciare trascinandosi fino al punto in cui era stato trovato. Il
klingon non conosceva la leggenda del cavallo di Troia, ma sapeva che
l'unica conclusione possibile era che il denobulano fosse stato
teletrasportato fin lì perché loro lo trovassero, e questo significava che
anche in questo momento con ogni probabilità qualcuno li stava osservando, e

significava anche che forse far risalire il dottore era stato un tremendo
errore...
Mentre pensava a tutto questo i suoi occhi continuavano a perlustrare il
cunicolo alla ricerca un qualsiasi altro indizio, e fu allora che le vide, a

poche decine di metri da lui: non le orme del dottore, ma altre, che di
sicuro non appartenevano agli stivali dei suoi uomini o ai federali.
Orme che svanivano nella parete della caverna.

Superficie di Terethus IV, sala del portale - nello stesso momento

Merth sorrise sotto al cappuccio osservando sullo schermo i klingon
completare l'ennesimo infruttuoso giro di perlustrazione dei cunicoli.
Quegli animali non sarebbero mai riusciti a rilevare con i loro rozzi
tricorder il sofisticato campo di mascheramento che gli iconiani avevano
piazzato per proteggere il portale. Lui stesso e i suoi colleghi avevano
impiegato due mesi solo per capire come attivarlo...
Si volse a osservarli, mentre sorvegliavano il vulcaniano intento a
completare l'installazione dei pacchetti di gel bioneurale procurati loro
dal dottore. Odiava i vulcaniani quasi quanto i klingon, ma doveva ammettere

che il loro prigioniero aveva velocizzato non poco il loro lavoro. Entro
pochi minuti avrebbero potuto fare il primo esperimento a piena potenza, ed
entro pochi giorni né i vulcaniani né i kingon sarebbero stati più un
problema.
"Manca ancora molto?"
"No, il nostro ospite è un lavoratore molto solerte" ironizzò Resath,
accarezzando inconsciamente il bracciale che portava "entro un'ora al
massimo potremo fare il primo esperimento"
*E la nostra focosa klingon avrà l'onore di essere la cavia per l'arma che
spazzerà via il suo popolo* sogghignò Yelath.

Superficie di Terethus IV, imbocco delle caverne - 6 marzo 2391, ore 00:30

Kinmar e Riccardi si mossero all'unisono, guidando il loro gruppo d'attacco
all'interno delle grotte.
Resistendo all'impulso di lanciarsi verso l'ingresso occultato non appena
l'aveva individuato, il klingon aveva proseguito la sua ispezione per
ingannare eventuali osservatori. Giunto in prossimità dell'apertura
occultata aveva "accidentalmente" scalciato un sassolino, osservandolo con
soddisfazione svanire attraverso la schermatura ottenuta così la conferma
che si trattava di un inganno olografico di qualche tipo e non di un campo
di forza solido aveva guidato i suoi soldati fuori dai cunicoli e inviato un

uomo al campo base perché spiegasse a Riccardi quello che avevano scoperto.
Riccardi era giunto poco dopo con il resto della squadra di sbarco, e il
klingon aveva potuto così avere la conferma che il suo istinto non si
sbagliava in merito alle circostanze del ritrovamento del dottore. Insieme i

due ufficiali avevano deciso di prendere d'assalto i tre scienziati senza
indugio, confidando che l'effetto sorpresa avrebbe impedito loro di nuocere
agli ostaggi.
Il piano era buono, e in un normale caso di sequestro avrebbe probabilmente
funzionato.
Ma questo non era un normale caso di sequestro.

Superficie di Terethus IV, sala del portale - nello stesso momento

Resath stava letteralmente leccandosi le labbra sotto al cappuccio mentre si

avvicinava alla consolle. Pochi istanti prima Shivhek aveva completato gli
ultimi controlli e il portale secondario era stato attivato, e ora il
cardassiano stava per premere il pulsante che avrebbe dato energia al
portale principale. Yelath e Merth dividevano la loro attenzione tra il loro

collega e i prigionieri che giacevano immobilizzati ai loro piedi, ignorando

i monitor che in quel momento mostravano truppe federali e klingon sciamare
nella caverna.
Il cardassiano premette il pulsante proprio mentre Riccardi e Kinmar
irrompevano attraverso lo schermo olografico e una figura sbucava attraverso

il portale secondario.
Non aveva idea di cosa avesse liberato.

Xaraan Chu - in nessun tempo

Per anni, per secoli, o forse solo per pochi secondi Shade aveva provato a
richiamare a se l'immagine che aveva colto per pochi istanti dopo il
'terremoto'. La Voce aveva ragione, stava imparando come fare, anche se
faticosamente: ogni volta riusciva a scendere un po' di più in se stesso,
focalizzava maggiormente le sue percezioni, e si preparava.
Si preparava perché la Voce gli aveva spiegato che la sua unica occasione
per intervenire si sarebbe presentata quando fosse nuovamente arrivato il
'terremoto': attraverso quello avrebbe dovuto farsi strada per giungere fino

al tempo e al luogo in cui il suo intervento era necessario.
"Ci siamo" lo avvertì la Voce. Anche McCain lo percepiva questa volta,
sebbene sapesse come descriver questa sensazione forse il paragone più
calzante era il rombo lontano, la leggera vibrazione che precede l'arrivo di

una valanga.
E infatti il 'terremoto' arrivò: sebbene Shade questa volta fosse preparato,

calò su di lui come un immenso maglio, infliggendogli un dolore che si
originava dal centro del suo essere per un attimo temette che ne sarebbe
stato sopraffatto un'altra volta, che si sarebbe perso, poi si avvide che,
sebbene con uno sforzo immane, riusciva a contrastarlo, a galleggiarvi sopra

come una nave su un mare in tempesta.
Lentamente riprese il controllo di se stesso, lentamente le sue percezioni
tornarono, e 'vide', prima in brevi flash e poi sempre più a lungo, la
stanza che aveva visto precedentemente. Inizio a muoversi verso di essa,
forse camminando, forse nuotando, forse galleggiando, e man mano che si
avvicinava sentiva il suo corpo riacquistare consistenza, i suoi sensi
riprendere a funzionare. Ora vedeva la stanza come se fosse imprigionata, o
come se lui fosse imprigionato, dentro ad uno specchio. Raccolse le forze
per spiccare il balzo finale, e proprio mentre attraversava il portale gli
sembrò di sentire la Voce mormorare, con profonda tristezza
"Troppo tardi..."

Superficie di Terethus IV, sala del portale - nello stesso momento

Gli innesti dell'albero alieno brillarono sempre più violentemente, mentre
l'energia fluiva all'interno della sua parte organica, facendo tremare il
pavimento della sala e creando giochi di luce che tutti - scienziati, rapiti

e liberatori - fissavano meravigliati.
Resath rideva, mentre osservava i suoi sogni di gloria e grandezza prendere
vita, ma si sbagliava, e inorridì quando vide la corteccia dell'albero
iniziare a riempirsi di crepe.
Si sbagliava, perché quello che aveva attivato non era un portale. Era una
delle connessioni allo spazio-tempo da cui gli iconiani traevano energia per

alimentare la loro rete di portali.
Si sbagliava, perché non sapeva che quello spazio-tempo non era disabitato,
ma abitato da esseri che avevano ingaggiato guerra con gli iconiani per
difendere la loro realtà.
Si sbagliava, perché non sapeva questi alieni che avevano giurato di
vendicarsi, e che la loro sete di vendetta era tale da costringere infine
gli iconiani a erigere un immane sistema di contenimento che separasse le
due realtà.
Si sbagliava, perché non sapeva che l'albero era in realtà il cuore di quel
sistema di contenimento, e che era - dopo millenni di utilizzo - ormai
difettoso.
E che ora stava cedendo.


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12.10 - Voglio tornare!

Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi

Superficie di Terethus IV, portale secondario - 6 marzo 2391, ore 00:35

Ci fu un lampo accecante seguito da un odore acre e dolciastro che
invase la caverna e, infine, un urlo antico e feroce risuonò nella
caverna.
Il comandante Auloh rimase accecata per qualche secondo e per poco non
cadde a terra quando dal portale si generò un secondo lampo
accompagnato da un'esplosione. Quando la Klingon riuscì a riaprire gli
occhi rimase di sasso: un essere mostruoso alto più di due metri le
stava venendo in contro. La creatura sembrava essere uscita
direttamente dall'inferno, piuttosto che da un portale
multidimensionale. Due piedi artigliati e muscolosi si muovevano
lentamente mentre una testa zeppa di zanne osservava l'ambiente come
per fiutare la preda.
Delle voci famigliari ridestarono il comandante Auloh. Il coraggio
tipico della sua razza si riattivò di colpo facendole recuperare il
tentennamento iniziale. Prontamente la donna assunse una posizione di
combattimento ma, prima che riuscisse ad attuare una strategia di
combattimento, l'essere la raggiunse e, rapido come una frusta, fece
scattare il tentacolo.

*E' la fine.*Pensò.

Uss Faerless-nello stesso istante
"Capitano, i sensori rilevano un picco di energia nelle grotte."
Annunciò il tenente Fish.
Il consigliere Xar si spostò leggermente dalla poltrona e, mentre
digitava comandi su una consolle, rispose:"Grazie tenente, continui a
monitorare la situazione:" Poi, verso l'ufficiale scientifico,
aggiunse:"Esegua subito analisi approfondite, voglio sapere cosa sta
succedendo."

Senza attendere una risposta da parte dell'interrogato, la Trill
attivò il comunicatore dicendo:"Capitano a sala teletrasporto, siete
pronti?"
=^= Si capitano, ma le ricordo che possiamo riportare su solo tre
persone alla volta.=^= Rispose il guardiamarina T'Noll.
"Bene, tenetevi pronti."


Superficie di Terethus IV, portale secondario - 6 marzo 2391, ore 00:29

La squadra di sicurezza irruppe nella caverna con una straordinaria
rapidità. I mercenari di guardia agli accessi, colti di sorpresa,
furono sopraffatti rapidamente dal micidiale assalto federale-klingon.
Kinmar sparò col disgregatore costringendo alcuni nemici a ripararsi
sotto una roccia, poi, grazie al fuoco di copertura delle retrovie,
raggiunse rapidamente la prima linea appostata dietro una cassa di
duranio.

"Cosa diavolo sta succedendo?" Chiese il comandante Klingon.
"Non lo so signore." Rispose un giovane marinaio federale, detto ciò
il ragazzo alzò lo sguardo per vedere meglio e, osservando la
situazione, aggiunse:"Vedo delle persone allontanarsi da una
consolle."
Un colpo di disgregatore raggiunse il giovane, Krinmar lo spinse
rapidamente di lato, allontanandolo dalla traiettoria e salvandogli la
vita.

"Grazie signore."Abbozzò il giovane bianco come un cencio.
"Attento ragazzo, non vorrai entrare nello Sto-Vo-Kor prima di me."

Nello stesso istante che il Klingon diceva quelle parole, il gruppo fu
raggiunto da Riccardi.
"Rapporto."
"Stiamo incontrando una dura resistenza... e sembra che gli scienziati
stiano abbandonando questa stanza. Nessuna traccia degli ostaggi."
Spiegò rapidamente Kinmar, poi afferrando saldamente il disgregatore,
aggiunse:"Consiglio piano B."

Riccardi non gli rispose, si limitò ad attivare il comunicatore
dicendo:=^=Riccardi a Jo'ret.=^=
=^=Bersagli sotto tiro, signore.=^=
=^=Fuoco.=^=
I cecchini, appostati nella stanza precedente aprirono il fuoco, e una
salva di elevata precisione investì le linee dei mercenari. Le truppe
federali e klingon lasciarono i loro rifugi e partirono rapidamente
all'attacco.


Superficie di Terethus IV, portale secondario - 6 marzo 2391, ore 00:29

Merth digitò alcuni comandi sulla consolle e il comandante Auloh si
materializzò, per effetto di un teletrasporto, davanti al portale
appena attivato.

"Bene, l'esca è pronta. Ora speriamo che i nostri alleati la
percepiscano e arrivino nella nostra realtà."
Lo scienziato pregustava la terribile morte che stava per colpire la
Klingon , quando uno dei suoi colleghi esclamò terrorizzato:"Merth... i
federali stanno attaccando."
Il romulano ruotò la testa e vide in lontananza le truppe federali e
Klingon entrare sparando nella caverna. Una parete di roccia chiudeva
la visuale rendendo difficile agli aggressori vedere il portale e
sparare sugli scienziati ma la linea dei mercenari stava crollando
rapidamente rendendo quella posizione non molto sicura per i tre.
Merth non si perse d'animo e, guardando i colleghi, disse:"Presto
ritiriamoci nella sala del portale principale con gli ultimi
mercenari."

Lo scienziato cardassiano annuì e, indicando il comandante Shivhek,
aggiunse:"E di lui che facciamo?"
"Utilizzate il sensore nel collare di costrizione e teletrasportatelo
nella sala del portale principale, ci serviranno le sue capacità e un
nuovo ostaggio."
"E lei." Chiese il cardassiano indicando la Klingon.
"E' spacciata." Rispose prontamente Merth e, poi verso i soldati
federali-Klingon, aggiunse:"Una volta che il portale principale sarà
aperto nessuno potrà fermarci."
Lo scienziato cardassiano digitò alcuni comandi al computer
teletrasportando un ignaro Shivhek nell'altra stanza. Poi, senza
indugio, raggiunse i suoi due compagni e un piccolo gruppo di
mercenari e insieme fuggirono verso il portale principale.



Xaraan Chu - in nessun tempo, in nessun luogo

Il dolore era insopportabile. Gli sembrava che ogni cellula del suo
corpo stesse prendendo fuoco dall'interno, inoltre più si muoveva più
il dolore aumentava.
Con le ultime forze, l'umano urlò:"VOCE! AIUTAMI. TI PREGO!"
Nessuno rispose.
"VOCE! BRUCIO."
Poi di colpo arrivo la risposta:"Mi spiace, vorrei aiutarti... ma sei tu
che devi capire e farcela."
Ma il dolore impediva a McCain di capire e, intuendo lo stato del suo
protetto, la Voce rispose:"E' la tua realtà a farti questo... devi
aprire gli occhi e vedere... solo allora capirai."
"si..."
Con uno sforzo immane McCain cercò di aprire gli occhi ma vide solo
una macchia sfocata e qualche colore. Malgrado il dolore, l'umano si
concentrò e i suoi occhi iniziarono a mostrargli l'ambiente:
l'immagina diventava sempre meno sfocata e si aggiungevano nuovi
dettagli più definiti e precisi. Il dolore iniziò di colpo a
diminuire e fu allora che McCain riuscì a capire che cosa stava
osservando:vedeva tutto da ogni punto di vista. Vedeva il comandante
Shivhek, i tre scienziati, le guardie mercenarie, la creatura e una
Klingon con la divisa federale. Riusciva a vedere in ogni interstizio
delle apparecchiature del portale e dentro ogni pietra.
Poi il suo sguardo si soffermo su Auloh: notò che al collo della
Klingon c'erano tre pallini dorati su un colletto rosso. McCain
istintivamente si portò la mano alla gola e percepì la fredda presenza
dei tre gradi d'oro.

Fu allora che capì, fu allora che trovò l'ancora che gli avrebbe
permesso di ritornare.
"Voce, ho capito."
"Lo so."
Sentì improvvisamente il suo corpo riprendere forma, senti il sangue
pulsargli nelle vene, il suo cuore battere e l'aria che gli entrava
nei polmoni. Fu una sensazione bellissima.
Pochi secondi dopo la voce parlò di nuovo:"E' ore che tu vada. E'
necessario che tu chiuda il portale definitivamente."
"Da solo?"
"No, io non posso entrare nel tuo mondo... ma una parte di me ti accompagnerà."

Superficie di Terethus IV, portale secondario - 6 marzo 2391, ore 00:35

Grazie ai supporto dei tiratori scelti, lo scontro all'ingresso del
portale secondario fu presto vinto. Le forze congiunte federali e
Klingon bonificarono rapidamente l'ingresso permettendo a Riccardi, a
Kinmar e ad una parte dei membri delle squadre di sbarco di avanzare
in sicurezza.

Il gruppo raggiunse una piccola parete rocciosa che aveva impedito
loro di vedere, durante lo scontro, cosa stava succedendo dall'altro
lato della sala dove, presumibilmente, erano tenuti in ostaggio i loro
colleghi.
I soldati si appostarono contro la parete e, tenendo saldi i phaser,
passarono attraverso un piccolo varco e raggiunsero il portale
secondario.
Davanti a loro comparve un immenso macchinario che emetteva rumori e
strane luci. Nella parte più bassa era presente una specie di portale
dal quale stava uscendo una mostruosa creatura. La squadra di
sicurezza rimase di sasso dallo stupore: credevano di trovare i
rapitori e i rapiti, invece stavano osservando un essere di un altro
universo entrare nella loro realtà.
D'improvviso la creatura cacciò un urlo e iniziò ad avanzare. Fu
allora che i membri della squadra di sicurezza si accorsero del
comandante Auloh.
Istintivamente capirono che la Klingon era in pericolo, ma l'essere
emanava una forte aura che incuteva un terrore assoluto. Era come se
quella creatura riuscisse a penetrare nella loro anima e a risvegliare
le loro più profonde paure rendendoli completamente passivi.
D'improvviso i nervi di un giovane membro della sicurezza cedettero
facendolo di terrore. Ma ciò galvanizzò i compagni permettendo loro di
riprendersi.
In una sola voce Riccardi e Kinmar urlarono:"Pronti a sparare!"
I soldati riuscirono a domare parzialmente la paura e agire per
proteggere il comandante Auloh. Nello stesso istante in cui la
creatura si preparava a colpire la klingon con un tentacolo, i membri
della squadra di sicurezza le puntarono contro i phaser e i
disgregatori pronti a far fuoco.

D'improvvisò un lampo accecò i presenti.
Ancora abbagliato Riccardi sentì un urlò di rabbia e dolore così forte
da rimbombargli nella cassa toracica, si sforzò di riaprire gli occhi
e, quando riuscì a rimettere a fuoco, non volle credere a cosa stava
vedendo: la creatura si era allontanata di qualche passo urlante di
dolore e il tentacolo, con cui aveva cercato di colpire la Klingon,
era steso a terra mozzato. Ma la cosa più incredibile stava accadendo
al centro della sala, esattamente davanti al comandante Auloh: davanti
a lei c'era un umano vestito con la divisa della flotta stellare
avente i gradi di comandante e il colletto rosso.
Era McCain.


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12.11 - Destini!

Autore: Tenente Shanja Xar

Superficie di Terethus IV, portale secondario - 6 marzo 2391, ore 00:40

Riccardi fu il primo a riaversi dalla sorpresa: "Comandante McCain... E' lei?"
Gli sembrava impossibile, ma era lì ed era reale, in quanto si rendeva conto che non era l'unico a vederlo. Pensò addirittura ad un'allucinazione di massa, per quello fece la domanda, che risuonò
strana ai suoi orecchi.
"Sì sono io, ma non avvicinatevi, ho un compito da portare a termine e non so se ci riuscirò. Allontanatevi, tutti, per favore."
la voce di McCain era pacata ma decisa, così obbedirono.

Kinmar si diresse verso Auloh e la prese per un braccio esortandola ad
allontanarsi.
La Klingon lo fissò accigliata per un attimo, poi però
obbedì e seguì il suo comandante.
"Cosa deve fare comandante?
Possiamo... aiutarla?" domandò Riccardi ancora incredulo.
"Temo di no,
ma potete ritirarvi e magari risalire tutti a bordo delle vostre navi,
qui ci penso io."
disse loro senza smettere di guardare la creatura
che si era ritirata in un angolo: non gemeva più, sembrava pronta a
scattare per accanirsi contro di loro, ma rimaneva ferma come se
qualcosa la constringesse all'immobilità. Emetteva un sordo ringhio in
segno di protesta per quella ma non poteva fare
nient'altro.
Riccardi annuì, poi espresse un suo pensiero: "Dobbiamo
ritrovare Shivhek!"
McCain lo fissò solo un momento per poi riportare
lo sguardo sull'essere: "Dietro quella parete!" disse indicando la
parete dietro di lui.
I federali e i Klingon si guardarono perplessi
poi riportarono lo sguardo su McCain che sospirò lieve e fece un gesto
con la mano: la parete sembrò dissolversi, anche se i contorini
indicavano che era ancora lì.
Tutti videro gli scienziati, qualche
mercenario e Shivhek che attendevano qualcosa. Evidentemente non
potevano muoversi da quella specie di stanza, lo si capiva dai
tentativi di Merth di tastare la parete in cerca di un meccanismo che
sembrava non fuonzionare.
Riccardi parlò al comunicatore:=/\=Capitano
Xar, riuscite a captare con i sensori il nostro gruppo?=/\=
La
trasmissione era ancora disturbata, ma la risposta arrivò forte e
chiara:=/\= Si comandante, siete tutti agganciati tramite i
comunicatori.=/\=
=/\=Bene Shivhek si trova a circa una decina di metri
da noi alla nostra destra, ma in un altra stanza, sembra avere un
collare... elettronico. Probabilmente emette degli impulsi particolari,
li rilevate?=/\=
Shanja guardò il suo ufficiale scientifico che con la
fronte aggrottata continuava a manovrare sulla sua consolle di
comando.
Lo sguardo dell'uomo si rischiarò un'istante e con un mezzo
sorriso soddisfatto annuì verso di lei.
=/\=Sì Riccardi, lo abbiamo.
=/\=
=/\=Bene, portate a bordo lui per primo, vicino a lui ci sono i
nostri nemici...=/\=
=/\="Faremo quello che possiamo, ma ci vorrà del
tempo.=/\=
=/\=Capitano, il comandante McCain dice di fare in fretta:
non sa quanto tempo ha ancora a disposizione.=/\=
=/\=McCain? McCain è
lì con voi?"=/\=
=/\=Sembra di sì, ma per poco a quanto pare.=/\=

Shanja rimase basita per un attimo, poi scosse la testa scacciando la
sorpresa mista allo smarrimento che l'aveva presa: =/\=Me lo saluti,
comandante, noi qui iniziamo a teletrasportarvi. Xar Chiudo.=/\=

"Tenente, mi chiami il capitano Spini, devo aggiornarla sulla
situazione." disse poi Shanja con un sorriso soffisfatto.

Uss Fearless
sala teletrasporto - ore 00:55


Il personale medico era pronto così
come le guardie di sicurezza.
Il primo ad arrivare a bordo fu il
comandante Shivhek che venne portato subito in infermeria per un
controllo e per vedere se potevano togliere quel collare.

Poi i tre
scienziati, che, senza capire come mai tutto fosse andato storto, si
trovarono circondati da soldati federali che li presero in consegna e
li portarono nelle celle di contenimento, non senza prima averli
perquisiti e privati di qualsiasi cosa che non fosse il mimimo
indispensabile per rimanere decentemente vestiti.
Poi a fasi alterne
federali e mercenari, rimasero sul pianeta solo Riccardi e Kinmar oltre
a McCain naturalmente e al mostro che ringhiava sempre più forte.


Superficie di Terethus IV, portale secondario - 6 marzo 2391,
ore 01.05



"Ora dovete andarvene anche voi." Disse McCain senza
distogliere lo
sguardo dalla bestia.
"Signore non potete proprio venire
con noii?"
domandò Riccardi.
"No comandante, per quanto mi farebbe
piacere. Devo
chiudere il portale definitivamente e posso farlo solo
io."
"Ma...
perché? E dove siete stato tutto questo tempo, cosa..."

Kinmar mise la
mano sul braccio di Riccardi: "Credo che questa cosa non
la possa
spiegare comandante. Ha un compito da svolgere, dobbiamo
lasciarglielo
fare: è il suo destino."
Riccardi guardò il Klingon poi
McCain che era
concentrato sull'essere, capì che, in qualche modo, era
lui che teneva
sotto controllo sia il mostro sia la situazione, ma dai
tentativi di
muoversi della creatura sempre più ampi, e dai ruggiti
sempre più forti
che provenivano dalla stessa, capì anche che la forza
di McCain stava
venendo meno.
Annuì stringendo le labbra, poi fece un
cenno in
direzione del federale: "Grazie signore, è stato un onore
rivederla."

Poi chiamò la Fearless:=/\=Riccardi a Fearless: due da
portare su.=/\=

McCain sorrise all'indirizzo dei due uomini, e lasciò la
presa sulla
creatura solo quando li vide scomparire, questa si lanciò
verso di lui,
e in un lampo accecante scomparvero entrambi.

Il movimento energetico
che causò la scossa sismica sul pianeta, venne
avvertito anche dalla
Fearless rendendo perplessi tutti gli ufficiali
scientifici per
l'impatto sui sensori.
I computer registrarono dati al
di fuori di
tutte le scale conosciute.
Poi però, in pochi secondi,
tornò la calma.


Xaran Chu - Un altro luogo, un altro tempo...

Era tornato nel nulla...
sapeva che aveva contribuito a fermare qualcosa di devastante e se ne
sentiva fiero, ma aveva sperato di non tornare in quel posto.
Sospirò
sconfortato.
"Abbi fede amico mio, sei qui solo per un semplice saluto
e un ringraziamento per tutto quello che hai fatto. Ora hai adempiuto
al tuo destino, e ora è il momento che tu vada, addio, e grazie."

McCain non fece in tempo a dire nulla, ci fu un fremito e lentamente
sentì la pace dentro di sè... l'unico suono fu il suo sospiro di
sollievo.


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FINE MISSIONE